Buon giorno, amico
Il P. Giovan Taulero (appresso il P. Sangiurè Erar. to 3, e’l P. Nieremb. Vita Div.) narra di se stesso,
che avendo egli pregato per molti anni il Signore a mandargli chi gli insegnasse la vera vita spirituale,
un giorno udì una voce, che gli disse: Va alla tal Chiesa, ed alla porta trova un misero mendico,
scalzo, e tutto lacero; lo saluta: Buon giorno, amico. Il povero risponde: Signor maestro, io non mi
ricordo giammai d’aver avuto un giorno cattivo. Il Padre replicò: Iddio vi dia una felice vita. Ripigliò
quegli; Ma io non sono stato mai infelice. E poi soggiunse: Udite, Padre mio, non a caso io ho detto
non aver avuto alcun giorno cattivo, perchè quando ho fame, io lodo Dio; quando fa neve, o pioggia
io lo benedico: se alcuno mi disprezza, mi scaccia, se provo altra miseria, io sempre ne do gloria
al mio Dio. Ho detto poi, che non sono stato mai infelice, e ciò anch’è vero, poich’io sono avvezzo
a volere tutto ciò, che vuole Dio senza reserba; perciò tutto quel, che m’avviene o di dolce, o di
amaro, io lo ricevo dalla sua mano con allegrezza, come il meglio per me, e questa è la mia felicità.E
se mai, ripigliò il Taulero, Dio vi volesse dannato, voi che direste? Se Dio ciò volesse (rispose il
mendico), io coll’umiltà, e coll’amore mi abbraccierei col mio Signore, e lo terrei sì forte, che se
egli volesse precipitarmi all’Inferno, sarebbe necessitato a venir meco, e così poi mi sarebbe più
dolce essere con lui nell’inferno, che posseder senza lui tutte le delizie del cielo. Dove avete trovato
voi Dio, disse il Padre? E quegli: Io l’ho trovato, dove ho lasciate le creature. Voi chi siete? E’l
povero: Io sono Re. E dove sta il vostro Regno? Sta nell’anima mia, dove io tengo tutto ordinato,
le passioni ubbidiscono alla ragione, e la ragione a Dio. Finalmente il Taulero gli domandò, che
cosa l’avea condotto a tanta perfezione? E’ stato (rispose) il silenzio, tacendo cogli uomini per
parlare con Dio; e l’unione, che ho tenuta col mio Signore, in cui ho trovata, e trovo tutta la mia
pace. Tale in somma fu questo povero per l’unione, ch’ebbe colla divina volontà; egli fu certamente
nella sua povertà più ricco, che tutti i Monarchi della terra, e ne’suoi patimenti più felice che tutti
i mondani colle loro delizie terrene.
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