sabato 6 aprile 2019

O SACRUM CONVIVIUM...


Dal Trattato di sant'Agostino Vescovo sui Salmi
Sul Salmo 54, al 1 verso

«Esaudisci, o Dio, la mia preghiera, e non disprezzare la mia supplica: dammi retta, ed esaudiscimi» Ps. 54,2. Son queste le parole d'un (uomo) turbato, angustiato, immerso nella tribolazione. Egli soffre molto e prega, desideroso d'essere liberato dal male (che l'opprime). Vediamo ora in che consista questo male: e, appena avrà incominciato a parlarne, riconosceremo che anche noi siamo nello stesso stato : affinché come partecipiamo alla sua tribolazione, così ci uniamo alla sua orazione. «Mi sono rattristato, egli dice, nella mia prova, e son rimasto conturbato». Dove rattristato? dove conturbato? «Nella mia prova», dice. Egli parla dei cattivi uomini che lo fan soffrire: e dichiara che la persecuzione di questi cattivi uomini è la sua prova. Non crediate che i cattivi ci siano per niente in questo mondo, e che Dio non ritragga alcun bene da essi. Ogni cattivo vive o perché si corregga, o perché per esso il buono sia esercitato.

Voglia Dio dunque che quanti ora ci tengono in esercizio, si convertano e siano esercitati insieme con noi: tuttavia finché restano tali e ci esercitano, guardiamoci dall'odiarli: perché noi non sappiamo chi di essi persevererà nel male sino alla fine. E spesso avviene che mentre ti sembrava di odiare un nemico, odii un fratello senza saperlo. Dalle sacre Scritture è manifesto che solo il diavolo e gli angeli suoi sono condannati al fuoco eterno. Dell'emenda solo di costoro si deve disperare, contro cui sosteniamo una lotta occulta: lotta alla quale l'Apostolo ci arma dicendo: «Non abbiam noi da lottare contro la carne e il sangue» Epf. 6,12i, cioè non contro gli uomini che vediamo, ma contro i prìncipi e le potestà e i dominatori di questo mondo di tenebre. E perché, dicendo «del mondo» tu non intendessi i demoni essere i reggitori del cielo e della terra, disse: «Di questo mondo di tenebre», cioè, degli amatori del mondo: «del mondo», cioè degli empi ed iniqui: di questo mondo di cui dice il Vangelo: «E il mondo non lo conobbe» Joann. 1,10.

Ché ho visto l'iniquità e la discordia nella città» Ps. 54,10. Considera però la gloria della croce di lui. Quella croce, cui insultavano i nemici, ora brilla sulla fronte dei re. L'effetto ne ha provata la virtù: egli ha conquistato il mondo non col ferro, ma col legno. Il legno della croce sembrò degno di disprezzo ai nemici, e mentre stavano davanti a questo stesso legno scrollavano la testa e dicevano: «S'egli è il Figlio di Dio, discenda dalla croce» Matth. 27,40. Egli intanto stendeva le sue mani verso il popolo incredulo e ribelle. Se infatti «il giusto» è chi «vive di fede» Rom. 1,17; l'iniquo è chi non ha fede. Onde ciò che qui chiamasi iniquità, devesi intendere infedeltà. Vedeva dunque il Signore nella città l'iniquità e la discordia, e «stendeva le sue mani verso il popolo incredulo e ribelle» Rom. 10,21: e nonostante, aspettandoli, diceva: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che si fanno» Luc. 23,34.



Dalla prima Lettera dell'Apostolo san Paolo ai Corinti

1 Cor 11:17-22
17 Di questo poi vi avverto, e non per lodarvi, che cioè vi radunate non per il meglio, ma per far peggio.
18 Prima di tutto sento dire che quando vi radunate in Chiesa vi sono tra voi delle scissioni, e in parte lo credo.
19 Perché è necessario che vi siano anche delle eresie, affinché si palesino quelli che sono tra voi di buona fede.
20 Quando dunque vi radunate insieme, non è più la cena del Signore quella che voi celebrate.
21 Perché ognuno comincia a mangiare la cena che s'è portata. Così che uno patisce la fame, e l'altro si ubbriaca.
22 Ma non avete delle case per mangiare e bere? o volete fare un disprezzo alla Chiesa di Dio e un affronto a quelli che non han nulla? Che vi dirò? Vi loderò? In questo non vi lodo.



1 Cor 11:23-26

23 Infatti io ho appreso dal Signore, e ve l'ho anche trasmesso, che il Signore Gesù, la notte che fu tradito, prese del pane, 
24 E, dopo aver fatto il ringraziamento, lo spezzò e disse: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo che sarà immolato per voi: fate questo in memoria di me. 
25 Similmente, dopo d'aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è la nuova alleanza fatta col mio sangue: fate questo, tutte le volte che lo berrete, in memoria di me. 
26 Poiché tutte le volte che mangerete questo pane e berrete questo calice, annunzierete la morte del Signore finché egli venga.


I prossimi seguenti versetti di san Paolo non li troviamo più nel Messale ma solamente nella santa Bibbia. 


1 Cor 11:27-34

27 Perciò chiunque mangerà questo pane o berrà il calice del Signore indegnamente, si rende colpevole del corpo e del sangue del Signore. 
28 Perciò ciascuno esamini se stesso: e poi mangi di questo pane e beva di questo calice. 
29 Perché chi ne mangia e ne beve indegnamente, mangia e beve la propria condanna perché non distingue il corpo del Signore. 
30 Ecco perché tra voi sono molti gli infermi e i deboli, e numerosi i morti. 
31 Or, se giudicassimo noi stessi, non saremmo certo giudicati. 
32 Ma per noi il giudizio del Signore è un monito, per non essere condannati insieme con questo mondo. 
33 Onde, fratelli miei, allorché vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri. 
34 Se uno ha fame, mangi a casa, onde non vi raduniate per esser condannati. Le altre cose poi le regolerò quando verrò.



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AVE MARIA PURISSIMA!

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