venerdì 8 marzo 2019

SAN GIOVANNI DI DIO

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San Giovanni di Dio, nacque da parenti cattolici e pii nella città di Monte Maggiore nel regno di Portogallo, e fin dal momento della sua nascita, un inusitato splendore apparso sopra la sua casa, e un suono spontaneo di campane preannunziarono chiaramente che il Signore lo aveva scelto a grandi cose. 
Ritratto, per opera della divina grazia, da un genere di vita rilassata, cominciò a dare prove di gran santità, e dopo aver ascoltata in una predica la parola di Dio si sentì così eccitato al bene, che fin da quello stesso primo momento di vita più santa parve aver raggiunto una perfezione consumata. Distribuiti tutti i suoi beni ai poveri carcerati, divenne a tutto il popolo meraviglioso spettacolo di penitenza e di disprezzo di s'è, si che trattata malamente da molti come demente, venne rinchiuso in un manicomio. 
Ma Giovanni infiammato sempre più di carità celeste, costruì nella città di Granata colle elemosine di pie persone due vasti ospedali, e vi gettò le fondamenta d'un nuovo ordine, dando alla Chiesa il nuovo istituto dei fratelli Ospedalieri inservienti ai malati con grande profitto delle anime e dei corpi, e che s'è grandemente diffuso nel mondo.

Non  trascurava nulla per procurare la salute dell'anima e del corpo ai poveri malati, che spesso portava a casa sulle proprie spalle. La sua carità diffondendosi altresì fuori dell'ospedale, procurava segretamente alimenti a povere vedove e specialmente a giovani pericolanti, e s'adoperava con ogni zelo a liberare dal vizio impuro coloro che n'erano inquinati. 
Suscitatosi un gravissimo incendio nel regio ospedale di Granata, Giovanni impavido si gettò nel fuoco, correndo qua e là finché non n'ebbe asportati via sulle spalle gl'infermi e gettati dalle finestre i letti per sottrarli al fuoco, rimanendo così per mezz'ora tra le fiamme già straordinariamente sviluppatesi, e uscendone miracolosamente illeso con ammirazione di tutti i cittadini; mostrando con questo esempio di carità, che il fuoco che bruciava di fuori era meno ardente di quello che lo divorava di dentro.


Egli si rese grandemente celebre per mortificazioni d'ogni genere, la più umile obbedienza, estrema povertà, zelo della preghiera, contemplazione delle cose divine e per la devozione alla santa Vergine, e fu favorito del dono delle lacrime. Infine, colpito da grave malattia, ricevuti, secondo l'uso, santamente tutti i sacramenti della Chiesa, benché abbandonato dalle forze, copertosi colle proprie vesti, si levò di letto e, gettatosi in ginocchio, stringendo nelle mani e sul cuore Cristo Signore crocifisso, morì nel bacio del Signore l'8 di Marzo dell'anno 1550, ritenendolo anche dopo morte; né lo lasciò, ma rimase prodigiosamente, con ammirazione di tutta la città, nella stessa posizione di corpo quasi per sei ore, finché non ne fu rimosso, spandendo un odore meravigliosamente soave. 
Illustre per numerosi miracoli in vita e dopo morte, Alessandro VIII [1689-1691] sommo Pontefice lo iscrisse nel novero dei Santi; e Leone XIII per desiderio dei vescovi dell'orbe cattolico, con decreto della Congregazione dei Riti, lo dichiarò celeste patrono di tutti gli ospedali ed infermi sparsi ovunque, e ordinò che se ne invocasse il nome nelle litanie degli agonizzanti.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
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Il film che segue è troppo forte, però -nonostante la poca nitidezza delle immagini- può servire a capire la necessità di chiedere perdono, e la grande necessità che ha la Chiesa dei suoi santi.

El hombre que supo amar : 


AMDG et DVM

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