venerdì 24 agosto 2018

GAUDE VIRGO MARIA!

26 agosto: Festa dei Sette Gaudi della B. V. Maria


Sequentia

1. Gaude Virgo Mater Christi: 
Verbo Deum concepisti, 
Gabriele nuntio.

2. Fac, o Nati per virtutem,
Fructum nobis in salutem
Afferat devotio.

3.Gaude, visitans, exulta;
Fecit enim in te multa
Rex potenti bràchio.

4. Fac nos ìnopes augéri
Caeli donis, ac repléri
Spiritali gaudio.

5. Gaude, parens Deo plena:
Peperisti sine poena
Cum pudoris lilio.

6. Fac, o clemens, servi tui
Mereamur per te frui
Almae pacis praemio.

7. Gaude: Magi ab Oriente
Dona, stella praelucente,
Attulerunt Filio.

8. Fac nos fide jam vidére
Ac spe Jesum et sincerae
Caritatis studio.

9. Gaude: amissum quem dolebas,
Loqui Pùerum stupébas 
In Doctorum médio.

10. Fac, o mìseris patrona,
Reperire coeli bona
Calle amissa dévio.

11. Gaude, Mater: dulcis Nati,
Quem vidisti mortem pati,
Fulget Resurréctio.

12. Fac nos imo vitiorum
Excitàri, ac supernorum
Agi desiderio.

13. Gaude: in astra sublimaris,
Ubi Christo sociaris
Rerum in império.

14. Fac, ad coelos ascendamus,
Atque tecum gaudeamus,
In Sanctorum sòlio.
   Amen. Allelùja.  


Il Rosario francescano:La Corona francescana dei 7 gaudi
L'uso di strumenti per aiutare nella preghiera lo si riscontra in tutte le religioni. La corona divenne così uno strumento pratico per tenere il conto delle preghiere che si devono ripetere per un determinato numero di volte. La testimonianza più antica nel cristianesimo sembra risalire al IV secolo, quando l'eremita Paolo di Tebe (+342) si serviva di sassolini per contare le preghiere che voleva recitare durante il giorno. Similmente anche nella vita di Chiara d'Assisi (+1253) si narra: «Non avendo filze di grani da far scorrere per numerare i Pater noster, contava le sue preghiere al Signore con un mucchietto di pietruzze» (Legenda S. Clarae, IV, 4).

In effetti, quando nella Chiesa si era cominciato l'uso di recitare le preghiere per un determinato numero di volte, sorse la necessità di avere uno strumento che fosse d'aiuto nella conta. Nacquero così i signacula o numeralia che erano corone che comunemente servivano per contare i Pater noster che i monaci e poi anche i frati laici recitavano al posto dell'Ufficio, come prescrive la Regola di S.Francesco: «I chierici recitino il divino ufficio secondo il rito della santa Chiesa romana eccetto il salterio, e perciò potranno avere i breviari. I laici dicano ventiquattro Pater noster per il mattutino, cinque per le lodi; per prima, terza, sesta, nona, per ciascuna di queste, sette; per il Vespro dodici; per compieta sette; e preghino per i defunti» (Regula bullata, III, 2-5).

Tali corone sono attestate da Tommasuccio da Foligno (1319-1377) nel suo racconto di una visione in cui vide Chiara e le sue monache tenenti in mano sfilze di Paternostri d'oro, d'argento e di perle preziose. Di Chiara si narra ancora che avesse mandato in dono ad Agnese di Praga una corona simile; la stessa cosa viene riferita di Margherita da Cortona (+1297) che non avendo nulla da dare in elemosina offrì uno di questi signacula. E' interessante poi notare che nella riesumazione del corpo di Francesco d'Assisi nel 1818, fu trovata ai suoi piedi una corona di 30 grani.


Un suggerimento del Cielo all'origine della corona

La tradizione  fa risalire l'uso della Corona dei sette gaudi all'apparizione della Vergine, avvenuta nel 1422 nel convento di Cesi (Portaria) nei pressi di Terni, al novizio Giacomo delle Corone da Portaria.     La leggenda riferisce che il novizio era deciso a lasciare il noviziato perché non aveva più l'opportunità di offrire alla Regina del Cielo  tutti i giorni una ghirlanda di fiori come usava fare nel secolo,  e prima di partirsene passò a salutare la Vergine Madre e pregando nella chiesetta dinanzi a Lei, Questa gli disse di supplire alla ghirlanda con la recita quotidiana della Corona di sette decadi di Ave Maria,  meditando i Suoi sette gaudi.


Questo fatto, riportata da Marco da Montegallo (+1496), si diffuse in special modo per opera di Perbalto de Temeswar (+1504) con il suo Stellarium coronae benedictae Virginis Mariae in laudem eius (Argentiane 1506), opera che divenne molto popolare tra gli autori del XVI secolo. In seguito, anche Luca Wadding (+1654) avvalorò questa apparizione come origine della Corona delle 7 allegrezze nell'Ordine dei Frati Minori.


Bernardino da Siena (+1444) fu il grande diffusione di questa Corona che cominciò a portarla appesa al cingolo imitato poi dai frati che seguirono la sua riforma, e in special modo da Giovanni da Capestrano (+1456), che diffuse la corona raccomandando le sette meditazioni e la genuflessione al nome di Gesù.      Dal XV secolo si cominciarono a rappresentare i frati con le corone tra le mani sia negli affreschi come nelle miniature. Ne è ricca l'opera Specchio dell'Ordine Minore, conosciuta come Franceschina, nel codice di Perugia e in quello di Norcia. La corona è tenuta in mano anche dalla rappresentazione della "Povertà che si sposa a S.Francesco", tavola cinquecentesca fiorentina custodita nella pinacoteca di Monaco. La corona appare, poi, attaccata alla corda o cingolo del Beato Lucchesio nella terracotta di Andrea della Robbia (+1528) che si trova nella chiesa di S.Girolamo a Volterra. In seguito, anche le immagini di S.Francesco cominciano ad avere la corona appesa al cingolo.


O Dio, vieni a salvarmi.

Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre…

Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime specialmente le più bisognose della tua misericordia.

1. Ci rallegriamo con Te, o Maria, Vergine Immacolata, per l'allegrezza che T'inondò il Cuore quando, dopo l'annuncio dell'angelo Gabriele, il Verbo di Dio per opera dello Spirito Santo s'incarnò nel Tuo purissimo seno, e si realizzò il disegno eterno a cui eri stata predestinata insieme con il Figlio prima della creazione del mondo.

1 Pater, 10 Ave e 1 Gloria

2. Ci rallegriamo con Te, o Maria, piena di grazia, per la consolazione che hai provato nella visita alla cugina Elisabetta, quando essa, dopo aver udito il tuo saluto, profetò e ti riconobbe vera "Madre di Dio", insieme al piccolo Giovanni,  già riempito del dono dello Spirito Santo.

3. Ci rallegriamo con Te, o Maria, Tuttasanta, per quel gaudio inesprimibile che hai provato a Betlemme, quando serbando illibato il giglio della Tua Verginità, partoristi senza dolore il Tuo Divino Figlio Gesù, che era venuto a portare Pace e Redenzione al mondo, e Lo vedesti adorato dai pastori.

4. Ci rallegriamo con Te, o Maria, Regina della pace, per la somma letizia che sperimentò il Tuo Cuore, quando vedesti i Re Magi venire riverenti da terre lontane a prostrarsi davanti al Tuo Divin Figlio Gesù, e adorarlo come vero Uomo-Dio, Redentore del mondo, e vedendo Tu in loro l'omaggio di tutti i popoli.

5. Ci rallegriamo con Te, o Maria, via di salvezza, per il giubilo che provò il Tuo Cuore amorosissimo, quando cercato per tre giorni lo smarrito Gesù, lo trovasti nel tempio fra i dottori, che già spandeva i raggi della sua infinita sapienza a quanti lo ascoltavano con cuore sincero.

6. Ci rallegriamo con Te, o Maria, madre della vita, per quella gioia che ti riempì il Cuore quando vedesti il Tuo Figlio risorto da morte il terzo giorno.

7. Ci rallegriamo con Te, o Maria, Porta del Cielo, per l'esultanza del Tuo Cuore quando in un'estasi d'Amore senza conoscere morte e sepolcro salisti al cielo, in anima e corpo, per regnare accanto al Figlio quale Corredentrice e Mediatrice e  Divina Avvocata nostra.

Dopo la Salve Regina si aggiungono 2 Ave Maria in memoria dei suoi 72 anni che passò sulla nostra Terra, e un Padre Nostro, un Ave e un Gloria per le intenzioni del Sommo Pontefice.

Litanie lauretane


Preghiera finale

O Signora Santa, Regina santissima, Madre di Dio e Madre di Misericordia, Regina della Pace e Avvocata nostra, ti abbiamo offerto questa Corona in memoria delle tue sette allegrezze, in segno del nostro desiderio di appartenere a Te come tu sei appartenuta al Signore. Per questo, con San Bonaventura ti diciamo: «Io sono tutto tuo: e ogni mia cosa è tua, o Vergine benedetta sopra tutte le cose». Intercedi affinché ci sia fatto il dono di grazia di poter servire Dio e il prossimo, e in fedeltà con le promesse del nostro Battesimo, di rinnegare il male in tutte le sue forme per poter essere come te, o Immacolata, figli del Padre celeste, fratelli del Signore nostro Gesù Cristo e abitazioni dello Spirito Santo. Aiutaci a vivere impegnando la nostra vita per il Vangelo, obbedendo alla Santa Chiesa, sempre pronti a testimoniare la nostra fede davanti agli uomini, affinché, da Te protetti, soprattutto nell'ora della nostra morte, possiamo giungere con Te nella gloria dei cieli. Amen.

O Maria, Signora Santa e Immacolata, prega per noi.

Tutti i Santi  insegnano a chinare il capo o genuflettere pronunciando i Santissimi nomi di Gesù e di Maria. 


AMDG et DVM

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