venerdì 25 settembre 2015

"Pluralismo, ma per tutti"



A proposito di latino: nei giorni del nostro colloquio non era ancora conosciuta la decisione
del Papa che (con lettera in data 3 ottobre 1984, a firma del Pro-Prefetto della Congregazione
per il culto divino) concedeva il discusso " indulto " a quei preti che volessero celebrare la
messa usando il messale romano, in latino appunto, del 1962. e, cioè, la possibilità di un
ritorno (seppure ben delimitato) alla liturgia pre-conciliare; purché, si dice nella lettera,
"consti con chiarezza, anche pubblicamente, che questi sacerdoti e i rispettivi fedeli in nessun
modo condividano le posizioni di coloro che mettono in dubbio la legittimità e l'esattezza
dottrinale del Messale Romano promulgato dal Papa Paolo VI nel 1970"; e purché la
celebrazione secondo il vecchio rito "avvenga nelle chiese e negli oratori indicati dal vescovo,
non però nelle chiese parrocchiali, a meno che l'ordinario del luogo lo abbia concesso, in casi
straordinari". Malgrado questi limiti e le severe avvertenze ("in nessun modo la concessione
dell'indulto dovrà essere usata in modo da recare pregiudizio all'osservanza fedele della
riforma liturgica"), la decisione del Papa ha suscitato polemiche.

La perplessità è stata anche nostra, ma dobbiamo riferire quanto il card. Ratzinger ci aveva
detto a Bressanone: pur senza parlarci della misura - che era evidentemente già stata decisa e
della quale di certo era al corrente - ci aveva accennato a una possibilità del genere. Questo "
indulto per lui, non sarebbe stato da vedere in una linea di " restaurazione " ma, al contrario,
nel clima di quel " legittimo pluralismo" sul quale il Vaticano II e i suoi esegeti hanno tanto
insistito.

Infatti, precisando di parlare " a titolo personale ", il cardinale ci aveva detto: "Prima di
Trento, la Chiesa ammetteva nel suo seno una diversità di riti e di liturgie. I Padri tridentini
imposero a tutta la Chiesa la liturgia della città di Roma, salvaguardando, tra le liturgie
occidentali, solo quelle che avessero più di due secoli di vita. È il caso, ad esempio, del rito
ambrosiano della diocesi di Milano. Se potesse servire a nutrire la religiosità di qualche
credente, a rispettare la pietas di certi settori cattolici, sarei personalmente favorevole al
ritorno alla situazione antica, cioè a un certo pluralismo liturgico. Purché, naturalmente,
venisse riconfermato il carattere ordinario dei riti riformati e venisse indicato chiaramente
l'ambito e il modo di qualche caso straordinario di concessione della liturgia preconciliare".
Più che un auspicio il suo, visto che poco più di un mese dopo doveva realizzarsi.

Lui stesso, del resto, nel suo Das Fest des Glaubens aveva ricordato che "anche in campo
liturgico, dire cattolicità non significa dire uniformità", denunciando che, "invece, il
pluralismo postconciliare si è dimostrato stranamente uniformante, quasi coercitivo, non
consentendo più livelli diversi di espressione di fede pur all'interno dello stesso quadro
rituale".

Uno spazio per il Sacro

Per tornare al discorso generale: che rimprovera il Prefetto a certa liturgia d'oggi? (o, forse,
non proprio di oggi visto che, come osserva, "sembra stiano attenuandosi certi abusi degli
anni postconciliari: mi pare che ci sia in giro una nuova presa di coscienza, che alcuni stiano 
accorgendosi di avere corso troppo e troppo in fretta". "Ma - aggiunge - questo nuovo
equilibrio è per ora di élite, riguarda alcune cerchie di specialisti mentre l'ondata messa in
moto proprio da costoro arriva adesso alla base. Così, può succedere che qualche prete,
qualche laico si entusiasmino in ritardo e giudichino d'avanguardia ciò che gli esperti
sostenevano ieri, mentre oggi questi specialisti si attestano su posizioni diverse, magari più
tradizionali").

Comunque sia, ciò che per Ratzinger va ritrovato in pieno è "il carattere predeterminato, non
arbitrario, " imperturbabile -, " impassibile " del culto liturgico". "Ci sono stati anni - ricorda -
in cui i fedeli, preparandosi ad assistere a un rito, alla messa stessa, si chiedevano in che
modo, in quel giorno, si sarebbe scatenata la " creatività " del celebrante...". Il che, ricorda,
contrastava oltretutto con il monito insolitamente severo, solenne del Concilio: "Che nessun
altro, assolutamente (al di fuori della Santa Sede e della gerarchia episcopale, n.d.r.); che
nessuno, anche se sacerdote, osi di sua iniziativa aggiungere, togliere o mutare alcunché in
materia liturgica" (Sacrosanctum Concilium n. 22).

Aggiunge: "La liturgia non è uno show, uno spettacolo che abbisogni di registi geniali e di
attori di talento. La liturgia non vive di sorprese " simpatiche ", di trovate " accattivanti ", ma
di ripetizioni solenni. Non deve esprimere l'attualità e il suo effimero ma il mistero del Sacro.
Molti hanno pensato e detto che la liturgia debba essere "fatta" da tutta la comunità, per essere
davvero sua. È una visione che ha condotto a misurarne il " successo " in termini di efficacia
spettacolare, di intrattenimento. In questo modo è andato però disperso il proprium liturgico
che non deriva da ciò che noi facciamo, ma dal fatto che qui accade Qualcosa che noi tutti
insieme non possiamo proprio fare. Nella liturgia opera una forza, un potere che nemmeno la
Chiesa tutta intera può conferirsi: ciò che vi si manifesta è lo assolutamente Altro che,
attraverso la comunità (che non ne è dunque padrona ma serva, mero strumento) giunge sino a
noi".

Continua: "Per il cattolico, la liturgia è la Patria comune, è la fonte stessa della sua identità:
anche per questo deve essere " predeterminata ", " imperturbabile ", perché attraverso il rito si
manifesta la Santità di Dio. Invece, la rivolta contro quella che è stata chiamata " la vecchia
rigidità rubricistica ", accusata di togliere " creatività ", ha coinvolto anche la liturgia nel
vortice del " fai-da-te ", banalizzandola perché l'ha resa conforme alla nostra mediocre
misura".

C'è poi un altro ordine di problemi sul quale Ratzinger vuole richiamare l'attenzione: "Il
Concilio ci ha giustamente ricordato che liturgia significa anche actio, azione, e ha chiesto che
ai fedeli sia assicurata una actuosa participatio, una partecipazione attiva".
Mi sembra ottima cosa, dico.

"Certo - conferma -. è un concetto sacrosanto che però, nelle interpretazioni postconciliari, ha
subìto una restrizione fatale. Sorse cioè l'impressione che si avesse una " partecipazione attiva
" solo dove ci fosse un'attività esteriore, verificabile: discorsi, parole, canti, omelie, letture,
stringer di mani... Ma si è dimenticato che il Concilio mette nella actuosa participatio anche il
silenzio, che permette una partecipazione davvero profonda, personale, concedendoci l'ascolto
interiore della Parola del Signore. Ora, di questo silenzio non è restata traccia in certi riti". 

AMDG et BVM

LA DIVINA CONCEZIONE DI MARIA


LA DIVINA CONCEZIONE DI MARIA

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27 maggio 2010
JNSR:  Questa notte ho fatto un sogno molto strano. La mia camera era piena di un profumo dolce e piacevole chediffondendosi, dava gioia e tanto amore.

Sempre nel sogno, mi vedo saltare dal letto e mettermi alla ricerca di “quella cosa” sconosciuta e invisibile che mi attirava e che dovevo scoprire. Mentre cercavo, ero guidata proprio dal profumo. Ad un tratto, vedo accanto a me un personaggio, di alta statura, con il capo coperto da una mitra di colore giallo e bianco, con un mantello dello stesso colore, e teneva nella mano destra una lunga croce come fosse uno scettro.

Non una parola usciva dalla sua bocca, ma io lo sentivo molto preoccupato; sentivo che temeva per qualcosa cheveniva da me. Sembrava che, quel personaggio avesse paura di un mio fallimento in quella ricerca; e capivo che, malgrado egli sapesse, non poteva guidarmi affatto ! Egli doveva tacere... Si ferma ai piedi del mio letto, come per dire: “È qui !”

Anche io sento che “quella cosa” si trova sotto il copriletto, in basso. Mi rivolgo, allora, al personaggio, per chiedergli cosa ne pensa, ma non posso più parlare. Davanti a me, Sua Santità Giovanni Paolo II mi guarda senza parlare, senza fare un gesto. Il suo volto nascondeva un certo sorriso, alquanto ansioso.... Ma io sapevo che Egli era lì come un inviato di DIOun Testimone di Riguardo. Fino a quel momento, non avevo ricevuto alcuna spiegazione di quell’enigma, e lo era veramente un enigma ! E il Papa ne era al corrente !  Nei sogni si percepiscono le cose subito, appena si presentano a noi. Almeno, in quel sogno, era così.

Allora, tiro lentamente verso di me il copriletto, e a quel punto... di colpo, con gli occhi sbarrati guardo, e vedo quella “Piccola Cosa” senza nome, senza una forma particolare ma dolce, dolce con la sua presenza, raggiante e viva d’amore, riposante e confortevole, gradevole ai nostri sensi, che però non possono avvicinarla, tanto la sua superiorità si impone a noi due, al mio caro Papa e a me stessa. Siamo ambedue pietrificati ! Egli con tutta la sua autorità, china il capo finché può, come per salutare quella “Piccola Cosa” con un profondo rispetto.

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Io so di avere vissuto un sogno premonitore, ma che cosa vuole dirmi? Non ho mai visto in sogno il nostro buon Papa Giovanni Paolo II, dopo la sua scomparsa. E in quel sogno, Egli sapeva prima di me dove si trovava quella “Piccola Cosa” piena d’amore, che aveva  dormito ai miei piedi, senza muoversi, senza agitarsi, come per fare attenzione al mio sonno, sapendomi affaticata dalle mie continue crisi cardiache. Quanta Bontà !

Ella si presentava a noi senza forma, con tanto amore e tanta beltà ! Tutto era in Lei nascosto e, nonostante ciò, tutta l’attrattiva della Terra non uguagliava “la Sua Luce e la Sua Grazia”.

Ma chi era, dunque, quella “Piccola Cosa” nascosta ? Piangendo, questa mattina, chiedo al Mio Dolce Gesù di aiutarmi a capire, soprattutto, cosa voleva da me quella strana cosa, così dolce !

Allora, come se DIO dovesse rispondermi con un altro enigma, Gesù mi fa vedere un quadro, una grande tela. In essa, io rivedo i Patriarchi, cominciando da ABRAHAM, che si trasmettevano l’uno all’altro il “ deposito sacro”. DIO, infatti, non fa nulla senza avvertire i Suoi figli. Quel Piano di DIO, quel mistero che veniva trasmesso dall’uno all’altro, passando da bocca ad orecchio, è

il Segreto di Israele


che anche gli Ebrei hanno dimenticato. Se il mondo se ne ricordasse, non ci sarebbero più guerre, perché è detto che : Tutti possiamo essere salvi, mediante Colui che ci ha salvati da una Morte Eterna.
GESÙ Cristo, Figlio di DIO ci ha salvati tutti,
morendo per noi sulla Sua Croce d’Amore.
E ci ha donato la
Vita Eterna con la Sua Resurrezione.
Basta implorare GESÙ con il Suo vero Nome:

YEShOUA – YHShWH
DIO glorificato – DIO SALVATORE

Popoli ingrati ! Voi sarete giudicati per la vostra mancanza di FEDE ! PER PIETÀ ! Ritornate al vostro Salvatore GESÙ Cristo !
Yeshoua – Gesù – Y H Sh W H
Benedetto Colui che viene nel NOME di Yeshoua  !

Allora, il mio spirito, come una trota, si mise alla ricerca dell’Acqua Viva. La trovò quell’Acqua così necessaria per poter vivere:

La Vita in DIO.


E lo Spirito di DIO venne in mio aiuto.
“Chi cerca trova e chi domanda riceve”.

Parola di DIO.


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Mio DIO, mio Salvatore, mio Re !

Io devo parlare in Tuo Nome, e a nome della Chiesa silenziosa che deve ritrovare la Sua Santa Vitalità, tutta la Santa Grazia di DIO nella  Sua Modestia, nell’assenza di orgoglio che la rende luminosa agli occhi del Mondo, simile alla “Piccola Cosa” che dormiva ai miei piedi, come una cosa senza importanza, impotente a nascondere il suo splendore, che emanava un profumo così piacevole, tanto che la mia piccola camera non bastava a contenerlo. Tutto l’appartamento ne era invaso

Io non ero più in questo Mondo: il mio spirito sembrava navigare sopra un’acqua senza alcuna consistenza. Tutto era Amore e sentimenti inesprimibili: gioia, tenerezza, tutto quel benessere veniva della “Piccola Cosa” senza né forma né aspetto, immobile: la sua vita si irradiava su di noi. Era come se, in quel momento, Lei stessa fosse la nostra vita, con in più una particolarità: la nostra vita era vita nuova, giovane, gaia, felice di esistere, e più leggera dell’aria.

Né il nostro caro Papa Giovanni Paolo II, né io stessa, potevamo parlare, ma solo guardarci. Egli teneva per sé le sue riflessioni, lasciandomi sola, unico giudice di fronte a quel simbolismo. Ed io lo interpretavo riferendomi alla sua frase sublime: “Non abbiate paura !”

Sì, questi momenti di incontro io li conosco bene, avendoli vissuti per avere incontrato il Santo Padre Pio che, per spiegarmi cosa fosse l’Obbedienza a DIO, mi scuoteva come un albero di prugne.

Posso dire che in quei momenti si vivono i sogni come le apparizioni: realmente e al presente. Ed ognuno di questi interventi vengono a portarci una richiesta del Cielo, sempre per il  nostro bene, spesso per l’interesse di una Nazione e, più ancora, per l’interesse del Mondo intero. Che importa il rango o la classe del Messaggero! Ma a chi deve rivolgersi è quasi incredibile, perché si tratta sempre di una “Somma Autorità”.

E se questo arriva agli orecchi dell’interessato, sappia, dunque, che solo DIO può permettersi di fare un intervento così altamente importante. Io ve lo garantisco in NOME del Signore.

Parola del Signore


 

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Questa mattina, sola davanti a questi fogli bianchi, io rivedo il sogno, e tutto torna ad essere in ordine e chiaro nel mio spirito, che sento all’unisono con lo Spirito Santo. Con la Sua Luce Divina, lo Spirito illumina e mi delucida, mi rende comprensibile quella scena misteriosa vissuta la notte scorsa, con il mio buon Papa Giovanni Paolo II.

Sì, tutto si svolgeva alla presenza della Chiesa del Cielo. DIO mi inviava il Suo Papa per confermare che il suo intervento era veramente un appello di DIO, della sua Chiesa del Cielo alla sua Chiesa della Terra.  Il silenzio del nostro buon Papa Giovanni Paolo II ci indicava che anche la Chiesa del Cielo sottometteva, alla nostra Chiesa della Terra, quanto aveva in cuore lasciando, come sempre, la libertà di agire, secondo il proprio gradimento, a Colui  o a Colei (la Chiesa) a cui spetta l’intero carico della sua responsabilità.

Mentre abbiamo, infine, riconosciuto nella “Piccola Cosa” nascosta, silenziosa e degna di rispetto “l’Interessata”di quel sogno profetico, tramite la quale si reciterà l’ultimo atto del Piano di DIO, sebbene Ella non parli affatto nel sogno,  DIO ce La presenta:

ECCO MIA MADRE !


Ella non ha bisogno di farsi comprendere, perché tutta la sua vita non è stata altro che un SÌ a DIO, ed è DIO Stesso che vi parla della Sua Santissima Madre.

Figli Miei, per realizzare il sogno di tutta l’Umanità, oggi IO vengo a presentarvi Colei che Mi ha dato la Vita. Quella Vita che ha fatto del Figlio di DIO, l’uomo divenuto Figlio dell’Uomo, affinché l’uomo potesse diventare Figlio di DIO, mediante la Mia stessa Identità che Io vi dono, con il consenso del Padre Mio, che è vostro Padre.

Figli del Mondo, quando DIO scenderà tra voi, siate nella fiducia totale. Voi sarete tutti fratelli, e figli dello stesso Padre. Continuate ad essere fiduciosi ! DIO può tutto, e farà di voi i Suoi Figli regali, ciascuno dei quali avrà una funzione nel suo Paradiso, che sarà la Terra intera. E tutti sarete, allora, convinti che senza DIO tutto è morte ! Così vedrete la Vita apparire con Colei che è vostra Madre, che viene a darvi la Vita del Cielo, la Vita in abbondanza.

Chiesa di DIO ! Chiesa di GESÙ Cristo !


È il tuo Cristo, è il tuo DIO che ti chiama per dare a Colei che è Vita, il diritto di dare la Vita a tutti quelli che DIO chiama per vivere quella vita in Dio che il Padre ha in Sè.

E tutto si realizzerà mediante l’intervento della “Piccola Cosa”, che è l’insieme di tutte le Grazie di DIO, perché Ella ha contenuto in Sé l’Universo, accettando di essere la Madre di DIO in quel Figlio, al quale il Padre ha donato tutto:GESÙ Cristo, Figlio incontestato della Vergine Pura e senza macchia.

Per grazia di DIO, è Lei la Piccola Cosa confezionata da DIO Stesso, per ricevere l’intera Grazia di DIO:
Suo Figlio Unigenito GESÙ Cristo.


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Se, dunque, da un nulla, DIO ha fatto Sua Madre, chi siete voi per contestare come sarà il passaggio di tutta l’Umanità, alfine di diventare Divina, come il Figlio vi ha promesso?

Accogliete Maria come DIO  l’ha accolta !

Quella matrice è rimasta sempre con la stessa forma che DIO le diede per accogliere DIO nascituro.
Ella è, dunque, Divina, poiché DIO l’ha modellata con le Sue Mani, affinché potesse riceverlo sulla Sua Terra che è Divina. Come poteva la matrice essere ingrata, fino a non accettare la stessa origine di ciò che doveva contenere?  La Concezione di Maria non è diversa da quella di suo Figlio!”
Abbiate fiducia in questa Parola !
Tutto deve compiersi per il Regno di DIO, su questa Terra che avrà la Santa Impronta di DIO !
Amen. Amen. Amen!
La Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo.

*******

Ora, io so che davanti alla Chiesa rappresentata da Papa Giovanni Paolo II,  arrivato a DIO, il Signore ha voluto veramente mostrarmi Maria nella Sua Concezione Immacolata. Era la Piccola Cosa Preziosa che DIO ha fatto per Lui. Egli ne è il Padre Onnipotente.

Credete a questo Messaggio Divino !

Io non posso mentire. Davanti alla Chiesa Trionfante del Cielo, davanti a Giovanni Paolo II, io ho visto
la Concezione Immacolata di Maria,
Madre di DIO e Madre degli Uomini.

JNSR    27 maggio 2010


È il Signore che mi ha chiesto di informarvi.

La donna scelta per essere la madre della Santa Madre



DAGLI  SCRITTI  della Beata  ANNA   CATERINA   EMMERIK



"......
Anna, seduta sotto l'albero, s'immerse in una preghiera pregò Dio, 
che se anche l'avesse condannata alla sterilità, 
almeno le facesse ritrovare Gioacchino. 
Mentre pregava in questo modo, scese dalla sommità dell'albero 
un Angelo di Dio che le apparve improvvisamente 
e le annunciò che l'Onnipotente avrebbe esaudito tutte le sue suppliche 
e le avrebbe dato tutto quanto abbisognava. 

Infine la esortò a recarsi al tempio con due ancelle 
e a portarvi un sacrificio di due colombe. 
Le annunciò che avrebbe incontrato Gioacchino sotto la "porta d'oro", 
poiché anch'egli era stato avvertito che era entrato nella grazia del Signore. 
Poi le disse che presto avrebbe saputo il nome della figlia 
che era prossima per volontà celeste. 
Subito dopo l'Angelo scomparve. 

Anna si sentì riempita di grazia, e colma di gioia, 
ringraziò Dio onnipotente e misericordioso. 
La pia donna rientrò subito nelle sue stanze in uno stato di felicità estatica. 
Vidi che, dopo essersi svestita, 
si avvolse dalla testa ai piedi in un lenzuolo molto ampio. 
Quindi si mise a letto, pregò e si sdraiò sul fianco destro. 
Dormì alcune ore, improvvisamente un Angelo luminoso scese su di lei, 
mentre tutta la stanza fu avvolta da una luce potente. 
Vidi che l'Angelo stese su di lei la mano 
e scrisse sulle grandi pareti luminose il nome "Maria" . 
( che significa “Amata da Dio” )

Poi la santa presenza scomparve nella luce. 
Anna era rimasta come rapita in un sogno estatico. 
Ripresa conoscenza si sedette sul letto e pregò fervidamente; 
poi ricadde in un sonno profondo. 
A mezzanotte, come per una chiamata interiore, Anna si svegliò 
e vide con immensa gioia del cuore, lo scritto alla parete. 
Erano come grandi lettere rosse, dorate e luminose; 
Anna le contemplò fino all'alba, quando disparvero con il fascio luminoso. 
La santa Donna era divenuta bellissima e sembrava ringiovanita, 
la visita dell' Angelo e il nome di sua figlia 
l'avevano rigenerata nelle più intime profondità del cuore.

Vidi che Anna era divenuta un vaso per contenere la volontà di Dio, 

la donna scelta per essere la madre della Santa Madre 
era stata trasformata in un tabernacolo vivente e miracoloso 
per accogliere e custodire degnamente una tale santità."


21 maggio 2010 J.N.S.R.


21 maggio 2010
J.N.S.R.

..... il Padrone del Male, sentendo avvicinarsi la sua fine,  agisce dovunque e contemporaneamente, causando ciò di cui voi non vi rendete conto e che sta per accadere: la fine delle generazioni, la Rivoluzione dei Popoli, in ogni parte e nello stesso tempo. Egli s’infiltra in tutti gli affari del mondo, con una violenza simile a miliardi di virus, a tutti i livelli; e i danni non si contano più.

Tutto quanto rappresentava l'orgoglio di ogni Nazione, svanisce in fumo. Non vi siete accorti che sono già sfumate e avete perso le vostre ricchezze effettive: la Patria, la Famiglia, la Scuola, gli Ospedali, la Terra produttrice del vostro nutrimento. 
Ed ora, anche il Mare, questa Banca gratuita che vi dona un nutrimento inesauribile, svanisce in fumo come tutto il resto, a causa delle vostre continue lotte interne, contro voi stessi.

AVE MARIA!

FARSI SANTI — IL BENE FARLO BENE



19 Aprile 1925

Per ubbidire al medico e per conservarmi un po' in forza per andare a Ro­ma, non ho più mai osato uscire, né andarvi a trovare... Andrò a Roma la prossima settimana... Avremo il Beato Cafasso: fu sempre umile ed il Signore ora vuole innalzarlo.

Voi preparatevi alle grandi feste: a Roma non è necessa­ria la presenza materiale, io vi rappresenterò; preparatevi con una Novena: fa tante grazie a chi l'invoca, specialmente spirituali... È un modello di religiosi, benché non religioso e nel secolo, poiché aveva lo spirito d'un religioso, e, dice Mons. Bertagna, che si vedeva dal modo di fare che doveva aver fatto il voto del più perfetto. Insisteva col dire il bene va fatto bene...

Noi per un po' di tempo facciamo bene, poi lo facciamo mollemente, e senza fare male non lo facciamo proprio bene. Quante volte al Ritiro Mensile, alla Confessione setti­manale vediamo che non facciamo tutto bene... Chi ama davvero il Signore, lascia da parte tante altre cose che impediscono la perfezione.

Il Signore, e lo leggiamo in questi dì, dopo la sua Risurrezione andava di­cendo, quando compariva «Pax vobis»! Deve essere davvero un qualcosa di grande questa «pace» che Gesù andava augurando ai suoi discepoli. Essa pro­viene dal perfetto adempimento del proprio dovere. Se mettiamo una mano sulla coscienza dobbiamo dire: non sono ciò che dovrei essere! Non basta non fare peccati, poiché: «qui spernit modica paulatim decidet». Se non siamo ge­nerosi col Signore, Egli non sarà con noi.

Quanti buoni desideri avevate en­trando in Comunità, nella Religione... poi... Se corrispondessero tutti, ci fos­se un cuor solo, si cercasse da tutti di dare buon esempio...; ma quando si vede che uno è solo così così, non sempre fervoroso, il Signore deve dire: «incipiam evomere ex ore meo». Non facciamo mica una carità al Signore ad essere buo­ni, massime se pensiamo all'avvenire, alle Missioni ed alla necessità di essere Santi!... «non est pax impiis!» (avranno sempre il rimorso). Invece: «pax mul­ta diligentibus legem tuam».

Può dirsi diligente chi la disciplina la osserva più o meno bene? Costui «non diligit» perciò «non est illi pax multa». Questa espressione mi fu sempre cara! Ma ricordate che «abbondante, multa» viene solo dall'amore. Quindi l'osservanza va fatta per amore. So che siete tutti di buona volontà, chi più, chi meno, vi vorrei tutti di molta buona volontà per avere molta pace. Attenzione alle piccole cose! Vi ripeto sempre le stesse rac­comandazioni, ma è necessario... Se non facciamo così: «non est pax multa»: non c'è scusa che valga... Gesù risorse per non mai più morire, ma vedete che strada ha percorso (il Calvario) prima di arrivarvi. Nel tempo Pasquale medi­tate i caratteri della Risurrezione del Signore; a) «jam non moritur», fosse così di tante nostre miserie! b) mors illi non dominabitur», c) il corpo di Gesù pos­siede le qualità d'un risorto: mettiamole in noi...
«Il bene va fatto bene» diceva il Cafasso. Andava dicendo a D. Bosco: andiamo d'accordo in tutto, eccetto in una cosa: il bene va fatto bene. Ed io mi ricordo che, stando per entrare in collegio, il mio santo Zio diceva a mia madre: «studi pure, ma non da D. Bosco». Là c'era un po' di tutto e non c'era troppa disciplina. Adesso è più sistemata la cosa: allora in principio si faceva come si poteva.

Vi ripeterò sempre questo: anche per riconoscenza ai vostri Superiori, che fanno tanto per voi (non sto a dirvi quanto sudano per mantenervi) dovete corrispondere di più. Il Signore ci manda il pane quotidiano, la Casa fa i sacrifizi necessari, perché non siate dei «patiti», il necessario c'è e speriamo che non mancherà, voi dovete corrispondere. «Ad quid terram occupat?». Fa pe­na quando si vede che qualcuno non corrisponde: guai se non si corrisponde ad una vocazione, che viene da Dio». Ciò è quel che già diceva S. Vincenzo de' Paoli: «Costui sarà un infelice sia che rimanga nella Religione, come ne esca».

Non troverà un'altra strada, sparsa di tante grazie quanto quella che il Signore m'ha tracciato. L'esperienza insegna ciò che riuscirono gli usciti dagli Istituti Religiosi, peggio se mandati via... Sul serio adunque: chi avesse scartato un pochino si metta sulla buona strada e ripeta il «nunc coepi», costi ciò che vuo­le.

Nella vita del nostro Beato non si trova alcun neo da obbiettare: è un uo­mo perfetto. Se volete onorare il B. Cafasso lo dovete onorare così: è un Sa­cerdote, che può essere benissimo un modello dei Religiosi. Fate a Lui una Novena, cercando di essere perfetti in tutto: nessun borbottamento; anche quando Monsignore è un po' esigente (io son troppo buono: un po' di timore fa anche del bene...); il Signore ha da continuare a benedirci...

Coraggio. Co­me S. Giovanni ripeteva sempre: Amatevi: io vi ripeto sempre: Osservate la di­sciplina intieramente: nell'assistente riconoscete la voce di Dio, sia o non sia un santo, anzi si acquistano molti più meriti, quando non lo fosse. Ubbiditelo come ubbidireste un vecchio venerando. Se qualcuno venisse a dirmi che mi ascolta solo perché sono vecchio, gli direi: che anche quand'era giovine, era ubbidito...

Viviamo una volta sola e bisogna vivere bene. Per andare in Africa biso­gna essere santi, altrimenti: «quid proficit» tanto tempo di preparazione? Se non siete santi adesso non lo sarete mai neppure allora... Non vogliamo le gra­zie del Signore adesso, non ce le darà neppure allora... e dire, che se occorre, farà anche dei miracoli. Credetemi non è mica solo un sogno quello che rac­conta P. Ferrero (Vedi «la Consolata» 1925).
Tutti santi... Adesso che siete in Comunità avete tanti mezzi ed ajuti... Laggiù sarete in libertà e verrete poi a lasciare anche il Breviario, portando la scusa del lavoro. I Santi non facevano così: Abbiamo bisogno di pregare e pregare molto, anche ed appunto perché siamo Missionari.
Fra non molto avrò da comparire al tribunale di Dio e rendere conto; ma potrò dire che ho fatto il mio dovere. Vorrei poter continuare a fare ciò che fa­ceva una volta: venirvi a trovare ogni settimana; ma è volontà di Dio anche quella... spero che qualcuno si ricorderà ancora di qualcosa. Adesso c'è chi fa al mio posto. Allegri, di buon umore, ed io vi ricorderò a Roma e vi porterò il Decreto di Beatificazione. Il Papa mi aspetta...


AMDG et BVM