mercoledì 27 gennaio 2021

LA PERFETTA VERGINE MARIA NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE

 

La Madonna del Giorno (10-12 Dicembre) – PRIMA PARTE: Storia della Beata Vergine Maria di Guadalupe, Messico

PRIMA PARTE: Storia della Beata Vergine Maria di Guadalupe, Messico

IL RACCONTO PIU’ ANTICO

Il racconto più antico delle apparizioni della Santissima Vergine all’indio Juan Diego sul picco di Tepeyac, viene chiamato “Nican Mopohua”, composto in lingua Náhuatl, nella metà del secolo XVI. L’autore, contemporaneo ai fatti, riproduce i giri di parole e le maniere colloquiali tipiche, ripetitive e ingenue che la Madonna adopera con Juan. È una conversazione piena d’amore e di fiducia di un uomo semplice con sua Madre.

SFONDO STORICO

La storia inizia nel dicembre del 1531. Allora, racconta il Nican Mopohua, dieci anni dopo la conquista della città del Messico, terminata la guerra e con la pace nel paese, cominciò a germogliare la fede e la conoscenza del vero Dio che dà la vita. L’evangelizzazione avanzava a grandi passi. Sembravano lontani quei riti brutali a cui dovevano sottostare i nativi per accontentare i loro idoli assetati di sangue.

La liberazione dal male e dall’errore grazie ai Sacramenti e alla dottrina cristiana piovve come un balsamo sul cuore del popolo e la grazia operò il meraviglioso miracolo della conversione. A soli dieci anni dall’arrivo della fede nell’antico regno azteco, il Signore volle mostrare che metteva l’evangelizzazione del nuovo continente sotto il manto della sua Santissima Madre, Mediatrice di tutte le grazie.

 LA MADONNA e JUAN DIEGO

Successe, si legge nel Nican Mopohua, che un indio, di nome Juan, un povero uomo del popolo, e nativo di Cuauhtidlan, un sabato si mise in cammino di buon’ora verso Città del Messico per andare a imparare la dottrina cristiana. Nell’attraversare il piccolo valico di Tepeyac, sul picco sentì un canto meraviglioso di moltissimi uccelli. Pieno di meraviglia, a quell’uomo sembrò di essere in Paradiso. E quando di colpo il canto cessò, e ci fu silenzio, si sentì chiamare da dietro il masso: “Juanito, Juanito Diego”.

Pieno di gioia si diresse dove proveniva la voce e vide una bella Signora in piedi che gli diceva di avvicinarsi. Arrivatole davanti si accorse della sua soprannaturale statura: i suoi vestiti splendevano come il sole; e dalla roccia su cui Lei stava provenivano raggi luminosi.

Juan Diego si prostrò e la sentì parlare, gradevolmente, gentilmente come di persona che gli voleva bene e lo stimava molto. Ella gli disse:

“Juanito, mio piccolo figlio, dove vai?”

Le rispose:

“Signora mia, sto andando in città a casa tua, per imparare le cose di Dio che ci insegnano i nostri sacerdoti, rappresentanti del Signore”.

“Io sono la Vergine Maria, Madre del Dio Vero che dà la vita”

E la Santissima Vergine fece sapere a Juan qual era la sua volontà:

“Sappi e tieni presente che tu sei il più piccolo dei miei figli e Io sono la Vergine Maria, Madre del Dio Vero che dà la vita; del Creatore degli uomini ai quali sta sempre vicino, del Padrone del Cielo e Signore del mondo. Desidero vivamente che in questo luogo mi venga costruita una Chiesa, dove far vedere e dare tutto il mio amore, la mia pietà, il mio aiuto e la mia protezione; perché io sono davvero la vostra Madre piena di compassione, tua e di tutti voi che vivete uniti in questa terra, e di tutti gli altri uomini che mi amano, m’invocano, mi cercano e confidano in me; qui raccoglierò le loro lacrime, consolerò la loro tristezza, avrò cura e porrò rimedio alle loro pene, miserie e ai loro dolori”.

Dopo di che, Nostra Signora gli ordinò di presentarsi al Vescovo Fra’ Juan de Zumárraga, per comunicargli il suo desiderio e concluse:

“E sta sicuro che apprezzerò e ripagherò ciò che farai, perché ti renderò felice e meriti che io ricompensi il lavoro e la fatica che dovrai affrontare per far realizzare quello che ti ho chiesto. Hai udito bene il mio comando, figlio mio; va’ e mettici tutto il tuo impegno”.

Ma il buon indio non fu creduto quando rivelò al Prelato ciò che la Vergine gli aveva chiesto. E molto triste tornò alla valle di Tepeyac per riferire l’insuccesso della sua ambasciata e chiedere alla Vergine Santissima di inviare al posto suo qualcun altro che fosse all’altezza del compito: una persona importante e rispettata alla quale sicuramente avrebbero dato credito. Invece si sentì rispondere:

“Ascolta, figlio mio, tieni presente che sono molti i miei servitori e messaggeri ai quali avrei potuto affidare questo messaggio e che avrebbero obbedito, ma è stato deciso che proprio tu debba portare avanti questo compito e darti da fare per realizzare la mia volontà”.

Confortato e incoraggiato, Juan Diego offrì nuovamente la sua disponibilità a presentarsi al Vescovo e così fece il giorno dopo. Dopo essere stato interrogato, anche questa volta non fu creduto. Frate Juan gli chiese un segno sicuro per credere ch’era stato incaricato dalla Regina del Cielo. Juan Diego tornò di nuovo alla Vergine a Tepeyac per riferirLe com’era andato l’incontro con il Vescovo e la Signora gli promise che il giorno seguente gli avrebbe dato un segno inconfutabile.

Ma il giorno dopo, Juan Diego non si presentò dal Vescovo, perché tornando a casa quella sera trovò suo zio Bernardino morente. Cercò un medico, ma non c’era più niente da fare. Trascorse la giornata e alla sera suo zio chiese un sacerdote per confessarsi e morire in grazia. All’alba del martedì, Juan Diego si mise in cammino, e vicino al valico di Tepeyac, decise di girare al largo per non incontrare la Signora. Nella sua ingenuità pensava che se si fosse attardato con Lei non avrebbe fatto in tempo a cercare un sacerdote per suo zio.

Ma la Vergine, andandogli incontro, incominciò con lui un dialogo affascinante, trasmessoci con tutta la sua freschezza dal Nican Mopohua, dicendogli:

“Che ti succede, figlio mio? Dove stai andando?

Juan Diego, confuso e pieno di timore, rispose al saluto, chiedendoLe:

«Mia amabilissima Signora, spero che ti vada tutto bene. Come ti sei svegliata? Hai riposato bene?”

E in tutta umiltà spiegò che aveva trascurato di eseguire l’incarico ricevuto. Dopo aver sentito il discorso di Juan Diego, la pietosissima Vergine rispose:

“Non sono qui Io, tua Madre?”

“Ascolta e ricordati, figlio mio, che quello che ti spaventa e ti affligge non conta; non si turbi il tuo cuore; non aver paura di questa malattia e di qualsiasi altra malattia o angustia. Non sono qui Io, tua Madre? Non sei forse sotto la mia ombra e protezione? Non sono io la tua salute? Non stai sul mio cuore e fra le mie braccia? Di che cos’altro hai bisogno?”

Conosciamo lo svolgimento della storia: il miracolo delle rose fiorite in cima al valico che poste dalla Vergine nella cappa di Juan Diego furono portate a Fra’ Juan de Zumárraga, come prova delle apparizioni; e come, Juan Diego aprendo la sua rozza cappa, vi vide comparire la meravigliosa immagine, non dipinta da mano d’uomo, che ancora oggi si conserva e si venera.

Anche allo zio di Juan, che guarì miracolosamente, apparve la Vergine Santissima che gli chiese di andare anche lui a incontrare il Vescovo per rivelare quello che aveva visto e il modo miracoloso con cui era stato guarito; e che la sua benedetta immagine doveva essere chiamata la sempre Vergine Maria di Guadalupe.

Juan Diego visse fino a settanta quattro anni, dopo aver abitato quasi per tre lustri vicino alla prima cappella costruita per dare culto a Santa Maria di Guadalupe. Morì nel 1548, come il Vescovo Fra’ Juan de Zumárraga. Il 31 luglio del 2002 fu canonizzato.

In poco tempo la devozione alla Vergine di Guadalupe si estese prodigiosamente. Questa devozione così radicata nel popolo messicano costituisce un fenomeno senza paragoni; la sua immagine la si vede in tutti i luoghi e milioni sono i pellegrini che con grande fede depongono le loro intenzioni ai piedi dell’immagine miracolosa nella Villa di Città del Messico. In tutta l’America e in molti altri paesi del mondo si invoca con fervore Colei che per singolare privilegio, in nessun altro caso certificato, lasciò il suo ritratto come pegno del suo amore.

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VIDEO DOCUMENTARIO: STORIA DI GUADALUPE

FONTI:

https://opusdei.org/it-it/article/la-vergine-di-guadalupe/.

http://www.latheotokos.it/programmi/guadalupe/nican_mopohua.htm

https://biscobreak.altervista.org/2013/12/beata-vergine-maria-di-guadalupe/.



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La Madonna del Giorno (10-12 Dicembre) – SECONDA PARTE: Misteri e Prodigi della Beata Vergine Maria di Guadalupe, Messico

IL MISTERO DELLA FIBRA e DEL COLORE DELLA TILMA

1. L’INCORRUTTIBILITÀ DELLA TELA

Fibra di Maguey con cui è fatto la Tilma della Madonna di Guadalupe

La fibra di maguey che costituisce la tela dell’immagine, non può durare più di 20 o 30 anni.  Vari secoli fa si dipinse una replica dell’immagine su una tela di fibra di maguey simile, e la stessa si disintegrò dopo alcuni decenni. Mentre, a quasi 500 anni dal miracolo, l’immagine di Maria continua a essere perfetta come il primo giorno. La scienza non si spiega l’origine dell’incorruttibilità della tela.

2. IL MATERIALE DELLA FIBRA E DEI COLORI

Nel 1936, uno studio realizzato su due fibre della tilma, una rossa ed una gialla, giunse a conclusioni stupefacenti.

Le fibre non contengono nessun colorante noto. L’oftalmologia e l’ottica confermano la natura inspiegabile dell’immagine: essa assomiglia ad una diapositiva proiettata sul tessuto. Un esame approfondito mostra che non vi è nessuna traccia di disegno o di schizzo sotto il colore, anche se ritocchi perfettamente riconoscibili sono stati realizzati sull’originale, ritocchi che, del resto, si degradano con l’andar del tempo; inoltre, il supporto non ha ricevuto nessun appretto, il che sembrerebbe inspiegabile se si trattasse veramente di una pittura, poiché, anche su una tela più fine, si mette sempre un rivestimento, non fosse che per evitare che la tela assorba la pittura e che i fili affiorino alla superficie. Non si distingue nessuna pennellata. A seguito di un esame a raggi infrarossi, effettuato il 7 maggio 1979, un professore della NASA scrive:

«Non c’è nessun modo di spiegare la qualità dei pigmenti utilizzati per la veste rosa, il velo azzurro, il volto e le mani, né la persistenza dei colori, né la freschezza dei pigmenti in capo a parecchi secoli durante i quali avrebbero dovuto normalmente degradarsi… L’esame dell’Immagine è stata l’esperienza più sconvolgente della mia vita».

3. I COLORI DEL TILMA FLUTTUANO

Si è fatto passare un raggio laser lateralmente sopra la tela, e si è evidenziato che la colorazione non è né al dritto né al rovescio, ma che i colori fluttuano a una distanza di tre decimi di millimetro sopra il tessuto, senza toccarloI colori fluttuano nell’aria, sopra la superficie del Mantello.

4. LA TILMA SI RIPARA DA SOLO

Nel 1791, alcuni operai, incaricati di pulire con una soluzione di acido nitrico la cornice d’oro che dal 1777 racchiudeva l’immagine, lasciarono cadere sulla tela parte della soluzione detergente (acido nitrico). Stando alle leggi della chimica, l’acido nitrico, oltre a reagire con le proteine presenti nei tessuti d’origine vegetale dando loro un caratteristico colore giallo [reazione xantoproteica], interagendo con la cellulosa che costituisce la struttura portante delle fibre vegetali, avrebbe dovuto disgregare e distruggere la tilma. Invece il tessuto è rimasto inspiegabilmente integro, e le due macchie giallastre della reazione xantoproteica, che non hanno, comunque, toccato la figura della Vergine, sbiadiscono con il passare del tempo. In un lasso di 30 giorni, senza nessun trattamento, si ricostituì miracolosamente il tessuto danneggiato.

5. NON ACCUMULA POLVERE e RESPINGE GLI INSETTI

A questo si aggiunga un altro fatto, ancora oggi inspiegabile, ma notato per la prima volta già nella seconda metà del secolo XVIII e via via costantemente confermato fino ai nostri giorni: l’ayate respinge gli insetti e la polvere, che invece si accumulano sul vetro e sulla cornice.

6. LA TEMPERATURA DELLA FIBRA

Nel 1979, quando il dottor Callahan stava analizzando il tilma usando la tecnologia a infrarossi, apparentemente scoprì anche che il tilma mantiene una temperatura costante di 98,6 gradi Fahrenheit (36,6-37 gradi Celsius). Quindi la temperatura della fibra di maguey (ricavata da una pianta) con cui è costruito il mantello mantiene una temperatura costante di 36.6 gradi °Cla stessa di una persona viva.

IL MISTERO DELLE COSTELLAZIONI DELLE STELLE

1. SONO VERI COSTELLAZIONI DELLE STELLE

Certi astronomi hanno constatato che tutte le costellazioni presenti nel cielo nel momento in cui Juan Diego apre la tilma davanti al vescovo Zumárraga, il 12 dicembre 1531, si trovano al loro posto sul mantello di Maria.

2. SCOPERTA UNA CARTA TOPOGRAFICA DEL MESSICO

Si è anche scoperto che, applicando una carta topografica del Messico centrale sulla veste della Vergine, le montagne, i fiumi ed i laghi principali coincidono con l’ornamentazione della veste medesima.

3. UNA MUSICA SCOPERTA NELLE STELLE DEL MANTELLO

Questa musica è stata scoperta nelle stelle del mantello al centro dei fiori del vestito della Vergine di Guadalupe. Tracciando linee verticali in ogni punto, e mettendo sopra una tastiera ad ogni linea arriva una nota musicale.

Secondo gli esperti, tracciando una linea orizzontale dall’alto al basso all’alto, si tocca la nota che appartiene a ogni punto che sta sulla linea (come nel cilindro di una cassa musicale), il risultato sono note accordi completamente armoniosi. Da questo nasce una melodia che pensano sia quello che San Juan Diego ha sentito quando ha visto la Nostra Madre il 9 dicembre del 1531.

Gli scienziati hanno registrato le vibrazioni dell’abito della Madonna di Guadalupe. Questa che sentite nel video sotto è la musica.

 

MISTERO DEGLI OCCHI VIVI DELLA MADONNA

Esami oftalmologici giungono alla conclusione che l’occhio di Maria è un occhio umano che sembra vivo, ivi inclusa la retina in cui si riflette l’immagine di un uomo con le mani aperte: Juan Diego.

un uomo con le mani aperte: Juan Diego.

L’immagine nell’occhio ubbidisce alle leggi note dell’ottica, in particolare a quella che afferma che un oggetto in piena luce può riflettersi tre volte nell’occhio (legge di Purkinje-Samson). I risultati più incredibili sono venuti dall’esame degli occhi della Vergine di Guadalupe. Secondo la legge ottica di Purkinje-Sanson, due ricercatori che la scoprirono nel secolo XIX, nell’occhio umano si formano tre immagini riflesse degli oggetti osservati: a) una sulla superficie esterna della cornea; b) la seconda sulla superficie esterna del cristallino; c) la terza, rovesciata, sulla superficie interna del cristallino stesso. Che tali immagini riflesse, oltre che negli occhi di una persona vivente, possono essere viste anche negli occhi di un volto umano dipinto su una tela è impossibile. Eppure, nel 1929, il fotografo Alfonso Marcué González, esaminando alcuni negativi dell’immagine della Madonna di Guadalupe, scorge nell’occhio destro qualcosa di simile al riflesso di un mezzo busto umano. La scoperta, viene confermata il 29 maggio 1951 dal fotografo ufficiale del santuario, José Carlos Salinas Chávez, che attesta con un documento scritto di aver notato riflessa nella pupilla del lato destro della Vergine di Guadalupe la testa di Juan Diego, e accerta subito la presenza anche sul lato sinistro”.

Negli anni successivi, Illustri oftalmologi, con osservazioni dirette compiute sulla tilma priva del vetro protettivo, individuano, nel solo occhio destro, la seconda e la terza immagine di Purkinje-Sanson. Nel 1979 l’ingegnere peruviano José Aste Tonsmann, esperto di elaborazione elettronica delle immagini, può analizzare i riflessi visibili negli occhi della Morenita, con il metodo dell’elaborazione elettronica, usato per la decifrazione delle immagini inviate sulla terra dai satelliti artificiali e dalle sonde spaziali. Con questo metodo, basato sulla scomposizione di una figura in punti luminosi e sulla traduzione della luminosità di ciascun punto nel codice binario del calcolatore elettronico, José Aste Tonsmann riesce a ingrandire le iridi degli occhi fino a 2500 volte le loro dimensioni originarie, e a rendere, mediante opportuni procedimenti matematici e ottici, il più possibile nitide le immagini in esse contenute. Il risultato ha, ancora una volta, dell’incredibile: negli occhi della Vergine, è riflessa l’intera scena di Juan Diego che apre la sua tilma davanti al vescovo Juan de Zumárraga e agli altri testimoni del miracolo. In questa scena è possibile individuare, da sinistra verso destra guardando l’occhio: un indio seduto, che guarda in alto; il profilo di un uomo anziano, con la barba bianca e la testa segnata da un’avanzata calvizie e da qualcosa di simile alla chierica dei frati; un uomo più giovane; un indio dai lineamenti marcati, con barba e baffi, certamente Juan Diego, che apre il proprio mantello, ancora privo dell’immagine, davanti al vescovo; una donna dal volto scuro; un uomo dai tratti spagnoli che si accarezza la barba con la mano. Tutti questi personaggi guardano verso la tilma, meno il primo, l’indio seduto, che sembra guardare piuttosto il viso di Juan Diego. Insomma, negli occhi dell’immagine di Guadalupe vi è come una istantanea di quanto accaduto nel vescovado di Città di Messico al momento in cui l’immagine stessa si formò sulla tilma. Al centro delle pupille, infine, si nota, in scala molto più ridotta, un’altra scena, del tutto indipendente dalla prima, in cui compare un vero e proprio gruppo familiare indigeno composto da una donna, da un uomo, da alcuni bambini, e – nel solo occhio destro – da altre persone in piedi dietro la donna.

La scoperta e la conferma scientifica della presenza di queste immagini negli occhi appaiono come la conferma definitiva dell’origine prodigiosa dell’icona guadalupana: è materialmente impossibile dipingere tutte queste figure in cerchietti di circa 8 millimetri di diametro, quali sono le iridi della Morenita, e per di più nell’assoluto rispetto di leggi ottiche scoperte solo un secolo dopo! Inoltre, la scena del vescovado come appare negli occhi, non è quella che poteva essere vista dalla superficie della tilma, dato che vi compare Juan Diego con la tilma dispiegata davanti al vescovo. A questo proposito José Aste Tonsmann avanza l’ipotesi che la Vergine fosse presente, sebbene invisibile, al fatto, e abbia proiettata sulla tilma la propria immagine, avente negli occhi il riflesso di ciò che stava vedendo.

La rete venosa normale microscopica sulle palpebre e la cornea degli occhi della Vergine è perfettamente riconoscibile. Nessun pittore umano avrebbe potuto riprodurre simili particolari.

Altri studi oftalmologici realizzati sugli Occhi di Maria hanno scoperto che avvicinando loro la luce, la retina si contrae e ritirando la luce, torna a dilatarsi, esattamente come accade a un occhio vivo.


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La Madonna del Giorno (10-12 Dicembre) – TERZA PARTE: Misteri e Prodigi della Beata Vergine Maria di Guadalupe, Messico

IL MISTERO DI UNA DONNA INCINTA DI TRE MESI

Misure ginecologiche hanno stabilito che la Vergine dell’Immagine ha le dimensioni fisiche di una donna incinta di tre mesi. Sotto la cintura che trattiene la veste, al posto stesso dell’embrione, spicca un fiore con quattro petali: il Fiore solare, il più familiare dei geroglifici degli Aztechi che simboleggia per loro la divinità, il centro del mondo, del cielo, del tempo e dello spazio. Dal collo della Vergine pende una spilla il cui centro è adorno di una piccola croce, che ricorda la morte di Cristo sulla Croce per la salvezza di tutti gli uomini. Vari altri particolari dell’Immagine di Maria fanno di essa uno straordinario documento per la nostra epoca, che li può constatare grazie alle tecniche moderne.

IL PRODIGIO DI LUCE DELLA MADONNA DI GUADALUPE INCINTA

(Notizia del 17 giugno 2007)

Dopo la messa dedicata ai bambini mai nati i presenti alla basilica della Madonna di Guadalupe hanno assistito ad un prodigio: l’immagine della Madonna ha iniziato ad affievolirsi per lasciare il posto a una luce intensa che emanava dal suo grembo un fascio di luce divina a forma di embrione. Si è presentato ai loro occhi “il Cristo non nato”, “Cristo prima di nascere”.

L’ingegnere Luis Girault ha studiato le immagini per constatare la loro veridicità, comprovando che il negativo non è stato modificato né alterato con immagini sovrapposte ed è stato verificato che la luce non proviene da alcun riflesso, ma proprio dall’immagine della santissima Madonna di Guadalupe.

Si tratta di una luce bianca purissima e intensa che non si trova nelle normali fotografie. La luce ha un alone attorno e si trova all’altezza del grembo della madonna di Guadalupe.  Sono apprezzabili delle ombre con le caratteristiche fisiche di un bebe’ allo stato embrionale nel grembo materno.

UNA BOMBA CONTRO LA MADONNA

C’è una storia bellissima e poco nota sulla Basilica di Guadalupe e di come l’immagine della Vergine Maria venne salvata da un Crocifisso.

Il 14 Novembre del 1921, “un uomo sconosciuto, con il pretesto di depositare un mazzo di fiori si avvicinò all’altare e pose la sua offerta davanti alla venerata immagine della Madonna”.

“Verso le 10:30 del mattino esplose una bomba dinamitarda nascosta tra i fiori. L’esplosione danneggiò i gradini dell’altare, fatti di marmo, i candelabri di ottone e il Crocifisso che fu contorto dall’energia sprigionata dalla bomba.

Foto dopo la bomba esplose

La storia ricorda che il vetro del dipinto che proteggeva l’immagine della Vergine di Guadalupe non si ruppe nemmeno dopo l’esplosione.

Da allora, i fedeli del Messico hanno iniziato a venerare questa immagine di Nostro Signore Crocifisso in modo speciale perché considerano che Gesù abbia difeso sua Madre. Da allora il Crocifisso è stato rinominato “il Santo Cristo dell’Attentato”.

il Crocifisso che fu contorto dall’energia sprigionata dalla bomba

UN MESSAGGIO DI EVANGELIZZAZIONE

L’immagine di Nostra Signora di Guadalupe porta un messaggio di evangelizzazione: la Basilica di Città del Messico è un centro «dal quale scorre un fiume di luce del Vangelo di Cristo, che si diffonde su tutta la terra attraverso l’Immagine misericordiosa di Maria» (Giovanni Paolo II, 12 dicembre 1981). 

Papa Giovanni Paolo II ha riconosciuto Nostra Signora di Guadalupe come la “prima evangelizzatrice dell’America Latina” (Cfr. 6-V-1990, No. 4). Le ragioni probabilmente risalgono all’immagine della Vergine con volto da indigena si plasmò per sempre non soltanto sulla tela di agave dell’indigeno, ma anche sull’anima del popolo messicano e dell’intera America Latina.

Narrano i cronisti che gli Aztechi avevano mostrato resistenza nei confronti della proposta missionaria degli evangelizzatori fino all’apparizione della “perfetta sempre Vergine Santa Maria”, come ella stessa aveva detto di chiamarsi. Il suo volto, quello di una giovane indigena, i suoi vestiti che riprendono i colori delle divinità dominanti, la sua abbagliante radiosità, la cintura nera che porta alla vita e che costituisce un segnale che è portatrice di un figlio, vale a dire di vita, quindi anche di speranza agli occhi di quegli indigeni, che vedevano come il loro impero azteco fosse in procinto di soccombere di fronte all’avanzata dei conquistatori, avrebbero fatto in modo che la resistenza nei confronti della proposta cristiana si trasformasse in un atteggiamento di accettazione, poiché avevano sentito che la “Signora del Cielo” stava dalla loro parte.

LA MADONNA DELLA VITA

Inoltre, con il suo intervento in favore del popolo azteco, la Vergine ha contribuito alla salvezza di innumerevoli vite umane dai sacrifici umani, e la sua gravidanza può esser interpretata come un appello speciale in favore dei nascituri e della difesa della vita umana; tale appello è di grande attualità ai giorni nostri, in cui si moltiplicano e si aggravano le minacce contro la vita delle persone e dei popoli, soprattutto quando si tratta di una vita debole ed inerme. Il Concilio Vaticano II ha deplorato con forza i crimini contro la vita umana:

“Tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario, TUTTO CIÒ CHE VIOLA L’INTEGRITÀ’ DELLA PERSONA UMANA… (…); tutte queste cose, e altre simili, sono certamente VERGOGNOSE. Mentre GUASTANO LA CIVILTÀ UMANA, disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli che le subiscono e ledono grandemente l’onore del Creatore” (“Gaudium et Spes”, n.27).

Di fronte a tali flagelli, che si sviluppano grazie ai progressi scientifici e tecnici, e che beneficiano di un ampio consenso sociale e di riconoscimenti legali, invochiamo Maria con fiducia. Essa è un «modello incomparabile di accoglienza della vita e di sollecitudine per la vita… Mostrandoci suo Figlio, ci assicura che in Lui le forze della morte sono già state vinte» (Giovanni Paolo II, Evangelium vitæ, 25 marzo 1995, nn. 102, 105). «In gigantesco duello si sono battute la morte e la vita. Il Signore della vita, già morto, ora vive e regna» (Sequenza di Pasqua).

Domandiamo a San Juan Diego, canonizzato da Papa Giovanni Paolo II il 31 luglio 2002, di ispirarci una vera devozione per la nostra Madre Celeste, poiché «la compassione di Maria si estende a tutti coloro che la chiedono, non fosse che con un semplice saluto: “Ave, Maria…”» (Sant’Alfonso de Liguori). Lei, che è Madre di Misericordia, ci otterrà la Misericordia di Dio, specialmente se saremo caduti in peccati gravi.

“Guadalupe” significa nell’idioma indigeno: “schiaccia la testa al serpente”. È appunto il vangelo nella Genesi 3:15Maria, vincitrice del maligno.

L’immagine è una pittura identica al dettaglio dell’Apocalisse 12: “apparve nel cielo un grande segnale, una donna avvolta nel sole, con la luna sotto i suoi piedi.”

PREGHIERA ALLA MADONNA DI GUADALUPE


Salve Regina
Vergine Immacolata
 di Guadalupe,

Madre di Gesù e Madre nostra,
vincitrice del peccato e nemica del Demonio,
Tu ti manifestasti sul colle Tepeyac in Messico
all’umile e generoso contadino Juan Diego.
Sul suo mantello imprimesti la Tua dolce Immagine
come segno della Tua presenza in mezzo al popolo
e come garanzia che avresti ascoltato le sue preghiere
e addolcito le sue sofferenze.
Maria, Madre amabilissima,
noi oggi ci offriamo a te
e consacriamo per sempre al tuo Cuore Immacolato
tutto quanto ci resta di questa vita,
il nostro corpo con le sue miserie,
la nostra anima con le sue debolezze,
il nostro cuore con i suoi affanni e desidèri,
le preghiere, le sofferenze, l’agonia.
O Madre dolcissima, ricordati sempre dei tuoi figli.
Se noi, vinti dallo sconforto e dalla tristezza,
dal turbamento e dall’angoscia,
dovessimo qualche volta dimenticarci di te,
allora, Madre pietosa, per l’amore che porti a Gesù,

Madonna di Guadalupe, prega per noi

VIDEO DOCUMENTARIO:



Fonti:

https://biscobreak.altervista.org/2013/12/beata-vergine-maria-di-guadalupe/.

http://www.latheotokos.it/programmi/guadalupe/latilma.htm

https://it.churchpop.com/la-storia-di-come-il-santo-cristo-dellattentato-protesse-la-vergine-di-guadalupe/.

http://www.clerus.org/clerus/dati/2003-06/06-13/05MdDIT.html

https://tanogabo.com/il-mantello-della-vergine-di-guadalupe/.

https://biscobreak.altervista.org/2012/12/prodigio-della-madonna-di-guadalupe/.

http://www.escatologia.biz/prodigio_maddonna_di_guadalupe.htm

https://www.preghiereperlafamiglia.it/madonna-di-guadalupe.htm

Gli Immagini sono tratte da ricerche sul web

https://gloria.tv/article/HdTpafMk2VRc3S83Z7yeJJ4Y7

http://www.iltimone.org/news-timone/il-miracolo-della-tilma-tre-fatti-scientificamente/

https://marycles.wordpress.com/2010/11/29/el-manto-de-la-virgen-de-guadalupe/.


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