mercoledì 27 gennaio 2021

CRISPO romano di Lucania

    


............Il pasto è presto finito.

 8 Gesù, rimanendo seduto, principia a parlare come se facesse una semplice lezione ai suoi apostoli. Rimane vicino anche il contadino.

   ///«Molti sono quelli che cercano la Verità per tutta la vita senza giungere a trovarla. Sembrano folli che vogliano vedere pur tenendo una cavezza di bronzo sui loro occhi e annaspano cercando convulsamente, tanto che sempre più si allontanano dalla Verità, oppure la nascondono rovesciando su essa cose che la loro ricerca folle smuove e fa precipitare. Non può che accadere loro così, perché cercano là dove la Verità non può essere.
   Per trovare la Verità bisogna unire l'intelletto con l'amore e guardare le cose non solo con occhi sapienti, ma con occhi buoni. Perché vale più la bontà della sapienza. Colui che ama giunge sempre ad avere una traccia verso la Verità.
   Amare non vuole dire godere di una carne e per la carne. Quello non è amore. È sensualità. Amore è l'affetto da animo ad animo, da parte superiore a parte superiore, per cui nella compagna non si vede la schiava ma la generatrice dei figli, solo quello, ossia la metà che forma con l'uomo un tutto che è capace di creare una vita, più vite; ossia la compagna che è madre e sorella e figlia dell'uomo, che è debole più di un neonato o più forte di un leone a seconda dei casi, e che come madre, sorella, figlia, va amata con rispetto confidente e protettore. Ciò che non è quanto Io dico, non è amore. È vizio. Non conduce all'alto ma al basso. Non alla Luce ma alle Tenebre. Non alle stelle ma al fango. Amare la donna per sapere amare il prossimo. Amare il prossimo per sapere amare Dio.

 9 Ecco trovata la via della Verità. La Verità è qui, uomini che la cercate. La Verità è Dio. La chiave per comprendere lo scibile è qui. La dottrina che è senza difetto non è che quella di Dio. Come può l'uomo dare risposta ai suoi "perché", se non ha Dio che gli risponde? Chi può svelare i misteri del creato, anche solo e semplicemente quelli, se non il Fattore supremo che ha fatto questo creato? Come comprendere il prodigio vivente che è l'uomo, essere in cui si fonde la perfezione animale con quella perfezione immortale che è l'anima, per cui dèi siamo se abbiamo in noi viva l'anima, ossia libera da quelle colpe che avvilirebbero il bruto e che pure l'uomo compie, e si vanta di compierle?
   Io vi dico le parole di Giobbe, o cercatori della Verità: "Interroga i giumenti e ti istruiranno, gli uccelli e te lo indicheranno. Parla alla terra e ti risponderà, ai pesci e te lo faranno sapere".
   Sì, la terra, questa terra verdeggiante e fiorita, queste frutta che si gonfiano sulle piante, questi uccelli che prolificano, queste correnti di venti che distribuiscono le nubi, questo sole che non erra il suo sorgere da secoli e millenni, tutto parla di Dio, tutto spiega Dio, tutto svela e disvela Iddio. Se la scienza non si appoggia su Dio diviene errore che non eleva ma avvilisce.   Il sapere non è corruzione se è religione. Chi sa in Dio non cade perché sente la sua dignità, perché crede nel suo futuro eterno. Ma bisogna cercare il Dio reale. Non le fantasime che dèi non sono ma solo deliri di uomini ancora avvolti nelle fasce della ignoranza spirituale, per cui non c'è ombra di sapienza nelle loro religioni e ombra di verità nelle loro fedi.

 10Ogni età è buona per divenire sapienti. Anzi, ancora in Giobbe questo è detto: "Sul far della sera ti sorgerà una specie di luce meridiana, e quando ti crederai finito sorgerai come la stella del mattino. Sarai pieno di fiducia per la speranza che ti attende".
   Basta la buona volontà di trovare la Verità, e prima o poi essa si lascerà trovare. Ma una volta che trovata sia, guai a chi non la segue, imitando i cocciuti di Israele che, avendo già in mano il filo conduttore per trovare Dio — tutte le cose che di Me sono dette nel Libro — non vogliono arrendersi alla Verità e la odiano, accumulando sul loro intelletto e sul loro cuore le macie dell'odio e delle formule, e non sanno che per troppo peso la terra si aprirà sotto il loro passo che crede essere di trionfatore e non è che passo di schiavo dei formalismi, dell'astio, degli egoismi, ed essi saranno ingoiati, precipitando là dove vanno i colpevoli coscienti di un paganesimo più colpevole ancora di quello che dei popoli si sono dati, da se stessi, per avere una religione su cui regolare se stessi.
   No, che Io, così come non respingo chi si pente fra i figli di Israele, così non respingo neppure questi idolatri che credono in ciò che fu loro dato da credere, e che dentro, nell'interno, gemono: "Dateci la Verità!".


 11Ho detto. Ora riposiamo in questo verde, se l'uomo lo concede. A sera andremo a Cana»///.

   «Signore, io [Crispo di Lucania] ti lascio. Ma poiché non voglio profanare la scienza che Tu mi hai dato, partirò questa sera da Tiberiade. Lascio questa terra. Mi ritiro col mio servo sulle coste della Lucania. Ho là una casa. Molto mi hai dato. Di più comprendo che Tu non possa dare al vecchio epicureo. Ma in quello che mi hai dato ho già tanto da ricostruire un pensiero. E… Tu prega il tuo Dio per il vecchio Crispo. L'unico tuo ascoltatore di Tiberiade. Prega perché prima della stretta di Libitina io possa riudirti e, con la capacità che credo poter creare in me sulle tue parole, capirti meglio e capire meglio la Verità. Salve, Maestro». E saluta alla romana.
   Ma poi, passando presso le donne sedute un poco in disparte, si inchina a Maria di Magdala e le dice: «Grazie, Maria. Bene fu che ti conoscessi. Al tuo vecchio compagno di festini tu hai dato il tesoro cercato. Se giungerò dove tu già sei, lo dovrò a te. Addio». E se ne va.
   La Maddalena si stringe le mani sul cuore, con un viso stupito e radioso. Poi a ginocchi si trascina davanti a Gesù. «Oh! Signore! Signore! È dunque vero che io posso portare al bene? Oh! mio Signore! Ciò è troppa bontà!». E curvandosi col viso fra l'erba bacia i piedi di Gesù bagnandoli di nuovo col pianto, ora riconoscente, della grande amorosa di Magdala.

 
AMDG et DVM

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