ANDIAMO GIA' IN PARADISO
12. Il Cuore di Maria è Paradiso Terrestre
Una delle più evidenti figure del cuore di Maria è il Paradiso Terrestre. Il paradiso del primo uomo rappresenta molto bene quello del secondo. Per vedere nella sua luce simile quadro, occorre considerare attentamente molte cose.
1) Maria è il giardino del diletto: «Veniat dilectus meus in hortum suum» (Ct 5, l). «Venga il mio Diletto nel suo giardino». Questo Diletto è Gesù. Il giardino è il cuore verginale di Maria, nei quale Essa l'ha attirato col suo amore e la sua umiltà.
2) è un giardino chiuso. «Hortus conclusus». Il cuor di Maria (Ct 4, 12), è assolutamente chiuso a due cose: al peccato, che non vi è entrato mai; chiuso al mondo e a tutte le cose che gli appartengono, a tutto ciò che non è Dio, il quale l'ha sempre occupato tutto e non vi ha lasciato posto per nessuno.
3) è il giardino di delizie del Figlio di Dio, delle sue più grandi delizie, dopo quelle godute da tutta l'eternità nel seno, nel cuore del Padre suo.
Se voi, o mio buon Gesù, affermate di trovare le vostre delizie nel restare coi figli degli uomini: «Deliciae meae esse cum filiis hominum» (Pr 8, 31), benché così ripieni di peccati, quali delizie non avrete goduto nell'amabilissimo cuore della vostra SS. Madre, ove non avete mai trovato nulla che non vi fosse graditissimo, ove siete sempre stato lodato, glorificato, amato più perfettamente che nel Paradiso dei Cherubini e dei Serafini?
Certo si può dire che dopo il seno dell'adorabile vostro Padre, non c'è luogo sì santo, sì degno della vostra grandezza, sì pieno di gloria e di soddisfazione per voi, come il cuore verginale di Maria.
Ne consegue, o mio Salvatore, che all'invito della vostra diletta di accedere al suo giardino, cioè al suo cuore: «Veniat Dilectus meus in hortum suum», Voi abbiate a rispondere: Sono venuto nel mio giardino, mia sorella, mia sposa; ho raccolto le mortificazioni, le angoscie del tuo cuore, le virtù che esso ha praticato per mio amore, per tutto conservare nel Cuor mio, a mia gioia, a mia gloria eterna. Ho pure mangiato il mio miele e bevuto il mio vino e il mio latte, cioè, nel Paradiso che mio padre mi ha donato, ho trovato molte delizie; mi par di godervi una festa continua, un perpetuo convito (Ct 5, 1).
Chi l'ha fatto? Dio. «Plantaverat Dominus Deus paradisum voluptatis a principio» (Gen1, 8). La sua bontà infinita verso il primo uomo gli aveva fatto creare il primo paradiso non solo per Adamo, ma se non avesse peccato, anche per tutta la sua discendenza.
L'amore incomprensibile dell'Eterno Padre verso il secondo Adamo, Gesù, gli ha fatto fare il secondo Paradiso per lui e per tutti i suoi veri figli, i quali lo abiteranno eternamente insieme col loro ottimo padre. Egli già fin d'ora li rende partecipi delle sante delizie che vi possiede, e ne li renderà partecipi più largamente un giorno per sempre.
L'amore incomprensibile dell'Eterno Padre verso il secondo Adamo, Gesù, gli ha fatto fare il secondo Paradiso per lui e per tutti i suoi veri figli, i quali lo abiteranno eternamente insieme col loro ottimo padre. Egli già fin d'ora li rende partecipi delle sante delizie che vi possiede, e ne li renderà partecipi più largamente un giorno per sempre.
Ecco perché, dopo aver detto che era venuto nel suo giardino per mangiarvi il suo miele, e bervi il suo vino e il suo latte, si rivolge ai suoi stessi figli e dice: «Mangiate e bevete con me, amici miei e inebriatevi, miei amatissimi» (Ct 5, 1).
Che vi si trova?
Frutti e fiori. Nel Paradiso di Adamo vi si trovano 3 cose principali: 1) l'albero della vita; 2) l'albero della scienza; 3) molti altri alberi con ogni sorta di frutti belli e gradevoli.
Nel giardino di Gesù, vediamo alberi incomparabilmente più belli:
1. Il vero albero della vita, il Figlio unico di Dio: suo Padre l'ha piantato nel centro, cioè nel cuore verginale della sua SS. Madre, allorché l'Angelo le ha detto: «Dominus tecum».
S. Agostino spiega queste parole così: «Il Signore è con Te», per essere .dapprima nel tuo cuore, o Maria, poi nel tuo seno verginale. è dunque il frutto di quest'albero divino che ci ha dato la vita vera, eterna, perduta a causa di un altro frutto offertoci da una donna infelice, Eva. E questo frutto ci è stato donato da una donna tutta divina, impeccabile, Maria!
«Quid dicebas, o Adam?» domanda S. Bernardo. (Hom., 2, Missus est): Che dicesti, Adamo? «Mulier quam dedisti mihi, dedit mihi de ligno et comedi». La donna che mi avete data mi ha dato il frutto dell'albero, e io ne ho mangiato. «Verba malitiae sunt haec, quibus magis augeas quam deleas culpam». Queste parole non servono che ad aumentare la colpa, piuttosto che a sminuirla. «Muta ergo iniquae excusationis verbum in vocem gratiarum actionis, et dic: Domine, (cambiando la vostra scusa cattiva in voce di azione di grazia) Mulier quam dedisti mihi dedit mihi de ligno vitae, et comedi, et dulcem factum est super mel ori meo, quia in ipso vivificasti me» «Signore, la donna che mi avete donata, m'ha dato il frutto dell'albero della vita ed io ne ho mangiato; l'ho trovato più dolce del miele, perché voi mi avete dato la vita con questo prezioso frutto...».
2. L'albero della scienza del bene e del male. Difatti Maria ha sempre portato in sé colui nel quale sono nascosti tutti i tesori della scienza e della sapienza divina. E poiché Maria SS. non ha conosciuto praticamente il peccato, ma l'ha conosciuto solo nella luce di Dio e come Dio, perciò Essa lo odia come Dio lo odia.
Adamo ed Eva si sono perduti e hanno perduta la loro posterità, mangiando il frutto proibito; la nostra Eva, la vera madre dei viventi, si è santificata ed ha santificato i suoi figli, mangiando il frutto dell'Albero della scienza del bene e del male, piantato da Dio nel suo cuore, cioè facendo della scienza divina lo stesso uso che Dio ne ha fatto; servendosene, cioè, per amare Dio come Dio si ama, e per odiare il peccato come Dio lo odia.
3. Parecchi altri alberi vi sono nel cuore di Maria, carichi di eccellenti frutti, ed invita il suo diletto a cibarsene: «Veniat Dilectus meus in hortum suum, et comedat fructum pomorum suorum» (Ct V, 1).
La fede, la speranza, la carità, la sottomissione alla divina volontà, sono altrettanti alberi santi, piantati nel cuore di Maria e che portano un'infinità di bei frutti.
La purezza verginale di Lei è un albero celeste che ha portato il re dei vergini, ed in seguito tanti milioni di sante vergini che sono nella Chiesa di Dio.
Il suo zelo ardentissimo per la gloria di Dio e per la salute delle anime è un albero divino portante altrettanti frutti quante sono le anime alla salute delle quali Essa ha cooperato.
Nel giardino di Gesù ci sono poi i più splendenti fiori delle cristiane virtù: fiori immortali che conservano in ogni stagione la loro bellezza e il loro graditissimo profumo, a delizia degli uomini, degli Angeli e dello stesso Dio. Fiori che sono insieme frutti: «Flores mei fructus honoris et honestatis». Il Re eterno ne ha fatto l'ornamento della sua casa, e se ne serve per attirare a sé un immenso numero di cuori.
Tra i fiori di questo giardino S. Bernardo ammira particolarmente il profumo delle violette, il candore dei gigli, lo splendore delle rose.
AVE MARIA!