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venerdì 20 gennaio 2023

IL MIO CUORE IMMACOLATO è IL SOLO RIFUGIO


Milano, 3 giugno 1989. Primo sabato e festa del Cuore Immacolato di Maria.

La bestia simile a una pantera.

«Figli prediletti, oggi vi riunite nei Cenacoli di preghiera, per celebrare la festa del Cuore

Immacolato della vostra Mamma Celeste.

Da ogni parte del mondo vi ho chiamati a consacrarvi al mio Cuore Immacolato, e voi avete

risposto con filiale amore e con generosità.

Ormai mi sono formata la mia schiera, con quei figli che hanno accolto il mio invito ed hanno

ascoltato la mia voce.

È giunto il tempo in cui il mio Cuore Immacolato deve essere glorificato dalla Chiesa e da tutta

l'umanità.

Perché, in questi tempi della apostasia, della purificazione e della grande tribolazione, il mio

Cuore Immacolato è il solo rifugio e la strada che vi conduce al Dio della salvezza e della pace.

Soprattutto il mio Cuore Immacolato diventa oggi il segno della mia sicura vittoria nella

grande lotta che si combatte fra i seguaci dell'enorme Drago rosso ed i seguaci della Donna

vestita di sole.

In questa terribile lotta sale dal mare, in aiuto al Drago, una bestia simile a una pantera.

Se il Drago rosso è l'ateismo marxista, la bestia nera è la Massoneria.

Il Drago si manifesta nel vigore della sua potenza; la bestia nera invece agisce nell'ombra, si

nasconde, si occulta in modo da entrare in ogni parte.

Ha le zampe di orso e la bocca di un leone, perché opera ovunque con l'astuzia e con i mezzi di

comunicazione sociale, cioè della propaganda.

Le sette teste indicano le varie logge massoniche, che agiscono ovunque in maniera subdola e

pericolosa.

Questa bestia nera ha dieci corna e sulle corna dieci diademi, che sono segni di dominio e di

regalità.

La massoneria domina e governa in tutto il mondo per mezzo delle dieci corna.

Il corno, nel mondo biblico, è sempre stato uno strumento di amplificazione, un modo di fare

udire maggiormente la propria voce, un forte mezzo di comunicazione.

Per questo Dio ha comunicato al suo popolo la sua Volontà per mezzo di dieci corna che hanno

fatto conoscere la sua Legge: i dieci comandamenti.

Chi li accoglie e li osserva cammina nella vita sulla strada della divina Volontà, della gioia e

della pace.

Chi fa la volontà del Padre, accoglie la Parola di suo Figlio e partecipa della Redenzione da Lui

compiuta. Gesù dona alle anime la stessa vita divina, attraverso la Grazia, che Lui ci ha

meritato con il suo Sacrificio compiuto sul Calvario.

La Grazia della Redenzione viene comunicata per mezzo dei sette sacramenti. Con la Grazia

vengono inseriti nell'anima dei germi di vita soprannaturale che sono le virtù. Fra esse le più

importanti sono le tre virtù teologali e le quattro cardinali: fede, speranza, carità; prudenza,

fortezza, giustizia e temperanza.

Al sole divino dei sette Doni dello Spirito Santo, queste virtù germogliano, crescono, si

sviluppano sempre di più e conducono così le anime sul cammino luminoso dell'amore e della

santità.

Compito della bestia nera, cioè della massoneria, è quello di combattere, in maniera subdola,

ma tenace, per impedire alle anime di percorrere questa strada, indicata dal Padre e dal Figlio

ed illuminata dai doni dello Spirito.

Infatti se il Drago rosso agisce per portare tutta l'umanità a fare a meno di Dio, alla

negazione di Dio e perciò diffonde l'errore dell'ateismo, lo scopo della massoneria non è di

negare Dio, ma di bestemmiarlo.

La bestia apre la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la

sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo.

La bestemmia più grande è quella di negare il culto dovuto al solo Dio per darlo alle creature

ed allo stesso Satana.

Ecco perché in questi tempi, dietro la perversa azione della massoneria, si diffondono ovunque

le messe nere ed il culto satanico.

Inoltre la massoneria agisce, con ogni mezzo, per impedire che le anime si salvino e così vuole

rendere vana l'opera della Redenzione compiuta da Cristo.

Se il Signore ha comunicato la sua Legge con i dieci comandamenti, la massoneria diffonde

ovunque, con la potenza delle sue dieci corna, una legge che è completamente opposta a quella

di Dio.

Al comandamento del Signore: - "Non avrai altro Dio fuori di me"

- essa costruisce altri falsi idoli, di fronte ai quali oggi molti si prostrano in adorazione.

Al comandamento: - "Non nominare il nome di Dio invano"

- essa si oppone con il bestemmiare Dio ed il suo Cristo, in tanti modi subdoli e diabolici, fino a

ridurre un marchio di vendita indecoroso il suo Nome e a fare dei film sacrileghi sulla sua vita

e sulla sua divina Persona.

Al comandamento: - "Ricordati di santificare le feste"

- essa trasforma la domenica in week end, nel giorno dello sport, delle gare, dei divertimenti.

Al comandamento: - "Onora il padre e la madre"

- essa contrappone un modello nuovo di famiglia fondato sulla convivenza, persino fra

omosessuali.

Al comandamento: - "Non uccidere"

- essa è riuscita a fare legittimare, in ogni parte, l'aborto, a fare accogliere la eutanasia, a

fare quasi scomparire il rispetto dovuto al valore della vita umana.

Al comandamento: - "Non commettere atti impuri"

- essa giustifica, esalta e propaganda ogni forma di impurità, fino alla giustificazione degli atti

contro natura.

Al comandamento: - "Non rubare"

- essa opera perché sempre più si diffondano i furti, la violenza, i sequestri e le rapine.

Al comandamento: - "Non dire falsa testimonianza"

- essa agisce perché si propaghi sempre più la legge dell'inganno, della menzogna, della

doppiezza.

Al comandamento: - "Non desiderare la roba e la donna di altri"

- essa agisce per corrompere nel profondo la coscienza, ingannando la mente e il cuore

dell'uomo.

In questa maniera le anime vengono sospinte sul cammino perverso e cattivo della

disubbidienza alla Legge del Signore, vengono sommerse dal peccato e sono così impedite dal

ricevere il dono della Grazia e della vita di Dio.

Alle sette virtù teologali e cardinali, che sono il frutto del vivere in grazia di Dio, la

massoneria oppone la diffusione dei sette vizi capitali, che sono il frutto di vivere

abitualmente in stato di peccato.

Alla fede essa oppone la superbia; alla speranza la lussuria; alla carità l'avarizia; alla prudenza

l'ira; alla fortezza l'accidia; alla giustizia l'invidia; alla temperanza la gola.

Colui che diventa vittima dei sette vizi capitali viene gradualmente condotto a togliere il culto

che è dovuto al solo Dio, per dado a delle false divinità, che sono la personificazione stessa di

tutti questi vizi.

Ed in questo consiste la bestemmia più grande ed orribile.

Ecco perché su ogni testa della bestia è scritto un titolo blasfemo.

Ogni loggia massonica ha il compito di fare adorare una diversa divinità.

- La prima testa porta il titolo blasfemo della superbia, che si oppone alla virtù della fede, e

conduce a dare il culto al dio della ragione umana e dell'orgoglio, della tecnica e del progresso.

- La seconda testa porta il titolo blasfemo della lussuria, che si oppone alla virtù della

speranza, e porta a dare il culto al dio della sessualità e dell'impurità.

- La terza testa porta il titolo blasfemo dell'avarizia, che si oppone alla virtù della carità, e

diffonde ovunque il culto al dio del denaro.

- La quarta testa porta il titolo blasfemo dell'ira, che si oppone alla virtù della prudenza, e

conduce a dare il culto al dio della discordia e della divisione.

- La quinta testa porta il titolo blasfemo dell'accidia, che si oppone alla virtù della fortezza, e

diffonde il culto all'idolo della paura, dell'opinione pubblica e dello sfruttamento.

- La sesta testa porta il titolo blasfemo dell'invidia, che si oppone alla virtù della giustizia, e

porta a dare il culto all'idolo della violenza e della guerra.

- La settima testa porta il titolo blasfemo della gola, che si oppone alla virtù della temperanza,

e conduce a dare il culto all'idolo così esaltato dell'edonismo, del materialismo e del piacere.

Il compito delle Logge massoniche è quello di operare oggi, con grande astuzia, per portare

ovunque l'umanità a disprezzare la santa Legge di Dio, ad operare in aperta opposizione ai

dieci Comandamenti, a sottrarre il culto dovuto al solo Dio, per darlo a dei falsi idoli, che

vengono esaltati ed adorati da un numero sempre più grande di uomini: la ragione; la carne; il

denaro; la discordia; il dominio; la violenza; il piacere.

Così le anime vengono precipitate nella tenebrosa schiavitù del male, del vizio e del peccato, e,

nel momento della morte e del giudizio di Dio, nello stagno di fuoco eterno che è l'inferno.

Ora comprendete come, in questi tempi, contro il terribile ed insidioso attacco della bestia

nera, cioè della massoneria, il mio Cuore Immacolato diventi il vostro rifugio e la strada sicura

che vi porta a Dio.

Nel mio Cuore Immacolato si delinea la tattica usata dalla vostra Mamma Celeste, per

controbattere e vincere la subdola trama usata dalla bestia nera.

Per questo formo tutti i miei figli ad osservare i dieci comandamenti di Dio; a vivere alla

lettera il Vangelo; ad usare spesso dei sacramenti; specie quelli della penitenza e comunione

eucaristica, come aiuti necessari per restare nella grazia di Dio; ad esercitare in maniera

forte le virtù, per camminare sempre sulla strada del bene, dell'amore, della purezza e della

santità.

Così mi servo di voi, miei piccoli figli che vi siete a Me consacrati, per smascherare tutte

queste subdole insidie che la bestia nera vi tende e rendere infine vano il grande attacco che

la massoneria ha sferrato oggi contro Cristo e la sua Chiesa. Ed alla fine, soprattutto nella sua

più grande sconfitta, apparirà, in tutto il suo splendore, il trionfo del mio Cuore Immacolato

nel mondo».

AVE MARIA!

domenica 14 novembre 2021

Il trionfo...

 



Nello stesso momento infatti in cui satana si sarà assiso

quale signore del mondo e si sentirà ormai vincitore sicuro,

Io stessa gli strapperò dalle mani la preda. Si troverà per

incanto a mani vuote e all'ultimo la vittoria sarà soltanto di

mio Figlio e mia: questa sarà il trionfo del mio Cuore

Immacolato nel mondo. ... 

La Vergine Maria

“Ai sacerdoti figli prediletti della Madonna”, p. 95.

sabato 20 giugno 2020

Immaculati Cordis Beatæ Mariæ Virginis ~ II. classis

Immaculati Cordis Beatæ Mariæ Virginis ~ 
II. classis


CUORE IMMACOLATO DELLA
BEATA VERGINE MARIA
 



Sermone di s. Bernardino da Siena
Dal sermone 9 sulla visitazione

Sarà possibile che un uomo, con la sua bocca empia o addirittura abominevole, abbia la presunzione di parlare poco o tanto, della vera Madre dell'Uomo Dio, se non sulla scia della Rivelazione?  

Tanto più se si pensa che il Padre l'ha predestinata ad essere vergine, il Figlio la elesse come madre e lo Spirito Santo predispose che fosse dimora di ogni grazia. 

E io, piccolo uomo, con quali parole potrò esprimere i sentimenti di questo cuore di Vergine, già espressi dalla bocca di Dio, se non basta neppure la lingua di un angelo per descriverli? 

Il Signore disse: «L'uomo leale fa uscire il bene dallo scrigno del proprio cuore». Ed anche questa frase può essere un vero tesoro. 

E chi può pensare che sia più adatto a parlare del cuore della Vergine, se non la stessa Vergine, quella che meritò di diventare Madre di Dio e che ospitò lo stesso Dio nel suo cuore e nel suo seno per nove mesi? 

E quale tesoro più adatto che lo stesso amore divino, di cui era infiammato, come fornace, il cuore della Vergine?

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.



Da questo cuore, come da una fornace di amore divino, la Vergine fece scaturire parole buone, cioè parole infiammate d'amore. 

Come da un'anfora colma di vino pregiato non può traboccare che vino pregiato; e come da un forno incandescente non può sprigionarsi che calore altissimo, così dalla Madre di Cristo non poté uscire nessuna parola che non fosse piena dell'amore e dell'ardore divino. 

La donna saggia che è una vera signora, usa pronunciare parole misurate, belle e sensate: perciò si legge che la benedetta Madre di Cristo pronunciò in sette diverse riprese, quasi sette parole ricolme di significato e di efficacia: ciò significa anche che ella era riempita dei sette doni dello Spirito Santo. 

Parlò due volte con l'angelo, due con Elisabetta, due con suo Figlio (una nel tempio e l'altra durante le nozze), una volta con i servitori. 

E in queste diverse occasioni parlò sempre moderatamente: si deve eccettuare il caso in cui lodò e ringraziò Iddio, quando prolungò il suo discorso dicendo: «L'anima mia magnifica il Signore». 

In questo caso parlò non con uomini ma con Dio. Queste sette parole furono pronunciate secondo un ordine e una sequenza che facevano vedere i sette modi di procedere e di agire dell'amore. 

Erano come sette fiamme del suo cuore ardente.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.




Dai documenti ecclesiastici
Il culto liturgico con cui viene dato al cuore immacolato di Maria vergine il debito onore e a cui molti santi uomini e donne prepararono la via, dalla stessa sede Apostolica fu approvato la prima volta agli inizi del secolo decimonono, quando papa Pio VII istituì la festa del cuore immacolato della Vergine, da celebrarsi piamente e santamente da quelle diocesi e famiglie religiose che ne avessero fatto domanda; 
poi Pio IX vi aggiunse l'ufficio e la messa propria. 

In seguito il sommo pontefice Pio XII, accogliendo benignamente lo zelo ardente e il desiderio, sorto già nel secolo decimosettimo e in crescente sviluppo, di ottenere che simile festa fosse celebrata con maggiore solennità e fosse resa comune in tutta la Chiesa, nel 1942, quando una guerra atrocissima dilagava in tutto il mondo, avendo compassione delle infinite miserie dei popoli, per la sua pietà e fiducia nella Madre celeste, consacrò in forma solenne il genere umano al benignissimo cuore di Lei e stabilì che fosse celebrata per sempre e dovunque la festa in onore del suo cuore immacolato con la messa e l'ufficio proprio.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

COR MARIAE IMMACULATUM
INTERCEDE PRO NOBIS

sabato 2 novembre 2019

Non temere, piccolo gregge.

Maria... Nostra Signora di Guadalupe
schiaccia la testa a satana e salva il tuo Popolo
Maria... Nostra Signora di Guadalupe
raduna i tuoi figli sotto il tuo Manto di stelle

Zagreb (Croazia), 20 settembre 1996.

Non temere, piccolo gregge.

«Come sono contenta del Cenacolo che hai fatto qui, con i sacerdoti ed i fedeli del mio
Movimento, presieduto dal Cardinale Arcivescovo, che Io tanto amo e proteggo.

In questa Nazione il mio Avversario si è scatenato, portando dentro di essa la prova dolorosa
della violenza e della guerra.
Quante sofferenze hanno dovuto sopportare questi miei figli!
Io sono intervenuta per ottenere a loro il grande dono della liberazione e della pace.
Ma tribolazioni ancora più gravi ormai vi attendono.

- Non temere, piccolo gregge. Al Padre Celeste è piaciuto dare a voi il regno del mio Cuore
Immacolato.
Mi sono a voi manifestata e mi avete accolto con la generosità dei miei piccoli figli.
Ora vi posso condurre sulla strada della purezza, dell'amore e della santità, con l'esercizio di
tutte le virtù che Io coltivo, come celeste giardiniera, nel giardino luminoso delle vostre
anime.
Così ogni giorno vi offro, come vittime di riparazione, alla Giustizia di Dio, perché possa
effondere sul mondo la grazia purificatrice della sua divina Misericordia.

- Non temere, piccolo gregge. La vostra Mamma Celeste vi ha fatto il dono di radunarvi da ogni
parte nella sua schiera vittoriosa.
È giunta l'ora della battaglia decisiva.
Satana è ormai giunto al vertice del suo potere ed ora, anche nella Chiesa, porterà a
compimento quanto il Signore gli ha concesso per la sua più dolorosa purificazione.
Le ore che state per vivere sono fra le più importanti, perché tutti gli avvenimenti che Io vi
ho predetto avranno il loro compimento.

- Non temere, piccolo gregge. Gesù vi ha raccolti nel recinto celeste del suo divino Amore.
Lui vi conduce al perfetto compimento del Volere del Padre.
Gesù vuole essere da voi glorificato.
È giunta l'ora in cui Gesù sarà da voi perfettamente glorificato.
Voi siete la consolazione al suo abbandono; voi siete la gioia profonda del suo Cuore divino.

- Non temere, piccolo gregge. Siete i miei piccoli bambini, che ho radunato da ogni parte della
terra, per la grande battaglia fra Dio e Satana, fra le forze del bene e quelle del male.
Il Signore vincerà per mezzo di Me, sua piccola Serva. Io vincerò per mezzo di voi, miei piccoli
figli.
Quanto è avvenuto in questa Nazione diventa un segno per tutti.
Per la sua fedeltà a Gesù ed alla vostra Mamma Celeste, alla Chiesa ed al Papa, Satana si è
scatenato contro di essa, nel tentativo di distruggerla. A questo scopo si sono coalizzate
tutte le forze sataniche e massoniche.
Ma Io stessa ho segnato l'ora della loro sconfitta. Così avverrà per tutta l'umanità.
Per questo vi invito alla fiducia e ad una grande speranza.

- Non temere, piccolo gregge. A voi è affidata la missione di portare a compimento il trionfo
del mio Cuore Immacolato nel mondo».

domenica 24 marzo 2019

CONFESIONES DE LOS DEMONIOS OBTENIDAS BAJO LA AUTO... --- LOS CINCO PRIMEROS SÁBADOS DE MES EN REPARACIÓN AL..--- 5 DE AGOSTO CUMPLEAÑOS DE LA VIRGEN MARIA



Mensajes De Dios Al Mundo: CONFESIONES DE LOS DEMONIOS OBTENIDAS BAJO LA AUTO...: CONFESIONES DE LOS DEMONIOS OBTENIDAS BAJO LA AUTORIDAD DEL SANTO EXORCISMO CON EL PADRE WILSON SALAZAR (SACERDOTE EXORCISTA)” 28 de...


Mensajes De Dios Al Mundo: LOS CINCO PRIMEROS SÁBADOS DE MES EN REPARACIÓN AL...: Cinco Primeros Sábados De Mes En Reparación Al Inmaculado Corazón De María El Papa San Pío X el 12 de Julio de 1905 emiti...


Mensajes De Dios Al Mundo: 5 DE AGOSTO CUMPLEAÑOS DE LA VIRGEN MARIA - CON...:   *"CONCEDERÉ TODAS LAS GRACIAS QUE ME PIDAN LAS PERSONAS QUE ME HONREN EN MI INFANCIA, PUES ES UNA DEVOCIÓN MUY OLVIDADA&quot...



AVE MARIA PURISSIMA!

venerdì 18 agosto 2017

Torrenti di Amore e di Misericordia





Città del Messico, 5 dicembre 1994. Cenacolo nazionale del M.S.M nel Santuario della
Madonna di Guadalupe.

La pupilla dei miei occhi

« Con quale amore vi guardo, sacerdoti e fedeli del mio Movimento, che vi trovate qui, in questo mio così venerato Santuario, a fare il vostro grande Cenacolo, che conclude quelli fatti in tante città del Messico, questa terra da Me particolarmente protetta e benedetta!

Faccio scendere dal mio Cuore Immacolato torrenti di amore e di misericordia su tutti voi, sulla Chiesa e su questa povera umanità.

Come nei miei occhi sta impressa l'immagine del piccolo Juan Diego, a cui sono apparsa, così anche voi siete impressi negli occhi e nel cuore della vostra Mamma Celeste.

Siete la pupilla dei miei occhi, perché siete i miei più piccoli bambini, completamente a Me consacrati, e così su di voi Io posso effondere tutta la tenerezza del mio amore materno.

Siete la pupilla dei miei occhi, perché vi lasciate condurre da Me con tanta docilità. Voi mi ascoltate, assecondate le mie richieste, camminate sulla strada che Io vi ho tracciato e così, per mezzo di voi, Io posso realizzare il grande disegno del trionfo del mio Cuore Immacolato
nel mondo.

Siete la pupilla dei miei occhi, perché attraverso di voi Io posso diffondere la luce della fede nei giorni della grande apostasia, il profumo della grazia e della santità nel tempo della grande perversione e la forza vittoriosa dell'amore nell'ora della violenza e dell'odio.

Siete la pupilla dei miei occhi, per il grande amore che voi avete a Gesù Eucaristico. Con quale gioia vi guardo, quando andate davanti al Tabernacolo per dare a Gesù il vostro sacerdotale omaggio di amore, di adorazione e di riparazione.
Nel tempo in cui Gesù Eucaristico è circondato da tanta indifferenza, da tanto vuoto, voi diffondete ancora le solenni ore di adorazione eucaristica, circondate Gesù Eucaristico di fiori e di luci come segni indicativi del vostro amore e della vostra tenera pietà.

Siete la pupilla dei miei occhi, perché siete semplici, poveri, umili e così mi amate con tutto il candore del vostro cuore di bimbi.
Hai visto, mio piccolo figlio, con quanto entusiasmo sono amata, pregata e glorificata da tutti questi miei figli messicani.
Per questo da qui incomincerà la mia grande vittoria contro tutte le forze massoniche e sataniche, per il più grande trionfo di mio figlio Gesù.
Ti confermo che per il grande giubileo del duemila [giubileo, per intercessione della Vergine Maria Madre e Regina, prolungato fino a questi giorni] avverrà il trionfo del mio Cuore Immacolato, che vi ho predetto a Fatima ed esso si realizzerà con il ritorno di Gesù nella gloria, per instaurare il suo Regno nel mondo.
Così potrete finalmente vedere coi vostri occhi i cieli nuovi e la nuova terra.

Con tutto il mio amore di Mamma, da voi consolata e glorificata, vi benedico 
nel Nome del Padre... 
e del Figlio 
e dello Spirito Santo ».

 <<Maranathà: 
Vieni Signore Gesù!>>

domenica 25 giugno 2017

SACRATISSIMO CUORE DI GESU'



Dalla lettera Enciclica di 
Papa Pio XI
Fra i meravigliosi incrementi della dottrina sacra e della pietà onde i disegni della divina Sapienza sempre più chiaramente di giorno in giorno si manifestano alla Chiesa, nessun altro è più visibile quanto il trionfale progresso del culto del Sacratissimo Cuor di Gesù. Certo ripetutamente, nel corso dei primi tempi, i Padri, i Dottori, i Santi celebrarono l'amore del nostro Redentore: la ferita aperta nel costato di Cristo la dissero fonte arcana di tutte le grazie. Ma poi dal medio evo, i fedeli cominciarono ad esser presi da una certa più tenera venerazione verso la Santissima Umanità del Salvatore, le anime contemplative per quella piaga solevano quasi penetrare nel Cuore stesso ferito per l'amore degli uomini. E da quel tempo questa contemplazione divenne così famigliare a tutti i più grandi santi, che non c'è regione né ordine religioso in cui non se ne trovino, in questa età, insigni testimonianze. Finalmente nei secoli più vicini, e specialmente in quel tempo in cui gli eretici, sotto il titolo di una falsa pietà, si sforzavano di tener lontani i Cristiani dalla Santissima Eucaristia, cominciò a rendersi pubblicamente il culto al Sacratissimo Cuore, per opera primieramente di san Giovanni Eudes, il quale non immeritamente è appellato l'autore del culto liturgico dei Sacri Cuori di Gesù e Maria.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

Lettura 5
Ma a stabilire pienamente e perfettamente il culto del Sacratissimo Cuor di Gesù e a propagarlo per tutto il mondo, Dio stesso si elesse per strumento una umilissima vergine dell'ordine della Visitazione, santa Maria Margherita Alacoque, a cui, già fin dalla prima età infiammata d'amore verso il Sacramento dell'Eucaristia, Cristo Signore spessissimo apparendo, si degnò di far conoscere e le ricchezze e i desideri del suo divin Cuore. Delle quali apparizioni la più celebre è quella in cui mentre ella pregava davanti all'Eucaristia, Gesù le si diede a vedere, le mostrò il Cuore Sacratissimo, e lamentatosi che, in cambio dell'immensa sua carità, non riceveva altro che gli oltraggi di uomini ingrati, le comandò di far sì, che il Venerdì dopo l'ottava del Corpus Domini venisse istituita una nuova festa, colla quale il suo Cuore fosse venerato col dovuto onore, e le ingiurie fattegli dai peccatori nel Sacramento dell'amore venissero espiate con degni ossequi. Quali poi e quante difficoltà abbia provato la Serva di Dio nell'eseguire i comandi di Cristo, nessuno è che l'ignori; ma confortata dal Signore medesimo e validamente aiutata dai Religiosi direttori dell'anima sua, i quali con un certo incredibile ardore si adoperarono nel promuovere questo culto, non desisté fino alla morte dal compiere fedelmente 1'opera dal cielo affidatale.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

Lettura 6
Finalmente l'anno millesettecento sessantacinque il Sommo Pontefice Clemente XIII approvò l'ufficio e la messa in onore del Sacratissimo Cuore di Gesù; Pio IX poi ne estese la festa a tutta la Chiesa. Da allora il culto del Sacratissimo Cuore, quasi fiume che inonda, travolti tutti gli impedimenti, si diffuse per tutto l'orbe, e sull'alba del secolo Leone XIII, dopo aver indetto il giubileo, volle consacrato l'universo genere umano al Sacratissimo Cuore. La quale consacrazione fatta con rito solenne in tutte le chiese dell'orbe cattolico, portò smisurato incremento a questa devozione, e le condusse non solo i popoli ma anche le singole famiglie, che senza numero si consacrano al Divin Cuore e si sottomettono al regale suo impero. Ultimamente il Sommo Pontefice Pio XI, affinché la solennità della festa rispondesse più pienamente alla devozione del popolo cristiano tanto largamente diffusa, innalzò la festa del Sacratissimo Cuore di Gesù a rito doppio di prima classe con ottava; e di più, affinché i violati diritti di Cristo sommo Re e Signore fossero risarciti, e pianti i peccati dei popoli, ordinò che nel medesimo giorno della festa ogni anno si recitasse in tutti i tempi dell'orbe cristiano una speciale preghiera.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni
Joannes 19:31-37
In quell'occasione: I Giudei, siccome era il venerdì, affinché i corpi non restassero in croce durante il sabato, perché quel giorno di sabato era molto solenne, chiesero a Pilato che fossero rotte loro le gambe e fossero tolti via. Eccetera.

Omelia di san Bonaventura Vescovo
Libro del legno della vita, num. 30
Affinché dal costato di Cristo dormiente sulla croce si formasse la Chiesa «e s'adempisse la Scrittura che dice: Volgeranno lo sguardo a colui che han trafitto» Joann. 19,37 fu voluto dalla divina disposizione che uno dei soldati aprisse con una lancia e trapassasse quel sacro costato onde, uscendone sangue ed acqua, si versasse il prezzo della nostra salvezza, il quale versato cioè dal fonte misterioso del Cuore, desse ai sacramenti della Chiesa la virtù di comunicare la vita della grazia, e fosse, per quelli che già vivono in Cristo, bevanda di sorgente viva «che sale fino alla vita eterna» Joann. 4,14. Sorgi dunque, o anima amica di Cristo, non cessare di vegliare, accosta ivi la tua bocca «per bere alle sorgenti del salvatore» Is. 12,3.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.


Della vite mistica Cap. 3
Giunti una volta al Cuore dolcissimo di Gesù, e siccome è bene lo starsene qui, non lasciamoci facilmente distaccare da lui. «O quanto è buono e dolce abitare in questo Cuore» Ps. 132,1. Un buon tesoro, una perla preziosa è il tuo Cuore, o ottimo Gesù, che abbiam trovato dopo aver scavato nel campo del tuo corpo. Chi getterà questa perla? Anzi darò via tutte le perle, darò in cambio i pensieri e gli affetti miei e me la comprerò, gettando ogni mia sollecitudine nel Cuore del buon Gesù, ed esso senza dubbio mi nutrirà. Avendo dunque trovato questo Cuore, ch'è tuo e mio, o dolcissimo Gesù, ti pregherò, o mio Dio: ammetti nel sacrario della tua udienza le mie preghiere: anzi attirami tutto nel tuo Cuore.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.


Per questo appunto fu trapassato il tuo costato, affinché ci sia aperta una entrata. Per questo fu ferito il tuo Cuore, affinché liberi dalle esterne perturbazioni, possiamo abitare in esso. Ma esso fu ferito ancora, affinché per la ferita visibile vediamo la ferita invisibile dell'amore. Poteva mostrarsi meglio questo amore ardente, che lasciandosi squarciare da una lancia non soltanto il corpo ma financo lo stesso Cuore? La ferita corporale indica dunque la ferita spirituale. Chi non amerà questo Cuore così trafitto? chi non riamerà chi tanto ci ama? chi non abbraccerà amante sì casto? Noi dunque che siamo ancora in questo corpo, per quanto possiamo, amiamo, riamiamo, abbracciamo il nostro ferito, cui empi agricoltori trapassarono le mani e i piedi, il costato e il Cuore: e preghiamo affinché egli si degni di legare col vincolo e di ferire col dardo del suo amore il nostro cuore ancor duro e impenitente.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.


Te Deum
Ti lodiamo, o Dio: * ti confessiamo, o Signore.
Te, eterno Padre, * venera tutta la terra.
A te gli Angeli tutti, * a te i Cieli e tutte quante le Potestà:
A te i Cherubini e i Serafini * con incessante voce acclamano:

(chiniamo il capo) Santo, Santo, Santo * è il Signore Dio degli eserciti. 

I cieli e la terra sono pieni * della maestà della tua gloria.
Te degli Apostoli * il glorioso coro,
Te dei Profeti * il lodevole numero,
Te dei Martiri * il candido esercito esalta.
Te per tutta la terra * la santa Chiesa proclama,
Padre * d'immensa maestà;
L'adorabile tuo vero * ed unico Figlio;
E anche il Santo * Spirito Paraclito.
Tu, o Cristo, * sei il Re della gloria.
Tu, del Padre * sei l'eterno Figlio.

Chiniamo il capo:
Tu incarnandoti per salvare l'uomo, * non disdegnasti il seno di una Vergine.

Tu, spezzando il pungolo della morte, * hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu sei assiso alla destra di Dio, * nella gloria del Padre.
Noi crediamo che ritornerai * qual Giudice.

Il seguente Versetto si dice in ginocchio.
Te quindi supplichiamo, soccorri i tuoi servi, * che hai redento col prezioso tuo sangue.

Fa' che siamo annoverati coi tuoi Santi * nell'eterna gloria.
Fa' salvo il tuo popolo, o Signore, * e benedici la tua eredità.
E reggili * e innalzali fino alla vita eterna.
Ogni giorno * ti benediciamo;
Chiniamo il capo, se è la consuetudine del luogo.
E lodiamo il tuo nome nei secoli, * e nei secoli dei secoli.

Degnati, o Signore, di preservarci * in questo giorno dal peccato.
Abbi pietà di noi, o Signore, * abbi pietà di noi.
Scenda sopra di noi la tua misericordia, * come abbiamo sperato in te.
Ho sperato in te, o Signore: * non sarò confuso in eterno.


Preghiamo
O Dio, che nel Cuore del Figlio tuo, ferito pe' nostri peccati, ti degni di effondere pietosamente gli infiniti tesori del tuo amore; concedi, che noi, prestandogli il divoto ossequio della nostra pietà, gli rendiamo anche il dovere di una condegna soddisfazione. 
Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.

“O Immacolato Cuore, Madre del mio Signore, Sorgente di Olio Santo della Perenne Unzione, a Te io domando da grande peccatore: il Tuo Segreto mostrami ed oggi a Te consacrami” (Mess.30.5.’95)

“Cuore amorosissimo di Gesù (Re della Rivelazione), per la Tua sofferenza di Croce in quest’ora di oscurità sii Tu la Luce per l’Umanità” (Mess.20-21.4.’93)

martedì 30 maggio 2017

«Veniat dilectus meus in hortum suum» (Ct 5, l)

ANDIAMO GIA' IN PARADISO

12. Il Cuore di Maria è Paradiso Terrestre

Una delle più evidenti figure del cuore di Maria è il Paradiso Terrestre. Il paradiso del primo uomo rappresenta molto bene quello del secondo. Per vedere nella sua luce simile quadro, occorre considerare attentamente molte cose.

1) Maria è il giardino del diletto: «Veniat dilectus meus in hortum suum» (Ct 5, l). «Venga il mio Diletto nel suo giardino». Questo Diletto è Gesù. Il giardino è il cuore verginale di Maria, nei quale Essa l'ha attirato col suo amore e la sua umiltà.

2) è un giardino chiuso. «Hortus conclusus». Il cuor di Maria (Ct 4, 12), è assolutamente chiuso a due cose: al peccato, che non vi è entrato mai; chiuso al mondo e a tutte le cose che gli appartengono, a tutto ciò che non è Dio, il quale l'ha sempre occupato tutto e non vi ha lasciato posto per nessuno.

3) è il giardino di delizie del Figlio di Dio, delle sue più grandi delizie, dopo quelle godute da tutta l'eternità nel seno, nel cuore del Padre suo.
Se voi, o mio buon Gesù, affermate di trovare le vostre delizie nel restare coi figli degli uomini: «Deliciae meae esse cum filiis hominum» (Pr 8, 31), benché così ripieni di peccati, quali delizie non avrete goduto nell'amabilissimo cuore della vostra SS. Madre, ove non avete mai trovato nulla che non vi fosse graditissimo, ove siete sempre stato lodato, glorificato, amato più perfettamente che nel Paradiso dei Cherubini e dei Serafini?

Certo si può dire che dopo il seno dell'adorabile vostro Padre, non c'è luogo sì santo, sì degno della vostra grandezza, sì pieno di gloria e di soddisfazione per voi, come il cuore verginale di Maria.

Ne consegue, o mio Salvatore, che all'invito della vostra diletta di accedere al suo giardino, cioè al suo cuore: «Veniat Dilectus meus in hortum suum», Voi abbiate a rispondere: Sono venuto nel mio giardino, mia sorella, mia sposa; ho raccolto le mortificazioni, le angoscie del tuo cuore, le virtù che esso ha praticato per mio amore, per tutto conservare nel Cuor mio, a mia gioia, a mia gloria eterna. Ho pure mangiato il mio miele e bevuto il mio vino e il mio latte, cioè, nel Paradiso che mio padre mi ha donato, ho trovato molte delizie; mi par di godervi una festa continua, un perpetuo convito (Ct 5, 1).

Chi l'ha fatto? Dio. «Plantaverat Dominus Deus paradisum voluptatis a principio» (Gen1, 8). La sua bontà infinita verso il primo uomo gli aveva fatto creare il primo paradiso non solo per Adamo, ma se non avesse peccato, anche per tutta la sua discendenza. 
   L'amore incomprensibile dell'Eterno Padre verso il secondo Adamo, Gesù, gli ha fatto fare il secondo Paradiso per lui e per tutti i suoi veri figli, i quali lo abiteranno eternamente insieme col loro ottimo padre. Egli già fin d'ora li rende partecipi delle sante delizie che vi possiede, e ne li renderà partecipi più largamente un giorno per sempre.

Ecco perché, dopo aver detto che era venuto nel suo giardino per mangiarvi il suo miele, e bervi il suo vino e il suo latte, si rivolge ai suoi stessi figli e dice: «Mangiate e bevete con me, amici miei e inebriatevi, miei amatissimi» (Ct 5, 1).

Che vi si trova
Frutti e fiori. Nel Paradiso di Adamo vi si trovano 3 cose principali: 1) l'albero della vita; 2) l'albero della scienza; 3) molti altri alberi con ogni sorta di frutti belli e gradevoli.
Nel giardino di Gesù, vediamo alberi incomparabilmente più belli:

1. Il vero albero della vita, il Figlio unico di Dio: suo Padre l'ha piantato nel centro, cioè nel cuore verginale della sua SS. Madre, allorché l'Angelo le ha detto: «Dominus tecum».
S. Agostino spiega queste parole così: «Il Signore è con Te», per essere .dapprima nel tuo cuore, o Maria, poi nel tuo seno verginale. è dunque il frutto di quest'albero divino che ci ha dato la vita vera, eterna, perduta a causa di un altro frutto offertoci da una donna infelice, Eva. E questo frutto ci è stato donato da una donna tutta divina, impeccabile, Maria!
«Quid dicebas, o Adam?» domanda S. Bernardo. (Hom., 2, Missus est): Che dicesti, Adamo? «Mulier quam dedisti mihi, dedit mihi de ligno et comedi». La donna che mi avete data mi ha dato il frutto dell'albero, e io ne ho mangiato. «Verba malitiae sunt haec, quibus magis augeas quam deleas culpam». Queste parole non servono che ad aumentare la colpa, piuttosto che a sminuirla. «Muta ergo iniquae excusationis verbum in vocem gratiarum actionis, et dic: Domine, (cambiando la vostra scusa cattiva in voce di azione di grazia) Mulier quam dedisti mihi dedit mihi de ligno vitae, et comedi, et dulcem factum est super mel ori meo, quia in ipso vivificasti me» «Signore, la donna che mi avete donata, m'ha dato il frutto dell'albero della vita ed io ne ho mangiato; l'ho trovato più dolce del miele, perché voi mi avete dato la vita con questo prezioso frutto...».

2. L'albero della scienza del bene e del male. Difatti Maria ha sempre portato in sé colui nel quale sono nascosti tutti i tesori della scienza e della sapienza divina. E poiché Maria SS. non ha conosciuto praticamente il peccato, ma l'ha conosciuto solo nella luce di Dio e come Dio, perciò Essa lo odia come Dio lo odia.

Adamo ed Eva si sono perduti e hanno perduta la loro posterità, mangiando il frutto proibito; la nostra Eva, la vera madre dei viventi, si è santificata ed ha santificato i suoi figli, mangiando il frutto dell'Albero della scienza del bene e del male, piantato da Dio nel suo cuore, cioè facendo della scienza divina lo stesso uso che Dio ne ha fatto; servendosene, cioè, per amare Dio come Dio si ama, e per odiare il peccato come Dio lo odia.

3. Parecchi altri alberi vi sono nel cuore di Maria, carichi di eccellenti frutti, ed invita il suo diletto a cibarsene: «Veniat Dilectus meus in hortum suum, et comedat fructum pomorum suorum» (Ct V, 1).
La fede, la speranza, la carità, la sottomissione alla divina volontà, sono altrettanti alberi santi, piantati nel cuore di Maria e che portano un'infinità di bei frutti.
La purezza verginale di Lei è un albero celeste che ha portato il re dei vergini, ed in seguito tanti milioni di sante vergini che sono nella Chiesa di Dio.
Il suo zelo ardentissimo per la gloria di Dio e per la salute delle anime è un albero divino portante altrettanti frutti quante sono le anime alla salute delle quali Essa ha cooperato.

Nel giardino di Gesù ci sono poi i più splendenti fiori delle cristiane virtù: fiori immortali che conservano in ogni stagione la loro bellezza e il loro graditissimo profumo, a delizia degli uomini, degli Angeli e dello stesso Dio. Fiori che sono insieme frutti: «Flores mei fructus honoris et honestatis». Il Re eterno ne ha fatto l'ornamento della sua casa, e se ne serve per attirare a sé un immenso numero di cuori.


Tra i fiori di questo giardino S. Bernardo ammira particolarmente il profumo delle violette, il candore dei gigli, lo splendore delle rose.

AVE MARIA!

sabato 27 maggio 2017

FONTE di latte e miele, olio e vino

10. Il Cuor di Maria è fonte

1. Fonte di latte e di miele, d'olio e vino. Non basta donare la vita, se non la si fornisce dell'alimento necessario al suo sostentamento.

Il cuor di Maria è fonte di latte e miele; difatti lo Sposo Divino le dice: «Le vostre labbra distillano latte e miele; miele e latte sono sulla vostra lingua (Ct 4, 2); cioè, le vostre parole son piene di dolcezza e di soavità, conseguenza della pienezza del vostro cuore. Ella stessa afferma: «Spiritus meus super mel dulcis, et haereditas mea super mel et favum». Il mio spirito è più dolce del miele e ogni parte del mio cuore mansueto è di una soavità superante quella del miele (Sir 24, 17). Si verifica così la divina parola della Sacra Scrittura: «Vi porterò sul mio cuore, vi carezzerò sulle mie ginocchia; come usa fare la madre con i suoi figliolini» (Is 66, 12).

Felici coloro che non metteranno impedimenti all'effettuazione di queste parole a loro favore! Felici quanti vorranno prestare orecchio a questa dolcissima madre, che ad alta voce ripete di continuo: «Desiderate, figli miei, desiderate, come bimbo appena nato, il latte dell'intelligenza e dell'innocenza, affinché cresciate a poco a poco e vi fortifichiate (! Pt 2, 2). Venite, carissimi e vedete com'è dolce servire e amare colui che m'ha resa così amabile ai miei figli e piena di tenerezza e di soavità per coloro che mi amano: «Ego diligentes Me diligo»: «Io amo chi mi ama» (Pr 8, 17).

2. Fonte d'olio; cioè di misericordia, e insieme di vino per perdonare forza e vigore, per consolare quelli che sono tristi e afflitti, per rallegrare in ispirito di carità e inebriare col vino del sacro amore coloro che lavorano alla salute delle anime. A costoro la caritatevole Madre grida forte: «Venite, figliuoli miei, ad attingere nel cuore della vostra madre il vino celestiale del divino amore; bevetene a lunghi sorsi; non c'è pericolo di cadere negli eccessi» (Ct 5, 1). Inebriatevi di questo purissimo vino, che è padre della verginità e di tutte le sante vergini: «Vinum germinans vergines» (Zac 9, 1,7); di questo vino di cui i Serafini sono di continuo inebriati, esaltati gli Apostoli di mio figlio, santamente inebriato Egli stesso nell'umiliazione di una grotta, nell'ignominia di una croce.

Inebriatevi con Lui di questo vino delizioso, per dimenticare e disprezzare tutto ciò che il mondo ama e stima; per non amare e non stimare altri che Dio, e per impegnarvi con tutte le forze a stabilire nelle anime il regno del suo amore e della sua gloria.

Chi darà a me una voce così forte da giungere in tutte le parti dell'universo per ridire a tutti gli uomini: «O voi tutti che avete sete, venite a bere della buona e bella acqua della nostra miracolosa fonte, e ancorché non abbiate argento, affrettatevi ed acquistate, pur senza moneta, vino e latte da essa» (Is 55, 1).

Voi che avete sete dei falsi amori del mondo, venite all'adorabile Cuore della Regina del cielo, ed imparerete che non c'è nessun onore vero, se non nel seguire sua Divina Maestà (Sir, 23, 38) e che tutti gli altri onori non sono che fumo, vanità, illusione.

Voi che avete sete delle ricchezze di questa terra, venite qui e troverete la gioia degli Angeli, le delizie di Dio, la pace, la felicità dei figli di Dio e della madre di Dio, secondo questa divina promessa: «Io v'immergerò in un fiume di pace e vi inonderò d'un torrente di gloria» (Is 66, 12).

Uscite da questo impuro e orribile torrente del mondo che vi trascina nel baratro della perdizione; e venite a perdervi santamente nelle dolci acque del fiume di pace. Affrettatevi: che cosa aspettate? Temete forse di far torto alla bontà impareggiabile del Cuore di Gesù, se vi rivolgete all'amorosissimo Cuore della Madre sua? Ma non sapete che Maria non è nulla, non ha nulla e non può nulla che non sia con Gesù, per Gesù, in Gesù e che in Lei è Gesù che è tutto, può tutto, e fa tutto?


Non sapete che fu Gesù a fare il Cuore di Maria così com'è, e a volere che fosse fonte di splendore, di consolazione, di ogni sorta di grazie per tutti quelli che a Lei ricorrono? Non sapete che Gesù è Lui stesso il Cuore di Maria, il cuore del suo cuore, l'anima della sua anima, e perciò venire al Cuore di Maria è venire a Gesù; onorare il Cuore di Maria, è onorare il Cuore di Gesù.

AVE MARIA PURISSIMA!

venerdì 12 maggio 2017

Prerogative del Cuore Divino di Maria Santissima


2 Meraviglie del Cuore fisico di Maria

Prerogative del Cuore di Maria
Come non v'è nulla in Gesù che non sia grande ed ammirevole, così non c'è niente nella Madre di Dio che non sia grandezza e meraviglia.

Tutto ciò che è umanità sacra di Gesù è deificato ed elevato ad una dignità infinita per l'unione con la sua divinità. Tutto ciò che è in Maria è nobilitato, santificato a un punto inconcepibile, a causa della sua divina maternità.

Non v'è parte del sacro corpo di Gesù che non sia degno dell'ammirazione eterna degli uomini e degli Angeli. 
Non c'è nulla nel corpo verginale di Maria che non sia meritevole delle lodi immortali di tutte le creature. 
Ma il suo cuore ha diritto ad un particolare onore per le sue meravigliose prerogative:

1) Esso è il principio della vita di questa Divina Madre e di tutte le funzioni della sua vita corporale e sensibile: origine della vita di colei che ha dato vita al Figlio di Dio;

2) Altra prerogativa di questo Cuore è d'aver preparato e donato il sangue verginale di cui fu formato il corpo santissimo dell'UomoDio;

3) La terza è d'essere stato il principio della vita umana di Gesù Bambino, durante la dimora nascosta ch'Egli fece nel seno della madre sua. 

Come di ogni madre, si può dire che la vita e il cuore di Maria era la vita e il cuore di Gesù.

PREGHIERAO Cuore incomparabile della madre d'amore, da cui il Re dei vivi e dei morti ha voluto far dipendere la sua vita per ben nove mesi! O Cuore regale che non avevi che una stessa vita con Colui che è la vita dell'Eterno Padre e la sorgente d'ogni vita! O Cuore ammirabile, principio delle due vite più nobili e preziose: della vita santissima della madre di Dio e della vita umanamente divina, divinamente umana d'un UomoDio; chi mai ti venererà, ti amerà, ti loderà abbastanza?

4) La quarta prerogativa è indicata da queste parole della Cantica:
«Il nostro letto è tutto ricoperto di fiori profumati» (Ct I, 15). Qual è questo letto, se non il cuore purissimo di Maria, sul quale il Bambino Gesù ebbe a riposare dolcemente? 

Fu privilegio grande del discepolo prediletto l'aver riposato una volta sola sul petto adorabile del maestro.
Ma nasconde quante volte il Divin Salvatore non ha preso riposo sul cuore verginale della sua Mamma! Quale abbondanza di lumi, di grazie, di benedizioni non ha riversato Gesù su quel cuore sempre perfettamente disposto a ricevere le divine influenze, in quel cuore ch'Egli amò più di tutti gli altri cuori, e dal quale fu riamato più che dagli stessi Serafini!
O mio salvatore, io sento la tua voce ripetere ad ogni anima fedele di metterti come sigillo sul proprio cuore (Ct VIII, 6). E' quello che la tua santa Madre ha fatto eccellentemente, portando stampata sul suo cuore l'immagine viva della tua vita e di tutte le tue virtù.
E non contento di ciò, tu stesso hai voluto metterti come suggello sul cuore suo per chiuderlo a tutto quello che non è Gesù, per rendertene unico e sovrano padrone. Tu ti sei impresso da te sul suo Cuore materno, in modo degno di Te e di Lei.

5) Quinta prerogativa: esso fu l'altare su cui s'è compiuto il grande e continuo sacrificio di tutte le passioni naturali aventi radice nel Cuore.

Esse sono le 5 passioni dell'appetito irascibile: la speranza, la diffidenza; l'ardire, il timore e la collera e le 6 della parte concupiscibile: l'amore, l'odio, il desiderio, la fuga, la gioia, la tristezza.


Dopo che l'uomo s'è fatto ribelle a Dio, le passioni si sono rivoltate contro di Lui, sicché invece di essere totalmente soggette alla volontà, se ne fanno una schiava.
S. Giovanni Eudes

JHS
MARIA!