giovedì 12 febbraio 2015

Opportuna riflessione



Leggo in Battista Mondin "La nuova teologia cattolica" 1978 questa citazione di J. Ratzinger:

"A proposito di vie di salvezza il Ratzinger respinge con grande fermezza la teoria del valore salvifico delle religioni non cristiane, che alcuni teologi cattolici (Rahner, Schelte, Panikkar) considerano la via ordinaria di salvezza"

Tale concezione conduce a concludere che una persona viene salvata ogni volta attraverso la coscienzosa applicazione di quel sistema in cui si trova o al quale è in qualche modo legata.

La coscienza degenera in coscienziosita', i diversi singoli sistemi diventano 'via  della salvezza'. Sa di umano e di longanimita', quando si dice, in questa prospettiva, che un musulmano per essere salvato, dev'essere appunto un 'buon musulmano' ( che vuol dire questo propriamente?), che un indù dev'essere un buon indù, ecc. Ma non si dovra' allora anche dire che un cannibale dev'essere appunto un 'buon cannibale' e che un convinto uomo delle SS dev'essere un uomo delle SS tutto d'un pezzo?

E' evidente: qui c'è qualcosa che non funziona; una 'teologia delle religioni', che si sviluppi in questo senso, puo' portare soltanto ad un vicolo cieco".
(J.R. "Il nuovo popolo di Dio" p. 383).


Probabilmente siamo vittime di una sopravvalutazione delle religioni ed ideologie non cristiane e non cattoliche. Da una considerazione estrema dei non cattolici come destinati inesorabilmente all'Inferno, in pochi decenni siamo passati all'idea che il comportamento etico di un "buon non cattolico" è senz'altro al livello di quello del buon cattolico, o forse anche migliore: una specie di "mito del buon selvaggio" o della "superiore saggezza dei Cinesi" come propalato nel '700.
Davvero migliori di un cattolico devoto, che prega, compie le opere di bene, si confessa coscienziosamente per fare la Comunione?


Una volta era facile assumere la posizione "esclusivista" perché
all'"uomo della strada" non era dato di incontrare il "diversamente credente"; oggi bisognerebbe approfondire l'effetto delle religioni diverse sulla psicologia e sulla vita sociale di quelle culture. A proposito del "buon induista": e il sistema castale con i paria e i roghi delle vedove?

Gandhi, forse troppo mitizzato, ricavò molti elementi dalla conoscenza del Cristianesimo...
Insomma, dal non conoscerli, demonizzandoli, al conoscerli a fondo, per sapere come sono veramente. Questo va oltre il "volemose bene" : occorre documentarsi, studiare, viaggiare.



"ANDATE E FATE MIEI DISCEPOLI
TUTTE LE GENTI..."  

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