martedì 24 maggio 2011

E' SCESA LA NOTTE SUL MONDO?

Auxilium Christianorum, ora pro nobis.



     Ave Maria!

     Oggi imposto una lettera già pubblicata  in una rivista francescano-mariana. M’è piaciuta abbastanza  per il tono. Personalmente la condivido in pieno. E’ vero che si dice: “parce sepultis”, però se ancora alcuni loro libri vanno in giro per il mondo seminando oscurità, penso sia doveroso  e sacrosanto fare chiarezza e difendere la verità. La lettera che vi presento ha il pregio della delicatezza unita alla franchezza. Se anni or sono nell’impatto con lo stesso libro di cui qui si parla avessi scritto qualcosa sull’argomento non sarei stato sicuramente così delicato. Un’ultima cosa: Ciò che mi sorprende, oggi come ieri, è  la facilità con cui, a voce o in riviste, si propagandano e si lodano libri del genere, anche da chi dovrebbe essere meglio informato sul tema mariano.
NB. Il sottolineato e l’evidenziatore in  rosso non appartengono all’Autrice.

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A sentir parlar così della propria Madre… viene da piangere!

     Sono suor Miriam. Collaboro con articoli e studi di taglio spirituale-teologico a diverse riviste mariane. Per questo ho voluto consultare anche il libro di don Tonino Bello Maria, donna dei nostri giorni, edito dalla San Paolo, sperando di trovare materiale adatto a far conoscere sempre più la bellezza e perfezione spirituale di Maria. Dico subito che sono rimasta a dir poco “scioccata” per quello che mi è capitato di leggere!
     Mi sono ritrovata davanti ad una figura di Maria abbassata e degradata ad un livello inferiore a quello di una virtuosa donna comune. L’Autore nell’intento, uso le sue parole, di ricondurre  Maria entro i confini dell’esperienza “terra terra”, che tutti noi viviamo, le “toglie l’aureola”, perché vuole vederla a capo scoperto, vuole ammirarla come donna feriale, ed è sicuro che questa “follia” non è il segno di mode dissacratorie (cf p. 3). Riporto solo alcuni stralci del testo, precisando che il “clima”, lo stile del libro è tutto impostato su tale tenore “dissacratorio”, volendo usare un termine che lo stesso Autore ha intuito potesse essere adatto al suo modo di parlare di Maria Santissima.
     Come tutte le donne di questa terra anche lei <<specchiandosi alla fontana, provò la struggente nostalgia di tutte le donne, quando si accorgono che la giovinezza sta sfiorendo […] Come tutte le mogli,[la Vergine Santissima non è stata mai moglie ma solo e sempre Sposa] avrà avuto anche lei dei momenti di crisi nel rapporto con suo marito,[conseguentemente anche San Giuseppe è stato solo e sempre Sposo castissimo, ma mai marito] del quale, taciturno com’era, non sempre avrà capito i silenzi. Come tutte le madri ha spiato pure lei, tra timori e speranze, nelle pieghe tumultuose dell’adolescenza di suo figlio>> (p. 2). Ma non abbiamo sempre creduto che il silenzio di Giuseppe, uomo giusto, era una virtù e non un difetto?! E Gesù, Uomo Dio, avrà avuto pure Lui un’adolescenza agitata da pieghe tumultuose?! [ma quali pieghe!! Son cose da pazzi. Ogni mamma gioisce per la crescita del figlio e ne conserva i ricordi. Anche nell’adolescenza Gesù fu sintesi di ogni umana perfezione, proteso al lavoro quotidiano e segnato dal sudore e dalla fatica, però mai agitato da …  pieghe tumultuose].
     Nel capitolo “Donna innamorata” pensavo che si trattasse dell’amore di Maria per Dio, innanzi tutto …  E invece mi sono ritrovata a leggere dell’innamoramento di Maria per Giuseppe alla maniera di ogni altra ragazza o ragazzina di oggi: <<Ha assaporato pure lei la gioia degli incontri, l’attesa delle feste, l’ebbrezza della danza, le innocenti lusinghe per un complimento, la felicità per un abito nuovo>> (p. 14). <<Anche lei era come le ragazze innamorate che quando si ritrovano con le amiche non fanno che parlare di “lui”, tanto che le compagne, che sui prati sfogliavano con lei i petali di verbena, non riuscivano a spiegarsi come facesse a comporre i suoi rapimenti in Dio e la sua passione per una creatura>> (p. 14)…[ma davvero costoro non hanno mai sentito parlare della santa Tradizione sulla vita della Figlia di Anna e Gioacchino?!!] Nel capitolo ci sono tanti altri passaggi che degradano l’amore purissimo ed elevatissimo tra Maria e Giuseppe, ma preferisco sorvolare [e fa’ benissimo; perchè davvero ci sono cose,direi, … molto più scabrose ]   e riporto solo il finale di questo capitolo nel quale l’Autore chiede alla Madonna (sic!), tra le altre cose assurde: <<Aiutaci a intuire che la fonte ispiratrice della melodia che al mattino risuona in una cattedrale è la stessa del ritornello che si sente giungere la sera … da una rotonda sul mare: “Parlami d’amore, Mariù”>> (p. 17). [E’ vero che l’Amore è uno, però è anche puro; se quello che arriva dalla rotonda sul mare non lo è, allora è solo una stonatura che stride con le melodie della cattedrale].
     Dopo l’Annunciazione Maria parte “in fretta” per la montagna di Ain Karen non perché sospinta dallo Spirito Santo e dalla sua inarrivabile carità, come abbiamo sempre pensato, ma per scappare da Nazareth perché <<quell’incredibile chiamata di Dio l’aveva sconvolta […] E allora, per non precipitare nell’abisso, si era aggrappata alla montagna>> (p. 19). Questi tre mesi, accanto a Elisabetta, <<erano bastati per placare i suoi tumulti interiori>> (ibidem). Davanti a queste “elevazioni”, che sanno di “atterramento”, dove va a finire quella Maria proclamata dall’Angelo <<piena di grazia>> (Lc 1,28), <<adombrata dallo Spirito Santo>> (cf Lc 1,34), che in un’estasi di amore, dinanzi al saluto ispirato di Elisabetta, innalza il suo cantico di gratitudine e di umiltà?

     E poi il discorso continua con Maria, “donna della strada”, “donna di servizio”, “donna del popolo”, ecc … fino ad arrivare a “Maria donna che conosce la danza”. Qui sembra che si arrivi quasi al delirio quando l’Autore, parlando di ciò che ha letto in un libro scritto da una nota docente di antropologia nel quale <<vengono scardinate le verità più salde che i credenti hanno sempre professato sul conto della Madonna>> (p. 107), scrive: <<Però, mentre non mi ha scandalizzato più di tanto il sorriso di sufficienza sul suo immacolato concepimento o sulla sua verginale maternità, mi ha dato invece un fastidio incredibile l’insinuazione che lei non sapesse danzare>> (ibidem). Come dire: passi pure il mettere in discussione la sua Immacolata Concezione e la sua Verginità perpetua, dogmi di fede!, ma non passi affatto che Ella non sapesse danzare![A me il fastidio incredibile m’è venuto anche dalla presunzione di chiamar 'mariano' un tale libro].
     E incalza: <<Mi è parso, insomma, un enorme sacrilegio. Un oltraggio alla sua umanità. Un delitto contro ciò che ce la rende più cara: l’irresistibile dolcezza comune alle figlie di Eva>> (ibidem). Ma siamo proprio sicuri che tutte le figlie di Eva hanno in comune un’irresistibile dolcezza? E perché si continua a mettere Maria tra tutte le altre figlie di Eva, quando si sa benissimo che Maria, per la sua Immacolata Concezione, è molto al di sopra di Eva e di tutte le sue figlie?

     Il discorso continua, potrebbe ancora continuare e riportare numerosi altri “voli” dissacratori, ma mi fermo, anche perché  se si conosce e si ama almeno un po’ la Madonna, queste non sono cose piacevoli da leggere… quando si sente parlare così della propria Madre… viene da piangere.
     Chiedo scusa per questa lettera forse troppo lunga, ma non si può rimanere indifferenti davanti a questi errori, lasciando che la bellezza e la santità della Madre di Dio e Madre nostra venga deturpata e abbassata!
Suor Miriam T.
(Da "Il Settimanale di P. Pio", n. 19/2011)

AMDG et BMV

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