venerdì 9 dicembre 2016

La mia Chiesa per vivere e crescere, ha bisogno della carità, Carità soprattutto nei suoi ministri.


  • Rimanete qui sino a quando Gerusalemme  ripudierà voi come mi ha ripudiato e odierà la mia Chiesa come ha odiato Me, covando disegni per sterminarla. Allora portatela altrove la sede di questa mia Chiesa diletta, perché essa non deve perire.
    Io ve lo dico: neppur l’inferno prevarrà su essa; ma se Dio vi assicura la sua protezione, non tentate il Cielo esigendo tutto dal Cielo.
    Andate in Efraim come vi andò il vostro Maestro perché non era l’ora d’esser preso dai nemici. Vi dico  Efraim per dirvi terra di idoli e di pagani, ma non sarà Efraim di Palestina che dovete eleggere a sede della Chiesa mia. Ricordatevi quante volte a voi uniti o a un di voi singolarmente ho parlato di questo predicendovi che avreste dovuto calcare le vie della Terra per giungere al cuore di essa e là fissare la mia Chiesa. E’ dal cuore dell’uomo che il sangue si propaga per tutte le membra. E’ dal cuore del mondo che il Cristianesimo si deve propagare per tutta la Terra. 638.8

  • La Chiesa per vivere e crescere, ha bisogno della carità, Carità soprattutto nei suoi ministri. Se non vi amaste fra voi, con tutte le vostre forze e similmente non amaste i fratelli vostri nel Signore, la Chiesa si sterilirebbe e stenta e scarsa sarebbe la ricreazione e supercreazione degli uomini al loro grado di figli dell’Altissimo e coeredi del Regno del Cielo, perché Iddio cesserebbe di aiutarvi nella missione. 649.5
AMDG et BVM

San Juan Diego Cuauhtlatoatzin Veggente di Guadalupe


San Juan Diego Cuauhtlatoatzin 
Veggente di Guadalupe
9 dicembre - Memoria Facoltativa
1474 circa - Guadalupe, 1548
Nel dicembre 1531 la Madonna apparve a Guadalupe, in Messico, scegliendo come suo interlocutore un povero indio, Juan Diego, nato verso il 1474 e morto nel 1548, che prima di convertirsi al cattolicesimo portava un affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che sta a significare “colui che parla come un’aquila”. Cuauhtlotatzin fu tra i primi a ricevere il battesimo, nel 1524, all’eta’ di cinquant’anni, con il quale gli fu imposto il nuovo nome cristiano di Juan Diego, e con lui venne battezzata anche la moglie Malintzin, che prese a sua volta il nome di Maria Lucia. Rimasto vedovo dopo solo quattro anni di matrimonio, orientò tutta la sua vita a Dio. Dopo le apparizioni della S. Vergine sulla collina del Tepeyac visse santamente per 17 anni in una casetta che il vescovo Zumàrraga gli aveva fatto costruire a fianco della cappella eretta in onore della Vergine di Guadalupe. Giovanni Paolo II nel 1990 lo ha dichiarato beato, per proclamarlo infine santo nel 2002.
Martirologio Romano: San Giovanni Diego Cuauhtlatoatzin, che, di origine indigena, dotato di fede purissima, con la sua umiltà e il suo fervore fece sì che si edificasse il santuario in onore della Beata Maria Vergine di Guadalupe sul colle Tepeyac presso Città del Messico, dove ella apparve a lui ed egli si addormentò nel Signore. 

Con lo sbarco degli spagnoli nelle terre del continente latino-americano aveva avuto inizio la lunga agonia di un popolo che aveva raggiunto un altissimo grado di progresso sociale e religioso. 
Il 13 agosto 1521 segno’ il tramonto di questa civiltà. Tenochtitlan, la superba capitale del mondo atzeco, fu saccheggiata e distrutta. 

L’immane tragedia che ha accompagnato la conquista del Messico da parte degli spagnoli, sancisce per un verso la completa caduta del regno degli aztechi e per l’altro l’affacciarsi di una nuova cultura e civiltà originata dalla mescolanza tra vincitori e vinti.


E’ in questo contesto che, dieci anni dopo, va collocata l’apparizione della Madonna a un povero indio di nome Juan Diego, nei pressi di Città del Messico. La mattina del 9 dicembre 1531, mentre sta attraversando la collina del Tepeyac per raggiungere la citta’, l’indio e’ attratto da un canto armonioso di uccelli e dalla visione dolcissima di una Donna che lo chiama per nome con tenerezza. La Signora gli dice di essere "la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio" e gli ordina di recarsi dal vescovo a riferirgli che desidera le si eriga un tempio ai piedi del colle. Juan Diego corre subito dal vescovo, ma non viene creduto. 
Tornando a casa la sera, incontra nuovamente sul Tepeyac la Vergine Maria, a cui riferisce il suo insuccesso e chiede di essere esonerato dal compito affidatogli, dichiarandosene indegno. La Vergine gli ordina di tornare il giorno seguente dal vescovo, che, dopo avergli rivolto molte domande sul luogo e sulle circostanze dell’apparizione, gli chiede un segno. 


La Vergine promette di darglielo l’indomani. Ma il giorno seguente Juan Diego non puo’ tornare: un suo zio, Juan Bernardino, è gravemente ammalato e lui viene inviato di buon mattino a Tlatelolco a cercare un sacerdote che confessi il moribondo; giunto in vista del Tepeyac decide percio’ di cambiare strada per evitare l’incontro con la Signora. Ma la Signora è la’, davanti a lui, e gli domanda il perche’ di tanta fretta. Juan Diego si prostra ai suoi piedi e le chiede perdono per non poter compiere l’incarico affidatogli presso il vescovo, a causa della malattia mortale dello zio. 



La Signora lo rassicura, suo zio e’ gia’ guarito, e lo invita a salire sulla sommita’ del colle per cogliervi i fiori. Juan Diego sale e con grande meraviglia trova sulla cima del colle dei bellissimi "fiori di Castiglia": è il 12 dicembre, il solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano allora vigente, e né la stagione nè il luogo, una desolata pietraia, sono adatti alla crescita di fiori del genere. 
Juan Diego ne raccoglie un mazzo che porta alla Vergine, la quale pero’ gli ordina di presentarli al vescovo come prova della verita’ delle apparizioni. Juan Diego ubbidisce e giunto al cospetto del presule, apre il suo mantello e all’istante sulla tilma si imprime e rende manifesta alla vista di tutti l’immagine della SS.ma Vergine. Di fronte a tale prodigio, il vescovo cade in ginocchio, e con lui tutti i presenti. 



La mattina dopo Juan Diego accompagna il presule al Tepeyac per indicargli il luogo in cui la Madonna ha chiesto le sia innalzato un tempio. Nel frattempo l’immagine, collocata nella cattedrale, diventa presto oggetto di una devozione popolare che si è conservata ininterrotta fino ai nostri giorni. La Vergine ha scelto come suo interlocutore un “povero indio”, Juan Diego, nato verso il 1474 e morto nel 1548 a Guadalupe, che prima di convertirsi al cattolicesimo portava un affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che sta a significare “colui che parla come un’aquila”

Varie fonti ci tramandano i dati biografici del veggente del Tepeyac: egli e’ un macehual, cioe’ un uomo del popolo, piccolo coltivatore diretto in un modesto villaggio: poco più di niente, nella società azteca complessa e fortemente gerarchizzata. Cuauhtlotatzin fu tra i primi a ricevere il battesimo, nel 1524, all’eta’ di cinquant’anni, con il quale gli fu imposto il nuovo nome cristiano di Juan Diego, e con lui venne battezzata anche la moglie Malintzin, che prese a sua volta il nome di Maria Lucia. 



Il neoconvertito si distingueva in mezzo agli altri per la sollecitudine nel frequentare la catechesi e i sacramenti, senza badare ai sacrifici che questo richiedeva: si poneva in cammino fin dalle prime ore del giorno per raggiungere Santiago di Tlatelolco, dove i francescani radunavano gli indigeni per catechizzarli. 
Rimasto vedovo dopo solo quattro anni, Juan Diego orienta la sua vita ancora più decisamente verso Dio: trascorre tutto il suo tempo fra il lavoro dei campi e le pratiche della religione cristiana, fra cui l’ascolto della catechesi impartita agli indigeni convertiti dai missionari spagnoli. Conduce una vita esemplare che edifica molti. 

L'esperienza eccezionale vissuta sul Tepeyac s'inserisce in un’esistenza gia’ trasformata dalla grazia del battesimo e cementata dall’incontro con la Madre di Dio che ne potenzia in modo straordinario il cammino di fede, fino a spingerlo ad abbandonare tutto, casa e terra, per trasferirsi in una casetta che il vescovo Zumàrraga gli ha fatto costruire a fianco della cappella eretta in onore della Vergine di Guadalupe.


Qui Juan Diego vive per ben 17 anni in penitenza e orazione, assoggettandosi agli umili lavori di sagrestano, senza mai mancare al suo impegno di testimoniare quanto Maria ha fatto per lui e può fare per tutti quelli che con affetto filiale vorranno rivolgersi al suo cuore di Madre. 
La morte lo coglie nel 1548, quando ha ormai 74 anni.La sua fama di santita’, che gia’ l’aveva accompagnato in vita, cresce nel tempo fino ai nostri giorni, finche’ nel 1984 si dette finalmente inizio alla sua causa di beatificazione e si pose mano all'elaborazione della Positio, orientata a comprovarne non solo il culto, da tempo immemorabile, ma anche a dimostrare le virtu’ del servo di Dio e a illustrarne la vita, separate il piu’ possibile dal fatto guadalupano. 

Attraverso una solida base documentale si voleva cioe’ dimostrare che Juan Diego, per i suoi soli meriti di cristiano, era degno di assurgere agli onori degli altari, finche’ – al termine di un complesso iter ecclesiastico - con il decreto Exaltavit humiles (6 maggio 1990), se ne e’ finalmente concessa la memoria liturgica, fissata al 9 dicembre, data della prima apparizione della “Morenita”. Giovanni Paolo II ha dichiarato beato il veggente Juan Diego nel 1990, per proclamarlo infine santo nel 2002.

Autore: 
Maria Di Lorenzo
Si può anche vedere: http://gerardoms.blogspot.it/2016/08/guadalupe-nican-mopohua_19.html
"la Perfetta Sempre Vergine Maria,
la Madre del verissimo ed unico Dio
"

AVE MARIA PURISSIMA

giovedì 8 dicembre 2016

CHI VIENE A ME, LUI TROVA


  • Io sono l’Eterna Portatrice di Gesù. Egli è nel seno mio, come l’Ostia nell’ostensorio. Chi viene a Me, Lui trova. Chi a Me si appoggia, Lui tocca. Chi a me si volge, con Lui parla. Io sono la sua Veste, egli è l’Anima mia. Più unito ancora, ora, di quanto non fosse nei nove mesi che mi cresceva in seno, il Figlio mio è unito alla sua Mamma. Si assopisce ogni dolore e fiorisce ogni speranza e fluisce ogni grazia a chi viene a me e mi posa il capo sul seno.  
    Io prego per voi, ricordatevelo. La beatitudine d’essere nel Cielo, vivente nel raggio di Dio, non mi smemora dei miei figli che soffrono sulla terra. Io prego, tutto il Cielo prega, poiché il Cielo ama. Il Cielo è carità che vive, e la carità ha pietà di voi, ma non ci fossi che io, vi sarebbe già sufficiente preghiera per i bisogni di chi spera in Dio, poiché io non cesso di pregare per voi tutti, santi e malvagi, per dare ai santi la gioia, per dare ai malvagi il pentimento che salva. 23.10
  • Pensa e ricorda che ho posseduto Dio attraverso un dolore sempre crescente. E’ sceso in me col Germe di Dio e come albero gigante è cresciuto sino a toccare il Cielo con la vetta e l’inferno con le radici, quando ricevetti nel grembo la spoglia esamine della Carne della mia carne e ne vidi e numerai gli strazi e ne toccai il Cuore squarciato, per consumare il dolore sino all’ultima stilla. 24.10
  • Se io non fossi stata umile sino al limite estremo, come ho detto a Giuseppe, non avrei meritato di portare in me Colui che per cancellare la superbia nella razza, annichiliva Sé: Dio, all’umiliazione d’essere uomo. 26.7
AVE MARIA PURISSIMA ! 

martedì 6 dicembre 2016

Pensieri in libertà, del "giorno dopo" una scelta importante

Abbiamo sventato o solo ritardato l'inesorabile deriva? 


Col "NO" del 4 dicembre, abbiamo evitato di confermare un regime, nonostante una sfacciata e scorretta gestione della propaganda. Ma ora comincia il tempo difficile di tenere il fronte. E molti sono gli interrogativi che restano aperti, anche in ragione delle diverse "anime politiche" che hanno contribuito a questo risultato e conseguente frammentazione difficile da gestire.
Il rischio, serio, è che al posto di Renzi venga scelto un clone pilotato dai soliti noti. Tuttavia contiamo su chi ha espresso energiche contrarietà ai punti più controversi. Oltre alla Costituzione, c'è in ballo la sudditanza alla tecnocrazia europea con le ricadute su :
1. sovranità nazionale, investimenti, imprenditorialità, turismo, cultura e dunque lavoro, occupazione, nonché il ribaltamento dello scacco della nostra agricoltura ecc. 
2. Non ultimo, il nodo drammatico della cosiddetta immigrazione, che è un'invasione....
Inoltre c'è da temere il movimento 5 stelle che non è altro che l'altra faccia del PD per quanto riguarda la dottrina sociale e l'immigrazionismo e che ha saputo subdolamente convogliare, attraverso la rete, molte entusiastiche energie giovanili sotto la bandiera del rinnovamento anticorruzione ma facendo leva su più nascosti fondamenti esoterici...
E non dimentichiamo che oggi molti che si dicono cattolici, compresi molti preti, confondono il Vangelo con la sociologia e la politica. Ma ora la maggior parte dei cattolici sembra aver smascherato certe derive e non si lascia più massificare neppure da ciò che ascolta da pulpiti ormai asserviti alle ideologie dominanti. Infatti, se molto Reno è confluito nel Tevere nel post-concilio, oggi c'è anche l'inquinamento del Rio de La Plata, con i relitti della Teologia della liberazione che porta con sé. Difficile riconoscere le "chiare fresche dolci acque" della nostra Tradizione, quella non storicista... Ma resistere bisogna!

I papi della mia vita

I papi della mia vita

1903-1914
Il primo Papa, quando sono nato,
era Giuseppe Sarto, il nome vero
fu Pio Decimo. Santo molto amato
del Catechismo fu vero Nocchiero.

Scrisse a Salzano il primo Catechismo
Quando era Parroco non conosciuto
Da Papa scrisse contro il modernismo.
Per tutta la Chiesa fu il Benvenuto.

1914- 1922
Il secondo, Giacomo della Chiesa,
Quindicesimo Papa Benedetto.
Nel periodo triste fu la Sua ascesa,
nella guerra mondiale venne eletto.

Si prodigò per la pace con lena,
contro tutti gli eccessi disumani,
per far cessare la grande cancrena,
sopportò calunnie e vituperi umani.

1922-1939
Fu il terzo, Achille Ratti di Desio,
salì col nome di Pio Undicesimo,
combatté il germanico vanesio
per salvare Chiesa e Cristianesimo.

A Lui m’opposi, povero ignorante,
e nell’errore mi rafforzai in Spagna.
Di corbellerie ne combinai tante.
Contro la Chiesa feci una campagna!

1939-1958
Il quarto fu Papa Eugenio Pacelli,
che prese il nome Pio Dodicesimo.
Pastore nel mondiale “casus belli”.
Lottò contro il nuovo paganesimo.

Clandestin, dalla Chiesa separato,
fui compagno nei difficili tempi
dalle fosse ardeati ne fui salvato
la Vergine m’apparve: “Lascia gli empi!”

1958-1963
Il quinto Angelo Giuseppe Roncalli,
nel millenovecentosessantuno
indisse il Concilio “Ripara falli”.
Nell’ottobre sessantadue, il Raduno.

Fu chiuso il Primo che restò aperto.
Nell’infallibil Dottrina di Fede
Papa Giovanni santamente esperto
Mostrò l’Ovile che in Roma ha Sede.

1963-1978
Il sesto Giovanni Battista Montini
Col nome dell’Apostol, Paolo Sesto.
Continuò il Concilio tra gli spini.
E al mondo il suo pensier fu manifesto.

L’unità dei Cristiani, cosa buona,
chi è uscito può rientrare,
la Chiesa è Madre, salva e perdona
ma eresia ed error devon lasciare.

1978-1978
Settimo il gioioso Albino Luciani
Giovanni Paolo in romana Sede,
non gustò molto il Seggio dei Romani.
Restò Papa poco, con tanta Fede.

Stavo all’udienza. Fece Catechismo,
interrogò i bambini: “Chi è Dio?”
Al Ciel voleva senza accademismi
portare l’anime senza sciupio.

1978...
L’ottavo Karol Wojtyla il “Polacco”
chiamato Giovanni Paolo Secondo,
malgrado l’età mette tutti... in sacco
girando missionario tutto il mondo.

Nel settantacinque, innanzi alla Grotta,
a Lui Cardinale raccolto in preghiera,
parlai della catechistica lotta:
“Odiavo la Chiesa, ora so ch’è vera!”


AVE MARIA PURISSIMA
VERGINE DELLA RIVELAZIONE