Francia: Cattolici ringiovaniti. In rito antico.
Autore: Maurizio Blondet
“Aiuto, torna Gesù!”, titolava giorni fa Libération, il
quotidiano della gauche (editore Rotschild, naturalmente), sentinella sempre
attenta ai possibili disturbi dello status quo. Nessun pericolo in realtà: in
Francia i cattolici sono, come sempre, il 5 per cento della popolazione, una
minoranza assoluta. La novità è che hanno abbandonato i socialisti e la
sinistra, di cui erano i satelliti obbedienti, ed hanno determinato la vittoria
alle primarie di François Fillon. Il candidato di centro destra, filorusso, ha
dichiarato che “la famiglia deve essere al centro delle politiche pubbliche”;
Hollande ha deliberatamente e sistematicamente smantellato le notevoli (ed
efficaci) misure di sostegno alla natalità e alla famiglia: ridotta di un terzo
la durata del congedo maternità, sostanziale cancellazione di una
maggiorazione di pensione per le donne che hanno allevato tre figli o più,
rincaro delle mense scolastiche per famiglie numerose, tagli al sostegno
all’affitto per tali famiglie, abbassamento del tetto per il quoziente
familiare…”Risultato: 19 mila nascite in meno nel 2015”, denuncia Ludovine de
la Rochère.
Insegnante, di famiglia nobile, Ludovine è la presidente della “Manif pour
Tous”, l’organizzazione che è riuscita a portare in piazza fino a 300 mila
persone in varie manifestazioni contro la legge sui “diritti civili” LGBT,
e adozioni gay, opponendosi alla Legge Taubira (la progressista ministra della
giustizia, la loro Cirinnà): una opposizione più forte e organizzata contro
tali “leggi” rispetto al resto d’Europa, a cui hanno partecipato
non-cattolici e laici: dai dirigenti musulmani ad intellettuali d‘alto bordo,
come Jean D’Ormesson , Jean-Francois Mattéi, l’umorista Frigide Barjot…e si sa
quanto contino in Francia gli intellettuali e quanto la gauche ci
tenga ad averli dalla sua.
Il punto è che la protesta, lungi dall’appellarsi a temi
moralistico-confessionali, ha lanciato l’allarme sulla disgregazione della
società che producono le ultime “conquiste” del progressismo della
dissoluzione: un tema politico e nazionale, anzi di sopravvivenza
nazionale, sentito da qualunque francese un po’ colto, specie di fronte alla
realtà della minoranza islamica demograficamente esplosiva, sempre più
radicalmente identitaria, e ostile alla République e ai suoi “valori”
massonico-giacobini. “Bisogna imperativamente cessare di lasciar passare l’una
dopo l’altra le tappe della destrutturazione della società francese col pretesto
che non ci si può fare niente”, ha detto al Figaro Ludovine: “E’ urgente, il
parlamento europeo, per esempio, si appresta a votare uno statuto giuridico
autonomo per i robot!” Lancia un allarme che suscita un’eco molto più
vasta del 5%.
Ciò ha dato inizio ad una disputa intellettuale (poteva mancare?) di qualche
interesse. Jacques Julliard, un intellettuale socialista non anti-clericale,
ha accusato “l’intelligentsia bobo” (borghese-bohemien, i ricchi che in
gioventù sono stati sessantottardi, progressisti nei costumi e conservatori dei
loro interessi: tipico figuro, Bernard Henry Lévy) di aver allontanato i
cattolici dalla sinistra con il loro “ritorno all’anticlericalismo
diciannovesimo secolo”.
Bernard Cazeneuve, primo ministro socialista, ha asserito che le radici
cristiane “rendono la Francia un po’ nauseata”. Vincent Peillon, già ministro
dell’Istruzione, ha dichiarato “il cattolicesimo incompatibile con la laicità,
ben più che l’Islam” (un vero genio).
Julliard, da socialista, riconosce che queste creature di Hollande, col
partito socialista, hanno alienato il “cattolicesimo culturalmente
vivace che sopravvive alla scomparsa delle pratiche
tradizionali”, e che Emmanuel Todd ha chiamato “cattolicesimo-zombie”. Perché
zombie, se è vivace? Perché “per mancanza di dirigenti” un “elettorato cattolico
importante” ha seguito il PS come uno zombi, raccontando a se stesso “la
storia santa di una minoranza avanzata e incompresa, penetrata di spirito
evangelico, che riesce a far numero e imporsi, in una Chiesa da molto tempo
ripiegata su se stessa e chiusa al mondo moderno”. Insomma il modernismo: “i
cattolici sociali che, a forza di essere sociali, han finito per tralasciare di
esser cattolici”. Una perdita reciproca, anzitutto per il PS “non per ragioni
puramente elettorali, ma perché, in questo paese intellettualmente esausto,
accade che le credenze antiche facciano sbocciare le idee nuove”.
Un’ammissione quasi inaudita. Vecchie credenze che generano idee nuove. Che
adesso, esauriti i cattolici sociali (“ormai allo stato di tracce” a sinistra)
vanno, diciamo, a vivificare la “destra”.
Già. Sono pochi, ma senza complessi d’inferiorità Né timori di fronte alla
derisione giacobina. Lo storico Gerard Leclerc, saggista cattolico, non esita a
rivalutare anche la Chiesa “passatista” di Pio IX. “La Chiesa del secolo
decimonono”, scrive in risposta al progressista Julliard che l’aveva
criticata, “non è stata l’istituzione ottusa che si vuol raccontare. E’ stata
all’origine di uno slancio missionario che ha assicurato alla Chiesa d’oggi la
sua dimensione mondiale”.
La Francia potenza missionaria. Da Dehon a
Lefèvre.
Già. Piaccia o no ai modernisti (che la Chiesa l’hanno afflosciata), la
Chiesa “reazionaria” quella del Sillabo e della condannna al modernismo, ebbe
uno slancio missionario che i catto-progressisti nemmeno si sognano. E questo è
vero soprattutto il Francia: dai Padri Bianchi del cardinal Lavigerie al monaco
(ed esploratore del Sahara) padre Foucauld (detto Fratel Carlo di Gesù), dal
grande Leone Dehon fondatore dei dehoniani, dai martiri domenicani del Tonkino
al padre Vénard decapitato ad Hanoi e venerato da Teresa di Lisieux, sono
stati migliaia i francesi che hanno cristianizzato Africa, Oceania, Madagascar,
il Sud Est Asiatico, versando con entusiasmo il loro sangue –e esplorando,
imparando le lingue, traducendo i testi dei paesi e delle culture per le quali
hanno dato la vita: un fenomeno francamente impressionante, a studiarlo. E la
fede che li infiammava era quella “reazionaria” e pretesamente “chiusa al mondo
moderno”, durata fino a Pio XII. E insegnavano la dottrina di quella Chiesa,
di Pio IX e san Pio X, esplicitamente antagonista della “Modernità” liberale,
una missionaria severa e perfino militaresca.
Monsignor Marcel Lefevre, quello che ha rotto a causa del Vaticano II, è
l’esponente tipico ed ultimo di questo slancio missionario: direttore del
seminario di Libreville, poi vescovo di Dakar e vicario apostolico del Senegal,
ha formato generazioni di preti tali, che fra il ’33 e il 47 hanno triplicato
il numero dei cattolici nel Ghana, ha cristianizzato centinaia di migliaia di
africani. Lo scisma antimodernista non poteva nascere che da quella cultura
francese, e da un simile personaggio, missionario – e patriota.
Da lì anche il “cattolicesimo d’affermazione” che oggi, secondo Leclerc,
rinasce e si oppone alla devastazione dei costumi perché è una devastazione
della nazione. Marion Le Pen, la figlia di Marine, professa il suo
cattolicesimo nei talk show senza complessi; rivendica l’origine della sua fede
da “san Luigi [re di Francia] e la cavalleria”, e ovviamente da Giovanna d’Arco,
e non viene schernita da chi l’ascolta; perché, dopotutto, quella è la storia
di Francia, monarchia cattolica per 1200 anni, in qualche modo il più antico
stato nazionale in Europa: e stato nazional-cristiano.
Ma “il cattolicesimo d’affermazione che oggi rinasce non è un ripiegamento
sul passato”, avverte Leclerc.
“La generazione 68, tutta occupata dal proprio godimento egoistico senza
‘ostacoli’ morali, ha imposto per quarant’anni una egemonia del pensiero unico
esistenzialista, dell’uomo-dio”, scrive al Figaro un militante: “i suoi figli si
ribellano … Tra l’essere spirituali o il non-essere, il secolo XXI sta per
scegliere la vita: sarà!”, ha scritto un militante al Figaro. Certo molto
enfatico e ottimista.
Perché certo, i praticanti sono a malapena il 5%. E per trovare una Messa la
domenica, devono mettersi in auto e andare in parrocchie lontane, perché nelle
prime cinque che incontrano la chiesa è chiusa per mancanza di preti. Però il
piccolo gruppo è il solo in Europa, per quanto ne so, a produrre la mappa che
mostro qui:
https://www.google.com/maps/d/viewer?hl=fr&mid=17uFqmlu34b50_lR0i75L3gizEa4&ll=49.16482725304388%2C1.9464216394308096&z=6
Chi va a Messa, va a quella antica
La mappa indica le località dove si tengono Messe in latino secondo il rito
antico. I punti rossi indicano le Messe genericamente “lefevriane”,
potenzialmente scismatiche; ma i punti verdi, assai più numerosi, mostrano le
località dove si celebrano le Messe del tutto ortodosse, secondo il Motu Proprio
Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Evidentemente, la mappa risponde ad una
esigenza pratica. Il parigino in viaggio ha bisogno di sapere se c’è una messa
in latino a Besançon o ad Amiens, e in quale chiesa.
Detto altrimenti: i cattolici in Francia sono pochi; ma quei pochi che vanno
ancora a Messa, cercano la Messa in latino e secondo l’antico rito
pre-conciliare.
La singolarità è ancora più evidente se si guarda la mappa interattiva che i
cattolici francesi hanno messo a punto per l’Europa intera: la “densità” delle
Messe antiche in Francia rispetto alla loro rarità in Italia, Spagna,
Portogallo.
L’Inghilterra ha molte più messe vetus ordo dell’Italia; anche lì
con l’eccezione della “cattolica” Scozia. Si noti anche la densità nella
Germania Occidentale – in vivo contrasto con il “progressismo permissivo”dei
cardinali Kasper e Marx, suggeritori a Bergoglio della manica larga per
quanto riguarda le Comunioni ai risposati, i LGBT, gli immigrati musulmani.
La ricerca dell’antica liturgia è tipica di neoconvertiti. Lo conferma padre
Rougé, parroco a Parigi della chiesa Saint-Ferdinand-des-Ternes, a Le Monde:
“La nuova generazione [di praticanti] è libera di credere o no. Dunque, quando
lo fa, esplode…”. E vuole il latino, il celebrante volto al Tabernacolo, la
Comunione in bocca inginocchiati alla balaustra, non le chitarrine e
canzonette. E’ superfluo dire come questo fenomeno dal basso sia in
controtendenza assoluta con la gerarchia clericale, a cominciare dal Vaticano:
legati alle ‘novità’ progressiste di sessant’anni fa, col consueto ritardo
culturale, si perdono questa novità culturalmente interessante.
Non vedono i segni dei tempi.
Gesù Eucaristico... Dio degli Eserciti
Ti amo e Ti adoro
AMDG et BVM