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Benedetto XVI: il cattolico non può collaborare con tutti
Un Motu proprio del 2012 definiva i termini delle collaborazioni caritative, perché non andassero a detrimento della carità più alta: quella della Verità.
Nella Chiesa oggi per lo più sta valendo il principio che si deve e si può collaborare con tutti.
I discorsi e la prassi di Fr. ce lo dicono a iosa e continuamente.
Però l’11novembre 2012 Benedetto XVI emise un Motu proprio sul servizio della carità nella Chiesa in cui dice tutt’altro. Vi si trova scritto che bisogna evitare che le iniziative diocesane o parrocchiali diano voce ad associazioni o gruppi che, pur presentandosi come finalizzate alla carità, perseguono obiettivi contrari all’insegnamento della Chiesa.
Papa Benedetto dice anche che dovono essere rifiutati finanziamenti ad associazioni caritative cattoliche da parte di soggetti o istituzioni che perseguono fini contrari a quelli della Chiesa cattolica. Stabiliva che il vescovo ha l’obbligo di rendere pubblico a tutti i fedeli il fatto che il tale organismo o la tale associazione che dice di perseguire scopi di carità ma subordinate a finalità incompatibili con la dottrina cristiana non è da reputarsi cattolico e che non può usufruire di questo titolo.
Quante volte capita che siano proprio le diocesi o le parrocchie a dare voce a gruppi o associazioni con finalità incompatibili con la dottrina cattolica?
Quanto spesso realtà diocesane collaborano con entità aventi ideologie contrarie alla religione cattolica e da questa collaborazione si traggono finanziamenti?
Tra i movimenti popolari a cui si è rivolto Fr. in numerosi suoi discorsi molti avevano obiettivi per nulla corrispondenti alla Dottrina sociale della Chiesa ma tutti sono stati appoggiati e spinti ad operare. Capita che associazioni e gruppi cattolici collaborano con altre realtà aggregative per finalità in sé accettabili che però si collocano dentro una visione culturale oppure un’agenda che lascia molto a desiderare. Non è sufficiente che ci sia accordo su un punto del programma se altri punti non soddisfano le esigenze morali e religiose.
Questa Lettera apostolica ha un significato ampio in quanto implicitamente contesta la visione di chi sostiene che il cattolico può collaborare con tutti nella vita sociale e politica. Questa attività è certamente una forma di carità, ma la carità va tenuta insieme alle altre due funzioni proprie della Chiesa, quella liturgica e quella dottrinale di insegnamento della Parola di Dio.
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AMDG et D.V.MARIAE
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