Santo Stefano Protomartire
I corpi dei santi Stefano Protomartire, Gamaliele, Nicodemo e Abibone rimasti nascosti per molto tempo in luogo oscuro e sordido, furono ritrovati presso Gerusalemme dal prete Luciano dietro divina rivelazione sotto l'imperatore Onorio. Gamaliele apparsogli in sogno sotto figura d'un vecchio grave e maestoso, gli mostrò il luogo ove giacevano i corpi, e gli ordinò di andare da Giovanni, vescovo di Gerusalemme, a trattare con lui perché quelle spoglie avessero una sepoltura onorevole.
℣. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.℟. Grazie a Dio.
Il vescovo di Gerusalemme udito ciò, convocò i vescovi e i preti delle città vicine; e recatosi sul luogo, si scavò e si scoprirono le tombe, dalle quali esalava un soavissimo odore. Al rumore dell'avvenimento accorse gran folla, e molti fra essi ch'erano affetti da diverse malattie o deboli, ritornarono guariti alle loro case. Il sacro corpo di san Stefano, depositato colla più gran pompa nella santa chiesa di Sion, fu trasportato sotto Teodosio il giovine a Costantinopoli; e in seguito, sotto il sommo Pontefice Pelagio I, a Roma, nel campo Verano, e riposto nella tomba di san Lorenzo Martire.
℣. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
℟. Grazie a Dio.
℣. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
℟. Grazie a Dio.
Lettura 6
Dal Libro di sant'Agostino Vescovo «Della Città di Dio»
Libro 22, cap. 8, verso la metà
Allorché il vescovo Projetto portò a Tibilis delle reliquie del gloriosissimo Martire Stefano, ci fu un gran concorso di gente al passaggio della sua urna. Fu allora che una donna cieca, avendo pregato d'essere condotta al vescovo che portava le sacre spoglie, presentò dei fiori che aveva seco perché toccassero le sacre reliquie; e, riavutili, se li accostò agli occhi, e tosto riebbe la vista. Con stupore dei presenti, ella si mise a camminare davanti, tutta festante, senza più bisogno di guida. Un'altra urna dello stesso Martire si conserva nel borgo di Sinise, presso il contado d'Ippona, e mentre Lucilio, vescovo del luogo, la portava preceduto e seguito dal popolo, fu subito guarito, in grazia di questo prezioso fardello, da una fistola che lo tormentava già da molto tempo, e ch'era per far aprire da un medico suo amico.
℣. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
℟. Grazie a Dio.
Dal Libro di sant'Agostino Vescovo «Della Città di Dio»
Libro 22, cap. 8, verso la metà
Allorché il vescovo Projetto portò a Tibilis delle reliquie del gloriosissimo Martire Stefano, ci fu un gran concorso di gente al passaggio della sua urna. Fu allora che una donna cieca, avendo pregato d'essere condotta al vescovo che portava le sacre spoglie, presentò dei fiori che aveva seco perché toccassero le sacre reliquie; e, riavutili, se li accostò agli occhi, e tosto riebbe la vista. Con stupore dei presenti, ella si mise a camminare davanti, tutta festante, senza più bisogno di guida. Un'altra urna dello stesso Martire si conserva nel borgo di Sinise, presso il contado d'Ippona, e mentre Lucilio, vescovo del luogo, la portava preceduto e seguito dal popolo, fu subito guarito, in grazia di questo prezioso fardello, da una fistola che lo tormentava già da molto tempo, e ch'era per far aprire da un medico suo amico.
℣. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
℟. Grazie a Dio.
Orazione {dal Proprio dei Santi}De Inventione S. Stephani Protomartyris
℣. O Signore, esaudisci la mia preghiera.
℟. E il mio grido giunga fino a Te.
Preghiamo.
Signore, dacci d'imitare quello che onoriamo: cosicché impariamo ad amare anche i nemici; poiché celebriamo l'Invenzione di colui che anche per i persecutori seppe pregare nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio
Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
℟. Amen
℣. O Signore, esaudisci la mia preghiera.
℟. E il mio grido giunga fino a Te.
Preghiamo.
Signore, dacci d'imitare quello che onoriamo: cosicché impariamo ad amare anche i nemici; poiché celebriamo l'Invenzione di colui che anche per i persecutori seppe pregare nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio
Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
℟. Amen
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