venerdì 26 maggio 2023

Furono tutti pieni di Spirito Santo

 



Don Davide Banzato

Tacciano le parole e parlino le opere

Oggi commentiamo insieme il passo degli Atti degli Apostoli 2,2-4.6: “Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. […] Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua”. Quello che accadde a Gerusalemme è un miracolo unico perché gli apostoli, grazie allo Spirito Santo, parlano a popoli di varie nazionalità che li sentono parlare nella propria lingua.

Viene in mente Genesi 11 quando – a causa della costruzione della Torre di Babele - il Signore confuse la lingua e l’unità si era perduta perché ci si era voluti innalzare cercando di affermare il proprio ego. Nella Pentecoste viene ritrovata l’unità grazie allo Spirito Santo. Questo passo degli Atti degli Apostoli al capitolo viene commentato anche da Sant'Antonio di Padova nei suoi Sermoni: “Gli apostoli «cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro il potere di esprimersi» (At 2, 4). Beato chi parla secondo lo Spirito e non secondo l'inclinazione del proprio animo”.

Per Antonio molto spesso parliamo secondo il nostro spirito, non buono, rubiamo le parole degli altri e le propaliamo come nostre. Oppure parliamo e basta e a parole non si convince nessuno. Ci sono tanti profeti menzogneri, millantatori, parolai. Chi parla col cuore, chi parla e ama ed è coerente tra ciò che dice e vive, tocca il cuore delle persone.

Parliamo quindi secondo lo Spirito Santo, secondo la lingua dell’Amore, con umiltà, e davvero si realizzerà ogni giorno una nuova Pentecoste, illuminando la vita di chiunque incontriamo.

Sant’Antonio aggiunge: “La predica è efficace, ha una sua eloquenza, quando parlano le opere. Cessino, ve ne prego, le parole, parlino le opere. Purtroppo siamo ricchi di parole e vuoti di opere”. Parlino dunque le opere grazie allo Spirito Santo. Purtroppo, siamo ricchi di parole e a volte sono parole vuote e quante volte ci capita di perdere tempo dietro al gossip, dietro ai social, ai commenti e a parole che feriscono inutilmente? E per questo Sant'Antonio, commentando questo brano, afferma: “Beato chi parla secondo lo Spirito e non secondo l'inclinazione del proprio animo”. Esiste un linguaggio che è quello del proprio animo, del proprio ego e che può portarci alla divisione, a non capirci, all'incomprensione, al non ascolto, pur essendo nell'epoca della comunicazione.

Invece esiste un linguaggio dello Spirito che ci porta come gli Apostoli a parlare e ad essere capiti, ascoltati e amati, perché quando ci sentiamo capiti ci sentiamo veramente amati. Forse allora potremmo dire che lo Spirito Santo, che è Amoreci può donare quell'unico linguaggio, quella lingua dell’Amore che è comprensibile al di là di ogni barriera culturale e geografica. Facciamo nostre le parole di Sant'Antonio: Tacciano le parole, parlino le opere! Questa lingua, che è proprio dell'amore dello Spirito Santo, non può essere autentica se non si incarna in opere concrete di carità e amore nella vita di tutti i giorni.

AMDG et D.V.MARIAE

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