Paolo, istitutore e maestro degli eremiti, nacque nella Tebaide Inferiore. Infierendo la persecuzione di Decio e Valeriano, si ritirò nella grotta di un eremo, dove una palma gli forniva il vitto e il vestito.
Visse santamente fino a 113 anni.
Nei suoi ultimi anni fu visitato dal novantenne Antonio. Paolo lo ricevette assai amorevolmente e, giunti a tarda notte in santi discorsi, lo informò della propria morte ormai vicina, e insieme lo esortò di andare a prendere il pallio, che aveva ricevuto da Atanasio, per avvolgere il suo corpo.
Antonio eseguì questo incarico e durante il viaggio di ritorno, vide l'anima di Paolo salire al cielo: trovò infatti il suo corpo nella cella in atteggiamento di preghiera.
Addoloratissimo, cantati gli inni di uso, lo avvolse nel pallio, ma non avendo niente per scavare la terra, ecco due leoni venire dalla parte più interna del deserto e scavare una fossa capace di contenere un uomo.
Allora Antonio, dopo aver sepolto il corpo e composto il tumulo, se ne andò portando con sé la tunica di Paolo intessuta di foglie di palma: e finché visse, indossò questa veste, nei giorni solenni di Pasqua e di Pentecoste.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
Dio, che ci rallegri colla annuale solennità del tuo beato Confessore Paolo: concedi benigno, che, come ne celebriamo il natale, così ne imitiamo anche le azioni.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
AMDG et DVM
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