domenica 13 marzo 2016

Nell'anniversario...


LA PROFEZIA DEI PAPI



Non sappiamo a quando risalga con esattezza e da chi sia stata realmente scritta la famosa "Profezia dei Papi", nota anche come Profezia di San Malachia, in quanto attribuita al monaco cistercense irlandese Malachia, che l'avrebbe scritta in epoca medioevale (intorno al 1140), ma è certo che è stata pubblicata per la prima volta nel 1595 dal benedettino Arnold Wion nel suo libro Lignum vitae

Il Santo irlandese Malachia nella Profezia indica una lista - che avrebbe visto in sogno - dei Papi che sisarebbero succeduti a partire dal 1143 fino alla fine dei giorni. Ma non li indica con nome e cognome, bensì con 111 brevi motti in latino corrispondenti ad altrettanti Papi, mentre sotto il 111° motto vi è un'inquietante frase: "In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen."


La traduzione in italiano di quest'importante frase è la seguente: "Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia".


Analizzeremo nella sezione sulla Fine del mondol'interpretazione di tale frase. Di seguito ci limiteremo a mostrare l'impressionante aderenza tra i motti e (in particolare) gli ultimi 11 Papi; ma anticipiamo che, quasi certamente, il 111° motto e la frase finale si riferiscono al medesimo Papa: per cui Benedetto XVI sarebbe l'ultimo Papa della Storia, dopodiché ci sarebbe il "giudizio di Dio".


Ecco i motti corrispondenti ai Papi più recenti (subito dopo la lista troverete anche quello del 111° Papa, cioè Benedetto XVI):

110°) Giovanni Paolo II (1978-2005) - Motto "De labore solis"

Il motto attribuito a Papa Wojtyla (n. 18/5/1920 m. 2/4/2005), “della fatica del Sole”, è un chiaro riferimento al fatto che egli nacque del giorno di un'eclisse solare, e che anche il suo "addio" ha coinciso con un'eclisse, una doppia circostanza estremamente rara.

109°) Giovanni Paolo I (1978) - Motto "De medietate lunae"

La Profezia di San Malachia (“della metà della luna”) sembra aver previsto in modo impressionante, anche nel caso di Papa Luciani (n. 17/10/1912 m. 28/9/1978), il fatto che il suo brevissimo pontificato (che durò appena 33 giorni) iniziò e terminò quando la Luna era visibile esattamente a metà. Più calzante di così...

108°) Paolo VI (1963-1978) - Motto "Flos florum"

Papa Montini (n. 26/9/1897 m. 6/8/1978) era il “fiore dei fiori”, e infatti la famiglia Montini aveva tre gigli nel proprio stemma. Un altro tipico genere di motto (azzeccato) della Profezia dei Papi.

107°) Giovanni XXIII (1958-1963) - Motto "Pastor et Nauta" 

Egli (n. 25/11/1881 m. 3/6/1963) fu patriarca di Venezia prima di diventare Papa, donde “pastore e marinaio”. Senza dubbio uno dei tanti motti che risultano molto aderenti al personaggio.

106°) Pio XII (1939-1958) - Motto "Pastor Angelicus"

Questo Papa (n. 2/3/1876 m. 9/10/1958) di grandissima spiritualità riconobbe in alcune encicliche, come guida più sicura per la dottrina cattolica, la filosofia di San Tommaso d'Aquino, tradizionalmente noto come "Il dottore angelico". Donde, forse, "Pastore angelico".

105°) Pio XI (1922-1939) - Motto "Fides intrepida

Egli (n. 31/5/1857 m. 10/2/1939) sfidò senza paura Stalin, Mussolini, e Hitler, subendo, come mostrano documenti vaticani pubblicati di recente, fortissime pressioni da questi ultimi due. Nel '37 pubblicò l'enciclica Mit Brennender Sorge per denunciare il razzismo e l'antisemitismo nazista. Dunque è azzeccato "Fede intrepida". 

104°) Benedetto XV (1914 -1922) - Motto "Religio depopulata
Papa (n. 21/11/1854 m. 22/1/1922) durante i massacri della Grande Guerra e l'epidemia della "spagnola", eventi che provocarono la morte di milioni di Cristiani, e nel 1917 vide l'inizio della Rivoluzione russa che portò alla fine della vita religiosa in questo Paese in precedenza cristiano. Donde il motto di "religione spopolata". 


103°) Pio X (1903-1914) - Motto "Ignis Ardens"
Questo Papa (n. 2/6/1835 m. 20/8/1914) fu probabilmente il più zelante propagandista del suo tempo e i suoi sforzi furono diretti al promuovere la pietà e la fede. "Fuoco ardente" descrive benissimo Pio X, il cui impegno zelante fu volto alla rinascita spirituale della Chiesa. 

102°) Leone XIII (1878-1903) - Motto "Lumen in coelo" 
L'ultimo Papa del XIX secolo (n. 2/3/1810 m. 20/7/1903) era "una luce nel cielo", e infatti il simbolo della sua casata, quella dei Pecci, era una cometa. Si noti che nel suo motto non viene usata la parola "astro" perché già usata in un motto analogo precedente.

101°) Pio IX (1846-1878) - Motto "Crux de cruce"
Il Papa del Risorgimento (n. 13/5/1792, m. 7/2/1878), che dai Savoia subì vessazioni e sequestri, era "La croce (dunque, la sofferenza) che viene dalla croce": e una grande croce bianca in campo rosso è lo stemma, appunto, dei Savoia.

100°) Gregorio XVI (1831-1846) - Motto "De Balneis Etruriae" 

Papa Gregorio XVI (n. 18/9/1765, m. 1/6/1846) iniziò la sua vita religiosa nell'ordine dei Camaldolesi, che fu fondato nel Tredicesimo secolo in Etruria, in una località chiamata in latino "balneum". 



Naturalmente, non è teoricamente corretto cercare di interpretare il motto di Papa Benedetto XVI in questo momento, poiché alcuni altri motti della lista possono esssere compresi solo al termine del pontificato. Comunque, per soddisfare la curiosità:

111°) Benedetto XVI (2005-regnante) - Motto " Gloria olivae "

Il motto di Papa Ratzinger (n. 16/4/1927), "la gloria dell'olivo", sembra un chiaro riferimento al nome Benedetto, poiché i membri dell'ordine benedettino sono anche noti come gli Olivetani, il cui stemma è proprio un ramo d'olivo. Ma, soprattutto, egli è nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo Pasquale, e tutto il periodo è notoriamente sotto il segno dell'ulivo. 

Se a tutte queste ragioni aggiungiamo ciò che dice Cornelio A Lapide in Apocalisse XI,4 il discorso è completo. Egli scrive: L'Ulivo (l'Oliva) è simbolo della santità e dei Santi; difatti: 

*l'ulivo è legno solido, non patisce carie, venti o vecchiaia: e diventa simbolo di vittoria, felicità ed eternità. Nell'antichità atleti e pugili si preparavano alla lotta ungendosi d'olio, divenuto perciò simbolo di lotta e combattimento. E più degli atleti i Santi son  chiamati ad una assidua lotta e fortezza per  raggiungere costanza e vittoria.
*Poi l'oliva è altresì simbolo di misericordia virtù propria dei Santi, dicendo Salomone: "Il giusto si prende cura del suo bestiame, ma i sentimenti degli empi sono spietati" (Proverbi 12, 10). Perciò un santo vescovo fa notare che le sante ossa che trasudano olio appartennero a santi che furono grandemente misericordiosi e pii (come santa Caterina, san Nicola, santa Walburga, san Wilibaldi e più recentemente san Chárbel Makhlouf ecc...); perché l'olio è simbolo di misericordia e pietà; e come l'hanno esercitata in vita così non cessano di esercitarla dopo morte curando con quest'olio miseri e infermi. Furono uomini di misericordia e ancor più ampiamente lo sono dal cielo.
*Ci sono poi altre tre ragioni: che lo fanno simbolo di pace (vedi colomba e arca di Noè), di tranquillità e di mitezza; le sue foglie perenni e la pinguedine sono la virtù e la bellezza dei Santi, la bellezza dello spirito e della grazia di cui hanno goduto; la presenza dell'ulivo nei campi accresce l'abbondanza dei frutti della terra ecc.

Gloria Olivae  senza dubbio è uno dei motti più belli.



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L'AVVOCATO DEL DIAVOLO...
Ecco le possibili obiezioni di uno scettico e il perché non reggono...


1) I motti, in fondo, si potrebbero adattare a qualsiasi Papa...


No. Questo è vero solo per alcuni motti, mentre per gli altri l'aderenza è decisamente impressionante. Alcuni motti della Profezia contengono indicazioni assai precise, perché spesso riferite all’origine geografica o allo stemma della casata del pontefice, oppure a eventi storici o astronomici. Degli 11 motti qui elencati, il 100° (De balneis Etruriae), il 101° (Crux de cruce), il 104° (Religio depopulata), il 105° (Fides intrepida), il 107° (Pastor et nauta), il 109° (De medietate lunae) e il 110° (De labore Solis), vale a dire ben 7 su 11, si adattano in maniera sostanzialmente perfetta al Papa corrispondente. Del resto, se questi motti fossero delle frasi "jolly" tipo oroscopo, dovrebbero essere adattabili altrettanto bene a qualsiasi Papa: voi ci riuscite?



2) Guardando per curiosità sul web, ho letto su molti siti Internet che la "Profezia dei Papi" di San Malachia è un "falso".

Su Internet ci sono fiumi immensi di parole spese per soffermarsi su aspetti assolutamente IRRILEVANTI della questione, come: (1) il fatto se la Profezia dei Papi sia stata scritta o meno da San Malachia; (2) se sia stata scritta nel 1100 piuttosto che nel 1590. La cosa veramente assurda è che si consideri la profezia non degna di considerazione solo perché probabilmente è "falsa", nel senso che probabilmente non è stata scritta da San Malachia e nel 1100. Infatti, attenzione! La profezia, chiunque l'abbia scritta, e in qualsiasi data l'abbia fatto, è comunqueun documento che è storicamente provato essere non posteriore al 1590, ed è questo ciò che conta! In effetti, la profezia di San Malachia sarebbe rimasta sepolta negli Archivi Romani fino alla sua scoperta, che avvenne nel 1590. Il testo iniziò a circolare nel 1595 con il nome di Prophetia de summis pontificibus, in quanto la Profezia venne pubblicata per la prima volta proprio quell'anno dal benedettino Arnold Wion nel suo libro Lignum vitae. Ma il fatto che nei quattro secoli precedenti nessuno ne parli, compreso San Bernardo, che scrisse la Vita di San Malachia, lascia pensare che il documento non sia stato scritto da San Malachia, bensì da qualcun altro, probabilmente nel '400 o nel '500. 



3) Secondo alcuni siti Internet, la profezia di San Malachia non sarebbe da prendere sul serio perché vi è una leggera differenza tra i motti anteriori al 1590 (perfettamente aderenti) e quelli successivi (molti dei quali un po' meno aderenti, rispetto ai precedenti).


Anche questo è un falso problema. Analizzare i motti di Papi da noi storicamente molto lontani nel tempo significa concentrarsi sulla parte in un certo senso "sbagliata" - o come minimo meno rilevante - della Profezia, perché quella importante è senza dubbio quella che riguarda gli ultimi 10-20 Papi e la sua frase finale. Quindi dire che la Profezia non è da prendere sul serio perché in alcune parti i motti non sono aderenti quanto i più recenti (o i più antichi) è un po' come se uno sostenesse che il DNA non è la molecola della vita solo perché la maggior parte del DNA (per esempio, le profezie anteriori al 1590) non codifica nulla (cioè è "DNA spazzatura", come in effetti è): un modo di ragionare di questo tipo è, evidentemente, assurdo. Quel che conta è l'analisi - che ognuno può fare per gli ultimi Papi - dei motti recenti, che mostrano un'aderenza davvero STUPEFACENTE (per non dire perfetta).

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