martedì 2 maggio 2017

NUTRIAMOCENE! Perché non di solo pane vive l'uomo!



 Nella Messa di sant'Atanasio ci sono le seguenti letture
Lectio 
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Corínthios.
2 Cor 4, 5-14.


Fratres: Non nosmetípsos prædicámus, sed Iesum Christum, Dóminum nostrum: 
nos autem servos vestros per Iesum: 
quóniam Deus, qui dixit de ténebris lucem splendéscere, ipse illúxit in córdibus nostris ad illuminatiónem sciéntiæ claritátis Dei, in fácie Christi Iesu. 
Habémus autem thesáurum istum in vasis fictílibus: 
ut sublímitas sit virtútis Dei, et non ex nobis. 

In ómnibus tribulatiónem pátimur, sed non angustiámur: 
aporiámur, sed non destitúimur: 
persecutiónem pátimur, sed non derelínquimur: deiícimur, sed non perímus: 
semper mortificatiónem Iesu in córpore nostro circumferéntes, ut et vita Iesu manifestétur in corpóribus nostris. 
Semper enim nos, qui vívimus, in mortem trádimur propter Iesum: 
ut et vita Iesu manifestétur in carne nostra mortáli. 
Ergo mors in nobis operátur, vita autem in vobis. Habéntes autem eúndem spíritum fidei, sicut scriptum est: 
"Crédidi, propter quod locútus sum": et nos crédimus, propter quod et lóquimur: 
sciéntes, quóniam qui suscitávit Iesum, et nos cum Iesu suscitábit et constítuet vobíscum.

R. Deo gratias.

Epistola 
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinti.
2 Cor 4, 5-14.


Fratelli: Noi non predichiamo noi stessi, ma Gesù Cristo Signor nostro: noi siamo i vostri servitori per amore di Gesù. 
Infatti, quel Dio che disse «dalle tenebre splenda la luce», egli stesso rifulse nei nostri cuori, affinché fosse chiara la cognizione della gloria di Dio nella persona di Gesù Cristo. 
Ora noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta: perché si veda che la potenza viene da Dio, e non da noi. 

Siamo tribolati per ogni verso, ma non oppressi: nell'ansia, ma non nella disperazione; 
siamo perseguitati, ma non abbandonati: 
siamo abbattuti, ma non avviliti; 
portando sempre nel nostro corpo la morte di Gesù affinché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. 
Poiché di continuo, pur vivendo, siamo esposti alla morte per amore di Gesù; 
affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. 
Per conseguenza, la morte opera in noi, mentre in voi cresce la vita. 
Ma animati dal medesimo spirito di fede espresso nelle parole: «Ho creduto, per questo ho parlato», noi pur crediamo e per questo parliamo sapendo che colui il quale risuscitò Gesù, anche noi risusciterà con Lui, e ci farà con voi comparire davanti a Lui.

R. Grazie a Dio.

Seguito  del Santo Vangelo secondo Matteo.
R. Gloria a Te, o Signore!
Matt 10, 23-28
In quel tempo disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando vi perseguiteranno in questa città, fuggite in un'altra. In verità vi dico: non avrete finito di percorrere tutte le città d'Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo. Il discepolo non è da più del maestro, né il servo da più del padrone. Basta al discepolo essere come il maestro, e al servo come il padrone. Se hanno chiamato Beelzebub il padrone di casa, tanto più i suoi servi. Non li temete dunque. Nulla v'è di nascosto che non s'abbia da rivelare e niente di segreto che non s'abbia a sapere. Quel che vi dico nelle tenebre, voi ditelo in piena luce, e quello che vi è sussurrato nell'orecchio predicatelo sui tetti. E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può mandare in perdizione anima e corpo nell'inferno».


R. Lode a Te, o Cristo. 

Lettura 3
Sant'Atanasio, vescovo di Alessandria, fu un energico difensore della religione cattolica. Ancora diacono, confutò al concilio di Nicea l'empietà di Ario, attirandosi così l'odio degli ariani che da allora non desistettero più dal muovergli insidie. Condannato all'esilio, si recò a Tréviri in Francia. Sopportando indicibili sofferenze, andò peregrino, spesso cacciato dalla sua chiesa, spesso anche ad essa restituito per ordine del romano pontefice Giulio e dei concili di Sardi e di Gerusalemme, sempre perseguitato dall'ostilità degli ariani. Finalmente, liberato miracolosamente da tanti e così gravi pericoli, morì ad Alessandria sotto l'imperatore Valente. La sua vita e la sua morte furono rese illustri da grandi miracoli. Scrisse molte opere con pietà e con grande chiarezza per illustrare la fede cattolica. Resse in modo encomiabile la Chiesa di Alessandria per 46 anni tra le più diverse vicissitudini.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.


Preghiamo
Signore, esaudisci le nostre preghiere, che ti rivolgiamo nella solennità del tuo beato Confessore e Vescovo Atanasio: e come egli meritò di servirti degnamente, così, per intercessione de' suoi meriti, assolvici da tutti i peccati 
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.

JHS
MARIA!

SANCTUS e CANONE

LA S. MESSA spiegata da san Vincenzo Ferrer


12. – La 12ma opera che realizzò il nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo fu che non solamente mostrava con le sue opere quel che predicava, bensì anche confermava la sua dottrina con miracoli che nessuno, che non fosse Dio, poteva fare. 
E questo lo realizzava principalmente come Signore. 
Ai ciechi dava la luce; i paralitici, mal ridotti a pelle e ossa, ringiovanivano; ai sordi ridonava l’udito; i muti parlavano e i morti risuscitavano (Mt. 11, 5).
      Tutto ciò lo ripresenta nella Messa il sacerdote quando dice: “Santo, Santo, Santo è il Signore Dio delle schiere celesti”, ecc. Tre volte dice Santo per mostrare che i miracoli che Gesù Cristo faceva non li realizzava per virtù umana bensì in virtù delle tre divine persone Padre, Figlio e Spirito Santo, un solo Dio. 
Dice poi l’ “Osanna” – che è come dire: “salvaci!” – per mostrare che Gesù Cristo faceva i miracoli, e li faceva per la nostra salvezza.


13. – L’opera 13ma che il nostro Salvatore Gesù Cristo realizzò in questo mondo – dopo aver perfettamente predicato ed essersi mostrato chiaramente per quel che era e aver completato in modo eccellente la sua opera evangelizzatrice durata quasi quattro anni completi, e confermata con le sue opere, con miracoli –  vedendo vicino il tempo della sua passione si riunì per cenare con i suoi discepoli e lì in segreto tenne loro un gran sermone che nessun evangelista riferisce se non il solo san Giovanni e questo sermone va dal capitolo 13 non completo fino al capitolo  17.


      Questo si ripresenta nella santa Messa quando il sacerdote dice il Cànone segretamente  e lo dice talmente in segreto che nessuno lo ode fuorché quanti sono con lui, ossia il diacono e il suddiacono. 
Perché quel sermone che tenne Gesù nell’altare della Cena fu anche segreto, giacché nessuno l’udì tranne i seduti a mensa con Lui, cioè, gli Apostoli.

JHS
MARIA!

SIGNUM MAGNUM 2

2. Meraviglie del Cuore fisico di Maria



Prerogative del Cuore di Maria

Come non v'è nulla in Gesù che non sia grande ed ammirevole, così non c'è niente nella madre di Dio che non sia grandezza e meraviglia.

Tutto ciò che è umanità sacra di Gesù è deificato ed elevato ad una dignità infinita per l'unione con la sua divinità. Tutto ciò che è in Maria è nobilitato, santificato a un punto inconcepibile, a causa della sua divina maternità.

Non v'è parte del sacro corpo di Gesù che non sia degno dell'ammirazione eterna degli uomini e degli Angeli. Non c'è nulla nel corpo verginale di Maria che non sia meritevole delle lodi immortali di tutte le creature. Ma il suo cuore ha diritto ad un particolare onore per le sue meravigliose prerogative:

1) Esso è il principio della vita di questa Divina Madre e di tutte le funzioni della sua vita corporale e sensibile: origine della vita di colei che ha dato vita al Figlio di Dio;
2) Altra prerogativa di questo Cuore è d'aver preparato e donato il sangue verginale di cui fu formato il corpo santissimo dell'UomoDio;
3) La terza è d'essere stato il principio della vita umana di Gesù Bambino, durante la dimora nascosta ch'Egli fece nel seno della madre sua. Come di ogni madre, si può dire che la vita e il cuore di Maria era la vita e il cuore di Gesù.

PREGHIERA. O Cuore incomparabile della Madre d'Amore, da cui il Re dei vivi e dei morti ha voluto far dipendere la sua vita per ben nove mesi! O Cuore regale che non avevi che una stessa vita con colui che è la vita dell'Eterno Padre e la sorgente d'ogni vita! O Cuore ammirabile, principio delle due vite più nobili e preziose; della vita santissima della Madre di Dio e della vita umanamente divina, divinamente umana d'un UomoDio; chi mai ti venererà, ti amerà, ti loderà abbastanza?

4) La quarta prerogativa è indicata da queste parole della Cantica:
«Il nostro letto è tutto ricoperto di fiori profumati» (Ct I, 15). Qual è questo letto, se non il cuore purissimo di Maria, sul quale il Bambino Gesù ebbe a riposare dolcemente? Fu privilegio grande del discepolo prediletto l'aver riposato una volta sola sul petto adorabile del maestro.
Ma nasconde quante volte il Divin Salvatore non ha preso riposo sul cuore verginale della sua mamma! Quale abbondanza di lumi, di grazie, di benedizioni non ha riversato Gesù su quel cuore sempre perfettamente disposto a ricevere le divine influenze, in quel cuore ch'Egli amò più di tutti gli altri cuori, e dal quale fu riamato più che dagli stessi Serafini!

O mio salvatore, io sento la tua voce ripetere ad ogni anima fedele di metterti come sigillo sul proprio cuore (Ct VIII, 6). è quello che la tua santa madre ha fatto eccellentemente, portando stampata sul suo cuore l'immagine viva della tua vita e di tutte le tue virtù.

E non contento di ciò, tu stesso hai voluto metterti come suggello sul cuore suo per chiuderlo a tutto quello che non è Gesù, per rendertene unico e sovrano padrone. Tu ti sei impresso da te sul suo Cuore materno, in modo degno di Te e di Lei.

5) Quinta prerogativa: esso fu l'altare su cui s'è compiuto il grande e continuo sacrificio di tutte le passioni naturali aventi radice nel Cuore.

Esse sono le 5 passioni dell'appetito irascibile: la speranza, la diffidenza; l'ardire, il timore e la collera e le 6 della parte concupiscibile: l'amore, l'odio, il desiderio, la fuga, la gioia, la tristezza.
Dopo che l'uomo s'è fatto ribelle a Dio, le passioni si sono rivoltate contro di Lui, sicché invece di essere totalmente soggette alla volontà, se ne fanno una schiava.

Il cuore di Maria e le passioni

Non così le passioni del cuore di Maria; esse sono sempre state soggette interamente alla ragione ed alla divina volontà, che di continuo regnò sovrana su tutto il suo essere.
Come queste stesse passioni sono state deificate nel cuore di Gesù, così sono state santificate in eccellentissima maniera nel Cuore della sua SS. Madre.
Tutto l'amore umano del suo cuore è consumato e trasformato in un amore divino che non ha altro oggetto se non Dio.
Tutto l'odio umano e naturale vi è distrutto e trasformato in un odio soprannaturale e divino, che non riguarda altro se non il peccato e tutto ciò che al peccato può condurre.
Tutti i desideri di qualsiasi cosa sono annientati e convertiti in un semplice e purissimo desiderio di compiere in tutto e per tutto la divina volontà.
Tutta l'avversione che l'amor proprio, la sensualità, l'orgoglio umano sentono, ad es., per le umiliazioni, le mortificazioni, le privazioni delle comodità della vita presente, tutto ciò resta annientato e trasformato in una santa avversione ed in un'accurata fuga di tutte le occasioni di spiacere a Dio. Lo stesso dicasi degli onori, delle lodi, delle soddisfazioni sensuali e di tutto quello che può contentare l'ambizione, l'amor proprio e la propria volontà.
Tutte le vane gioie di questo mondo, vi sono morte e trasformate in una santa gioia di tutto quello che è secondo il beneplacito di Dio.
Tutta la tristezza procedente da quanto è contrario alla natura e ai sensi vi è soffocata e cambiata in una tristezza salutare, per la sola offesa di Dio.
Tutte le speranze, le pretese di ricchezze, di piaceri, di onori della terra, tutta la confidenza in se stessi e nelle cose create, nel Cuore di Maria, vengono interamente trasformate nella sola speranza del bene eterno e nella confidenza unica nella divina bontà.
Tutta la diffidenza circa l'onnipotenza di Dio, la sua bontà, la veracità delle sue parole, la fedeltà alle sue promesse, vi è totalmente distrutta e trasformata in una grande diffidenza di sé e di tutto quello che non è Dio. Il che fece sì che la Vergine fedelissima non s'appoggiasse mai su se stessa, né su alcuna cosa creata, ma sempre sulla sola potenza e misericordia di Dio.
Tutto l'ardire, il coraggio nell'intraprendere cose riguardanti il mondo, anche buone, ma non ispirate da Lui, son convertiti in forza divina che porta la prediletta di Dio a combattere generosamente ed a vincere tutte le difficoltà che si oppongono al compimento di quanto Dio le domanda.
Tutto il timore della povertà, dei dolori, delle umiliazioni, della morte e di tutti gli altri mali che mantengono in apprensione l'uomo materiale, come pure il timore mercenario e servile di Dio, vi è soffocato e cambiato nel solo timore amoroso e filiale di dispiacere, anche solo per poco, a Dio.
Tutta la collera e l'indignazione riguardo a qualche creatura vi è trasformata in una giustissima, divina collera contro ogni sorta di peccato, che lo mantiene nella disposizione di venir sacrificato mille volte pur di distruggere il minimo peccato, se il suo sacrificio tornasse gradito a Dio. 

Così l'amore divino, sacrifica all'adorabile Trinità, sull'altare del Cuore di Maria tutte le sue passioni. E questo sacrificio si compì fin dal primo momento di sua vita, e continuò sino al suo ultimo respiro, con un continuo crescendo d'amore e di santità.


Risolvi: Farò un esame accurato se le mie passioni sono in me domate o ribelli. Ad imitazione di Maria moltiplicherò gli atti contrari ad esse per rendermene padrone e poterle quindi sottomettere a Dio.


AVE MARIA PURISSIMA!

lunedì 1 maggio 2017

Signum Magnum

Che cos'è il Cuore di Maria

1 Il Cuore di Maria ammirabile e incomprensibile abisso di meraviglie

Gesù nostro modello nell'amore a Maria. Gesù, Figlio unico di Dio, Figlio pure di Maria SS., ha voluto scegliere tra tutte le creature questa Vergine incomparabile per madre.
Nella sua bontà infinita volle poi donarla a noi quale Regina, Madre e Rifugio in tutte le necessità della vita, e attende che noi l'amiamo com'Egli l'ama, la onoriamo com'Egli l'onora.
Ha esaltata e onorata sua Madre al di sopra di tutti gli uomini e di tutti gli Angeli, e vuole che noi pure abbiamo per Lei più amore e più venerazione, che non per tutti gli Angeli e per tutti gli uomini insieme.
Egli è il nostro capo, noi siamo le sue membra; conseguentemente noi dobbiamo essere animati dallo stesso suo spirito, condividere le stesse sue inclinazioni e continuare in terra la sua vita, con l'esercizio delle virtù da Lui praticate.
Egli vuole perciò che la nostra devozione alla sua SS. Madre sia la continuazione della sua; ossia che noi abbiamo gli stessi sentimenti di rispetto, di sottomissione, di amore che Egli nutre per Lei. Maria SS. ha sempre occupato il primo posto nel Cuore di Gesù; fu e sempre sarà il primo oggetto del suo amore, dopo l'Eterno Padre. Perciò Gesù vuole che, dopo Dio, Ella occupi il primo posto anche nel nostro cuore.

Ma non si può amare ciò che non si conosce, perciò Gesù ci vuole svelare fin da quaggiù, per mezzo della S. Scrittura, qualcosa della grandezza di Maria, riservandosi di farci conoscere il resto, che è il più, in Cielo.
Uno degli oracoli divini che contiene come in riassunto tutto ciò che si può dire di Maria è quello del cap. XII dell'«Apocalisse»: «Signum magnum apparuit in coelo: Un meraviglioso prodigio apparve in cielo: una Donna rivestita di sole, con sotto i piedi la luna e in capo una corona di dodici stelle».
Chi è questa Donna? Qual è questo grande prodigio?
S. Epifanio, S. Agostino, S. Bernardo e parecchi altri Dottori concordano nell'affermare che si tratta di Maria.
Apparve in cielo, perché è venuta dal cielo, di cui è Imperatrice, gloria, gioia; poiché nulla è in Lei che non sia celeste.
è rivestita dell'Eterno Sole e di tutte le perfezioni della divina Essenza, da cui è talmente penetrata da restare tutta trasformata nella santità di Dio.
Ha la luna sotto i piedi per dimostrare che tutto il mondo è soggetto a Lei, non avendo al di sopra che Dio, e che a Lei è dato un dominio assoluto su tutto il creato.
è coronata di dodici stelle per indicare le virtù che splendono sovrane in Lei, e tutti i misteri della sua vita. Ella supera tutti i Santi, stelle di varia grandezza, che formano la di Lei corona e gloria.

Cuore ammirabile. Perché mai lo Spirito Santo la chiama «Signum magnum»? Per farci conoscere che Ella è tutta miracolosa e per farne oggetto di rapimento per gli Angeli e per gli uomini.
Allo stesso scopo lo Spirito Santo fece cantare in suo onore, in tutto l'universo, per bocca di tutti i fedeli, questo elogio: «Mater admirabilis»! O Madre ammirabile, con quanta ragione portate questo nome!
Però quel che è più ammirabile in Maria è il suo Cuore verginale. Esso è tutto un mondo di meraviglie, un oceano di prodigi, un abisso di miracoli. è il principio e la sorgente di tutte le cose più rare e più straordinarie che emergono in questa gloriosa Principessa.
Maria è ammirabile nella sua maternità, perché essere Madre di Dio dice S. Bernardino è il miracolo dei miracoli «miraculum miraculorum»; ma è vero altresì che il suo Cuore augusto è un Cuore ammirabile, perché è il principio della sua divina maternità e di tutte le meraviglie che l'accompagnano.
O Cuore ammirabile della Madre incomparabile, che tutte le creature dell'universo siano altrettanti cuori che vi ammirino, vi amino, vi glorifichino eternamente innamorati!
Gli Angeli, osservando la loro e la nostra Regina, nel momento della sua Immacolata Concezione, vedendola così piena di grazia, di bellezza, sentirono per Lei tale un trasporto da esclamare meravigliando: «Chi è costei che pare elevarsi come l'aurora, bella come la luna, splendente come il sole, terribile come un esercito schierato in battaglia?».
E quali saranno ora i loro trasporti, le loro estasi al vedere in cielo le singolari meraviglie passate nel Cuore verginale di Maria SS. dal primo istante della sua vita terrena, fino al suo ultimo respiro!
La Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, celebra sulla terra, e sempre celebrerà in cielo, le numerose feste ad onore di questa o quella azione particolare compiuta dalla Madre di Dio; ma quali onori e lodi, non merita il Cuore di Maria SS. che per tanti anni produsse innumerevoli sublimi atti di fede, di speranza, di carità, d'umiltà, d'obbedienza, d'ogni virtù, in una parola, e che è principio e sorgente di tutti i santi pensieri, affetti, parole, azioni di tutta la sua vita?
Chi mai potrà comprendere le ricchezze inestimabili, le rarità prodigiose del Cuore di Maria?
Si tratta d'un mare di grazia che non ha né fondo né rive.

Solo Gesù conosce Maria. O madre mia divina, è il vostro Gesù che vi fece oceano! Lui solo conosce i tesori infiniti che ha nascosto in voi. Lui solo è capace di calcolare le perfezioni immense di cui vi ha arricchita, quale capolavoro della sua onnipotente bontà!

Risolvi di studiare quest'ammirabile capolavoro di Dio per più degnamente onorarlo e più intensamente amarlo.
San Juan Eudes

AVE MARIA PURISSIMA!

SAN GIUSEPPE LAVORATORE SPOSO DELLA BEATA SEMPRE VERGINE MARIA

Fac nos innócuam, Joseph, decúrrere vitam: 
sitque tuo semper tuta patrocínio. Allelúja.

Die 1 Maji

SANCTI JOSEPH OPIFICIS

SPONSI

BEATAE MARIAE VIRGINIS

Confessoris


Duplex I classis



Introitus Sap. 10, 17
SAPIÉNTIA réddidit justis mercédem labórum suórum, et dedúxit illos in via mirábili, et fuit illis in velaménto diéi et in luce stellárum per noctem, allelúja, allelúja. Ps. 126, 1 Nisi Dóminus aedificáverit domum, in vanum laboravérunt qui aedíficant eam. V/. Glória Patri.



Oratio


RERUM cónditor Deus, qui legem labóris humáno géneri statuísti: concéde propítius ; ut, sancti Joseph exémplo et patrocínio, ópera perficiámus quae praécipis, et praémia consequámur quae promíttis. Per Dóminum.



Léctio Epístolae beáti Pauli Apóstoli ad Colossénses.

Col. 3, 14-15, 17, 23-24


FRATRES: Caritátem habéte, quod est vínculum perfectiónis, et pax Christi exsúltet in córdibus vestris, in qua et vocáti estis in uno córpore, et grati estóte. Omne, quodcúmque fácitis in verbo aut in ópere, ómnia in nómine Dómini Jesu Christi, grátias agéntes Deo et Patri per ipsum. Quodcúmque fácitis, ex ánimo operámini sicut Dómino, et non homínibus, sciéntes quod a Dómino accipiétis retributiónem hereditátis. Dómino Christo servíte.


Allelúja, allelúja. V/. De quacúmque tribulatióne clamáverint ad me, exáudiam eos, et ero protéctor eórum semper. Allelúja. V/. Fac nos innócuam, Joseph, decúrrere vitam: sitque tuo semper tuta patrocínio. Allelúja.



Extra Tempus Paschale dicitur

Graduale Ps. 127, 1-2 Beátus quicúmque times Dóminum, qui ámbulas in viis ejus. V/. Labórem mánuum tuárum manducábis et bene tibi erit.
Allelúja, allelúja. V/. Fac nos innócuam, Joseph, decúrrere vitam: sitque tuo semper tuta patrocínio. Allelúja.


Post Septuagesimam, omissis Allelúja et Versu sequenti, dicitur

Tractus Ps. 111, 1-3 Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. V/. Potens in terra erit semen ejus: generátio rectórum benedicétur. V/. Glória et divítiae in domo ejus: et justítia ejus manet in saéculum saéculi.





+ Sequéntia sancti Evangélii secúndum Matthaéum.

Matth. 13, 54-58


IN illo témpore: Véniens Jesus in pátriam suam, docébat eos in synagógis eórum, ita ut miraréntur et dícerent: Unde huic sapiéntia haec et virtútes ? Nonne hic est fabri fílius ? Nonne mater ejus dícitur María, et fratres ejus Jacóbus et Joseph et Simon et Judas ? Et soróres ejus nonne omnes apud nos sunt ? Unde ergo huic ómnia ista ? Et scandalizabántur in eo. Jesus autem dixit eis: Non est prophéta sine honóre nisi in pátria sua et in domo sua. Et non fecit ibi virtútes multas propter incredulitátem illórum.


Credo.


Offertorium Ps. 89, 17 Sit splendor Dómini Dei nostri super nos, et ópera mánuum nostrárum dírige super nos: et opus mánuum nostrárum dírige, allelúja.



Secreta


QUAS tibi, Dómine, de opéribus mánuum nostrárum offérimus hóstias, sancti Joseph interpósito suffrágio, pignus fácias nobis unitátis et pacis. Per Dóminum.


Praefatio de sancto Joseph Et te in Solemnitáte.


Communio Matth. 13, 54, 55 Unde huic sapiéntia haec et virtútes ? Nonne hic est fabri fílius ? Nonne mater ejus dícitur María ? Allelúja.



Postcommunio


HAEC sancta quae súmpsimus, Dómine: per intercessiónem beáti Joseph ; et operatiónem nostram cómpleant, et praémia confírment. Per Dóminum.

JHS
MARIA
JOSEPH