mercoledì 15 aprile 2015

Il Cuore di Maria rapisce il Cuore del Padre.

Perfetta Vergine Santa Maria di Guadalupe

44 - Il Cuore di Maria 
rapisce il Cuore del Padre

«Vulnerasti Cor meum, Soror mea, Sponsa; vulnerasti Cor meum, in uno oculorum tuorum
et in uno crine colli tui» (Ct 4, 8). Tu hai ferito il mio Cuore, Sorella mia, Sposa mia, hai ferito
il mio Cuore con un tuo sguardo, con un capello del tuo collo. 

Così parla l'Eterno Padre a Maria, ch'Egli chiama Sorella, Sposa, per dimostrarle la tenerezza, del suo purissimo amore. Le ripete ch'Ella gli ha ferito il Cuore per esprimere l'amore ardentissimo di cui il
Cuore di Maria è infiammato per Lui e l'amore incomprensibile ch'Egli nutre per Lei.

O Padre Santo, non senza ragione Voi dite a questa vostra Figlia unica una volta e
un'altra ancora: «Vulnerasti Cor meum!». Nella vita della Vergine vi furono due momenti in
cui Ella ha ferito straordinariamente il vostro Cuore con due strali particolari: l'Immacolata
sua Concezione e l'Incarnazione.

Di più Voi volete rilevare l'amore infocato ch'Ella ha per Voi e quello eccellente che
ha per i vostri figli: due amori che hanno ferito in eguale misura il vostro Cuore, poiché in
Voi, per Voi, con Voi Essa ama tutto quello che Voi amate.

I Settanta traducono: «Rapuisti Cor meum». Maria non l'ha solo attirato a Sé, ma in
qualche modo Ella Lo ha rapito con l'umiltà del suo Cuore, significata da un capello del suo
collo, e col purissimo, semplice ed unico amore, designato da uno dei suoi sguardi.

PREGHIERA. 

<<O Divina Maria, tu hai rapito il Cuore dell'Eterno Padre, del Figlio, e
il cuore e l'anima degli Angeli e dei Santi del Paradiso, che sono in perpetua estasi alla
vista della tua gloria e delle tue grandezze. Tu rapisci il cuore di quelli che, qui in terra,
hanno la fortuna di conoscerti, di contemplare le Cose grandi operate da Dio in Te. Gli
scrittori che parlavano di Te sono come esaltati; non trovano nomi abbastanza gloriosi per
esprimere l'eccellenza delle tue virtù, la venerazione per la tua dignità. Essi dichiarano che
Tu sei al di sopra di tutti gli encomii. 

Dio solo conosce le perfezioni di cui Ti ha ornata e le innumerevoli grazie di cui Ti ha arricchita.
Ma (e ciò sorpassa ogni cosa) le tue bellezze e perfezioni celesti sono pure l'oggetto
dell'ammirazione, del rapimento stesso di Dio, come manifestano le parole che Egli stesso
Ti rivolge: «Quam pulchra es, amica mea, quam pulchra es!» (Ct 4, 1). «O beniamina del mio
Cuore, quanto sono stupende le perfezioni di cui Ti ho arricchita!».

S. Bernardo giustamente Ti chiama: «Raptrix cordium»: Rapitrice dei cuori.
Io non Ti dico ciò che questo gran Santo Ti rivolge nel fervore della sua devozione:
«O Domina, quae rapis corda hominum! O Signora dell'universo, che rapite il cuore degli
uomini»! O Raptrix cordium, quando mihi restitues cor meum? O Tu, che mi hai rubato il cuore, quando me lo restituirai? 

Ma ti dico: «O Raptrix cordium! Tu che hai rapito e rapisci tanti cuori, quando verrà il giorno felice in cui porterai via il mio? Lo toglierai alle cose vane del mondo, a tutto ciò che non è Dio, per prenderne Tu pieno possesso, unirlo al tuo sì che io pure possa dire con S. Bernardo: «Cor meum non
discerno a tuo»?>>

<<SPIRITO SANTO, ISPIRAMI.
AMORE DI DIO, CONSUMAMI.
NEL VERO CAMMINO, CONDUCIMI.
MARIA MADRE MIA, GUARDAMI.
CON GESU’ BENEDICIMI.
DA OGNI MALE, DA OGNI ILLUSIONE,
DA OGNI PERICOLO, PRESERVAMI.>>

«Oh! bello così non fu mai! Che maestà!»


....
«Sembra più alto ancora e più maturo d'anni».
«È proprio il Re!».
«Oh! lo dicevano il Re pacifico! Ma è anche il Re tremendo per coloro che devono avere timore del suo giudizio!».
«Hai visto che raggi si sprigionavano dal suo Volto?».
«E che balenii nei suoi sguardi!».

«Io non osavo fissarlo. E fissarlo avrei pur voluto, perché penso che forse non mi sarà più concesso di vederlo così altro che in Cielo. E voglio conoscerlo per non averne tremore allora».

«Oh! non dobbiamo temere se rimaniamo quali siamo: suoi servi fedeli. Hai udito: "Ancora voglio dirvi che vi amo. Pace a voi di buona volontà". Oh! non una parola di troppo. Ma in questo poco c'è tutto il consenso sul nostro aver fatto fino ad ora e tutta la più alta promessa per la vita futura. Oh! intoniamo il canto della gioia. Della nostra gioia: "Gloria a Dio nei Cieli altissimi e pace in Terra agli uomini di buona volontà. Veramente il Signore è risorto, come aveva detto per bocca dei profeti e con la sua parola senza difetto. Ha perduto col Sangue tutto quanto il bacio di un uomo aveva in Lui deposto di corrotto; e, mondato come è l'altare, il suo Corpo ha assunto l'inesprimibile bellezza di Dio. Prima di salire ai Cieli si è mostrato ai suoi servi. Alleluia. Andiamo cantando, alleluia!, l'eterna giovinezza di Dio! Andiamo annunciando alle genti che Egli è risorto, alleluia! Il Giusto, il Santo è risorto, alleluia, alleluia! Dal Sepolcro è uscito immortale. E l'uomo giusto con Lui è risorto. Nel peccato come in grotta serrato era il cuore dell'uomo. Egli è morto per dire: 'Sorgete!'. E i dispersi sono sorti, alleluia! Aperte le porte dei Cieli agli eletti ha detto: 'Venite'. Ci conceda per il santo suo Sangue di salire noi pure. Alleluia!"».

Mattia, l'anziano ex-discepolo di Giovanni Battista, va in testa cantando, come un tempo forse aveva cantato Davide davanti al suo popolo per le strade di Giudea. Gli altri lo seguono, facendo coro ad ogni "alleluia" con giubilo santo.

Gionata, che fa parte del gruppo, dice, mentre già Gerusalemme è ai loro piedi dal piccolo colle che essi scendono a passo veloce: «Per la sua nascita ho perso la patria e la casa, e per la sua morte ho perso la nuova casa dove da trent'anni operai da onesto. Ma, anche mi fosse stata levata la vita per Lui, sarei morto in letizia, perché per Lui l'avrei persa. Non ho rancore per colui che è con me ingiusto. Il mio Signore mi ha insegnato col suo morire la perfetta mansuetudine. E non ho pensiero del domani. La mia dimora non è qui. Ma nel Cielo. Vivrò nella povertà a Lui tanto cara e lo servirò fino all'ora del suo chiamarmi... e... si... gli offrirò anche la rinuncia... alla mia padrona... Questa è la spina più dura... Ma, ora che ho visto il dolore del Cristo e la sua gloria, non devo pesare il mio dolore, ma solo sperare la celeste gloria. Andiamo a dire agli apostoli che Gionata è il servo dei servi del Cristo».

624. Apparizione ai pastori

martedì 14 aprile 2015

14. La devozione a Maria. "Il segreto di Maria"


4 − La devozione a Maria (SM 24-34)

Le diverse devozioni

24. - In realtà vi sono parecchie vere devozioni alla santa Vergine.
Non intendo parlare qui delle false.


25. - La prima è quella di compiere i doveri di cristiano: evitare il
peccato mortale, agire più per amore che per timore, pregare ogni
tanto Maria e onorarla come Madre di Dio, senza altra speciale devozione verso di lei.

26. - La seconda è quella di avere sentimenti più perfetti di stima,
amore, fiducia e venerazione verso la santa Vergine. Tale forma di
devozione induce ad entrare nelle confraternite del santo rosario, a 
rendere onore alle immagini ed agli altari di lei, a divulgare le sue
lodi e ad iscriversi alle sue associazioni. Questa devozione è buona,
santa e lodevole perché esclude il peccato; eppure non è tanto perfetta né tanto efficace da distaccare le anime dalle creature e da se stesse per unirle a Gesù Cristo.

27. - La terza devozione alla santa Vergine, conosciuta e praticata da pochissime persone, è quella che sto per rivelarti, anima predestinata.

La consacrazione a Gesù per Maria

28. - La perfetta devozione consiste nel darsi interamente, in qualità
di schiavo, a Maria e a Gesù per mezzo di Maria; e poi nel fare
ogni cosa con Maria, in Maria, per mezzo di Maria e per Maria.
Spiegherò questi termini.

29. - Occorre scegliere una data importante per darsi, consacrarsi
e sacrificare volontariamente e per amore, senza costrizione, interamente, senza limitazioni, il corpo e l’anima, con i beni esteriori di fortuna - come la casa, la famiglia e le proprie rendite - e con quelli interiori dello spirito i meriti, le grazie, le virtù e le soddisfazioni.
Qui occorre notare che con questa devozione si fa sacrificio a Gesù
per mezzo di Maria di tutto ciò che un’anima ha di più prezioso e che nessun istituto religioso fa sacrificare, cioè del personale diritto di disporre di sé e del valore delle proprie preghiere, elemosine, mortificazioni e soddisfazioni. 
Se ne abbandona alla Vergine l’intera disposizione, perché applichi tutto secondo la sua volontà alla maggior gloria di Dio che soltanto lei conosce perfettamente.

30. - Si mette a sua disposizione tutto il valore soddisfattorio ed
impetratorio delle buone opere. Perciò, dopo aver fatto tale offerta,
pur senza voto, non si è più padroni del bene che si compie, e Maria Vergine lo può applicare sia ad un’anima del purgatorio da consolare o da liberare, sia ad un povero peccatore da convertire.

31. - Con questa devozione si mettono nelle mani della Vergine
santa i propri meriti, ma soltanto perché li conservi, li aumenti, li abbellisca.
Infatti i meriti in ordine alla grazia santificante e alla gloria 
non si possono cedere ad altre persone. Le si offrono invece tutte le
preghiere e le buone opere personali in quanto sono impetratorie e
soddisfattorie, affinché le distribuisca e le applichi a chi vorrà. Se,
dopo essersi consacrati in tal modo alla Vergine santa, si desiderasse aiutare un’anima del purgatorio, salvare qualche peccatore, sostenere qualche nostro amico con le preghiere, le elemosine, le mortificazioni, i sacrifici, bisognerà chiederglielo umilmente e stare a quanto ella deciderà pur senza venirne a conoscenza, convinti che il valore delle azioni potrà essere ordinato solo alla maggior gloria di Dio, poiché è amministrato dalla stessa mano di cui si serve il Signore per la distribuzione delle grazie e dei doni.

32. - Ho detto che questa devozione ci fa consacrare a Maria in
qualità di schiavi. Bisogna ricordare che esistono tre forme di schiavitù.

 La prima è la schiavitù di natura: gli uomini, buoni o cattivi, sono
schiavi di Dio in questa forma.
 La seconda è la schiavitù di costrizione: i demoni e i dannati sono
schiavi di Dio in quest’altra.
 La terza è la schiavitù d’amore e di volontà: è proprio quella con la
quale dobbiamo consacrarci a Dio per mezzo di Maria, nella forma
più perfetta di cui una creatura può servirsi per darsi al suo Creatore.

33. - Nota inoltre la netta differenza fra servo e schiavo
Il servo esige un salario per il proprio servizio, lo schiavo no. 
Il servo è libero di lasciare il padrone quando vuole e lo serve per un periodo determinato;
lo schiavo non può secondo giustizia abbandonare il padrone,
essendogli dato per sempre. 
Il servo non cede al padrone il diritto di vita e di morte sulla propria persona; lo schiavo si dà completamente, di modo che il padrone potrebbe farlo morire senza incontrare noie con la giustizia. Però è facile comprendere come lo schiavo di costrizione subisca la più stretta dipendenza, quella che di per sé ha un uomo nei confronti del suo Creatore. Ecco perché i cristiani non si procurano schiavi di tale specie, mentre li hanno solamente i turchi e gli idolatri.


34. - Felice, mille volte felice l’anima generosa che, dopo aver 
scosso da sé la tirannica schiavitù del demonio con il battesimo, si
consacra in qualità di schiava d’amore a Gesù per mezzo di Maria. 

AVE MARIA PURISSIMA!

Adeamus cum fiducia:Il TRONO DELLA MISERICORDIA E DELLA GRAZIA E' L'IMMACOLATA

Adeamus cum fiducia
ad thronum gratiae,
ut misericordiam consequamur,
et gratiam inveniamus
in auxilio opportuno.

Chiesa e post concilio: Misericordiae VULNUS

Chiesa e post concilio: Misericordiae VULNUS: Troppo forte  Esistenzialmente Periferico ! Da non perdere. Eccolo anche di seguito: Con la bolla Misericordiae Vultus è stato annuncia...


Misericordiae VULNUS