venerdì 20 marzo 2015

20. ORAZIONI DEL MATTINO E DELLA SERA

PREGHIAMO
 1 - ORAZIONI DEL MATTINO. 
Appena svegliato, fate subito il segno della Croce e sollevando il cuore a Dio dite:
Dolce Cuor del mio Gesù, fa ch'io t'ami sempre più!

(Indulgenza di 300 giorni ogni volta, plenaria ogni mese alle solite condizioni).

N. B. Le condizioni richieste per l'acquisto dell'indulgenza plenaria, oltre lo stato di grazia
e l'intenzione almeno generale di guadagnarla, sono ordinariamente le seguenti:

1°. La confessione fatta dentro gli otto giorni che precedono il giorno stabilito per l'indulgenza.
2°. La comunione fatta nel giorno stesso o nel precedente; la confessione e la comunione si possono anche fare dentro l'ottava seguente.
3°. La visita di una chiesa, che si può fare anche nel pomeriggio del giorno precedente, e qualche preghiera vocale secondo le intenzioni del Sommo Pontefice; è sufficiente un Pater, Ave, Gloria. Per i fedeli che abitualmente si confessano almeno due volte al mese, o si accostano alla comunione almeno cinque volte per settimana, non è richiesta la confessione attuale, se non per guadagnare le indulgenze del Giubileo. - Cod. Dir. Can., cann. 923, 931, 934).

Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia.
(Ind. di 7 anni ogni volta).

Recitate devotamente raccolti le PREGHIERE DEL MATTINO:
In nomine Patris, et Filii. Et Spiritus Sancti. Amen.
(Ind. di tre anni o. v., segnandosi con l'acqua santa di 7 anni).

ANGELUS DOMINI. Si recita al mattino, a mezzogiorno ed a sera al suono dell'Ave Maria, in  onore dell'Incarnazione di Gesù, ed a gloria della sua santa Madre; la sera del sabato e la domenica si dice stando in piedi.
Angelus Domini nuntiavit Mariae
et concepit de Spiritu Sancto.

Ave Maria gratia plena (...)
Ecce Ancilla Domini.
Fiat mihi secundum Verbum tuum.
Ave Maria gratia plena (...)
Et Verbum caro factum est.
Et habitavit in nobis.
Ave Maria gratia plena (...)

Ora pro nobis, Sancta Dei Genetrix. 
Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Oremus: Gratiam tuam quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde; ut qui,
angelo nuntiante, Christi Filii tui Incarnationem cognovimus, per passionem eius

et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eundem Christum Dominum nostrum. Amen. Tre Gloria Patri.
Nel tempo pasquale si dice in piedi invece dell'Angelus:
Regina caeli, laetare, alleluia:
quia quem meruisti portare. Alleluia,

Resurrexit, sicut dixit, alleluia,
Ora pro nobis Deum, alleluia.

Gaude et laetare, Virgo Maria, alleluia. Quia surrexit Dominus vere, alleluia.

Oremus: Deus, qui per resurrectionem Filii tui Domini nostri Jesu Christi mundum laetificare dignatus es: praesta, quaesumus, ut per eius Genitricem Virginem Mariam perpetuae capiamus gaudia vitae. Per eundem Christum Dominum nostrum. Amen. 

(10 anni di ind. ogni volta, plenaria una volta al mese alle solite condizioni).

VI ADORO.

Vi adoro, mio Dio, e vi amo con tutto il cuore. Vi ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Vi offro le azioni della giornata, fate che siano tutte secondo la vostra santa volontà e per la maggior gloria vostra. Preservatemi dal peccato e da ogni male. La grazia vostra sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.

GLORIA PATRI (3 volte).
Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto, / sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in saecula saeculorum. Amen.
(Ind. di 500 giorni al mattino, a mezzogiorno, alla sera, plenaria una volta al mese alle solite condizioni).


PATER NOSTER.
Pàter nòster, qui es in caelis, sanctificètur nomen tùum, advèniat regnum tùum, fiat volùntas tua sìcut in caelo et in terra; / panem nostrum cotidiànum dà nobis hòdie, et dimìtte nobis dèbita nostra sìcut et nos dimìttimus debitòribus nostris, et ne nos indùcas in tentatiònem, sed lìbera nos a malo. Amen.

AVE MARIA.
Ave Maria, gràtia plena, Dòminus tècum, benedìcta tu in mulièribus,
et benedìctus fructus vèntris tui, Iesus. Sancta Maria, mater Dei,

ora pro nobis peccatòribus, nunc et in hora mortis nòstrae. Amen.

CREDO. Credo in Deum, Patrem omnipotèntem, Creatòrem coeli et terrae. Et in Jesum Christum, Filium ejus ùnicum, Dòminum nostrum, qui concèptus est de Spìritu Sancto, natus ex Marìa Vìrgine, passus sub Pòntio Pilàto, crucifìxus, mòrtuus, et sepùltus: descèndit ad ìnferos: tèrtia die resurrèxit a mòrtuis: ascèndit ad coelos, sedet ad dèxteram Dei Patris omnipotèntis: inde ventùrus est judicàre vivos et mòrtuos. Credo in Spìritum Sanctum, sanctam Ecclèsiam cathòlicam, sanctòrum communiònem, remissiònem peccatòrum, carnis resurrectiònem, vitam aetèrnam. Amen.


SALVE REGINA.
Salve, Regina, Mater misericòrdiae, vita, dulcèdo et spes nostra, salve. 
Ad te clamàmus, èxsules fìlii Hèvae, ad te suspiràmus, gemèntes et flèntes in hac lacrimàrum valle. Èia èrgo, advocàta nostra, ìllos tùos misericòrdes oculos ad nos convèrte. Et Iesum, benedìctum fructum ventris tui, nobis post hoc exsìlium ostènde.  O clèmens, o pia, o dulcis Virgo Maria.

(Indulgenza di cinque anni, plenaria ogni mese, alle solite condizioni).

ANGELE DEI.
Angele Dei, qui custos es mei, me tibi commìssum pietàte supèrna illùmina, custodi, rege et guberna. Amen.

(Indulgenza di 300 giorni o. v., plenaria ogni mese alle solite condizioni e in articulo mortis).


REQUIEM AETERNAM.
Rèquiem aetèrnam dona eis, Domine, et lux perpètua lùceat eis.
Requiéscant in pace. Amen

(300 giorni di ind. per i defunti).

INVOCAZIONE.
Dignare Domine Die isto sine peccato nos custodire.
ATTI. Atto di Fede. 
Mio Dio, perché siete verità infallibile, credo fermamente tutto quello che voi avete rivelato e la Santa Chiesa ci propone a credere. Ed espressamente credo in Voi, unico vero Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figliuolo e Spirito Santo. Credo in Gesù Cristo. Figlio di Dio, incarnato e morto per noi, Gesù Cristo, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa Fede voglio sempre vivere. Signore, Accrescete la mia fede.
Atto di Speranza.
Mio Dio, spero dalla bontà vostra, per le vostre promesse e per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere, che io debbo e voglio fare. Signore, che io non resti confuso in eterno.

Atto di Carità.
Mio Dio, Vi amo con tutto il cuore sopra ogni cosa perchè Voi siete Bene infinito e nostra eterna felicità, e per amor vostro amo il prossimo mio come me stesso, e perdono le offese ricevute. Signore, fate ch'io vi ami sempre più.

Formula breve degli atti di Fede, Speranza e Carità:
Mio Dio, credo in Voi perchè siete la stessa Verità; spero nella vostra bontà onnipotente, perchè mi avete promesso il Paradiso e i mezzi per conseguirlo; vi amo con tutto il cuore perchè siete infinitamente buono ed amabile.

Atto di Dolore e Contrizione.
Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati. Me ne pento per il Paradiso che ho perduto e l'Inferno che ho meritato, e molto più me ne pento perchè peccando ho offeso Voi, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Vorrei esser morto prima di avervi offeso e propongo fermamente di non peccare più per l'avvenire e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonatemi. 

(Ind. di 3 anni per ognuno degli atti; ind. Plenaria ogni mese alle solite condizioni).

PRIMA DI PORSI A MENSA
Benedic +, Domine, nos et haec tua dona, quae de tua largitate sumus sumpturi. Per Christum Dominun nostrum qui vivit et regnat in saecula saeculorum. Amen.

DOPO LA MENSA.
Agimus tibi gratias, onnipotens Deus, pro universis beneficiis tuis,
qui vivis et regnas in saecula saeculorum. Amen.

Oppure:
Prima. _ Benedite, Signore, me (noi) e questo cibo che ora sono
per prendere, al fine di mantenermi nel vostro santo servizio.

Dopo. _ Vi ringrazio, Signore, del cibo che mi (ci) avete dato:
fatemi la grazia di servirmene bene.


2 – ORAZIONI DELLA SERA.
Si dicono le orazioni del mattino sino a:
INVOCAZIONE. Dignare Domine (Die isto) Nocte ista sine peccato nos custodire.
ESAME DI COSCIENZA.
Mio Dio, in Voi credo fermamente, in Voi spero, vi amo con tutto il cuore,
illuminate la mia mente, affinchè conosca le offese fattevi e possa concepirne

vero dolore ed emendarmi.
Abbiamo mancato in pensieri, parole, opere, omissioni intorno ai seguenti punti?

Le preghiere – la santa Messa – i santi sacramenti – l'ubbidienza – il rispetto ai superiori – la carità – il cattivo esempio – la purità e modestia – i propri doveri – le bugie – la gola – la superbia – la maldicenza.

Atto di Dolore e Contrizione.

Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati. Me ne pento per il Paradiso che ho perduto e l'Inferno che ho meritato, e molto più me ne pento perchè peccando ho offeso Voi, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Vorrei esser morto prima di avervi offeso e propongo fermamente di non peccare più per l'avvenire e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonatemi.

INVOCAZIONE. Dignare Domine Die isto sine peccato nos custodire. / Noctem quietam et finem perfectum, concedat nobis Dominus omnipotens. / In nomine Patris, et Filii. Et Spiritus Sancti. Amen.
AVE MARIA PURISSIMA!

20. LA MISTERIOSA SCALA DI SAN GIUSEPPE

LA MISTERIOSA SCALA DI SAN GIUSEPPE

A Santa Fè, New Mexico, c’è un mistero che dura da 130 
scala di san giuseppe
anni e che attrae all’incirca 250.000 visitatori all’anno e tutti per vedere la famosa scala posta nella Cappella Loreto. Ma cosa avrà di tanto particolare questa scala? Unmistero divenuto miracolo o un miracolo che si vuol trasformare in scienza?
Siamo nel mese di marzo, dedicato a San Giuseppe, a Lui sembra legata la storia dell’incredibile scala della chiesa di Our Lady of Loreto a Santa Fè nel New Mexico. Costruita nel 1873, è visitata da almeno 250mila persone all’anno. È di legno, a chiocciola, ma non si sa chi l’abbia fatta e come: non ci sono chiodi e il legno, dicono gli esperti, è di natura sconosciuta.

Il video

 Salita da centinaia di persone ogni giorno dal 1873, non ha alcun segno di usura e chi ci sale avverte una piacevole sensazione di leggerezza. 
scala di san giuseppe.1
Trentatré gradini con balaustra, è priva di pilone centrale e si regge tutta – cosa fisicamente impossibile – solo sul primo gradino.
Quando le suore fecero fare la cappella in stile neogotico l’architetto Mouly semplicemente dimenticò l’accesso al coro. Era già morto quando se ne accorsero. Tutti gli ingegneri consultati dissero che non c’era nulla da fare: non c’era spazio per scale, occorreva abbattere e rifare.

Le suore, che avevano esaurito il denaro, ricorsero a San Giuseppe, cui la cappella era dedicata. Una novena continua, giorno e notte, al patrono dei carpentieri.

Il nono giorno bussò alla porta uno sconosciuto, che si disse in grado di eseguire l’opera. Lavorò tre mesi. Poi sparì, senza chiedere compenso. 
Le suore lo cercarono dappertutto ma nessuno lo aveva visto né ne aveva sentito parlare. Rimase il mistero. Che divenne miracolo quando gli esperti poterono esaminare la scala.

scala di san giuseppe.2
Ma c’è anche chi ci ha suggerito una storia completamente diversa e molto più scientifica. Giovanni, un visitatore del nostro blog ci consiglia di andare a visitare il seguente articolo La misteriosa scala di Santa Fe di Query, sito che attraverso la scienza cerca di dare una spiegazione a quelli che sempre più spesso osiamo definire in modo più intrigante: misteri.
In questo articolo sembra che un certo Joe Nickell, esperto indagatore di misteri statunitense, abbia condotto una ricerca su questa scala che ha raccontato in un articolo pubblicato nel 1998 sulla rivista The Skeptical InquirerAffermando che le tecniche di costruzione della scala non sono affatto strane, ma del tutto insicure e in un successivo articolo sulla rivista New Mexico, Mary Jean Cook, una storica locale, annunciava di aver scoperto l’identità del misterioso falegname (morto assassinato). 
Da parte mia ritengo che se questi studi servono ai più scettici per sentirsi al sicuro dall’opera di un Dio che non voglio riconoscere come misericordioso ed operante nella vita dell’uomo, liberi di scegliere tutte le tecniche che preferiscono, ma per chi ha fede rimane il detto che… tutto è grazia!   

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lunedì 16 marzo 2015

16. NON SARA' LA RELIGIONE DELLA MASSONERIA A SALVARCI DALL'ISLAM


NON SARA' LA RELIGIONE DELLA MASSONERIA A

 SALVARCI DALL'ISLAM



  Dobbiamo pregare San Giuseppe in questo mese a lui dedicato, pregarlo tanto: per noi, per tutta la Santa Chiesa, per l'opera che Dio le chiede nel mondo.
  Protector Sanctae Ecclesiae, è l'ultimo titolo di invocazione indirizzato a San Giuseppe nelle sue litanie, Protettore della Santa Chiesa.

  Sì, perché la Santa Chiesa va protetta da tutti i suoi nemici, che sono gli stessi nemici di Nostro Signore: nemici esterni e nemici interni. E forse, in questi tempi difficilissimi, dobbiamo pregare San Giuseppe soprattutto perché la protegga dai nemici interni, che sono certamente i più pericolosi.

  Lo scrivevamo il mese scorso e lo ribadiamo ancora qui, il nemico interno più grande per la Chiesa è costituito da tutti coloro che ne reinterpretano la dottrina e l'azione attraverso il falso dogma della modernità. Rileggono tutta la Rivelazione, tutte le verità di fede, tutta l'azione pastorale e sacramentale, piegandole all'ideologia della modernità, che in fondo si riassume nel mettere al centro l'uomo al posto di Dio. 
L'uomo è al centro di questo cristianesimo ammodernato, l'uomo con le sue esigenze, col suo voler essere felice, col suo non sopportare più nessuna imposizione, nessun comando; un cristianesimo agnostico, dicevamo già, che non sapendo quasi nulla di certo su Dio, si deve fermare sull'uomo e sul suo ben-vivere. 
Insomma, tutto il cristianesimo riletto alla luce dei diritti dell'uomo, riassumibili nel libertà, fraternità e uguaglianza della Rivoluzione francese: ciò che è compatibile con questi principi rivoluzionari viene salvato; ciò che della rivelazione cristiana non collima con questa magna carta della modernità, viene accantonato, censurato o maldestramente reinterpretato.

  Tutto questo sta provocando, da circa sessant'anni, la più drammatica crisi che il Cattolicesimo abbia mai conosciuto nella sua storia (pensiamo alle caotiche difficoltà del Sinodo sulla Famiglia, che non riesce a conciliare l'obbedienza a Dio con i diritti dell'uomo) e sta anche rendendo spaventosamente impotente il Cristianesimo occidentale di fronte alle altre religioni e soprattutto di fronte al gravissimo problema dell'Islam in mezzo a noi.

  Cosa fa il cattolicesimo ammodernato di fronte all'Islam e alla violenza terroristica di matrice islamica?
  Chiede a quest'ultimo di accettare la modernità, chiede di mettere al centro la persona al posto di Dio, chiede cioè di accettare il trinomio della Rivoluzione, libertà-uguaglianza-fraternità. Il cattolicesimo modernamente reinterpretato ha la sfrontatezza di esporsi, giungendo a ricordare che la Chiesa Cattolica, dopo un errato rifiuto di duecento anni, ha saputo accogliere la modernità rifondandosi e collocandosi così in una fase più matura della religione. La chiesa ammodernata chiede così ai mussulmani di sapere fare gli stessi passi, per poter entrare nel consesso della religione moderna, quella che mette al centro l'uomo.

  Cosa capiranno i veri credenti mussulmani di questo invito? Capiranno che noi non crediamo più in Dio, che siamo diventati agnostici, che i dogmi della religione massonica, che poggiano sulla centralità dell'uomo, hanno scalzato per noi i veri dogmi, quelli di Dio.

 Un disastro!

  Gli islamici si confermeranno nella loro idea che l'occidente cristiano è immorale e da combattere.

  Diverso sarebbe stato l'approccio della Tradizione, del Cattolicesimo di sempre, quello autentico. Non chiedere agli islamici di adattarsi alla modernità, ma fare appello alla loro ragione per domandare di verificare la verità storica intorno alle loro origini: verificate quale è la vera Rivelazione di Dio, quella di Cristo o di Maometto? Ci sono le prove per essere certi che è quella di Cristo... verificate dove Dio ha parlato veramente. La Chiesa di sempre, senza illudersi di operare impossibili conversioni di massa, ha sempre fornito le prove della verità del Cristianesimo e della falsità dell'eresia di Maometto. La Chiesa ha sempre domandato una onestà intellettuale, perché la ragione ce l'ha data Dio, nel verificare se Dio ha parlato a Maometto o se invece Maometto è semplicemente un eretico che ha stravolto l'unica vera Rivelazione in Gesù Cristo.

  Non dunque l'invito di adeguare la propria religione alla religione massonica, ma l'approccio della sana apologetica, che riafferma l'unica verità di Cristo, questo deve fare il cattolico con il mussulmano.
  Facendo cosi, lo ripetiamo, la Chiesa non convertirà gli islamici in massa, ma dimostrerà ai suoi figli e al mondo intero di non essere agnostica, di credere nella SS. Trinità e nell'unico Redentore Nostro Signore Gesù Cristo. E se farà così, rafforzando la fede dei cristiani - chiamati al martirio se è necessario -, toccherà anche il cuore di qualche anima mussulmana che con la grazia si convertirà.

  Che tragico errore, invece, perdere il tempo nel domandare agli islamici che applichino la ragione non nel riconoscere il vero Dio di Gesù Cristo, ma i diritti dell'uomo! È come se la chiesa moderna dicesse ai mussulmani: siccome non si può verificare chi è il vero Dio, accordatevi con noi sull'accettazione delle libertà moderne che sono l'unica cosa certa. Non c'è che dire, puro agnosticismo!

  Carissimi, non sarà la religione della massoneria, quella del Dio ignoto, a salvarci dalla violenza terroristica e dall'invasione. La religione della massoneria ha distrutto dall'interno il cristianesimo in occidente e l'ha reso privo di qualsiasi attrattiva, incapace di parlare alla mente e al cuore; ha ucciso la missione cristiana e ha dato spazio a tutte le false religioni. La violenza di questi tempi è solo l'ultimo tragico frutto dell'opera massonica.

  Non sarà la religione massonica, ma il vero Cattolicesimo, quello autentico, quello della Tradizione, che ci salverà; e questa salvezza passerà ancora per il sangue dei martiri, di quei cristiani che muoiono pregando Gesù Cristo Salvatore. Sarà il Cattolicesimo pieno di Dio a salvarci. Il Cattolicesimo che usa la ragione, non per mettere al centro l'uomo ma per riaffermare la centralità di Dio.

  Solo la Tradizione ridonerà dignità al Cattolicesimo di fronte al mondo neo-pagano di oggi e anche di fronte all'Islam; gli ridarà la sua dignità, liberandolo dalla servitù allo spirito massonico.




  Protector Sanctae Ecclesiae ora pro nobis.

  Sì, San Giuseppe, prega per noi, per la Chiesa d'Occidente, perché ritrovi la via della fede certa e semplice, quella di sempre, la sola capace di missione. Aiutaci a preservarla e a rimanere fedeli agli insegnamenti di Gesù Cristo. Dacci la forza della mente e dello spirito per difendere la nostra fede in ogni momento, e proteggi tutti noi perché seguiamo la via del Signore fino all'ultimo respiro. Amen.




Editoriale "Radicati nella fede" - Anno VIII n° 3 - Marzo 2015


AMDG et BVM

domenica 15 marzo 2015

15. INTERVISTA AD ALESSANDRO GNOCCHI



4- Il valore della Tradizione: molti preti, chiamiamoli modernisti, sembra non vogliano riconoscere adeguatamente il valore della Tradizione, ma il loro obiettivo,dicono, è quello di costruire una Chiesa, al passo coi tempi, e quindi di uscire dagli schemi, spesso ideologici, che portano la Chiesa a conservare il passato per difendersi dal presente…Qual è la sua risposta?
Basta vedere il risultato: quando si parla della crisi della chiesa facciamo riferimento a questa ideologia che rappresenta la cultura comune del sacerdote di oggi; cioè ordinariamente il sacerdote cattolico di oggi ha questa concezione della Chiesa.
Ma preti del genere non sono cattolici!
San Tommaso diceva che basta non credere in una delle verità cattoliche per non essere cattolico, cioè in un solo elemento della dottrina cattolica per non esserlo: immaginiamo come è conciata la Chiesa di oggi. Io ho un amico salesiano (costretto a migrare per tutto il nord Italia perché non si adegua ad una serie di “cose”) il quale mi confidava che a Venezia c’era il Superiore della sua casa che gli nascondeva il crocefisso per non farglielo usare durante la Messa, per impedirgli di porlo sull’altare; oppure che il Superiore usava le candele nere sull’altare…questi sono esempi di ciò che sta accadendo nella Chiesa.
Di alcuni accadimenti non abbiamo mai dato forma pubblica perché sono veramente gravi (alcuni addirittura demoniaci) e, se non è possibile intervenire per farli cessare, è bene non denunciarli in quanto si finirebbe soltanto per scandalizzare e inquietare inutilmente le persone… Io ho risposto a quell’amico salesiano: “noi e loro appartiamo a due religioni diverse”. Ormai non formalmente ma nella pratica io, con chi sostiene che “bisogna costruire una Chiesa al passo coi tempi, e quindi uscire dagli schemi, spesso ideologici, che portano la Chiesa a conservare il passato per difendersi dal presente”, non ho niente a che fare: apparteniamo a due religioni diverse, a due chiese diverse, a due dottrine diverse, a due punti di vista diversi.
”Lo sai” mi a detto quel frate “io ho sofferto per anni e anni perché non riuscivo a capire come mai i miei confratelli mi aggredissero…adesso che ho metabolizzato tali comportamenti ho capito e mi sono messo il cuore in pace. Ora capisco il  motivo per cui mi aggrediscono nonostante siamo tutti salesiani, nonostante siamo nella stessa casa, e dovremmo lavorare, pensavo, per la stessa causa: apparteniamo a due chiese diverse!”.
Il suo Superiore gli impediva persino di celebrare tutti i giorni la Messa all’oratorio estivo, salesiano! Cioè i salesiani, che hanno come scopo ultimo la formazione cattolica dei giovani, gli impedivano di celebrare la Messa!
Quando il suo Superiore ha visto nel volantino dell’oratorio estivo il programma delle messe, l’ha chiamato e l’ha redarguito. Irritato e in piena collera gli diceva:  “ma cosa vuoi fare, vuoi farli diventare santi?” …In realtà quello dovrebbe essere l’obiettivo!... Siamo a questi livelli, lo capite?
Vi assicuro di sacerdoti e vescovi che al solo nominare la messa tradizionale si trasformano, persino fisicamente: tutto ciò è veramente inquietante; ragion per cui io non credo di appartenere alla stessa Chiesa a cui appartengono loro.
Mons. Crepaldi, arcivescovo di Trieste, ha parlato espressamente dell’esistenza di due chiese, ed è proprio così. Ma questa cosa sembra non si possa dire perché in realtà comanda quella chiesa che c’è all’interno della Chiesa. I componenti di questa chiesa eretica, ed è un fatto unico, sono riusciti a mettere in pratica ciò a cui hanno mirato di realizzare la maggior parte delle eresie nascenti da quando esiste la Chiesa: fino a ora è successo che in qualche modo queste eresie avevano sempre dovuto creare delle chiese al di fuori della Chiesa (i protestanti, gli ariani, i vari scismi); per la prima volta ora ci troviamo di fronte qualcuno che ha fatto una chiesa all’interno della Chiesa, con l’idea di farne una più bella. Se andiamo a ritroso nel tempo e guardiamo quanto accaduto nel 900 e tutto quello che ha preparato la venuta del Vaticano II, emerge con chiarezza il tentativo di affossare in modo definitivo quella Chiesa ritenuta cattiva che era la Chiesa preconciliare.
Per cui è chiaro che il concetto di Tradizione è quanto di più gli possa essere alieno, perché loro nascono per cancellare il passato, così come è curioso notare che tutte le dittature nascono per cancellare il passato. Non possono vivere se c’è un legame col passato.
La crisi dentro al mondo cristiano nasce nel rinascimento, e tutto poi trova compimento in Lutero che è il paradigma della rivoluzione sebbene non sia riuscito a creare la chiesa dentro la Chiesa come invece è stato fatto adesso.
Ora, va detto che qui ci sono gradi diversi di consapevolezza e quindi gradi diversi di responsabilità: si trovano anche sacerdoti che pensano in siffatto modo perché sono stati formati in siffatto modo. Però quelli che hanno un minimo di vocazione vera, soprattutto quelli più giovani (perché la generazione tra i 50/55 in su è persa, completamente persa perché è quella che ha fatto il cambiamento), cominciano a riflettere e notare alcune cose…
Quando passerà tutto questo? Ci vorrà qualche generazione, se non c’è un intervento provvidenziale. Il problema va indirizzato nella formazione fatta in questo modo eretico nei seminari (per fortuna non in tutti). Ci sono persino seminaristi che vengono allontanati perché ritenuti non in linea con quanto si insegna in seminario. Una volta ho incontrato due ragazzi di Cagliari, usciti dal seminario, perché si era ritenuto segno che non avessero la vocazione il fatto che si inginocchiassero alla consacrazione! A Bergamo ci sono due giovani che sono andati al seminario di Albenga in quanto ritenuti dal seminario bergamasco non idonei (uno frequentava anche la messa tradizionale, immaginatevi!)…da quando è stata liberalizzata la Messa in rito antico, su 100 persone che frequentano la Messa tradizionale, ci sono state già tre vocazioni mentre quest’anno nel seminario di Bergamo sono entrate soltanto tre nuove persone. Quindi il rapporto è 3 a 3. Una diocesi intera contro 100 persone che vanno alla Messa tradizionale! 
Da questo si evince, e ne sono assolutamente convinto, che il calo di queste vocazioni sia un segno della Provvidenza perché quei seminaristi nascono, forse, anche buoni, ma vengono formati per autodistruggersi e per distruggere il sacerdozio. È chiaro che arriveremo anche al punto in cui ci sarà un sacerdote per 20 parrocchie, però sarà un sacerdote cattolico? Ebbene, piuttosto che avere 20 sacerdoti protestanti è meglio averne uno solo, ma cattolico. La situazione può ordinariamente soltanto peggiorare, ancora adesso, anche se, girando l’Italia, da quando è diventato Papa Benedetto XVI, qualche segno, anche timido, di risveglio c’è.


5- Molti fedeli, per semplice ignoranza o perché assuefatti dalla mentalità progressista, contestano il valore della messa col rito antico, poiché il latino, ad esempio,  impedirebbe di comprendere quanto accade in quella celebrazione. Qual è quella specialità che in realtà contraddistingue proprio la messa in latino?
Intanto, punto primo,  basterebbe andare in una Messa qualsiasi col rito nuovo, prendere una persona qualsiasi e chiederle: adesso cosa sta succedendo? Non saprebbe rispondere.
Secondo, la Messa non è una conferenza, bensì un atto di adorazione. Per quanto riguarda la lingua quindi, se non si comprende tutto, non è un problema (ci sono anche i libretti con la traduzione, quindi anche in questo caso il problema non sussiste). 
Terzo, l’utilizzo della lingua latina realizza un senso sacrale e immutabile a quello che viene fatto, cosa che la lingua vernacolare non offre;  prova ne è che le traduzioni in lingua vernacolare continuano ad essere cambiate: se fosse vero che la traduzione in lingua vernacolare è la panacea di tutti i mali, dovremmo avere le chiese piene, in realtà le chiese si sono svuotate.
Quarto, ed è l’altra obiezione che mi manda su tutte le furie, è l’ammonimento di non recitare il rosario durante la celebrazione. Mia nonna andava alla Messa in latino e invece di seguirla recitava il rosario; io personalmente durante la Messa dico una corona del rosario, e purtroppo non ho la fede di mia nonna e di quelle nonnine del suo tempo. Sputare sulla fede di quelle donne che andavano a Messa alle 4 di mattina, in genere tutti i giorni, che recitavano il latino storpiato, che tornavano a casa e forse le prendevano persino dal marito, significa sputare sulla fede, perché tutto ciò che facevano in quella vita dura e di sacrificio era sorretto dalla fede… nella - Mediator Dei- c’è un punto (90) dove PIO XII spiega che non solo è possibile ma è bene dire il rosario durante la Messa: “…chi dunque potrà dire spinto da tale preconcetto -(cioè il fatto che non si deve pregare durante la messa)- che tanti cristiani non possano partecipare al principio eucaristico e goderne i benefici? Questi possono certamente farlo in altra maniera che ad alcuni riesce più facile; come, per esempio, meditando piamente i misteri di Gesù Cristo, o compiendo esercizi di pietà e facendo altre preghiere che, pur differenti nella forma dai sacri riti, ad essi tuttavia corrispondono per la loro natura”. Io seguo anche le preghiere del sacerdote, le cosiddette segrete, che sono di una bellezza straordinaria e assoluta: la Messa antica è tutto un salmo! E se recito poi il rosario partecipo di più alla Messa.

AMDG et BVM