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domenica 15 marzo 2015

15. INTERVISTA AD ALESSANDRO GNOCCHI



4- Il valore della Tradizione: molti preti, chiamiamoli modernisti, sembra non vogliano riconoscere adeguatamente il valore della Tradizione, ma il loro obiettivo,dicono, è quello di costruire una Chiesa, al passo coi tempi, e quindi di uscire dagli schemi, spesso ideologici, che portano la Chiesa a conservare il passato per difendersi dal presente…Qual è la sua risposta?
Basta vedere il risultato: quando si parla della crisi della chiesa facciamo riferimento a questa ideologia che rappresenta la cultura comune del sacerdote di oggi; cioè ordinariamente il sacerdote cattolico di oggi ha questa concezione della Chiesa.
Ma preti del genere non sono cattolici!
San Tommaso diceva che basta non credere in una delle verità cattoliche per non essere cattolico, cioè in un solo elemento della dottrina cattolica per non esserlo: immaginiamo come è conciata la Chiesa di oggi. Io ho un amico salesiano (costretto a migrare per tutto il nord Italia perché non si adegua ad una serie di “cose”) il quale mi confidava che a Venezia c’era il Superiore della sua casa che gli nascondeva il crocefisso per non farglielo usare durante la Messa, per impedirgli di porlo sull’altare; oppure che il Superiore usava le candele nere sull’altare…questi sono esempi di ciò che sta accadendo nella Chiesa.
Di alcuni accadimenti non abbiamo mai dato forma pubblica perché sono veramente gravi (alcuni addirittura demoniaci) e, se non è possibile intervenire per farli cessare, è bene non denunciarli in quanto si finirebbe soltanto per scandalizzare e inquietare inutilmente le persone… Io ho risposto a quell’amico salesiano: “noi e loro appartiamo a due religioni diverse”. Ormai non formalmente ma nella pratica io, con chi sostiene che “bisogna costruire una Chiesa al passo coi tempi, e quindi uscire dagli schemi, spesso ideologici, che portano la Chiesa a conservare il passato per difendersi dal presente”, non ho niente a che fare: apparteniamo a due religioni diverse, a due chiese diverse, a due dottrine diverse, a due punti di vista diversi.
”Lo sai” mi a detto quel frate “io ho sofferto per anni e anni perché non riuscivo a capire come mai i miei confratelli mi aggredissero…adesso che ho metabolizzato tali comportamenti ho capito e mi sono messo il cuore in pace. Ora capisco il  motivo per cui mi aggrediscono nonostante siamo tutti salesiani, nonostante siamo nella stessa casa, e dovremmo lavorare, pensavo, per la stessa causa: apparteniamo a due chiese diverse!”.
Il suo Superiore gli impediva persino di celebrare tutti i giorni la Messa all’oratorio estivo, salesiano! Cioè i salesiani, che hanno come scopo ultimo la formazione cattolica dei giovani, gli impedivano di celebrare la Messa!
Quando il suo Superiore ha visto nel volantino dell’oratorio estivo il programma delle messe, l’ha chiamato e l’ha redarguito. Irritato e in piena collera gli diceva:  “ma cosa vuoi fare, vuoi farli diventare santi?” …In realtà quello dovrebbe essere l’obiettivo!... Siamo a questi livelli, lo capite?
Vi assicuro di sacerdoti e vescovi che al solo nominare la messa tradizionale si trasformano, persino fisicamente: tutto ciò è veramente inquietante; ragion per cui io non credo di appartenere alla stessa Chiesa a cui appartengono loro.
Mons. Crepaldi, arcivescovo di Trieste, ha parlato espressamente dell’esistenza di due chiese, ed è proprio così. Ma questa cosa sembra non si possa dire perché in realtà comanda quella chiesa che c’è all’interno della Chiesa. I componenti di questa chiesa eretica, ed è un fatto unico, sono riusciti a mettere in pratica ciò a cui hanno mirato di realizzare la maggior parte delle eresie nascenti da quando esiste la Chiesa: fino a ora è successo che in qualche modo queste eresie avevano sempre dovuto creare delle chiese al di fuori della Chiesa (i protestanti, gli ariani, i vari scismi); per la prima volta ora ci troviamo di fronte qualcuno che ha fatto una chiesa all’interno della Chiesa, con l’idea di farne una più bella. Se andiamo a ritroso nel tempo e guardiamo quanto accaduto nel 900 e tutto quello che ha preparato la venuta del Vaticano II, emerge con chiarezza il tentativo di affossare in modo definitivo quella Chiesa ritenuta cattiva che era la Chiesa preconciliare.
Per cui è chiaro che il concetto di Tradizione è quanto di più gli possa essere alieno, perché loro nascono per cancellare il passato, così come è curioso notare che tutte le dittature nascono per cancellare il passato. Non possono vivere se c’è un legame col passato.
La crisi dentro al mondo cristiano nasce nel rinascimento, e tutto poi trova compimento in Lutero che è il paradigma della rivoluzione sebbene non sia riuscito a creare la chiesa dentro la Chiesa come invece è stato fatto adesso.
Ora, va detto che qui ci sono gradi diversi di consapevolezza e quindi gradi diversi di responsabilità: si trovano anche sacerdoti che pensano in siffatto modo perché sono stati formati in siffatto modo. Però quelli che hanno un minimo di vocazione vera, soprattutto quelli più giovani (perché la generazione tra i 50/55 in su è persa, completamente persa perché è quella che ha fatto il cambiamento), cominciano a riflettere e notare alcune cose…
Quando passerà tutto questo? Ci vorrà qualche generazione, se non c’è un intervento provvidenziale. Il problema va indirizzato nella formazione fatta in questo modo eretico nei seminari (per fortuna non in tutti). Ci sono persino seminaristi che vengono allontanati perché ritenuti non in linea con quanto si insegna in seminario. Una volta ho incontrato due ragazzi di Cagliari, usciti dal seminario, perché si era ritenuto segno che non avessero la vocazione il fatto che si inginocchiassero alla consacrazione! A Bergamo ci sono due giovani che sono andati al seminario di Albenga in quanto ritenuti dal seminario bergamasco non idonei (uno frequentava anche la messa tradizionale, immaginatevi!)…da quando è stata liberalizzata la Messa in rito antico, su 100 persone che frequentano la Messa tradizionale, ci sono state già tre vocazioni mentre quest’anno nel seminario di Bergamo sono entrate soltanto tre nuove persone. Quindi il rapporto è 3 a 3. Una diocesi intera contro 100 persone che vanno alla Messa tradizionale! 
Da questo si evince, e ne sono assolutamente convinto, che il calo di queste vocazioni sia un segno della Provvidenza perché quei seminaristi nascono, forse, anche buoni, ma vengono formati per autodistruggersi e per distruggere il sacerdozio. È chiaro che arriveremo anche al punto in cui ci sarà un sacerdote per 20 parrocchie, però sarà un sacerdote cattolico? Ebbene, piuttosto che avere 20 sacerdoti protestanti è meglio averne uno solo, ma cattolico. La situazione può ordinariamente soltanto peggiorare, ancora adesso, anche se, girando l’Italia, da quando è diventato Papa Benedetto XVI, qualche segno, anche timido, di risveglio c’è.


5- Molti fedeli, per semplice ignoranza o perché assuefatti dalla mentalità progressista, contestano il valore della messa col rito antico, poiché il latino, ad esempio,  impedirebbe di comprendere quanto accade in quella celebrazione. Qual è quella specialità che in realtà contraddistingue proprio la messa in latino?
Intanto, punto primo,  basterebbe andare in una Messa qualsiasi col rito nuovo, prendere una persona qualsiasi e chiederle: adesso cosa sta succedendo? Non saprebbe rispondere.
Secondo, la Messa non è una conferenza, bensì un atto di adorazione. Per quanto riguarda la lingua quindi, se non si comprende tutto, non è un problema (ci sono anche i libretti con la traduzione, quindi anche in questo caso il problema non sussiste). 
Terzo, l’utilizzo della lingua latina realizza un senso sacrale e immutabile a quello che viene fatto, cosa che la lingua vernacolare non offre;  prova ne è che le traduzioni in lingua vernacolare continuano ad essere cambiate: se fosse vero che la traduzione in lingua vernacolare è la panacea di tutti i mali, dovremmo avere le chiese piene, in realtà le chiese si sono svuotate.
Quarto, ed è l’altra obiezione che mi manda su tutte le furie, è l’ammonimento di non recitare il rosario durante la celebrazione. Mia nonna andava alla Messa in latino e invece di seguirla recitava il rosario; io personalmente durante la Messa dico una corona del rosario, e purtroppo non ho la fede di mia nonna e di quelle nonnine del suo tempo. Sputare sulla fede di quelle donne che andavano a Messa alle 4 di mattina, in genere tutti i giorni, che recitavano il latino storpiato, che tornavano a casa e forse le prendevano persino dal marito, significa sputare sulla fede, perché tutto ciò che facevano in quella vita dura e di sacrificio era sorretto dalla fede… nella - Mediator Dei- c’è un punto (90) dove PIO XII spiega che non solo è possibile ma è bene dire il rosario durante la Messa: “…chi dunque potrà dire spinto da tale preconcetto -(cioè il fatto che non si deve pregare durante la messa)- che tanti cristiani non possano partecipare al principio eucaristico e goderne i benefici? Questi possono certamente farlo in altra maniera che ad alcuni riesce più facile; come, per esempio, meditando piamente i misteri di Gesù Cristo, o compiendo esercizi di pietà e facendo altre preghiere che, pur differenti nella forma dai sacri riti, ad essi tuttavia corrispondono per la loro natura”. Io seguo anche le preghiere del sacerdote, le cosiddette segrete, che sono di una bellezza straordinaria e assoluta: la Messa antica è tutto un salmo! E se recito poi il rosario partecipo di più alla Messa.

AMDG et BVM

sabato 20 luglio 2013

La persona que oye misa devotamente alcanza estas gracias:

Opúsculo: 
LAS PROPIEDADES DE LA S. MISA


Las gracias qué alcanza la persona que oye misa devotamente son estas:

Primera: Quien celebra la misa ora especialmente por quien la oye.

Segunda: Oyendo la misa se goza de maravillosa compañía, porque en la misa está Jesucristo, tan grande como en el árbol de la cruz, y por concomitancia está también la divinidad, la Trinidad santa. Además, está en compañía de los ángeles santos. Y, según escribe un doctor, en el lugar en donde se celebra el santo sacrificio de la misa hay muchos santos) y santas, especialmente por aquello: Son vírgenes que siguen al Cordero doquiera que va (Apoc., 14, 4.).

Tercera gracia que alcanza la persona que oye devotamente la misa: Que le ayuda en los trabajos y negocios. 
Se lee de un caballero, que tenía costumbre de oír misa sumido en gran devoción, que cierta vez salió del mar con sus compañeros y estaba preparándose en una capilla para oír misa. Los compañeros le anunciaron que la nave iba a darse a la vela y que se diese prisa. El caballero contestó que primero quería oír misa. Por lo cual le dejaron en tierra v partió la nave. Después de haber oído la misa, el caballero se durmió, y cuando despertó se halló en su propia tierra. Después de muchos días llegaron los de la nave, y se maravillaron al verlo.
Y de otros casos se leen cosáis maravillosas. 
Además, la persona que oye misa disgusta mucho al diablo; pues interroga­do cierta vez qué era lo que más le desagradaba contestó que tres cosas: los sermones, es decir, la palabra de Dios, la misa y la penitencia.

Cuarta gracia que alcanza la persona que oye misa devota­mente: Que será iluminada en las cosas que ha de discernir y determinar por su inteligencia. Se dice de San Buenaventura, de la Orden de frailes menores, que ayudaba las misas frecuentemente y con harta devoción. Y un día, sirviendo la misa, Santo Tomás de Aquino vio una lengua de fuego sobre la ca­beza del dicho fray Buenaventura, el cual, de entonces en ade­lante tuvo ciencia infusa.

Quinta gracia: Que la persona que oye misa devota y benignamente, no morirá ese día de desgracia ni sin confesión.

Sexta gracia: Que en su muerte estarán presentes tantos santos cuántas misas haya oído devotamente.

Dice San Jeróni­mo que a las almas por las que está obligado a orar el que oye la misa -su padre, su madre, sus parientes y bienhechores-, durante el espacio de tiempo en que oye la misa, les serán atenuadas las penas del purgatorio. 

Dice San Ambrosio que des­pués que la persona haya oído la misa, todo lo que coma en aquel día hará más provecho a su naturaleza que si no hubiese oído la misa. Si la mujer en estado oye la misa, dará a luz sin gran trabajo, si lo hiciere en aquel día.

San Agustín escribe en el libro De civitate Dei que a la persona que oye misa devotamente nuestro Señor le dará en ese día las cosas necesarias. La segunda gracia que tendrá es que sus palabras vanas le serán perdonadas. Tercera, que aquel día no perderá ningún pleito. Cuarta, que mientras oye la misa no envejece ni se debilita su cuerpo. Quinta, que si muere en ese día la misa le valdrá tanto como si hubiese comulgado. Sexta, que los pasos que da yendo y viniendo a la misa, son contados por los santos ángeles y remunerados por Dios nuestro Señor. 
Además, más vale una misa que se oye en vida devotamente, que si después de la muerte oyera otro mil. Se lee que oír misa con devoción aprovecha para remisión de los pecados y crecimiento de gracia más que otras oraciones que el hombre pueda decir o hacer, pues toda la misa es oración de nuestro Señor y Redentor Jesucristo, infinitamente dulce y piadoso, que es cabeza nuestra y todos los fieles sus miembros. 

Dice San Gre­gorio que mientras se celebra la misa se perdonan los pecados de los muertos y de los vivos. Y San Crisóstomo escribe que vale tanto la celebración de la misa como la muerte de Jesu­cristo, por la que nos redimió de todos nuestros, pecados. 

Finalmente, la salvación de la humanidad está cifrada en la celebra­ción del santo sacrificio de la misa, porque todo el esfuerzo del malvado anticristo se orientará a quitar de la santa Madre Iglesia este santo misterio, en el que se maneja el precioso cuerpo de Jesucristo, en memoria de su santa pasión, por medio de la cual los fieles cristianos de buena vida, aunque sean igno­rantes y sin ciencia, podrán ver las astucias y malicias del mal vado anticristo y de sus seguidores.
San VICENTE FERRER
Extracto de "San Vicente Ferrer" Ed. B.A.C.