martedì 2 agosto 2011

Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria SS.ma, nello spirito del Movimento Mariano

Il Cuore Immacolato di Maria
- IL CUORE IMMACOLATO DI MARIA - "Il mio Cuore Immacolato sarà il vostro rifugio e la via che vi condurrà a Dio" (Fatima) - A Te e al Tuo Cuore, Madre nostra dolcissima, come piccoli bimbi, affidiamo e consacriamo il nostro cuore: rendilo simile al Tuo per amare Gesù, come Lo ami Tu.

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Atto di Consacrazione 

 al Cuore Immacolato di Maria 

(per i Religiosi e i Laici)


<<Vergine di Fatima, Madre di Misericordia, Regina del Cielo e della Terra, rifugio dei peccatori, noi aderendo al Movimento Mariano, ci consacriamo in modo specialissimo al tuo Cuore Immacolato.

Con questo atto di consacrazione intendiamo vivere con Te e per mezzo di Te tutti gli impegni assunti con la nostra consacrazione battesimale; ci impegniamo altresì ad operare in noi quell'interiore conversione tanto richiesta dal Vangelo, che ci distacchi da ogni attaccamento a noi stessi e ai facili compromessi col mondo per essere, come Te, solo disponibili a fare sempre la Volontà del Padre.

E mentre intendiamo affidare a Te, Madre dolcissima e misericordiosa, la nostra esistenza e vocazione cristiana, perché Tu ne disponga per i Tuoi disegni di salvezza in quest'ora decisiva che grava sul mondo, ci impegnamo a viverla secondo i Tuoi desideri, in particolare per quanto riguarda un rinnovato spirito di preghiera e di penitenza, la partecipazione fervorosa alla celebrazione dell'Eucarestia e all'apostolato, la recita quotidiana del Santo Rosario  ed un austero modo di vita, conforme al Vangelo, che sia a tutti di buon esempio nell'osservanza della Legge di Dio, nell'esercizio delle virtù cristiane, specialmente della purezza.

Ti promettiamo ancora di essere uniti al Santo Padre, alla Gerarchia ed ai nostri Sacerdoti, così da porre una barriera al processo di contestazione del Magistero, che minaccia le fondamenta stesse della Chiesa.

Sotto la Tua protezione vogliamo anzi essere gli apostoli di questa, oggi tanto necessaria, unità di preghiera e di amore al Papa, su cui invochiamo da Te una speciale protezione.

Infine Ti promettiamo di condurre le anime con cui veniamo a contatto, in quanto ci è possibile, ad una rinnovata devozione verso di Te.

Consapevoli che l'ateismo ha fatto naufragare nella fede un gran numero di fedeli, che la dissacrazione è entrata nel Tempio santo di Dio, che il male ed il peccato sempre più dilagano nel mondo, osiamo alzare fiduciosi gli occhi a Te, Madre di Gesù e Madre nostra misericordiosa e potente, ed invocare ancora oggi ed attendere da Te la salvezza per tutti i Tuoi figli, o clemente, o pietosa, o dolce Vergine Maria.>>




AMDG et BVM



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Maria SS. fu Vergine prima durante e dopo il parto beatissimo del Figlio di Dio




Un  dotto  Domenicano,

     essendo da molti anni gravemente turbato contro il domma della perpetua verginità di Maria, volle, infine, recarsi dall’umile francescano che aveva il dono di calmare le coscienze turbate, per esporgli le sue tentazioni.

     Il B. Egidio, illuminato dall’alto, gli andò incontro fuori della porta del Convento e, salutandolo, gli disse: -  Frate Predicatore, la SS. Madre di Dio, Maria, fu Vergine prima di darci Gesù. – E così dicendo, percosse col bastone la terra, e ne uscì subito un vaghissimo e candidissimo giglio.  Tornò quindi a percuotere nuovamente la terra e a ripetere: -  Frate  Predicatore, Maria SS. fu Vergine nel darci Gesù. – Ed ecco spuntare un secondo giglio, ancora più bello del primo.  Percosse per la terza volta la terra replicando: - Frate Predicatore, Maria SS. fu vergine dopo averci dato Gesù. – E si vide spuntare un terzo giglio che, in bellezza e candore vinceva gli altri due.

         Ciò detto, il B. Egidio voltò senz’altro le spalle e rientrò in convento, lasciando quel religioso attonito e nel medesimo tempo del tutto libero dalla sua violenta tentazione.

         Avendo poi saputo che quel religioso francescano era il B. Egidio da Assisi, ne concepì un’altissima stima, e finché visse conservò quei tre gigli come tre testimoni irrefragabili della perpetua verginale e liliale purezza di Maria.

*E’ il Surio, Certosino, nella “Vita del Beato Egidio” (23 agosto), terzo discepolo di san Francesco d’Assisi, che racconta questo graziosissimo episodio, riferito anche dal Wadding, nei suoi “Annales Minorum” vol.IV (1256-1275).
**Tommaso Cistercense e il card.Giovanni Algrino (del sec. XII) nel commento al Cantico dei Cantici parlano di tre gigli in Maria: “ plura habuit lilia. Unum ante partum, unum in partu, unum post partum, quia virgo fuit ante partum, et virgo in partu, et virgo post partum” (PL 206, 590C).
http://digilander.libero.it/avemaria78/maria_ss__vergine_de_fide.htm
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Fonte : “La Regina dei gigli” di P. G. Roschini, 1975.


AMDG et BVM


"Regina Angelorum"


Bernardino Fungai, Incoronazione della Vergine, Regina degli Angeli e Madre dell'umanità, San Clemente ai Servi Siena.
 Incoronazione della Vergine, 
Regina degli Angeli e Madre dell'umanità,

Bernardino Fungai ,San Clemente ai Servi Siena.








“TU

REGINA
DEGLI ANGELI,
TU
PORTA
DEL PARADISO!


DIGNARE, DULCIS MARIA,
NUNC ET SEMPER
SINE DELICTO NOS CONSERVARE”



lunedì 1 agosto 2011

La grande umiltà di San Francesco e gli ardenti desideri di San Domenico

File:Rubens-Colère-du-Christ-Lyon.jpg
San Domenico e San Francesco preservano il mondo dalla collera di Cristo.
Rubens, 1618-1620.


Non è usuale imbattersi in un quadro del genere. Però descrive una realtà o meglio una possibilità reale.

   "Un giorno Santa Gertrude desiderò conoscere qualcosa intorno ai meriti dei Santi Padri Domenico e Francesco, illustri fondatori di due Ordini la cui attività ha fatto meravigliosamente rifiorire la Chiesa di Dio.

Questi due venerabili Padri le apparvero allora circonfusi di fulgida gloria, simili in merito al glorioso Padre Benedetto, ornati come lui di mirabili rose e decorati di uno scettro gemmato.
   Sembravano anche avere una comunanza di merito coi Santi Agostino e Bernardo per il loro zelo della gloria di Dio e della salute delle anime e per la pratica delle stesse virtù.

C'era tuttavia una differenza, perché il beato Padre Francesco splendeva sopratutto per la sua grande umiltà, mentre il glorioso Padre Domenico brillava per i suoi ardenti desideri." 
("Le rivelazioni", IV, 50).

Domani è la festa di Santa Maria degli Angeli, unita alla festa del Perdono di Assisi: Due ricorrenze assai predilette e care al cuore di San Francesco d'Assisi





Una notte dell'anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l'altare il Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore!

Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: "Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe".
"Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio Vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza".

E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visone avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: "Per quanti anni vuoi questa indulgenza?". Francesco scattando rispose: "Padre Santo, non domando anni, ma anime". E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: "Come, non vuoi nessun documento?". E Francesco:"Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l'opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni". E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell'Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: "Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!".

Ma com'è giusto ci sono delle condizioni, se no che Paradiso è?!


5 CONDIZIONI PER RICEVERE 

 L'INDULGENZA PLENARIA DEL PERDONO DI ASSISI
(per sé o per i defunti)

Confessione sacramentale (negli otto giorni precedenti o seguenti)

Comunione Eucaristica;

Visita a una Chiesa Francescana o alla Chiesa   Parrocchiale, con la recita del Credo e del Padre Nostro

Preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice

Disposizione d'animo che escluda ogni attaccamento al peccato



AMDG et BVM

Sant'Alfonso Maria de' Liguori, vescovo e dottore della Chiesa

Sant'Alfonso Maria de' Liguori
Fondatori dei Redentoristi

Nella festa di questo grande santo
 della santa Chiesa Cattolica 
vi offro l'ultimo capitolo del libro 
un vero capolavoro 
che  il Santo voleva  fosse conosciuto e posseduto 
da tutti i cristiani del mondo.
 ***
<<Conclusione: che non dobbiamo mai cessare di pregare

Sicché se vogliamo salvarci, dobbiamo fare come faceva Davide, che teneva sempre gli occhi rivolti al Signore, per implorare il suo soccorso, e non restare vinto dai suoi nemici: Gli occhi miei sono sempre rivolti al Signore: perché egli trarrà dai lacci i miei piedi (Sal 24,15). Siccome il demonio, non lascia di tenderci continue insidie per divorarci, secondo quel che scrive san Pietro (1 Pt 5,8), così dobbiamo noi continuamente star con le armi alla mano, per difenderci da un tal nemico, e dire col Profeta regale: Io non lascerò mai di combattere, sino a tanto che non vedrò sconfitti i miei avversari (Sal 17,37). Ma come potremo noi ottenere questa vittoria, così per noi importante e così difficile? Solo con le preghiere, ci risponde sant'Agostino, ma preghiere perseverantissime. E sino a quando? Sino che durerà il combattimento.

Siccome di continuo dobbiamo combattere, così, dice S. Bonaventura, di continuo dobbiamo chiedere a Dio l'aiuto per non essere vinti (De uno conf. Serm. 5). Guai, dice il Savio, a chi in questa battaglia lascia di pregare! (Ecli 2,16). Noi ci salveremo, ci avvisa l'Apostolo, ma con questa condizione: se saremo costanti a pregare sempre con confidenza sino alla morte (Eb 3,6). Diciamo dunque con lo stesso Apostolo, animati dalla misericordia di Dio, e dalle sue promesse: chi avrà da dividerci dall'amore di Gesù Cristo? Forse la tribolazione, il pericolo di perdere i beni di questa terra? le persecuzioni dei demoni o degli uomini? i tormenti dei tiranni? (Rm 8,35). No, egli diceva, niuna tribolazione, niuna angustia, pericolo, persecuzione o tormento potrà mai separarci dall'amore di Cristo: perché vinceremo tutto col divino aiuto, e combattendo per amore di quel Signore che ha data la vita per noi (Rm 8,37).

Il P. Ippolito Denazzo in quel giorno in cui risolse di lasciar la prelatura di Roma, e di darsi tutto a Dio, con l'entrare nella Compagnia di Gesù, temendo della sua infedeltà per causa della debolezza, diceva a Dio: “Signore, or che mi sono dato tutto a voi, per pietà non mi abbandonate”. Ma sentì dirsi da Dio nel suo cuore: “Tu non mi abbandonare”. Più presto, gli diceva Iddio, io dico a te che non mi lasci. E così finalmente il servo di Dio, confidato nella divina bontà e nel suo aiuto, concluse dicendo: Dunque, mio Dio, voi non lascerete me, ed io non lascerò voi. Se vogliamo in conclusione che Dio non ci lasci, non dobbiamo lasciar noi di pregarlo sempre a non abbandonarci. Facendo così certamente egli sempre ci assisterà, e non permetterà mai che lo perdiamo, e ci separiamo dal suo amore. Ed a questo fine non solamente procuriamo di chiedere sempre la perseveranza finale, e le grazie necessarie per ottenerla, ma cerchiamo nello stesso tempo la grazia di seguire a pregare.

Questo fu appunto quel gran dono che egli promise ai suoi eletti per bocca del Profeta: E spanderò sopra la casa di Davide, sopra Gerusalemme lo spirito di grazia e di orazione (Zc 12,10). Oh che grazia grande è lo spirito delle preci, cioè la grazia che Dio concede ad un'anima di sempre pregare! Non lasciamo adunque di chiedere sempre a Dio questa grazia, e questo spirito di preghiera, perché se pregheremo sempre, otterremo certamente dal Signore la perseveranza, ed ogni altro dono che desideriamo, poiché non può mancare la sua promessa di esaudire chi lo prega. Con questa speranza di sempre pregare, possiamo tenerci per salvi (Rm 8,24). “Questa speranza, diceva il Venerabile Beda, ci darà l'entrata sicura nella Città del Paradiso” (In Solemn. omn. Ss. Hom. 2). >>
Viva Gesù nostro Amore e Maria nostra Speranza. 




(da "Del Gran Mezzo Della Preghiera", di Sant'Alfonso de' Liguori, vescovo e Dottore della Chiesa)
http://cristianicattolici.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8773682