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giovedì 4 agosto 2022

SAN DOMENICO

 

San Domenico da Guzman e la consegna del rosario

San Domenico da Guzman e la consegna del rosario

San Domenico da Guzman, il santo innamorato di Cristo, visse la propria vita dividendosi tra predicazione e preghiera. Fiero oppositore dell’eresia, ricevette dalla Vergine Maria il Rosario come arma di preghiera e predicazione.



Tenero come una mamma, forte come un diamante. Così Jean-Baptiste Henri Lacordaire, restauratore dell’ordine domenicano in Francia dopo la Rivoluzione, uno dei massimi esponenti del cattolicesimo liberale ottocentesco, definì San Domenico da Guzman, il padre fondatore dei frati domenicani.

E davvero questo santo doveva essere un uomo singolare, dotato di grande fascino, geniale e ardente di un amore e uno vigore spirituale degni di un apostolo. Fu sempre proteso con il più tenero amore verso i suoi confratelli, quei Domenicani che lui volle fondare, per riunire intorno a sé altri che come lui amassero Cristo e desiderassero sopra ogni cosa vivere nella Sua contemplazione.
Allo stesso tempo, però, fu un fiero paladino della Parola tra gli eretici, che cercò sempre di convertire con dibattiti e persuasione, in un tempo in cui ricorrere alla violenza e alla tortura era costume comune.

Ma ciò che muoveva San Domenico da Guzman era l’amore, la passione. Sempre Padre Lacordaire dirà dei primi domenicani che erano anime appassionate, che “Amavano Dio, lo amavano veramente. Amavano il prossimo più di se stessi.” Armati di questo amore, di questo entusiasmo, i frati bianchi, dal colore della veste, di San Domenico, sciamarono per tutta l’Europa, per predicare la Verità.

Un altro tratto fondamentale dei domenicani, e del loro fondatore prima di tutto, fu la devozione straordinaria alla Madonna. Maria Vergine in persona apparve a San Domenico indicandogli il Santo Rosario come l’arma più efficace contro le eresie dei Catari e degli Albigesi. Ancora nessuna violenza, nessuna prevaricazione, ma la preghiera più cara alla Madre del Salvatore, come strumento di fede e conversione.

Conosciamo meglio questo santo straordinario e il suo legame unico e speciale con Santo Rosario.

La storia del santo

San Domenico de Guzman nacque nel 1170 a Caleruega, tra le montagne della Vecchia Castiglia, in Spagna. Non si sa molto della sua giovinezza, se non che fu istruito alle arti liberali e alla teologia. Dimostrò fin da giovanissimo una grande pietà, tanto che turbato dalla miseria a cui guerre e carestie avevano condannato molte persone, vendette tutti i propri beni, perfino libri e pergamene, per aiutare i poveri. Si dice fosse un giovane molto bello, con mani lunghe ed eleganti e una voce musicale e forte, e che ispirasse simpatia e serenità. Era questo il primo tratto che conquistava chi veniva in contatto con lui.

Dopo gli studi, venne ordinato sacerdote ed entrò tra i canonici regolari della cattedrale di Osma.

Ben presto seppe farsi notare dai superiori, e nel 1203 il vescovo di Osma Diego di Acebes lo volle con sé per una missione diplomatica della massima importanza e delicatezza in Danimarca. Così, tra i cristiani nordici e gli eretici catari del nord della Francia, il giovane scoprì la propria vocazione di missionario. Insieme al vescovo e amico Diego andò fino a Roma, per chiedere al Papa la licenza di potersi dedicare all’evangelizzazione dei pagani dell’Europa Nord Orientale.
Il Pontefice intuì le potenzialità di quel solerte ed entusiasta apostolo della Parola di Cristo, e decise di impiegare le sue doti di predicatore nella Linguadoca, minacciata dall’eresia catara.

San Domenico dimostrò un approccio nuovo all’eresia. Cercò di comprendere le ragioni degli eretici, il loro pensiero, e abbracciò per certi versi il loro stile di vita rigoroso e austero, che tanto alimentava la loro popolarità presso le classi più povere, soprattutto paragonato ai fasti e agli eccessi di alcuni alti prelati cattolici.

Il suo apostolato si distinse anche per il suo metodo di predicazione, basato su dibattiti pubblici e colloqui personali, discorsi appassionati, opere di persuasione, a cui affiancava sempre anche preghiera e penitenza.  Divenuto predicatore ufficiale della diocesi di Tolosa, iniziò ad accarezzare la possibilità di raccogliere intorno a sé un gruppo di giovani altrettanto entusiasti e appassionati, per portare avanti la Predicazione in modo stabile e organizzato.

Per prime San Domenico raccolse le donne che avevano abbandonato il catarismo, formando una comunità di domenicane dedite alla vita contemplativa, ma anche alla “santa Predicazione”, in quanto le loro preghiere sarebbero di lì a poco servite per sostenere e dare forza ai loro fratelli predicatori.

Anche gli uomini si unirono a lui, nonostante lo stile di vita austero e rigoroso rendesse difficile seguire i suoi ideali, e fu così che l’Ordine dei predicatori ebbe origine. L’Ordine, approvato di Papa Innocenzo III nel 1216 prenderà il nome di “Ordine dei Frati Predicatori”. Alla base dell’Ordine vengono posti: predicazione, studio, povertà, vita comune, spedizioni missionarie.

I Frati Predicatori cominciarono ben presto a viaggiare attraverso l’Europa, predicando, ma partecipando anche alla vita culturale e teologica, soprattutto nelle grandi città universitarie, come Parigi e Bologna,

San Domenico de Guzman morirà a Bologna il 6 agosto 1221, circondato dall’amore dei suoi fratelli. Verrà canonizzato nel 1234.

La consegna del Rosario da parte della Vergine Maria

Abbiamo già accennato alla devozione mariana di San Domenico da Guzman e all’apparizione della Vergine di cui sarebbe stato protagonista. A quel tempo il Santo viveva a Tolosa, e si affannava per trovare un modo per combattere l’eresia degli albigesi senza dover ricorrere alla violenza. Alano della Rupe, un altro domenicano divenuto famoso per la sua particolare devozione al Rosario, ci racconta che durante la predicazione il Santo venne rapito dai pirati che lo trassero sulla loro nave.

La stessa nave venne travolta da una tempesta, e fu allora che la Vergine si manifestò a Domenico, indicandogli il Santo Rosario come unica salvezza dal naufragio e dalla morte di tutti loro. Il Santo comunicò ai pirati quel monito, essi accettarono, e subito la furia del mare si placò. I pirati furono i primi membri Confraternita del Rosario, la dimora di Maria Vergine sulla terra.

La morale di questa storia è chiara. Per volontà della Madonna, il Rosario non era più solo uno strumento di salvezza personale, ma un’arma di preghiera comunitaria.

“Se essi accoglieranno questo ultimo Rifugio di Misericordia del mio Rosario, non saranno ingoiati dalle acque e dall’inferno!” Così la Madonna avrebbe detto a San Domenico, sempre secondo Alano, ed è chiaro che questo monito non riguarda solo i pirati, e non si riferisce unicamente all’episodio del naufragio. Per il giovane Santo impegnato a combattere l’eresia Catara apparve evidente fin da subito che la via del Rosario gli era stata mostrata dalla Vergine per combattere i nemici della Chiesa e gli eretici con l’arma più forte ed efficacie possibile.

Fu in seguito all’esperienza mistica di San Domenico che il Rosario acquistò la forma che ancora oggi conosciamo e pratichiamo, col ruolo di Maria Vergine centrale e il movimento circolare che esprime il percorso spirituale del fedele, il suo muoversi progressivamente verso Dio. Con San Domenico e il suo Ordine di frati predicatori il Rosario diviene uno strumento di meditazione e preghiera personale e comunitaria, ma anche un mezzo per la predicazione.

Le origini dell’ordine domenicano

L’Ordine dei Frati Predicatori nacque dagli uomini raccolti intorno a San Domenico da Guzman durante il suo apostolato in Linguadoca.

Nel 1216 il papato siglò l’approvazione ufficiale e definitiva alla fondazione dell’Ordine. Dopo un inizio difficile, dovuto all’ostilità del clero locale e alla diffidenza verso il neonato Ordine, i domenicani iniziarono ad essere ben accolti e apprezzati ovunque. Sebbene essi vivessero di elemosina, molti ricevevano cospicue donazioni da sostenitori e simpatizzanti.

Nel 1218 una bolla papale decretò che tutti i prelati fornissero assistenza ai predicatori domenicani.

Nel 1220 e nel 1221 a Bologna si tennero i primi due Capitoli Generali nel corso dei quali venne redatta la Magna Charta dell’ordine.
Secondo quest’ultima i frati domenicani dovevano basare il proprio percorso di vita e fede su: predicazionestudio – che doveva esercitasi di giorno e di notte -, povertàvita in comuneviaggi e spedizioni missionarie.

Ancora oggi i Domenicani vivono quotidianamente la propria ricerca della verità e dell’intimità con Gesù. Il Rosario rimane uno dei maggiori strumenti di fede e ricerca meditativa, così come l’amore per la Vergine Maria.

Il Movimento Domenicano del Rosario, o Confraternita del Santo Rosario, seguita da secoli a accogliere chiunque voglia conoscere meglio e imparare a praticare questa forma di devozione. Il Movimento organizza occasioni di preghiera comune e incontro, pellegrinaggi in santuari e convegni finalizzati alla riflessione sui misteri del Santo Rosario.


Lettura 

Domenico, nato a Caleruega nella Spagna, dalla nobile famiglia dei Guzmàn e dedicatosi allo studio della letteratura, fu dapprima canonico della chiesa di Osma e in seguito fondò l'ordine dei frati Predicatori. Il suo ingegno e la sua virtù si segnalarono soprattutto nel combattere gli eretici, che cercavano di pervertire i Tolosani. Venuto a Roma, chiese al pontefice Innocenzo III l'approvazione e la conferma del suo ordine, approvazione che ottenne dal suo successore Onorio III. Mentre dappertutto per opera sua numerosissime persone regolavano la loro vita secondo la religione e la pietà, a Bologna, nell'anno 1221, dopo aver lasciato ai suoi alunni, come certo patrimonio, la carità, l'umiltà e la povertà, dicendo le parole: «Accorrete, o santi di Dio, venite, o angeli», si addormentò nel Signore il 6 agosto. Gregorio IX lo inserì nel catalogo dei santi.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

giovedì 19 dicembre 2019

Mirabile uomo san Domenico di Guzman

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Tre caratteristiche emergono in maniera rilevante nella personalità psicologica di san Domenico.

I - Anzitutto un'innata dolcezza, cioè un riverbero di bontà congenita che si manifesta sotto varie forme emotive, facendolo subito apparire dotato di estrema sensibilità. «Per questo - scrive il beato Giordano - egli si attirava facilmente l'amore di tutti; senza difficoltà appena lo conoscevano, tutti cominciavano a volergli bene... Ovunque si mani­festava come uomo evangelico, nelle parole come nelle opere».

Le testimonianze sono innumerevoli: dalla com­passione verso i sofferenti e i lontani, all'effusione abi­tuale di lacrime durante la preghiera, alla istintiva par­tecipazione e immedesimazione agli stati d'animo altrui. «Accoglieva tutti gli uomini nell'ampio seno della sua carità e perché tutti amava, da tutti era amato. Faceva sue le parole di san Paolo: "Gioire con chi gioisce, pian­gere con chi piange". Traboccante com'era di pietà, si dedicava tutto per aiutare il prossimo e sollevare la mi­seria. E questo, inoltre, lo rendeva a tutti carissimo: la semplicità del suo agire. Mai nessun segno di dop­piezza o di finzione fu riscontrato nelle sue parole o nelle sue azioni».

Significative, ancora, le confidenze poco prima della morte: san Domenico rivela una delicatezza d'animo e una fragranza che si direbbero infantili. E tuttavia la sfera sensibile è serenamente controllata da una padro­nanza che ignora ogni morbosità, ogni abbandono inde­bito, ogni ombra di debolezza e di effeminatezza. Una testimone oculare, suor Cecilia, colpita dall'aspetto così gioviale e dal tratto squisitamente umano, asserisce che dal suo volto irradiava una luce diffusa conferendogli un fascino celestiale.

Anche l'esercizio dell'autorità era contemperato dalla sua affabilità: «Egli era gioviale - depose fra Rodolfo da Faenza - cordiale, paziente, misericordioso e conso­latore dei suoi fratelli. Se vedeva qualcuno commette­re qualche errore, faceva come se nulla fosse; poi, in seguito, gli si rivolgeva con volto calmo e con molta dolcezza gli diceva: "Fratello, ti sei comportato male: riconoscilo". E le sue parole piene di bontà inducevano tutti ad ammettere il loro operato e a farne penitenza». Domenico puniva con severità le loro trasgressioni, ma l'umiltà con la quale si rivolgeva loro faceva sì che si allontanassero da lui confortati.

II - A questa componente del suo carattere, faceva riscon­tro e, per così dire, contrappeso un'eccezionale carica operativa. Chi ricostruisca attraverso i documenti l'at­tività di Domenico nel decennio 1206-1216, rimane sconcertato. Per non dire degli ultimi anni, anzi degli ultimi giorni. Non si riesce davvero più a immaginarlo nel silenzioso chiostro di Osma. Una instancabilità e una resistenza fisica che trova forse in san Paolo il pro­totipo. Non a torto si è parlato di lui come di un «uomo teso» (Vicaire), appunto incalzato come Paolo dalla «fatalità» di evangelizzare.

L'operosità di Domenico non è soltanto d'indole fi­sica, ma principalmente un fatto volitivo, un'insospet­tabile capacità di ripresa, un gettito continuo di energie di fronte a situazioni nuove, una reazione istintiva e immediata in ogni congiuntura avversa, un ritmo di ap­plicazione che oltrepassa senza dubbio la media comune.

Quando poi si situi nel contesto storico la sua esistenza, con le limitazioni nel cibo, le privazioni di ogni agio, i rischi della vita itinerante, la tensione per incarichi di responsabilità, l'assenza di norme igieniche le più ele­mentari, lo stupore cresce a dismisura. E si devono aggiungere le mortificazioni volontarie, le lunghe veglie di preghiera, i gesti persino cruenti (conforme all'asce­tica contemporanea e storicamente incontestabile), la fatica per la vociferazione all'aperto, l'applicazione rigo­rosa allo studio, l'umiliazione bruciante per insuccessi, incomprensioni, diserzioni, ecc.

III - A spiegare sul piano umano questa specie di antitesi tra mitezza innata e costante tensione operativa, sta forse una terza componente del suo carattere: un'apertura men­tale che si può senz'altro definire chiaroveggenza di vi­ta. Domenico non fu un genio del pensiero speculativo, ma un uomo che, attraverso l'esperienza e la assimila­zione della verità, giunse a una visione sintetica. Ne è sintomatica spia la predilezione per il silenzio: «Non perdetevi in chiacchiere e non sciupate il vostro tempo con pettegolezzi», scrive nell'unica preziosissima lettera pervenutaci, alle suore di Madrid nel 1220; e tutto un paragrafo delle primitive Costituzioni sarà dedicato alla «sanctissima silentii lex».

I testimoni del processo sono unanimi nel rimarcare che egli, anche in viaggio, o pre­gava od osservava il silenzio per meditare la Parola di Dio; che non si perdeva in parole vane ed esigeva con fermezza l'osservanza del silenzio dai suoi fratelli.

La solida formazione teologica poggiava su una per­spicacia naturale che gli consentiva di cogliere, come d'istinto, l'obiettivo valore delle persone, delle situazio­ni e delle cose. Alieno da ogni compromesso, Dome­nico dispone di una capacità d'intuito che gli fa pre­vedere e precorrere l'immediato e gli consente poi di restare irremovibile quando ha preso una decisione.

Ri­prova di questa lucidità intellettiva è l'oculato vaglio dei collaboratori, la scelta di luoghi strategicamente nevral­gici per le prime fondazioni; gli abili approcci con la Curia romana e soprattutto la saggezza di quelle norme che, sotto il nome di Costituzioni, dovevano conferire ai Predicatori una inconfondibile fisionomia, indipenden­temente dalla Regola di sant'Agostino.

Sarà ancora il suo intuito, sorretto dall'impegno di fedeltà evangelica, a dissuaderlo dal circoscrivere la vocazione apostolica a determinate categorie o ceti (e ciò, purtroppo, fu da alcuni misconosciuto per inconsistenti preoccupazioni apo­logetiche), assicurando così al suo Ordine una perenne attualità, piuttosto rara in altre istituzioni contempora­nee o successive.

 

(da: V. Ferrua – H. Vicarie, San Domenico e i suoi frati, Gribaudi, 1984)

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AMDG et DVM

lunedì 19 dicembre 2016

ROSA 33 - 380 PENSIERI SUL SANTO ROSARIO


ROSA TRENTATREESIMA


[101] Mentre predicava il Rosario nelle vicinanze di Carcassona, a san Domenico, fu presentato un eretico albigese posseduto dal demonio. Il Santo, davanti a una folla che si ritiene composta di oltre dodicimila persone, lo esorcizzò, e i demoni che tenevano in dominio quel miserabile, furono costretti, loro malgrado, a rispondere alle domande dell'esorcista. E confessarono 
1) che nel corpo di costui erano in quindicimila perché egli aveva osato combattere i quindici misteri del Rosario; 
2) che san Domenico col suo Rosario terrorizzava tutto l'inferno e che essi stessi odiavano lui più di qualsiasi altra persona perché con questa devozione del Rosario strappava loro le anime; 
3) rivelarono inoltre parecchi altri particolari.

San Domenico allora gettò la sua corona al collo dell'ossesso e chiese ai demoni chi mai fra tutti i
Santi del cielo essi temessero di più e chi, a parere loro, meritasse più amore e onore da parte degli uomini. A tale domanda gli spiriti infernali levarono alte grida sì che la maggior parte dei presenti stramazzarono a terra per lo spavento. Poi quei maligni, per non rispondere direttamente alla domanda, cominciarono a piangere e a lamentarsi in modo così pietoso e commovente che parecchi fra gli astanti furono presi da una naturale pietà. Per bocca dell'ossesso e con voce piagnucolosa così dicevano: “Domenico, Domenico, abbi pietà di noi e promettiamo di non nuocerti mai. Tu che
tanta compassione hai per i peccatori e per i miserabili, abbi pietà di noi meschini. Ahinoi!,
soffriamo già tanto: perché ti compiaci di aumentare le nostre pene? Contentati di quelle che ci tormentano! Misericordia, misericordia misericordia!”.
[102] Impassibile davanti ai piagnistei di quegli spiriti, il Santo rispose che non avrebbe desistito
dal tormentarli se prima non avessero essi stessi risposto alla sua domanda. Ed essi replicarono che avrebbero dato, la risposta, ma in segreto, all'orecchio e non di fronte a tutti. Domenico tenne duro e comandò che parlassero ad alta voce; ma ogni sua insistenza fu inutile e i demoni si chiusero nel silenzio. Allora il Santo si pose in ginocchio e pregò la Madonna: “Vergine potentissima, Maria, invirtù del tuo Rosario  comanda, a questi nemici del genere umano di rispondere alla mia domanda”.
Immediatamente dopo questa invocazione, una fiamma ardente uscì dalle orecchie, dalle narici e
dalla bocca dell'ossesso; i presenti tremarono dalla paura ma nessuno ne subì danno. E si udirono le grida di quegli spiriti: “Domenico, noi ti preghiamo per la passione di Cristo e per i meriti della sua santa Madre e dei Santi: permettici di uscire da questo corpo senza dir nulla. Gli Angeli, quando tu vorrai, te lo riveleranno. Del resto, perché vuoi tu credere a noi? non siamo forse dei bugiardi? Non tormentarci oltre, abbi pietà di noi ”.
“Disgraziati, siete indegni di pietà!” riprese san Domenico, e sempre in ginocchio pregò di nuovo
la Vergine Santa: “O degnissima Madre della Sapienza, ti supplico per il popolo qui presente che ha già appreso a recitare come si deve il Saluto angelico, obbliga questi tuoi nemici a proclamare in pubblico la verità piena e chiara sul Rosario”.
Finita la preghiera vide accanto a sé la Vergine Maria, circondata da una moltitudine di angeli, che con una verga d'oro colpiva l'ossesso e gli diceva: “Rispondi al mio servo Domenico conforme alla sua richiesta”. Da notare che  nessuno udiva né vedeva la Madonna all'infuori di san Domenico.

[103] A tale comando i demoni presero a urlare:
O inimica nostra, o nostra damnatrix, o nostra inimica, o nostra damnatrix, o confusio nostra,
quare de coelo descendisti ut nos hic ita torqueres? Per te quae infernum evacuas et pro
peccatoribus tanquam potens advocata exoras; o Via coeli certissima et securissima, cogimur sine
mora et intermissione ulla, nobis quamvis invitis, et contra nitentibus, totam rei proferre veritatem.
Nunc declarandum nobis est simulque publicandum ipsum medium et modus quo ipsimet conjundamur, unde vae et maledíctio in aeternum nostris tenebrarum principibus.
Audite igitur vos, christiani. Haec Christi Mater potentissima est in praeservandis suis servis
quonimus praecipites ruant in baratrum nostrum inferni. Illa est quae dissipat et enervat, ut sol,
tenebras omnium machinarum et astutiarum nostrarum, detegit omnes fallacias nostras et ad
nihilum redigit omnes nostras tentationes. Coactique fatemur neminem nobiscum damnari qui ejus sancto cultui et pio obsequio devotus perseverat. Unicum ipsius suspirium, ab ipsa et per ipsam sanctissimae Trinitati oblatum, superat et excedit omnium sanctoruin preces, atque pium et sanctum eorum votum et desiderium, Magisque eum formidamus quam omnes paradisi sancios; nec contra fideles ejus famulos quidquam praevalere possumus.
Notum sit etiam vobis plurimos christianos in hora mortis ipsam invocantes contra nostra jura
salvari, et nisi Marietta illa obstitisset nostrosque conatus repressisset, a longo iam tempore totam
Ecclesiam exterminassemus, nam saepissime universos Ecclesiae status et ordines a fide deficere fecissemus. Imo planius et plenius vi et necessitate compulsi, adhuc vobis dicimus, nullum in exercitio Rosarii sive psalterii eius perseverantem aeternos inferni subire cruciatus. Ipsa enim devotis servis suis veram impetrat contritionem qua fit ut peccata sua confiteantur, et eorum indulgentiam a Deo consequantur”.

[104]O nostra nemica, nostra rovina e nostra confusione! perché sei tu scesa dal cielo apposta
per farci tanto soffrire? O avvocata dei peccatori che ritrai dall'inferno, o via sicurissima del
Paradiso, siamo noi proprio obbligati, a nostro dispetto, a dire tutta la verità? Dobbiamo proprio
confessare davanti a tutti ciò che ci coprirà di vergogna e sarà causa della nostra rovina? Guai a
noi! e maledizione eterna ai nostri principi delle tenebre! Ebbene, udite voi cristiani: questa Madre di Cristo è onnipotente e può impedire che i suoi servi cadano nell'inferno. E' lei che, come un sole, dissipa le tenebre dei nostri intrighi e astuzie; è lei che sventa le nostre mene, disfa i nostri tranelli e rende vani e inefficaci tutte le nostre tentazioni.
Siamo costretti a confessarvi che nessuno di quanti perseverano nel suo servizio è dannato con noi.
Uno solo dei sospiri ch'ella offra alla SS. Trinità vale più di tutte le preghiere, i voti, i desideri dei
Santi.
Noi la temiamo più di tutti i beati insieme e nulla possiamo contro i suoi fedeli servitori. Anzi,
avviene che molti cristiani i quali secondo le leggi ordinarie andrebbero dannati, invocandola in punto di morte riescono a salvarsi per l'intercessione di lei. Ah, se questa Marietta - così la chiamavano per rabbia - non si fosse opposta ai nostri progetti e ai nostri sforzi, già da molto tempo noi avremmo rovesciato e distrutto la Chiesa e fatto cadere nell'errore e nell'infedeltà tutte le sue gerarchie! Proclamiamo, inoltre, costretti dalla violenza che ci viene usata, che nessuno di quanti perseverano nella recita del Rosario, va dannato perché ella ottiene ai suo fedeli servi una sincera contrizione dei loro peccati e ricevono perdono e indulgenza”.
Ottenuta questa confessione san Domenico fece recitare il Rosario dagli astanti, adagio e con
devozione. 

Ed ecco la cosa sorprendente: ad ogni Ave Maria recitata dal Santo e dal popolo usciva dal corpo di quell'ossesso una moltitudine di demoni in forma di carboni ardenti. Quando l'infelice
ne fu completamente libero, la Vergine Santa, sempre non vista, benedisse il popolo e tutti
avvertirono una sensibile e vivissima gioia. Questo miracolo fu causa di conversione per molti eretici che entrarono perfino nella confraternita del Rosario.


PENSIERI SUL ROSARIO
1. Il Rosario della Vergine Maria, nella sua semplicità e profondità, rimane, anche in questo terzo Millennio appena iniziato, una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità.
(Rosarium Virginis Mariae, 1)
2. Il Rosario della Vergine Maria è preghiera che ben si inquadra nel cammino spirituale di un cristianesimo che, dopo duemila anni, non ha perso nulla della freschezza delle origini.
(Rosarium Virginis Mariae, 1)
3. Il Rosario, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico.
(Rosarium Virginis Mariae, 1)
4. Il Rosario, nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell'intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio.
(Rosarium Virginis Mariae, 1)
5. Con il Rosario il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo.
(Rosarium Virginis Mariae, 1)
6. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore.
(Rosarium Virginis Mariae, 1)
7. La semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana.
(Rosarium Virginis Mariae, 2)
8. Recitare il Rosario non è altro che contemplare con Maria il volto di Cristo.
(Rosarium Virginis Mariae, 3)
9. Il Rosario, se riscoperto nel suo pieno significato, porta al cuore stesso della vita cristiana.
(Rosarium Virginis Mariae, 3)
10. Il Rosario offre un'ordinaria quanto feconda opportunità spirituale e pedagogica per la contemplazione personale, la formazione del Popolo di Dio e la nuova evangelizzazione.
(Rosarium Virginis Mariae, 3)
11. Il Rosario non solo non si oppone alla Liturgia, ma le fa da supporto, giacché ben la introduce e la riecheggia.
(Rosarium Virginis Mariae, 4)
12. Se riscoperto in modo adeguato, il Rosario è un aiuto, non certo un ostacolo all'ecumenismo!
(Rosarium Virginis Mariae, 4)
13. Il Rosario si pone nella migliore e più collaudata tradizione della contemplazione cristiana.
(Rosarium Virginis Mariae, 5)
14. Il Rosario è preghiera tipicamente meditativa e corrisponde, in qualche modo, alla «preghiera del cuore».
(Rosarium Virginis Mariae, 5)
15. Riscoprire il Rosario significa immergersi nella contemplazione del mistero di Colui che «è la nostra pace».
(Rosarium Virginis Mariae, 6)
16. Non si può recitare il Rosario senza sentirsi coinvolti in un preciso impegno di servizio alla pace.
(Rosarium Virginis Mariae, 6)
17. Il rilancio del Rosario nelle famiglie cristiane si propone come aiuto efficace per arginare gli effetti devastanti di questa crisi epocale.
(Rosarium Virginis Mariae, 6)
18. Fissare gli occhi sul volto di Cristo è il compito di ogni discepolo di Cristo; è quindi anche compito nostro.
(Rosarium Virginis Mariae, 9)
19. La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile. Il volto del Figlio le appartiene a titolo speciale.
(Rosarium Virginis Mariae, 10)
20. Quando recita il Rosario, la comunità cristiana si sintonizza col ricordo e con lo sguardo di Maria.
(Rosarium Virginis Mariae, 11)
21. Il Rosario, proprio a partire dall'esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa.
(Rosarium Virginis Mariae, 12)
22. «Senza contemplazione, il Rosario è corpo senz'anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule» (Paolo VI).
(Rosarium Virginis Mariae, 12)
23. Cari giovani, attraverso la preghiera e la meditazione dei misteri, Maria vi guida con sicurezza verso il suo Figlio! Non vergognatevi di recitare il Rosario.
(Giovanni Paolo II)
24. Il Rosario, quale contemplazione su Cristo con Maria, è contemplazione salutare.
(Rosarium Virginis Mariae, 13)
25. L'immergersi, di mistero in mistero, nella vita del Redentore, fa sì che quanto Egli ha operato e la Liturgia attualizza venga profondamente assimilato e plasmi l'esistenza.
(Rosarium Virginis Mariae, 13)
26. Il passare con Maria attraverso le scene del Rosario è come mettersi alla «scuola» di Maria per leggere Cristo, per penetrarne i segreti, per capirne il messaggio.
(Rosarium Virginis Mariae, 14)
27. La spiritualità cristiana ha come suo carattere qualificante l'impegno del discepolo di conformarsi sempre più pienamente al suo Maestro.
(Rosarium Virginis Mariae, 15)
28. Il Rosario ci trasporta misticamente accanto a Maria impegnata a seguire la crescita umana di Cristo.
(Rosarium Virginis Mariae, 15)
29. «Tutta la nostra perfezione consiste nell'essere conformi, uniti e consacrati a Gesù Cristo» (S. Luigi Maria Grignion de Montfort).
(Rosarium Virginis Mariae, 15)
30. Mai come nel Rosario la via di Cristo e quella di Maria appaiono così profondamente congiunte.
(Rosarium Virginis Mariae, 15)
31. Maria non vive che in Cristo e in funzione di Cristo!
(Rosarium Virginis Mariae, 15)
32. La preghiera della Chiesa è come sostenuta dalla preghiera di Maria.
(Rosarium Virginis Mariae, 16)
33. Il Rosario è insieme meditazione e supplica.
(Rosarium Virginis Mariae, 16)
34. L'insistente implorazione della Madre di Dio poggia sulla fiducia che la sua materna intercessione può tutto sul cuore del Figlio.
(Rosarium Virginis Mariae, 16)
35. Ella è «onnipotente per grazia», come, con audace espressione da ben comprendere, diceva nella sua Supplica alla Vergine il beato Bartolo Longo.
(Rosarium Virginis Mariae, 16)
36. Nel Rosario Maria, mentre è supplicata da noi, si pone per noi davanti al Padre, pregando per noi e con noi.
(Rosarium Virginis Mariae, 16)
37. Il Rosario è anche un percorso di annuncio e di approfondimento, nel quale il mistero di Cristo viene continuamente ripresentato ai diversi livelli dell'esperienza cristiana.
(Rosarium Virginis Mariae, 17)
38. Perché non riprendere in mano la Corona con la fede di chi ci ha preceduto?
(Rosarium Virginis Mariae, 17)
39. Il Rosario conserva tutta la sua forza e rimane una risorsa non trascurabile nel corredo pastorale di ogni buon evangelizzatore.
(Rosarium Virginis Mariae, 17)
40. Il Rosario è uno dei percorsi tradizionali della preghiera cristiana applicata alla contemplazione del volto di Cristo.
(Rosarium Virginis Mariae, 18)
41. «Preghiera evangelica, incentrata nel mistero dell'incarnazione redentrice, il Rosario è preghiera di orientamento nettamente cristologico».
(Paolo VI, Marialis cultus)
42. Maria ci conduce ad apprendere il segreto della gioia cristiana, ricordandoci che il cristianesimo è innanzitutto «buona notizia».
(Rosarium Virginis Mariae, 20)
43. Il Rosario offre il «segreto» per aprirsi più facilmente a una conoscenza profonda e coinvolgente di Cristo. Potremmo dirlo la via di Maria.
(Rosarium Virginis Mariae, 24)
44. Il Rosario è la via dell'esempio della Vergine di Nazareth, donna di fede, di silenzio e di ascolto.
(Rosarium Virginis Mariae, 24)
45. Seguendo il cammino di Cristo, il credente si pone davanti all'immagine dell'uomo vero.
(Rosarium Virginis Mariae, 25)
46. Ciascun mistero del Rosario, ben meditato, getta luce sul mistero dell'uomo.
(Rosarium Virginis Mariae, 25)
47. Meditare col Rosario significa consegnare i nostri affanni ai cuori misericordiosi di Cristo e della Madre sua.
(Rosarium Virginis Mariae, 25)
48. Per comprendere il Rosario, bisogna entrare nella dinamica psicologica che è propria dell'amore.
(Rosarium Virginis Mariae, 26)
49. La ripetizione si alimenta del desiderio di una conformazione sempre più piena a Cristo, vero «programma» della vita cristiana.
(Rosarium Virginis Mariae, 26)
50. Il Rosario ci aiuta a crescere in questa conformazione fino al traguardo della santità.
(Rosarium Virginis Mariae, 26)
51. Che il rapporto con Cristo possa avvalersi anche dell'aiuto di un metodo non deve stupire. Iddio si comunica all'uomo rispettando il modo di essere della nostra natura ed i suoi ritmi vitali.
(Rosarium Virginis Mariae, 27)
52. Il Rosario non è che un metodo per contemplare.
(Rosarium Virginis Mariae, 28)
53. L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio.
(Rosarium Virginis Mariae, 31)
54. La riscoperta del valore del silenzio è uno dei segreti per la pratica della contemplazione e della meditazione.
(Rosarium Virginis Mariae, 31)
55. Il ripetersi, nel Rosario, dell'Ave Maria, ci pone sull'onda dell'incanto di Dio: è giubilo, stupore, riconoscimento del più grande miracolo della storia.
(Rosarium Virginis Mariae, 33)
56. In Cristo è centrata la vita e la preghiera dei credenti. Tutto parte da Lui, tutto tende a Lui, tutto, mediante Lui, nello Spirito Santo, giunge al Padre.
(Rosarium Virginis Mariae, 36)
57. Ciò che è veramente importante è che il Rosario sia sempre più concepito e sperimentato come itinerario contemplativo.
(Rosarium Virginis Mariae, 38)
58. Oggi all'efficacia di questa preghiera consegno volentieri la causa della pace nel mondo e quella della famiglia.
(Rosarium Virginis Mariae, 39)
59. Il Rosario è preghiera orientata per sua natura alla pace, per il fatto stesso che consiste nella contemplazione di Cristo, Principe della pace.
(Rosarium Virginis Mariae, 40)
60. Chi assimila il mistero di Cristo — e il Rosario proprio a questo mira —, apprende il segreto della pace e ne fa un progetto di vita.
(Rosarium Virginis Mariae, 40)
61. Il Rosario esercita sull'orante un'azione pacificante che lo dispone a ricevere e sperimentare nella profondità del suo essere e a diffondere intorno a sé quella pace vera che è dono speciale del Risorto.
(Rosarium Virginis Mariae. 40)
62. Il Rosario è preghiera di pace anche per i frutti di carità che produce.
(Rosarium Virginis Mariae, 40)
63. Mentre ci fa fissare gli occhi su Cristo, il Rosario ci rende anche costruttori della pace nel mondo.
(Rosarium Virginis Mariae, 40)
64. Lungi dall'essere una fuga dai problemi del mondo, il Rosario ci spinge a guardarli con occhio responsabile e generoso.
(Rosarium Virginis Mariae, 40)
65. Preghiera per la pace, il Rosario è anche, da sempre, preghiera della famiglia e per la famiglia.
(Rosarium Virginis Mariae, 41)
66. Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famigiie, utilizzando ancora questa forma di preghiera.
(Rosarium Virginis Mariae, 41)
67. La famiglia che prega unita, resta unita.
(Rosarium Virginis Mariae, 41)
68. Il Santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente ad essere preghiera in cui la famiglia si ritrova.
(Rosarium Virginis Mariae, 41)
69. Riprendere a recitare il Rosario in famiglia significa immettere nella vita quotidiana ben altre immagini, quelle del mistero che salva: l'immagine del Redentore.
(Rosarium Virginis Mariae, 41)
70. La famiglia che recita insieme il Rosario riproduce un po' il clima della casa di Nazareth: si pone Gesù al centro.
(Rosarium Virginis Mariae, 41)
71. A questa preghiera è anche bello e fruttuoso affidare l'itinerario di crescita dei figli.
(Rosarium Virginis Mariae, 42)
72. Pregare col Rosario per i figli, e ancor più con i figli, non è, certo, la soluzione di ogni problema, ma è un aiuto spirituale da non sottovalutare.
(Rosarium Virginis Mariae, 42)
73. Una pastorale giovanile non rinunciataria, appassionata e creativa, è capace di fare, con l'aiuto di Dio, cose davvero significative.
(Rosarium Virginis Mariae, 42)
74. Una preghiera così facile, e al tempo stesso così ricca, merita davvero di essere riscoperta dalla comunità cristiana.
(Rosarium Virginis Mariae, 43)
75. Riprendete con fiducia tra le mani la corona del Rosario.
(Rosarium Virginis Mariae, 43)
76. O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, noi non ti lasceremo mai più!
(Rosarium Virginis Mariae, 43)
77. Meditando i misteri del santo Rosario, noi impareremo, su l'esempio di Maria, a diventare anime di pace, attraverso il contatto amoroso e incessante con Gesù e coi misteri della sua vita redentrice.
(Paolo VI)
78. Il Rosario è preghiera che addita la prospettiva del Regno di Dio ed orienta gli uomini a ricevere i frutti della Redenzione.
(Giovanni Paolo II)
79. Il Rosario è un Credo fatto preghiera.
(Card. John Henry Newman)
80. Il Rosario è il compendio di tutto quanto il Vangelo.
(Pio XII)
81. Il Rosario è la tenue e a volte consunta corda della nostra speranza.
(Don Giovanni Barra)
82. Il Rosario è il mio ristoro alla sera di ogni più faticosa giornata.
(Alessandro Volta)
83. Il Rosario è Maria in persona che si pone tutta tra le nostre dita, perché ci serviamo di lei.
(Paul Claudel)
84. Il Rosario è un incontro quotidiano al quale io e la Madonna non manchiamo.
(Giovanni Paolo II)
85. Il Rosario è preghiera eccellente, nei riguardi della quale però il fedele deve sentirsi serenamente libero, sollecitato a recitarlo, in composta tranquillità, dalla sua intrinseca bellezza.
(Paolo VI)
86. Il Rosario è una specie di «sacramento del quotidiano».
(Don Alessandro Pronzato)
87. Il Rosario è la preghiera della famiglia. Credo d'aver potuto sormontare alcune difficoltà ed alcuni periodi di scoraggiamento solo perché recitavo il Rosario.
(Archibald Joseph Cronin)
88. Il Rosario è una preghiera d'amore o non è.
(Mons. Fulton Sheen)
89. Il Rosario è il libro di tutti e di sempre.
(p. Raimondo Spiazzi)
90. Il Rosario è la più biblica, teologica, liturgica delle devozioni non liturgiche.
(Card. Corrado Ursi)
91. Il Rosario è ancora oggi una forma bellissima di pietà e un mezzo utilissimo di apostolato.
(p. Raimondo Spiazzi)
92. Il Rosario è la preghiera più umile e più ricca, un balbettamento, il contrappunto di un tema sempre identico a significare le nostre povertà.
(Don Giovanni Barra)
93. Il Rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità.
(Giovanni Paolo II)
94. Il Rosario è la Madonna stessa; è Maria che si fa per noi veicolo del nostro occhio e della nostra voce: che ci trascina dietro a lei — in un ciclo che sempre ricomincia — nel suo stesso itinerario di adorazione.
(Paul Claudel)
95. Il Rosario è una preghiera attiva. È una preghiera che di sua natura è sociale, comunitaria, corale.
96. Il Rosario è una preghiera cristocentrica. È una preghiera contemplativa. È una preghiera didascalica.
97. Il Rosario è il termometro della vita interiore.
(Cornelio Fabro)
98. Il Rosario è strumento di contemplazione e di vita pratica.
(Paul Claudel)
99. Il Rosario diventa per me la celebrazione sommessa della liturgia del quotidiano, e il grigio dei giorni feriali acquista uno stupefacente splendore, e le solite azioni, sempre quelle, ogni giorno, diventano «nuove», inedite.
(Don Alessandro Pronzato)
100. L'arpa del Rosario tocca tutte le fibre dell'anima della Madre di Dio.
(De Corona)
101. Il Rosario recitato in famiglia è il momento in cui la comunità familiare avverte che Dio è veramente il cemento della sua coesione.
(Edward Schillebeeckx)
102. Dopo la Liturgia, il Rosario è la pia pratica che meglio fa rivivere in chiave mariana, riproduce, esprime, inculca il mistero della salvezza nella sua soprannaturalità e completezza.
(p. Raimondo Spiazzi)
103. Il Rosario è un esercizio avvincente, insostituibile di preghiera.
(Beato Giovanni XXIII)
104. Il Rosario è un'educazione alla pietà religiosa, più semplice e più popolare e al tempo stesso più seria e più autentica.
(Paolo VI)
105. Il Rosario è devozione che si armonizza assai bene con tutte le circostanze della vita domestica.
(Pio XII)
106. Il Rosario è lo strumento dei poveri. Lo si può iniziare, interrompere, riprendere ed è sempre lì a disposizione, «la preghiera che ci ancora al cielo». (Sertillanges)
(Don Giovanni Barra)
107. Dalla pratica della Corona nessuno può dispensarsi. Sono deciso ad abbandonare molte altre pratiche, ma non questa.
(San Giovanni Bosco)
108. Il Rosario è una eredità santa, a cui il popolo cristiano non ha mai cessato di attingere forza e coraggio.
(Paolo VI)
109. Il Rosario è talmente legato alla fede nell'Incarnazione, che può dirsi nasce da essa.
(Franz M. William)
110. Il Rosario educa alla contemplazione delle verità più alte.
(p. Raimondo Spiazzi)
111. Il Rosario è una preghiera organica e periodica, che permette all'anima di ripetere e di rivivere il mistero di Cristo.
112. Il Rosario è una preghiera ritmata sui motivi salienti della psicologia umana e sui momenti fondamentali dell'esistenza.
113. Il Rosario è superato? La vera preghiera non ha tempo. Nulla cambia nel rapporto Dio-uomo.
(Carlo Carretto)
114. Il Rosario è più uno spazio che una scala; o, se si vuole, un volo libero nello spazio, seguendo un certo tracciato.
(p. Reginald Garrigou-Lagrange)
115. Il Rosario è una devozione che, attraverso la Madonna, ci porta a Cristo. È Gesù Cristo il termine di questa lunga e ripetuta invocazione a Maria.
(Paolo VI)
116. Il Rosario è per eccellenza ripetizione. Ma ripetere è creare un'atmosfera di abbandono della mente che si «distende», in Dio, che si avvolge su se stessa per affondare nel mistero.
(Mons. Gianfranco Ravasi)
117. Il Rosario è un arcobaleno che il Signore, nella sua misericordia, ha tracciato nel firmamento della Chiesa, e un'ancora di salvezza per tutti i cristiani.
(S. Teresa d'Avila)
118. Il santo Rosario è una memoria continua della Redenzione nelle sue tappe salienti.
(Giovanni Paolo II)
119. Il Rosario è una preghiera che precede, prepara la contemplazione.
(Carlo Carretto)
120. Il Rosario è e rimane la forma di preghiera più moderna. Qui appare tutta la sua ricchezza di invenzione umana e di suggerimento divino insieme.
(Don Giovanni Barra)
121. Il Rosario è ormai «devozione della Chiesa».
(Paolo VI)
122. Il santo Rosario è teologia pregata!
(Card. Corrado Ursi)
123. Il Rosario si può chiamare una preghiera del povero, perché una preghiera sprovvista di pretese.
(Giovanni Paolo II)
124. Preghiera da povero, il Rosario non è tuttavia una preghiera povera, perché è ricco di tutto il mistero della salvezza che in esso si esprime.
(Giovanni Paolo II)
125. Il Rosario è, sì, preghiera «povera», ma questa è la sua più bella qualità.
(Carlo Carretto)
126. Il Rosario per gente ignorante? Per chi gusta questa preghiera è un segno di maturità spirituale, un segno di confidenza, di dono di sé a Dio.
(Carlo Carretto)
127. Il Rosario per il suo carattere popolare, per il suo spirito cristocentrico, può rianimare la fede e la pietà negli ambienti più diversi.
(Paolo VI)
128. Questa preghiera (il Rosario) che sembra schiava è la più emancipata di tutte.
(G. Goyau)
129. Il Rosario, per chi vi ha confidenza, mette quasi a dialogo con la Madonna; mette al passo con lei.
(Paolo VI)
130. Il Rosario è una devozione antica, che ha esercitato influssi incalcolabili: è caro soprattutto al popolo credente e appartiene alla sua vita, come il lavoro e il pane.
(Romano Guardini)
131. Il Rosario dovrebbe occupare in ciascuna famiglia il posto d'onore, com'era in passato, quando la recita del Rosario segnava in tutte le case cristiane il termine della giornata.
(Leone XIII)
132. Il Rosario risponde al bisogno che ha l'uomo di ristorarsi in un santo riposo, ove giunga a lui l'alito divino, ove gli vengano incontro le grandi figure della fede.
(Romano Guardini)
133. La preghiera del Rosario è la preghiera dell'uomo per l'uomo: e la preghiera della solidarietà umana.
(Giovanni Paolo II)
134. Il Rosario possiede, forse come nessun'altra preghiera, la virtù di lasciar spaziare lo sguardo, anche nelle ore di solitudine e di tristezza più nera in un mondo più alto e più bello.
(Franz M. William)
135. Il Rosario diventa un verace alimento della fede.
(Paolo VI)
136. Il Rosario, come la Liturgia, esige devozione interna: in caso contrario, questa cade nel ritualismo, quello nel meccanismo.
(Rinaldo Falsini)
137. Il Rosario è una forma di preghiera giustamente cara alla pietà cattolica, e che nulla ha perduto della sua attualità nelle difficoltà dell'ora presente.
(Paolo VI)
138. Il Rosario rappresenta una forma particolare di vita religiosa. Qualcuno può dichiarare di non sapersene servire: è affar suo. Non ha però il diritto di dire che questa preghiera non abbia senso e che non sia cristiana, perché così darebbe solo a vedere di non sapere di che si tratta.
(Romano Guardini)
139. Il Rosario recitato con la meditazione dei misteri ci eleva insensibilmente alla conoscenza perfetta di Gesù Cristo.
(San Luigi M. Grignion de Montfort)
140. Recitando i singoli Misteri, è tutto il Vangelo che rivive; è la storia meravigliosa del genere umano redento e salvato.
(Paolo VI)
141. Molti non hanno compreso come il Rosario possa meritare tanto onore; in primo luogo perché non conoscono la preghiera, e poi perché questa preghiera si presenta sotto un aspetto di umiltà che nasconde agli spiriti superficiali la sua ricchezza.
(Antonin Dalmace Sertillanges)
142. Questa preghiera (il Rosario) che sembra verbale è la più spirituale di tutte.
(G. Goyau)
143. Chi ama il Rosario non è uno specialista della ripetizione meccanica. È, piuttosto, uno abituato a ricominciare sempre. Nel Rosario come nella vita.
(Don Alessandro Pronzato)
144. Il Rosario insegna a unire l'orazione con le azioni comuni della giornata, santifica le amicizie e le occupazioni.
(Paolo VI)
145. Il Rosario che la famiglia recita in comune è il momento privilegiato della sua vita.
(Edward Schillebeeckx)
146. Chi propaga il Rosario è salvo.
(Beato Bartolo Longo)
147. Le parole del Rosario sono così belle e così monotone da creare lo spazio per intrattenerci in silenzio con Dio.
(Catechismo Olandese)
148. Il Padre nostro e l'Ave Maria, orazioni così semplici e sublimi vengono ripetuti molte volte nel Rosario: ripetizione che dimostra essere il Rosario una devozione d'amore.
(Antonio Rosmini)
149. Il Rosario recitato in famiglia è l'ecce adsumus, «ecco, Signore», la famiglia che ti è consacrata.
(Edward Schillebeeckx)
150. È una scala il Rosario: e voi la salite insieme, adagio adagio andando in su, incontro alla Madonna, che vuole dire incontro a Gesù.
(Paolo VI)
151. Questa preghiera (il Rosario) che sembra rudimentale è la più contemplativa di tutte e può diventare la più personale di tutti.
(G. Goyau)
152. Il mio Rosario copre ogni mia giornata di lavoro d'una luce sempre nuova.
(p. Jacques Loew)
153. Nel Rosario può dirsi veramente che il Vangelo è annunziato ai piccoli. Piccoli, d'altronde, lo siamo tutti in certi momenti.
(Antonin Dalmace Sertillanges)
154. Il Rosario è preghiera semplice e profonda, che ci educa a fare di Cristo il principio e il termine non solo della devozione mariana, ma di tutta la nostra vita spirituale.
(Paolo VI)
155. Non c'è preghiera che sia più gradita a Dio del Rosario.
(S. Teresa di Gesù Bambino)
156. Nel Rosario, «la ripetizione sarà solo la forma esteriore della preghiera e non avrà che lo scopo di rendere il movimento interiore sempre più calmo e pieno».
(Romano Guardini)
157. Il Rosario segue un filo, segue un disegno, segue una linea; ha una forma distinta, ha uno scopo determinato, ha soprattutto uno spirito di vera pietà che la sostiene, e la anima. È una preghiera saggia e viva.
(Paolo VI)
158. Il Rosario non è una via, ma un ambiente e non ha meta, ma profondità. Sostarvi, fa bene all'anima.
(Romano Guardini)
159. Ogni Ave detta in sua eterna memoria ci ricorda che c'è stato Uno il quale, per quanto beato in eterno, non disdegnò, per amore dei peccatori, un corpo della Vergine.
(Card. John Henry Newman)
160. Ogni Ave Maria, miracolo meraviglioso, sta per fiorire ai piedi della Regina del cielo, e, soave profumo, la mia preghiera fiorita salirà dolcemente verso la Vergine Maria.
(François Coppée)
161. Il Rosario viene a prenderci anche in mezzo alle nostre sofferenze, spesso irragionevoli, talvolta accascianti, quasi sempre mal sopportate, per ricordarci che Gesù ha sofferto molto più di noi per amor nostro.
(p. Reginald Garrigou-Lagrange)
162. Il Rosario non è solo devozione, forma di preghiera; è anche itinerario spirituale, guida, scuola e scala di perfezione.
163. Il Rosario fa sentire vividamente la ecclesialità della preghiera, ed educa a vivere, a pensare, a soffrire, a pregare «con cuore veramente cattolico», come direbbe Claudel.
164. Il Rosario ci fissa in Cristo, nei quadri della sua vita e della sua teologia, non solo con Maria, ma altresì, per quanto a noi è possibile, come Maria.
(Paolo VI)
165. Il Rosario recitato con amore fedele e con assiduità quotidiana può diventare una via sicura e facile di santificazione, un segreto di vita interiore semplificata.
166. Recitando il Rosario, penetriamo nei misteri della vita di Gesù, che sono contemporaneamente i misteri della sua Madre.
(Giovanni Paolo II)
167. Con il Rosario a Maria le età dell'esistenza terrena non contano: e ognuno può conservare quella freschezza e incanto dell'infanzia, che suggeriva a un grande scrittore il rilievo: nessuna cosa più bella di un fanciullo che recita l'Ave Maria.
(Beato Giovanni XXIII)
168. Noi dobbiamo essere amici del Rosario. Per modellare la vita vissuta sugli esempi umanissimi e sublimi di Maria.
(Paolo VI)
169. Noi dobbiamo essere amici del Rosario. Per implorare l'assistenza celeste tanto nelle nostre quotidiane e particolari necessità, come nei grandi bisogni del dramma storico, in cui siamo coinvolti.
(Paolo VI)
170. Noi dobbiamo essere amici del Rosario. Per venerare la Madonna e per essere così noi stessi collocati nella prospettiva migliore alla professione del nostro autentico sentimento religioso in spirito e verità.
(Paolo VI)
171. Cosa si potrà trovare di più perfetto ed eccellente della devozione del Rosario?
(Antonio Rosmini)
172. Recitare il Rosario è trattenersi, raccolti, in un mondo silenzioso e santo.
(Romano Guardini)
173. Capire il Rosario, oggi come sempre, è capire Maria, la sua funzione salvifica nella storia come collaboratrice e ministra di Cristo, la sua maternità sulle anime e sulla Chiesa.
174. Quando si capisce il Rosario, è segno che nella nostra vita si è fatta una grande conquista: quella del valore delle cose piccole.
175. Praticare il Rosario è portare il più valido contributo all'avvento del Regno di Dio che, come un lievito, si inserisce nella pasta umana per tutto santificare ed elevare fino all'altezza delle cose eterne.
176. La preghiera di Maria, il Rosario, è costantemente aperta verso tutta la missione della Chiesa, verso le sue difficoltà e le sue speranze.
(Giovanni Paolo II)
177. Ogni discorso d'affetto tra le persone alla fine è sempre ripetitivo. Ma non è monotono. La ripetizione, come avviene nel Rosario, vuol essere una discesa in profondità.
(Andrea Riccardi)
178. Quando il Rosario è divenuto scuola di contemplazione e di vita e di unione a Gesù, esso diviene anche una sorgente di apostolato.
(p. Reginald Garrigou-Lagrange)
179. L'anima che sapientemente pratica il Rosario, rivive la sua piccola o grande storia spirituale e ripercorre il cammino umano sulla via di Dio, insieme a Cristo e a Maria.
180. Chi prega il Rosario non è obbligato a richiamare pensieri di cui in genere, o almeno sul momento, non si sente capace. Egli entra in un mondo ordinato, incontra figure che gli sono familiari e trova le vie che lo conducono all'essenziale.
(Romano Guardini)
181. Per sua natura la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano, nell'orante la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il Cuore di colei che al Signore fu più vicina.
(Paolo VI)
182. Arma utilissima, il Rosario, che fa sorridere l'incredulo, che non capisce i misteri di Dio.
(p. Reginald Garrigou-Lagrange)
183. Poiché la pratica del Rosario è universalmente diffusa, la catechesi cristiana può usare di esso come il suo strumento dogmatico d'incontestabile importanza.
(Edward Schillebeeckx)
184. Noi ti abbiamo ucciso il Figlio, ma ora sei nostra madre, viviamo insieme la risurrezione. Amen.
(p. David Maria Turoldo)
185. Ciò che salva non è la sapienza umana, ma la fede in Cristo. Il Rosario è preghiera a misura della fede.
(p. Enrico M. Rossetti)
186. Preghiamo perché la nostra devozione a Maria sia quale dev'essere: una via verso Cristo.
(Paolo VI)
187. Chi vuol recitare bene il Rosario, deve mettere da parte la fretta, trovare un'intima tranquillità.
(Romano Guardini)
188. Preghiera evangelica è il Rosario, come oggi forse più che nel passato amano definirlo i pastori e gli studiosi.
(Paolo VI)
189. Preghiera evangelica, incentrata nel mistero dell'Incarnazione redentrice, il Rosario è preghiera di orientamento nettamente cristologico.
(Paolo VI)
190. Nel Rosario «è tutto il dogma cristiano nella sua elevatezza e nel suo splendore, affinché noi possiamo così tutti i giorni penetrarlo, assaporarlo, nutrirne l'anima».
(p. Reginald Garrigou-Lagrange)
191. Nel Rosario «tutto il Credo ci passa sotto gli occhi, non in modo astratto, con formule dogmatiche, ma in modo concreto, mediante la vita del Cristo, che discende verso di noi e risale al Padre per condurci a lui».
(p. Reginald Garrigou-Lagrange)
192. Io potrei convertire il mondo se avessi un esercito che recitasse il Rosario.
(attribuita a Pio XI)
193. Recitare il santo Rosario pensando di volta in volta al mistero è entrare nella luce della fede, è assorbire il calore della speranza e dell'amore, è rinnovarsi.
(Cornelio Fabro)
194. La preghiera è la condizione per l'innesto della causalità misteriosa della bontà divina nel circuito incerto e infermo della causalità umana.
(Paolo VI)
195. Se la Chiesa domanda ai suoi figli di attaccarsi alla Corona, evidentemente è perché questa piace alla Regina del cielo. A noi basta sapere che piace a lei: nient'altro.
(Card. Leo J. Suenens)
196. Non posso pensare che un uomo abbia fatto progressi nella spiritualità, se non ha l'abitudine di recitare il Rosario.
(Frederic William Faber)
197. Lo spazio della mariologia, di una sana mariologia, va perso là dove si dissolve l'unità tra Antico e Nuovo Testamento.
(Card. Joseph Ratzinger)
198. Senza la mariologia il cristianesimo minaccia di disumanizzarsi inavvertitamente. La Chiesa diventa funzionalistica, senz'anima, una fabbrica febbrile incapace di sosta, dispersa in rumorosi progetti.
(Hans-Urs von Balthasar)
199. Non c'è una teologia cristiana senza un continuo riferimento alla persona e al ruolo della Vergine Maria nella storia della salvezza.
(Nikos Nissiotis)
200. Dobbiamo restaurare nei nostri cuori il culto dovuto alla Madonna. Dobbiamo riaccendere in noi la vera, la buona devozione a Maria Santissima.
(Paolo VI)
201. Fine ultimo di ogni devozione dev'essere Gesù Cristo, Salvatore del mondo, vero Dio e vero uomo. Diversamente sarebbe devozione falsa e ingannevole.
(S. Luigi M. Grignion de Montfort)
202. Se la devozione a Maria dovesse allontanare da Gesù Cristo bisognerebbe respingerla come un'illusione diabolica.
(S. Luigi M. Grignion de Montfort)
203. La devozione alla Vergine è necessaria solo per trovare perfettamente Gesù Cristo, amarlo di tutto cuore e servirlo con fedeltà.
(S. Luigi M. Grignion de Montfort)
204. Stabilire una solida devozione alla Vergine significa stabilire più perfettamente il culto dovuto a Gesù Cristo; significa indicare un mezzo facile e sicuro per trovare il Salvatore.
(S. Luigi M. Grignion de Montfort)
205. A chi ci rimprovera di essere più mariani che cristiani, di lodare sempre Maria, dimenticando il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, ricordiamo che il Rosario è soprattutto la lode della Trinità.
(Piero Bargellini)
206. Abbiamo bisogno che la Madonna ci aiuti. Un tormentato e famoso scrittore spiritualista e realista, Charles Péguy, paragonava i Pater e le Ave del Rosario a dei vascelli naviganti vittoriosamente verso il Padre. Dobbiamo tentare anche questa mistica impresa.
(Paolo VI)
207. È impossibile, pare a me, avere migliori intenzioni di quelle dell'angelo, né fare a Maria preghiera più bella, più onorevole e che le sia più accetta.
(Léon Bloy)
208. È proprio perché la preghiera del Rosario è, dopo la sacra Liturgia Eucaristica, la più propizia per conservare e aumentare la fede nelle anime, che il demonio ha sollevato contro di essa la sua campagna; sfortunatamente noi vediamo quali rovine ha causato.
(Suor Lucia di Fatima)
209. La preghiera del Rosario è indispensabile per molte anime. Se non recitano il Rosario, che preghiere faranno? E senza la preghiera chi si salverà?
(Suor Lucia di Fatima)
210. Io sto per comparire davanti a Dio. Una sola cosa mi consola e mi rassicura: le mie Ave Maria. In quel momento c'è solo questo di vero.
(Jean Bellanger)
211. Come il bambino non si stanca mai di ripetere «mamma», così il cristiano ripete sempre lo stesso saluto a Maria.
(Henri Dominique Lacordaire)
212. È dolce musica all'orecchio pronunciare: ti saluto o Madre. È dolce canto ripetere: ti saluto o Madre pia. Tu, mia delizia, cara speranza, casto amore, mia fortezza nelle avversità.
(Leone XIII)
213. Tutta la nostra vita si cristianizza per così dire nello svilupparsi in noi dell'Ave Maria.
(Theilard de Chardin)
214. Seguendo l'esempio della Scrittura, noi faremo meglio a pensare Maria soltanto con il suo Figlio e in relazione a lui, senza mai separarla da lui.
(Card. John Henry Newman)
215. La Madonna ci ha dato Gesù ed è la portatrice di Gesù nel mondo: sia la portatrice di Gesù anche nei nostri cuori e nel nostro culto religioso.
(Paolo VI)
216. Essendo Maria, fra tutte le creature, la più conforme a Gesù Cristo, ne segue che, di tutte le devozioni quella che consacra e conforma di più un'anima a nostro Signore, è la devozione a Maria.
(S. Luigi M. Grignion de Montfort)
217. Io mi propongo di custodire in me la volontà di lavorare per trasformarmi in Maria, allo scopo di diventare un'altra Maria vivente e operante, di trasformare in lei e mediante lei i miei pensieri.
(Charles de Foucauld)
218. Per Mariam ad Iesum. Ella è l'aiuto di cui abbiamo bisogno affinché la nostra nascita riesca fino a raggiungere il cielo.
(Hans-Urs von Balthasar)
219. Ricorriamo a Maria per arrivare a Gesù.
(Paolo VI)
220. L'uomo si è allontanato dalla Madonna, perciò ha perduto il suo equilibrio interiore.
(Carlo Carretto)
221. La Vergine deve essere argomento della nostra meditazione in maniera che si introduca e si sviluppi nel nostro spirito l'immagine del Figlio suo.
(Card. John Henry Newman)
222. La Madre di Dio è a un tempo sapienza e bellezza. In lei si raduna tutta la bellezza della creazione per partecipare alla bellezza divina.
(Patriarca Atenagora)
223. Si sa: dinanzi alla bellezza superna che rifulge nella Vergine, il credente è preso dallo stupore: «Come cantare le tue lodi, santa vergine Maria?». (Ordine dei Servi di Maria)
224. Sono felice: ogni sera prego la Vergine col Rosario. La mia famiglia è con me. In questo mondo così grigio, c'è ancora tanta gioia. E io la sento accanto a me.
(Bing Crosby)
225. Maria, una donna come noi e che come noi gode della misericordia divina, vive e rappresenta ciò che noi dobbiamo essere davanti a Dio.
(Karl Rahner)
226. Adoperiamoci perché nella nostra moderna generazione non abbia ad affievolirsi, ma si riaccenda invece sempre più la luce soave e materna della devozione a Maria.
(Paolo VI)
227. «Ecco la serva del Signore». È regina, perché prima è serva, perché si è fatta e ha voluto rimanere tale. Povere mamme che portate tutto, che provvedete a tutto, che non siete mai stanche! Possa Dio riempirvi di gioia come ha riempito la sua mamma: Maria.
(Don Primo Mazzolari)
228. Il segreto per conoscere se uno è un uomo di Dio, è quello di esaminare se ama l'Ave Maria e la Corona.
(San Luigi M. Grignion de Montfort)
229. Quando gli uomini respireranno Maria come respirano l'aria, si vedranno cose meravigliose in questa misera terra.
(San Luigi M. Grignion de Montfort)
230. Il Rosario è preghiera quanto mai semplice, invitante sempre al riposo interiore, all'abbandono in Dio, alla fiducia, che è poi sicurezza di ottenere le grazie di cui abbiamo bisogno.
(Beato Giovanni XXIII)
231. Per qualcuno il Rosario è sonno, sbadiglio, noia, fastidio, abitudine, filastrocca. Per me è stimolo, meditazione, novità.
(Don Alessandro Pronzato)
232. In ogni famiglia possa regnare il Signore con la sua grazia e con un conveniente benessere materiale nella concordia e nella pace. Ma proprio per ottenere ciò, gioverà moltissimo il Rosario in famiglia, la quale, se prega, vive; e se prega unita, vive unita.
(Pio XII)
233. Si parla a Maria per arrivare a Gesù. Ella lo ha portato al mondo. Ella è la Madre del Signore. Ella ci introduce a lui, se noi siamo devoti a lei.
(Paolo VI)
234. Maria può essere assunta a specchio delle attese degli uomini del nostro tempo.
(Paolo VI, Marialis cultus)
235. Dal punto di vista dogmatico sarebbe possibile — anzi necessario — integrare la pietà mariana nella devozione verso lo Spirito Santo.
(Heribert Mühlen)
236. Nel cavo della mia mano vedo la mia corona, e, per me, i suoi grani neri sono come una semenza che io con una grande speranza getto al cielo immenso.
(François Coppée)
237. Grande è la speranza che noi riponiamo nel santo Rosario per risanare i mali che affliggono i nostri tempi.
(Pio XII)
238. Un modo molto semplice e usuale per far silenzio in noi, è quello di recitare una preghiera già composta. Questo vale per il Rosario. Non disprezziamo questa forma di preghiera!
(Catechismo Olandese)
239. Messa e Rosario a ogni mal va contrario. Messa e Corona da mal ti scampa e ben ti dona.
(Proverbi popolari)
240. Quanto c'è di fecondo e di grandioso nella storia e nella vita della Chiesa può ritenersi raccolto, quasi fiori germinati su di uno stesso ramo, nel santo Rosario.
(Beato Giovanni XXIII)
241. Il popolo cristiano tenga per fermo essere il Rosario il più bel fiore dell'umana pietà e la più feconda sorgente delle grazie celesti.
(Benedetto XV)
242. Quando è lodata, amata, onorata o riceve qualche cosa Maria, Dio è lodato, Dio è amato, Dio è onorato, Dio riceve per le mani di Maria e in Maria.
(San Luigi M. Grignion de Montfort)
243. Con il Rosario, per i meriti della Vergine Maria tutto il mondo è salvo.
(Alessandro VI)
244. L'interminabile lode che il Rosario a Lei tributa ha il suo fondamento in Gesù, a cui ogni lode termina.
(Card. John Henry Newman)
245. Se il nostro secolo, nella sua superbia, irride e rifiuta il santo Rosario, un'innumerevole moltitudine di uomini santi d'ogni età, d'ogni condizione, lo hanno avuto sempre carissimo.
(Pio XI)
246. Abbiamo bisogno di guardare a Maria, di fissare la sua bellezza incontaminata, perché i nostri occhi troppo spesso sono offesi e quasi accecati dalle ingannatrici immagini di bellezza di questo mondo.
(Paolo VI)
247. Maria prolunga tutta la grandezza, la profondità, la capacità di ascolto e di accoglienza, di offerta e di donazione che le donne, lungo tutta la storia, hanno vissuto nella forza dello Spirito Santo.
(Leonardo Boff)
248. Fortunata la nostra esistenza se si intreccia a questo serto di rose, a questa ghirlanda di lodi a Maria, e ai misteri del Suo divin Figlio.
(Paolo VI)
249. Non arrossire mai di portare con te la corona del Rosario.
(Beato Giovanni XXIII)
250. Quando si conoscono tante persone della cui serietà cristiana non si può dubitare e si vede quale importanza ha preso il Rosario nella loro vita, si diventa prudenti nel giudicarlo.
(Romano Guardini)
251. Maria è il prototipo dell'uomo «credente», la madre dei «fedeli»; e siccome la fede si attua sempre per opera dello Spirito, la Vergine è la manifestazione prima ed esemplare dello Spirito di Cristo.
(Heribert Mühlen)
252. Se il cristianesimo nella sua forma più piena è il puro accoglimento della salvezza di Dio eterno e trino che appare in Gesù Cristo, Maria è il perfetto cristiano, l'essere umano in senso assoluto.
(Hans-Urs von Balthasar)
253. Un tempo, per essere più certi del proprio rapporto con Dio, per sentirlo quasi tangibilmente, la sera dopo cena si pregava il Rosario. Oggi il Rosario è stato sostituito dalla televisione.
(Carlo Sgorlon)
254. La luce e l'amore suscitati dalla meditazione dei misteri del Rosario ci permettono di meglio partecipare alla missione della Chiesa.
(Paolo VI)
255. Diciamo il Rosario: il Cuore di Maria palpita accanto al nostro cuore, nella sua presenza invisibile ma vera.
(Enrico Medi)
256. Noi poveri peccatori invochiamo Maria per l'ora della nostra morte: ella è «porta del cielo», è assai più di Pietro la «portinaia celeste» che ci rende accessibile l'accesso alla presenza di suo Figlio.
(Karl Rahner)
257. Se il cristianesimo perfetto è piena corrispondenza fra la missione eterna della storia della salvezza e la vita personale, questo cristianesimo si trova perfettamente in Maria.
(Karl Rahner)
258. La vita propria dell'anima cristiana è la vita divina. Per avere questa vita in voi, voi vi impegnate ad elevare la vostra mente a Dio con una delle preghiere più semplici e più complete: il S. Rosario è infatti uno dei modi più belli per mettersi a colloquio con il cielo.
(Pio XII)
259. Bisogna essere convinti che la preghiera del Rosario è più la preghiera di Maria che la nostra: qui sta la chiave della sua potenza e del suo incanto sul cuore di Dio.
(Card. Leo J. Suenens)
260. Il grande interesse soprannaturale del Rosario non si basa tanto sulle rivelazioni private di Lourdes e di Fatima come alcuni credono, ma soprattutto sulla sostanza dottrinale, l'insegnamento e la raccomandazione esplicita della Chiesa.
(p. Matthew Crawley)
261. Il Rosario recitato con la meditazione dei misteri rende facile la pratica della virtù e ci arricchisce di grazie e di meriti.
(San Luigi M. Grignion de Montfort)
262. In un'epoca in cui la virtù della fede in Dio è esposta ogni giorno a così gravi e pericolosi assalti, il cristiano trova nel Rosario mezzi abbondanti per alimentarla e rafforzarla.
(Leone XIII)
263. La pietà mariana ci conduca a Cristo, non ci distolga dal culto supremo che a lui dobbiamo, ma piuttosto a lui ci avvicini sempre più.
(Paolo VI)
264. Io non so come mai una devozione così piccola in apparenza sia il marchio infallibile della salvezza eterna.
(San Luigi M. Grignion de Montfort)
265. Cosa diventerei io se non avessi la divina consolazione del Rosario? La sua sovrana virtù mi immerge negli abissi sempre nuovi dell'adorazione e della gratitudine.
(Ernesto Psichari)
266. Pio XI, parlando con Mons. Richaud, disse: «Dite ai sacerdoti che preghino molto. E che il Papa fin che non ha detto il suo Rosario non chiude la sua giornata».
267. Volete conoscere Cristo? Due sono le strade buone: il Vangelo e il Rosario. Il Vangelo racconta, il Rosario prega.
(p. Enrico M. Rossetti)
268. Senza questo radicamento nella preghiera, il nostro pensiero cristiano si dissolverebbe in ideologie sterili, la nostra vita cristiana si ridurrebbe ad una attività puramente umana.
(Paolo VI)
269. Il Cristo in persona — Redenzione personale perché lui stesso è la Redenzione — è il centro di questa preghiera mariana in cui tutta l'attenzione è incentrata sui misteri viventi di Cristo.
(Edward Schillebeeckx)
270. Non c'è mezzo più sicuro per invocare la benedizione di Dio sulla famiglia e soprattutto per preservare la pace e la felicità della casa, della recita quotidiana del Rosario.
(Pio XII)
271. Pregando, il popolo di Dio si ancora più fortemente ai dogmi della sua fede. Recitando il Rosario, si rifugia nel passato identificandosi con Maria nell'evoluzione della sua vita insieme al Cristo.
(Edward Schillebeeckx)
272. Maria è la creatura «tota pulchra»; è lo «speculum sine macula»; è l'ideale supremo di perfezione che in ogni tempo gli artisti hanno cercato di riprodurre nelle loro opere.
(Paolo VI)
273. Piccolo fanciullo ti amai come Madre; fatto anziano crebbe, in me l'ardente amore. Accoglimi nei cieli, uno tra i celesti, e proclamerò di aver conquistato così gran premio, con il tuo patrocinio.
(Leone XIII)
274. La conoscenza di Gesù Cristo è la scienza dei cristiani la scienza della salvezza. Rosario benedetto, che ci dai questa scienza e conoscenza di Gesù.
(San Luigi M. Grignion de Montfort)
275. Voi avete compreso che una giornata senza preghiera è come il cielo senza sole, il giardino senza fiori. Perciò vi siete preso l'impegno di recitare ogni giorno una decina almeno del santo Rosario.
(Paolo VI)
276. Senza la meditazione dei sacri misteri della nostra Redenzione, il Rosario non sarebbe quasi altro che un corpo senza anima, una materia eccellente priva della sua forma che è la meditazione, essendo questa ciò che distingue il Rosario dalle altre devozioni.
(San Luigi M. Grignion de Montfort)
277. La fede è l'unica chiave per poter penetrare tutti i misteri di Gesù e di Maria, ricordati dal santo Rosario. Più forte sarà la nostra fede, più meritorio sarà il Rosario.
(San Luigi M. Grignion de Montfort)
278. Madonna del Rosario. Ricordo d'infanzia anche questo, fra i più sublimi e fra i più venerandi. La vita di Gesù si svolge attraverso l'incanto e l'esaltazione.
(Luigi M. Personè)
279. La Madonna del Rosario è nella sua espressione e nella sua attrazione una delle forme più alte che portano ad arricchire la fede.
(Luigi M. Personè)
280. Ci sono preghiere «da bosco e da riviera». Il Rosario è una di queste, anzi lo è per eccellenza: può essere la rete che tiene insieme tempi e luoghi della nostra giornata.
(Don Elio Torrigiani)
281. Il lampo di un mistero della vita del Signore o della S. Vergine, mentre si recitano le «Ave Maria», è in grado di ridare misura ai nostri gesti e ai nostri pensieri.
(Don Elio Torrigiani)
282. Il Rosario guarisce l'animo ottuso o ferito, e dà ali alla «preghiera del cuore».
(Don Elio Torrigiani)
283. Il Rosario era un momento di festa per mia madre e un atto di «carità fiorita» per chi lo compiva.
(Alberto Migone)
284. La corona del Rosario è simbolo di santità.
(Pietro Borzomati)
285. Il Rosario è uno strumento che la sapienza cristiana è riuscita a creare per consentire a tutti di fruire in modo autentico del carisma della contemplazione.
(Umberto Santarelli)
286. Il Rosario era il mezzo migliore per ottenere delle grazie: «Molti problemi, molti Rosari»; e più ce n'era bisogno, più ne dicevamo.
(Giovanni Marchi)
287. La musicalità della preghiera del Rosario, trascolorando la grigia sensazione di altre radici, mi trasmise improvvisa ed incalzante un gioioso senso di comunione, di fraternità.
(Irene Iarocci)
288. La preghiera è la «forza debole» dei cristiani: ma anche la forza, quella con cui accompagna Gesù fino alla croce. Il Rosario è stato anche la preghiera dei martiri.
(Andrea Riccardi)
289. Se vogliamo aiutare le anime del Purgatorio, applichiamo loro il Rosario, che arreca loro grande sollievo.
(S. Alfonso M. de' Liguori)
290. È mezzogiorno. Vedo la chiesa aperta. Bisogna entrare. Madre di Gesù Cristo, io non vengo a pregare. Io non ho niente da offrire e niente da domandare, io vengo solamente, o Madre, a vederti. Vederti, piangere di felicità, sapere che sono tuo figlio e che tu ci sei.
(Paul Claudel)
291. Maria, ti chiediamo: è possibile ancora a noi, all'uomo è ancora dato sul limite della sua totale distruzione, sperare che l'eccidio dell'essere creato sia spento, sia fermato e soffocato?
(Giovanni Testori)
292. Vergine, cattedrale del Silenzio, anello d'oro del tempo e dell'eterno: tu porti la nostra carne in paradiso e Dio nella carne. Vieni e vai per gli spazi a noi invalicabili.
(p. David Maria Turoldo)
293. Ave, o Maria: di chi muore e si lagna
giunga il singulto sino alla tua vetta,
sino al tuo sogno, sino a la tua magna
misericordia, e in Essa si rimetta.
(Grazia Deledda)
294. Se vogliamo essere veri cristiani, dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, che unisce la Madonna a Gesù e che apre a noi la via che a lui ci conduce.
(Paolo VI)
295. Il Rosario è la preghiera non liturgica insieme più efficace e più semplice per fare di ogni casa quella «casa di Dio» che fu la «casa di Nazareth».
(Danilo Veneruso)
296. La campana ha chiamato
e l'angelo è venuto.
Lieve lieve ha sfiorato
con l'ala di velluto
il povero paese...
Poi, con gli ultimi tocchi,
cullati come foglie
dal vento della sera,
se n'è volato via:
a portar la preghiera
degli umili a Maria.
(Diego Valeri)
297. Quando anch'io sarò dentro la terra
con le mani giunte sul petto,
all'un de' polsi avrò un rosario: questo.
E gran pace, finalmente, in cuore, fratello.
(Ada Negri)
298. Ave Maria! Conservami
immacolata e pura
l'anima tra le insidie
di questa terra oscura;
e se peccai talora,
Vergine Santa, a me perdono implora.
(Clemente Rebora)
299. Tu dici ancora quella orazione.
Tieni il rosario tra le mani pie.
Non muove i labbri, un tremito leggiero?
Ma non scorrono più le avemarie,
e tu contemplerai sempre un mistero.
(Giovanni Pascoli)
300. Ave Maria! nell'ultima ora del viver mio
il moribondo spirito tu raccomanda a Dio!
Chi nel tuo bacio muore
si sveglierà nel bacio del Signore.
(Arnaldo Fusinato)
301. Signora dolce, ave!
Dall'astro tuo del pianto
odi il saluto e il canto
umile a Te salir.
(Antonio Fogazzaro)
302. Madre del Ciel, soave Regina!
Ogni terrena Eco risuoni:
Ave Maria, gratia plena.

(Antonio Fogazzaro)
303. Maria è «la Donna vestita di sole», nella quale i raggi purissimi della bellezza umana si incontrano con quelli sovrani, ma accessibili, della bellezza soprannaturale.
(Paolo VI)
304. Vergine bella, che di sol vestita,
coronata di stelle, al sommo Sole
piacesti sì che 'n te sua luce ascose,
amor mi spinge a dir di te parole;
ma non so 'ncominciar senza tu' aita
e di Colui ch'amando in te si pose.
(Francesco Petrarca)
305. Chi muove a Gesù senza Maria,
s'affanna di più e allunga la via.
(Luigi Costantini)
306. Ave Maria! Quando su l'aure corre l'umil saluto,
i piccioli mortali scovrino il capo,
curvano la fronte Dante e Aroldo.
(Giosuè Carducci)
307. O Vergine, o Signora, o Tuttasanta,
che bei nomi ti serba ogni loquela!
Più d'un popol superbo esser si vanta
in tua gentil tutela.
(Alessandro Manzoni)
308. La devozione a Maria è un segno infallibile di eterna salute.
(San Bernardo)
309. Il Rosario è la preghiera che fra tutte è la più bella, la più ricca di grazie, quella che più piace alla santissima Vergine.
(San Pio X)
310. O Regina degli angioli, o Maria,
ch'adorni il ciel con tuoi lieti sembianti,
e stella in mar drizzi e naviganti
a port'e segno di diritta via.
(Giovanni Boccaccio)
311. Da ogni grano del Rosario
su mille affanni ed attese
profonda, una pace.
(Irene Iarocci)
312. Con il primo Mistero gaudioso, io penso all'Annunciazione del Beato Angelico. ...A un cristiano la bellezza non può bastare; ma è solo un tramite per la verità.
(Manlio Cancogni)
313. Il Rosario è una corona di preghiere elevate alla Madonna. Del cui amore materno da ninnananna, l'umanità affogata oggi, in conflitti e dolore, ha estremo bisogno.
(Giuseppe Bonaviri)
314. Madre di tutti gli uomini
Signora perfetta dell'Armonia,
musica nel rosario che ci riporta a Dio,
Sorella che conosce i nostri cuori
ogni nostra pena, ogni peccato.
Vergine Madre che ha sempre illuminato
la terra dopo Eva caduta nel peccato.
Madre di Cristo illuminami!
Ch'io possa dire di te con vere, semplici parole.
(Elio Fiore)
315. Il Rosario è preghiera, con gli occhi rivolti verso di te, Maria, per tentare di scoprire il tuo volto e di accogliere meglio il tuo sorriso.
(Jean Galot)
316. Il Rosario è riposo, aprendomi alla pace della tua presenza, Maria, e apprezzando la serenità del tuo silenzio pieno di affetto materno!
(Jean Galot)
317. In parrocchia, nella comunità, in famiglia: Il Rosario!
(Beato Giacomo Alberione)
318. Un'Ave Maria, detta per l'eterna gloria di Dio con la rinunzia di sé, vale più di mille salteri recitati di propria volontà per se stessi.
(Giovanni Taulero)
319. Il Rosario: ecco una preghiera per mezzo della quale Maria ci guida incessantemente a fissare lo sguardo su suo Figlio.
(G. Blaquiere)
320. Il Rosario è una pratica di pietà con cui Maria ci aiuta a contemplare l'azione di Dio per gli uomini, attraverso la sua propria storia sacra.
(G. Blaquiere)
321. Prese di nuovo la sua corona, e ricominciò a dire il rosario; e, di mano in mano che la preghiera usciva dal suo labbro tremante, il cuore sentiva crescere una fiducia indeterminata.
(Alessandro Manzoni)
322. Se si osserva attentamente la preghiera del Rosario, si nota che è in Occidente l'equivalente della preghiera di Gesù, la via di povertà e di umiltà di cui abbiamo bisogno per giungere all'assorbimento della preghiera incessante.
(Jean Lafrance)
323. Per arrivare a questo culmine, il Rosario è una delle vie più rapide, proprio perché è la più semplice, che non tende a vette contemplative dannosamente seducenti per il nostro orgoglio.
(p. Molinié)
324. Non si è più la stessa persona dopo un Rosario: si è più umili, più poveri, e quindi più vicini alla capitolazione definitiva del peccatore di fronte alla misericordia.
(p. Molinié)
325. Il Rosario è come una specie di filo d'oro che tiene insieme tutti gli attimi di una vita e li unifica nello sguardo rivolto unicamente a Gesù Cristo e a sua Madre.
(Jean Lafrance)
326. Coloro che perseverano nella preghiera del Rosario, a volte austera e arida, camminano verso la preghiera contemplativa dello Spirito.
(Jean Lafrance)
327. Fatevi aiutare dai misteri del Rosario, recitandolo lentamente e immergendovi appunto nel mistero.
(Card. Carlo M. Martini)
328. La Santa Vergine viene dalla Chiesa giustamente onorata con un culto speciale. ...Esso trova la sua espressione nella preghiera mariana come il santo Rosario compendio di tutto quanto il Vangelo.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, 971)
329. Il senso religioso del popolo cristiano, in ogni tempo, ha trovato la sua espressione nelle varie forme di pietà che circondano la vita sacramentale della Chiesa, quali il Rosario.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, 1674)
330. La pietà medievale dell'Occidente ha sviluppato la preghiera del Rosario, sostitutiva per il popolo della Preghiera delle Ore.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, 2678)
331. Salve, o degnata del secondo nome
o Rosa, o Stella ai periglianti scampo,
inclita come il sol, terribil come
oste schierata in campo.
(Alessandro Manzoni)
332. La meditazione mette in azione il pensiero, l'immaginazione, l'emozione e il desiderio. Questa mobilitazione è necessaria per approfondire le convinzioni di fede.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, 2708)
333. Stabat Mater. Maria è là e dice: Diventa quello che sei, un autentico discepolo di Gesù, accolto, benedetto, lacerato e donato.
(Henri Nouwen)
334. La Vergine del Rosario, che è anche quella dello Stabat sul Calvario, vi insegnerà a restare ritti sotto la croce, per quanto densa possa essere la sua ombra.
(Pio XII)
335. La preghiera cristiana di preferenza si sofferma a meditare i misteri di Cristo, come nella lectio divina o nel Rosario.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, 2708)
336. Certe volte è la verità definita dai Concili che diventa devozione vivente nel popolo; altre volte è la fede del Popolo che arricchisce il patrimonio del magistero ufficiale della Chiesa. In tal modo i cristiani rimeditano con Maria nel «Rosario» i misteri di Cristo.
(Signore da chi andremo?)
337. Maria è la prima e più fedele imitatrice di Cristo. I misteri di suo Figlio aderiscono in maniera così profonda alla sua vita da rendere la vita di Maria lo specchio della vita di Gesù.
(Signore da chi andremo?)
338. Nella pratica del Rosario — la preghiera così cara alla devozione dei cristiani — si contempla Gesù dentro la vita di Maria.
(Signore da chi andremo?)
339. Nel Rosario, meglio e più strettamente congiunti non si sarebbero potuti presentare i misteri di Gesù e la vita di Maria.
(Signore da chi andremo?)
340. L'idea ispiratrice del Rosario è quella stessa che ispira l'autentica devozione a Maria, sempre rivolta principalmente al Figlio suo.
(Signore da chi andremo?)
341. Il Rosario è la preghiera del cielo e della terra uniti, preghiera della mente e delle labbra. È facile riconoscere che è necessario pregare.
(p. Carlo Cremona)
342. Il Rosario è il godimento dell'intelletto che attinge con questi colpi d'ala, le regioni del cielo.
(p. Carlo Cremona)
343. Semina nella tua vita le rose della preghiera del Rosario. E tutto... ti fiorirà.
(p. Carlo Cremona)
344. Il punto centrale del Rosario sono i quadri della vita di Gesù, il Rosario infatti è incentrato sulla vita di Gesù, vita storica, vita mistica.
(Mons. Guglielmo Giaquinta)
345. Pensate che la Madonna non ci ascolti dopo cento volte che le diciamo: prega per noi?
(Mons. Guglielmo Giaquinta)
346. Il Rosario corrisponde esattamente al pensiero di Gesù: la preghiera impetrativa deve essere insistente.
(Mons. Guglielmo Giaquinta)
347. L'Ave Maria è la preghiera che deve dare a noi la tonalità interiore con la quale dobbiamo meditare il mistero, che deve essere meditato e contemplato con la Madonna.
(Mons. Guglielmo Giaquinta)
348. Dobbiamo fondere insieme i due termini del Rosario e guardare il Mistero con lo sguardo della Madonna, rivivere il Mistero con la Madonna santissima. Secondo me sta qui la bellezza e la grandezza del Rosario.
(Mons. Guglielmo Giaquinta)
349. In quel deserto piantai un rosario e, per incanto, tutto fiorì... È il Rosario!
(Beato Bartolo Longo)
350. Col Rosario si può ottenere tutto. Secondo una graziosa immagine, esso è una lunga catena che lega il cielo alla terra; una delle estremità è nelle nostre mani e l'altra in quelle della Vergine.
(S. Teresa di Gesù Bambino)
351. Essenza del Rosario è esprimere il culto perfetto, interno ed esterno, la vera preghiera dello spirito seguita dalle opere.
(Beato Bartolo Longo)
352. Il cristiano, meditando un tratto della vita di Gesù e di Maria, viene stimolato alla imitazione delle virtù che si meditano; e, mortificando le proprie passioni, migliora se stesso.
(Beato Bartolo Longo)
353. Il Rosario non è certamente indispensabile per essere buoni cristiani e tuttavia costituisce un valido strumento per imparare l'arte della contemplazione, quella semplice che può essere sperimentata da tutti.
(Mons. Carlo Ghidelli)
354. I grani del Rosario sono i chicchi di grano di una messe che matura altrove.
(André Frossard)
355. L'insistenza di questa preghiera la rende simile al linguaggio ripetitivo della lode, prediletta dai mistici.
(André Frossard)
356. O Rosario benedetto di Maria,
catena dolce che ci rannodi a Dio,
vincolo di amore che ci unisci agli Angeli,
torre di salvezza negli assalti dell'inferno,
porto sicuro nel comune naufragio,
noi non ti lasceremo mai più.
(Beato Bartolo Longo)
357. Il Rosario non vi sembrerà più interminabile, ma troppo corto, e vi avrà fornito la prova dell'enorme bisogno di preghiera che ha il vostro prossimo.
(André Frossard)
358. Non commettiamo l'errore di ritenerci troppo grandi per un'Ave Maria, perché da questo saluto, dato un giorno dall'Angelo alla Vergine, è nata la moderna civiltà del cristianesimo.
359. Vorrei rubare al cielo l'aurora,
vorrei riempirmi le mani di stelle,
vorrei manciate di perle
e come filo il candore lunare
per farti una corona.
(Don Gualtiero Vinotti)
360. Sui focolari deserti
digrada ad un frammento di luna
il suono dell'Ave Maria
e la madre chiude un Rosario
prima di spegnere con un soffio la lucerna.
(Don Gualtiero Vinotti)
361. Il Rosario, preghiera semplice e facile, mi aiuta a essere fanciullo, e non me ne vergogno affatto.
(Card. Albino Luciani)
362. Se la lettura della Bibbia non viene apprezzata come puro studio, i misteri del Rosario meditati e assaporati sono Bibbia approfondita, fatta succo e sangue spirituale.
(Card. Albino Luciani)
363. Il Rosario è una specie di liturgia domestica.
(Card. Albino Luciani)
364. Il Rosario è una devozione divina, una sorgente di grazia, un rimedio a mille mali, una catena che unisce il cielo alla terra.
(S. Teresa d'Avila)
365. La vita, attraverso il filo conduttore dei Misteri «contemplati» nella recita del Rosario, si fa preghiera e la preghiera si fa vita.
366. Il Rosario dovrebbe essere per noi il cammino di umiltà di cui abbiamo bisogno per raggiungere l'immersione nella preghiera perpetua.
(M.D. Molinié)
367. Il Rosario è la preghiera più «povera», quella che non ha pretese di vertici di contemplazione pericolosamente seducenti per il nostro orgoglio.
(M.D. Molinié)
368. Recitate ogni giorno il Rosario, per le strade con una tenera devozione a Maria. Bisogna volare da lei per averne aiuto, quando il nostro lavoro per le anime si fa difficile.
(Beata Teresa di Calcutta)
369. Il Rosario è un punto di arrivo, non un punto di partenza. Normalmente, è la preghiera della maturità spirituale.
(Carlo Carretto)
370. L'umile preghiera del Rosario è quel mezzo molto povero che può darci o ridarci la gioia di pregare.
(Jean Lafrance)
371. L'essenziale del Rosario è la contemplazione del Cristo con gli occhi e il cuore della Vergine.
(Jean Lafrance)
372. Servendoci dell'espressione di S. Luigi M. Grignion de Montfort, possiamo dire: «Se dici "Maria", Ella dice "Gesù"». Ecco perché il Rosario ha un orientamento cristologico.
(Jean Lafrance)
373. Il Rosario è il magistero della vita, un magistero pieno di dolcezza e di amore, onde l'uomo sotto gli sguardi di Maria, quasi senza accorgersi, trova che va facilmente educando se stesso al conseguimento della vita vera.
(Beato Bartolo Longo)
374. L'efficacia del Rosario sta non solo nella particolare benevolenza di Maria per coloro che la onorano con questa devozione a lei cara, ma nel significato stesso di questa preghiera.
(Mons. Domenico Sorrentino)
375. Il Rosario esprime la fede senza falsi problemi, senza sotterfugi e giri di parole, aiuta l'abbandono in Dio, l'accettazione generosa del dolore.
(Card. Albino Luciani)
376. Il Rosario non è una preghiera infantile, ma una forma di preghiera molto delicata, molto complessa. Mi fa pensare al computer; tutto dipende dal programma che vi si inserisce.
(Didier Decoin)
377. O Padre, tu che nella Vergine Maria ci hai offerto il modello della sequela di Cristo, fa' che meditando nel Rosario gli eventi della salvezza, ci impegniamo a viverli nella nostra esperienza quotidiana.
(dal Benedizionale)
378. Guarda, Padre, i tuoi fedeli, che recitano devotamente la corona del Rosario; fa' che nella meditazione dei misteri della salvezza, possano stabilire una perfetta sintonia tra preghiera e vita.
(dal Benedizionale)
379. Nell'ora suprema i devoti del Rosario saranno consolati per la materna tenerezza della Vergine e si addormenteranno dolcemente nel suo seno.
(Leone XIII)
380. Con te, Rosario dolce della Madre nostra, vogliamo vivere, con te vogliamo morire, con te vogliamo esultare nella gloria della fine dei secoli.
(Enrico Medi)
AVE MARIA PURISSIMA!
REGINA 
SACRATISSIMI ROSARII
ORA PRO NOBIS