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mercoledì 3 luglio 2013

"Il Cuore Ammirabile della Santissima Madre di Dio" 1






57 - Il Cuore di Maria forziere delle vere ricchezze

L'infinita bontà di Dio ci ha dato 4 grandi tesori:

1) La SS. Eucarestia, che racchiude in sé quanto vi è di più ricco, preziosa, ammirabile nel tempo e nell'eternità.

2) La S. Scrittura, contenente le verità e i segreti della Divinità. Essa è il Cuore di Dio (S. Agostino).

3) Le reliquie dei Santi che la Chiesa possiede, conserva e onora.

4) Il Cuore di Maria che contiene ricchezze indicibili. Infatti:

a) È il tesoro dell'amore dell'Eterno Padre: «Amoris Dei Patris thesaurus» (S. Metodio), perché in esso il Padre adorabile mise tutto il suo amore, cioè il suo Unigenito.

b) È il tesoro del Figlio, uso a nascondere e conservare i misteri e le cose meravigliose osservate in Gesù durante la sua dimora terrena: «conservabat omnia verba haec in Corde suo». Gesù ha versato nel Cuore di Maria i tesori di sapienza e di scienza nascosti nel suo; vi ha messo i tesori di grazia e di misericordia acquisiti per noi col suo Sangue e con la sua morte, e le ha donato il potere di distribuirli, «cui vult, dice S. Bernardo, quando vult et quomodo vult». «In manibus tuis, dice il dotto Dionigi Certosino, sunt omnes thesauri miserationum Dei».

c) È il tesoro della carità dello Spirito Santo Poiché in esso Egli ha messo un oceano di grazie: tutte le grazie dei Santi. Quindi si può ben dire con S. Andrea di Candia che il Cuore di Maria è «Sanctissimus omnis sanctitatis thesaurus» (Orat. de Assumpt.) e

«Thesaurus stupendus Ecclesiae» (S. Epif.).

d) È un tesoro di gloria, di felicità e di giubilo per la Chiesa trionfante: È per Te, Vergine santa, che è stato riempito il Cielo, l'inferno è stato spogliato, e sono state riparate le rovine della celeste Gerusalemme (S. Bernardo).

e) È un tesoro di grazia e di misericordia per la Chiesa militante, perché, secondo S. Germano, nessuno è stato liberato o preservato dalle insidie di Satana, se non per mezzo di Maria; nessuno ottiene grazie se non per sua intercessione.

f) E' un tesoro di sollievo per la Chiesa sofferente, perché in ogni ora le pene del Purgatorio sono diminuite e addolcite grazie alla carità meravigliosa di Maria.

Infine, dal trono di Dio non discende alcuna grazia né favore, sia nella Chiesa trionfante, sia in quella militante e purgante, che non passi per le mani di Maria: «Nihil a throno Dei divini muneris defluit, aut descendit, quod per Mariae manus non pertransierit».

Salutiamo, dunque l'amabile Vergine con S. Cirillo: «Salve sancta Deipara, pretiosus totius orbis thesaurus».

Quando siamo tristi o desolati, per avere consolazione pensiamo al tesoro inestimabile del Cuore di Maria, che ha per noi il più grande amore. Quale motivo di gioia e di conforto per noi! Certamente, se conoscessimo bene l'amore, le ricchezze, le tenerezze che Maria ha per noi, moriremmo di gioia.

58 - Il Cuore di Maria vittima ed altare

Tutti i cuori degli Angeli e dei Santi del cielo sono altrettanti santuari dell'amore divino, nei quali Dio è adorato, glorificato. amato continuamente e differentemente, secondo la differenza dei gradi di amore posseduti da ogni cuore.

Ma il Cuore di Gesù è il Santuario dei santuari, e l'amore degli amori, che sempre ha adorato, glorificato e amato Dio; sempre ciò farà in modo degno della sua grandezza e bontà infinite. Il Cuore di Maria è il secondo santuario dell'amore divino, esso è stato fatto dall'amore increato ed essenziale: lo Spirito Santo Santuario mai profanato dal peccato, adorno invece d'una santità senza uguale e della bellezza splendente di tutte le virtù; santuario che è la dimora del Santo dei Santi, e nel quale vi è maggior gloria ed amore per la SS. Trinità che in tutti i santuari materiali e spirituali della terra e del cielo.

Questo santuario comprende tre cose:

1) - Un perpetuo sacrificio d'amore e di lode. - Il Cuore di Maria è rappresentato dal turibolo d'oro in mano ad un Angelo (Ap 8, 3).

L'Angelo del gran Consiglio lo riempie di fuoco: «Implevit thuribulum de igne altaris e di abbondante incenso, incensa multa, cioè di preghiere dei Santi, de orationibus Sanctorum, per significare che fu il Figlio di Dio a riempire il Cuore della SS. Madre del sacro fuoco che ha portato sulla terra, e che tutte le adorazioni, le lodi, le glorificazioni e le preghiere che escono dal Cuore verginale di Maria, procedono dal Cuore adorabile di Gesù.

Le preghiere dei Santi sono messe nel Cuore di Maria, per indicarci che i Santi depongono nel Cuore della loro Madre preghiere, lodi, adorazioni, offerte a Dio, perché essendo unite alle sue, riescano più gradite ed efficaci.

2) - Il sacrificio delle vittime d'amore. - La prima è la vittima adorabile offerta da Maria a Dio, nel tempio di Gerusalemme e sul Calvario; offerta che ripete in cielo e in tutti i sacrifizi divini di tutti i giorni, di tutte le ore, sulla terra.

Poiché, se tutti i cristiani hanno il diritto di offrire alla Maestà divina lo stesso sacrifizio del Sacerdote, quanto più la Madre del Sommo Sacerdote godrà di questo diritto, di questo potere?

Ai sacrifici terreni Ella non è presente sensibilmente, ma con la mente, con il Cuore, con l'amore; Ella vuole ciò che vuole suo Figlio, l'accompagna spiritualmente dappertutto per fare in qualche modo tutto quanto Egli fa.

Se Maria, dice Gersone, (Tract., 9 super Magnif.) nell'Ultima Cena non ha ricevuto il carattere sacerdotale, ha però, avuto in modo più eccellente di tutti gli altri presenti, di tutti i fedeli, questo carattere, non per consacrare, ma per sacrificare un'Ostia pura, santa e perfetta sull'altare del suo, Cuore, ove il fuoco divino arde continuamente. Ne consegue che i Santi le attribuiscono il nome e la qualità di Sacerdote: «Verginem appello velut sacerdotem, et altare» (S. Epifanio). E non è a stupire, poiché lo Spirito Santo onora i cristiani col titolo di Sacerdozio regale: «Vos autem regale sacerdotium» (1 Pt, 2, 9), e fa loro dire al Signore: «Fecisti nos: reges et sacerdotes» (Ap 5, 10).

La seconda vittima sacrificata nel santuario del Cuore di Maria è Lei stessa, Gesù s'è immolato per la gloria del Padre e per la nostra salute. Maria l'ha imitato sacrificandosi con Cuore ardente d'amore.

Ella è vissuta sulla terra in un continuo sacrificio di tutto, il suo essere e attività.

La terza vittima ne comprende un'infinità. Se l'Eterno Padre ci ha donato tutte le cose donandoci Gesù: «Omnia cum ipso, nobis donavit» (Rm 8, 32), assai più ha largheggiato con Maria. Ella, ben sapendo che ogni cosa nell'universo Le apparteneva, desiderando farne buon uso per la gloria del donatore, sacrificava alla Divina Maestà tutte le creature del mondo come altrettante vittime. Non si può rendere a Dio maggior onore che col sacrifizio, e per conseguenza, non si può fare più santo uso delle cose che ci appartengono, che col donarle e sacrificarle al Sovrano Signore di tutte le cose, conforme la sua santa volontà.

Uniamoci noi pure col dono di quanto ci appartiene, al Figlio e alla Madre; uniamoci con lo stesso loro Cuore ardente d'amore. O Madre del divin Sacerdote, di tutto cuore acconsentiamo al perpetuo sacrificio che Voi fate di noi e delle nostre cose, secondo la gloria del Salvatore e le sue intenzioni!

3) - Il Cuore di Maria è Altare del divino Amore. Gersone dice: «Dopo il sacrificio di sé offerto da N. S. sulla Croce, il più gradito a Dio e il più utile agli uomini è quello offerto da Maria SS., sull'altare del suo Cuore.

Pensiamo perciò a Lei quando diciamo: «Introibo ad aLtare Dei!», ricordandoci che dobbiamo offrire il sacrificio su questo altare divino, e non solo sull'altare materiale che non ne è che l'ombra.

Dobbiamo offrirlo in unione alla carità e alla santità dei due Cuori ammirabili, fusi in un solo cuore sul medesimo altare, chiamato altresì il Santo dei Santi: «Affinché meritiamo di entrare nel Santo dei Santi con anime pure e sante».


59 - Il Cuore di Maria e l'aureola dei martiri

Il Cuore di Maria e la Croce. - Il primo oggetto dell'amore del Salvatore, dopo il suo Eterno Padre, è la Croce. Anche i Santi, che hanno seguito le orme del Redentore, hanno amato molto la Croce, e per l'amore del Crocefisso hanno messo la loro gloria e le loro delizie nei patimenti.

La SS. Vergine, essendo ricolma d'amore per Gesù più dei Santi, ha amato la Croce più di essi, tanto da poter dire che, durante la sua vita terrena, il suo Cuore era il centro della Croce. Poiché le croci venivano in folla, da tutte le parti, a ritrovarsi nel suo Cuore; da parte di Dio, da parte degli uomini, dei Giudei, persecutori di suo Figlio, dei Gentili che lo crocifiggevano, di Erode, di Pilato, dei grandi Sacerdoti Anna e Caifa, de' suoi amici stessi, di Giuda, di Pietro che lo rinnegava, di quanti l'avevano abbandonato. Anche le creature insensibili ed inanimate si schieravano con tutti costoro, le corde e le catene che avevano legato Gesù, le verghe che l'avevano flagellato, le spine che avevano trafitto il suo santo capo, i chiodi che gli avevano trapassato le mani e i piedi, il fiele che aveva amareggiato la sua bocca, la lancia che aveva ferito il suo costato e tutte le altre cose che lo avevano fatto soffrire.

Tutte queste croci erano ricevute dal Cuore di Maria come inviate dalla mano di Dio ed erano portate con sottomissione, pace e amore invidiabili. Ma non per questo le croci furono, meno dolorose. Esse invece la fecero tanto soffrire che ne sarebbe morta, se la Divina Potenza non l'avesse sostenuta.

Maria è più che martire: Ella ha sofferto più di tutti i Martiri riuniti insieme, per parecchi motivi.

1) L'anima è capace di soffrire più del corpo, tanto più quando la sua natura è nobile ed eccellente. Ora, tutti i Martiri hanno sofferto nel corpo, ma la SS. Vergine ha sofferto nell'anima, trapassata dalla spada del dolore.

2) I Martiri hanno dato il sangue e la vita per la gloria di Dio; la Vergine ha sacrificato infinitamente di più, cioè la vita del suo unico Figlio.

3) I supplizi dei Martiri sono durati relativamente poco. tempo, ma il martirio di Maria è stato lungo quanto la sua vita.

4) A differenza dei Martiri, le piaghe e i tormenti del Cuore di Maria non si possono contare tanto sono innumerevoli. Contiamo, se possibile, i travagli della vita di Gesù: le ingiurie, le bestemmie oltraggiose dei Giudei, le piaghe del suo corpo, i tormenti della sua Passione, e conteremo altrettante piaghe dolorosissime nel Cuore desolato della Madre. Contiamo gli oltraggi e le crudeltà dei perfidi Giudei riguardo agli Apostoli e ai Discepoli di suo Figlio, dopo l'Ascensione; le miserie, le calamità, le afflizioni che hanno colpito un'infinità di persone durante la vita di Lei; le idolatrie, le empietà, i delitti che si commettevano contro Dio su tutta la terra, mentre Ella vi soggiornava, e conteremo altrettanti dolori, supplizi, martirii sanguinosi, incomprensibili del suo Cuore verginale, ardente di amore per il Creatore e per la sua gloria.

5) Il martirio di Maria è il più doloroso di tutti, perch'Ella ha sofferto il martirio il più sanguinoso, di suo Figlio.

Il martirio di Gesù è il martirio di Maria: Ella soffriva nel suo Cuore i dolori che Egli soffriva nel corpo; l'amore che consolava i Martiri, crocifiggeva la Vergine, rendendole i tormenti del Figlio più sensibili: Ella avrebbe amato meglio soffrire tutti i supplizi e anche i tormenti della terra e dell'inferno, piuttosto che vedere suo Figlio abbandonato al furore dei Giudei ed alle loro crudeltà.

«Vulnera Christi morientis», dice S. Bernardo, «erant Matris vulnera dolentis». Tutti i dolori di Gesù morente erano dolori della sua Madre sofferente. Chi avesse potuto vedere il Cuore della Madre del Salvatore mentre era ai piedi della Croce, avrebbe visto un perfetto ritratto di Gesù Crocefisso: «In corpore Filius, dice S. Lorenzo Giustiniani, in Corde Genitrix erat crucifixa»: il Figlio era crocefisso nel corpo, e la Madre nel Cuore.

PREGHIERA. - O Maria il tuo martirio sanguinoso è al di sopra di tutti i martiri. Ma il tuo amato Figlio Ti ha dato una aureola e una corona infinitamente più gloriose e splendenti delle aureole e delle corone di tutti i Martiri insieme. Essi Ti onorano tutti come loro Regina e Madre; sanno che per la tua interposizione Gesù li ha onorati della grazia e della corona gloriosa del martirio; perciò mettono le loro corone ai tuoi piedi, e dopo tuo Figlio, Re dei Martiri e dei Santi, lodano, benedicono e glorificano Te eternamente.

Dall'opera di san Giovanni Eudes: "Il Cuore Ammirabile della Santissima Madre di Dio"

Cor Mariae Immaculatum, 
intercede pro nobis!

lunedì 25 marzo 2013

"O Mio Gesù!...



Ven Espíritu Santo, ven por medio de la poderosa intercesión del Corazón Inmaculado de María, tu amadísima Esposa
<<O Mio Gesù! Tu sei la Luce della Terra.
Tu sei la Fiamma che tocca tutte le anime.

La Tua Misericordia e il Tuo Amore 

non conoscono limiti.

Noi non siamo degni del Sacrificio che hai fatto 

con la Tua morte sulla Croce.

Eppure sappiamo che il Tuo Amore per noi 

è più grande dell’amore che abbiamo per Te.
Accresci in noi il Tuo Amore!

Donaci Signore il dono dell’umiltà in modo da essere meritevoli del Tuo Nuovo Regno.
Riempici di Spirito Santo in modo che possiamo marciare avanti e condurre il Tuo esercito
per proclamare la Verità della Tua Parola Santa e preparare i nostri fratelli e sorelle
per la Gloria della Tua Seconda Venuta sulla Terra.

Noi Ti onoriamo. 
Noi Ti lodiamo.
Ti offriamo i nostri dolori, le nostre sofferenze 
come dono per Te per salvare le anime.
Ti amiamo Gesù.
Abbi pietà di tutti i Tuoi figli 
ovunque essi si trovino. 
L'Immacolato Cuore di Maria 
interceda per noi.
AMEN!>>

Recitatarla, per tre volte, potendolo, 
preferibilmente durante ogni periodo di digiuno.

domenica 24 marzo 2013

Satana si presenta sempre con veste benevola, con aspetto comune.


Satana si presenta sempre con veste benevola, con aspetto comune. Se le anime sono attente e soprattutto in spirituale contatto con Dio, avvertono quell’avviso che le rende guardinghe e pronte a combattere le insidie demoniache. 



Se le anime sono disattente al divino, separate da una carnalità che soverchia e assorda, non aiutate dalla preghiera che congiunge a Dio e riversa la sua forza come da un canale nel cuore dell’uomo, allora difficilmente esse si avvedono del tranello nascosto, sotto l’apparenza innocua e vi cadono. Liberarsene poi, è molto difficile.



Le due vie più comuni prese da Satana per giungere alle anime sono il senso e la gola. Comincia sempre dalla materia. Smantellata e asservita questa, dà l’attacco alla parte superiore.



Prima il morale: il pensiero con le sue superbie e cupidigie; poi lo spirito, levandogli non solo l’amore – quello non esiste già più quando l’uomo ha sostituito l’amore divino con altri amori umani – ma anche il timore di Dio. E’ allora che l’uomo si abbandona in anima e corpo a Satana, pur di arrivare a godere ciò che vuole, godere sempre più.





Come Io mi sia comportato, lo hai visto. Silenzio e orazione. Silenzio. Perché se Satana fa la sua opera di seduttore e ci viene intorno, lo si deve subire senza stolte impazienze e vili paure, ma reagire con la sostenutezza alla sua presenza e con la preghiera alla sua seduzione. 



E’ inutile discutere con Satana. Vincerebbe lui, perché è forte nella dialettica. Non c’è che Dio che lo vinca; e allora ricorrere a Dio che parli per noi, attraverso noi. Mostrare a Satana quel Nome e quel Segno, non tanto scritti su una carta o incisi su un legno, quanto scritti e incisi nel cuore. Il mio Nome, il mio Segno. Ribattere a Satana unicamente quando insinua che egli è come Dio, usando la parola di Dio. Egli non la sopporta. (…)





Occorre avere volontà di vincere Satana e fede in Dio e nel suo aiuto. Fede nella potenza della preghiera e nella bontà del Signore. Allora Satana non può fare del male. 

46.12


AVE AVE AVE MARIA!



















giovedì 21 marzo 2013

9. La pazienza di Maria

CORDA JESU ET MARIAE SACRATISSIMA
NOS BENEDICANT ET CUSTODIANT

Poiché questa terra è luogo di merito, giustamente viene chiamata valle di lacrime. Qui siamo tutti destinati a patire e con la pazienza a salvare le nostre anime nella vita eterna, come disse il Signore: «Con la vostra pazienza salverete le vostre anime» (Lc 21,19)

Dio ci diede la Vergine Maria come esempio di tutte le virtù, ma specialmente come esempio di pazienza. 

San Francesco di Sales osserva che alle nozze di Cana Gesù diede alla santa Vergine quella risposta, con cui [sembrava] mostrare di tenere poco conto delle sue preghiere: « Che importa più a me e a te, o donna?», come per dare a noi l'esempio della pazienza della sua santa Madre. 
Ma tutta la vita di Maria fu un esercizio continuo di pazienza. 

L'angelo rivelò a santa Brigida che la beata Vergine visse sempre tra le pene: « Come la rosa cresce tra le spine, così la santa Vergine crebbe fra le tribolazioni in questo mondo ». La compassione delle pene del Redentore bastò a fare di lei una martire della pazienza. Perciò san Bonaventura dice: « Colei che fu crocifissa concepì il crocifisso ». 

Quanto poi Ella soffrì durante il viaggio e la permanenza in Egitto, come in tutto il tempo che visse con il Figlio nella bottega di Nazaret, l'abbiamo già considerato parlando dei suoi dolori. Basta la sua presenza accanto a Gesù moribondo sul Calvario, a far capire quanto costante e sublime fu la sua pazienza: « Vicino alla croce di Gesù stava sua madre » (Gv 19,25)

Proprio per merito di questa sua pazienza, dice Sant' Alberto Magno, Maria divenne nostra madre che ci partorì alla vita della grazia. 
Se desideriamo dunque essere figli di Maria, bisogna che cerchiamo d'imitarla nella pazienza. «Che cosa mai, dice san Cipriano, può arricchirci più di meriti in questa vita e di gloria nell'altra, che il soffrire le pene con pazienza?». 

«Chiuderò la tua via con una siepe di spine», dice il Signore per bocca di Osea (Os 2,6 Volg.). E san Gregorio aggiunge: «Le vie degli eletti sono cosparse di spine». Come la siepe protegge la vigna, così Dio circonda di tribolazioni i suoi servi, affinché non si attacchino alla terra. 

San Cipriano conclude dunque che la pazienza ci libera dal peccato e dall'inferno. La pazienza è quella che fa i santi: « Rende l'opera perfetta» (Gc 1,4), facendoci sopportare in pace le croci che ci vengono direttamente da Dio, cioè l'infermità, la povertà, ecc. e quelle che ci vengono dagli uomini: persecuzioni, ingiurie, ecc. 
San Giovanni vide tutti i santi con le palme - segno del martirio - nelle mani: «Dopo ciò apparve una gran folla... avevano palme nelle loro mani» (Ap 7,9); il che significa che tutti gli adulti che si salvano devono essere martiri di sangue o di pazienza. Rallegriamoci dunque, esclama san Gregorio, «possiamo essere martiri senza strumenti di martirio, se siamo pazienti»; 
se soffriremo le pene di questa vita, come dice san Bernardo
« pazientemente,  volentieri,  gioiosamente »

Quanto ci frutterà in cielo ogni pena sofferta per Dio! Perciò l'Apostolo ci incoraggia: «Il minimo di sofferenza attuale ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria» (2Cor 4,17). Belli sono i pensieri di santa Teresa a tale proposito. Diceva: «Chi abbraccia la croce, non la sente». E altrove: «Quando uno è risoluto a patire, è finita la pena». 
Quando ci sentiamo oppressi dalle croci, ricorriamo a Maria, che la Chiesa chiama «Consolatrice degli afflitti» e san Giovanni Damasceno «Rimedio di tutti i dolori dei cuori». 


Signora mia dolcissima, tu innocente soffristi con tanta pazienza e io che ho meritato l'inferno rifiuterò di soffrire? Madre mia, questa grazia oggi ti chiedo: non di essere liberato dalle croci, ma di sopportarle con pazienza. Per amore di Gesù ti prego di ottenermi da Dio questa grazia. Da te la spero.



MARIA!

venerdì 23 novembre 2012

S. Giovanni della Croce / San Juan de la Cruz: BUSCANDO ...



.......
...
PER ME SI VA NE LA CITTÀ DOLENTE
PER ME SI VA NE L' ETTERNO DOLORE
PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE.

GIUSTIZIA MOSSE IL MIO ALTO FATTORE:
FECEMI LA DIVINA POTESTATE,
LA SOMMA SAPIENZA E 'L PRIMO AMORE.

DINNANZI A ME NON FUOR COSE CREATE
SE NON ETTERNE, E IO ETTERNO DURO.
LASCIATE OGNE SPERANZA, O VOI CH' INTRATE!

Suddette parole, nere come pece, vidi incise sullo stipite di una porta, entrata della voragine infernale. 
///  Leyendo el Doctor Mistico es bueno no olvidar el Dante Alighieri. Leggendo san Giovanni della Croce è cosa ottima non dimenticare Dante A. ///

*

STROFA 3

Buscando mis amores,
iré por esos montes y riberas;
ni cogeré las flores,
ni temeré las fieras,
y pasaré los fuertes y fronteras.

In cerca dei miei amori
mi spingerò tra i monti e le riviere,
non coglierò fiori
né temerò le fiere,


1. All’anima non bastano i gemiti e le preghiere né l’aiuto d’intermediari per conversare con l’Amato, come ha fatto nelle precedenti strofe, ma insieme a questo ella stessa deve mettersi a cercarlo. Questo è il pensiero che esprime nella presente strofa: cercare l’Amato, esercitandosi nelle virtù e nelle mortificazioni della vita contemplativa e attiva. A tale scopo, non ammetterà alcun piacere o comodità, né basteranno a fermarla o ad ostacolarle il cammino tutte le forze e le insidie dei tre nemici dell’anima: il mondo, il demonio e la carne. Perciò dice: In cerca dei miei amori,

2. cioè del mio Amato, mi spingerò tra i monti e le riviere.

3. Essa chiama le virtù monti, anzitutto per la loro altezza e poi per le difficoltà e la fatica che si affrontano nel salirvi, quando si esercita nella vita contemplativa. Chiama, inoltre, riviere le mortificazioni, gli atti di umiltà e il disprezzo di sé, quando esercita queste cose nella vita attiva; infatti, per acquisire le virtù, sono necessarie l’una e l’altra vita. Il che, dunque, equivale a dire: per cercare il mio Amato metterò in opera le alte virtù e mi umilierò nelle mortificazioni e negli esercizi più modesti. Dice questo perché la ricerca di Dio consiste nel fare il bene in lui e mortificare il male in sé, come si dice dopo: non coglierò fiori.

4. Poiché per cercare Dio si richiede un cuore spoglio e forte, libero da tutti i mali e da tutti i beni che non siano esclusivamente Dio, nel verso presente e nei seguenti l’anima parla della libertà e della forza necessarie per cercarlo. Sostiene, quindi, che non si fermerà a cogliere i fiori che troverà lungo il cammino e che rappresentano tutte le voglie, le soddisfazioni e i piaceri che le si possono offrire in questa vita: tutto questo potrebbe ostacolare il cammino, se volesse coglierli e goderli. Gli ostacoli sono di tre tipi: terreni, sensibili e spirituali. Sia gli uni che gli altri occupano il cuore e impediscono lo spogliamento spirituale richiesto per camminare direttamente nella via di Cristo, se l’anima dovesse soffermarvisi od occuparsene. Per cercare Cristo, afferma che non si attarderà a cogliere cose del genere. È come se dicesse: non riporrò il mio cuore nelle ricchezze e nei beni offerti dal mondo, né accoglierò le consolazioni e i piaceri della mia carne, né indugerò nei gusti e nei conforti del mio spirito, per non essere trattenuta nella ricerca dei miei amori per i monti delle virtù e delle fatiche. Dicendo così, segue il consiglio che dà il profeta Davide a coloro che percorrono questo cammino: Divitiae si affluant, nolite cor apponete: Anche se abbondano le ricchezze, non attaccatevi il cuore (Sal 61,11). Questo vale sia per le soddisfazioni sensibili che per gli altri beni terreni e le consolazioni spirituali. Ne segue che non solo i beni terreni e i piaceri corporali impediscono e ostacolano il cammino verso Dio, ma anche le consolazioni e i conforti spirituali, se posseduti o cercati con attaccamento, impediscono di seguire la via della croce dello Sposo Cristo. Chi vuole progredire, quindi, non deve attardarsi a cogliere questi fiori. Non solo, ma deve avere anche il coraggio e la forza per dire: né temerò le fiere, ma passerò i forti e le frontiere.


5. In questi versi l’anima cita i suoi tre nemici – il mondo, il demonio e la carne – che le fanno guerra e rendono difficile il cammino spirituale. Per fiere intende il mondo, per forti il demonio e per frontiere la carne.


6. Chiama fiere il mondo perché, all’anima che inizia il cammino di Dio, il mondo si presenta nell’immaginazione come una fiera che minaccia e spaventa, soprattutto secondo tre maniere. La prima le fa pensare che perderà il favore del mondo, gli amici, la stima, il prestigio e persino il patrimonio. La seconda – una fiera non meno terribile – le fa vedere quanto dovrà soffrire non avendo più le gioie e i piaceri del mondo e non provando più le sue lusinghe. La terza, ancora più grande, le fa pensare che le si solleveranno contro le male lingue, deridendola e beffeggiandola con motteggi e burle, e sarà stimata pochissimo. Simili minacce di solito si presentano ad alcune anime tanto da rendere loro difficilissima non solo la perseveranza contro queste fiere, ma anche la possibilità d’intraprendere il cammino.


7. Ad alcune anime più generose, però, spesso si presentano altre fiere più interiori e spirituali: difficoltà e tentazioni, tribolazioni e prove di vario genere che esse dovranno affrontare. Dio invia tali fiere a coloro che vuole elevare a una perfezione maggiore, provandoli ed purificandoli come l’oro sul fuoco, secondo quanto afferma Davide: Multae tribulationes iustorum, cioè: Molte sono le sventure dei giusti, ma li libera da tutte il Signore (Sal 33,20). Tuttavia l’anima profondamente innamorata, che stima il suo Amato più di ogni altra cosa, fidandosi del suo amore e del suo favore non teme di dire: né temerò le fiere, ma passerò i forti e le frontiere.


8. Chiama forti il secondo nemico, i demoni, perché essi cercano con grande forza di sbarrare il passo di questo cammino e anche perché le loro tentazioni e astuzie sono più forti e dure da superare e più difficili da riconoscere rispetto a quelle del mondo e della carne. Inoltre i demoni si rafforzano con gli altri due nemici, il mondo e la carne, per muovere un’aspra guerra all’anima. Per questo Davide, parlando di essi, li chiama forti: Fortes quaesierunt animam meam: I forti insidiano la mia vita (Sal 53,5). A questa forza si riferisce anche il profeta Giobbe quando dice che non c’è sulla terra potere paragonabile a quello del demonio e tale che di nessuno debba aver paura (Gb 41,24 Volg.), cioè nessun potere umano può essere paragonato al suo. Solo il potere divino, quindi, può vincerlo e solo la luce divina può scoprire i suoi inganni. Ecco perché l’anima che deve vincere la sua forza non potrà riuscirvi senza la preghiera, né potrà scoprire i suoi inganni senza l’umiltà e la mortificazione. Per questo san Paolo, volendo mettere in guardia i fedeli, usa queste espressioni: Induite vos armaturam Dei, ut possitis stare adversus insidias diaboli, quoniam non est vobis colluctatio adversus carnem et sanguinem: Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo; la nostra battaglia, infatti, non è contro creature fatte di sangue e di carne (Ef 6,11-12). Per sangue intende il mondo e per armatura di Dio la preghiera e la croce di Cristo, ove risiedono l’umiltà e la mortificazione di cui ho parlato.


9. L’anima aggiunge che passerà oltre le frontiere, con le quali – ripeto – indica le ripugnanze e le ribellioni che la carne solleva naturalmente contro lo spirito. Come dice san Paolo: Caro enim concupiscit adversus spiritum: La carne ha desideri contrari allo Spirito(Gal 5,17), e si pone quasi sul confine ostacolando il cammino spirituale. L’anima deve andare oltre queste frontiere, superando le difficoltà e abbattendo con la forza e la determinazione dello spirito tutti gli appetiti sensuali e le affezioni naturali. Difatti, finché questi persisteranno nell’anima, lo spirito sarà talmente soggiogato da non poter andare avanti verso la vera vita e il diletto spirituale. Tutto questo ci fa ben comprendere san Paolo quando afferma: Si spiritu facta carnis mortificaveritis, vivetis: Se con l’aiuto dello Spirito voi fate morire le opere della carne, vivrete (Rm 8,13). Questo dunque è l’atteggiamento che, secondo la presente strofa, l’anima ritiene opportuno adottare lungo il cammino di ricerca del suo Amato. Vale a dire: costanza e arditezza per non abbassarsi a cogliere i fiori, coraggio per non temere le fiere e forza per superare i forti e le frontiere, con l’unico scopo di andare sui monti e lungo le riviere delle virtù, come ho spiegato sopra.


Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis

domenica 1 aprile 2012

MESSAGGIO DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO ALLA SUA AMATA FIGLIA LUZ DE MARÍA

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MESSAGGIO DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO
ALLA SUA AMATA FIGLIA 
8 FEBBRAIO 2012




Miei Prediletti:


Vi amo profondamente, e lo sapete bene.
VI INVITO A PORTARE LA MIA CROCE COME SEGNO DI UNITÀ, MA QUESTA CROCE DEVE RIMANERE PERMANENTEMENTE IMPRESSA NEL PROFONDO DELLA VOSTRA ANIMA


Alcuni si rivestono esternamente con i segni Sacramentali, e questi segni della fede producono l'effetto di grazia necessario, che è di aiuto e protezione se la creatura umana è forte, rimane in stato di Grazia e confida e vive nel cammino della fede; altrimenti, sono solo un ornamento in più.




I MIEI VERI FIGLI DEVONO VIVERE SECONDO I MIEI INSEGNAMENTI, DEVONO ESSERE SPIRITUALI E, SOPRATTUTTO, RISPETTARE IL COMANDAMENTO DI AMARMI E DI AMARE IL PROSSIMO COME LORO STESSI.
Voi non amate gli altri perché non amate voi stessi, non amate questo dono prezioso della vita, non vi amate interiormente e vi esponete ai pericoli di ciò che è mondano e peccaminoso.


TUTTO CIÒ CHE HO DETTO, TUTTO CIÒ CHE HO DETTO È SCRITTO NELLA SACRA SCRITTURA Non c'è nulla da aggiungere, ma come Padre di Amore e preoccupato per i Miei Figli, cerco di trovare uno e mille modi per spiegarvi con uno e mille esempi ciò che è già scritto.


Non sono un Dio silenzioso, non sono un Dio passivo; sono un Dio che continuamente veglia sui Suoi figli, che lotta per loro e, quindi, non rimarrò in silenzio proprio nell’ultimo istante, perché non ho offerto il Mio Sangue solo per un istante che è passato. La Mia Passione sta continuando in questo momento, così come il Mio Amore e il Mio Sacrificio, e in ogni momento desidero ancora salvare tutti gli uomini.
Come Padre di Amore vi dò e vi darò molteplici esempi affinché i miei figli riprendano il cammino, abbandonino l'oscurità e si sollevino da questo fango immondo dal quale sono sommersi.


ESORTO I MIEI FEDELI E AMATI SACERDOTI A PROCLAMARE CONTINUAMENTE LA MIA PAROLA, PREDICANDO CON ARDORE, COME HO FATTO IO, AFFINCHÈ IL MIO POPOLO RIPRENDA IL CAMMINO DELLA LUCE.
Sono pochi coloro che elevano la loro voce per parlare al Mio Popolo, affinché gli uomini riflettano e non si uniscano alle schiere dei peccatori; pochi sono coloro che gridano con veemenza contro l’omicidio dell’aborto L'umanità, e i giovani in particolare, è consumata dalle droghe e si avvicina sempre più al male. Il demonio non ha bisogno di tentare le anime, perché l’inventiva della creatura umana, da sola, compiace il demonio.
L'uomo e la donna sono stati creati di sesso diverso e l'unione tra due persone dello stesso sesso non si accorda alla Mia Volontà.


Sono pochi i Miei figli fedeli che, con coraggio e forza, condividono i loro beni con coloro che soffrono la fame e che disprezzano il lusso e le comodità.
I miei discepoli lasciarono la loro casa e i propri averi, camminarono a piedi nudi e condivisero persino le loro vesti con coloro che non ne avevano, seguendo l'esempio del Loro Maestro.


INVITO I GENITORI A EDUCARE I FIGLI IN QUESTO MOMENTO DIFFICILE, perché acquisiscano consapevolezza e forza di fronte a loro, perché si riassumano la responsabilità che gli compete, perché altrimenti, se non saranno in grado di ricondurre i propri figli sulla retta via, ciò ricadrà su di loro.


ESORTO I GIOVANI A RIFLETTERE SUL RISPETTO VERSO I GENITORI, a riflettere sul cammino che stanno percorrendo, in cui avvelenano il corpo con sostanze dannose, in cui la mente è influenzata da film e giornali che li portano ad agire in modo deplorevole.




OGGI CHIAMO I CAPI RELIGIOSI, COLORO CHE SONO RESPONSABILI DI UN GRUPPO RELIGIOSO, E INVITO I CAPI LAICI IMPEGNATI A FERMARSI LUNGO IL CAMMINO E A GUARDARSI DENTRO Dovete dare l’esempio del Mio Operare e Agire, dovete essere sinceri, più spirituali che religiosi, più spirituali. La religiosità abbonda, la spiritualità scarseggia.
Mio figlio in questo momento dovrebbe essere un figlio spirituale che comprende e consola, che vede ciò che accade e vi rifletta, che abbia sete di anime, che sia coerente e congruente nelle sue opere e nei suoi atti, che non pensi di possedere la verità assoluta e che tratti i suoi fratelli con il Mio Stesso Amore. Che veda le necessità prima ancora che i fratelli gliele rivelino e che, proprio per questo, soccorra i bisognosi, non solo coloro che hanno bisogno di cose materiali, ma coloro che più di tutti abbondano oggi: i bisognosi dello spirito.


LA MIA CHIESA DEVE ESSERE UNA CHIESA UNITA, CHE PREDICHI E OPERI. Le famiglie devono essere unite nelle loro case, perché nessuna casa divisa prevarrà: essa collasserà, si dividerà e cadrà. Questa è la strategia del demonio, che divide tutti coloro che incontra lungo la strada per indebolire il Mio Popolo, poco a poco, subdolamente.
Sono momenti cruciali quelli che questa umanità sta affrontando, e non capisco perché gli uomini preferiscono vivere nel peccato che fare dei sacrifici, privandosi di tutto ciò che li allontana da Me.
Mi sento prigioniero nell’essere umano, prigioniero e bendato, ma nonostante la benda che mi avete messo, rimango all’erta e so molto più di quanto immaginiate, perché siete i Miei figli e vi amo.


AVVERTITE I GIOVANI PERCHÈ SI SVEGLINO. Con quanta tristezza questo Cristo, che versò il Suo Sangue per questi giovani, con quanta tristezza vede come il male li consuma, attraverso tutto ciò che ricevono, e li stordisce, affinché non pensino, affinché non sentano il bisogno di Me, affinché siano giovani senza Madre!


Chiamo voi, giovani impegnati, vi chiamo perché siate puri, PURI! E perché avvertiate i vostri fratelli e le vostre sorelle, in modo che si accorgano del male in cui si trovano in questo momento.


È NECESSARIO RISVEGLIARSI E RINASCERE,
È NECESSARIO CHE INTERIORMENTE OGNI CREATURA SI DISPONGA DA SOLA A RINASCERE, A CAMBIARE OGNI ASPETTO DELLA SUA VITA


LA MIA SECONDA VENUTA È PROSSIMA, è molto vicina e non avverrà in silenzio; i Miei Arcangeli l’annunceranno, affinché tutti gli uomini, affinché tutte le creature umane sappiano che viene il Loro Re. Ma prima permetterò ad ognuno di voi di purificarsi attraverso le sue opere e le sue azioni.
Ho bisogno di coloro che Mi seguono perché chiamino "bene al bene" e "male al male".


Pregate, pregate figli Miei, pregate per l’Asia, che si lamenterà e piangerà atrocemente.
Pregate figli Miei per il Messico, non lo dimenticate nelle vostre preghiere.
Pregare per tutte le creature dell'umanità.

Intercedete gli uni per gli altri, perché la benda non l’avete messa sui Miei occhi, ma sui vostri, ve la siete messa per non percepire la realtà peccaminosa in cui questa umanità si muove e la corsa sfrenata in cui siete coinvolti.


Oh, Mia creazione!, Vi amo perché il Mio Amore è presente, perché il Mio Amore era, è e sarà.
Oh, Creature Mie!, Vi amo, perché il mio amore, era, è e sarà. Perché io sono lo stesso di ieri, di oggi e di sempre La Mia sofferenza è continua e incessante, la Mia lotta è continua e non si ferma.


Ho chiesto a Mia Madre di rimanere accanto a voi e di difendervi, ma Lei si trova con le mani legate di fronte a un’umanità che la rifiuta.


FIGLI PREDILETTI, AMATE MIA MADRE LEI VI CONDUCE A ME.
CHIESA MIA, AMA MIA MADRE LEI TI CONDUCE A ME.


Io vi aspetto a braccia aperte, con il Cuore palpitante per ognuno di voi.
Vi benedico in ogni istante, non ignorate le Mie chiamate, non disprezzatele, prestate attenzione alle Mie chiamate e siate i figli che realizzano i desideri di Colui che per voi si immolò su una Croce, ma sulla Croce della Resurrezione e della Gloria, della maestà e della potenza, per la quale, unita a Mia Madre e a Me, la Mia Chiesa trionferà vittoriosa e compirà la Missione per la quale è stata creata:


RESTITUIRMI IL REGNO DEL QUALE IN QUESTO MOMENTO SONO STATO PRIVATO.


Miei amati, il Mio Amore supera il peccato dell'uomo; vi aspetto tutti, anche i peggiori peccatori.
Dimorate nella Mia Pace, vi benedico.


NON FERMATEVI, 
CONTINUATE CON FORZA, CON CORAGGIO E CON FEDE, 
IO RESTERÒ AL VOSTRO FIANCO E NON VI ABBANDONERÒ, 
VI BASTERÀ CHIAMARMI,
PRONUNCIARE IL MIO NOME CON IL CUORE E PENTIRVI.
Dimorate nella Mia Pace.
Il Vostro Gesù.


AVE MARIA IMMACOLATA, CONCEPITA SENZA PECCATO.
AVE MARIA IMMACOLATA, CONCEPITA SENZA PECCATO.
AVE MARIA IMMACOLATA, CONCEPITA SENZA PECCATO.

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COMMENTO DELLO STRUMENTO


MESSAGGIO DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO
8 FEBBRAIO 2012


Fratelli, Sorelle
Gesù Amato mi ha resa partecipe della visione seguente:
Nostro Signore si è presentato a me come il difensore del Suo Popolo e come il potente Gesù che è.


Ho visto ciò che Gesù desidera infondere nell'essere e nello spirito dei Suoi figli, il Suo proprio essere: il Suo essere coraggioso, potente, che lotta contro il male.


Ho avuto la visione di un Gesù che pone la Sua Mano su un'umanità che si trascina, come Egli stesso ha detto: nel fango dell’indecenza Ha chiamato ogni cosa col suo nome: peccato ciò che è peccato e verità ciò che è verità, amore ciò che è amore e menzogna ciò che è menzogna.


Ho avuto la visione di Gesù sulla Croce, ma non sulla Croce della sconfitta, ma del potere, della maestà, una Croce da cui esorta il Suo Popolo affinché arrivi a godere della Vita Eterna, un Gesù che estende le Sue Braccia verso quei figli che desiderano liberamente avvicinarsi a Lui.
Amen.


LAUDETUR   JESUS  CHRISTUS!
LAUDETUR  CUM  MARIA!
SEMPER  LAUDENTUR!