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sabato 3 marzo 2018

Padre Pio vva ' vvisato...


15 Nolite tangere christos meos et in prophetis meis nolite malignari
16 et vocavit famem super terram omne firmamentum panis contrivit
(Psalm 104, 15-16)

15 «Non toccate i miei consacrati,
non fate alcun male ai miei profeti»

16 Chiamò la fame sopra quella terra
e distrusse ogni riserva di pane
(Salmo 104, 15-16)

"Padre Pio assicurò che questa profezia del Salmo 104 tornerebbe a realizzarsi per colpa degli uomini che si ribellano a Dio"

venerdì 9 febbraio 2018

"... Abbandonatevi pienamente sul cuore divino di Gesù, come un bimbo tra le braccia della madre".

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RITO DI BEATIFICAZIONE DI PADRE PIO DA PIETRALCINA
OMELIA DI 
GIOVANNI PAOLO II
Piazza San Pietro - Domenica, 2 maggio 1999

"Cantiamo al Signore un canto nuovo!".

1. L'invito dell'antifona d'ingresso ben esprime la gioia di tanti fedeli, che da tempo attendono l'elevazione agli onori degli altari di Padre Pio da Pietrelcina. Questo umile frate cappuccino ha stupito il mondo con la sua vita tutta dedita alla preghiera e all'ascolto dei fratelli.
Innumerevoli persone si sono recate ad incontrarlo nel convento di san Giovanni Rotondo ed il pellegrinaggio, anche dopo la sua morte, non è cessato. Quando ero studente qui a Roma, ebbi io stesso occasione di conoscerlo personalmente e ringrazio Iddio che mi dà oggi la possibilità di iscriverlo nell'albo dei Beati.
Ripercorriamo, questa mattina, i tratti salienti della sua esperienza spirituale guidati dai testi della Liturgia di questa quinta domenica di Pasqua, all'interno della quale si colloca il rito della sua beatificazione.

2. "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me" (Gv 14,1). Nella pagina evangelica, poc'anzi proclamata, abbiamo ascoltato queste parole di Gesù ai suoi discepoli, bisognosi di un incoraggiamento. L'accenno, infatti, alla sua prossima dipartita li aveva gettati nello sconforto. Temevano di essere abbandonati, di restare soli ed il Signore li solleva con una precisa promessa: "Vado a prepararvi un posto", e poi "Ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io" (Gv14, 2-3).
A quest'assicurazione gli Apostoli replicano per bocca di Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?" (Gv 14, 5). L'osservazione è pertinente e Gesù non sfugge alla domanda che vi è implicita. La risposta che egli dà resterà nei secoli come limpida luce per le generazioni che verranno: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14, 6).
Il "posto" che Gesù va a preparare è nella "casa del Padre"; là il discepolo potrà essere eternamente con il Maestro e partecipare alla sua stessa gioia. Per raggiungere la meta, tuttavia, unica è la strada: Cristo, al quale il discepolo si deve progressivamente conformare. La santità consiste precisamente in questo: non è più il cristiano che vive, ma Cristo stesso vive in lui (cfr Gal 2, 20). Traguardo esaltante, a cui s'accompagna una promessa altrettanto consolante: "Chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre" (Gv 14, 12).

3. Noi ascoltiamo queste parole di Cristo e il pensiero va all'umile frate cappuccino del Gargano. Con quale evidenza esse si sono realizzate nel Beato Pio da Pietrelcina!
"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede . . .". Che cosa è stata la vita di questo umile figlio di san Francesco, se non un costante esercizio di fede, corroborato dalla speranza del Cielo, ove poter essere con Cristo?
"Vado a prepararvi un posto . . . perché siate anche voi dove sono io". Quale altro scopo ha avuto la durissima ascesi a cui Padre Pio si è sottoposto fin dalla prima giovinezza, se non la progressiva identificazione col divin Maestro, per essere "là dove egli era"?
Chi si recava a san Giovanni Rotondo per partecipare alla sua Messa, per chiedergli consiglio o confessarsi, scorgeva in lui un'immagine viva del Cristo sofferente e risorto. Sul volto di Padre Pio risplendeva la luce della risurrezione. Il suo corpo, segnato dalle "stimmate", mostrava l'intima connessione tra morte e risurrezione, che caratterizza il mistero pasquale. Per il Beato di Pietrelcina la condivisione della Passione ebbe toni di speciale intensità: i singolari doni che gli furono concessi e le sofferenze interiori e mistiche che li accompagnavano gli consentirono di vivere un'esperienza coinvolgente e costante dei patimenti del Signore, nella immutabile consapevolezza che "il Calvario è il monte dei Santi".

4. Non meno dolorose, e umanamente forse ancor più cocenti, furono le prove che dovette sopportare in conseguenza, si direbbe, dei suoi singolari carismi. Nella storia della santità talvolta accade che l'eletto, per una speciale permissione di Dio, sia oggetto di incomprensioni. Quando ciò si verifica, l'obbedienza diventa per lui crogiuolo di purificazione, sentiero di progressiva assimilazione a Cristo, rinvigorimento dell'autentica santità. A tal proposito, il nuovo Beato scriveva ad un suo superiore: "Opero solamente per ubbidirvi, avendomi fatto conoscere il buon Dio l'unica cosa a lui più accetta e per me unico mezzo di sperar salute e cantar vittoria" (Epist. I, p. 807).
Quando su di lui si è abbattuta la "bufera", egli ha fatto regola della sua esistenza l'esortazione della prima Lettera di san Pietro, che poco fa abbiamo ascoltato: Stringetevi a Cristo, pietra viva (cfr 1 Pt 2, 4). In questo modo, è diventato anche lui "pietra viva", per la costruzione dell'edificio spirituale che è la Chiesa. E di questo oggi rendiamo grazie al Signore.

5. "Anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione d'un edificio spirituale" (1 Pt 2, 5). Quanto pertinenti appaiono queste parole applicate alla straordinaria esperienza ecclesiale cresciuta intorno al nuovo Beato! Tanti, incontrandolo direttamente o indirettamente, hanno ritrovato la fede; alla sua scuola, si sono moltiplicati in ogni angolo del mondo i "gruppi di preghiera". A coloro che a lui accorrevano proponeva la santità, ripetendo loro: "Sembra che Gesù non abbia altra cura per le mani se non quella di santificare l'anima vostra" (Epist. II, p. 155).
Se la Provvidenza divina ha voluto che egli agisse senza mai spostarsi dal suo convento, quasi "piantato" ai piedi della Croce, ciò non è senza significato. Il divin Maestro ebbe un giorno a consolarlo, in un momento di particolari prove, dicendogli che "sotto la Croce s'impara ad amare" (Epist. I, p.339).
Sì, la Croce di Cristo è l'insigne scuola dell'amore; anzi la "sorgente" stessa dell'amore. Purificato dal dolore, l'amore di questo fedele discepolo attraeva i cuori a Cristo e al suo esigente Vangelo di salvezza.

6. Al tempo stesso, la sua carità si riversava come balsamo sulle debolezze e sofferenze dei fratelli. Padre Pio unì così allo zelo per le anime l'attenzione per il dolore umano, facendosi promotore a san Giovanni Rotondo di una struttura ospedaliera, da lui chiamata "Casa Sollievo della sofferenza". Egli la volle come un ospedale di prim'ordine, ma soprattutto si preoccupò che in esso si praticasse una medicina veramente "umanizzata", in cui il rapporto con il malato fosse improntato alla più calda premura ed alla più cordiale accoglienza. Sapeva bene che, chi è malato e sofferente, ha bisogno non solo di una corretta applicazione dei mezzi terapeutici, ma anche e soprattutto di un clima umano e spirituale che gli consenta di ritrovare se stesso nell'incontro con l'amore di Dio e la tenerezza dei fratelli.
Con la "Casa Sollievo della sofferenza" egli ha voluto mostrare che i "miracoli ordinari" di Dio passano attraverso la nostra carità. Occorre rendersi disponibili alla condivisione ed al servizio generoso dei fratelli, avvalendosi di ogni risorsa della scienza medica e della tecnica.



7. L'eco che questa beatificazione ha suscitato in Italia e nel mondo è segno che la fama di Padre Pio, figlio dell'Italia e di Francesco d'Assisi, ha raggiunto un orizzonte che abbraccia tutti i Continenti. Sono lieto di salutare quanti sono qui convenuti, incominciando dalle alte Autorità italiane, che hanno voluto essere presenti: il Signor Presidente della Repubblica, il Signor Presidente del Senato, il Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, che guida la Delegazione ufficiale, numerosi Ministri e Personalità. L'Italia è davvero degnamente rappresentata! Ma anche numerosi fedeli di altre Nazioni sono qui convenuti per rendere omaggio a Padre Pio.
A quanti vengono da vicino e da lontano va il mio saluto affettuoso, insieme con uno speciale pensiero per i Padri Cappuccini. A tutti un grazie cordiale!

8. Vorrei concludere con le parole del Vangelo di questa Messa: "Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio". A questa esortazione di Cristo fa eco il consiglio che il nuovo Beato soleva ripetere: "... Abbandonatevi pienamente sul cuore divino di Gesù, come un bimbo tra le braccia della madre". Possa quest'invito penetrare anche nel nostro spirito come fonte di pace, di serenità e di gioia. Perché avere paura, se Cristo è per noi la Via, la Verità e la Vita? Perché non fidarci di Dio che è Padre, Padre nostro?

"Santa Maria delle Grazie", che l'umile cappuccino di Pietrelcina ha invocato con costante e tenera devozione, ci aiuti a tenere fissi gli occhi su Dio. Ella ci prenda per mano e ci spinga a ricercare con ogni sforzo quella soprannaturale carità che sgorga dal costato trafitto del Crocifisso.

E tu, Beato Padre Pio, volgi dal Cielo il tuo sguardo a noi riuniti in questa Piazza ed a quanti sono raccolti in preghiera in Piazza San Giovanni in Laterano ed a San Giovanni Rotondo. Intercedi per tutti coloro che, in ogni parte del mondo, si uniscono spiritualmente a questo evento elevando a te le loro suppliche. Vieni in soccorso di ciascuno e dona pace e conforto ad ogni cuore. Amen!
  
© Copyright 1999 - Libreria Editrice Vaticana

AMDG et DVM

lunedì 16 ottobre 2017

Suor Rita, San Gerardo, e ...l'attentato a Giovanni Paolo II

L'ATTENTATO A 
GIOVANNI PAOLO II


 

1.   Il fatto raccontato da Antonio Socci    

     Si dichiara che riguardo all’autenticità della cosiddetta “bilocazione” e di altri fenomeni di origine non naturale, descritti nel seguente racconto, il giudizio definitivo spetta alla Chiesa. Noi intendiamo attenerci a tale giudizio e il lettore è libero di prestare ai fenomeni citati una fede puramente umana, in base ai Decreti di Urbano VIII e della Congregazione per la Dottrina della Fede.


     Il 13 maggio 1981, verso le ore 17,17, in piazza San Pietro a Roma, un killer turco inviato da forze oscure e potenti, Mehmet Ali Agca, sta per sparare al Papa Giovanni Paolo II. Il ventitreenne "lupo grigio" è un professionista, è un ottimo tiratore, è lì per uccidere, si trova dietro la prima fila, a distanza molto ravvicinata (solo tre metri dal Santo Padre). E' molto calmo e determinato, dunque il bersaglio, indifeso ed esposto davanti a lui, non ha scampo.
     Ma allora come e perchè l'assassinio è fallito? Se l'avesse ucciso - e le probabilità erano il 99,99 per cento - il suo pontificato sarebbe stato soffocato agli albori. La storia della Chiesa sarebbe stata molto diversa, ma soprattutto lo sarebbe stata la storia mondiale, perchè il ruolo che il "papa polacco" ebbe nel successivo crollo incruento del comunismo fu colossale, decisivo. Tutto dunque sarebbe andato diversamente e, di certo, molto più drammaticamente per l'intera umanità.
     Ripeto dunque la domanda: come e perchè quell'assassinio è fallito? Chi impedì al killer di perpetrare quell'omicidio ormai a portata di mano alle 17,17 di quel giorno in piazza San Pietro, il luogo che aveva visto, diciannove secoli prima, il martirio dell'apostolo Pietro?
     Papa Wojtyla ha sempre affermato di essere stato salvato da un intervento soprannaturale della Santa Vergine. Ne danno testimonianza l'icona della Madonna che ha fatto dipingere sopra piazza San Pietro, nel punto dove si consumò il crimine, e una pallottola - di quell'attentato - che il papa volle portare l'anno successivo come ex voto al santuario di Fatima per farla incastonare nella corona della Regina della pace. In effetti il giorno dell'attentato era la festa della Madonna di Fatima, l'anniversario della prima apparizione (avvenuta il 13 maggio 1917). E' una simile coincidenza fa davvero pensare a una soprannaturale protezione sul papa scampato alla morte.

                                                              

     E' davvero inspiegabile che un killer professionista, molto abile e determinato, abbia fallito a distanza ravvicinatissima un bersaglio così facile e indifeso sparando solo due colpi. Anche la traiettoria del proiettile che colpì al ventre il Santo Padre sembrò innaturale, anzitutto ai chirurghi. Che una mano misteriosa abbia deviato la pallottola per salvare la vita del papa non è solo una persuasione soggettiva di Karol Wojtyla, è un fatto oggettivo, in un certo senso scientificamente acclarato: "Il professor Crucitti aggiunse di aver osservato una cosa 'assolutamente anomala e inspiegabile'. La pallottola si era mossa, nel ventre del papa, a zigzag, evitando gli organi vitali. Era passata a un soffio dall'aorta centrale: se l'avesse raggiunta, il Santo Padre sarebbe morto dissanguato ancora prima di arrivare in ospedale. Aveva evitato la spina dorsale e tutti gli altri principali centri nervosi: se li avesse colpiti, Giovanni Paolo II sarebbe rimasto paralizzato. 'Sembra' concluse il professore 'che quella pallottola sia stata guidata per non provocare danni irreparabili'."
     Per questo il 13 maggio 1994, parlando ai vescovi italiani, Giovanni Paolo II potè ragionevolmente affermare: "fù una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola e il papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte (...) Il proiettile mortale si fermò e il papa vive - vive per servire!".
     Che quella mano misteriosa appartenga alla Madre di Dio, di cui quel giorno si celebrava l'apparizione a Fatima, era per papa Wojtyla una certezza. " Sono stato a Fatima per ringraziare la Madonna" ha scritto in Memoria e identità. In effetti quel giorno, il 13 maggio 1982, primo anniversario dell'attentato, dichiarò: " Ho visto in tutto ciò che mi stava succedendo una speciale protezione materna della Madonna. In questa ora, quì nel santuario di Fatima, voglio ripetere adesso davanti a tutti voi: Totus Tuus - " tutto tuo" o Madre!". Il papa ha poi ripetuto in varie occasioni: " una mano ha sparato, un'altra mano ha deviato la pallottola".
     Nessuno, ovviamente, ha mai cercato testimoni di quell'intervento soprannaturale. Nessuno poteva immaginare che una mano avesse fisicamente impedito ad Agca di sparare i colpi decisivi. Finché un giorno di luglio del 2007 mi sono imbattuto in alcuni documenti che avevo ricevuto nel maggio del 2005, accantonandoli senza prestarvi attenzione.
     Sistemando dei libri ho aperto un incartamento che neanche sapevo di avere e che conteneva la straordinaria vicenda di Cristina Montella, la "bambina" di padre Pio. Mi tuffo nella lettura, scopro un continente sconosciuto. E dopo qualche giorno mi metto alla ricerca di colui che ha raccolto tante testimonianze e documenti straordinari su di lei.
     Un caldo e luminoso giorno di agosto percorro in macchina verso sud la valle spoletana, che corre sotto Assisi. Sembra di essere in pellegrinaggio: sfioro Santa Maria degli Angeli con la grande basilica che contiene la Porziuncola, poi Rivotorto (una chiesina costruita sopra la stalla in cui Francesco visse alcuni mesi con i suoi compagni), quindi Spello, infine Trevi. E, dirigendomi verso Montefalco, nel mezzo della campagna trovo il santuario della Madonna della Stella.
     Vive quì il padre passionista Franco D'Anastasio, un raffinato biblista che è stato per anni rettore del santuario San Gabriele dell'Addolorata. Proprio sul santo e specialmente sulla sua "presenza carismatica" ha scritto una quantità di pregevoli opere che fanno di lui oggi il suo maggior biografo e storico. Uno dei suoi libri recenti è dedicato alle analogie fra San Gabriele e padre Pio.
     Ma negli ultimi anni padre D'Anastasio ha portato a termine una imponente ricerca storica, raccogliendo una montagna di documenti e testimonianze, sulla figura di suor Rita Montella (al secolo Cristina Montella), monaca agostiniana morta in fama di santità il 26 novembre 1992 nel monastero di clausura di Santa Croce sull'Arno, in Toscana.

                                                                            

     La vita di suor Rita, anzi soprattutto la sua vocazione, così piena di doni, di carismi superiori ( a cominciare dalla bilocazione), è intrecciata fin dall'inizio a quella di padre Pio e particolarmente alla sua "azione riparatrice". Il suo legame con il santo cappuccino è speciale, come vedremo, ed è documentato e testimoniato fra l'altro da padre Teofilo dal Pozzo - stimatissima e autorevole figura di francescano - che fu direttore spirituale di suor Rita e superiore della provincia cappuccina di Foggia, quindi superiore diretto e amico di padre Pio,
     Padre Teofilo fu un testimone diretto delle misteriose "missioni" congiunte di padre Pio e di suor Rita. E fu in modo rigoroso e profondo il primo a verificare i carismi e la santità di vita di suor Rita, insieme ad altri autorevoli religiosi e religiose. Padre D'Anastasio, raccogliendo tutte queste testimonianze, a potuto però attingere anche alla sua conoscenza personale della suora da cui, nel corso degli anni, ha appreso informazioni importanti. Una delle quali davvero sconvolgente, riguarda l'attentato a Giovanni Paolo II di cui per altro suor Rita era coetanea.
     Suor Rita, subito dopo il 1981, in un colloquio confidò a padre Franco - facendogli promettere di tenere il segreto almeno fino alla morte di lei - di essere stata presente in bilocazione in piazza San Pietro quel 13 maggio 1981. Ma c'è di più : "Assieme alla Madonna deviai il colpo dell'attentatore del papa". Queste le sue testuali parole. 
     Si tratta di una rivelazione che ovviamente lascia sconcertati, che può essere presa in esame solo considerando l'assoluta affidabilità di questa religiosa, la sua vita santa e i doni soprannaturali che ebbe e che sono testimoniati da persone del tutto degne di fiducia a cominciare da ciò che di lei attestò san Pio da Pietrelcina il quale, come vedremo, proprio con suor Rita ha compiuto alcune delle sue imprese straordinarie.
     
     (...) A questo sconcertante segreto peraltro si aggiunge un'altra breve frasetta che suor Rita si lasciò sfuggire - in una diversa circostanza in modo indipendente - alla signora Gabriella Panzani, da tanti anni amica della religiosa. Dunque suor Rita un giorno, mentre si parlava dell'attentato al papa, disse: "Quanto ho dovuto faticare perchè non avvenisse di peggio".
      Un flash che lascia intravedere il drammatico "prezzo" d'amore che dev'essere stato pagato, fatto di preghiere e di durissime penitenze che questa mistica prendeva su di sè al posto di altri, in questo caso per riparare a un immane sacrilegio. Siamo in quella dimensione di "espiazione vicaria" che suor Rita visse eroicamente e che permise anche a padre Pio di strappare al Cielo tante grazie per gli esseri umani sofferenti e per la Chiesa. Quella frase inoltre ci fa intravedere la risposta a un'obiezzione che viene naturale fare: ma perchè mai il Cielo, per salvare il papa, avrebbe dovuto aver bisogno di una piccola suora di clausura sconosciuta a tutti? la prima risposta ovviamente è che i disegni di Dio sono imperscrutabili. Forse in questo caso il Cielo potrebbe aver voluto che una persona desse testimonianza di quello che la Madonna ha operato. Ma un frammento della risposta potrebbe stare anche nel fatto che suor Rita era una creatura terrena, appartenente alla Chiesa militante, e dunque poteva offrire e offrirsi per ottenere alla Chiesa e al mondo quella immensa grazia. Solo gli uomini che sono in questa vita possono farlo e così hanno un "potere" straordinario. Padre Pio sosteneva che l'unica cosa che gli angeli ci invidiano infinitamente è la sofferenza e l'offerta, perchè è il modo più forte e sincero di dire a Dio: "Ti amo davvero!".
     Vedremo con padre Pio che infinito valore ha - agli occhi di Dio - la sofferenza umana offerta con amore, vedremo quanto sia capace di commuovere il suo Cuore e far "violenza" alla sua giustizia ("il Regno di Dio appartiene ai violenti [Mt 11,12]"). In questo caso per ottenere una grazia immensa: la salvezza di un grande papa.
     Di una simile, clamorosa rivelazione che conferme possiamo cercare? pensavo che non ce ne potessero essere di alcun genere, trattandosi di un evento soprannaturale. Ritenevo che non avesse senso neanche cercarle. Sennonchè una sorprendente conferma potrebbe averla data inconsapevolmente - senza sapere nulla di tutta questa storia - proprio il protagonista dell'evento, l'attentatore Mehmet Ali Agca. Al giudice istruttore Ilario Martella che lo interrogava, nel corso della seconda indagine giudiziaria sull'attentato, ha così descritto quello che accadde: "era mio preciso intendimento uccidere il papa. Questo era il mandato che mi era stato affidato, tant'è che ho sparato solo due colpi perchè accanto a me c'era una suora che a un certo momento mi ha preso il braccio destro, per cui non ho potuto continuare a sparare. Altrimenti io avrei ucciso il papa."

                                                                            

     Quando ho letto queste parole mi è sembrato di ravvisarvi una notizia clamorosa che pare sia sfuggita all'attenzione: una suora che ha sventato l'assassinio. E' stato inevitabile pensare a suor Rita. Per la verità si era subito diffusa la notizia di una suora che aveva ostacolato Agca mentre sparava. Ce ne traccia sui giornali del tempo. Lo ha ricordato per esempio Adriano Sofri in un suo articolo dedicato appunto alle suore: "Nel pomeriggio dell'attentato in piazza San Pietro, si disse che una suora si era gettata addosso ad Ali Agca per deviarne il colpo".
     Ma, a quanto pare, tutti hanno sempre sovrapposto la figura della suora di cui parla Agca, quella che gli afferrò il braccio, all'altra che poi ne bloccò la fuga. Un errore forse dovuto al fatto che l'unica suora reperibile e identificata dalla polizia sul posto è stata la seconda, che ha pure testimoniato al processo. Della prima ifatti non c'era traccia, non fu identificata dalla polizia, non era rimasta in piazza San Pietro dopo aver afferrato il braccio destro dell'attentatore impedendogli di sparare altri colpi. Si era come volatilizzata. Stiamo sfiorando - come ben si capisce - il mistero, il soprannaturale e certo qualcuno storcerà il naso. I mistici, come dice Jean Guitton, sconvolgono le nostre presunte certezze fisico-matematiche perché spalancano davanti a noi altre dimensioni, ci fanno intuire quanto sia corta la nostra vista e lasciano irrompere l'Eterno nell'istante presente.
     Così diventa comprensibile perfino l'impossibile: la notizia di una suora che vive in un monastero di clausura in Toscana e che, in bilocazione, un giorno, impedisce all'attentatore del papa di sparare ancora. Del resto le testimonianze sulle bilocazioni di suor Rita e di padre Pio, come vedremo, sono tante e indiscutibili. Inoltre i fatti sono obiettivamente concordanti con la "rivelazione" relativa a suor Rita. Il primo è la confessione di Agca che parla di una suora che gli prese il braccio impedendogli di sparare altri colpi. Il secondo fatto è la testimonianza di quella "suor Lucia" che bloccò la fuga di Agca.
     Non è stato facile raggiungerla (peraltro indirettamente). Sapevo che vive in un convento di Genova, ma non parla con i giornalisti. Però recentemente il 10 gennaio 2006, ha scritto un suo ricordo dell'attentato per "L'eco di Bergamo". Suor Lucia Giudici - che in realtà da religiosa si chiama suor Letizia - scrive: "Sì, è toccato proprio a me acciuffare Ali Agca che tentava di fuggire dalla piazza dopo aver sparato al Santo Padre. Ho atteso invano quel giorno che qualcuno lo bloccasse, ma tutti i pellegrini e turisti in quel momento erano allibiti e sconvolti nell'osservare il papa che ferito gravemente veniva trasportato all'ospedale Agostino Gemelli. Tutto si svolse in una manciata di minuti ed io istintivamente ho cercato il momento per bloccarlo e tenerlo fino al momento di consegnarlo alla polizia".
     Suor Lucia qui non dice affatto di essersi trovata accanto all'attentatore e di avergli afferrato il braccio, anzi colloca il suo gesto dopo che l'attentatore ha sparato, mentre sta fuggendo. Dunque fornisce una risposta. Ma occorre capire precisamente quanto lei era distante dal killer turco. Come fare ? Apprendo che suor Lucia è originaria di un paesino della bergamasca e che, nei giorni in cui sto scrivendo, si trova lì in vacanza. Grazie alla preziosa collaborazione di Ettore Ongis, direttore dell' "Eco", riesco a farla raggiungere il 23 agosto 2007 alla messa delle ore 18 e lì, informalmente, fornisce una spiegazione precisa che mi sembra definitiva. Eccola: Ali Agca si trovava davanti alla suora, a una distanza di circa 10 metri. Lui ha sparato i due colpi, poi si è voltato e ha cominciato a scappare dirigendosi verso il colonnato del Bernini, cioè verso di lei. Siccome nessuno lo fermava, lei ha allargato le braccia per sbarrargli la strada. Lui allora le ha puntato la pistola ma, muovendosi per tornare indietro, ha perso l'equilibrio e a quel punto lei l'ha bloccato finchè non sono arrivati altri e poi dei carabinieri che l'hanno ammanettato.
     Quindi adesso è certo: suor Lucia si trovava lontano da Agca al momento degli spari, stava a dieci metri, dunque non era lei la suora che - secondo le parole dell'attentatore - "a un certo momento mi ha preso il braccio destro, per cui non ho potuto continuare a sparare. Altrimenti io avrei ucciso il papa". Ma se non era suor Lucia, chi sarà stata quella suora che non fu mai identificata sul posto dalla polizia perchè, dopo l'attentato sembra essersi volatilizzata da piazza San Pietro ?
     Padre Franco D'Anastasio oggi può rivelare la confidenza ricevuta da suor Rita perchè lei è morta nel 1992. Quindi non è piu' tenuto al segreto.
     (...) Del resto suor Rita ha dato anche altri elementi interessanti a padre d'Anastasio subito dopo l'attentato. Li riassumo in sintesi: "L'attentatore non parlerà. Le pallottole che ferirono il Santo Padre erano avvelenate. Lui era con altri due che sono fuggiti. C'era una trama internazionale contro il papa e la chiesa". Tutti i flash che poi hanno trovato puntuale conferma nelle indagini della magistratura e negli eventi successivi.

                                  (da Antonio Socci, Il segreto di Padre Pio, Rizzoli 2007, pp. 9-20, con il permesso dell'autore)

*

2.  Valutazione del racconto fatto da Antonio Socci.
     Secondo il parere del sacerdote passionista Padre Franco D’Anastasio, teologo, importante testimone e biografo di Suor Rita, Socci nel suo libro ha esposto con precisione e in modo esauriente i fatti riguardanti l’intervento di Suor Rita nell’attentato a Giovanni Paolo II.
     L’unica inesattezza si riscontra nel passo seguente (contenuto nell’Antefatto del libro di Socci, alle pagine 19-20, ma non riportato nei brani presi dal libro e citati qui sopra):  “Nel 2007 il cardinale Stanislao Dziwisz, arcivescovo di Cracovia e già segretario del pontefice polacco, ha fatto chiamare padre D’Anastasio e gli ha chiesto di rilasciare sotto giuramento la testimonianza sull’attentato e le parole ascoltate da Suor Rita per il processo diocesano di beatificazione di Karol Wojtyla che si era aperto a Cracovia”.

                                          

     In verità il cardinale Stanislao Dziwisz non "ha fatto chiamare” Padre Franco D’Anastasio a Cracovia, né gli “ha chiesto” di rilasciare la testimonianza sulle parole di Suor Rita, ma ha ricevuto inaspettatamente per posta nel 2006, dietro notifica e lettera accompagnatoria di un sacerdote, in occasione del venticinquesimo dell’attentato al Papa, la dichiarazione firmata da Padre D’Anastasio, controfirmata da un notaio, nella quale venivano riportate le testuali parole che erano state riferite di persona da Suor Rita Montella, quando era viva, a Padre Franco D’Anastasio stesso.
     Il cardinale, a sua volta, in data 21 giugno 2006, ha risposto ringraziando per l’informazione ricevuta e attestando che l’avrebbe fatta pervenire a Roma (non a Cracovia) a Mons. Slawomir Oder, Postulatore della Causa del Servo di Dio Giovanni Paolo II.
     A parte questa imprecisione di poco valore (che già abbiamo fatto presente all’autore), il resoconto steso da Antonio Socci nell’Antefatto del suo libro è molto positivo, merita una lettura attenta e grande considerazione.
     Le copie autentiche dei documenti sopra citati, cioè la dichiarazione di Padre Franco D’Anastasio e la lettera del cardinale di Cracovia, sono nelle nostre mani.



3.  Il testo della dichiarazione di Padre Franco D’Anastasio.
     La dichiarazione è stata rilasciata “a tutti gli effetti e conseguenze esclusivamente delle leggi ecclesiastica e canonica” il 10 maggio 2006.
     In essa Padre D’Anastasio afferma che “in occasione di un incontro alla fine dell’anno 1981, ci trovammo a parlare dell’attentato al Santo Padre Giovanni Paolo II e Suor Rita mi confidò: La Madonna ed io abbiamo deviato con le nostre mani quella dell’attentatore al Papa”. Padre D’Anastasio continua così: “Suor Rita si riferiva a un fenomeno che, secondo la mia opinione personale, può definirsi bilocazione”.
     Poi, in ossequio all’autorità della Chiesa, a cui spetta giudicare una materia così delicata come i fenomeni di bilocazione, egli aggiunge: “Circa la natura di tale fenomeno, mi sottometto alla Chiesa e lascio alla Chiesa stessa l’ultimo giudizio”.
     Termina la dichiarazione dicendo che Suor Rita “mi pregò di non parlarne a nessuno, prima della sua morte, promessa che ho fedelmente mantenuto”.
     In un foglio allegato alla dichiarazione Padre Franco dice: “Sono pienamente disposto a confermare sotto forma di giuramento tutto quello che ho scritto”.
     Il documento porta la firma sua e quella di un notaio, iscritto nel “Ruolo del Distretto notarile di Perugia”, il quale certifica che la firma di Padre Franco D’Anastasio è “vera ed autentica, apposta in mia presenza”.
     Questa dichiarazione è attendibile sia per l’onestà e la sincerità di chi l’ha firmata, sia per il modo “solenne e ufficiale” in cui è stata redatta. Contestarla sarebbe temerario, a meno che non esistano motivi fondati per impugnarne il contenuto. Ridicolizzarla, solo perché per principio non si vuole ammettere la possibilità delle “bilocazioni”, dimenticando che a Dio niente è impossibile, sarebbe stolto.
     E’ di grande importanza per capire tutte le altre testimonianze sull’attentato a Giovanni Paolo II.

http://suorritamontella.com/Attentato_al_papa.htm

et:

AMDG et BVM

sabato 16 settembre 2017

Dio è Amore. AmateLo. Amate Dozulé.

Padre Pio parla di Dozulé
23 Luglio 1990

”J.N.S.R.”: Padre Pio... che ne pensi di Dozulé?

Padre Pio: O figlia mia, questo dono di Dio é incomparabile per la vostra epoca che soffre della mancanza d’Amore, PIAGA che si estende su tutta la terra, dove Dio é assente, perché gli uomini l’hanno rifiutato. Figlia mia, BISOGNA credere in questo Amore perfetto che RINNOVERÀ’ la faccia della terra.
Dio Padre vi annuncia la prossima Venuta di Suo Figlio a Dozulé.
Dio è Amore. AmateLo. Amate Dozulé. All’invito del Padre di ogni bontà, Gesù é venuto a visitare la terra che vi ospita:
La Francia, che é grande agli occhi di Dio.

Il Signore ha parlato per bocca della Sua serva MADDALENA. Figlia mia, ella fu scelta fin dall’ORIGINE dei tempi per annunciare 1’ultimo messaggio di Cristo sulla Terra che é diventata fredda, insensibile, morta come un cadavere senza vita.

Dio ha inviato su questa terra il Suo Unico Figlio. Dio Padre 1’ha benedetta e consacrata, perché abbiate un luogo per vedere la grandezza di Dio in Suo Figlio GESÙ’ il Cristo. GESÙ’ é il Messia. Egli ritorna per insegnarvi ad amare come Lui stesso ama tutti noi. Dio vi ha radunati sulla santa Montagna perché riceviate i doni di Dio: il Suo amore, la Sua Vita in abbondanza e il Suo Perdono.
Non dimenticate che Dio vi ama, in ogni momento, qualsiasi cosa fate; ma bisogna ritornare al più PRESTO a Lui per chiederGli il Suo Perdono e la Sua Grazia di benedizione.

Non dubitate più
Dio é disceso per TUTTI, per unirvi nel Suo Santo Cuore. Maddalena L’ha VISTO, L’ha TOCCATO, ha toccato le piaghe del Suo Santo Cuore. Ciò non vi rammenta forse GESÙ che appare agli Apostoli, dopo la Sua Resurrezione? Non dubitate più come TOMMASO. Come si può dubitare che Gesù, a Dozulé, stia rinnovando la stessa scena?
“O mio Signore e mio Dio!”: È il Perdono che comincia con il togliervi il dubbio. Figlia mia, non sei tu che hai scelto Dozulé, é Dio che te ne ha fatto DONO e tu, con amore e perseveranza, lo porterai fino al termine della tua corsa, perché Dio ama la fedeltà degli apostoli e l’amore dei cuori puri.
Non ti dimenticare di ritornare a Dozulé, tante volte quanto Dio lo comanda, conducendo i tuoi fratelli; non sentirai né il peso degli anni, né la fatica, poiché Gesù é con ciascuno di voi che accogliete Dozulé nel cuore.

I poveri del banchetto
Il Signore ti invita, come i poveri del banchetto regale di GESÙ: non vi era presente nessuno dei Grandi, solo ciechi, zoppi, storpi: c’erano tutti gli emarginati. Così vuole GESÙ.
Così Dio vi sceglie alla Sua tavola, assieme a tutti gli infelici e i rifiutati. Infatti Dio, che accoglie i poveri, é un Dio di Misericordia e con questo popolo di storpi Egli farà GRANDI cose: redimerà i Grandi che vivono di orgoglio e di menzogne.
NON ABBIATE PAURA: Dio vi proteggerà ora e sempre, perché per Dio il più piccolo della terra é il più grande nel Suo regno.
FELICE colui che é odiato a causa del santo Nome di Dio.
Cristo vi raduna a Dozulé. PARLA sempre di questo mistero d’Amore, perché la terra di Dozulé vi attirerà tutti come una calamita in quanto Dio VI È PRESENTE IN CARNE ED OSSA. Come ti ho già detto: Dio vive già a Dozulé CON voi tutti.

Figlia mia, questo Mistero d’Amore é VERO, come é vero colui che ora ti detta queste cose con il permesso di Dio, Infatti io sono Padre Pio di San Giovanni Rotondo che, molto presto, vi radunerà tutti per la sua santa Beatificazione. Infatti Dio sceglie dove vuole e quando vuole. Soprattutto non Gli disobbedite, sarebbe terribile.

Dozulé vedrà infatti GRANDI cose, quelle annunciate dal mio dilettissimo fratello san Giovanni; e Dio non mente mai.
VA’, PORTA questo messaggio ovunque ti troverai; tutti ci crederanno perché il tuo padre spirituale é con te; io ti guido, figlia molto amata da Cristo GESÙ’ che vi ama tutti.
Dio sia benedetto nei suoi Santi e nei Suoi Angeli. San Giovanni ti ha veduta e in te porti anche il mio bacio. VÀ, NON AVER PAURA, io ti aiuterò sempre.
Sono il “vostro padre” che vive in Dio, nelle braccia di Maria, nostra cara Madre: Ella vi guida.
Obbedite al Suo Santo Figlio GESÙ, Gioia degli Angeli e dei Santi e delle Anime di Dio.
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NB: Questo messaggio è stato dettato i1 23 luglio 
festa di santa Brigida che poi parla:

Santa Brigida: Cuore adorabile di Nostro Signore Gesù Cristo, Cuore pieno d’Amore e di compassione che ho contemplato tutta la vita, assicurandomi la Sua dolce unione con la mia povera anima che Lo cercava giorno e notte.
Mio Dio, abbi pietà di quelli che lottano nella disperazione della solitudine e dell’abbandono; dona loro il coraggio di continuare a vivere per Te su questa terra, per poi ritrovarti nella felicità eterna in cui noi viviamo assieme agli Angeli e a tutto il popolo dei Santi.
O MIO DIO, che felicità appartenere al Tuo Santo Cuore, interamente in Te, avvolti in questo amore come un bimbo immerso nel seno della madre, formando un tutt’UNO con il Tuo amore.
O MIO DIO, come é dolce gioire in questa felicità senza fine!
Dio vi ama e vi attende

Care anime, sorelle della terra, siate CERTE che Dio vi ama e vi attende. Fratelli Miei, siate CERTI che il Padre dei cieli vi assiste e soffre vedendo tanti figli nella disperazione.
Mio Dio e Padre mio, quanto hai sofferto per GESÙ sulla Croce!
Oggi soffri sempre più per TANTI figli in pericolo di MORTE per le loro anime.
Noi preghiamo con voi tutti, per supplicare il Padre di perdonarli... MA é troppo triste, quando le nostre voci si perdono senza eco.
Pregate TUTTI, ininterrottamente, con noi, perché TUTTI facciano ritorno a1 Padre. Dio VI ama. Che gioia grande sapersi TUTTI amati!
Voi che amate Dio, possedete il senso del VERO. Siete i figli privilegiati del tempo in cui apparirà la Grazia Divina davanti a voi. Come i pastori e i Magi, adorerete Colui che é “IO SONO”, Colui che si é fatto Carne nel seno della dolce Vergine MARIA, e vuole venire ad abitare CON voi, FRA voi.
I più piccoli
Non siate INCREDULI: qui, in Cielo si fa testa pensando che il RE dei RE viene ad unirsi ai Suoi figli della terra. O mio Dio! Se conosceste tutta la gioia del nostro Dio, non sareste lì a chiedervi se il mondo vi darà la felicità; perché non esiste felicita più grande, sia in cielo come sulla terra, che di contemplare, per sempre, il Santo Volto del Nostro diletto Signore.
E voi, voi figli della terra, avrete questo privilegio, questa gioia, questa felicità di vivere CON Lui, di guardarlo vivere CON voi, di sentirLo parlarvi d’Amore, o figli beati di questo secolo pieno di grazie!
Sapete quanto i Santi pregano perché COMPRENDIATE che la Grazia divina verrà a VIVERE con voi, che i vostri cuori palpiteranno con quello del Signore, e le vostre mani Lo toccheranno? Voi abbraccerete i Suoi piedi che hanno camminato sulla terra e la benediranno calpestandola di nuovo.
Dio Si serve SEMPRE dei più piccoli per annunciare GRANDI cose; NON TEMERE, io ti dico la Verità.
Lo sguardo del Signore contempla la terra QUALE sarà, e il Suo dolce sguardo é come una carezza su OGNUNO di voi.
Quando Dio VERRÀ, i cieli canteranno e la terra tremerà di felicità.
Non temete perché tutto si farà nell’armonia.
Amatevi gli uni gli altri e datevi la mano formando una grande CATENA d’Amore. Combattete le paure e le incertezze. Siate luce e gioia per tutti gli infelici della terra, soprattutto verso coloro che lottano disperatamente per vivere ogni giorno nella dignità di figli di Dio. Sono NUMEROSI e vengono da ogni parte. NON CHIUDETE loro le porte, ma accoglieteli e Dio, che li ama, vi ricompenserà.
Dio é TRA loro, GESÙ é CON voi.
La ricompensa é qui, nei vostri cuori, quando vi sentirete felici del lavoro compiuto con amore; perché GESÙ é la ricompensa.
Dio vi custodisce; ma siate VlGILI e FORTI nella tempesta. CANTATE, quando avrete paura:
“GESÙ è il mio Salvatore.
MARIA è la stella che mi guida”.
Io vi aspetto nel Sacro Cuore di GESÙ
per vivere in Esso un Amore eterno.
La vostra sorella Brigida, amata da Dio.
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Gesù parla per tutti noi
24 Luglio 1990 (Santa Cristina)

Anime che Mi amate, con VOI desidero fare grandi cose. AmateMi nella gioia, amateMi nella speranza, amateMi nell’umiltà della Mia Santa Madre, poiché Dio INNALZA gli umili e RIMANDA i ricchi a mani vuote.
VOGLIO essere amato perché IO SONO 1’Amore e 1’Amore é deriso e rifiutato in questi tempi di desolazione.
VOGLIO che accettiate il Mio richiamo d’Amore con cuore APERTO, non come si ascolta un maestro severo, ma come si ascoltano le Parole che vi apriranno il cammino della Gioia.
Miei piccoli, Io vi amo, ma di questo Amore voi non conoscete la grandezza. Fate con Me un tratto di strada, ascoltate la Mia Parola che é Vita: VOGLIO attirarvi a Me, cullarvi sul Mio Santo Cuore, donarvi la Mia Vita.
Volete venire a Me?
Inizierete, allora, questo tratto di strada che vi invito a fare, con la Mia Presenza IN voi. Se trovate il Mio cammino arduo ed estenuante, siete sempre LIBERI di lasciarMi ripartire alla ricerca dei figli che VOGLIONO seguirMi, ma, prima di abbandonarMi, guardate bene nel vostro cuore se, dopo averMi incontrato, potete allora continuare, da soli, questo cammino che non vi condurrà a NULLA e da nessuna parte.
IO non vi obbligo MAI e non costringo ALCUNO con la forza. Io cerco, chiamo, SALVO con il Mio Amore. VOLETE VENIRE A ME? Allora guardate: quando dite “Sì!”, é già fatto: voi siete CON ME, perché so che il vostro Si è Sì. Allora seguite i Miei passi e ricordate i Miei insegnamenti.
“Io sono mite ed umile di cuore”: non vi potete sbagliare, perché non chiedo cose impossibili.

Vi domando semplicemente di GUARDARMI. Si, figli Miei, Io allora sono IN voi e voi Mi guardate CON la vostra anima. Non sentite in voi la Mia Presenza? La vostra vita é divenuta come un piccolo terreno acquistato con tutto ciò che si possedeva, e servirà a costruire la vostra casa per mettere al riparo la vostra famiglia; questo “terreno” sono IO che dimoro in fondo al vostro cuore. Amate questo bene prezioso dal quale si innalzerà una nuova costruzione, un rifugio per i vostri cari, e per tutti coloro che entreranno in questa Casa che sarà GIOIA poiché diverrà ACCOGLIENZA per tutti.
Figlia mia, cosi é Dio: lasciateGli un posto nei vostri cuori, un pezzettino di “terreno”, affinché Dio costruisca la vostra dimora che sarà anche la Sua.
Siccome Dio sarà 1’Ospite d’onore, é Dio Stesso che inaugurerà per primo questa nuova casa; e quando GESÙ vi entrerà, porterà con SE tutte le benedizioni del Padre, il Padre Creatore, per i1 Quale noi siamo 1’opera PIÙ BELLA della Sua Creazione.

"Padre nostro che sei nei Cieli"
Uomini della terra, vi rendete conto, almeno un po’, di quanto Dio vi ami per farvi eredi di tutti i Suoi beni? Vi rendete conto, figli, di quanto Dio speri in voi, affinché un giorno possiate dire con GESÙ il PADRE NOSTRO, dal più profondo del cuore!
Sapete quanto GESÙ vi ha donato con la Sua preghiera d’Amore, il Padre nostro? No! non lo sapete ancora, nonostante 1’abbiate ripetuto tante volte, ma in fretta, e così poco rivolti verso il Padre vostro dei Cieli...
Con questa preghiera Dio ha voluto donarvi TUTTO, poiché non vi é NULLA che resista al Suo Cuore di Padre se pregate CON SINCERITÀ’ la preghiera insegnatavi da Gesù.
VOLETE che la Volontà di Dio si faccia sulla terra come in cielo e con la vostra partecipazione? Allora, finalmente, il Suo Regno potrà venire SULLA terra.
CHIEDETE il pane quotidiano per 1’orfano, il reietto, il reprobo, per colui che non trova accoglienza da nessuna parte?
POTETE perdonare fino ad annullarvi e divenire, anche voi, il Perdono vivente di Dio?
Ogni giorno la tentazione vi vince per mille piccoli “nulla” mai offerti, perché credete che non siano importanti agli occhi di Dio. ASCOLTATE la Mia Voce, VOI:
figli Miei, che giacete su letti di ospedali;
figli Miei che vivete come bestie nelle strade, rifiutati, affamati;
figli Miei, che vivete ai margini del mondo, che non avete né gioia, né accoglienza, né calore umano dai vostri fratelli per consolarvi.
Dio VI guarda e VI libererà presto da ogni male perché avete vissuto come GESÙ’: respinti, perseguitati, senza rifugio.

I vostri fratelli nella sofferenza
VOI figli che Mi ascoltate.
APRITE le porte dei vostri cuori
e quelle delle vostre case della terra.
spalancatele ai vostri fratelli nella SOFFERENZA.
ALLORA le Dimore del Cielo si spalancheranno per voi tutti, poiché non esiste amore più grande che donare la propria vita per coloro che si ama, INIZIANDO dalla CONDIVISIONE di tutti i beni che Dio vi dona qui in terra, poiché TUTTO viene da Dio, vostro Padre.
Miei piccoli, amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amato,
come Io vi amo, come sempre vi amerò.
Il Cuore di Dio é il rifugio di TUTTI gli infelici.
Accogliete il più piccolo dei Miei fratelli
e sarò Io ad accogliere voi.
GESÙ, il Divin Cuore della famiglia umana.
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sabato 6 febbraio 2016

...LAGGIU' IN CRIPTA NON C'E' NIENTE.



IL CORPO DI SAN PADRE PIO E' IN CIELO: LAGGIU' IN CRIPTA NON C'E' NIENTE.

Lo afferma il Prof. Giuseppe Sala, che fu sindaco di San Giovanni Rotondo
e per tredici anni medico personale di Padre Pio nelle cui braccia il Padre spirò alle ore 2,30 del 23 settembre 1968:

Laggiù in Cripta non c’è niente. Il corpo del Padre è in cielo. Il mistero dell'ultima Messa di Padre Pio.

Nel sarcofago c’erano solo il saio piegato, il cingolo e i sandali.
Testimoni oculari furono anche Padre Alessio Parente e Padre Giuseppe Pio Martin,
che per tanti anni furono addetti alla persona del Padre.

A TUTTI FU RACCOMANDATO IL SILENZIO.


Documento in allegato PDF.

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Dio la benedica.

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