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giovedì 12 marzo 2015

Cuore Ammirabile


Vùlnera cor meum charitate tua,
Fac me dignum gratia et munéribus tuis.

Ferisci il mio cuore con la tua carità,
Fammi degno della tua grazia e dei tuoi favori
.

23 - Il Cuore di Maria e la bontà e provvidenza di Dio

Bontà di Maria.

L'amabilissima bontà di Dio comunica le sue divine inclinazioni al S. Cuore di Maria.

«Perché l'uomo, nella sua fragilità, teme di avvicinarsi a Maria? Nulla d'austero è in Lei, nulla che sgomenti. Ella è tutta dolcezza. Sfogliate diligentemente il Vangelo, e se voi trovate in Lei un minimo indizio di severità, d'indignazione, temete pure di presentarvi a Lei. 
Ma se, al contrario, trovate in questa Vergine (e lo troverete) un Cuore ripieno d'amore, di pietà, di dolcezza, di bontà, ringraziate Colui che, per la sua grande benignità, vi ha dato una tale Mediatrice» (San Bernardo). 

Ella non respinge nessuno di quanti ricorrono a Lei con umiltà e confidenza. E «Inventa Maria, invenitur omne bonum», dice il sapiente beato Raimondo Jourdain. 
Chiunque ha trovato Maria, ha trovato un tesoro inesauribile 
d'ogni sorta di beni. 
Ella ama quelli che l'amano e serve quanti la servono.

«O felice Maria, dice S. Bernardo, chi ti ama, onora Dio; chi Ti serve contenta Dio, chi invoca con cuore puro il tuo santo Nome, ottiene infallibilmente tutto ciò che domanda»:
«Quis unquam invocavit eam, et non est exauditus ab Ea?»; dice Papa Innocenzo III: chi mai, avendo invocato Maria, non è stato esaudito? 
«Sileat misericordiam tuam, Virgo beata, si quis est qui invocatam te in necessitatibus suis, sibi meminerit defuisse» (S. Bernardo). Chi potrà dire, o Santa Vergine, che alcuno abbia ricorso a Voi nelle sue necessità e non sia stato esaudito?

La SS. Vergine ha un Cuore tanto buono e benigno, non solo verso i buoni, ma verso i peccatori: 
conserva i primi nello stato di grazia, perciò la Chiesa la chiama Madre di grazia;
riconduce i secondi alla divina misericordia, e perciò la Chiesa la chiama Madre di misericordia.

Ella, tutta benignità, non fa del bene solo a chi implora il suo soccorso, ma altresì a chi non l'invoca nemmeno. 
«Quid mirum si advocata ades, quae etiam non vocata praesto est»; qual meraviglia se Ella soccorre quelli che la supplicano, poiché aiuta pure quelli che non la pregano? (S. Bernardo).

Ella ama persino chi la odia e fa del bene a chi le fa del male. Non ha sacrificato suo Figlio anche per quelli che lo hanno crocefisso? La bontà e la benignità del Cuore di Maria fanno sentire i loro effetti su tutti.

La carità dei Santi è universale; tuttavia essi possono esercitarla in singolare misura nei luoghi o per le persone di cui sono particolarmente patroni. Ma siccome Maria è Madre di tutti i cristiani, Regina di tutti gli uomini, Patrona e Avvocata di tutti i figli di Adamo, così la sua bontà e le sue cure si estendono ovunque a favore di tutti: «Omnibus omnia facta est, dice S. Bernardo, ut de plenitudine ejus accipiant universi».

Maria e la Provvidenza. -

La Divina Provvidenza governa tutte le cose create, dalla
più grande alla più piccola; 
così la Madre di Dio, potentissima e buonissima, essendo Regina e governante dell'universo, spande le cure affettuose del suo Cuore regale su tutte le creature, per indirizzarle al fine per cui Dio le ha create, cioè alla sua gloria. 

*Ha cura speciale dei cristiani e soprattutto dei veri figli che si studiano di onorarla, servirla, imitarla.
*Vigila su di essi, li conserva e protegge come la pupilla degli occhi suoi; 
*li conduce per mano in tutte le loro vie, toglie gli ostacoli; 
*provvede loro gli aiuti necessari, li porta tra le braccia nei passi pericolosi; 
*infine li assiste maternamente nel passaggio da questa all'altra vita; 
*li difende dagli assalti del demonio; riceve nelle sue mani la loro anima; 
*li alberga nel suo Cuore; 
*li porta con gioia nel suo regno; 
*li presenta con indicibile bontà al suo Figliolo benedetto.

AMDG et BVM

mercoledì 13 agosto 2014

Consacratevi, vi supplico cari, consacratevi al Cuore Immacolato di Maria. Maria è il refugium peccatorum per eccellenza.


Trascrizione dell’omelia di p. Tomas Tyn
sul Cuore Immacolato di Maria 

Fratelli carissimi e benamati nel cuore di Gesù e di Maria, quest’oggi ci rallegriamo nella festa del Cuore Immacolato della gloriosa madre del Signore. Ieri la Chiesa universale ha celebrato la festa del Sacro Cuore di Gesù ed oggi ci ricordiamo del Cuore Immacolato di Maria, anche se la festa del Cuore Immacolato, come ben sapete, secondo il rito tridentino ricorre il giorno 22 di Agosto, quindi rivedremo questo bellissimo mistero del Cuore della Madre del Salvatore. 

Vedete miei cari fratelli, bisogna sempre pensare a Maria come l’unica via verso Gesù, per Mariam ad Jesum, non c’è altra strada, in obbedienza e con amore, miei cari fratelli, dobbiamo sottomettere la nostra dura umana cervice alla volontà del Padre nostro che è nei cieli e che tanto ci ha amato, tanto ci ha amato da dare a noi indegni, peccatori, da dare a noi il figlio suo unigenito. 

Iddio ha tanto amato il mondo da dare per il suo misfatto e per la sua salvezza il Figlio suo unigenito Gesù Cristo. E però, miei cari fratelli, secondo il disegno eterno di Dio il Signore non solo voleva darci il Salvatore, non solo voleva darci il dono del suo Figlio, Gesù stesso, la seconda ipostasi della Trinità Santissima, consustanzialmente unita al Padre e al Divino Spirito. Iddio non solo ci diede il dono di sé stesso nella persona del Figlio suo rivestitasi della sua umanità, ma decise pure che non solo il suo figlio, ma anche tutta l’umanità da lui redenta avesse una madre, una madre tutta Santa, una Madre tutta pura dimora della Trinità Santissima, arca della nuova alleanza, madre nostra Maria.


Vedete cari fratelli quasi l’ansia del Signore era quella di preparare una degna dimora per il Figlio suo Gesù Cristo e in quella dimora, che era il grembo verginale di Maria tutta la cristianità trova rifugio perché il grembo verginale e però materno e fecondo di Maria Santissima è il simbolo, anzi il compendio della realtà della Chiesa, la Chiesa vergine e madre, la Chiesa che cammina nel tempo verso la patria del cielo, che purifica se stessa e purifica i suoi figli facendoli rinascere alla vita eterna, alla vita cristica del santo battesimo. Voi che siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo: "Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me".


Cari fratelli, per avere la vita in Cristo, la vita eterna bisogna riceverla da Colei tramite la quale Iddio ha voluto che questa vita venisse nel mondo, la strada che discese in eterno, la gloriosa Vergine Maria. 

Cari fratelli, repetita iuvant, come si suol dire, so bene di non insegnarvi cose nuove, e però è cosa meravigliosa, è proprio dolce e doveroso, come dice il prefazio della beata Vergine, è dolce e doveroso ricordarci sempre di Lei, madre del Salvatore e madre nostra. 

Il testamento di Gesù, la volontà ultima del Salvatore, Gesù stesso ci ha consegnato la sua madre Santissima perché fosse anche madre nostra, come dice il Vangelo: "accepit discipulus ille cui Jesus dicebat : accepit eam in suis". Da quell’ora in poi, da quel momento in poi il discepolo che Gesù prediligeva l’accettò, la ricevette, e qui la traduzione dice (le traduzioni non sempre sono fedeli miei cari, le traduzioni solitamente restringono il significato del testo originale) il latino dice: "accepit eam in suis", ovvero il discepolo prediletto, Giovanni, il cui nome significa " grazia di Dio" — vedete non a caso S. Giovanni è il prediletto del Signore, perché da tale grazia scaturisce la carità, l’amore soprannaturale di Dio —il discepolo prediletto che simbolicamente raffigura tutti coloro che amano il Signore, ebbene, in S. Giovanni tutti coloro che amano il Signore hanno ricevuto la Madre Santissima del Salvatore, "in suis", cioè nelle cose loro. Questa è la traduzione esatta. 

Infatti S. Luigi Maria Grignion de Monfort, l’apostolo del Cuore immacolato di Maria — cari fratelli non mi stancherò di raccomandare alla vostra attenzione quel bellissimo libro di S. Luigi Maria de Monfort che è stato recentemente pubblicato dalle Paoline, il Trattato della vera devozione a Maria — questo apostolo santo, il cavaliere dell’Immacolata e del Cuore di Maria, ebbene S. Luigi Maria de Monfort dice che è più esatta la traduzione: "accepit illam in sua", cioè fra le cose sue, ne fece quasi proprietà sua. 

Vedete cosa che potrebbe quasi lasciarci allibiti, certamente il mistero della Madre Santissima del Signore è talmente superiore alla nostra fragilità e povertà umana che sembra quasi una bestemmia dire che noi possiamo possedere Maria come qualcosa di nostro. Però noi sappiamo bene, cari fratelli, che il Signore Iddio nella sua infinita paterna bontà nei nostri riguardi ci ha dato dei beni infinitamente superiori alle nostre povere illusioni, alle povere viste della nostra umanità sulla terra. 

E però noi siamo davvero proprietari di cose che noi abbiamo senza poterle nominare perché sono cose superiori a noi. In questo senso il discepolo prediletto del Signore con tanta riverenza, ma anche con senso di proprietà ricevette Maria a casa sua come facente parte delle cose sue, vedete per quello che appunto S. Luigi Maria Grignion de Monfort dice con estrema chiarezza che la devozione alla beata Vergine è il segno sicuro della predestinazione, è il segno sicuro della bella religione cattolica.

Vedete quando l’ortodossia, quando la vera fede, quella che Gesù ci ha insegnato, quella che lo Spirito Santo tuttora ci rivela, quando questa verità comincia a vacillare in tempi particolarmente difficili della storia della Chiesa, ebbene anche è come se la devozione alla beata Vergine Maria si oscurasse, e viceversa potete essere sicuri che quando si oscura la devozione alla beata Vergine ci sono fenomeni diabolici che succedono intorno a noi. 
Vedete, miei cari fratelli, quale deve essere la vera lettura dei così detti segni dei tempi, altro che segni di consolazione, sono segni di desolazione e noi come cristiani contenti, che gioiscono nel Signore nostra salvezza, sull’esempio di Maria Immacolata, è bene che noi con cristiana fortezza, dobbiamo prendere in considerazione (suddetti segni).

Vedete cari fratelli, Iddio, anche questo ce lo dice S. Luigi Maria Grignion de Monfort, Iddio ha creato una sola inimicizia, Iddio che è amore, Iddio la cui natura stessa è amore e misericordia, Iddio una sola inimicizia ha creato (non è poi stato Dio a crearla, incondizionatamente perché teologicamente non sarebbe esatto, perché ovviamente questa inimicizia è tutta dipendente, occasionata dal peccato degli angeli apostati, se non ci fosse l’apostasia di queste creature razionali e libere non poteva esserci nemmeno questa inimicizia). Quindi Iddio pose quella unica inimicizia, ma dopo il peccato, come conseguenza del peccato, come conseguenza del peccato degli angeli ribelli, inimicizia "ponam inter te et mulierem", porrò una inimicizia tra te e la donna.


Vedete cari fratelli tra la Vergine Maria e Satana c’è un’inimicizia che si protrarrà fino alla fine dei secoli, quando il diavolo, il serpente antico, l’omicida, il menzognero fin dall’inizio sarà precipitato nell’abisso; sino a quel momento ci sarà uno scontro puro, senza esclusione di colpi tra Satana e la Donna vestita di sole con una corona di dodici stelle attorno al suo capo, uno scontro senza esclusione di colpi, cari fratelli, e di quella inimicizia, sbarazzandoci di ogni falso pacifismo che si fa strada in questi tristi tempi, di questa inimicizia proprio per amore del Signore dobbiamo incaricarci: stare dalla parte di Maria, perché dalla parte di Maria stanno le anime rivestite di Cristo. Non si può avere Cristo, se non tramite Maria!



Vedete cari fratelli, tutte le rivoluzioni, tutte le ribellioni sin dal primo rivoluzionario, sin da Lucifero sono rivoluzioni rivolte contro Dio ed il mistero della salvezza da lui predisposto, sono rivoluzioni dettate dalla superbia e perciò capiamo molto bene perché tali rivoluzioni, superbe come sono nella loro radice, si rivoltano anzitutto contro quelli dell’Umile per eccellenza, ed è ancora l’umile Ancella del Signore.

Vedete, miei cari fratelli, non sorge il pericolo, teologicamente è delicata questa questione, però io quasi lo riempio in questo senso: c’è chi dice che ci fosse Maria come antagonista del demonio perché il demonio non è tanto ferito dalla grandezza di Dio, quanto piuttosto dall’umiltà di quella creatura, alla quale è assegnato il trionfo: "alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà".

Questa, miei cari fratelli deve essere la nostra grande speranza in mezzo alla tristezza di questi tempi. A quale tristezza io mi rivolgo? Voi lo sapete, il modernismo. Che cosa è il modernismo imperversante dappertutto? È, oserei dire, la radicale protestantizzazione della Chiesa, un tentativo di sovversione dal di dentro, la protestantizzazione. Interessante, vedete: come la gnosi, lo gnosticismo dei tempi passati, è stata definita da uno studioso protestante, un certo Harmer, come un’acuta ellenizzazione del cristianesimo, un tentativo di rendere il cristianesimo salottiero per così dire, ebbene così il modernismo, la piaga dei nostri tempi, è un tentativo di protestantizzare la Chiesa dal di dentro.


Terribile, vedete cari fratelli, e in che cosa si rivela proprio lo zampino del maligno?  Il tentativo di oscurare la devozione a Maria. È terribile quello che si è sentito in questi ultimi tempi: bisogna tornare a Gesù, bisogna tornare all’Eucarestia, bisogna tornare alla Trinità. Allora via il culto alla Vergine ed ai Santi. È un dolore parlare di questo, è una bestemmia, quella appunto che si dice blasfemia aereticalis, ovvero l’eresia, l’apostasia dalla vera cattolica fede porta poi a pronunciare delle vere e proprie bestemmie. Ciò che Dio ha congiunto, l’uomo non osi separare e il Signore ha congiunto la Vergine santa, la dimora del Figlio suo con il Figlio, con Cristo Signore, con il Verbo Incarnato.


Ecco cari fratelli: fatevi un vessillo, un vanto della vostra devozione a Maria. Consacratevi, vi supplico cari, consacratevi al Cuore Immacolato di Maria. In questo tempo così difficile abbiamo bisogno di un rifugio sicuro e Maria è il refugium peccatorum per eccellenza. Il Signore vuole schierare la sua schiera, la schiera di Cristo sotto lo stendardo del Salvatore, vuole schierare questa schiera dei suoi per la battaglia letale del demonio attorno a Maria, perché Maria è la condottiera di questa schiera di Cristo.


Ecco, cari fratelli, non a caso dice appunto S. Luigi Maria G. de Monfort partendo da questa simbologia della sapienza in Giacobbe, vedete partendo da questo lui appunto afferma giustamente in maniera molto attendibile che Maria dimora là dove c’è la Chiesa vera, la Chiesa cattolica. Vedete Maria dimora là dove c’è la Chiesa cattolica, dove c’è la città del Cielo, la città di Dio.

Quando invece la Chiesa nella sua esteriorità, perché il demonio non può colpirla nella sua vita interiore, però quando il volto della Chiesa sembra quasi oscurarsi tramite le eresie, ebbene ci si dimentica anche della devozione a Maria.

Vedete io porrò la mia dimora in Giacobbe e giustamente S. Luigi ci dice che questi due figli Esaù e Giacobbe rappresentano le due città, le città escatologiche, le città degli ultimi tempi, le città eterne, la città infernale dei reprobi che è Esaù che odiava il suo fratello e Giacobbe, il mite, l’umile, il figlio della promessa, Giacobbe che ricevette la benedizione del padre, Giacobbe che raffigura simbolicamente la città celeste, il Paradiso.

Vedete cari fratelli, per vivere già l’anticipo del Paradiso in questa terra bisogna coltivare il culto di Colei, sedes sapientiae, sede della Sapienza increata e sapienza creata Lei stessa, di Colei che ha preso la sua dimora in Giacobbe. Questo è il segno sicuro, indelebile della nostra appartenenza alla Chiesa cattolica, la nostra devozione a Maria.

Come è bello cari fratelli vedere anche il Sommo Pontefice dichiarare questo anno [1997/98] un anno mariano e ci scrisse quella bella Enciclica "Redemptoris Mater"! Vedete come il cuore del Papa che ha il sostegno dello Spirito Santo si rende conto quanto bisogno c’è della devozione a Maria in tempi così difficili e pericolosi come sono i nostri.

Bene cari fratelli facevo un buon proponimento di commentarvi anche un po’ anche la prima lettura, bisogna che lo faccia molto sinteticamente. Sono cose molto belle quelle che ci dice il capitolo 24 del Siracide nella prima lettura che abbiamo letto.

Vedete tutto un simbolo che si estende a tutto e si applica soprattutto a Maria. Oggi questa stipula si è compiuta, pensate a Gesù, la sinagoga di Nazaret quando appunto dice a riguardo a quel brano di Isaia : lo Spirito del Signore è su di me. Ecco Gesù prende quel rotolo del Libro, lo legge, poi lo arrotola di nuovo e dice una cosa molto semplice: oggi questa parola si è compiuta. Così gli antichi, quando il saggio Siracide ispirato dallo Spirito Santo del Signore scriveva queste poetiche immagini, gli antichi non potevano ancora sapere a chi queste immagini dovevano essere applicate.

Noi che abbiamo la pienezza della rivelazione in Cristo sappiamo che tutte queste belle, splendide immagini si realizzano perfettamente in Maria. Ebbene innanzi tutto ego sum Mater pulchrae dilectionis et timoris et agnitionis et sanctae spei, "io sono la madre del bell’amore e del santo timore e della conoscenza, della vera conoscenza e della santa speranza". 

Vedete, miei cari fratelli, Maria ci insegna innanzi tutto come amare Dio, perché solo Lei, l’unica tra tutte le creature non ha conosciuto il morso dell’antico serpente, Lei sola, l’Immacolata nel suo Cuore Immacolato, cuore tutto di Dio, pieno della grazia di Dio, cuore umile, in quell’umile cuore Maria in perfetta obbedienza amava Iddio suo Signore.

Vedete come Maria è la madre del bell’amore perché ci insegna la verità, la gioia di un amore che è puro, umile ed obbediente, perché ciò, cari fratelli, che non è puro, né umile né obbediente non è amore. Uno dei pericoli più gravi di questi tempi che stiamo vivendo, cari fratelli, è la faciloneria con cui si adopera la parola amare, voler bene, in questo caos spontaneistico, io voglio bene, anche S. Agostino diceva: ama et fac quod vis, "ama e poi fa quello che ti pare", ma S. Agostino ben sapeva che colui che ama si riveste degli stessi sentimenti del Signore, diventa quasi la legge animata di Dio e tale era l’amore di Maria e tale era anche la spontaneità di Maria.

Vedete la sua obbedienza a differenza della nostra che siamo povere creature peccatrici, l’obbedienza di Maria non era un’obbedienza sofferta, la nostra è tanto sofferta spesso, invece quella di Maria era spontanea, perché per lei amare il Signore era fare limpidamente la sua volontà. Vedete l’obbedienza alla volontà del Signore: chi mi ama, osserva i miei comandamenti. Ebbene Maria ha adempiuto proprio questo nel suo innamorato Cuore: in me omnis gratia viae et veritatis, in me omnis spes vitae et virtutis, vedete come è bello questo: viae et veritatisvitae et virtutis, non dice ego sum via, veritas et vita, vedete come la sapienza creata, cioè Maria dice di sé stessa: in me c’è la grazia di ogni via e di ogni verità e c’è anche la speranza della vita eterna, perché in Maria e per Maria e solo per Maria noi abbiamo Gesù, Gesù la nostra via, la nostra verità e la nostra vita.


In me gratia omnis viae et veritatis. Gesù è verità, la prima verità, la fondamentale verità per la quale tutte le cose vere sono vere, secondo la sua divinità e secondo la sua umanità assunta in unità della persona divina. Ebbene secondo la sua umanità Gesù è per noi la via, vedete via e verità e quella grazia, quella presenza del dono ineffabile del Padre, la presenza di Gesù via e verità si realizza nel grembo verginale di Maria.

E poi c’è l’idea della speranza della vita e della virtù; vedete, quale vita? Ovviamente la vita di Cristo, la vita eterna e poi la speranza della virtù perché non si può avere la vita, la vita eterna del Paradiso senza esercitare le virtù. La speranza nostra, la speranza di essere anche noi partecipi della felicità della città celeste, ebbene tutta questa speranza riposa in Maria. 

Vedete allora perché Maria per la bocca della sapienza ci invita a transire ad eam, transite ad me ommnes qui concupiscitis me, "venite a me — ci invita Maria — venite da me voi tutti che mi desiderate", le anime sante, le anime predestinate sono tutte innamorate della bellezza spirituale di Maria e Maria invita queste anime, venite a me, transite ad me.

Ebbene queste anime passano da Maria la quale dice loro questo: spiritus meus super et hereditas mea super eos, memoria mea in generationem seculorum, accipite Spiritus meus per me, lo Spirito del Signore, lo Spirito Santo di Dio compì in Maria sua sposa i misteri sponsali, in lei Vergine fece germogliare la vita, come dice ancora l’inno akathistos, lo Spirito Santo di Dio trovò nel grembo verginale di Maria il talamo delle nozze divine. 

Vedete come giustamente Maria si dice la sposa dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo in lei ha plasmato, vedete come Gesù nella sua umanità è opera dello Spirito Santo amore, lo Spirito Santo in lei, Maria, ha plasmato la natura umana del Salvatore facendo appartenere ipostaticamente alla Persona divina. 
Quindi giustamente miei cari fratelli, S. Luigi ancora ci ricorda un detto di un altro Santo, di S. Bernardo, il quale dice una parola quasi tremenda, perché capite è molto coraggiosa, dice S. BernardoMaria est quasi forma Dei, Maria è forma di Dio, non nel senso ovviamente che Dio possa avere una forma, una configurazione, ma vedete Colui che era vero Dio, cioè Gesù Cristo nella sua umanità assunse tale umanità che rivela il Volto del Padre, assunse tale umanità da Maria e secondo quella forma che è Maria. 

Ecco come Maria, ricettacolo dello Spirito Santo datore di vita, Maria è davvero forma di Dio. Ille natus fuit in ea, dice appunto la Sacra Scrittura interpretata S. Luigi in questo senso: Costui e Costui in alto sono ambedue nati in essa, chi è l’uno e l’altro ? L’uno, dice S.Luigi giustamente secondo le regole dell’interpretazione allegorica, l’uno è l’alto, il Cristo, l’altro sono le membra, cioè il corpo di Cristo, corpus Cristi mistici.

Vedete come da Maria, in Maria è nato Lui e quell’altro che siamo noi, tutta la chiesa. Bene cari, scusate se a volte ho oltrepassato molto i limiti del tempo, però vedete l’eredità di Maria è dolce, vedete Maria non vuole solo essere madre per Gesù, non solo vuole averci su di sé, ma vuole comunicarci Gesù, donarci Gesù.


Ecco, cari fratelli, cerchiamo di ricorrere sempre nella nostra vita a Colei che è la benedetta nei secoli. Noi che siamo in un cammino così burrascoso e faticoso verso la patria del cielo, mettiamo al riparo le nostre povere anime, riceviamo in noi, tamquam in sua, come le cose nostre, riceviamo come il discepolo prediletto la Madre del Signore e così diventerà anche la madre nostra, colei che ci accompagna alla gioia della vita eterna in Paradiso e così sia.

giovedì 7 agosto 2014

Gesù maestro di devozione a Maria.




Gesù maestro di devozione a Maria. - 

L'amor di Gesù per Maria SS. lo spinge a predicarne la devozione con la parola e con l'esempio.
Desiderando S. Matilde salutare la Madonna nel modo a Lei più gradito, Gesù le disse: 

«Tu saluterai il cuore verginale della mia S. Madre come un mare di 
grazie celesti e come un tesoro ripieno d'ogni sorta di beni a favore degli uomini.
Lo saluterai come il cuore più puro, dopo il mio, poiché Ella fu la prima a fare il voto di verginità.
Lo saluterai come il più umile che per la sua umiltà mi ha tratto dal seno di  mio Padre, e ha meritato di concepirmi nel suo seno.
Lo saluterai come il più ardente nel desiderare la mia venuta sulla terra.

Tu la saluterai come la più infiammata d'amore di Dio e del prossimo.
La saluterai come la più prudente, poiché ha conservato nel suo cuore tutti i misteri
della mia vita e ne ha fatto l'uso più salutare.
La saluterai come la più addolorata e paziente, durante la mia passione, e dopo, 
a causa del ricordo perpetuo delle mie sofferenze.

La saluterai come la più fedele, perché non solo ha consentito che io fossi immolato, 
ma Ella stessa mi ha offerto in sacrificio a mio Padre per la redenzione del mondo.
La saluterai come la più vigile e zelante per la mia Chiesa.
La saluterai come la più assidua ed elevata nella contemplazione: non si può dire quante
grazie Ella abbia impetrato con le sue orazioni a favore degli uomini».

La devozione al Cuor di Maria è dunque gradita a Dio e proficua a coloro che la
praticano.

Maria dono di Gesù.

Io sono il principio, ci dice Gesù, di tutto ciò che è grande e
meraviglioso in questo abisso di miracoli, la madre mia; per conseguenza ho una cognizione perfetta delle sue eminenti perfezioni. 

Io sono il primo frutto del cuore adorabile del mio eterno Padre e sono pure il primogenito del cuore incomparabile della mia grande Madre. 

Ella mi ha portato nel suo cuore più lungamente che non nel suo seno.
Questo cuore è la più eccellente opera della mia onnipotente bontà!

Io ve l'ho donato, perché sia in mezzo a voi 
come una fontana inesauribile di benedizioni, 
come un sole divino per illuminarvi, per riscaldarvi, per allietarvi e consolarvi 
e per rinvigorirvi.

Ve l'ho donato come un bello specchio in cui dovete mirarvi sovente per 
scorgere e cancellare le macchie dell'anima, per ornarla degnamente e 
renderla gradita ai miei occhi.

Ve l'ho donata come un libro sul quale dovete studiare senza posa la meravigliosa
bellezza di tutte le virtù.

Ve l’ho donato come una santa regola che se osservata vi farà santi.

Ve l'ho donato come un mare immenso nel quale potete attingere le grazie 
di cui avete bisogno.

Ve l'ho donato come un vaso prezioso, pieno di manna celeste e di 
néttare del Paradiso affinché dimentichiate interamente le cose terrene 
e temporali e godiate di quelle celesti ed eterne.

Ve l'ho donato, perché sia il re dei vostri cuori e vi governi secondo l'adorabile 
volontà del Padre mio.

Ve l'ho donato, perché sia il vostro vero cuore. Dovete servire, adorare, 
amare Dio con un cuore degno della sua grandezza infinita: 
«Corde magno et animo volenti!» con un cuore immenso, puro, santo. 
Dovete cantare le sue lodi divine e fare tutte le azioni con tutte le
sante disposizioni di cuore. Ma per riuscirvi è necessario che rinunciate al vostro 
spirito, all'amor proprio, alla vostra volontà. Lavorate, dunque, a disfarvi di questo 
cuore terrestre, cattivo e depravato, e avrete un cuore tutto celeste, santo, divino.

Mettete questi suggerimenti nel vostro cuore e seguiteli fedelmente; 
cosi sarete figli veri del Cuor di Maria.


Gesù modello di devozione a Maria.

Osserviamo gli affetti del Cuor di Gesù verso
il Cuore di sua Madre: essi sono più efficaci delle parole.
Egli ha tanto amato e onorato un sì grande Cuore da esaltarlo sopra tutti 
gli altri e da sceglierlo quale fondamento dell'impero della sua gloria; 
da farne il suo cielo nel quale più che altrove risplende la sua gloria. Ne 
ha fatto il più degno amabile e ammirabile di tutti i
cuori grazie alla comunicazione delle Sue divine perfezioni.

Poiché ci deve essere una perfetta rassomiglianza tra il Figlio e la Madre, 
ne consegue che, avendo Maria dato a Gesù la sua umanità, Gesù ha voluto 
farla simile a sé nella sua divinità.

L'Eterno Padre ha comunicato al Figlio tutti i propri attributi divini; 
il Figlio ne ha reso partecipe il Cuore della Madre, con tanta pienezza che 
questo Cuore porta in sé una meravigliosa rassomiglianza con le perfezioni 
del Salvatore. Ecco perché il Cuore di Maria
è il primo oggetto di venerazione in cielo e di devozione in terra.

GESU' MARIA AMORE
VENITE INSIEME NEL MIO CUORE! 




giovedì 12 giugno 2014

Cuore Ammirabile: 19 - Gesù e la devozione a Maria


Libro III
Secondo fondamento
della Devozione al Cuore di Maria

b) Il Cuore di Gesù
che comunica alla Madre i suoi divini attributi

19 - Gesù e la devozione a Maria

Gesù maestro di devozione a Maria. - L'amor di Gesù per Maria SS. lo spinge a predicarne la devozione con la parola e con l'esempio.

Desiderando S. Matilde salutare la Madonna nel modo a Lei più gradito,  Gesù le disse: 

«Tu saluterai il cuore verginale della mia S. Madre come un mare di grazie 
celesti e come un tesoro ripieno d'ogni sorta di beni a favore degli uomini.
Lo saluterai come il cuore più puro, dopo il mio, poiché Ella fu la prima a fare 
il voto di verginità.
Lo saluterai come il più umile che per la sua umiltà mi ha tratto dal seno di 
mio Padre, e ha meritato di concepirmi nel suo seno.
Lo saluterai come il più ardente nel desiderare la mia venuta sulla terra.
Tu la saluterai come la più infiammata d'amore di Dio e del prossimo.
La saluterai come la più prudente, poiché ha conservato nel suo cuore tutti i misteri
della mia vita e ne ha fatto l'uso più salutare.
La saluterai come la più addolorata e paziente, durante la mia passione, e dopo, 
a causa del ricordo perpetuo delle mie sofferenze.
La saluterai come la più fedele, perché non solo ha consentito che io fossi immolato, 
ma Ella stessa mi ha offerto in sacrifizio a mio Padre per la redenzione del mondo.
La saluterai come la più vigile e zelante per la mia Chiesa.
La saluterai come la più assidua ed elevata nella contemplazione: non si può dire 
quante grazie Ella abbia impetrato con le sue orazioni a favore degli uomini».

La devozione al Cuor di Maria è dunque gradita a Dio e proficua a coloro che la
praticano.


Maria dono di Gesù.

Io sono il principio, ci dice Gesù, di tutto ciò che è grande e
meraviglioso in questo abisso di miracoli, la madre mia; 
per conseguenza ho una cognizione perfetta delle sue eminenti perfezioni. 
Io sono il primo frutto del cuore
adorabile del mio eterno Padre e sono pure il primogenito del cuore 
incomparabile .della mia grande Madre. 

Ella mi ha portato nel suo cuore più lungamente che non nel suo seno.
Questo cuore è la più eccellente opera della mia onnipotente bontà! 
Io ve l'ho donato, perché sia in mezzo a voi come una fontana inesauribile di 
benedizioni, come un sole divino per illuminarvi, per riscaldarvi, per allietarvi 
e consolarvi e per rinvigorirvi.

Ve l'ho donato come un bello specchio in cui dovete mirarvi sovente per scorgere e
cancellare le macchie dell'anima, per ornarla degnamente e renderla gradita ai miei occhi.
Ve l'ho donata come un libro sul quale dovete studiare senza posa la meravigliosa
bellezza di tutte le virtù.
Ve l’ho donato come una santa regola che se osservata vi farà santi.

Ve l'ho donato come un mare immenso nel quale potete attingere le grazie di cui avete
bisogno.
Ve l'ho donato come un vaso prezioso, pieno di manna celeste e di nèttare del
Paradiso affinché dimentichiate interamente le cose terrene e temporali e 
godiate di quelle celesti ed eterne.
Ve l'ho donato, perché sia il re dei vostri cuori e vi governi secondo l'adorabile 
volontà del Padre mio.

Ve l'ho donato, perché sia il vostro vero cuore. Dovete servire, adorare, 
amare Dio con un cuore degno della sua grandezza infinita: 
«Corde magno et animo volenti!» con un cuore immenso, puro, santo. 
Dovete cantare le sue lodi divine e fare tutte le azioni con tutte le
sante disposizioni di cuore. 

Ma per riuscirvi è necessario che rinunciate al vostro spirito,
all'amor proprio, alla vostra volontà. Lavorate, dunque, a disfarvi di 
questo cuore terrestre, cattivo e depravato, e avrete un cuore 
tutto celeste, santo, divino.
Mettete questi suggerimenti nel vostro cuore e seguiteli fedelmente; 
cosi sarete figli veri del Cuor di Maria.


Gesù modello di devozione a Maria.

Osserviamo gli affetti del Cuor di Gesù verso
il Cuore di sua Madre: essi sono più efficaci delle parole.

Egli ha tanto amato e onorato un sì grande Cuore da esaltarlo sopra tutti gli altri 
e da sceglierlo quale fondamento dell'impero della sua gloria; da farne il suo 
cielo nel quale più che altrove risplende la sua gloria. 
Ne ha fatto il più degno amabile e ammirabile di tutti i
cuori grazie alla comunicazione delle Sue divine perfezioni.
Poiché ci deve essere una perfetta rassomiglianza tra il Figlio e la Madre
ne consegue che, avendo Maria dato a Gesù la sua umanità, Gesù ha voluto 
farla simile a sé nella sua divinità.

L'Eterno Padre ha comunicato al Figlio tutti i propri attributi divini; 
il Figlio ne ha reso partecipe il Cuore della Madre, con tanta pienezza che 
questo Cuore porta in sé una meravigliosa rassomiglianza con le perfezioni 
del Salvatore. Ecco perché il Cuore di Maria
è il primo oggetto di venerazione in cielo e di devozione in terra.


mercoledì 11 giugno 2014

Cuore Ammirabile di Maria: 18 - Il Cuore di Maria fu un Calvario



18 - Il Cuore di Maria fu un Calvario

Sul Calvario, il monte più importante della Palestina (e del mondo), venne 
piantata la croce di Gesù; essa però da molti anni era già piantata nel cuor di Maria.

Il Calvario fu irrorato dal sangue di Gesù; il cuore di Maria ne è stato penetrato in
anticipo più ancora dell'arida terra del Calvario. Troviamo sul Calvario, tutti 
gli strazi che hanno torturato Gesù. 
I flagelli, le spine, i chiodi del Salvatore hanno trafitto e spezzato il
Cuore della Madre sua: «Nullum ictum recipiebat Corpus Filii, cui non tristis echo 
responderet in Corde Matris».

«O Regina mia, dice S. Bonaventura, voi non siete solo presso la croce, 
siete sulla croce. Con Gesù soffrite, con Lui siete crocefissa. Egli soffre 
terribilmente nel corpo, voi nel cuore verginale, in cui tenete rinchiuse tutte le 
piaghe di Lui. Il vostro cuore verginale è trapassato dai chiodi, ferito dalle spine, 
dalla lancia e ricolmo d'obbrobri, d'ignominie, di maledizioni; sente 
la ripugnanza al fiele ed all'aceto come Lui. 
Perché volete essere immolata così per noi? 
Non è sufficiente la Passione del Salvatore a salvarci? È necessaria
anche la vostra? Anche voi dovete essere trasformata in dolore?».


Mentre il Figlio vive, Ella vive con Lui; 
quando muore in croce, Ella muore con Lui.
«In corpore Filius, in mente Genitrix erat crucifixa» (S. Lorenzo Giustiniani
«Furono crocifissi madre e figlio, questi nel corpo, quella nel cuore.

Il più grande miracolo compiuto da Gesù sul Calvario, secondo S. Agostino, 
fu la straordinaria carità usata a favore di quelli che lo crocifissero, 
pregando il Padre di perdonarli tutti. Nello stesso tempo Gesù era nel cuore 
di Maria comunicandole la sua carità riguardo ai miserabili. 
Gesù dice a suo Padre: «Padre, perdona loro, perché non sanno
quel che si fanno» e fa ripetere a Maria SS. le sue parole.



Sul Calvario Gesù ci donò sua madre: «Ecce Mater tua». 
Lei, che ha la stessa volontà di Gesù, si dona a noi con lo stesso generoso 
amore per farci da madre.
Tocca a noi risponderle: «Ecce Filius tuus» che vuole onorarvi, amarvi e imitarvi.
Custoditemi, o amabilissima madre, proteggetemi, beneditemi, tenetemi 
per mano come vostro figliolino, ancorché io sia tutt'altro che degno di questo nome.

L'autore della vita sul Calvario è in stato di morte 
nel Cuore dell'addolorata Madre.
Questo cuore meraviglioso è una tomba vivente e vivificante, 
poiché il suo SS. Cuore che ha cooperato all'Incarnazione, ha pure contribuito 
alla sua risurrezione, come vedremo.

Gesù è risuscitato nel sepolcro e nello stesso tempo ne è uscito. 
Gesù è risuscitato nel cuore di Maria, ma non ne è mai uscito e non ne uscirà in eterno.
Vogliamo poi che il nostro cuore abbia una qualche rassomiglianza con quello di
Maria? Piantiamovi in mezzo la croce di Gesù; 
meglio, preghiamo la SS. Vergine di piantarvela Lei, donandoci insieme 
un grande amore per la sofferenza; 
amore che ci faccia abbracciare volentieri le croci a noi destinate con spirito 
d'umiltà, di pazienza, di sommissione alla divina volontà e 
con quelle disposizioni con cui Gesù e Maria hanno
portato la loro croce dal peso immane.

martedì 27 maggio 2014

Apostoli degli ultimi tempi.



Dongo (Como), 8 giugno 1991. Festa del Cuore Immacolato di Maria.

Apostoli degli ultimi tempi.

«Oggi celebrate la memoria liturgica del mio Cuore Immacolato.
È la vostra festa, miei prediletti e figli a Me consacrati.
Voi siete stati scelti da Me e chiamati a far parte della mia schiera vittoriosa.
Voi fate parte della mia proprietà.
Ho un grande disegno sopra di voi.
Questo mio disegno vi è stato svelato in ogni suo particolare.
Ora esso deve apparire alla Chiesa ed all'umanità in tutto il suo splendore, 
perché sono questi i tempi della vostra maturità e della vostra pubblica 
testimonianza. Mostratevi a tutti come i
miei consacrati, come gli Apostoli di questi ultimi tempi.


Come Apostoli degli ultimi tempi, dovete annunciare con coraggio tutte le verità 
della fede cattolica, proclamare con forza il Vangelo, smascherare con decisione 
le pericolose eresie, che si travestono di verità, per meglio ingannare le menti e 
così allontanare un grande numero di miei figli dalla vera fede.


Come Apostoli degli ultimi tempi, dovete opporvi con la potenza dei piccoli 
alla superba forza dei grandi e dei dotti, che, sedotti da una falsa scienza e 
dalla vanagloria, hanno dilaniato il Vangelo di Gesù, proponendo di esso 
un'interpretazione razionale, umana e tutta errata.
Sono giunti i tempi predetti da San Paolo in cui molti annunciano dottrine false 
e peregrine e così si corre dietro a queste favole e ci si allontana dalla 
verità del Vangelo.


Come Apostoli degli ultimi tempi, dovete seguire Gesù sulla strada del 
disprezzo del mondo e di voi stessi, dell'umiltà, della preghiera, della 
povertà, del silenzio, della mortificazione, della carità, di una più profonda 
unione con Dio.
Siete sconosciuti e disprezzati dal mondo e da quanti vi circondano, 
spesso siete ostacolati, emarginati e perseguitati, perché questa sofferenza 
è necessaria alla fecondità della vostra stessa missione.


Come Apostoli degli ultimi tempi, dovete ora illuminare la terra con la Luce di Cristo.
Mostratevi a tutti come miei figli, perché Io sono sempre con voi.
La fede sia la luce che vi illumini, in questi giorni di apostasia e di grande 
oscurità, e vi consumi solo lo zelo per la gloria di mio figlio Gesù, in questi 
tempi di una così vasta infedeltà.

Come Apostoli degli ultimi tempi, tocca a voi il compito di compiere la seconda
evangelizzazione, tanto domandata dal mio Papa Giovanni Paolo II.

Evangelizzate la Chiesa, che si è allontanata dallo Spirito di Cristo e si è 
lasciata sedurre dallo spirito del mondo, che in essa è profondamente 
penetrato e l'ha tutta pervasa.

Evangelizzate la umanità che è ritornata pagana, dopo quasi duemila anni 
dal primo annuncio del Vangelo.

Evangelizzate tutti gli uomini, che sono diventati vittime degli errori, del 
male, del peccato e si lasciano travolgere dal vento impetuoso di tutte le 
false ideologie.

Evangelizzate i popoli e le nazioni della terra, immersi nella tenebra della 
pratica negazione di Dio, mentre si prostrano al culto del piacere, del denaro, 
della forza, dell'orgoglio, dell'impurità.

Sono giunti i vostri tempi ed Io vi ho formato in questi anni perché possiate 
dare ora la vostra forte testimonianza di discepoli, fedeli a Gesù, fino 
allo spargimento del vostro stesso sangue.

Quando, da ogni parte della terra, tutti voi, miei piccoli bambini, darete 
questa testimonianza di Apostoli degli ultimi tempi, allora 
il mio Cuore Immacolato avrà il suo più grande trionfo».

venerdì 14 febbraio 2014

15 - Il Cuore di Maria è un trono.

15 - Il Cuore di Maria è un trono


Maria è la città e reggia di Dio

- «Gloriosa dicta sunt de te, civitas Dei» (Sal 96, 3): 
«O città di Dio, cose sante e gloriose furono dette di te!».

Maria è la  gloriosa città di Dio, la Gerusalemme celeste, la città 
santa, la città della  pace e del gran re: «Civitas Regis magni» (Sal 47, 3), 
perché il re dei re l'ha  edificata di propria mano, l'ha preservata 
da ogni colpa, l'ha onorata con straordinari privilegi, l'ha arricchita di 
un'infinità di tesori inestimabili, l'ha fatta appositamente per stabilirvi 
la sua dimora e per far risplendere le più rare meraviglie della 
sua regale potenza e magnificenza.


Maria trono del gran re. - Maria però non è solo la città del grande re, ma 
anche il suo palazzo regale ed eterno: «Sacratum Dei palatium» (S. Bonav.). 
Ora se  Maria è il palazzo del re, che cosa non sarà il suo cuore, se non il trono?


Cuor di Maria trono. - La scrittura (Ct 3,10; 1 Re 10,18) descrive minutamente 
lo splendore del trono di Salomone, nel quale i padri trovano raffigurato il cuore 
di ogni cristiano e a miglior ragione quello di Maria.


1) Salomone il trono se lo fece da sé: fecit sibi. Così Dio creò di sua mano il 
Cuor di Maria, affinché fosse degno di Lui.


2) Lo fece di cedro del Libano, legno incorruttibile, per indicare che il cuore 
di Maria non solo non è stato mai tocco dal peccato, ma per divino privilegio 
restò  impeccabile per grazia, come Dio lo è per natura.


3) Le 4 colonne indicano le 4 virtù cardinali sulle quali poggia pure il trono del 
vero Salomone, Gesù.


4) Le colonne sono d'argento per indicare che conservano nel candore 
dell'innocenza le anime fortunate che ne sono in possesso.


5) Il sedile d'oro indica la volontà tutta trasformata per puro amore 
nell'amabilissima volontà di Dio.


6) I sostegni di porpora indicano i desideri ardenti della gloria di Dio, della
santificazione del suo nome, del compimento della sua volontà. 


Infine il nostro amato Salomone riempì il suo trono di carità per le figlie 
di Gerusalemme, cioè per tutte le figlie dilette del cuore di Maria, ossia per le 
anime umili, pure, caritatevoli e che hanno una devozione particolare al suo 
cuore materno.


Dio mette il suo trono in questo cuore per due fini: per farne un trono di gloria 
per sé; e un altro di grazia e di misericordia per noi.


Un trono di gloria nel quale Gesù vuole essere più onorato e glorificato che 
non nei cori degli Angeli e dei Santi.
Un trono di grazia e di misericordia da cui perdona tutti i colpevoli, 
distribuisce con larghezza doni e grazie, accoglie con bontà tutte le richieste  
che gli vengono presentate.


Accostiamoci, dunque, con rispetto, umiltà e confidenza a questo trono 
di grazia e di misericordia, e tutto ciò che noi domanderemo al Figlio, 
per intercessione del cuore SS. di Maria, Egli ce lo accorderà: «Adeamus 
cum fiducia ad thronum gratiae, et misericordiam consequamur et gratiam 
inveniamus» (Eb 4, 16).