ROSA VENTIDUESIMA
La meditazione dei misteri ci rende conformi a Gesù
[65] Precipua cura dell'anima cristiana è di tendere alla perfeziono:
Fatevi, dunque, imitatori di Dio quali figli carissimi (Ef 5,1), ci dice il
grande Apostolo.
E' un obbligo, questo, contenuto nell'eterno decreto della nostra
predestinazione, essendo l'unico mezzo ordinato per giungere alla gloria
eterna.
San Gregorio Nisseno dice graziosamente che noi siamo dei pittori:
l'anima nostra è la tela preparata su cui passano i pennelli; le virtù sono i
colori che servono per dar risalto alla bellezza dell'originale da riprodurre:
Gesù Cristo, immagine viva e rappresentazione perfetta dell'eterno Padre.
Come, dunque, un pittore per eseguire il ritratto dal vero si pone davanti
all'originale e ad ogni pennellata lo osserva, così il cristiano deve sempre
tenere presente la vita e le virtù di Gesù Cristo per dire, pensare e fare
soltanto ciò che è conforme ad esse.
[66] Per aiutarci nell'importante opera della nostra predestinazione,
la Vergine santa ordinò a san Domenico di esporre ai devoti del Rosario i
sacri misteri della vita di Gesù Cristo non soltanto perché adorino e
glorifichino Nostro Signore, ma soprattutto perché regolino la loro vita
sulle opere e virtù di Lui. Come i bambini, infatti, imitano i loro genitori
osservandoli e conversando con loro e ne imparano il modo di esprimersi
ascoltandoli parlare; come un apprendista impara l'arte guardando lavorare
il maestro, così i fedeli confratelli del Rosario, meditando devotamente le
virtù di Gesù Cristo nei quindici misteri della sua vita, diventano
somiglianti al divino Maestro con l'aiuto della sua grazia e per
l'intercessione della Vergine santa.
[67] Se Mosè ordinò al popolo ebreo da parte di Dio stesso di non
dimenticare mai i benefici di cui l'aveva colmato, con maggior ragione il
Figlio di Dio può comandarci di imprimere nel nostro cuore e di avere
costantemente davanti agli occhi i misteri della sua vita, passione e gloria,
poiché questi sono altrettanti benefici dei quali ci favorì e con i quali ci
mostrò l'eccesso del suo amore per la nostra salvezza.
“Voi tutti che passate per la via - ci dice - considerate e osservate se
ci sono dolori simili ai dolori ch'io ho sofferto per amor vostro.
Ricordatevi della mia povertà e del mio annientamento, pensate
all'assenzio e al fiele che presi per voi nella mia passione” (Cfr. Lam 1,12;
3,19). Queste parole e molte altre che si potrebbero ricordare, convincono
abbastanza dell'obbligo che abbiamo di non contentarci di recitare
vocalmente il Rosario in onore di Cristo Gesù e della Vergine santa, ma di
recitarlo meditandone i sacri misteri.
AVE MARIA!
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