14. È detto: Vi annunzio una grande gioia, che sarà per tutto il popolo,
non per «parte» del popolo; e: Tutta la terra ti adori e salmeggi a te; non
deve farlo infatti solo una parte della terra. E il salmeggiare non è per quelli
che gemono ma per quelli che stanno di buon animo. Se dunque così stanno
le cose, non perdiamo mai la speranza, ma attraversiamo di buon animo la
presente vita con il pensiero di questa gioia e di questa letizia. Soltanto,
temperiamo l’allegrezza con il divino timore, come è detto: Esultate nel
Signore con timore. E infatti quelle che erano con Maria corsero via dalla
tomba con timore e gioia grande: forse un giorno anche noi ci slanceremo
fuori della nostra tomba spirituale con spavento e gioia. Sarei stupito infatti
se avvenisse senza timore, perché nessuno è esente da peccato, fosse anche
Mosè o Pietro Apostolo: in chi è simile a loro tuttavia il divino amore vince
e caccia fuori il timore al momento dell’esodo.
15. Se, mentre sei ancora nelle passioni, per aver creduto con tutto il
cuore, umilmente, ricevi il carisma della impassibilità, hai la testimonianza
della scrittura: Oggi - dice infatti - sarai con me nel Paradiso; e: La tua fede
ti ha salvato, va’ in pace, nella pace della beatissima impassibilità, e altre
cose di questo genere, come: L’uva matura al tempo della semina, e: Vi
avvenga secondo la vostra fede.
16. Quando, penosamente orientati alle passioni, siamo più
violentemente tormentati dai demoni con turpi pensieri, allora ancor più
rafforziamo la nostra fede nel Signore, e rinsaldiamo la speranza nei beni
eterni promessi. I nemici per la loro invidia si danno da fare perché noi
veniamo privati di questi beni ed estraniati da essi: se infatti non fossero
grandemente eccellenti, i demoni non brucerebbero di una tale invidia nei
nostri confronti da saettarci di continuo con i pensieri sordidi. Con questo
credono di soddisfare la loro follia, pensano di trascinarci alla disperazione
con questo insostenibile, lungo tormento.
17. Alcuni definiscono l’azione come veracissima conoscenza.
Studiatevi dunque di mostrare fede e conoscenza piuttosto con le opere: chi
infatti si è accecato affidandosi alla conoscenza soltanto, udrà la parola:
Confessano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con le opere.
18. Il più delle volte, al tempo delle feste, delle sante sinassi e
soprattutto quando uno sta per accostarsi alla Mensa mistica, proprio allora
i demoni cercano di contaminare l’asceta con turpi fantasmi e col flusso del
seme: ma neppure così possano ferire o snervare chi è abituato a portare
tutto con costanza e generosità. E non si vantino contro di noi i gobbi quasi
fossero dritti.
FILOCALIA 368...
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