venerdì 11 novembre 2022

FILOCALIA




14. È detto: Vi annunzio una grande gioia, che sarà per tutto il popolo,

non per «parte» del popolo; e: Tutta la terra ti adori e salmeggi a te; non

deve farlo infatti solo una parte della terra. E il salmeggiare non è per quelli

che gemono ma per quelli che stanno di buon animo. Se dunque così stanno

le cose, non perdiamo mai la speranza, ma attraversiamo di buon animo la

presente vita con il pensiero di questa gioia e di questa letizia. Soltanto,

temperiamo l’allegrezza con il divino timore, come è detto: Esultate nel

Signore con timore. E infatti quelle che erano con Maria corsero via dalla

tomba con timore e gioia grande: forse un giorno anche noi ci slanceremo

fuori della nostra tomba spirituale con spavento e gioia. Sarei stupito infatti

se avvenisse senza timore, perché nessuno è esente da peccato, fosse anche

Mosè o Pietro Apostolo: in chi è simile a loro tuttavia il divino amore vince

e caccia fuori il timore al momento dell’esodo.


15. Se, mentre sei ancora nelle passioni, per aver creduto con tutto il

cuore, umilmente, ricevi il carisma della impassibilità, hai la testimonianza

della scrittura: Oggi - dice infatti - sarai con me nel Paradiso; e: La tua fede

ti ha salvato, va’ in pace, nella pace della beatissima impassibilità, e altre

cose di questo genere, come: L’uva matura al tempo della semina, e: Vi

avvenga secondo la vostra fede.


16. Quando, penosamente orientati alle passioni, siamo più

violentemente tormentati dai demoni con turpi pensieri, allora ancor più

rafforziamo la nostra fede nel Signore, e rinsaldiamo la speranza nei beni

eterni promessi. I nemici per la loro invidia si danno da fare perché noi

veniamo privati di questi beni ed estraniati da essi: se infatti non fossero

grandemente eccellenti, i demoni non brucerebbero di una tale invidia nei

nostri confronti da saettarci di continuo con i pensieri sordidi. Con questo

credono di soddisfare la loro follia, pensano di trascinarci alla disperazione

con questo insostenibile, lungo tormento.


17. Alcuni definiscono l’azione come veracissima conoscenza.

Studiatevi dunque di mostrare fede e conoscenza piuttosto con le opere: chi

infatti si è accecato affidandosi alla conoscenza soltanto, udrà la parola:

Confessano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con le opere.


18. Il più delle volte, al tempo delle feste, delle sante sinassi e

soprattutto quando uno sta per accostarsi alla Mensa mistica, proprio allora

i demoni cercano di contaminare l’asceta con turpi fantasmi e col flusso del

seme: ma neppure così possano ferire o snervare chi è abituato a portare

tutto con costanza e generosità. E non si vantino contro di noi i gobbi quasi

fossero dritti.

FILOCALIA 368...

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