Storia di una famiglia
San Vincenzo de Paoli
Alla Rue du Bac, ci può stupire di vedere San Vincenzo di Paoli
accoglierci. Ma che cosa c'è di più normale che
onorare i propri antenati? Questa è la casa Madre
della Compagnia, fondata nel 1633 da Vincenzo e Luisa!
Luisa de Marillac
Caterina Labouré
Fino alla fine della vita servià i poveri anziani, nel più totale
nascondimento, mentre la medaglia si diffondeva
miracolosamente in tutto il mondo.
Caterina Labouré morì in pace il 31 dicembre 1876:
“Parto per il cielo… vado a vedere Nostro Signore,
sua Madre e san Vincenzo”. Nel 1933, in occasione di
questa beatificazione, si aprì il loculo nella cappella
di Reuilly. Il corpo di Caterina fu ritrovato intatto e trasferito
nella cappella della rue du Bac; qui venne installato
sotto l'altare della Vergine al Globo.
********************
Alla fine del 1858,
correvano a Parigi notizie sulle apparizioni della
Madonna a una contadina dei Pirenei, a Lourdes, un angolo
di scarsa rilevanza del territorio francese. Si scambiavano
impressioni sulle straordinarie guarigioni constatate dopo che
erano state utilizzate le acque della miracolosa fonte della
Grotta di Massabielle e, soprattutto, si commentava la celebrità
della giovane veggente, Bernadette Soubirous, la cui semplicità e
incrollabile fede suscitavano l'ammirazione del popolo, che già la
venerava come santa.
Diffondendosi velocemente per la capitale francese, le notizie
giunsero all'orecchio anche delle Figlie della Carità di San
Vincenzo de' Paoli, che servivano gli anziani dell'ospizio
di Enghien. Intavolarono n'animata discussione, nella quale
si udì un'esclamazione uscita dalle labbra di una religiosa che,
sebbene discretamente, si mostrava presa da veemente entusiasmo
in quel momento: "E' la stessa!".1 Nessuna delle presenti
comprese il significato di quelle parole. Guardandosi tra loro
con stupore,
continuarono a parlare, come se non avessero udito nulla.
"Un arcobaleno mistico tra Rue du
Bac e Lourdes"
Nel 1830, una novizia della Casa Madre della Compagnia
delle Figlie della Carità, situata a Parigi in Rue du Bac,
era stata anche lei privilegiata con apparizioni della Madonna,
le quali avevano già acquistato fama mondiale.
Oltre a fare importanti rivelazioni sul futuro della Congregazione
e della Francia, la Madre di Dio aveva affidato alla veggente la
missione di far coniare una medaglia attraverso cui Lei avrebbe
versato abbondanti grazie sul mondo.
La distribuzione dei primi esemplari avvenne a causa dell'epidemia
di colera che infuriava a Parigi, furono talmente tante e così
sorprendenti le guarigioni attribuite all'uso di questa medaglia
- non senza motivo denominata dal popolo Miracolosa -,
che in poco tempo essa si era
già diffusa in diversi paesi.
Il nome della veggente, tuttavia, rimaneva incognito,
anche tra le sue sorelle d'abito.
Fu rivelato soltanto dopo la sua morte: era la silenziosa,
diligente e sempre ben disposta Suor Caterina Labouré!
I suoi occhi azzurri, sereni e limpidi, brillavano di gioia
sentendo parlare per la prima volta delle recenti apparizioni di
Lourdes, un'eco di quelle avvenute in Rue du Bac.
Era un'altra luce che spuntava nello stesso cammino di misericordia
tracciato dalla Regina del Cielo per condurre l'umanità a
una nuova era di
grazie mariane.
Non c'era dubbio, era "la stessa"! Alla novizia di Parigi, la Vergine
aveva insegnato la formula per invocarLa: "O Maria, concepita
senza peccato". A Bernadette, così Si era presentata:
"Io sono l'Immacolata Concezione". Esultante di contentezza,
Suor Caterina cominciò a nutrire una profonda ammirazione
per la nuova veggente, malgrado non la conoscesse.
Non sapeva che, a Lourdes, Bernadette portava al collo la
Medaglia Miracolosa quando vide la Madre di Dio,
e probabilmente nutriva nel suo cuore nobili sentimenti di
venerazione per la sconosciuta veggente della Vergine della Medaglia...
Secondo un'ottica soprannaturale, c'era una stretta unione di animo
tra le due sante, che formava "come un arcobaleno
mistico tra Rue du Bac e Lourdes".2
Santa Bernadette dava prove di eroica umiltà,
restituendo alla Regina del Cielo gli onori e le lodi che il popolo
le tributava. Santa Caterina praticava in modo differente
una pari umiltà: dedita alle più modeste funzioni
nell'ospizio di Enghien, dove serviva
gli anziani e i
poveri da oltre quarant'anni.
Infanzia avvolta da fede e serietà
Quando Caterina nacque, il 2 maggio 1806, in Francia erano
ancora aperte le ferite dell'irreligione provocate
dalla Rivoluzione del 1789.
Nel piccolo villaggio borgognone di Fain-lès-Moutiers, dove la famiglia
Labouré risiedeva, non c'era un sacerdote. Per battezzare la neonata,
fu necessario chiamare il parroco della cittadina vicina.
Nonostante la generalizzata negligenza religiosa del tempo,
da cui non era esente suo padre, Pietro Labouré, la fede di
Caterina e dei suoi nove fratelli fu salvaguardata e rafforzata
grazie all'impegno della madre, Maddalena Gontard,
la cui principale preoccupazione nell'educazione dei figli fu
quella di infondere in loro
un'illimitata fiducia nella Santissima Vergine.
I primi anni di Zoe - così si chiamava la nostra santa, prima
dell'ingresso nella vita religiosa - trascorsero senza nubi,
nelle gioie di un'infanzia profumata dall'innocenza.
Acquistò ben presto il gusto per la preghiera e non esitava
ad abbandonare gli infantili divertimenti quando la madre
la chiamava per pregare insieme davanti alla semplice
statua della
Madonna intronizzata in una sala della sua casa.
Dotata di un precoce senso di responsabilità e serietà,
Zoe capì presto le difficoltà della madre nell'esecuzione
degli ardui compiti di manutenzione della casa,
e decise di aiutarla. Prima di compiere otto anni,
sapeva già cucire, mungere le mucche, preparare la minestra
e spazzare il pavimento. La convinzione che la spingeva ad abbracciare
con gioia il monotono lavoro quotidiano - tanto in famiglia, durante
l'infanzia e la gioventù, quanto nell'ospizio di Enghien, nel corso di
più di quattro decenni - fu da lei stessa spiegata con parole
semplici e piene di luce: "Quando si fa la volontà di Dio,
non si sente mai fastidio".3
Una grazia trasformante
A nove anni di età, la piccola Zoe vide l'orizzonte della sua vita
oscurarsi per una tragedia: nell'ottobre 1815, morì sua madre.
Contemplando il suo corpo inerte, pianse copiosamente, ma non
per molto tempo, poiché lei stessa le aveva insegnato a chi ricorrere
nei momenti di afflizione. Passato il primo choc, si diresse alla sala,
dove si trovava la statua della Madonna, davanti alla quale
tante volte aveva pregato in compagnia della madre.
Risoluta, salì su una sedia per porsi all'altezza della statua,
l'abbracciò ed esclamò, tra i singhiozzi: "D'ora in poi,
Tu sarai mia Madre!".4 La risposta della Regina del Cielo
fu immediata. La bambina, che lì era giunta debole e
disfatta in lacrime, si ritirò forte e disposta ad affrontare
le avversità. Fu questa l'ultima volta che pianse
nella vita, poiché la virtù della fortezza l'accompagnò
in un crescendo fino alla fine dei suoi giorni.
Nel 1871, quando già era una religiosa di 65 anni di età,
il movimento rivoluzionario della Comune di Parigi le offrì
diverse occasioni per di manifestare, con eroismo, questa virtù.
Un giorno, per esempio, prese l'iniziativa di dirigersi al
quartier generale degli insorti per difendere la sua superiora,
contro cui era stato pronunciato un ordine di detenzione.
Espose i suoi argomenti con tale fermezza davanti a quasi
sessanta comunardi lì presenti che finì per uscirne vittoriosa.
Impressionati, i rivoluzionari cominciarono a trattarla
con molta deferenza; arrivarono anche a chiederle di deporre
nel processo di una prigioniera, e considerarono la
sua
deposizione, favorevole all'imputata, come l'ultima parola nel caso.
Una dimostrazione concreta di questa grazia ricevuta
nell'infanzia fu la costanza d'animo con la quale sopportò
le numerose manifestazioni d'impazienza e incredulità del suo
confessore quando, per ordine della Madonna, gli raccontava
le visioni avute. Pochi mesi prima di morire, confidò alla superiora
che l'atteggiamento di questo sacerdote aveva costituito per lei
un vero martirio. Lei patì con la fortezza dei martiri quest'olocausto
silenzioso, che le era stato annunciato dalla stessa Santissima
Vergine, nella prima delle sue apparizioni:
"Figlia mia, il Buon Dio vuole incaricarti di una missione.
Avrai molte difficoltà, ma le supererai, considerando che
agisci per la Sua gloria. Saprai discernere quello che
proviene dal Buon Dio. Sarai tormentata fino a che lo
dirai a colui che è incaricato di condurti. Sarai contraddetta,
ma otterrai la grazia. Non temere. Di' tutto con fiducia
e
semplicità. Abbi fiducia".5
Una vera figlia di San Vincenzo de'
Paoli
"Sarai felice di venire a me. Dio ha disegni a tuo riguardo".6
Quando aveva circa 14 anni, Caterina sentì in sogno queste
parole dirette a lei da un sacerdote sconosciuto,
il cui sguardo penetrante e pieno di luce si incise per sempre
nella sua memoria. Alcuni anni più tardi, visitando una casa
delle Figlie della Carità, s'imbatté su un quadro del fondatore
della Congregazione, San Vincenzo de' Paoli, nella cui
fisionomia riconobbe il sacerdote del sogno. Le fu chiara, allora,
la vocazione cui già si era sentita tante volte
attratta: sarebbe stata figlia di San Vincenzo!
Tuttavia, quando nel suo 21º compleanno,
il 2 maggio 1827, annunciò in casa la sua decisione,
il padre si oppose tassativamente. Dopo aver tentato,
invano, di dissuaderla dall'abbracciare la vita religiosa,
il padre la inviò a Parigi, a lavorare nel ristorante di un suo
fratello, nella speranza che lì lei avrebbe finito per
incontrare un buon partito e sposarsi.
Quell'ambiente, però, frequentato da operai rudi e molte
volte sfrontati, non fece che rafforzare la purezza
illibata della giovane. Tale era il suo amore per
la vocazione che già si comportava come un'autentica
Figlia della Carità, compiendo alla perfezione le raccomandazioni
fatte dal Santo alle sue figlie spirituali, tra cui questa:
"Se alle religiose [di clausura] è preteso un grado
di perfezione, alle Figlie della
Carità ne devono esser pretesi due".7
Caterina non desiderava altra cosa che abbracciare
per intero quest'ardita meta,
e perseverò nel suo proposito fino a vincere l'ostinazione del padre.
"Se osserviamo bene le piccole cose, faremo bene le
grandi",8 avrebbe lei scritto, decenni più tardi,
al termine di un
periodo di esercizi spirituali.
La fiducia e la semplicità di un'anima
innocente
Finalmente, il 21 aprile 1830, Caterina arrivò al Convento
di Rue du Bac. Il Consiglio delle Superiore subito vide in lei
un'autentica vocazione: "Ha 23 anni ed è perfetta per la
nostra comunità: ha una buona devozione, buon carattere,
temperamento forte, amore del lavoro ed è molto gioiosa",9
fu il parere scritto a suo riguardo. Inoltre, era una genuina
contadina, proprio come desiderava San Vincenzo, che aveva
assunto i buoni attributi delle contadine come base naturale
per profilare l'ideale di virtù delle Figlie della Carità. Sia nella
vita comunitaria, sia nel servizio dei poveri, e anche durante
le manifestazioni soprannaturali di cui fu oggetto,
sempre brillò in Suor Caterina una delle virtù più
amate dal Santo Fondatore:
la semplicità di cuore.
"Lo spirito delle contadine è semplicissimo:
nessuna traccia di fingimento né parole di doppio senso;
non sono testarde né attaccate alle loro opinioni. [...] Così, figlie mie,
devono essere le Figlie della Carità, e sappiate che lo sarete
se siete semplici, non recalcitranti, sottomesse al parere
degli altri e candide nelle vostre parole, e se i vostri cuori
non penseranno una cosa mentre le vostre bocche
ne pronunciano un'altra".10 Questo ideale delineato
da San Vincenzo ha trovato, quasi due secoli dopo,
una perfetta realizzazione nell'anima di questa diletta figlia.
La settimana successiva al suo arrivo al convento,
le apparve tre volte, in giorni consecutivi, il cuore di
San Vincenzo, che le preannunciava le imminenti
disgrazie che si sarebbero abbattute sulla Francia,
con la promessa che le due Congregazioni da lui fondate
non sarebbero scomparse. La fortunata novizia ebbe
la grazia di vedere anche Cristo presente nella Sacra Ostia,
durante tutto il tempo del suo seminario, "tranne tutte le volte
in cui io dubitavo",11 confidò lei.
Imbevuta della Fede che muove le montagne e attrae la
benevolenza di Dio, Caterina non esitò a chiedere
di più: voleva vedere la Madonna. Alla vigilia della festa del
Fondatore - che allora si commemorava il 19 luglio -, le confidò
il un suo desiderio in una breve orazione e andò a
dormire speranzosa: "Andai a dormire con l'idea che in quella
stessa notte sarebbe venuta la mia buona Madre. Era da tanto
che volevo vederLa". 12 E fu generosamente esaudita, non
solo "quella stessa notte", ma anche in altre due apparizioni,
una in novembre e un'altra in dicembre dello stesso
anno 1830.
Col passar degli anni, s'intensificò in lei la fiducia filiale
e illimitata che depositava in questi tre pilastri di devozione,
a tal punto che, poco prima di morire, non poté nascondere lo
stupore quando la superiora le chiese se non aveva paura
della morte: "Perché dovrei temere di andare a vedere
Nostro Signore, sua Madre e San Vincenzo?".13
"La Santissima Vergine scelse
bene"
Santa Caterina non violò mai il segreto sulla sua condizione
di veggente e messaggera delle apparizioni della Medaglia
Miracolosa. Tuttavia, molte persone giunsero a scorgere in lei
la prediletta della Regina del Cielo, tale era il suo amore a Dio,
non solo affettivo, poiché innegabile era la sua ardente pietà,
ma anche effettivo, come testimoniò una delle sue
contemporanee: "Le sue azioni, in se stesse ordinarie,
lei le faceva in maniera straordinaria". 14 C'era in lei
qualcosa di discreto,
irraggiungibile e ineffabile.
La sua santità era la principale custode del segreto.
Alle suore che osarono interpellarla in questo senso,
la sua risposta consistette sempre in un assoluto silenzio.
Un silenzio nato dall'umiltà, senza nulla di taciturno né di
scontroso; al contrario, un silenzio sacro, che arrivava
a suscitare venerazione.
Quando, dopo la sua morte, fu annunciato alle Figlie della Carità
il nome della veggente di Rue du Bac, esse ebbero una reazione
caratterizzata più dall'ammirazione che dalla sorpresa.
Non era difficile associare l'esemplare suora alla figura
- già un po' mitizzata - della veggente ignota.
Era impossibile non restare meravigliati nel costatare l'eccellenza
della sua umiltà, che l'aveva mantenuta nell'anonimato,
pur esercitando una
missione di portata universale.
Forse in quel momento sarà venuto in mente alle suore
l'ingenuo detto che i bambini dell'orfanatrofio, diretto dalle Figlie
della Carità, erano soliti ripetere tra loro, osservando da lontano
Suor Caterina Labouré: "La Santissima Vergine ha scelto bene".
15 Sarebbero state queste parole, così vere, mero frutto
dell'immaginazione infantile o avrà Dio, ancora una volta
nella Storia, rivelato ai piccoli i misteri nascosti ai
sapienti e intenditori?
Senza dubbio, più luminosa dell'eroico silenzio è la lezione di fiducia
filiale lasciata da Santa Caterina nella Madre che mai ci abbandona.
"La fiducia ottiene sempre questo premio. Chiedendo con fiducia,
si riceve di più, con più certezza e più abbondantemente.
La fiducia ci apre il
Sapienziale e Immacolato Cuore di Maria".16
1 LAURENTIN, René. Vie de Catherine Labouré. Paris: Desclée de Brouwer,
1980, p.197.
2 CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio.
Conferenza. San Paolo, 12 nov. 1980.
3 SANTA CATERINA LABOURÉ, apud
LAURENTIN, op. cit., p.377.
4 CLÁ DIAS, EP, João Scognamiglio. A
Medalha Milagrosa. História e celestiais
promessas. São Paulo: Takano, 2001, p.7.
5 LAURENTIN, op. cit., p.85.
6 Idem, p.40.
7 SAN VINCENZO DE' PAOLI.
Correspondence, Entretiens, Documents, apud HERRERA, CM,
José; PARDO, CM, Veremundo. San Vicente de Paúl. Biografía y
selección de escritos. 2.ed.
Madrid: BAC, 1955, p.271.
8 SANTA CATERINA LABOURÉ, apud
LAURENTIN, op. cit., p.156.
9 LAURENTIN, op. cit., p.50.
10 SAN VINCENZO DE' PAOLI, op. cit.,
p.260.
11 SANTA CATERINA LABOURÉ, apud
LAURENTIN, op. cit., p.78.
12 Idem, p.81.
13 Idem, p.289.
14 LAURENTIN, op. cit., p.375.
15 BERNET, Anne. La vie cachée de
Catherine Labouré. Mesnil-sur-l'Estrée: Perrin, 2001, p.225.
16 CORRÊA DE OLIVEIRA, op. cit.
Rivista Araldi del
vangelo, Decembre 2012, nº 116, p 22 - 25
AVE MARIA PURISSIMA!
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