DELLA CONFORMITÀ ALLA VOLONTÀ DI DIO
CAPO I.
Si pongono due fondamenti principali in questa materia.
1. Due fini per cui Gesù Cristo venne al mondo.
2. Gesù Cristo insegnò la conformità alla volontà di Dio.
3. In questo sta il meglio della perfezione.
4. Tutto nel mondo avviene per volontà di Dio, tranne il peccato.
5. Rispetto a Dio nulla è a caso.
6. Quindi piena conformità alla volontà di Dio.
7. Così facevano gli anacoreti.
1. «Non si faccia, Signore, come voglio io, ma come volete voi» (Mt 26, 39). Per due fini dicono i Santi che discese il Figliuolo di Dio dal cielo e si vestì nella nostra carne, facendosi vero uomo: l'uno, per redimerci col suo Sangue prezioso; l'atro, per insegnarci colla sua dottrina la via del cielo e istruirci col suo esempio; perché, come non ci avrebbe giovato il saper la via per cui poter camminare, se fossimo rimasti legati nel carcere; così, dice S. Bernardo (S. BERN. Serm. 3 in Circum. Dom. n. 1), non avrebbe giovato il cavarci dal carcere, se non avessimo saputa tal via. E poiché Dio era invisibile, era necessario che, per poterlo noi vedere, seguitare e imitare, egli si facesse visibile e si vestisse della nostra umanità: in quella guisa che il pastore si veste di un pelliccione formato dalla stessa pelle delle pecore, acciocché queste più facilmente lo seguitino, vedendo la loro somiglianza. E S. Leone papa dice: «Se Cristo non fosse stato vero Dio, non ci avrebbe apportato il rimedio; e se non fosse stato vero uomo, non ci avrebbe dato l'esempio» (S. LEO PAPA, Serm. de Nat. Dom. 21, c. 2). L'una e l'altra di queste due cose fece egli molto compiutamente mercé l'eccesso di quell'amore che portava agli uomini. Siccome dal canto suo fu molto copiosa la redenzione (Ps. 129, 7), così dal canto suo fu anche molto copioso il suo ammaestramento: perché non fu fatto solamente con parole, ma molto più abbondantemente con esempi di opere. «Principiò Gesù a fare e ad insegnare», dice l'Evangelista S. Luca (At 1, 1). Prima cominciò ad operare, il che fece in tutta la sua vita; e dipoi a predicare i tre ultimi anni, ovvero i due e mezzo.
naturalmente ricusavano la morte, onde per mostrare che era vero uomo disse: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice» (Mt 26, 39); nondimeno la volontà sua fu sempre molto pronta e molto desiderosa di bere il calice che il Divin suo Padre gli offriva: onde soggiunse subito: No, Signore, non si faccia quello che voglio io, ma quello che volete voi.
Dunque quanto uno sarà più conforme e più unito alla volontà di Dio, tanto sarà migliore e più perfetto. Inoltre è chiaro che non vi è cosa migliore né più perfetta che la volontà di Dio; dunque quanto più uno si conformerà e si unirà alla volontà di Dio, tanto migliore e più perfetto sarà. Se Dio è la cosa più perfetta che si trovi; dunque quanto più una cosa si assomiglierà a Dio, tanto sarà più perfetta.
4. Il secondo fondamento è, che nessuna cosa può avvenire né succedere nel mondo, se non per volontà e ordinazione di Dio. Il che si ha da intendere sempre, eccettuatane la colpa e il peccato, perché di questo non è cagione né autore Dio, né può esserlo. E siccome ripugna alla natura del fuoco il raffreddare, e a quella dell'acqua il riscaldare, e a quella del sole l'oscurare; così ripugna infinitamente più all'immensa bontà di Dio l'amare l'iniquità. Onde il profeta Abacuc disse: «Signore, gli occhi tuoi sono mondi, per non vedere il male; e non puoi vedere le iniquità degli uomini» (Ab 1, 13). Come tra noi, quando vogliamo significar l'odio che uno porta ad un altro, diciamo che non lo può vedere; così dice che Dio non può vedere le iniquità degli uomini per l'aborrimento e odio grande che porta a quelle. «Perché tu non sei un Dio, che ami l'iniquità» (Ps. 5. 4), dice Davide; e altrove: «Hai amato la giustizia ed hai odiato l'iniquità» (Ps. 44, 7). Tutta la sacra Scrittura è piena di espressioni e di formole le quali ci mostrano quanto Dio odia il peccato; onde non può esser cagione né autore di esso. Ma eccettuatone il peccato, tutte le altre cose e tutti i travagli e i mali di pena che avvengono in questo mondo, tutti avvengono per volontà e ordinazione di Dio. Questo fondamento è anch'esso molto certo. Non vi è fortuna nel mondo: ché questo fu errore dei gentili. I beni che il mondo chiama di fortuna non li dà la fortuna, che questa non vi è, ma li dà solamente Dio. Così dice lo Spirito Santo per mezzo del Savio: «I beni ed i mali, la vita e la morte, la povertà e le ricchezze vengono da Dio» (Sir 11, 14).
E ancorché queste cose avvengano per mezzo d'altre cagioni seconde, è nondimeno certo che nessuna cosa si fa nel mondo, se non per volontà e ordine di quel supremo imperatore che lo governa. Nessuna cosa avviene a caso rispetto a Dio; ogni cosa viene decretata e
ordinata da lui, e ogni cosa passa per le sue mani. Tiene egli contate tutte le ossa del tuo corpo e tutti i capelli del tuo capo; e neppure uno di essi ti sarà tolto senza ordinazione e volontà sua. Ma che dico io di quello che tocca agli uomini? Non cade un uccellino nel laccio, dice Cristo nostro Redentore nel suo Vangelo, senza disposizione e volontà di Dio. «Non si vendono forse due passeri a un quattrino? pure un solo di questi non cascherà per terra senza del Padre vostro» (Mt 10, 29). Nemmeno una fronda di albero si muove senza la sua volontà. Ancora delle sorti dice il Savio: «Si gettano le sorti nell'urna, ma il Signore è quegli che ne dispone» (Prv16,33). Sebbene le sorti si cavano da un bussoletto o da un vaso, non ti pensare che escano a caso; perché escono per decreto della Divina Provvidenza, la quale così vuole e così dispone. «La sorte toccò a Mattia» (At 1,16). Non cadde a caso la sorte sopra Mattia, ma fu per decreto e particolare provvidenza di Dio, il quale lo volle eleggere in suo Apostolo per quella via.
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