giovedì 30 ottobre 2014

Per cancellare l'attacco al suo proprio giudizio


CAPITOLO III. - SI PARLA DELL'ANIMA DI UNA GIOVINETTA DEVOTA ALLA SS. VERGINE


Poco tempo dopo morì una giovinetta che, fin dall'infanzia, era stata divotissima della Madonna. Avendo terminato la sua breve carriera, venne chiamata all'eterna ricompensa. Munita di tutti i sacramenti della Chiesa, ella stava per entrare in agonia, quando con le mani tremanti prese il Crocifisso, salutò le S. Piaghe con espressioni tenere, le ringraziò, le adorò, le coperse di baci così ardenti, che tutte le consorelle ne provarono straordinaria compunzione.

In seguito ella chiese, con brevi preghiere, al Signore, alla Vergine Maria, agli Angeli, ai Santi di ottenerle il perdono dei peccati, di supplire a quanto le mancava, di proteggerla nell'ora della morte; infine, riposando un istante come se fosse stata stanca, s'addormentò con confidenza nel Signore.

La Comunità si mise tosto in preghiera per il sollievo di quell'anima e Gesù apparve a Geltrude: Egli teneva fra le braccia l'anima della defunta, la carezzava amabilmente e le diceva: «Mi riconosci, figlia mia?». Geltrude, vedendo ciò, pregò il Signore di ricompensare quell'anima soprattutto per l'umiltà che l'aveva spinta a servire lei e le altre consorelle, perchè le credeva più care a Dio e desiderava partecipare ai loro meriti. Allora Gesù presentò alla defunta il suo Cuore divino, dicendole: «Bevi, figlia mia, in questo vaso traboccante quanto tu desideravi ricevere per i miei eletti quando eri in terra ».

All'indomani, durante la S. Messa, quell'anima apparve come seduta in grembo al Salvatore e la Regina del cielo venne vicino a lei, presentandole i suoi gioielli ed i suoi meriti. Quando la Comunità recitò per essa il Salterio, aggiungendo un'Ave Maria dopo ogni salmo, la Madre di Gesù moltiplicò i doni suoi a quell'anima, come ricompensa della sua speciale divozione.

Geltrude chiese poi al Signore di quali fragilità aveva dovuto purificare la defunta prima della morte.

Egli rispose: « Ella si compiaceva nel suo proprio giudizio: l'ha purificata permettendo che morisse prima che la comunità terminasse le preghiere, che si dicevano per lei. Infatti, quand'ella comprese che ciò avveniva, temette di subirne detrimento e tale angoscia la purificò da ogni imperfezione. Geltrude aggiunse: « Ma Signore, quest'anima non si era forse purificata sufficientemente con la contrizione che ebbe in punto di morte, quando ti ha pregato di mondarla da tutte le colpe? ». E Gesù: « Quella contrizione generale non era sufficiente, bisognava che subentrasse una sofferenza per cancellare l'attacco al suo proprio giudizio, per cui non si piegava subito docilmente a coloro che la dirigevano ». E aggiunse: « Ella dovette essere purificata anche da un'altra macchia, contratta per la noia ch'ella provava a confessarsi; la mia bontà però le ha perdonato questa imperfezione, in vista di coloro che avevano cura di lei, e che sono i miei ed i suoi amici. Per la pena che ha provato, confessandosi in punto di morte, le ho rimesso ogni negligenza su questo punto ».

Durante la S. Messa, mentre si cantavano all'Offertorio queste parole: « Hostias ac preces », il Signore parve levare la mano destra. Allora un magnifico bagliore rischiarò tutto il cielo, e investì quell'anima che riposava in grembo a Cristo. Tutti i cori dei Santi si avvicinarono, ordine per ordine, deposero i loro meriti in seno a Gesù, per supplire a quelli che la defunta non aveva acquistati.

Geltrude comprese allora che i Santi agivano in tal modo, perchè quell'anima aveva avuto l'abitudine di supplicarli affinché applicassero ai defunti i loro meriti, quale espiazione dei loro difetti. Quantunque poi tutti gli abitanti del cielo le mostrassero segni speciali di tenerezza, pure le vergini lo facevano in modo più ardente, essendo essa una del loro numero.

Un'altra volta Geltrude pregò ancora per l'anima di quella giovane Religiosa: le sue parole furono brevi, ma possenti. Esse apparvero scolpite sul petto del Signore, quasi come finestrelle che facevano vedere l'interno del Cuore di Gesù, Figlio di Dio. Ella intese Gesù dire a quell'anima: « Guarda in ogni parte del cielo: vedi se qualche Santo possiede un bene che tudesideri e attingi quel bene nel mio Cuore, attraverso a queste aperture ».

Geltrude comprese che lo stesso favore si rinnovava a ogni preghiera offerta per quell'anima.

All'Elevazione dell'Ostia, il Figlio di Dio parve presentare: a quella giovane Religiosa il suo sacratissimo Corpo sotto l'aspetto di un agnello immacolato. Mentre essa lo baciava con tenerezza, fu come trasfigurata, ricevendo una nuova gioia nella conoscenza della Divinità. Geltrude chiese allora alla defunta di pregare per le anime che le erano affidate. Rispose: « Prego per esse, ma non posso volere se non quello che vuole il mio amatissimo Signore». Riprese la Santa: « E' dunque allora inutile appoggiarsi alla tua preghiera? ». « No, essa sarà loro di vantaggio, perchè il Signore, che conosce i loro desideri, ci eccita a pregare secondo le loro intenzioni ». « Puoi tu intercedere specialmente per le tue più intime amiche che nulla hanno ancora chiesto? ». « Il Signore stesso, nel suo amore, fa loro un gran bene per causa nostra ». « Prega almeno specialmente per il Sacerdote che ora si comunica per te ». « Egli avrà doppio vantaggio per tale atto: come il Signore da lui riceve per dare a me grarzie preziose, così, a mia volta, rimando tali beni verso il Sacerdote, unendovi grazie personali; il suo profitto spirituale si accresce come l'oro appare più bello quando vi sono incastonate varie gemme».

Geltrude chiese: « Dalle tue parole mi pare di poter concludere che è più vantaggioso celebrare delle Messe per i defunti, piuttosto che per altre intenzioni». La giovane Religiosa rispose: « In vista della carità con la quale si aiutano, le anime purganti, la S. Messa produce maggiori frutti che se fosse celebrata soltanto per dovere sacerdotale. Ma se un moto intimo del cuore getta íl sacerdote in Dio, e lo fa celebrare sotto tale impulso, allora il S. Sacrificio è ancora più fruttuoso ».

Geltrude aggiunse: « Dove hai tu appreso tante cose, mentre avevi in terra un'intelligenza così limitata? ». Ella replicò: « Ho appreso ogni cosa da Colui di cui S. Agostino disse: « avere visto Dio una sola volta, significa avere tutto appreso ».

Un altro giorno Geltrude vide la defunta raggiante di gloria, adorna di abiti scarlatti: ne chiese la ragiono al Signore, il quale rispose: « Come gliene avevo fatto promessa, per tuo tramite, così l'ho rivestita della mia Passione; perchè nonostante la grande debolezza della sua salute, non si è mai astenuta dai lavori comuni imposti dalla Regola e quantunque si spendesse al di là delle sue forze, pure non lasciò sfuggire nè un lamento, nè una impazienza». Il Signore aggiunse: « Le ho poi dato parecchi nobili principi della mia corte, affinchè le rendano onori particolari per compensare gli spasimi sopportati durante la malattia. Un braccio le cagionò particolari sofferenze, perciò ella mi tiene abbracciato nella gloria con tale beatitudine che vorrebbe avere sofferto cento volte di più ».

Siccome Geltrude bramava sapere se la Congregazione riceveva qualche soccorso dalle anime beate che aveva dato al cielo, la defunta rispose: « Esse vi procurano aiuti immensi, perchè il Signore moltiplica i suoi benefici a vostro riguardo, per ciascuna delle vostre consorelle salite all'eterna gloria ».

Durante una S. Messa che non era cantata per i defunti, Geltrude, pregando ancora per la stessa Religiosa, la vide nella gloria e chiese quale frutto ritraeva da quel Santo Sacrificio. Rispose ella: « Non attinge una regina nelle ricchezze del suo re e Signore? Ora che sono unita al mio Re, dolcissimo Sposo, ho parte a tutti i suoi beni e mi assido alla sua tavola come regina a quella del suo sovrano. Per tutte queste grazie siano lode e gloria in tutti i secoli al Signore, Re dei Re ».

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