mercoledì 15 aprile 2015

Pensieri di santa Faustina K.




... 16. Quest'opera della misericordia. — Si fece improvvisamente luce dentro di me, ed ebbi una profonda comprensione dell'opera richiesta da Gesù. Nemmeno l'ombra di un dubbio mi rimase. Il Signore mi fece conoscere apertamente la sua volontà e il suo disegno in quest'opera della misericordia, di cui parla di continuo. La vidi collocata a tre livelli per quanto, nel suo insieme, rappresenti sempre un'unità.

17. I tre livelli. — Il primo è costituito da un gruppo d'anime contemplative le quali, appartate dal mondo, arderanno davanti a Dio come olocausto. Il loro compito è implorare la divina misericordia per il mondo e, in particolare, chiedere il favore di Dio sull'attività dei sacerdoti. Con la loro vita d'orazione, queste anime prepareranno l'universo all'ultima venuta di Gesù.

Il secondo livello è formato da un altro gruppo d'anime, le quali uniscono alla preghiera le varie opere di misericordia. Si uniranno in congregazione religiosa e avranno il compito di difendere le anime dal male, in primo luogo quelle dei fanciulli. L'orazione e le opere di misericordia rappresentano la missione che tocca a queste anime. È lo scopo della loro consacrazione a Dio. Nella congregazione di cui parlo vi sarà posto anche per persone poverissime e tutte assieme si uniranno a risvegliare, in questo mondo d'egoisti, l'amore per la misericordia di Gesù.

Il terzo livello consiste in un gruppo, vasto più dei precedenti, che si propone di pregare e praticare la misericordia, senza il vincolo dei voti religiosi. Le persone che si associeranno in questo modo parteciperanno al merito anche degli altri gruppi, perché fanno parte della stessa opera. A questo vasto movimento d'anime apparterranno le persone laiche senza una distinzione gerarchica tra loro. Si impegneranno, in particolare, a compiere almeno un'opera di misericordia al giorno. Tuttavia, di opere della misericordia se ne possono compiere, volendo, un grande numero e nelle forme più svariate. Anche il più povero e incapace è sempre in grado di attuarne qualcuna in qualche modo.

18. Come si esercita la misericordia. — La misericordia si esercita in tre modi:
1) Con le opere esterne di misericordia, che sono le opere di misericordia propriamente dette;
2) con le parole di misericordia, portando agli altri il proprio perdono ed il conforto;
3) con il ricorso alla misericordia di Dio pregando per gli altri, specialmente dove l'azione e la parola non possono arrivare.
Quando ci coglierà l'ultimo giorno e Dio pronuncerà su tutti noi il suo giudizio, per tali opere saremo giudicati e, in base ad esse, riceveremo la sentenza eterna (Mt. c. 25).

19. Fra la terra e il cielo. — La santa Messa era iniziata proprio in quel momento. Vidi Gesù splendente di bellezza. Mi disse che esigeva si fondasse quel movimento d'anime e quell'unione tra di esse, di cui m'aveva parlato. «Penetra nei miei segreti — proclamò — e scopri l'abisso della mia misericordia. Fa' conoscere al mondo ciò che voglio. Con la loro preghiera, questi movimenti d'anime faranno da mediatori di misericordia fra la terra e il cielo».

20. Eccoti me stessa! — Mio Creatore e Signore, eccoti me stessa! Disponi di me secondo il tuo volere. Attua i tuoi disegni eterni di misericordia. Conosca ogni anima quanto è buono il Signore. Nessuna tema il rapporto con lui; non vi si sottragga con la scusa della propria indegnità. Non rimandi a più tardi l'adesione agli inviti del Signore, perché questo lo contrista. Non vi è anima più miserabile di me, e ben conosco ciò che realmente sono, ma non mi stupisco ormai più che la divina maestà si abbassi fino a me e di me voglia servirsi. O eternità, tu stessa mi sembri troppo breve perché io riesca a proclamare la misericordia infinita del Signore.

Tracce di splendore
21. Lo strumento. — Oggi, 5.10.1936, ricevetti una lettera, del prof. Sopocko, dalla quale appresi che farà stampare una immaginetta con la figura del Cristo misericordioso. Il mio cuore scoppia di gioia, perché Dio mi permette finalmente di vedere l'inizio di quest'opera della sua misericordia. È un'opera grande e io, misera, ne sono solo lo strumento. Bramo vedere anche la festa della divina misericordia. Se, però, fosse volontà di Dio che essa venga celebrata nella Chiesa soltanto dopo la mia morte, me ne rallegro già fin d'ora e comincio a celebrarla interiormente con il permesso del mio confessore.

22. Collaborazione. — Madre Irene, che fu mia superiora a Wilno ed ora lo è a Cracovia, riceve da Dio una luce singolare per tutto ciò che riguarda quest'opera della misericordia del Signore. Essa fu la prima ad autorizzare l'esecuzione dei desideri di Gesù. Per prima, infatti, mi accompagnò quando si trattava di dipingere il quadro del Salvatore misericordioso ad opera del pittore Kazimierowski e adesso, che si comincia a dare alle stampe quel lavoro, essa nuovamente mi accompagna con l'intento sincero di promuovere la causa voluta da Gesù. Dio ha mirabilmente disposto tali cose e lo ringrazio per avermi dato una superiora come questa. È per essa che prego maggiormente, perché fu lei ad assumersi il più delle fatiche a favore di quest'opera.

23. La prima riproduzione dell'immagine. — Oggi la superiora, Madre Irene, scese con me in città da una persona che si assunse di stampare le piccole immagini unitamente alla pubblicazione delle invocazioni alla divina misericordia e della coroncina. Già venne ottenuta l'approvazione del vescovo. Dovevamo anche vedere le correzioni da apportare all'immagine più grande, la quale, del resto, è molto somigliante al quadro originale e ciò mi fa piacere. Contemplando quest'immagine mi trafisse un amore tanto vivo per Iddio, che ci fu un momento in cui non sapevo dove mi trovassi.

24. La generosità divina. — Ci recammo poi nella chiesa di Santa Maria e vi ascoltammo la santa Messa. Durante la celebrazione, il Signore mi fece conoscere il grande numero di anime che, mediante quest'opera della misericordia, giungerà a salvare. Entrai allora interiormente in colloquio col Signore, ringraziandolo d'aver potuto vedere coi miei occhi gli inizi del culto alla sua infinita misericordia. M'immersi in una profonda preghiera di ringraziamento. Quant'è grande la generosità di Dio! Sia benedetto il Signore, che è fedele alle sue promesse.

25. Proclama al mondo. — Disse Gesù: «Proclama al mondo che le fiamme della misericordia mi divorano: desidero riversarle sugli uomini, e grande dolore mi procurano quando rifiutano di accoglierle. Figlia mia, fa' ciò che puoi per diffondere il culto della divina misericordia. Completerò io quello che ti manca. Dirai all'umanità che soffre di stringersi al mio cuore misericordioso e io la colmerò di pace. Proclama che sono l'amore e la misericordia. Quando un'anima s'accosta a me con fiducia, la colmo di tanta quantità di grazie, che non può contenerle e le riversa su altre anime».

26. Non sono capace! — Scorsi ancora una volta, davanti a me, Gesù in quell'aspetto con il quale vuole essere dipinto sull'immagine. Mi disse: «Ardentemente bramo che si attui l'unione di anime, di cui spesso ti ho parlato!». Io esclamai: «Non sono capace di portare a termine un'impresa tanto grande!». Mi parve strano, ma fu come se Gesù non prestasse attenzione alle mie parole. In cambio, mi diede la chiara cognizione di quanto l'opera fosse a lui gradita. Evidentemente, non teneva conto della mia debolezza, pur lasciandomi intravedere le difficoltà che avrei incontrato.

27. Come una madre. — «Tutto ciò che esiste è racchiuso nelle viscere della mia misericordia più di quanto lo sia l'infante nel grembo della madre. Proteggerò per tutta la loro vita, come una madre fa col suo bambino, le anime che diffondono il culto della misericordia e, nell'ora della loro morte, non sarò per esse giudice ma salvatore. Un'anima giunta all'ultima sua ora non ha nient'altro in sua difesa se non la mia misericordia. Felice quella che, durante la sua vita, si sarà immersa nella fonte della mia misericordia, perché la giustizia non la raggiungerà».

28. Queste parole sono per te. — Oggi il prete predicò un ritiro spirituale. Spiegò quanto il mondo abbia bisogno della misericordia di Dio, perché i nostri tempi hanno dell'eccezionale. Ad un tratto, udii dentro di me una voce che diceva: «Queste parole sono per te. Fa' tutto ciò che ti è possibile per diffondere quest'opera della mia misericordia. Porgo all'umanità una tavola di salvezza, affinché cerchi in essa il proprio scampo. Il mio cuore si rallegra del culto che date alla mia misericordia».

29. Uno sguardo all'avvenire. — Ora so. Verrà il momento in cui quest'opera, tanto cara a Dio, sembrerà distrutta quasi completamente ma, all'improvviso, per intervento di Dio, essa riapparirà con gran vigore a testimonio della verità. L'opera della misericordia, allora, aggiungerà alla Chiesa nuovo splendore, sebbene il contenuto di quest'opera da molto tempo esista già, come addormentato, dentro di essa.

30. Tracce di splendore. — Vidi Gesù. Si chinò su di me e mi disse dolcemente: «Hai qualche desiderio, figlia mia?». Risposi: «Desidero la gloria e il culto della tua misericordia». Disse: «Il culto mi viene tributato con l'istituzione e la celebrazione della festa. Che cosa desideri oltre a questo?». Guardai in spirito le folle che adorano Dio nella sua misericordia e dissi: «Gesù, benedici tutti quelli che si uniscono per adorarti e per glorificare la tua misericordia». Gesù tracciò allora con la mano il segno della croce e la sua benedizione lasciò su ciascun'anima una traccia di splendore.

AVE MARIA PURISSIMA!

GESU' CRISTO!


eppure,
essi si placheranno quando
si saranno nutriti della
falsa dottrina,
la quale afferma che
tutte le strade portano a Dio.
Questa è una menzogna,
poiché voi
potete venire a Dio
solo attraverso di Me,
il Suo Figlio unigenito,
Gesù Cristo.

Il Cuore di Maria rapisce il Cuore del Padre.

Perfetta Vergine Santa Maria di Guadalupe

44 - Il Cuore di Maria 
rapisce il Cuore del Padre

«Vulnerasti Cor meum, Soror mea, Sponsa; vulnerasti Cor meum, in uno oculorum tuorum
et in uno crine colli tui» (Ct 4, 8). Tu hai ferito il mio Cuore, Sorella mia, Sposa mia, hai ferito
il mio Cuore con un tuo sguardo, con un capello del tuo collo. 

Così parla l'Eterno Padre a Maria, ch'Egli chiama Sorella, Sposa, per dimostrarle la tenerezza, del suo purissimo amore. Le ripete ch'Ella gli ha ferito il Cuore per esprimere l'amore ardentissimo di cui il
Cuore di Maria è infiammato per Lui e l'amore incomprensibile ch'Egli nutre per Lei.

O Padre Santo, non senza ragione Voi dite a questa vostra Figlia unica una volta e
un'altra ancora: «Vulnerasti Cor meum!». Nella vita della Vergine vi furono due momenti in
cui Ella ha ferito straordinariamente il vostro Cuore con due strali particolari: l'Immacolata
sua Concezione e l'Incarnazione.

Di più Voi volete rilevare l'amore infocato ch'Ella ha per Voi e quello eccellente che
ha per i vostri figli: due amori che hanno ferito in eguale misura il vostro Cuore, poiché in
Voi, per Voi, con Voi Essa ama tutto quello che Voi amate.

I Settanta traducono: «Rapuisti Cor meum». Maria non l'ha solo attirato a Sé, ma in
qualche modo Ella Lo ha rapito con l'umiltà del suo Cuore, significata da un capello del suo
collo, e col purissimo, semplice ed unico amore, designato da uno dei suoi sguardi.

PREGHIERA. 

<<O Divina Maria, tu hai rapito il Cuore dell'Eterno Padre, del Figlio, e
il cuore e l'anima degli Angeli e dei Santi del Paradiso, che sono in perpetua estasi alla
vista della tua gloria e delle tue grandezze. Tu rapisci il cuore di quelli che, qui in terra,
hanno la fortuna di conoscerti, di contemplare le Cose grandi operate da Dio in Te. Gli
scrittori che parlavano di Te sono come esaltati; non trovano nomi abbastanza gloriosi per
esprimere l'eccellenza delle tue virtù, la venerazione per la tua dignità. Essi dichiarano che
Tu sei al di sopra di tutti gli encomii. 

Dio solo conosce le perfezioni di cui Ti ha ornata e le innumerevoli grazie di cui Ti ha arricchita.
Ma (e ciò sorpassa ogni cosa) le tue bellezze e perfezioni celesti sono pure l'oggetto
dell'ammirazione, del rapimento stesso di Dio, come manifestano le parole che Egli stesso
Ti rivolge: «Quam pulchra es, amica mea, quam pulchra es!» (Ct 4, 1). «O beniamina del mio
Cuore, quanto sono stupende le perfezioni di cui Ti ho arricchita!».

S. Bernardo giustamente Ti chiama: «Raptrix cordium»: Rapitrice dei cuori.
Io non Ti dico ciò che questo gran Santo Ti rivolge nel fervore della sua devozione:
«O Domina, quae rapis corda hominum! O Signora dell'universo, che rapite il cuore degli
uomini»! O Raptrix cordium, quando mihi restitues cor meum? O Tu, che mi hai rubato il cuore, quando me lo restituirai? 

Ma ti dico: «O Raptrix cordium! Tu che hai rapito e rapisci tanti cuori, quando verrà il giorno felice in cui porterai via il mio? Lo toglierai alle cose vane del mondo, a tutto ciò che non è Dio, per prenderne Tu pieno possesso, unirlo al tuo sì che io pure possa dire con S. Bernardo: «Cor meum non
discerno a tuo»?>>

<<SPIRITO SANTO, ISPIRAMI.
AMORE DI DIO, CONSUMAMI.
NEL VERO CAMMINO, CONDUCIMI.
MARIA MADRE MIA, GUARDAMI.
CON GESU’ BENEDICIMI.
DA OGNI MALE, DA OGNI ILLUSIONE,
DA OGNI PERICOLO, PRESERVAMI.>>

«Oh! bello così non fu mai! Che maestà!»


....
«Sembra più alto ancora e più maturo d'anni».
«È proprio il Re!».
«Oh! lo dicevano il Re pacifico! Ma è anche il Re tremendo per coloro che devono avere timore del suo giudizio!».
«Hai visto che raggi si sprigionavano dal suo Volto?».
«E che balenii nei suoi sguardi!».

«Io non osavo fissarlo. E fissarlo avrei pur voluto, perché penso che forse non mi sarà più concesso di vederlo così altro che in Cielo. E voglio conoscerlo per non averne tremore allora».

«Oh! non dobbiamo temere se rimaniamo quali siamo: suoi servi fedeli. Hai udito: "Ancora voglio dirvi che vi amo. Pace a voi di buona volontà". Oh! non una parola di troppo. Ma in questo poco c'è tutto il consenso sul nostro aver fatto fino ad ora e tutta la più alta promessa per la vita futura. Oh! intoniamo il canto della gioia. Della nostra gioia: "Gloria a Dio nei Cieli altissimi e pace in Terra agli uomini di buona volontà. Veramente il Signore è risorto, come aveva detto per bocca dei profeti e con la sua parola senza difetto. Ha perduto col Sangue tutto quanto il bacio di un uomo aveva in Lui deposto di corrotto; e, mondato come è l'altare, il suo Corpo ha assunto l'inesprimibile bellezza di Dio. Prima di salire ai Cieli si è mostrato ai suoi servi. Alleluia. Andiamo cantando, alleluia!, l'eterna giovinezza di Dio! Andiamo annunciando alle genti che Egli è risorto, alleluia! Il Giusto, il Santo è risorto, alleluia, alleluia! Dal Sepolcro è uscito immortale. E l'uomo giusto con Lui è risorto. Nel peccato come in grotta serrato era il cuore dell'uomo. Egli è morto per dire: 'Sorgete!'. E i dispersi sono sorti, alleluia! Aperte le porte dei Cieli agli eletti ha detto: 'Venite'. Ci conceda per il santo suo Sangue di salire noi pure. Alleluia!"».

Mattia, l'anziano ex-discepolo di Giovanni Battista, va in testa cantando, come un tempo forse aveva cantato Davide davanti al suo popolo per le strade di Giudea. Gli altri lo seguono, facendo coro ad ogni "alleluia" con giubilo santo.

Gionata, che fa parte del gruppo, dice, mentre già Gerusalemme è ai loro piedi dal piccolo colle che essi scendono a passo veloce: «Per la sua nascita ho perso la patria e la casa, e per la sua morte ho perso la nuova casa dove da trent'anni operai da onesto. Ma, anche mi fosse stata levata la vita per Lui, sarei morto in letizia, perché per Lui l'avrei persa. Non ho rancore per colui che è con me ingiusto. Il mio Signore mi ha insegnato col suo morire la perfetta mansuetudine. E non ho pensiero del domani. La mia dimora non è qui. Ma nel Cielo. Vivrò nella povertà a Lui tanto cara e lo servirò fino all'ora del suo chiamarmi... e... si... gli offrirò anche la rinuncia... alla mia padrona... Questa è la spina più dura... Ma, ora che ho visto il dolore del Cristo e la sua gloria, non devo pesare il mio dolore, ma solo sperare la celeste gloria. Andiamo a dire agli apostoli che Gionata è il servo dei servi del Cristo».

624. Apparizione ai pastori

martedì 14 aprile 2015

14. La devozione a Maria. "Il segreto di Maria"


4 − La devozione a Maria (SM 24-34)

Le diverse devozioni

24. - In realtà vi sono parecchie vere devozioni alla santa Vergine.
Non intendo parlare qui delle false.


25. - La prima è quella di compiere i doveri di cristiano: evitare il
peccato mortale, agire più per amore che per timore, pregare ogni
tanto Maria e onorarla come Madre di Dio, senza altra speciale devozione verso di lei.

26. - La seconda è quella di avere sentimenti più perfetti di stima,
amore, fiducia e venerazione verso la santa Vergine. Tale forma di
devozione induce ad entrare nelle confraternite del santo rosario, a 
rendere onore alle immagini ed agli altari di lei, a divulgare le sue
lodi e ad iscriversi alle sue associazioni. Questa devozione è buona,
santa e lodevole perché esclude il peccato; eppure non è tanto perfetta né tanto efficace da distaccare le anime dalle creature e da se stesse per unirle a Gesù Cristo.

27. - La terza devozione alla santa Vergine, conosciuta e praticata da pochissime persone, è quella che sto per rivelarti, anima predestinata.

La consacrazione a Gesù per Maria

28. - La perfetta devozione consiste nel darsi interamente, in qualità
di schiavo, a Maria e a Gesù per mezzo di Maria; e poi nel fare
ogni cosa con Maria, in Maria, per mezzo di Maria e per Maria.
Spiegherò questi termini.

29. - Occorre scegliere una data importante per darsi, consacrarsi
e sacrificare volontariamente e per amore, senza costrizione, interamente, senza limitazioni, il corpo e l’anima, con i beni esteriori di fortuna - come la casa, la famiglia e le proprie rendite - e con quelli interiori dello spirito i meriti, le grazie, le virtù e le soddisfazioni.
Qui occorre notare che con questa devozione si fa sacrificio a Gesù
per mezzo di Maria di tutto ciò che un’anima ha di più prezioso e che nessun istituto religioso fa sacrificare, cioè del personale diritto di disporre di sé e del valore delle proprie preghiere, elemosine, mortificazioni e soddisfazioni. 
Se ne abbandona alla Vergine l’intera disposizione, perché applichi tutto secondo la sua volontà alla maggior gloria di Dio che soltanto lei conosce perfettamente.

30. - Si mette a sua disposizione tutto il valore soddisfattorio ed
impetratorio delle buone opere. Perciò, dopo aver fatto tale offerta,
pur senza voto, non si è più padroni del bene che si compie, e Maria Vergine lo può applicare sia ad un’anima del purgatorio da consolare o da liberare, sia ad un povero peccatore da convertire.

31. - Con questa devozione si mettono nelle mani della Vergine
santa i propri meriti, ma soltanto perché li conservi, li aumenti, li abbellisca.
Infatti i meriti in ordine alla grazia santificante e alla gloria 
non si possono cedere ad altre persone. Le si offrono invece tutte le
preghiere e le buone opere personali in quanto sono impetratorie e
soddisfattorie, affinché le distribuisca e le applichi a chi vorrà. Se,
dopo essersi consacrati in tal modo alla Vergine santa, si desiderasse aiutare un’anima del purgatorio, salvare qualche peccatore, sostenere qualche nostro amico con le preghiere, le elemosine, le mortificazioni, i sacrifici, bisognerà chiederglielo umilmente e stare a quanto ella deciderà pur senza venirne a conoscenza, convinti che il valore delle azioni potrà essere ordinato solo alla maggior gloria di Dio, poiché è amministrato dalla stessa mano di cui si serve il Signore per la distribuzione delle grazie e dei doni.

32. - Ho detto che questa devozione ci fa consacrare a Maria in
qualità di schiavi. Bisogna ricordare che esistono tre forme di schiavitù.

 La prima è la schiavitù di natura: gli uomini, buoni o cattivi, sono
schiavi di Dio in questa forma.
 La seconda è la schiavitù di costrizione: i demoni e i dannati sono
schiavi di Dio in quest’altra.
 La terza è la schiavitù d’amore e di volontà: è proprio quella con la
quale dobbiamo consacrarci a Dio per mezzo di Maria, nella forma
più perfetta di cui una creatura può servirsi per darsi al suo Creatore.

33. - Nota inoltre la netta differenza fra servo e schiavo
Il servo esige un salario per il proprio servizio, lo schiavo no. 
Il servo è libero di lasciare il padrone quando vuole e lo serve per un periodo determinato;
lo schiavo non può secondo giustizia abbandonare il padrone,
essendogli dato per sempre. 
Il servo non cede al padrone il diritto di vita e di morte sulla propria persona; lo schiavo si dà completamente, di modo che il padrone potrebbe farlo morire senza incontrare noie con la giustizia. Però è facile comprendere come lo schiavo di costrizione subisca la più stretta dipendenza, quella che di per sé ha un uomo nei confronti del suo Creatore. Ecco perché i cristiani non si procurano schiavi di tale specie, mentre li hanno solamente i turchi e gli idolatri.


34. - Felice, mille volte felice l’anima generosa che, dopo aver 
scosso da sé la tirannica schiavitù del demonio con il battesimo, si
consacra in qualità di schiava d’amore a Gesù per mezzo di Maria. 

AVE MARIA PURISSIMA!