32. Devozione alla Madonna
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Necessità ed eccellenza
Crederei di mancare al mio dovere e al mio speciale
affetto alla SS. Vergine, se non prendessi tutte le occasioni propizie per
parlarvi di Lei. S. Alfonso aveva fatto proposito di non tenere alcuna
predica senza parlare di Maria SS., e riservava sempre una predica degli
Esercizi a questo caro argomento. Predicando egli una volta sulla Madonna, un
raggio di luce partì dall'effigie di Lei e venne a posarsi sul capo del
Santo, alla presenza di una moltitudine di popolo (953). La Madonna fece
questo miracolo per un gran Santo; ma invisibilmente lo fa anche per noi,
ogni volta che parliamo di Lei. Dignare me laudare Te, Virgo
Sacrata! È una grazia il poter parlare della Madonna; si concorre in
qualche modo a realizzare ciò ch'Ella aveva di Sé predetto: Tutte le
generazioni mi chiameranno beata (954).
Il mondo, come è consacrato al Cuore di Gesù e a S.
Giuseppe, lo è anche alla Madonna. L'Italia Le è consacrata in modo particola
re. Non v'è paese o borgata dove non vi sia una chiesa, un altare, un pilone,
un'immagine della Madonna.
Questa divozione comincia con Nostro Signore ed è quasi
tutta fondata sul Vangelo. Chi più di Nostro Signore amò e onorò la Madonna?
Alle nozze di Cana, in omaggio a Lei, fece il suo primo miracolo. Persino gli
eretici e scismatici dei primi tempi onorarono la Madonna. In Abissinia, la
Chiesa ufficiale non è cattolica, eppure quanta divozione ha per la Madonna!
La divozione a Maria SS. è necessaria per salvarsi; ciò è
moralmente certo, Suarez dice chiaramente che nessuno si salva senza la Madonna.
La Chiesa applica alla SS. Vergine le parole della S. Scrittura: Chi
mi avrà trovata, avrà trovata la vita e riceverà la salute dal Signore (955).
La divozione alla Madonna non è dunque solo di consiglio, ma di necessità.
Ne consegue ch'essa è un segno di predestinazione. Sì,
perché la Madonna null'altro desidera che la salvezza delle anime, ed è
costituita così in alto, che può tutto. Nessun vero divoto della Madonna si è
mai dannato. Quanti che avevano solo una tenue divozione verso dl Lei, furono
da Lei convertiti! Alle volte ci domandiamo con stupore: " Come mai quel
tale, dopo tanti anni di vita disordinata, si è convertito ed è morto così
bene? ". La spiegazione la troviamo sempre lì: un po' di divozione alla
Madonna... qualche Ave Maria ogni giorno... la medaglia al collo, e simili.
Ho conosciuto una persona che da più di quarant'anni aveva lasciato ogni
pratica religiosa, conservando solo la pia usanza della recita di tre Ave
Maria ogni giorno. Ebbene, la Madonna le ottenne la grazia di fare una buona
morte. Con questo non voglio dire che bastino tre Ave Maria e
poi peccare; voglio dire che la Madonna, per un piccolo ossequio, magari dopo
trenta o quarant'anni, riduce un'anima a pentimento.
Il desiderio proprio della Madonna è di salvar anime,
cooperare perché il Sangue del suo Divin Figlio non sia sparso invano. Ella
ha voluto dare il suo nome al nostro Istituto, perché si salvino più anime
che è possibile. Tutte le anime che salverete, sarà per mezzo di Maria. Se
uno vuol salvarsi senza passare per la Madonna, sbaglia.
Lo Scaramelli riporta la seguente visione: Diverse anime
tentavano di salire per una magnifica scala rossa, in cima alla quale stava
Gesù; ma per quanti sforzi facessero, non riuscivano a raggiungere la
sommità. Poco discosto v'era un'altra scala, bianca, in cima alla quale stava
la Madonna; molte anime la salivano con facilità e, giunte sulla sommità, la
Madonna le faceva passare a Gesù. Allora anche le prime che invano avevano
tentato di salire per la scala rossa, si portarono presso quest'altra ed esse
pure con facilità riuscirono a salirla (956). Questo per dimostrare come non
si possa giungere a Gesù, se non per mezzo della Madonna. Ad Jesum
per Mariam!
La divozione alla Madonna non è solo pegno di
predestinazione, ma anche di santificazione. Chi non ha vera divozione alla
Madonna, non sarà mai un santo Religioso, un santo Sacerdote, un santo
Missionario. Chi vuol giungere alla santità senza la Madonna, vuol volare
senz'ali. Senza di Lei si fa nulla. E che fa Ella per la nostra
santificazione? Ci sostiene nelle tentazioni e in tutte le miserie di cui è
piena la nostra vita; ci difende dal demonio; ci dà la forza di superare
tutte le difficoltà.
A convincerci di ciò basterebbe il fatto di S. Maria
Egiziaca, narrato dallo Scaramelli. Costei era una grande peccatrice. Quando
il mondo cominciò a venirle in uggia, pensò di entrare in una chiesa, ma,
giunta alla porta, non vi poté entrare. Disperata peri vani tentativi, si
prostrò davanti ad un'immagine della Madonna e chiese la grazia di poter
entrare. La Madonna la esaudì. Entrata in chiesa, si pose subito sotto la
protezione di Maria SS.; poi andò in un deserto, dove visse 47 anni a far
penitenza. In tutto questo tempo la sola sua maestra fu la Madonna, che di
una grande peccatrice fece una grande santa (957).
Tutti i Santi furono divoti della Madonna. La più bella
omelia di S. Girolamo è quella sulla Madonna (958). Non avrei mai creduto che
questo santo piuttosto rustico, fosse tutto tenerezza nel parlare alla
Madonna. S. Filippo, fin da fanciullo, fu grandemente divoto della Vergine e
si fermava delle ore a conversare con Lei davanti alla sua effigie. Lo faceva
col trasporto, per l'amore tenerissimo che le portava S. Giovanni Berchmans
pure era divotissimo della Madonna e ne parlava con santo entusiasmo; andava
ripetendo a tutti: a Siate divoti della Madonna! "
S. Bernardo dice che la Madonna è fonte e canale. È fonte
di grazia, basta andarla a prendere; ed è canale, perché tutte le grazie
passano da Lei (959).
Tolta la Divinità, tutto il resto datelo pure alla
Madonna. Ella è la Madre di Gesù e, come tale, in bei modi, a Lui comanda.
Coriolano non cedette a nessuno, tranne alle istanze di sua madre. Quando
Mosè disse a Dio: " Se non vuoi esaudirmi, toglimi da libro della vita "
(960), Dio cedette alle sue suppliche. Mosè era, sì, un santo uomo, ma non
era certo la Madonna.
Ella è regina del cielo e della terra, regina
potentissima. Non è solo il re che comanda, ma anche regina. Le preghiere
della Madonna, più che preghiere potrebbero dirsi comandi, perché il Signore
vuole ch'Ella comandi.
Con esattezza teologica si dice che ciò che Iddio può per
onnipotenza, la Madonna lo può con la preghiera. Non che la Madonna sia
onnipotente ex malo è per volontà di Dio, lo è per grazia. La Madonna, in Dio
e con Dio, può tutto. Ella è tesoriera e dispensatrice di tutte le grazie.
Ella può persino far violenza a Nostro Signore, come fece alle nozze Cana.
Ella è, al dire dei Santi, l'onnipotenza supplichevole.
Dobbiamo ringraziare il Signore che abbia voluto così,
stimarci ben fortunati di non dover sempre ricorrere fino al trono di Dio per
ottenere grazie, ma di avere a nostra disposizione questo gran mezzo. La
Madonna, vedete, è più tenera!...
Dunque la Madonna può tutto. E vuole? Oh, se vuole! Con la
sua tenerezza materna Ella entra nelle intenzioni del suo Divin Figlio: sa
quanto siamo costati a Lui, sa che Nostro Signore vuol salvi tutti gli
uomini; conosce questo gran desiderio di Gesù, questa precisa volontà di Dio:
che ci salviamo e ci santifichiamo. Perciò basta che noi chiediamo e ci
disponiamo a ricevere le sue grazie. Che se la Madonna soccorre anche i
peccatori che Le danno qualche segno di divozione, che cosa non farà per
quelli che la venerano e si adoprano a farla conoscere, amare e venerare?
Non temete di essere troppo divoti della Madonna, di
onorarla troppo. Chi non ha divozione a Maria, non ha né vocazione
sacerdotale, né vocazione Religiosa. Non è tuttavia necessario di sentirla
sensibilmente; la vera divozione sta nella volontà. E nemmeno dobbiamo aver
paura di far torto a Nostro Signore, amando molto la Madonna. Più l'amiamo,
più ricorriamo a Lei, e più facciamo piacere a Nostro Signore. Dunque
ricordatelo: se non saremo divoti della Madonna non faremo mai niente.
Come dimostrare il nostro amore alla Madonna
RIGUARDARLA COME MADRE - Prima di tutto bisogna che
riguardiamo Maria SS. come vera nostra Madre, sull'esempio di S. Filippo che
soleva chiamarla: " Mamma mia! Mamma mia! ". Così pure faceva S.
Giuseppe Cafasso e diceva sovente ai penitenti: " Ricordatevi che avete
in Maria SS. una seconda Madre, che vi ama più della prima, senza tuttavia
prenderle il posto ". Invece taluni parlano della Madonna come di un
qualsiasi Santo canonizzato!.. In una madre si ha fiducia, le si vuol bene.
Eccitare quindi in noi l'amore filiale alla Madonna, desiderare di sentirlo
sempre più forte in noi, ripeterle anche noi con grande affetto: " Mamma
mia! Mamma mia! ".
EVITARE IL PECCATO - Una cosa sola dispiace a Gesù e
quindi anche alla Madonna: il peccato! Può uno essere divoto e piantarle uno
stile nel cuore? Ebbene tutto ciò che ferisce il Signore, ferisce la Madonna
Bisogna avere un po' di riguardo! Il peccato mortale non può stare con la
vera divozione a Maria... E se capitasse una disgrazia? Mettersi subito a
posto, ricorrere ugualmente a Lei, che è rifugio dei peccatori.
Dobbiamo inoltre guardarci dai peccati veniali, che sono
un insulto, uno schiaffo, come per Gesù, così per la Madonna. Anche la
Madonna ha portato il peso dei nostri peccati, Corredentrice con Nostro
Signore. Perciò bisogna star attenti e fare ogni sforzo per diminuire il
numero delle nostre mancanze, procurare che non ci sia mai la volontà o
l'avvertenza piena. Insomma, avere in abominio il peccato e coltivare in noi
questo abominio.
PRESTARLE OSSEQUIO - Parleremo in seguito delle diverse
pie pratiche in onore della Madonna; qui solo vi ricordo come in ogni locale,
studio, dormitorio, abbiamo il Crocifisso e l'effigie della Madonna. Perché
dunque, quando entriamo in uno di questi locali, non salutare, dopo il
Crocifisso, anche la Madonna? E così di altri ossequi. S. Alfonso era
ascritto a quasi tutte le Compagnie erette in onore della Madonna. A chi gli
domandava, come fosse possibile adempierne tutti gli obblighi, rispondeva:
" Per intanto comincio a essere ascritto e a portarne l'abitino "
(961). Taluni, al veder baciare un'immagine della Madonna, dicono " Uh,
roba da bimbi! ". No, no; bisogna amare e rispettare tutto quello che
riguarda la Madonna. S. Giovanni Berchmans dice che un ossequio, anche se
piccolo ma costante, prestato alla Madonna è sempre molto efficace (962).
Così è delle piccole mortificazioni fatte in suo onore.
FARCI SUOI SCHIAVI - Per meritarci la grazia di giungere
alla santità, dobbiamo fare ciò che insegna S. Luigi Maria Grignon di Monfort,
nel suo trattatello sulla divozione alla Madonna: farci schiavi di Maria;
come S Francesco Zaverio che si faceva schiavo di Nostro Signore e talora si
faceva persino legare le mani e i piedi. A noi piace di più essere figli;
comunque, siamo schiavi volontari, e la Madonna ci tratterà bene. Questa
schiavitù consiste in una donazione totale di noi stessi a Maria, che può
così disporre a suo piacimento di quanto facciamo, e meritiamo; donazione
totale, assoluta, irrevocabile. Non apparteniamo più a noi, ma alla Madonna.
Come conseguenza pratica, dobbiamo far tutto con la
Madonna, tutto per la Madonna e tutto ricevere da Lei. Far tutto con Maria;
cioè fare tutte le nostre azioni in unione con Lei. S. Giuseppe Cafasso
diceva che la Madonna bisogna prenderla socia in tutto. " Quando andate
a predicare - soleva dire - prendetevi sempre insieme la Madonna ". Far
tutto con Maria vuol dire ancora prendere la Madonna come nostro modello in
tutte le azioni: come farebbe la Madonna questa azione?
Far tutto in Maria: assuefarci cioè a poco a poco, a
raccoglierci in noi stessi come in un oratorio, con Maria: come una lampada
che arde sempre alla sua presenza.
Far tutto per Maria: tutto cioè per piacere a Lei, tutto
come vuole Lei. Se vogliamo far piacere a Nostro Signore in tutte le nostre
azioni, dobbiamo farle in modo che piacciano anche alla Madonna, e farle per
piacere alla Madonna. Allora Essa presenta tutto a Nostro Signore come se
fosse roba sua e nostra insieme; e certo Essa non vorrà scapitarne; perciò
aggiusterà tutto in modo che Gesù ne sia contento.
Prendere tutto da Maria: quando siamo tutti suoi, non ci
mancherà più niente. Ella ha la vista buona, ricorda tutto, pensa a tutto. Il
Signore ha voluto così: che ricorressimo prima alla Madonna, la quale,
essendo Essa pure come noi semplice creatura, benché perfettissima, ha
compassione delle nostre miserie. Il primo gradino della scala per salire a
Dio, è la Madonna. Sì, tutto da Maria!... Darci interamente alla Madonna,
anima e corpo, perché disponga di noi a suo piacimento e ci aiuti a farci
santi.
La SS. Consolata
Sta per incominciare la novena della nostra cara Madre.
Per noi, figli prediletti della Consolata, è importante questa festa? È
tutto!... A Torino, novena solennissima; tutta la città si commuove. Quante
Comunioni! Quante persone vengono a pregare!
Vi farei un torto ad invitarvi a far bene questa novena e
ad indicarvi come dovete farla. Basta sapere che ci avviciniamo a festeggiare
la nostra cara Mamma per dire tutto!... Non è infatti la SS. Vergine, sotto
questo titolo della Consolata, la nostra Madre, e non siamo noi i suoi figli?
Sì, nostra Madre tenerissima, che ci ama come pupilla degli occhi suoi, che
ideò il nostro Istituto, lo sostenne in tutti questi anni materialmente e
spiritualmente, sia qui in Casamadre e sia in Africa, ed è sempre pronta a
tutti i nostri bisogni. Che se celebriamo con trasporto tutte le feste della
Madonna, specialmente quelle dell'Immacolata e dell'Assunta, con quanto più
trasporto dobbiamo celebrare questa, che è la " nostra " festa,
nostra cioè in modo tutto particolare.
No, non voglio dirvi che vi prepariate; sono certo che
siete tutti ben disposti a far bene questa novena, a celebrare con entusiasmo
questa festa. Se vi fosse fra voi chi non ha questi sentimenti, preghi la Madonna
che glieli infonda; altrimenti è cattivo segno.
Non v'ha dubbio che tutto quello che si è fatto qui, tutto
è opera della SS. Consolata. Ella ha fatto per questo Istituto dei miracoli
quotidiani; ha fatto parlare le pietre; ha fatto piovere denari. Nei momenti
dolorosi, la Madonna intervenne sempre in modo straordinario... Ho visto
molto, molto... E se voi steste attenti, vedreste e comprendereste che il
buon spirito che c'è in tutto l'andamento della Casa, lo stesso desiderio di
farvi buoni, tutto, tutto è grazia della SS. Consolata. E ciò, senza parlare
delle grazie concesseci lungo l'anno, anche d'ordine temporale, come il pane
quotidiano. Sì, anche per questo lascio l'incarico alla Madonna. Per le spese
ingenti dell'Istituto e delle Missioni non ho mai perduto il sonno o
l'appetito. Dico alla SS. Consolata: " Pensaci tu! Se fai bella figura,
sei tu!
La Madonna, sotto tutti i titoli, è una sola; ma voi
dovete esserle divoti in modo speciale sotto questo titolo. La "
Consolata " è in modo speciale nostra e noi dobbiamo essere gloriosi di
avere una tale Patrona, essere santamente superbi che il nostro Istituto
s'intitoli " della Consolata ". Noi siamo Consolatini.
Vi furono due persone che volevano fondare delle Suore ed
ambedue volevano
dare alle loro istituzioni il nome della Consolata.
Vennero da me, perché decidessi la questione. Dissi loro: " Io sono il
proprietario di questo titolo e non voglio che lo prendiate voi, né l'una né
l'altra ". Una disse: " Prima non conoscevo questo titolo, ora l'ho
conosciuto e mi piace e non voglio lasciarlo ". Anche l'altra insisteva
nello stesso senso. Ripetei loro: " vi proibisco di tenerlo! ".
Vollero tenerlo ugualmente, facendo un po' di prepotenza, ma sapete che
avvenne? Siccome non avevano la benedizione della Consolata, una, che era
Suora, finì con dare dispiaceri e anche scandalo. L'altra fondò bensì delle
Suore, ma poi l'istituzione non continuò... Però vedete come apprezzavano il
nome della Consolata!
Congratuliamoci e gloriamoci di essere i figli prediletti
della SS. Consolata e non lasciamo che gli altri ci portino via tutte le
grazie. Si, lo ripeto: dobbiamo essere santamente superbi di appartenere alla
Madonna sotto questo titolo invidiato da molti. E quanti ci vogliono bene,
perché ci chiamiamo " I Missionari della Consolata! ". Perciò
dobbiamo corrispondere e portarlo degnamente. Il nome che portate, deve
spingervi a divenire ciò che dovete essere. Se voi aveste altri titoli, come
per esempio quello di Giuseppini, dovreste essere divoti in modo particolare
del Santo di cui portate il nome. Perciò dovete portare bene quello che
avete, di Missionari della Consolata, con una grande divozione alla Madonna
sotto questo titolo.
Le facciamo quasi un torto a rivolgerle quelle
parole: Monstra te esse Matrem. Oh, non ha bisogno davvero che
glielo ricordiamo! Piuttosto Essa potrebbe dire a noi: Monstra te
esse filium! Siamo figli della Consolata e figli prediletti; ma
praticamente ci dimostriamo sempre tali, con onorarla in tutti i modi
possibili, con ricorrere a Lei colla confidenza di figli amatissimi, con
procurare di ascoltarne i comandi e anche i desideri, che sono di farci buoni
e santi?...
Questo non è per farvi un torto; è perché alle volte non
ci si pensa. Questo amore di figli è di sua natura tenero; bisogna ricorrere
lungo il giorno a Lei, proprio come ad una Madre... Chi non ha un po' di
sentimento e di amore particolare alla SS. Consolata, non ha cuore; e noi
dobbiamo averlo il cuore!
Non aggiungo altro. In questa novena sappiate fare
sacrifici, vincervi, studiare con energia; anche se fa caldo, scuotete la
noia e non lasciatela dominare. Il cuore dice ciò che bisogna fare per una
Madre!... Felici voi se, il giorno della festa, avrete un gran mazzo di fiori
preziosi, di opere buone da presentarLe!
Dunque, impegno a farLe onore. Domanderemo tante grazie
per noi e per l'Istituto: quella in primo luogo che, crescendo in numero,
cresciate anche in grazia per corrispondere, sì che la Madonna sia contenta.
Se noi ci diportiamo da figli, abbiamo dei diritti e, direi, possiamo anche
pretendere. Il frutto pertanto di questa festa sia di cercare di piacere
sempre più alla Madonna e farle tutti gli ossequi dei migliori dei suoi
figli.
L'Ufficio della Madonna Consolata
L'Ufficio della Madonna è la preghiera ufficiale dell'Istituto,
composta a lode di Dio e della SS. Vergine. Nelle Comunità dove non si recita
l'Ufficio Divino si dice quello della Madonna.
Si legge nella vita di S. Brunone, fondatore dei
Certosini, che, chiamato a Roma dal Papa in aiuto nella cura della Chiesa, i
suoi discepoli nella Certosa di Grenoble, si trovavano combattuti da varie
tentazioni, specie di scoraggiamento per quella vita dura e austera. Dietro
consiglio del loro Priore, il Beato Laodovino, essi ricorsero alla SS.
Vergine con fervorose preghiere. Orbene, una notte mentre stavano in chiesa
salmodiando, la Madonna apparve al B. Laodovino e gli disse: " Recitate
il mio Ufficio ed avrete la stabilità del vostro monastero fino alla fine del
mondo " (964). Infatti ora i Certosini recitano l'Ufficio Divino e
quello della Madonna; ed è proprio da quest'ultimo che riconoscono la
stabilità dell'Ordine, e più dello spirito, per cui non ebbero mai bisogno di
riforma.
Anche il nostro Istituto, dall'Ufficio della Madonna ben
recitato, otterrà tutte le grazie per andar avanti bene e durare nello
spirito per cui è sorto. Quello che la Madonna fece per i Certosini lo farà
anche per noi. Ella benedirà l'Istituto.
Ecco perché fin da principio, quando non era ancor
prescritto dalle Costituzioni, l'Ufficio della Madonna si è sempre recitato
nell'Istituto. Io vi dò grande importanza. Voglio che sia la prima cosa dopo
la S. Messa e la S. Comunione.
È la preghiera della Comunità, dell'Istituto, una
preghiera nostra particolare con la quale potete ottenere le grazie anche
grandi di cui abbisogniamo qui e nelle Missioni. A questo Ufficio attribuisco
molte grazie, e ne aspetto molte altre.
In principio lo facevo recitare ogni giorno da tutti i
chierici. Indotto dalla necessità (durante la guerra) con molto
rincrescimento dovetti dispensarne i professi, lasciandolo solo ai Novizi ed
ai Professi del primo anno (Confer. 28 Sett. 1916). Ma non sono ancor morto,
e spero che potrò nuovamente farlo recitare da tutti: questo mi sta molto a
cuore.
Coloro che hanno la consolazione di recitarlo, procurino
di dirlo bene, con attenzione. Siete i rappresentanti dell'Istituto presso la
Madonna, ed anche se pochi, otterrete le grazie necessarie per l'Istituto.
Qualcuno dirà: " Perché far recitare, nell'Istituto,
l'Ufficio della Madonna da giovani che non sono ancora obbligati dalla Chiesa
al Divino Ufficio, mentre hanno tanto da studiare? E poi, non sarebbe meglio
altra preghiera che capiscono di più? ". Rispondo che chi così parlasse,
non sa che cosa si dica.
L'Ufficio della Madonna, dopo quello Divino, è la prima e
più eccellente preghiera: sia per la sua sostanza, che per l'autore e per la
sua efficacia.
Sostanzialmente venne composto da S. Pier Damiani secondo
alcuni, e secondo altri da S. Bonaventura. Il Salterio, di cui essenzialmente
è composto, è una raccolta di Salmi, di Inni, di Cantici, con cui la nazione
Giudaica lodava Dio e tramandava ai figli la memoria dei grandi avvenimenti
dei padri; in essi si concentra quanto sta scritto negli altri libri del
Vecchio Testamento. Specialmente Davide, che è l'autore della maggior parte
dei Salmi, quale profeta, espresse in essi i caratteri del vero Messia e del
suo regno, che è la Chiesa; sì che vien detto dai Padri: " la bocca della
Chiesa ". La Chiesa si servì sin da principio del Salterio per celebrare
le lodi di Dio.
I Salmi scelti per l'Ufficio della Madonna sono
applicabili a Lei, e ne proclamano le glorie.
Non crediate che la recita dell'Ufficio sia una cosa
inutile, un riempitivo del tempo. Ah no! L'Ufficio, come il Rosario, è una
preghiera molto cara alla Madonna. Recitare l'Ufficio è una delle cose più
belle. Dall'Ufficio della Madonna dipendono tante grazie, e mi sta proprio
tanto a cuore.
Voglio che l'Ufficio si reciti possibilmente in chiesa:
così si tiene compagnia a Nostro Signore, e si sta più raccolti. Basterebbe
ad invogliare l'animo alla recita dell'Ufficio della Madonna il fatto che
esso ci dà occasione di fare frequenti visite a Gesù Sacramentato, mentre,
senza di esso, vi si andrebbe solo il mattino e la sera.
Si dica bene: non troppo adagio, non mangiar le sillabe,
fare l'asterisco. Non importa se siete pochi: anche solo due
rappresenterebbero la comunità. Vi sono i Sacramentini ed altre Istituzioni
di adorazione perpetua, che stanno per turno, uno alla volta, in adorazione
davanti al SS. Sacramento: quell'uno rappresenta tutti gli altri... Laus
perennis: ecco quello che ottiene tante grandi grazie al Cottolengo!
Prepariamoci fin dal primo segno della campanella, e poi
diciamolo con fervore, senza temere di rovinarci la salute a recitare tutti a
voce alta.
Facciamo il proposito di recitare sempre l'Ufficio pie,
attente ac devote. Piamente: prepararsi quando si viene in Chiesa, con un
atto di contrizione e di amore Attentamente: recitare bene tutte le parole;
attenti all'asterisco, alle pause; non in fretta; non pensare ad altro; fare
profitto anche del senso di ciò che si dice, in quanto potete capire.
Divotamente: attenzione interna ed esterna; presenza di Dio e della Madonna;
tenere una posizione esterna conveniente, non mai le gambe fuori posto. Via
le distrazioni; certe volte non si possono impedire, ma cacciarle via con un
sguardo al tabernacolo.
Sebbene non sia necessario che i recitanti capiscano il
senso dei Salmi, perché parlano a nome e per bocca della Chiesa, tuttavia S.
Tommaso afferma che chi intende, oltre il frutto del merito, riporta anche
quello della consolazione e refezione spirituale; per cui guadagna di più chi
prega e intende, che non chi, pregando con la lingua, non intende quello che
dice (965). Tale conoscenza accende il fervore e rende più facile e dolce
l'obbligo della recitazione pel bene del recitante e della Chiesa stessa.
Nel recitare l'Ufficio della Madonna, voi pregate per voi
e per la Chiesa, e anche per l'Istituto: quali membri del medesimo, lo
rappresentate davanti a Dio. Quindi farete bene ad applicare i Salmi e quanto
recitate, alle gioie, ai dolori, alle speranze e ai timori dell'Istituto.
Specialmente loderete il Signore a nome di tutti i vostri Confratelli.
Osservate come, in particolare, ben si applicano in questo senso i
Salmi: Laudate Dominum omnes gentes, il Benedixisti di
Prima e l'In Convertendo Dominus di Nona.
Ho letto, nella vita di una sant'anima, un pensiero che mi
piace molto. Essa diceva che tutto quello che non poteva ottenere con altre
preghiere, l'otteneva con la recita dell'Ufficio della Madonna. Vedete
l'importanza che la Madonna dà al suo Ufficio!
Colla recita dell'Ufficio della Madonna voi chierici vi
preparate a ben recitare l'Ufficio Divino. Se ben recitato, essa vi otterrà
di ben prepararvi in questo tempo di formazione, e ad avere poi sempre nelle
Missioni il vero spirito dell'Istituto; inoltre otterrà tante grazie anche
speciali per i benefattori.
Desidero che la recita dell'Ufficio l'abbiate proprio a
cuore, che la prendiate come un vostro dovere, una missione impostavi di
rappresentanti dell'Istituto; perché tutte le grazie che il Signore vuol fare
all Istituto e alle Missioni vengono per mezzo dell'Ufficio ben recitato.
L'" Ave Maria " e la " Salve
Regina"
L'AVE MARIA - La più eccellente preghiera alla SS. Vergine
è certamente l'Ave Maria. Ciò risulta dalla sua natura, dall'insegnamento
della Chiesa e dei Santi, nonché dai beni che apporta.
Chi compose l'Ave Maria? L'Arcangelo Gabriele compose la
prima parte: Ave gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in
mulieribus (966). Né egli parlò così a caso o di propria iniziativa,
ma per mandato dell'Eterno Divin Padre. Vi concorse in secondo luogo S.
Elisabetta con le parole: Benedicta tu inter mulieres et benedictus
fructus ventris tui (967); e ciò disse ispirata dallo Spirito Santo,
come espressamente fa notare l'Evangelista. Vi concorse in terzo luogo con le
rimanenti parole la Chiesa, essa pure ispirata dallo Spirito Santo.
È poi eccellente per la stima che la Chiesa ne fa, col
farcela recitare soventissimo. Quante volte si recita l'Ave Maria! Si recita
nelle preghiere del mattino e della sera; poi tre volte all'Angelus del
mattino, mezzogiorno e sera; poi 50 volte nella recita del Rosario (150 volte
per quelli che lo recitano intero)... Quante volte, dunque, la si recita in
un giorno... in un mese... in un anno! Quante Ave Maria in tutto il corso di
nostra vita! Ora, se la Chiesa ce la fa recitare così sovente, segno è che la
stima molto.
La sua eccellenza viene inoltre comprovata dagli effetti
che questa preghiera produce, e cioè dalle grazie che per mezzo di essa si
ricevono. S. Bonaventura dice che Maria SS. risponde sempre con qualche
grazia a chi la saluta con l'Ave Maria: Libenter Maria salutat cum
gratia, si libenter salutamus cum Ave Maria(968). Anche S. Alfonso
afferma che chi saluta Maria, vien salutato da Lei. Ciò avvenne un giorno
sensibilmente a S. Bernardo, il quale avendo salutato la Madonna, come al
solito, con le parole: Ave Maria! udì rispondersi: Ave Bernarde!(969).
S. Alfonso aggiunge che, con questo saluto, si rinnova alla Madonna, in certo
qual modo, il gaudio ch'Ella provò nel momento dell'Annunziazione (970).
Proponiamo di recitarla sempre bene, facendo nostri i
sentimenti dell'Angelo e di S. Elisabetta nella prima parte, e quelli della
Chiesa nella seconda. Soprattutto voi che vi preparate al sacerdozio,
recitate la bene per ottenere due grazie in particolare: la purezza e la
corrispondenza alla vocazione. Se uno vuol essere sicuro di vincere le
tentazioni cattive, ricorra sovente alla Madonna. Il Beato Alano dice che il
demonio fugge, quando noi diciamo: Ave Maria! Satan fugit, cum dico:
Ave Maria!...
Anche per la corrispondenza alla vocazione bisogna
ricorrere alla Madonna. Ella vi darà non solo le virtù necessarie, ma anche
la scienza necessaria. Così infatti si narra Ella abbia fatto con S. Alberto
Magno: da principio egli non riusciva negli studi ed era tentato di lasciare
il convento; ma poi essendo ricorso alla Madonna ottenne tanta scienza, da
diventare il maestro di S. Tommaso d'Aquino.
Ogni volta che recitiamo l'Ave Maria, dovremmo farlo con
tanto entusiasmo, che il cuore ci scappi! Quando pare che la Madonna non ci
guardi, scuotiamola con un'Ave Maria. Un giorno la Madonna promise a S.
Geltrude che le avrebbe dato tanti aiuti in punto di morte, quante Ave Maria
essa avesse recitato in vita. Se la gustassimo, se la recitassimo con
trasporto, anziché dirla in fretta, ci fermeremmo a meditare ogni parola.
LA SALVE REGINA - Dopo l'Ave Maria, la preghiera più bella
e utile è la Salve Regina. Venne probabilmente composta dal
monaco Ermanno Contratto. S. Alfonso la dice: " divotissima orazione, in
cui si trovano mirabilmente descritte la misericordia e la potenza della SS.
Vergine ". L'aureo libro da lui composto: Le glorie di Maria,
non è, nella sostanza che un commento della Salve Regina. S. Bonaventura ne
fece una magnifica parafrasi, che costituisce le Lezioni del nostro Ufficio
della SS. Consolata. Più ancora la Chiesa l'approvò, e la prescrisse al
termine del Divino Ufficio, dalla festa della SS. Trinità all'Avvento.
Questa preghiera si compone di tre parti. La prima è nelle
parole: Salve Regina, Mater misericordiae, vita, dulcedo et spes
nostra, salve! È come un proemio, in cui si fa appello al Cuore di
Maria SS., chiamandola con cinque titoli onorifici. Di questi, i primi due:
Regina e Madre, le convengono per proprietà, come dicono i Teologi. La
Madonna è Regina, perché Figlia, Madre e Sposa del Re dei re; e quante volte
nelle Litanie la invochiamo col titolo di Regina! Così pure Ella è nostra
vera Madre, dataci da Nostro Signore. Ed è Madre di misericordia, per farci
del bene e placare l'ira del suo Divin Figlio. Gli altri tre titoli sono
dovuti alla Madonna per appropriazione. La nostra vera vita, dolcezza e
speranza è Gesù; ma la Madonna ne partecipa, essendo Madre di Gesù e, per
volontà di Dio, dispensatrice di tutte le grazie.
La seconda parte va fino al " post hoc
exillum ostende ". È come il corpo della supplica,
un'esposizione dei bisogni dell'anima. Nella prima parte prepariamo la
supplica, nella seconda la esponiamo. Diciamo cioè alla Madonna che ci aiuti
in questa valle di lacrime, che ci soccorra nelle nostre tribolazioni, che ci
faccia da Avvocata presso il suo Divin Figlio, per impetrarci le grazie di
cui abbiamo bisogno quaggiù, e poter così un giorno vedere e godere il frutto
benedetto del suo seno, Gesù!...
S. Giuseppe Cafasso un giorno diede ad un condannato a
morte una commissione da portare subito alla Madonna. " Ma non andrò
prima da Nostro Signore? " domandò il barabba convertito. " No -
gli rispose il Santo - passerete prima dalla Madonna, perché è lei la
commissioniera " (971).
Viene poi la terza parte, che è come la perorazione, per
muovere la Madonna ad ascoltarci: O clemens, o pia, o dulcis Virgo
Maria! Quest'ultima parte si dice abbia avuto origine da questo
fatto: Si cantava in una chiesa la Salve Regina e, giunti alla fine, S.
Bernardo, che era presente, alzò un grido: O clemens, o pia, o dulcis
Virgo Maria! Era un Santo e il popolo ripetè quelle parole,
aggiungendole alla Salve Regina (972). Le parole: Dignare me,
ecc. sono un versetto aggiunto.
I Santi erano innamorati di questa preghiera, come
dell'Ave Maria. Cerchiamo dunque di recitarla veramente bene, pensando a
quello che diciamo. Non dico di meditare parola per parola, ma se uno pensa a
quello che dice, i sentimenti vengono da sé. Facciamo tesoro di queste
preghiere e dei sentimenti che le compongono, allora non le troveremo lunghe,
ma le reciteremo con fervore e otterremo maggior abbondanza di grazie.
Il santo Rosario
Tante volte avete udito parlare dell'eccellenza del santo
Rosario: sia in se stesso, sia nella stima che ne fecero i Sommi Pontefici e
i Santi, sia per i grandi benefici che arreca. Questi beni sono numerose
grazie spirituali e temporali, per noi e per gli altri, per il tempo e per
l'eternità; sono inoltre le innumerevoli indulgenze di cui il santo Rosario è
stato arricchito dai Sommi Pontefici.
S. Alfonso narra che una volta la SS. Vergine disse a S.
Domenico, in riferimento alla regione di Linguadoca infestata dall'eresia
degli Albigesi: " Questo terreno sarà sempre sterile, sino a che non vi
cadrà la pioggia ". Domandando il Santo quale fosse questa pioggia, la
Vergine rispose: " La divozione del Rosario " (973). Gli uomini
avrebbero pensato che, per vincere gli eretici, si sarebbe dovuto studiare,
studiare, studiare... Non così la pensa Iddio. Per vincere gli eretici fa
d'uopo anzitutto pregare, pregare, pregare!
S. Geltrude ebbe un giorno questa visione: vide Gesù
fanciullo che, seduto ai piedi di Maria SS., raccoglieva tanti grani d'oro e
glieli porgeva. Ella li infilzava e ne faceva una bella corona. Avendo
domandato che cosa ciò significasse, le fu risposto che quei grani d'oro
rappresentavano le Ave Maria che la Santa recitava nel suo Rosario (974).
S. Francesco di Sales, a Parigi, fece voto di recitarlo
tutti i giorni di sua vita: se non intero, almeno una terza parte; e, per non
scordarsene, teneva la corona attorno al braccio. Gli avveniva talora di
dover star alzato sino a mezzanotte per non tralasciarlo. Era stanco e i
servi gli dicevano che si accontentasse di dire tre Ave Maria, ma egli non si
accontentava di ciò, lo recitava tutto. A Parigi, con la fedeltà a questo
voto, ottenne la liberazione da grave tentazione (975).
S. Alfonso lo dice l'ossequio più gradito alla SS Vergine
(976). S. Filippo diceva che se un sol giorno avesse tralasciato la recita
del Rosario intero, non avrebbe tenuto quel giorno per grato a Dio. Questo
Santo viene dipinto con la corona del Rosario in mano. Una delle sue corone
si conserva quale reliquia in Torino, nella chiesa di S. Filippo; con la
benedizione data a mezzo di questa corona si ottengono tante grazie,
specialmente guarigioni di infermi, ai quali essa viene recata. Quando, nel
1900, mi ammalai a morte, la portarono anche a me.
Tutti gli Istituti Religiosi o semplici comunità cattoliche,
determinano nei loro orari il tempo per la recita del S. Rosario. Da noi,
mentre i Sacerdoti ne recitano la terza parte, quasi aggiunta al Breviario, i
Coadiutori e le Suore lo dicono intero ogni giorno. E quante grazie
discendono per esso sul nostro Istituto!
Facciamo noi la debita stima di sì grande divozione? Lo
amiamo il santo Rosario e lo diciamo sempre con fervore di volontà e con
gusto? O non piuttosto, come purtroppo tanti cristiani, lo troviamo una
divozione noiosa, e potendo, lo lasciamo perché non strettamente
obbligatorio... Non siete obbligati a recitarlo, neppure sotto pena di
peccato veniale, ma è una pratica di Regola e si dice per amore di Dio e
della Madonna. Quando poi non si recita con la comunità, non si cerchino
scuse per ometterlo.
Alcuni obiettano: " Si ripete sempre la stessa
preghiera! ". E con questo? L'amore, disse già il Lacordaire, non ha che
una parola; più si ripete, più è dolce e sempre nuova. Quando uno vuol bene
alla mamma, non ha bisogno di tante diverse parole. Nostro Signore poteva
insegnarci molte preghiere, eppure, alla domanda degli Apostoli, non rispose
che con le parole del Padre Nostro, e gli Apostoli si tennero per soddisfatti
(977).
Intanto notiamo come anche il Padre Nostro faccia parte
del santo Rosario. S. Agostino, parlando del Padre Nostro, dice che è bensì
una preghiera breve, ma che non v'è grazia da chiedere, che no n vi sia
inclusa (978). È una supplica al Divin Padre composta, non da un avvocato,
non da un semplice ministro, ma dallo stesso Figlio del Re, che ben conosce
il cuore del Padre suo.
Il P. Bruno soleva dire che il Padre Nostro, con le sue
sette domande è come un compendio del Vangelo (979). Ognuna di queste
domande, insegnava a noi Mons. Bertagna, è un atto di perfetto amor di Dio.
Si legge di S. Brunone ch'era gravemente infermo, ma
poiché aveva la mente libera, una notte recitò molte volte il Padre Nostro.
Consigliato di non pregar tanto e solo di unirsi in spirito alle preghiere
degli assistenti, rispose: a Mi è di tanto sollievo la recita del Padre
Nostro! ".
Dell'Ave Maria abbiamo già parlato; cielo e terra
concorsero a comporre questa preghiera. E noi la diciamo come se nulla fosse!
Possibile che uno si stanchi a ripetere: Ave Maria? Si starebbe in estasi
anche tutto il giorno, solo a meditare queste parole: Ave Maria!... È noioso
il ripeterla per chi non ama la Madonna, per chi non ha spirito. Se la prima
volta l'ho detta con fervore, la seconda la dirò con entusiasmo.
Queste due preghiere contengono quanto di meglio c'è per
pregare il Signore e la Madonna. Sebbene non siano da riprovare le tante
preghiere approvate dalla Chiesa, queste due sono da preferire. Noi non
gustiamo il santo Rosario, perché non vi poniamo la dovuta attenzione. La
Madonna non può restar né sorda né indifferente alla nostra preghiera tante
volte ripetuta. Se anche non volesse, alla fine deve pure ascoltarci, dopo
che tante volte la lodiamo e la invochiamo! Quale madre, sentendosi così
supplicata dal figlio, non l'ascolterebbe!
Il Rosario è una preghiera vocale e mentale. Come
preghiera vocale, dobbiamo procurare di pronunziare bene le singole parole,
senza mozzicarle, senza ometterne alcuna, altrimenti perdiamo le indulgenze
annesse; e le faremo perdere agli altri se, mentre facciamo la parte da soli,
la recitiamo incompleta. Invece pregando assieme, se qualcuno non pronuncia
qualche parola, gli altri le avranno pronunziate, e così la preghiera è
ugualmente intera. Ecco uno dei benefici di pregare in comune! Procurate
sempre di essere in buon numero, più che sia possibile.
Un bravo sacerdote, nel guidare la recita del Rosario al
Santuario della Consolata, saltò un Mistero. Ritornato in sacrestia, glielo
si fece osservare. Il poverino se la prese così a cuore, che quella sera,
prima di andare a letto, volle recitare tante Ave Maria, per supplire almeno
in parte a quelle che aveva fatto omettere agli altri...
Stare attenti a pronunziare tutte le parole. Disse una
volta la Madonna a S. Eulalia, che più gradiva cinque poste del Rosario dette
con pausa e divozione che quindici dette in fretta e con minor divozione
(980).
Il Rosario è inoltre una preghiera mentale; è la miglior
meditazione sulla vita di Nostro Signore e della Madonna: meditazione che
rende soave la recita e che è necessaria per l'acquisto delle sante indulgenze.
Non è necessario meditare tutto il tempo per ogni Mistero; ma se si può, è
meglio. Non è neppure necessario tenersi ai Misteri assegnati per questo o
per quel giorno; nella recita privata uno può fare come vuole. Per esempio,
durante la Quaresima, posso recitare e meditare ogni giorno i Misteri
dolorosi; acquistando ugualmente le indulgenze.
All'annunzio del Mistero, ravviviamo la fede, pensiamo
subito a quello che tale Mistero significa e proponiamo d'imitare qualche
virtù o chiedere qualche grazia relativa al Mistero stesso. Per esempio, nel
primo Mistero gaudioso la Madonna esercitò più in particolare tre virtù:
l'umiltà, la castità e l'amore al sacrificio. Orbene, recitando le dieci Ave
Maria di questo Mistero, possiamo meditare or l'una or l'altra di queste
virtù e intanto le chiediamo per noi. Così di tutti gli altri Misteri. È
difficile questo? Quando si medita, dice S. Agostino, bisogna lasciarci
condurre dalla pietà (981). Se reciteremo così il Rosario, non lo troveremo
più lungo, arido e noioso, ma caro e soave. Come passa veloce quel
quarticello d'ora. Il Rosario così recitato appaga il cuore e lo spirito, e
sentiamo in noi nuovo impulso verso questa santa divozione.
Ecco dunque il nostro fermo proposito: non mai omettere il
S. Rosario, anche se non abbiamo potuto dirlo con la comunità. Recitarlo
volentieri e bene. Se non possiamo dirlo intero, almeno una terza parte, ma
con gusto. Taluni ritengono che basti per un buon sacerdote la recita del
Breviario. No, il Breviario costituisce il puro necessario. Ogni buon
sacerdote ritiene il S. Rosario come un dovere, subito dopo il Breviario, e
non lo lascia mai. Per noi, inoltre, è una Regola.
Prendete amore e stima a questa pia pratica; non
ritenetela un peso. I Sommi Pontefici, in casi particolari, come di pubbliche
calamità, hanno raccomandato e raccomandano la devota recita del Rosario; e
quante grazie ne son già venute alla Chiesa, al mondo! Non fate, no, il voto
di recitarlo ogni giorno; però imprimete nei vostri cuori e inserite nei
vostri propositi questa divozione, proprio come se ne aveste il voto.
Il mese di Maggio
Siam figli di Maria SS. e dobbiamo passar bene il mese di
maggio. S. Filippo ripeteva di continuo: a Figliuoli miei; siate divoti di
Maria! " (982). Era il suo ritornello obbligato, il suo motto preferito.
Che se tutti devono essere divoti di Maria, tanto più i Sacerdoti, e più
ancora i Missionari. Procureremo dunque di santificare questo mese con
onorarla e crescere sempre più nella sua divozione.
Questa divota pratica non è molto antica, quantunque sia
incerta la sua origine. S. Alfonso, il grande divoto di Maria, non ne parla;
segno è che venne più tardi. Incominciò in Italia, di dove a poco a poco si
sparse in tutto il mondo. Era difatti conveniente che a Lei si consacrasse un
mese intero, il più bel mese il mese dei fiori. Il Calendario Diocesano
torinese dice: " Procurino i Parroci di esortare caldamente i fedeli
perché durante il mese di maggio, consacrato alla B. V. Maria, ogni giorno
offrano all'Augustissima Regina del Cielo preghiere, ossequi e speciali atti
di virtù ".
Preghiere - Aggiungere qualche cosa,
specialmente in privato; mettere la Madonna col Signore tutto il giorno.
Anche in ricreazione, un'Ave Consolatrix! si può dire e nessuno
se ne accorge; e se anche qualcuno se ne accorgesse, nulla di male, ci
sarebbe anzi il buon esempio.
Soprattutto pregar bene; tutte le preghiere farle meglio
che si può. Il Regina Coeli o l'Angelus e
le altre preghiere in onore della Madonna, recitarle con vero affetto; il
Rosario dirlo con cuore ed entusiasmo. Vorrei che la Madonna fosse proprio
contenta di noi.
Via le distrazioni durante la preghiera; verranno sì,
perché la nostra miseria è grande, ma almeno non siano volontarie in sé o in
causa. Non è poi tanto difficile avere poche distrazioni. Sovente uno è
distratto perché non s'è preparato alla preghiera o, peggio, ha accumulato
tante cose nella testa che poi distraggono.
Dunque far bene la preghiera ed aumentare il numero delle
giaculatorie. Con queste, procuriamo di salvare le anime del Purgatorio più
divote della Madonna; mandiamone molte in Paradiso durante questo mese, si
che alla fine del mese non ci siano più in Purgatorio anime divote di Maria!
Ossequi - Ciascuno sia attento al suo
fioretto: a praticarlo con fedeltà, sì da formare un bel mazzo da presentare
alla Madonna al termine del mese. Nessuno dica: " Il fioretto che m'è
toccato non fa per me! ". No, no, fa proprio per te. Lungo il mese, poi,
esaminarci di tanto in tanto: se lo pratichiamo o se l'abbiamo dimenticato.
Ottima pratica è quella che fanno i Novizi: comporre tutti
un fervorino in onore della Madonna, e portarsi in visita e in preghiera al
pilone eretto in suo onore. I Santi erano sempre attenti a prestare ogni
sorta d'ossequio alla Madonna. Il P. Sanchez, famoso Teologo, ogni volta che
usciva di casa, si proponeva di recarsi in pellegrinaggio in un santuario
della Madonna (983). Noi non possiamo far questo, ma dappertutto abbiamo
l'immagine della Consolata: salutiamola di cuore.
Durante tutto il mese farete ogni giorno la lettura
spirituale sulla Madonna; e al mattino, dopo Messa, canterete una lode. Cosi
la lode della sera, cantatela forte.
Poi bisogna fare scorrere quel coroncino (ho sempre paura
che lo lasciate ammuffire!): si che, alla fine del mese, ciascuno abbia un
bel mazzo di piccoli sacrifici.
Atti di virtù - Fare sacrifici per la Madonna
va bene, ma più vale l'imitazione delle sue virtù. Diciamo dunque alla
Madonna, in questo mese, che ci faccia conoscere i nostri difetti, e in
particolare il difetto predominante, per emendarcene. Procuriamo inoltre di
passare questo caro mese - mese di particolari grazie - sforzandoci di far
progressi in quella virtù che la Madonna ci fa conoscere più necessaria a
noi.
Preghiere, ossequi, atti di virtù: ecco quello che
dobbiamo fare in questo mese per onorare la Madonna. E intanto chiediamo al
Signore una divozione costante, forte, confidente in Maria; come verso una
Madre. Che bella vita, quando si è devoti di Maria! Mettiamoci tutti
d'accordo per riempire questo mese di opere buone. Quante grazie
otterremo!... Adesso si estrarrà il fioretto e quel piccolo ossequio che a
ciascuno toccherà, prendetelo dalle mani del Signore, non dalla sorte. È Gesù
che vuole che onoriamo in quel modo la Madonna. Abbiamo bisogno di tenerci
fermi in questa divozione con mezzi anche piccoli. La Madonna dal Paradiso ci
sorride ed è contenta di noi e si compiace. Ah, la Madonna! Essa continua a
far vedere che vuol bene al nostro Istituto. L'ho messa a Patrona e Custode,
e fa Lei!
PER LA CHIUSURA DEL MESE DI MAGGIO - Avete fatto or ora
l'offerta dei vostri cuori alla cara Madre, avete cantato con slancio il
giuramento di amore e di fedeltà Bene! Siano queste proteste ferme e
durature!... Ora; insieme con l'offerta del cuore e a conferma della
medesima, le facciamo l'offerta dei fioretti raccolti durante tutto il mese
di giugno, che è pure il mese della nostra cara Consolata, del S. Cuore e di
Gesù Sacramentato. Così tutti completeremo il mazzo da consegnare poi nella
cara solennità della nostra celeste Patrona.
L' Immacolata Concezione
PER LA NOVENA - Cominciamo la novena dell'Immacolata
Concezione. Le feste della Madonna sono una più bella dell'altra! Mi ricordo
delle grandiose feste che si fecero nel 1854, quando fu proclamato il dogma
dell'Immacolata Concezione, pur essendo io allora fanciullino Più tardi,
quale Direttore spirituale in seminario, esortavo i miei cari chierici a
celebrare bene la novena e la festa. Son passati tanti anni e, per volontà di
Dio, mi trovo nuovamente tra chierici - oh, quanto diletti! - per farvi la
stessa esortazione.
Che cosa faremo in questi giorni? Due cose. In primo
luogo, rallegrarci con Maria SS. del singolare privilegio concessole da Dio.
Il Signore, volendo formarsi una degna Madre, non trovò di meglio che
esimerla dal peccato originale, in previsione dei meriti di N. S. Gesù
Cristo. Voi dunque ripeterete sovente lungo il giorno le giaculatorie: "
O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi!... Sia
benedetta la santa ed immacolata Concezione della Beatissima Vergine Maria,
Madre di Dio! ".
In secondo luogo, imitarla nell'affetto alla grazia e
nell'esenzione dai peccati. Bisogna quindi procurare di far meno peccati che
si può. Non parlo di peccati gravi, ma di leggeri deliberati. E se cadiamo,
subito metterci a posto. Vedete, può succedere che si manchi o nel giuoco o
coi compagni, o nell'adempimento del proprio dovere. Sono peccatucci, ma
bisogna che almeno ci sforziamo di evitare quelli proprio deliberati; evitare
quei capricci che non solo vengono fatti dai ragazzi, ma anche dai grandi: se
non sempre esternamente, almeno internamente. Certi giorni siamo così
maligni... e poi l'amor proprio... e certe piccole vendette... Io sono l'uomo
delle paure. Voglio che in questa Casa non ci sia nessun peccato veniale
deliberato. In questa novena ciascuno deve poter dire: " Sono degno di
stare in questa Casa! ". S'intende, tutto ciò con la grazia di Dio.
Non vi propongo nulla di particolare, ma solo questa
attenzione a diminuire le quotidiane miserie, a scuotervi con dire: "
Su, anima mia, non stare neppure un minuto nella tiepidezza, neppure un
minuto nello stato di scoraggiamento! ".
Mettiamoci tutti d'impegno, e preghiamo la Madonna che ci
infonda lo spirito missionario. Così ci prepareremo bene alla sua festa, che
è una delle due di precetto ad onore di Lei. La festa dell'Assunta rimane un
po' distratta, per le vacanze; non così questa dell'Immacolata Concezione; la
stagione è propizia, L Immacolata Concezione è una festa che va al cuore!
PER LA FESTA- Che diremo della nostra cara Madonna? Non
bisogna che lasciamo passare questo giorno senza dire due parole. È una festa
piena di gioia. Dobbiamo essere contenti che la nostra Madre sia Immacolata
fin dal suo concepimento. Un figlio gode delle virtù della madre sua. Roba
della madre, roba del figlio. Oggi perciò rallegriamoci con la Madonna: Tota
pulchra es Maria et macula originalis non est in te!(984). Come è
bello!... Chi non si sente tutto infervorato, non ha cuore. Mons. Galletti,
Vescovo di Alba, in una predica fatta a noi seminaristi, parlando della
Madonna, diceva: " Chi all'avvicinarsi delle feste della Madonna non
sente il desiderio, il bisogno di onorarla, costui non ha vocazione sacerdotale
". Ricordo che mi copiai queste parole...
Voi sapete che l'odierna festività offre alla nostra
considerazione i quattro privilegi di cui Maria SS. venne dotata da Dio nella
sua Concezione.
1 - ESENZIONE DAL PECCATO ORIGINALE - Il Concilio di
Trento, nel definire verità di fede il peccato originale contratto da tutti i
discendenti di Adamo, fa subito la riserva per Maria SS. Noi tutti abbiamo un
padre che ha peccato e dobbiamo portarne la pena, come chi nasce da un padre
che ha fatto bancarotta. Iddio però ha preservato Maria. Avrebbe anche potuto
toglierglielo dopo; invece ha voluto, applicandole in antecedenza i meriti di
N. S. Gesù Cristo, ch'Ella, nel medesimo istante del suo concepimento, fosse
tutta pura, senza macchia. Sarebbe stata troppo grande umiliazione per Nostro
Signore, nascere da una Madre che fosse stata anche solo un istante nel
peccato. No, Maria non è mai stata soggetta al demonio; Ella fu sempre pura,
bella, immacolata. Tota pulchra es, Maria!
2 - ESENZIONE DAL FOMITE DELLA CONCUPISCENZA - È il fomes
peccati, come lo chiamano i Teologi. Voi lo capite: il peccato lascia
dietro di sé un'inclinazione al male, per cui amiamo più il male che il bene.
Diceva già Ovidio, poeta pagano: " Vedo ciò che è meglio e mi appiglio a
quello che è male " (985). Così noi: viene un ordine, e ciò basta per
non voler più fare quella data cosa. Quante volte capita ciò! È il fomite
della concupiscenza. La Madonna non l'aveva. Chiediamo perciò a Lei la grazia
di resistere sempre alle tentazioni di concupiscenza.
3 - CONFERMA IN GRAZIA - Perché noi cadiamo tutti i
momenti? Perché non siamo confermati in grazia. Maria SS. invece lo fu. In
tutta la sua vita non commise mai il minimo peccato. La Madonna non poteva
peccare; ma non per questo ha lasciato di esercitare tutte le virtù, al pari
di tutti gli altri Santi, e in grado sommo, con la sua fedelissima e
generosissima corrispondenza alla grazia. È necessario che chiediamo al
Signore che ci confermi in grazia? No, no! basta pregarlo che ci aiuti a non
perdere la grazia santificante e a corrispondere fedelmente alle sue grazie
attuali.
4 - PIENEZZA DELLA GRAZIA - Maria fu riempita di grazia
sopra tutte le creature. Fin dal primo istante, infatti, Ella fu ripiena di
Spirito Santo. Le sue fondamenta sono sui monti santi (986).
I Santi Padri commentando questo Salmo, lo applicano alla Madonna e dicono
che la sua santità, fin dalla nascita, era già sul più alto vertice, sì da
sorpassare fin d'allora la santità di tutte le creature.
La Chiesa festeggia oggi tutti questi privilegi e doni che
la Madonna ricevette. Tota pulchra es, Maria!...Gratia plena!...
Quando diciamo queste parole, pensiamo che la Madonna ne fu ripiena non per
Sé sola, ma anche per noi. Venite a me, o voi tutti che mi
desiderate, e saziatevi dei miei frutti (987). Andiamo quindi alla
Madonna con confidenza. Il Signore l'ha fatta depositaria della grazia, e ne
ha per tutti. Eccetto quello che è proprio di Dio, tutto il resto la Madonna
può darcelo.
Dobbiamo ricorrere alla Madonna sotto il titolo di
Immacolata non solo oggi, ma sempre. È nel nostro interesse. Se la Chiesa
cerca di farci conoscere sempre più la Madonna, è perché non abbiamo timore
di chiederle grazie. Alcuni dicono: " Non sento per la Madonna
quell'entusiasmo che altri sentono, eppure vorrei sentirlo anch'io! ".
La vera divozione non consiste nel sentimento, ma nella volontà pronta a
praticar e ciò che appartiene al servizio di Dio, all'onore della SS.
Vergine. La tenerezza è un'aggiunta non necessaria, che neppure ebbero tutti
i Santi. Volete avere vera divozione? Fate bene le pratiche di pietà in suo
onore; pregate, e l'avrete.
L'Immacolata dobbiamo pregarla e imitarla. Il Signore, per
venire al mondo, non cercò in Maria né ricchezze né altro, ma la purezza
dell'anima. La Madonna fu tutta pura nella mente, nel cuore, nel corpo.
Domandiamoci sovente: Nelle mie azioni, nei miei pensieri, nei miei affetti,
cerco di rassomigliare alla Madonna? Regoliamoci in tutto sul suo esempio; in
particolare imitiamola nella purità di intenzione.
Noi siamo i figli prediletti della Madonna e un giorno
dovremo essere come altrettanti brillanti della sua corona. Se fa già così
piacere vedere l'effigie della SS. Consolata incoronata di brillanti, che
sarà in Paradiso? Ma i brillanti bisogna che siano ben purificati; così noi
dobbiamo purificarci e quindi lasciarci lavorare come si lavora no le pietre
preziose.
Presentazione di Maria SS. al Tempio
La festa della Presentazione di Maria SS. al Tempio venne
sempre celebrata in Oriente, dove la divozione alla Madonna fu in ogni tempo
fiorente, promossa e incoraggiata da tanti santi Padri: Giovanni Damasceno,
Giovanni Crisostomo, ecc. Anche in Occidente la SS. Vergine era venerata
sotto questo Mistero, ma privatamente. Fu solo Papa Sisto V a prescriverla a
tutta la Chiesa.
È una festa propria delle anime pie e di vita interiore,
specialmente Religiose. È una cara festa ed è un titolo che mi piace tanto.
Nei monasteri della Visitazione, in questo giorno si fa la rinnovazione dei
Voti; ed è pure in questo giorno che tante anime pie, nel mondo, si preparano
a fare il voto di castità. Il Ven. Olier diede il titolo della Presentazione
a tutti i seminari da lui fondati. Noi abbiamo già quello della Consolata;
tuttavia al Noviziato abbiamo preposto la SS. Vergine sotto il titolo della Presentazione.
È davvero molto conveniente che tutte le Case Religiose
siano divote di questo Mistero. Maria SS., infatti, nel tratto di vita
passato al Tempio, è modello di tutte le virtù proprie della formazione
sacerdotale e religiosa.
1 - MODELLO DI VITA NASCOSTA - La Madonna, durante la sua
permanenza al Tempio, fu modello anzitutto di vita nascosta, come fu poi
quella di Gesù nella Casa di Nazareth; e insieme modello di vita interiore:
sempre alla presenza di Dio, sempre unita a Lui. Prima cosa dunque da
imparare è la vita interiore. Ciò che impedisce o disturba questa vita
interiore è la dissipazione. Allegria moderata, sì, ma non dissipazione La
Madonna, in ogni istante del giorno e anche della notte poteva dire: Il
mio cuore vigila!(988).
2 - MODELLO DI OBBEDIENZA - La Madonna al Tempio obbediva
nelle cose grandi e nelle piccole, senza mai discutere il comando ricevuto;
aveva prontezza di esecuzione, anche quando la impiegavano negli uffici più
bassi. Impariamo da Lei questa obbedienza universale, cordiale e cieca.
3 - MODELLO DI LABORIOSITÀ - La Madonna, al Tempio,
attendeva allo studio, specialmente della S. Scrittura, e al lavoro. Così voi
avete bisogno di studiare e di lavorare. In Missione tutto vi sarà utile per
salvare le anime.
4 - MODELLO DI CARITÀ - La Madonna inoltre, al Tempio,
esercitava la carità verso tutte le compagne, con le quali certo faceva anche
ricreazione. La vita di raccoglimento non significa misantropia. Io credo che
la Madonna tenesse allegre le compagne in ricreazione. Si può essere santi,
tanto con un carattere allegro, quanto con un carattere melanconico; basta
moderarli Anche i Certosini desiderano gente allegra. Costerà di più a
costoro il silenzio, ma sono i soggetti migliori. Allegri e raccolti, per imitare
la Madonna.
Con l'esercizio di dette virtù la Madonna si preparò
all'alta dignità di Madre di Dio. Così dovete fare voi in questi anni,
destinati a prepararvi al Sacerdozio, ai santi voti e all'apostolato.
Considerate come l'offerta che Maria SS. fece di Sé al
Signore, nel mistero della sua presentazione al Tempio, sia stata pronta,
intera, irrevocabile.
PRONTA - A tre anni (come si crede) Maria SS. volle
lasciare i buoni genitori che, per essere Ella figlia unica e dilettissima,
non poterono non sentire tutto il sacrificio del distacco. Eppure, a
differenza di tanti genitori che adesso ostacolano o impediscono la vocazione
dei figliuoli, essi lo compirono generosamente; capivano che la loro
figliuola aveva da Dio una vocazione straordinaria. Maria SS. da parte sua,
rispondendo alla chiamata di Dio, la preferisce a tutte le gioie della
famiglia.
Nelle immagini in cui si rappresenta questo mistero, la
Madonna è dipinta nell'atto di salire i gradini del Tempio, e sembra quasi
correre, la piccolina, per arrivare più presto; né più si voltò indietro a
rimirare i suoi. A qualcuno potrà apparire una crudeltà, ma è una santa
crudeltà. Maria SS., dunque, corrispose prontamente alla chiamata di Dio, il
quale ama le primizie. Qui cito dat, bis dat... E noi: siamo stati
pronti alla chiamata del Signore? È stata colpa nostra se abbiamo tardato ad
entrare in Religione? Forse fu colpa dei genitori... Comunque, se non fummo
pronti allora, siamo almeno pronti ora nel corrispondere.
INTERA - L'offerta di Maria SS. fu senza riserve. Offrì
tutta se stessa, anima e corpo, con tutte le forze. E ciò per essere tutta
consacrata a Dio e non venir mai meno nel fervore di volontà. No, Ella non
rimase nel Tempio per forza o inutilmente, ma con piena volontà di nulla
rifiutare al Signore... E noi abbiamo dato tutto al Signore: mente, cuore,
anima? Certuni credono di darsi interamente al Signore, invece gli offrono
solo la cornice esterna e tengono per sé ciò che è principale.
Lo sbaglio maggiore di un'anima, in comunità, credo sia il
lusingarsi d'essersi data interamente al Signore. Il diavolo può insinuarci:
" Ma sì che ti sei dato tutto al Signore! ". Io credo che quando
facciamo la nostra offerta, non andiamo fino al fondo. Il nostro male è
proprio questo. Se dopo tante grazie, tanti lumi, tante illustrazioni, siamo
sempre gli stessi, è proprio perché non ci diamo al Signore in tutto e per
tutto. Non bisogna escludere nulla, non bisogna fare riserve, non bisogna
portar la rapina nel sacrificio.
IRREVOCABILE - Maria SS. si offrì inoltre in modo
irrevocabile. E noi? Non abbiamo forse frequenti interruzioni,
scoraggiamenti, tiepidezze ?... Bisogna che anche la nostra offerta sia
irrevocabile, andar avanti senza fermarsi. Non è tanto il cadere che nuoce,
quanto il non sollevarsi; invece bisogna sempre ricominciare senza stancarsi
mai. " Ma - direte - la Madonna aveva molte grazie ". Sì, ma anche
noi abbiamo le grazie del nostro stato. Il Signore è sempre generoso con noi,
ma vuole che anche noi siamo generosi con Lui, che facciamo la parte nostra.
Chiediamo dunque questa grazia alla Madonna: che la nostra
corrispondenza sia pronta, intera, irrevocabile.
Annunciazione di Maria Vergine
La festa dell'Annunciazione è per sé solennissima e in
molti luoghi vien solennemente celebrata, benché non sia più di precetto.
Mons. Gastaldi diceva che questa festa venne soppressa ob duritiam
cordis nostri, per la durezza dei nostri cuori: in quanto che i governi
si lamentavano che c'erano troppe feste. Egli poi, Mons. Gastaldi, era tanto
divoto di questo Mistero, e la Madonna lo prese con Sé in Paradiso, proprio
in questo giorno (25 marzo 1883). A Natale, vedete, si fa gran festa; ma la
vera festa dell'Incarnazione del Verbo è oggi. Ho avuto la fortuna di
celebrare a Loreto, nella Casa dove avvenne l'Annunciazione. Vi sta
scritto: Hic Verbum caro factum est! Proprio qui il Figliuol
di Dio s'è incarnato!
Che cosa dobbiamo fare per celebrarla bene? In generale,
far bene tutte le azioni della giornata. In particolare: assistere
divotamente alla santa Messa, nella quale si dicono appunto quelle belle
parole: Et Verbum caro factum est; e recitare bene l'Ave Maria,
che ci ricorda questo Mistero dell'Annunciazione. Dobbiamo inoltre
ringraziare la SS. Trinità per questo dono dei doni, che è la Divina
Incarnazione; congratularci con la Madonna per essere stata scelta a divenire
Madre del Verbo Incarnato, e imitare le preclari virtù da Lei praticate in
questa occasione, specialmente l'umiltà, la castità, il sacrificio.
L'UMILTÀ - Fu annunziata piena di grazia, che il Signore
era con Lei, e che doveva divenire Madre di Dio; ed Ella, invece di
esaltarsi, come facciamo noi, che per un nonnulla alziamo la cresta, si
proclamò semplicemente l'Ancella del Signore, piegando il capo alla volontà
di Dio.
LA CASTITÀ - Viene poi l'amore alla santa castità. S.
Bernardo afferma, deducendolo dal Vangelo, che Maria S., per quanto stava da
Lei, avrebbe preferito rinunziare ad essere Madre di Dio, piuttosto che
rinunziare a questa virtù. La Madonna piacque all'Altissimo proprio per
questa virtù: virginitate placuit(989). Voi che vi preparate a
farne voto o che l'avete già fatto, pensateci. Tutto il resto è importante,
ma se non c'è questo il resto non serve. Dobbiamo perciò preferirla a tutto
il resto. Ritenni un nulla le ricchezze a confronto di lei... tutto
l'oro in paragone di lei è appena un po' di sabbia, e come fango si stimerà
l'argento di fronte a lei (990).
IL SACRIFICIO - Dicono i Santi Padri che Iddio, nel
momento in cui elesse Maria SS. a Madre del Verbo Incarnato, le abbia
squarciato il velo del futuro, facendole conoscere tutto quanto Ella avrebbe
dovuto soffrire. Edotta nella S. Scrittura, già Ella conosceva i patimenti
del promesso Messia; ma in quest'occasione perché la sua accettazione fosse
perfetta, Dio in certo modo le presentò distintamente tutti questi dolori. Ed
Ella generosamente accettò...
Anche nella nostra vita non c'è giorno senza sacrifici;
non certamente quelli di Nostro Signore o della Madonna; tuttavia qualcosa da
soffrire c'è sempre. Perciò domandiamo amore al sacrificio; e intanto
offriamole i piccoli sacrifici di questa giornata, perché ci ottenga di
sempre più perfezionarci nelle sopraddette virtù.
Festa della Visitazione
Oggi la Chiesa celebra la festa della Visitazione di Maria
SS. a santa Elisabetta.. Francesco di Sales, pur facendo rinnovare i voti
delle sue Suore nella festa della Presentazione, volle che la Congregazione
fosse intitolata a questo Mistero. Perché? Il primo motivo è che, da
principio, egli intendeva fondare una Congregazione di Suore attive, dedite
alla visita e alla cura dei bisognosi; quindi diede loro per Protettrice la
Madonna nella sua visita a S. Elisabetta dove Ella esercitò in particolare
l'umiltà e la carità. Inoltre S. Francesco di Sales, anche quando la
Congregazione fu di clausura, con il conservarle questo titolo, volle
significare che le Suore della Visitazione dovevano imitare la Madonna nel
condurre una vita ordinaria, cioè senza asprezze di penitenze esteriori, ma
impreziosita da tutte le virtù interiori.
In quei tre mesi, infatti, la Madonna condusse una vita
esternamente ordinaria, ma non in modo ordinario. Faceva ciò che fanno le
buone donne quando vanno ad assistere le vicine in simili circostanze: tutti
i servizi di casa. S. Francesco di Sales volle dunque dire alle sue Suore:
" Fate anche voi come faceva la Madonna; fate tutte le cose con
perfezione esteriore ed interiore, perché questo vale più che far miracoli,
più che le austerità corporali! ".
Anche voi dovete santificarvi per questa via: far tutte le
cose bene ed unicamente per amor di Dio. Se uno stesse tre mesi in Comunità
facendo così, si farebbe da tutti amare e avanzerebbe nella perfezione assai
più che facendo cose straordinarie. È tanto difficile che noi facciamo bene tutte
le cose, con retta intenzione!... No, non è il far molto che importa, ma il
far tutto bene. Penso che, quando sarete in Missione dovrete aver pena di non
aver fatto bene tutte le cose.
Secondo il Ven. Da Ponte (991) questo Mistero ci dà ancora
due importanti insegnamenti. Il primo è che Maria SS. è il canale di tutte le
grazie. Iddio avrebbe potuto santificare direttamente Giovanni Battista; no,
volle farlo per mezzo di Maria. Fu infatti al suono della voce di Lei, che
salutava S. Elisabetta, che Giovanni restò santificato. Vedete la potenza di
Maria SS.!
Quando dunque avete qualche tentazione, ricorrete alla
Madonna e ditele: " O Maria, voi avete fatto un lungo viaggio per
recarvi a purificare Giovanni Battista dal peccato originale, veni te pure da
me, in mio aiuto! ". Ricorriamo a Lei con fiducia, tanto più che queste
sono proprio le grazie ch'Ella desidera maggiormente di fare.
Il secondo ammaestramento è sul come noi, ad imitazione di
Maria SS., dobbiamo combattere le tentazioni di vanagloria. Proclamata da
Elisabetta " la benedetta fra le donne ", Ella non negò i doni
ricevuti, le grandi cose che Iddio aveva operato in Lei, ma di tutto diede
onore e gloria a Dio.
Ciò Ella fece col canto del Magnificat, sul
quale voglio pure fermare brevemente la vostra attenzione. Tutti i giorni lo
si recita, sovente lo si canta, ma forse non lo si considera abbastanza. Il
P. Didon scrive: " IlMagnificat sorpassa ogni umana
capacità...; è il più splendido grido di letizia che sia uscito da cuore
umano. Maria SS. non pensa che alla propria bassezza e non si esalta che in
Dio. Predice la sua gloria, ma in ciò non vede che il trionfo di Dio "
(992). Adolfo Cellini (Scuola Cattolica, 1 nov. 1916) scrive: "
Il concetto principale dell'Inno consiste nella sovranità assoluta di Dio e
nella nullità ed essenziale dipendenza di ogni essere creato da Lui ".
Ciò è il fondamento di tutta la morale del Vangelo: Dio è tutto, l'uomo
niente; ma questo niente può divenire qualcosa inabissandosi nella sua
nullità, bramoso unicamente e sommamente di glorificare Dio in tutto e
sempre.
Il Magnificat consta di dieci versetti. Cornelio A Lapide
(993) divide l'Inno in tre parti. La prima va dal v. 46 al 49: in essi Maria
esalta i benefici conferiti da Dio a Lei sola, specialmente la Divina
Maternità: L'anima mia magnifica il Signore... Perché?... Perché
ha rivolto il suo sguardo sulla sua ancella... Il Signore guardò
alla bassezza, alla nullità della sua serva, la esaltò, fece cose
meravigliose in lei, sì che tutte le generazioni, piene di ammirazione, la
grideranno beata!
La seconda parte va dal v. 50 al 53. In essi Maria esalta
i benefici elargiti da Dio agli uomini lungo tutti i secoli: Et
misericordia eius a progenie in progenies...; prima al popolo eletto, poi
ai gentili e a tutti quelli che temono il Signore. Il Signore fece
opere potenti col suo braccio. E quali opere? Quella di umiliare i
superbi e di esaltare gli umili; quella di saziare tutti coloro che sono
affamati di giustizia e di verità.Esurientes implevit bonis. Qui c'è
il passato per il presente e per il futuro; è una forma ebraica. Vuol dire:
il Signore è sempre pronto a ricolmare di beni quelli che lo desiderano.
La terza parte consta degli ultimi due versetti (54lss).
In essi Maria torna al beneficio sovrano della Redenzione incominciata in se
stessa con il concepimento di Gesù, ed estesa a tutte le generazioni future,
conforme a ciò che il Signore aveva promesso ad Abramo: che in lui tutte le
generazioni sarebbero state benedette, perché dalla sua progenie sarebbe nato
il Redentore.
Procuriamo di meditare sovente questa magnifica preghiera,
che serve ad eccitare in noi la divozione alla Madonna; recitare o cantare
il Magnificat con lo spirito e con l'entusiasmo con cui Ella
lo disse, rivestendoci dei suoi stessi sentimenti. Sono parole della S.
Scrittura; queste poi sono del Signore, ispirate direttamente alla Madonna.
Ogni parola si può dire un sacramentale: luce, verità e vita!
Purificazione di Maria Vergine
La festa di oggi è doppia: la presentazione di Gesù al
Tempio e la purificazione di Maria SS. Si benedicono le candele e si fa la
processione in memoria del l'andata della S. Famiglia al Tempio di
Gerusalemme, dove il vecchio Simeone e la profetessa Anna aspettano il santo
Bambino. Da Simeone, nel bel Cantico del Nunc dimittis, Gesù è
detto: luce per illuminare le nazioni (994). Noi meditiamo questo Mistero
almeno due volte alla settimana, nel santo Rosario. Ebbene, ricordiamo allora
le virtù esercitate da Gesù e da Maria in tale occasione. Le principali sono:
OBBEDIENZA- La Legge obbligava solo i primogeniti Ebrei,
non Gesù unigenito di Dio Padre. Obbligava le donne ebree immonde legalmente,
non quindi Maria l'Immacolata! Eppure ambedue si assoggettarono alla legge,
con atto di obbedienza cieca. Esempio per noi che, tenuti ad obbedire, tante
volte cerchiamo di esimerci; distinguiamo fra cosa comandata, consigliata,
desiderata, e solo obbediamo allo stretto comando. La Madonna non fece tali
distinzioni e, pur non essendo soggetta a quel comando, lo esegui.
UMILTÀ - In secondo luogo Gesù e Maria esercitarono
l'umiltà, associandosi ai bambini ed alle donne ebree; recandovisi in panni
poveri, secondo lo stato di S. Giuseppe; aspettando il loro turno, e così
comparendo simili agli altri, mentre avrebbero potuto farsi conoscere per
quello che erano, ottenendo d'essere fatti segno a speciali riguardi. La
Madonna conosceva la dignità di Gesù, eppure volle comparire immonda. Poteva
ciò ritenersi un disonore per Gesù; no, Dio ci penserà Lui. Tante volte si
dice: " E per l'onore dell'Istituto, della Comunità! ". Ed invece
si agisce per la nostra superbia. Domandiamo questa umiltà ed il
nascondimento dei nostri pochi talenti.
POVERTÀ - Oltre che da tutto il contegno di poveri,
dimostrarono questa virtù nell'offerta da poveri: non di un agnello, come
facevano le persone ricche, ma di due tortorelle. Vedete quale amore alla
povertà! Noi non vergogniamoci di essere poveri, ma gloriamocene e
regoliamoci come tali.
PUREZZA - Benché ambedue purissimi, Gesù e Maria
dimostrarono con questo atto l'amore ad una purezza e nettezza d'anima sempre
maggiore. Cosi noi, procuriamo coi Sacramenti e coi sacramentali di
purificarci ognor più. Dobbiamo, purificatis mentibus et cordibus come
dice l'Oremus, presentarci a Dio, soprattutto nella s. Comunione, e tutte le
volte che andiamo in Chiesa, e sempre, affinché possiamo poi presentarci puri
al tribunale di Dio ed evitare il Purgatorio...
Per questo, la festa della Purificazione ben si addice in
modo particolare ai postulanti; ed essi han fatto bene a prendere per loro
particolare Patrona la SS. Vergine sotto questo titolo. Uno che entra in
chiesa, prende l'acqua santa per purificarsi. Così chi tè venuto dal mondo,
ha bisogno di purificarsi non solo dai peccati, ma da tante cose: dalle idee
del mondo, dagli attacchi, ecc. Bisogna togliere tutto questo; dire e fare
come nel Battesimo: a Rinuncio, rinuncio! ", per essere solo più del
Signore.
SACRIFICIO - Dopo appena quaranta giorni dalla nascita,
Gesù già si offriva al Divin Padre nel Tempio. Riscattato per cinque sicli,
fu poi venduto per trenta denari. Quest'offerta corrisponde a quella che più
tardi farà di Sé sul Calvario. Già il Profeta aveva messo sul labbro di Lui
quelle parole: Olocausto ed espiazione non hai richiesto. Allora
dissi: a Eccomi qui! " (995). E si offri al Padre in espiazione
dei peccati degli uomini.
Simeone predice tutto questo alla Madonna: Una
spada trapasserà l'anima a te stessa "(996), ed Ella
generosamente accetta e si offre al compimento dei divini disegni. Il
sacrificio fu il fine per cui Gesù si portò al Tempio, e Maria SS. vi si unì.
Ecco alcuni pensieri che serviranno a farvi ben meditare questo Mistero nella
recita del santo Rosario.
L'Addolorata
La Chiesa celebra due feste dei dolori di Maria SS.: la
prima durante la settimana di Passione, l'altra in settembre. Questa è come
un supplemento di quanto non si può fare nella prima; allo stesso modo che la
solennità del Corpus Domini viene a supplire a quanto non si
può fare il Giovedì Santo. Nella prima, la Chiesa sembra invitarci a meditare
i dolori della SS. Vergine per compatirla; nella seconda, a rallegrarci con
Lei perché i dolori le furono motivo di merito e di gloria.
Certamente la divozione ai dolori di Maria SS. è una delle
più care a Lei e delle più utili a noi. Basterebbe a ciò provare, la storia
dei sette Fondatori dei Servi di Maria, i quali ebbero da Maria stessa
l'invito di ritirarsi ad onorare di continuo questi dolori. In premio
divennero tutti santi; non solo individualmente, ma collettivamente, come
proclamò Leone XIII. Ciò significa la speciale approvazione di Maria per chi
onora i suoi dolori.
Il compatire la Madre nei suoi grandi dolori è proprio di
un cuore delicato; e la Madre non può non gradire tale omaggio. E non solo
Lei, ma anche Nostro Signore. Gesù infatti diceva un giorno alla B. Veronica
de' Binasco che, per l'amore che portava alla Madre sua, preferiva che si
compatissero i dolori di Lei, più che i dolori propri (997).
Essendo così cara questa divozione a Gesù e a Maria, noi
dobbiamo coltivarla, non solo nelle due feste stabilite dalla Chiesa, ma
tutto l'anno. È un dovere di tutti i cristiani, ma lo è in particolare di noi
che, come figli della Consolata, abbiamo speciale dovere di consolare la
Madre nostra, renderla veramente " Consolata ". Non è per nulla che
portiamo questo bel titolo.
Dobbiamo perciò meditare sovente quanto siamo costati alla
Madonna, perché Ella fu intimamente unita alla Passione di Nostro Signore;
tutti i dolori di Lui si riversarono nel cuore della Madre. Già fin da quando
fu eletta ad essere la Madre del Redentore, Dio le fece conoscere tutto
l'incruento martirio che avrebbe dovuto sopportare; cosicché tutta la vita di
Maria SS. fu, come quella di Nostro Signore, croce e martirio, massimamente
dopo la profezia di Simeone.
S. Alfonso dice che Maria SS. fu la regina dei martiri,
perché il suo martirio fu più lungo e più doloroso di quello di tutti i
martiri assieme (998). S. Bernardo spiega che Maria SS. fu martire nell'anima
(999).E tutto Ella sofferse per noi e per la nostra salvezza. Meditando i
dolori della Madonna ciascuno deve dire: " Ha sofferto per me! ".
Né solamente dobbiamo coltivare questa divozione per amore
e riconoscenza verso la Madre nostra, ma anche per il nostro proprio
interesse, cioè per l'utilità che ne viene a noi. S. Giuseppe Cafasso dice
che questa divozione è utile in vita e in morte (1000). È utile in vita,
perché come cristiani e più come Missionari, abbiamo tutti da soffrire. E chi
ci sosterrà? L'aiuto migliore l'avremo da Maria SS. Ella ci aiuterà in tutti
i sacrifici che incontreremo, sì che possiamo accettarli e compierli con
merito. E lo farà tanto più volentieri, quanto più noi saremo divoti dei suoi
dolori.
Soprattutto la SS. Vergine ottiene ai divoti dei suoi
dolori il vero dolore dei peccati, specialmente in punto di morte, con
un'assistenza particolare in quel punto estremo. Non sarà mai che la Madonna
lasci alcuno, già divoto dei suoi dolori, senza aiuto in punto di morte. Ella
è presente al letto degli agonizzanti e ci asciugherà le lacrime. Quanti
ebbero la fortuna di avere Maria SS. visibilmente presente sul loro letto di
morte! S. Giuseppe Cafasso, divotissimo dei dolori di Maria, ebbe questa
fortuna.
Perciò, nella recita del santo Rosario, meditando i
Misteri dolorosi, unite al pensiero di Nostro Signore sofferente, quello
delle sofferenze della Madonna. Ella l'accompagnò in tutti questi misteri di
dolore, dal Getsemani al Calvario.
Proponiamo di essere molto divoti dei dolori di Maria: per
il dovere che ne abbiamo e per utilità nostra. È una delle divozioni più sode
e, direi, maschie. Essa rompe la durezza dei nostri cuori, ci fa gustare la
preghiera, ci fa amare la pietà. Onoriamo e consoliamo l'Addolorata, noi
figli della Consolata!
Assunzione della B. V. Maria
S. Alfonso riporta che S. Geltrude vide un giorno un
stuolo d'anime, che Maria SS. copriva col suo manto e mirava con grande
affetto: e intese essere quelle che, nei giorni precedenti, s'erano
apparecchiate con divoti esercizi alla festa dell'Assunzione (1001).
S. Francesco di Sales, ritornando dall'aver predicato
sull'Assunzione della Madonna, diceva: " Oh, come vorrei aver parlato
più santamente, più affettuosamente della nostra santa e gloriosa Signora! Io
la supplico a volermi perdonare! (1002). Che dovrò dunque dir io?
È questa la festa più solenne che la Chiesa celebra in
onore di Maria. Il Suarez dice: " La festa dell'Assunzione eccelle fra
tutte le feste della Madonna. - Festum Assumptionis inter
festivitates eius habet quamdam excellentiam (1003). Questa
solennità si celebrò fin dal tempo degli Apostoli, i quali ogni anno
commemoravano con divozione il glorioso transito della SS. Vergine. Papa
Leone IV, circa l'anno 845, ordinò che se ne facesse l'ottava.
In essa commemoriamo anzitutto il Transito della Beata
Vergine, la quale, secondo l'opinione più accreditata, morì nel settantesimo
anno di età, ventiquattro anni dopo l'Ascensione di Nostro Signore. Per
disposizione divina vi si trovarono presenti tutti gli Apostoli, eccetto S.
Giacomo il Maggiore già martirizzato, e S. Tommaso. Questi, come racconta S.
Giovanni Damasceno (1004), arrivò quando la Madonna era già sepellita; chiese
di vederla almeno morta, ma quando si scoperchiò il sepolcro, lo si trovò vuoto.
Certo è che la Madonna è in Paradiso in corpo ed anima, e speriamo che presto
la Chiesa definisca il dogma dell'Assunzione della B. V., come già fece per
quello dell'Immacolata Concezione (*).
È questo, infatti, il secondo avvenimento che noi
festeggiamo oggi: la sua gloriosa Assunzione al Cielo, onorata dagli Angeli e
Santi del Paradiso e dallo stesso N. S. Gesù Cristo; nonché la sua
incoronazione a Regina del cielo e della terra, onorata dalla SS. Trinità. Il
pio S. Pier Damiani riflette molto a proposito che nell'Assunzione della B.
V. Maria vi fu qualche cosa di più che nell'Ascensione di Nostro Signore: in
quanto che incontro al Divin Redentore andarono solo gli Angeli, mentre
incontro alla Madre andò lo stesso Divin Figlio con tutta la corte celeste,
Angeli e Santi (1005).
S. Giovanni scrive nell'Apocalisse di aver veduto in
Cielo una Donna ravvolta dal sole, e la luna sotto i suoi piedi, e
sul suo capo una corona di dodici stelle (1006). Questa Donna è
primieramente la Chiesa e le dodici stelle figurano i dodici Apostoli. In
senso figurato, poi, i santi Padri ravvisano in questa Donna Maria SS.:
splendente come il sole, con sotto i piedi le miserie passeggere terrene,
raffigurate nelle fasi della luna; incoronata di dodici stelle, raffiguranti
le principali virtù di Maria: la purezza, la modestia, l'umiltà, la prudenza,
l'obbedienza, la carità, la gratitudine, la povertà, la pazienza, la
compassione, la costanza e la misericordia. Dice Cornelio A Lapide che Maria
SS. rivelò più volte esserle di sommo gradimento la memoria di queste sue
dodici virtù (1007).
Questa magnifica visione di Maria SS. viene detta da S.
Bernardo il terzo Paradiso dei Beati, dopo quello della visione beatifica di
Dio e della Umanità santissima
(*) Il dogma dell'Assunzione di Maria SS. al Cielo fu
proclamato da Papa Pio XII il 1° novembre 1950.
di Nostro Signore. S. Ambrogio scrive: " siccome
Maria SS. è la Madre di Gesù, che è capo della Chiesa, Ella è in certo modo
la Madre della Chiesa " (1008).
Maria risplende in Cielo della chiarezza del sole, che è
Gesù, perché sta alla destra di Lui: Sta la Regina alla tua destra in
veste d'oro, ravvolta in variopinto abbigliamento (1009). Ella è
sopra gli Angeli: super choros Angelorum e il suo trono è trono di gloria e
di onore, di giustizia e di merito, di grazia e di misericordia.
È dunque questa una festa tutta di allegrezza.
nell'ufficio si dice e si ripete: Assumpta est Maria in coelum...
gaudent Angeli! (1010). La Chiesa vuole che innalziamo i cuori in
alto, al Paradiso. Dev'essere pel nostro cuore, una festa di consolazione, di
tripudio; dobbiamo godere con la Chiesa. Dalla Purificazione a Pasqua la
Chiesa ci fa cantare quella bella antifona: Ave Regina Coelorum...
Cantiamola e recitiamola sovente con affetto e trasporto di gioia, godendo
che la nostra cara Madre sia sollevata tanto in alto, da esser costituita
regina del Cielo!
Per nostra utilità e cioè pel nostro profitto spirituale,
fermiamoci un tantino sul Transito della B. V. e consideriamo ciò che lo rese
così dolce e santo. S. Alfonso porta tre motivi (1011). Il primo è che la
Madonna era staccata da tutte le cose di questa terra: sia dai parenti e sia
dalla roba, essendo vissuta tranquilla nella sua povera casetta di Nazaret.
Così noi, se vogliamo corrispondere alla nostra vocazione dobbiamo non essere
troppo attaccati ai parenti, come tante volte vi ho detto; inoltre staccare
il cuore da tutto ciò che è terreno; dalle comodità e da tutte quelle minuzie
che gli impediscono di volare a Dio.
Soprattutto la Madonna era staccata dagli onori. Il Da
Ponte interpreta le dodici stelle che fanno corona al capo della Madonna,
come altrettanti atti di umiltà eroica: 1) Il silenzio con cui la Madonna
celò sempre i doni ricevuti - 2) L'aborrimento che sempre ebbe delle lodi -
3) L'aver sempre attribuito a Dio tutte le grazie - 4) L'essersi sempre
tenuta all'ultimo posto - 5) L'aver sempre obbedito alla Legge, anche a
scapito del suo onore - 6) L'essersi posta sotto gli inferiori, anche
servendoli, come fece con S. Giuseppe e con S. Elisabetta - 7) L'essersi
occupata degli uffici più umili - 8) Il non aver fatto alcun miracolo in vita
- 9) L'aver amato la povertà - 10) L'aver sopportato con pazienza gli
affronti da parte dei Farisei - 11) L'aver sopportato in pace le parole
apparentemente un po' dure di Nostro Signore a suo riguardo: Chi è mia
Madre?, ecc. - 12) Non aver rifuggito dai disprezzi e aver invece voluto
prendere parte a tutte le umiliazioni e le sofferenze di Nostro
Signore(1012). S. Paolo dice che Nostro Signore salì così in alto, perché
prima discese molto in basso. Ugualmente deve dirsi della Madonna.
Il secondo motivo che rese dolce il Transito della
Madonna, fu il non aver Ella mai peccato. La Madonna fu immacolata dalla
concezione alla morte: mai la minima imperfezione. Così si muore felice!... E
noi? Se in punto di morte non ci saranno che peccatucci, I'indulgenza
plenaria in articulo mortis li cancellerà; ma se non togliamo fin d'ora
l'affetto al peccato anche solo veniale, avremo poi allora il dolore? Perché
l'indulgenza si estende solo ai peccati dei quali ci pentiamo. Un po' di pena
per i nostri peccati l'avremo certamente, ma se procuriamo fin d'ora di far
bene tutte le cose, il Signore ci consolerà. Più si vive bene, più si ha la
certezza che i nostri peccati sono perdonati. Insomma, per evitare questi
rimorsi in vita e in morte, bisogna essere fervorosi.
Il terzo motivo che rese dolce il Transito della Madonna,
fu ch'Ella aveva la sicurezza di salvarsi. Certo, ciò che rende più penosa la
morte, per noi, è il non avere questa certezza. Lo stesso S. Paolo, pur
affermando di nulla avere sulla coscienza che gli rimordesse, non per questo
si sentiva giustificato (1013). Il Signore non volle darci questa certezza.
Anche S. Francesco di Sales, a Parigi, ebbe su questo punto una terribile
tentazione (1014). Ci furono dei Santi, come S. Luigi Bernardo, che in punto
di morte tremavano(1015). Ma generalmente in quel punto il Signore toglie
questa paura e, all'ultimo momento, si muore tranquilli. Per parte nostra
facciamo quello che possiamo per salvarci, e allora ci salveremo. Operare
quindi la nostra santificazione con timore e tremore; quel santo timore che
ci rende vigilanti, senza toglierci la confidenza.
Il miglior modo di celebrare la festa dell'Assunta è di
imitare la Madonna nel modo ch'Ella si preparò, in questa vita, a ricevere in
Paradiso la gloria di cui ora gode. Ad imitazione di Lei, facciamo continui
atti di distacco dalla terra e dalle cose terrene, e procuriamo di vivere
ogni giorno come se fosse l'ultimo di nostra vita. Noi fortunati se potessimo
morire, come la Madonna, di puro amor di Dio!
S. Stanislao Kostka chiese alla Madonna la grazia di
morire nel giorno dell'Assunta, e l'ottenne. Se qualcuno vuol imitare questo
Santo, gli dò il permesso; se è già santo come Stanislao Kostka, chieda pure
di morire. Del resto, è opinione comune dei Santi che la Madonna venga ad
assistere in punto di morte i suoi divoti. S. Giovanni di Dio, in quel punto
aspettava la visita della Madonna e, non vedendola comparire, se ne
affliggeva. Quand'ecco gli apparve la Divina Madre che gli disse: "
Giovanni mio, pensavi che Io ti avessi abbandonato? Non sai che Io non so
abbandonare nel l'ora della morte i miei divoti? Non son venuta prima, perché
non era ancor tempo; ora è giunto, eccomi, andiamo al Paradiso! "(1016).
Ciò la Madonna farà in modo particolare per coloro che, in vita e in morte,
la invocheranno in memoria del suo felice transito. Dunque coraggio! Occhi e
cuore al Paradiso! E non solo oggi, ma sempre!
Nostra Signora del Suffragio (5 novembre)
Tutti i titoli onorifici convengono alla Madonna e la
pietà cristiana attribuì a Lei tutti gli uffici di Madre pietosa e
misericordiosa. È quindi anche onorata e invocata quale Madonna del
Suffragio, cioè protettrice delle anime sante del Purgatorio. E veramente la
SS. Vergine è Regina, Madre e Consolatrice di quelle anime.
Ella è Regina del cielo e della terra; perché dunque non
dovrebbe esserlo del Purgatorio, dove può esercitare il Suo dominio su anime
tanto dilette a Dio? S. Bernardino da Siena dice espressamente che la Madonna
ha dominio anche nel regno del Purgatorio: Beata Virgo in regno
Purgatorii dominium habet(1017). Ed è un dominio non solo nominale,
onorifico, ma effettivo; Ella vi impera e fa come vuole. La Madonna è Madre
di misericordia e, come tale, non può non aver cura delle anime del
Purgatorio. Maria SS. disse un giorno a S. Brigida: " Io sono la Madre
di tutti quelli che sono in Purgatorio - Ego Mater omnium qui sunt in
Purgatorio " (1018).
La Madonna è inoltre la grande Consolatrice, e in
Purgatorio c'è tanto bisogno di consolazione. S. Brigida intese Gesù che
diceva alla Madre sua: " Tu sei la consolazione di quelli che sono in
Purgatorio! " (1019). La Madonna, dice il Novarino, rende più lievi e
più brevi le pene di quelle anime. " Leviores et breviores "
(1020).
Che se la Madonna soccorre tutte le anime del Purgatorio,
in particolare ha cura delle anime dei suoi divoti. Il Novarino, autore
classico di ascetica, scrive che se è vero che la SS. Vergine dà a tutte le
anime del Purgatorio aiuto e refrigerio, ciò fa specialmente verso i suoi
divoti. Licet omnibus opem et refrigerium ferat, id tamen praecipue
erga suos praestat (1021). La stessa cosa afferma S. Bernardino da
Siena: " Dai tormenti del Purgatorio Ella libera massimamente i suoi
divoti - Ab his tormentis liberat maxime devotos "
(1022).
Cerchiamo dunque di essere molto divoti della Madonna;
preghiamola a far subito qui, ciò che farebbe per noi in Purgatorio; così non
avrà più da farlo dopo la nostra morte. E intanto ricordiamola, onoriamola e
invochiamola come Regina, Madre e Consolatrice delle anime del Purgatorio.
Florilegio Mariano
Noi siamo un miracolo vivente delle grazie della Madonna.
Cerchiamo di meritarci ogni giorno più il bel titolo che ci ha dato, e state
attenti che un giorno non ce lo tolga per la nostra in corrispondenza e ci
dica: " Non siete più Consolatini! ". Per carità, no, no!
È la Madonna che ci fa santi. Più ricorriamo a Lei per
avere grazie e santità, e più facciamo piacere a Nostro Signore.
Qualcuno teme di amare più la Madonna che il Signore; ma
il Signore non teme, perché il Figlio è sempre contento di quel che si fa in
onore della Madre sua.
È inutile! se non siamo divoti della Madonna, non faremo
mai niente; né per noi né per gli altri.
Come non sentire il gusto della mamma? E se si sente per
la mamma terrena, perché non per quella del Cielo?
Tutti ci ritengono per i beniamini della Madonna e
confidano tanto nelle nostre preghiere. Ci vuole anche un po' di
prepotenza... una riverente prepotenza.
Voglio che per voi sia " mese di maggio " tutto
l'anno. Non vi dico di più, perché dovete già essere inebriati della Madonna!
Chiedete a S. Giuseppe la vera divozione alla Madonna;
Ella poi vi darà quella a Gesù. Certuni dicono che hanno divozione a Gesù e
non alla Madonna. Ma come?!... Non è possibile!... Dicano piuttosto che non
la " sentono ". Voi però dovete essere molto divoti della Madonna.
Se non avete la divozione alla Madonna, e non dico solo
divozione, ma una tenera divozione, non vi farete santi!
Dobbiamo stimarci fortunati di portare il nome della
Madonna. Quando uscite, la gente non dice: " Sono i Missionari ",
ma dice: " Sono i Missionari della Consolata ". Non possono
nominare voi, senza nominare la Madonna.
Guardiamo di non lasciarci portar via tutte le grazie
dagli altri; che non avvenga di noi come degli Ebrei ai quali Gesù
diceva: Sarà tolto da voi il regno di Dio e sarà dato a coloro che ne
trarranno frutto! " (1023).
All'altare delle vostre cappelle, come icona, deve stare
la SS. Consolata. Non voglio che la copriate per mettervi l'Immacolata. Se
mai, nella novena e festa, l'Immacolata mettetela lateralmente.
La medaglia della Consolata è potente contro il demonio:
facendola baciare ad un'ossessa, ne ottenni la liberazione (*). Voglio che
impariate quella preghiera: O Domina mea, Sancta Maria... ma come la dico io;
perché in certi libri c'è, ma abbreviata. Non so dove l'ho presa ma l'ho
sempre recitata così. Nel recitarla ci metto tutto il cuore. È bella! Sono
preghiere, come il Memorare, che bisogna avere.
" Ringrazio Voi, o Maria, di essere già da 35 anni
custode del vostro Santuario... Che cosa ho fatto in questi 35 anni?... Se
fosse stato un altro al mio posto, che cosa avrebbe fatto?... Ma non voglio
investigare. Se fossi stato tanto cattivo, non mi avreste tenuto tanti anni.
È questo certamente un segno di predilezione!... Se ho fatto male, pensateci,
aggiustate Voi e sia finita; accettate tutto come se l'avessi fatto
perfettamente. Non voglio sofisticare, prendete le cose come sono; mi avete
tenuto, dunque dovete essere contenta! ".
AVE MARIA!
Dignare me laudare Te,
Virgo Sacrata!
Da mihi virtutem contra hostes tuos
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