IL SESTO COMANDAMENTO
2331 « Dio è amore e vive in se stesso un mistero di comunione e di amore. Creandola a sua immagine [...] Dio iscrive nell'umanità dell'uomo e della donna la vocazione, e quindi la capacità e la responsabilità dell'amore e della comunione ». 218
« Dio creò l'uomo a sua immagine; [...] maschio e femmina li creò » (Gn 1,27); « Siate fecondi e moltiplicatevi » (Gn 1,28); « Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati » (Gn 5,1-2).
2332 La sessualità esercita un'influenza su tutti gli aspetti della persona umana, nell'unità del suo corpo e della sua anima. Essa concerne particolarmente l'affettività, la capacità di amare e di procreare, e, in un modo più generale, l'attitudine ad intrecciare rapporti di comunione con altri.
2333 Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare la propria identità sessuale. Ladifferenza e la complementarità fisiche, morali e spirituali sono orientate ai beni del matrimonio e allo sviluppo della vita familiare. L'armonia della coppia e della società dipende in parte dal modo in cui si vivono tra i sessi la complementarità, il bisogno vicendevole e il reciproco aiuto.
2334 « Creando l'uomo "maschio e femmina", Dio dona la dignità personale in egual modo all'uomo e alla donna ». 219 « L'uomo è una persona, in eguale misura l'uomo e la donna: ambedue infatti sono stati creati ad immagine e somiglianza del Dio personale ». 220
2335 Ciascuno dei due sessi, con eguale dignità, anche se in modo differente, è immagine della potenza e della tenerezza di Dio. L'unione dell'uomo e della donna nel matrimonio è una maniera di imitare, nella carne, la generosità e la fecondità del Creatore: « L'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne » (Gn 2,24). Da tale unione derivano tutte le generazioni umane. 221
2336 Gesù è venuto a restaurare la creazione nella purezza delle sue origini. Nel discorso della montagna dà un'interpretazione rigorosa del progetto di Dio: « Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore » (Mt 5,27-28). L'uomo non deve separare quello che Dio ha congiunto. 222
La Tradizione della Chiesa ha considerato il sesto comandamento come inglobante l'insieme della sessualità umana.
2337 La castità esprime la raggiunta integrazione della sessualità nella persona e conseguentemente l'unità interiore dell'uomo nel suo essere corporeo e spirituale. La sessualità, nella quale si manifesta l'appartenenza dell'uomo al mondo materiale e biologico, diventa personale e veramente umana allorché è integrata nella relazione da persona a persona, nel dono reciproco, totale e illimitato nel tempo, dell'uomo e della donna.
La virtù della castità, quindi, comporta l'integrità della persona e l'integralità del dono.
L'integrità della persona
2338 La persona casta conserva l'integrità delle forze di vita e di amore che sono in lei. Tale integrità assicura l'unità della persona e si oppone a ogni comportamento che la ferirebbe. Non tollera né doppiezza di vita, né doppiezza di linguaggio. 223
2339 La castità richiede l'acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana. L'alternativa è evidente: o l'uomo comanda alle sue passioni e consegue la pace, oppure si lascia asservire da esse e diventa infelice. 224 « La dignità dell'uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e indotto da convinzioni personali, e non per un cieco impulso o per mera coazione esterna. Ma l'uomo ottiene tale dignità quando, liberandosi da ogni schiavitù delle passioni, tende al suo fine con scelta libera del bene, e si procura da sé e con la sua diligente iniziativa i mezzi convenienti ». 225
2340 Colui che vuole restare fedele alle promesse del suo Battesimo e resistere alle tentazioni, avrà cura di valersi dei mezzi corrispondenti: la conoscenza di sé, la pratica di un'ascesi adatta alle situazioni in cui viene a trovarsi, l'obbedienza ai divini comandamenti, l'esercizio delle virtù morali e la fedeltà alla preghiera. « La continenza in verità ci raccoglie e ci riconduce a quell'unità, che abbiamo perduto disperdendoci nel molteplice ». 226
2341 La virtù della castità è strettamente dipendente dalla virtù cardinale della temperanza, che mira a far condurre dalla ragione le passioni e gli appetiti della sensibilità umana.
2342 Il dominio di sé è un'opera di lungo respiro. Non lo si potrà mai ritenere acquisito una volta per tutte. Suppone un impegno da ricominciare ad ogni età della vita. 227 Lo sforzo richiesto può essere maggiore in certi periodi, quelli, per esempio, in cui si forma la personalità, l'infanzia e l'adolescenza.
2343 La castità conosce leggi di crescita, la quale passa attraverso tappe segnate dall'imperfezione e assai spesso dal peccato. L'uomo virtuoso e casto « si costruisce giorno per giorno, con le sue numerose libere scelte: per questo egli conosce, ama e compie il bene morale secondo tappe di crescita ». 228
2344 La castità rappresenta un impegno eminentemente personale; implica anche uno sforzo culturale, poiché « il perfezionamento della persona umana e lo sviluppo della stessa società [sono] tra loro interdipendenti ». 229 La castità suppone il rispetto dei diritti della persona, in particolare quello di ricevere un'informazione ed un'educazione che rispettino le dimensioni morali e spirituali della vita umana.
2345 La castità è una virtù morale. Essa è anche un dono di Dio, una grazia, un frutto dello Spirito.230 Lo Spirito Santo dona di imitare la purezza di Cristo 231 a colui che è stato rigenerato dall'acqua del Battesimo.
L'integralità del dono di sé
2346 La carità è la forma di tutte le virtù. Sotto il suo influsso, la castità appare come una scuola del dono della persona. La padronanza di sé è ordinata al dono di sé. La castità rende colui che la pratica un testimone, presso il prossimo, della fedeltà e della tenerezza di Dio.
2347 La virtù della castità si dispiega nell'amicizia. Indica al discepolo come seguire ed imitare colui che ci ha scelti come suoi amici, 232 si è totalmente donato a noi e ci ha reso partecipi della sua condizione divina. La castità è promessa di immortalità.
La castità si esprime particolarmente nell'amicizia per il prossimo. Coltivata tra persone del medesimo sesso o di sesso diverso, l'amicizia costituisce un gran bene per tutti. Conduce alla comunione spirituale.
Le diverse forme della castità
2348 Ogni battezzato è chiamato alla castità. Il cristiano si è rivestito di Cristo, 233 modello di ogni castità. Tutti i credenti in Cristo sono chiamati a condurre una vita casta secondo il loro particolare stato di vita. Al momento del Battesimo il cristiano si è impegnato a vivere la sua affettività nella castità.
2349 « La castità deve distinguere le persone nei loro differenti stati di vita: le une nella verginità o nel celibato consacrato, un modo eminente di dedicarsi più facilmente a Dio solo, con cuore indiviso; le altre, nella maniera quale è determinata per tutti dalla legge morale e secondo che siano sposate o celibi ». 234 Le persone sposate sono chiamate a vivere la castità coniugale; le altre praticano la castità nella continenza:
2350 I fidanzati sono chiamati a vivere la castità nella continenza. Messi così alla prova, scopriranno il reciproco rispetto, si alleneranno alla fedeltà e alla speranza di riceversi l'un l'altro da Dio. Riserveranno al tempo del matrimonio le manifestazioni di tenerezza proprie dell'amore coniugale. Si aiuteranno vicendevolmente a crescere nella castità.
Le offese alla castità
2351 La lussuria è un desiderio disordinato o una fruizione sregolata del piacere venereo. Il piacere sessuale è moralmente disordinato quando è ricercato per se stesso, al di fuori delle finalità di procreazione e di unione.
2352 Per masturbazione si deve intendere l'eccitazione volontaria degli organi genitali, al fine di trarne un piacere venereo. « Sia il Magistero della Chiesa – nella linea di una tradizione costante – sia il senso morale dei fedeli hanno affermato senza esitazione che la masturbazione è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato ». « Qualunque ne sia il motivo, l'uso deliberato della facoltà sessuale al di fuori dei rapporti coniugali normali contraddice essenzialmente la sua finalità ». Il godimento sessuale vi è ricercato al di fuori della « relazione sessuale richiesta dall'ordine morale, quella che realizza, in un contesto di vero amore, l'integro senso della mutua donazione e della procreazione umana ». 236
Al fine di formulare un equo giudizio sulla responsabilità morale dei soggetti e per orientare l'azione pastorale, si terrà conto dell'immaturità affettiva, della forza delle abitudini contratte, dello stato d'angoscia o degli altri fattori psichici o sociali che possono attenuare, se non addirittura ridurre al minimo, la colpevolezza morale.
2353 La fornicazione è l'unione carnale tra un uomo e una donna liberi, al di fuori del matrimonio. Essa è gravemente contraria alla dignità delle persone e della sessualità umana naturalmente ordinata sia al bene degli sposi, sia alla generazione e all'educazione dei figli. Inoltre è un grave scandalo quando vi sia corruzione dei giovani.
2354 La pornografia consiste nel sottrarre all'intimità dei partner gli atti sessuali, reali o simulati, per esibirli deliberatamente a terze persone. Offende la castità perché snatura l'atto coniugale, dono intimo e reciproco degli sposi. Lede gravemente la dignità di coloro che vi si prestano (attori, commercianti, pubblico), poiché l'uno diventa per l'altro oggetto di un piacere rudimentale e di un illecito guadagno. Immerge gli uni e gli altri nell'illusione di un mondo irreale. È una colpa grave. Le autorità civili devono impedire la produzione e la diffusione di materiali pornografici.
2355 La prostituzione offende la dignità della persona che si prostituisce, ridotta al piacere venereo che procura. Colui che paga pecca gravemente contro se stesso: viola la castità, alla quale lo impegna il Battesimo e macchia il suo corpo, tempio dello Spirito Santo. 237 La prostituzione costituisce una piaga sociale. Normalmente colpisce donne, ma anche uomini, bambini o adolescenti (in questi due ultimi casi il peccato è, al tempo stesso, anche uno scandalo). Il darsi alla prostituzione è sempre gravemente peccaminoso, tuttavia l'imputabilità della colpa può essere attenuata dalla miseria, dal ricatto e dalla pressione sociale.
2356 Lo stupro indica l'entrata con forza, mediante violenza, nell'intimità sessuale di una persona. Esso viola la giustizia e la carità. Lo stupro lede profondamente il diritto di ciascuno al rispetto, alla libertà, all'integrità fisica e morale. Arreca un grave danno, che può segnare la vittima per tutta la vita. È sempre un atto intrinsecamente cattivo. Ancora più grave è lo stupro commesso da parte di parenti stretti (incesto) o di educatori ai danni degli allievi che sono loro affidati.
Castità e omosessualità
2357 L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni,238 la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.
2360 La sessualità è ordinata all'amore coniugale dell'uomo e della donna. Nel matrimonio l'intimità corporale degli sposi diventa un segno e un pegno della comunione spirituale. Tra i battezzati, i legami del matrimonio sono santificati dal sacramento.
2361 « La sessualità, mediante la quale l'uomo e la donna si donano l'uno all'altra con gli atti propri ed esclusivi degli sposi, non è affatto qualcosa di puramente biologico, ma riguarda l'intimo nucleo della persona umana come tale. Essa si realizza in modo veramente umano solo se è parte integrante dell'amore con cui l'uomo e la donna si impegnano totalmente l'uno verso l'altra fino alla morte »: 240
2362 « Gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità, sono onorevoli e degni, e, compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano, ed arricchiscono vicendevolmente in gioiosa gratitudine gli sposi stessi ». 241 La sessualità è sorgente di gioia e di piacere:
2363 Mediante l'unione degli sposi si realizza il duplice fine del matrimonio: il bene degli stessi sposi e la trasmissione della vita. Non si possono disgiungere questi due significati o valori del matrimonio, senza alterare la vita spirituale della coppia e compromettere i beni del matrimonio e l'avvenire della famiglia.
L'amore coniugale dell'uomo e della donna è così posto sotto la duplice esigenza della fedeltà e della fecondità.
La fedeltà coniugale
2364 La coppia coniugale forma una « intima comunità di vita e di amore [che], fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie, è stabilita dal patto coniugale, vale a dire dall'irrevocabile consenso personale ». 243 Gli sposi si donano definitivamente e totalmente l'uno all'altro. Non sono più due, ma ormai formano una carne sola. L'alleanza stipulata liberamente dai coniugi impone loro l'obbligo di conservarne l'unità e l'indissolubilità. 244 « L'uomo [...] non separi ciò che Dio ha congiunto » (Mc 10,9). 245
2365 La fedeltà esprime la costanza nel mantenere la parola data. Dio è fedele. Il sacramento del Matrimonio fa entrare l'uomo e la donna nella fedeltà di Cristo alla sua Chiesa. Mediante la castità coniugale, essi rendono testimonianza a questo mistero di fronte al mondo.
La fecondità del matrimonio
2366 La fecondità è un dono, un fine del matrimonio; infatti l'amore coniugale tende per sua natura ad essere fecondo. Il figlio non viene ad aggiungersi dall'esterno al reciproco amore degli sposi; sboccia nel cuore stesso del loro mutuo dono, di cui è frutto e compimento. Perciò la Chiesa, che « sta dalla parte della vita », 247 insegna che « qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto per sé alla trasmissione della vita ». 248 « Tale dottrina, più volte esposta dal Magistero della Chiesa, è fondata sulla connessione inscindibile, che Dio ha voluto e che l'uomo non può rompere di sua iniziativa, tra i due significati dell'atto coniugale: il significato unitivo e il significato procreativo ». 249
2367 Chiamati a donare la vita, gli sposi partecipano della potenza creatrice e della paternità di Dio.250 « Nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla, che deve essere considerato come la loro propria missione, i coniugi sanno di essere cooperatori dell'amore di Dio Creatore e come suoi interpreti. E perciò adempiranno il loro dovere con umana e cristiana responsabilità ». 251
2368 Un aspetto particolare di tale responsabilità riguarda la regolazione della procreazione. Per validi motivi 252 gli sposi possono voler distanziare le nascite dei loro figli. Devono però verificare che il loro desiderio non sia frutto di egoismo, ma sia conforme alla giusta generosità di una paternità responsabile. Inoltre regoleranno il loro comportamento secondo i criteri oggettivi della moralità:
2369 « Salvaguardando ambedue questi aspetti essenziali, unitivo e procreativo, l'atto coniugale conserva integralmente il senso di mutuo e vero amore e il suo ordinamento all'altissima vocazione dell'uomo alla paternità ». 254
2370 La continenza periodica, i metodi di regolazione delle nascite basati sull'auto-osservazione e il ricorso ai periodi infecondi 255 sono conformi ai criteri oggettivi della moralità. Tali metodi rispettano il corpo degli sposi, incoraggiano tra loro la tenerezza e favoriscono l'educazione ad una libertà autentica. Al contrario, è intrinsecamente cattiva « ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione ». 256
2371 « Sia chiaro a tutti che la vita dell'uomo e il compito di trasmetterla non sono limitati solo a questo tempo e non si possono commisurare e capire in questo mondo soltanto, ma riguardano sempre il destino eterno degli uomini ». 258
2372 Lo Stato è responsabile del benessere dei cittadini. È legittimo che, a questo titolo, prenda iniziative al fine di orientare l'incremento della popolazione. Può farlo con un'informazione obiettiva e rispettosa, mai però con imposizioni autoritarie e cogenti. Non può legittimamente sostituirsi all'iniziativa degli sposi, primi responsabili della procreazione e dell'educazione dei propri figli. 259 In questo campo non è autorizzato a intervenire con mezzi contrari alla legge morale.
Il dono del figlio
2373 La Sacra Scrittura e la pratica tradizionale della Chiesa vedono nelle famiglie numerose un segno della benedizione divina e della generosità dei genitori. 260
2374 Grande è la sofferenza delle coppie che si scoprono sterili. « Che mi darai? », chiede Abramo a Dio. « Io me ne vado senza figli... » (Gn 15,2). « Dammi dei figli, se no io muoio! », grida Rachele al marito Giacobbe (Gn 30,1).
2375 Le ricerche finalizzate a ridurre la sterilità umana sono da incoraggiare, a condizione che si pongano « al servizio della persona umana, dei suoi diritti inalienabili e del suo bene vero e integrale, secondo il progetto e la volontà di Dio ». 261
2376 Le tecniche che provocano una dissociazione dei genitori, per l'intervento di una persona estranea alla coppia (dono di sperma o di ovocita, prestito dell'utero) sono gravemente disoneste. Tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali eterologhe) ledono il diritto del figlio a nascere da un padre e da una madre conosciuti da lui e tra loro legati dal matrimonio. Tradiscono « il diritto esclusivo [degli sposi] a diventare padre e madre soltanto l'uno attraverso l'altro ». 262
2377 Praticate in seno alla coppia, tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali omologhe) sono, forse, meno pregiudizievoli, ma rimangono moralmente inaccettabili. Dissociano l'atto sessuale dall'atto procreatore. L'atto che fonda l'esistenza del figlio non è più un atto con il quale due persone si donano l'una all'altra, bensì un atto che « affida la vita e l'identità dell'embrione al potere dei medici e dei biologi e instaura un dominio della tecnica sull'origine e sul destino della persona umana. Una siffatta relazione di dominio è in sé contraria alla dignità e all'uguaglianza che dev'essere comune a genitori e figli ». 263 « La procreazione è privata dal punto di vista morale della sua perfezione propria quando non è voluta come il frutto dell'atto coniugale, e cioè del gesto specifico dell'unione degli sposi [...]; soltanto il rispetto del legame che esiste tra i significati dell'atto coniugale e il rispetto dell'unità dell'essere umano consente una procreazione conforme alla dignità della persona ». 264
2378 Il figlio non è qualcosa di dovuto, ma un dono. Il « dono più grande del matrimonio » è una persona umana. Il figlio non può essere considerato come oggetto di proprietà: a ciò condurrebbe il riconoscimento di un preteso « diritto al figlio ». In questo campo, soltanto il figlio ha veri diritti: quello « di essere il frutto dell'atto specifico dell'amore coniugale dei suoi genitori e anche il diritto a essere rispettato come persona dal momento del suo concepimento ». 265
2379 Il Vangelo mostra che la sterilità fisica non è un male assoluto. Gli sposi che, dopo aver esaurito i legittimi ricorsi alla medicina, soffrono di sterilità, si uniranno alla croce del Signore, sorgente di ogni fecondità spirituale. Essi possono mostrare la loro generosità adottando bambini abbandonati oppure compiendo servizi significativi a favore del prossimo.
2380 L'adulterio. Questa parola designa l'infedeltà coniugale. Quando due persone, di cui almeno una è sposata, intrecciano tra loro una relazione sessuale, anche episodica, commettono un adulterio. Cristo condanna l'adulterio anche se consumato con il semplice desiderio. 266 Il sesto comandamento e il Nuovo Testamento proibiscono l'adulterio in modo assoluto. 267 I profeti ne denunciano la gravità. Nell'adulterio essi vedono simboleggiato il peccato di idolatria. 268
2381 L'adulterio è un'ingiustizia. Chi lo commette viene meno agli impegni assunti. Ferisce quel segno dell'Alleanza che è il vincolo matrimoniale, lede il diritto dell'altro coniuge e attenta all'istituto del matrimonio, violando il contratto che lo fonda. Compromette il bene della generazione umana e dei figli, i quali hanno bisogno dell'unione stabile dei genitori.
Il divorzio
2382 Il Signore Gesù ha insistito sull'intenzione originaria del Creatore, che voleva un matrimonio indissolubile. 269 Ha abolito le tolleranze che erano state a poco a poco introdotte nella Legge antica. 270
Tra i battezzati « il Matrimonio rato e consumato non può essere sciolto da nessuna potestà umana e per nessuna causa, eccetto la morte ». 271
2383 La separazione degli sposi, con la permanenza del vincolo matrimoniale, può essere legittima in certi casi contemplati dal diritto canonico. 272
Se il divorzio civile rimane l'unico modo possibile di assicurare certi diritti legittimi, quali la cura dei figli o la tutela del patrimonio, può essere tollerato, senza che costituisca una colpa morale.
2384 Il divorzio è una grave offesa alla legge naturale. Esso pretende di sciogliere il patto, liberamente stipulato dagli sposi, di vivere l'uno con l'altro fino alla morte. Il divorzio offende l'Alleanza della salvezza, di cui il Matrimonio sacramentale è segno. Il fatto di contrarre un nuovo vincolo nuziale, anche se riconosciuto dalla legge civile, accresce la gravità della rottura: il coniuge risposato si trova in tal caso in una condizione di adulterio pubblico e permanente:
2385 Il carattere immorale del divorzio deriva anche dal disordine che esso introduce nella cellula familiare e nella società. Tale disordine genera gravi danni: per il coniuge, che si trova abbandonato; per i figli, traumatizzati dalla separazione dei genitori, e sovente contesi tra questi; per il suo effetto contagioso, che lo rende una vera piaga sociale.
2386 Può avvenire che uno dei coniugi sia vittima innocente del divorzio pronunciato dalla legge civile; questi allora non contravviene alla norma morale. C'è infatti una differenza notevole tra il coniuge che si è sinceramente sforzato di rimanere fedele al sacramento del Matrimonio e si vede ingiustamente abbandonato, e colui che, per sua grave colpa, distrugge un Matrimonio canonicamente valido. 274
Altre offese alla dignità del matrimonio
2387 Si comprende il dramma di chi, desideroso di convertirsi al Vangelo, si vede obbligato a ripudiare una o più donne con cui ha condiviso anni di vita coniugale. Tuttavia la poligamia è in contrasto con la legge morale. Contraddice radicalmente la comunione coniugale; essa, « infatti, nega in modo diretto il disegno di Dio quale ci viene rivelato alle origini, perché è contraria alla pari dignità personale dell'uomo e della donna, che nel matrimonio si donano con un amore totale e perciò stesso unico ed esclusivo ». 275 Il cristiano che prima era poligamo, per giustizia, ha il grave dovere di rispettare gli obblighi contratti nei confronti delle donne che erano sue mogli e dei suoi figli.
2388 L'incesto consiste in relazioni intime tra parenti o affini, in un grado che impedisce tra loro il matrimonio. 276 San Paolo stigmatizza questa colpa particolarmente grave: « Si sente da per tutto parlare d'immoralità tra voi [...] al punto che uno convive con la moglie di suo padre! [...] Nel nome del Signore nostro Gesù, [...] questo individuo sia dato in balia di Satana per la rovina della sua carne... » (1 Cor 5,1.3-5). L'incesto corrompe le relazioni familiari e segna un regresso verso l'animalità.
2389 Si possono collegare all'incesto gli abusi sessuali commessi da adulti su fanciulli o adolescenti affidati alla loro custodia. In tal caso la colpa è, al tempo stesso, uno scandaloso attentato all'integrità fisica e morale dei ragazzi, i quali ne resteranno segnati per tutta la loro vita, ed è altresì una violazione della responsabilità educativa.
2390 Si ha una libera unione quando l'uomo e la donna rifiutano di dare una forma giuridica e pubblica a un legame che implica l'intimità sessuale.
L'espressione è fallace: che senso può avere una unione in cui le persone non si impegnano l'una nei confronti dell'altra, e manifestano in tal modo una mancanza di fiducia nell'altro, in se stessi o nell'avvenire?
L'espressione abbraccia situazioni diverse: concubinato, rifiuto del matrimonio come tale, incapacità di legarsi con impegni a lungo termine. 277 Tutte queste situazioni costituiscono un'offesa alla dignità del matrimonio; distruggono l'idea stessa della famiglia; indeboliscono il senso della fedeltà. Sono contrarie alla legge morale: l'atto sessuale deve avere posto esclusivamente nel matrimonio; al di fuori di esso costituisce sempre un peccato grave ed esclude dalla comunione sacramentale.
2391 Molti attualmente reclamano una specie di « diritto alla prova » quando c'è intenzione di sposarsi. Qualunque sia la fermezza del proposito di coloro che si impegnano in rapporti sessuali prematuri, tali rapporti « non consentono di assicurare, nella sua sincerità e fedeltà, la relazione interpersonale di un uomo e di una donna, e specialmente di proteggerla dalle fantasie e dai capricci ». 278 L'unione carnale è moralmente legittima solo quando tra l'uomo e la donna si sia instaurata una comunità di vita definitiva. L'amore umano non ammette la « prova ». Esige un dono totale e definitivo delle persone tra loro. 279
2392 « L'amore è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano ». 280
2393 Creando l'essere umano uomo e donna, Dio dona all'uno e all'altra, in modo uguale, la dignità personale. Spetta a ciascuno, uomo e donna, riconoscere e accettare la propria identità sessuale.
2394 Cristo è il modello della castità. Ogni battezzato è chiamato a condurre una vita casta, ciascuno secondo lo stato di vita che gli è proprio.
2395 La castità significa l'integrazione della sessualità nella persona. Richiede che si acquisisca la padronanza della persona.
2396 Tra i peccati gravemente contrari alla castità, vanno citati la masturbazione, la fornicazione, la pornografia e le pratiche omosessuali.
2397 L'alleanza liberamente contratta dagli sposi implica un amore fedele. Essa impone loro l'obbligo di conservare l'indissolubilità del loro Matrimonio.
2398 La fecondità è un bene, un dono, un fine del matrimonio. Donando la vita, gli sposi partecipano della paternità di Dio.
2399 La regolazione delle nascite rappresenta uno degli aspetti della paternità e della maternità responsabili. La legittimità delle intenzioni degli sposi non giustifica il ricorso a mezzi moralmente inaccettabili (per esempio, la sterilizzazione diretta o la contraccezione).
2400 L'adulterio e il divorzio, la poligamia e la libera unione costituiscono gravi offese alla dignità del matrimonio.
(217) Cf Dt 5,18.
(218)Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 11: AAS 74 (1982) 91-92.
(219)Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 22: AAS 74 (1982) 107; cf Concilio Vaticano II, Cost. past.Gaudium et spes, 49: AAS 58 (1966) 1070.
(220)Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mulieris dignitatem, 6: AAS 80 (1988) 1663.
(221) Cf Gn 4,1-2.25-26; 5,1.
(222) Cf Mt 19,6.
(223) Cf Mt 5,37.
(224) Cf Sir 1,22.
(225)Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 17: AAS 58 (1966) 1037-1038.
(226)Sant'Agostino, Confessiones, 10, 29, 40: CCL 27, 176 (PL 32, 796).
(227) Cf Tt 2,1-6.
(228)Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 34: AAS 74 (1982) 123.
(229)Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 25: AAS 58 (1966) 1045.
(230) Cf Gal 5,22-23.
(231) Cf 1 Gv 3,3.
(232) Cf Gv 15,15.
(233) Cf Gal 3,27.
(234)Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 11: AAS 68 (1976) 90-91.
(235)Sant'Ambrogio, De viduis 23: Sancti Ambrosii Episcopi Mediolanensis opera, v. 141 (Milano-Roma 1989) p. 266 (PL 16, 241-242).
(236) Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 9: AAS 68 (1976) 86.
(237) Cf 1 Cor 6,15-20.
(238) Cf Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10.
(239) Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8: AAS 68 (1976) 85.
(240)Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 11: AAS 74 (1982) 92.
(241) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 49: AAS 58 (1966) 1070.
(242) Pio XII, Discorso ai partecipanti al Convegno dell'Unione Cattolica Italiana delle Ostetriche (29 ottobre 1951): AAS 43 (1951) 851.
(243) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 48: AAS 58 (1966) 1067.
(244) Cf CIC canone 1056.
(245) Cf Mt 19,1-12; 1 Cor 7,10-11.
(246) San Giovanni Crisostomo, In epistulam ad Ephesios, homilia 20, 8: PG 62, 146-147.
(247) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 30: AAS 74 (1982) 116.
(248) Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 11: AAS 60 (1968) 488.
(249) Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 12: AAS 60 (1968) 488; cf Pio XI, Lett. enc. Casti connubii: DS 3717.
(250) Cf Ef 3,14-15; Mt 23,9.
(251) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 50: AAS 58 (1966) 1071.
(252) Cf Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 50: AAS 58 (1966) 1071.
(253) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 51: AAS 58 (1966) 1072.
(254) Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 12: AAS 60 (1968) 489.
(255) Cf Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 16: AAS 60 (1968) 491-492.
(256) Paolo VI, Lett. enc. Humanae vitae, 14: AAS 60 (1968) 490.
(257) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 32: AAS 74 (1982) 119-120.
(258) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 51: AAS 58 (1966) 1073.
(259) Cf Paolo VI, Lett. enc. Populorum progressio, 37: AAS 59 (1967) 275-276; Id., Lett. enc. Humanae vitae, 23: AAS 60 (1968) 497-498.
(260) Cf Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 50: AAS 58 (1966) 1071.
(261) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, Introductio, 2: AAS 80 (1988) 73.
(262) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 2, 1: AAS 80 (1988) 87.
(263) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 2, 5: AAS 80 (1988) 93.
(264) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 2, 4: AAS 80 (1988) 91.
(265) Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 2, 8: AAS 80 (1988) 97.
(266) Cf Mt 5,27-28.
(267) Cf Mt 5,32; 19,6; Mc 10,11-12; 1 Cor 6,9-10.
(268) Cf Os 2,7; Ger 5,7; 13,27.
(269) Cf Mt 5,31-32; 19,3-9; Mc 10,9; Lc 16,18; 1 Cor 7,10-11.
(270) Cf Mt 19,7-9.
(271) CIC canone 1141.
(272) Cf CIC canoni 1151-1155.
(273) San Basilio Magno, Moralia, regula 73: PG 31, 852.
(274) Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 84: AAS 74 (1982) 185.
(275) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 19: AAS 74 (1982) 102; cf Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 47: AAS 58 (1966) 1067.
(276) Cf Lv 18,7-20.
(277) Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 81: AAS 74 (1982) 181-182.
(278) Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 7: AAS 68 (1976) 82.
(279) Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 80: AAS 74 (1982) 180-181.
(280) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 11: AAS 74 (1982) 92.
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"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
venerdì 20 giugno 2014
SESTO COMANDAMENTO
giovedì 19 giugno 2014
Mari Carmen: Una bambina meravigliosa, ...elettronica anche. Leggere per credere. Importanza di una buona educazione
Carissimo Amico/Amica,
Il Santo Natale è una festa vissuta intensamente da tutti i bambini in ogni famiglia. Natale è la festa di un bambino. Gesù, che ha voluto condividere la condizione dell'infanzia, ha sempre mostrato un affetto straordinario per i fanciulli. Gli piace accordar loro grazie speciali, come ha fatto per la serva di Dio, Maria del Carmen (chiamata comunemente Mari Carmen) González-Valerio y Sáenz de Heredia. Il 12 gennaio 1996, il Santo Padre, Giovanni Paolo II, ha affermato l'eroicità delle virtù di questa bambina, che aveva passato sulla terra 9 anni e 4 mesi, conferendole il titolo di «Venerabile».
Una sorgente di forza
A sei anni, fa la prima Comunione. La data è stata anticipata a richiesta della madre: «Ero convinta, dice, che la Spagna, e particolarmente la nostra famiglia, stavano per attraversare un periodo molto difficile. Si vedeva che si stava preparando una persecuzione religiosa e volevo che Mari Carmen facesse prima la prima Comunione». «La prima Comunione è senz'altro un incontro indimenticabile con Gesù; è un giorno che bisogna ricordare come uno dei più belli della vita. L'Eucaristia, istituita da Cristo la vigilia della Passione, nel corso dell'ultima Cena, è un sacramento della Nuova Alleanza, ed è addirittura il più grande dei sacramenti. Il Signore vi si dà come nutrimento delle anime sotto le specie del pane e del vino. I fanciulli lo ricevono solennemente una prima volta – precisamente in occasione della prima Comunione – e sono invitati a riceverlo in seguito il più spesso possibile, per rimanere in un rapporto di amicizia intima con Gesù... Nella storia della Chiesa, l'Eucaristia è stata per molti fanciulli una sorgente di forza spirituale, talvolta addirittura di eroismo» (Giovanni Paolo II, Lettera ai bambini, 13 dicembre 1994). Per questo, Papa San Pio X permise ed incoraggiò la ricezione della Santa Comunione fin dal risveglio della ragione. Mari Carmen ha beneficiato di tale favore, come testimonia la madre: «Ha cominciato a santificarsi veramente dopo la prima comunione». Ed è in occasione di una comunione che si offrirà totalmente a Dio.
Il 15 agosto 1936, miliziani comunisti arrestano suo padre. Egli dice alla moglie: «I bambini sono troppo piccoli, non capiscono. Dirai loro più tardi che il loro padre ha dato la vita per Dio e per la Spagna, affinchè possano esser allevati in una Spagna cattolica, in cui il crocifisso presiede nelle scuole». Poco tempo dopo, viene assassinato. Alla morte del marito, la vita della Signora Gonzalez-Valerio si trova in gravissimo pericolo, a causa della fede cristiana che la anima. Si rifugia presso l'Ambasciata del Belgio, mentre i figli sono accolti da una zia. Un giorno, si viene a sapere che i cinque figli saranno inviati in URSS, come tanti altri, per esservi allevati secondo la dottrina marxista. L'Ambasciatore accetta allora, benchè il posto manchi, di accoglierli nell'Ambasciata. È l'11 febbraio 1937.
Una dignità propria dell'uomo
Mari Carmen si dimostra particolarmente sollecita nell'aiutare molto la mamma, pur rimanendo «una bambina, molto infantile». Eppure, nello stesso tempo, si distingue per un pudore messo in pratica fino in particolari a prima vista insignificanti. «Un giorno, racconta la Signora Gonzalez-Valerio, doveva partecipare ad una festicciola di bambini. Le avevo messo un vestitino scollato e senza maniche e le avevo raccomandato caldamente di non sgualcirlo. Ma mi accorsi che aveva messo una giacca. Mi sono arrabbiata e l'ho sgridata. Mi ha detto piangendo che non sarebbe uscita con quel vestito. Mia madre, che assisteva al dramma, mi chiamò in disparte e mi disse che non avevo il diritto di soffocare quel senso del pudore che aveva già notato in essa, e che avrei dovuto render conto a Dio dell'educazione che le davo. E così Mari Carmen se ne andò alla festa con la giacca». La nonna aveva ragione: «Tale pudore istintivo viene da Dio».
Questa delicatezza particolare, ispirata da Dio, spiega l'atteggiamento di Mari Carmen in circostanze insignificanti per gli altri bambini. All'età di due anni, non si lascia spogliare davanti al fratello, maggiore di lei di un anno, che si trova nella stanza e nemmeno la guarda. D'estate, soffre talmente all'idea di andare sulla spiaggia, che bisogna lasciarla giocare nel giardino di casa. «È allora, dice sua madre, che ho cominciato a capire che vi era qualcosa di eccezionale nel comportamento di mia figlia».
Tale passione per il pudore viene da una vivissima luce che Dio le ha dato sulla grandezza e la fragilità della virtù della castità. La divina Provvidenza ha voluto dare così un elevatissimo esempio alla nostra epoca di trascuratezza. Il Catechismo della Chiesa Cattolica attira la nostra attenzione nello stesso senso, quando parla del pudore: «Il pudore preserva l'intimità della persona. Consiste nel rifiuto di svelare ciò che deve rimanere nascosto. È ordinato alla castità, di cui esprime la delicatezza. Regola gli sguardi ed i gesti in conformità alla dignità delle persone e della loro unione. Il pudore custodisce il mistero delle persone e del loro amore. Suggerisce la pazienza e la moderazione nella relazione amorosa; richiede che siano rispettate le condizioni del dono e dell'impegno definitivo dell'uomo e della donna fra loro. Il pudore è modestia. Ispira la scelta dell'abbigliamento. Conserva il silenzio o il riserbo là dove trasparisse il rischio di una curiosità morbosa. Diventa discrezione.
«Esiste non soltanto un pudore dei sentimenti, ma anche del corpo. Insorge, per esempio, contro l'esposizione del corpo umano in funzione di una curiosità morbosa in certe pubblicità... Il pudore detta un modo di vivere che consente di resistere alle suggestioni della moda ed alle pressioni delle ideologie dominanti. Le forme che il pudore assume variano da una cultura all'altra. Dovunque, tuttavia, esso appare come il presentimento di una dignità spirituale propria dell'uomo. Nasce con il risveglio della coscienza del soggetto. Insegnare il pudore ai bambini ed agli adolescenti, è risvegliare in essi il rispetto della persona umana» (2521-2524). In una istruzione dell'8 dicembre 1995, il Consiglio Pontificio per la famiglia si eleva contro certe tendenze all'impudicizia diffuse nella società contemporanea: «Anche se sono socialmente accettati, vi sono modi di parlare e di vestirsi che sono moralmente scorretti e costituiscono una maniera per banalizzare la sessualità, riducendola ad un oggetto di consumo. Dunque, i genitori devono insegnare ai figli il valore della modestia cristiana, di un abbigliamento sobrio, della necessaria libertà di fronte alle mode, tutte caratteristiche queste di una personalità maschile o femminile matura».
Mari Carmen eccelle anche nella carità verso i poveri. Quando uno di essi suona alla porta ed è lei che apre, gli dà prima di tutto i suoi piccoli risparmi, e poi gli dice: «Ora, suoni di nuovo, perchè la mamma le dia qualcosa». Nei riguardi delle persone che aiutano sua madre, ha una delicatezza che non è della sua età: «Mamma, devi trattar bene i domestici. È già molto che ci servano. Pensa che anche tu sei una serva, poichè servi il Buon Dio». «Davamo del denaro a Mari Carmen perché si comprasse giocattoli, narra la nonna, ma lo passava alla sua balia, perché regalasse giocattoli ai suoi propri figli, raccomandandole caldamente di non dire nulla né alla mamma né a me».
La devozione di Mari Carmen si manifesta molto presto. Fin dall'età di quattro o cinque anni, le piace dirigere il rosario in famiglia e recita a memoria le litanie della Santissima Vergine. Come Santa Teresa di Lisieux, si è fatta confezionare un «rosario di pratiche», su cui conta gli atti di virtù. Si dedica così, in modo equivalente, all'»esame particolare» delle virtù e dei difetti proposto da Sant'Ignazio di Loyola. Nello stesso spirito, tiene un quaderno degli «Atti», per afferrare le virtù e gli obblighi di ciascun giorno: ubbidienza, mortificazione, ricreazioni, lezioni, studio, rosario, comunione, Messa, orazioni giaculatorie, ecc.
Un giorno, siccome vede sua madre subissata dalle preoccupazioni domestiche, le dice: «Mamma, ti occupi troppo delle cose terrene. Devi pregare di più. Siamo di passaggio sulla terra. – Bambina mia, bisogna che mi occupi della casa. – Mamma, la tua casa è il Cielo. Mamma, quando sei in viaggio e passi la notte in albergo, non ti curi di abbellire la stanza, nè di metterci la foto del babbo. Una notte, la si passa come si può. Ebbene, vedi, mamma, così è la vita, così siamo in questo mondo».
A Mari Carmen, piace offrire i suoi piccoli sacrifici al Cuore di Gesù. Il suo insegnante di religione riferisce: «Quando preparavo i bambini alla confessione, potevo leggerle sul viso l'orrore del peccato e gli sforzi per fare un buon atto di contrizione». Tutti i suoi atti, malgrado la sua giovane età, sgorgano, come da una sorgente profonda, dalla sua intimità con Dio.
Mari Carmen ha i suoi segreti. Sul quaderno degli «Atti», scrive per tre volte: «Personale». Chiede spesso la cartella che contiene l'agenda sulla quale ha scritto queste parole che capisce lei sola: «Mi sono offerta a Dio nella Parrocchia del Buon Pastore, 6 aprile 1939». Annota pure: «Hanno ucciso il mio povero papà». E, in una delle ultime pagine: «Viva la Spagna! Viva Cristo Re!» grido che lanciavano i martiri della guerra al momento di morire. Ed anche: «Per papà, 7 maggio 1939 – Assolutamente personale». Dirà all'infermiera: «Mio padre è morto martire, povera mamma, ed io muoio vittima».
Suo zio Saverio spiega: «Mari Carmen desiderava la conversione dei peccatori, come prova il fatto che offriva le sofferenze della malattia e della morte per Azaña, il Presidente della Repubblica che incarnava il simbolo della persecuzione religiosa, di cui gli assassini di suo padre erano lo strumento». «Mamma, andrà in Cielo Azaña? chiede. Se ti sacrifichi e preghi per lui, sì, sarà salvato». Mari Carmen ha capito perfettamente. Talvolta, dice alla zia: «Zia Fifa, preghiamo per papà e per tutti quelli che l'hanno ucciso». La preghiera dei fanciulli ha un'efficacia particolare sul Cuore di Nostro Signore: «Il Redentore dell'umanità sembra condividere con essi la sua sollecitudine per gli altri, per i genitori e per i compagni, bambini e bambine. Attende veramente la loro preghiera! Che immenso potere ha la preghiera dei bambini! Diventa un modello per gli stessi adulti: pregare con una fiducia semplice e totale vuol dire pregare come sanno pregare i bambini» (Giovanni Paolo II, Lettera ai bambini, 13 dicembre 1994).
Il 3 novembre 1940, Azaña muore a Montauban. Secondo la testimonianza scritta di Monsignor Théas, vescovo della diocesi, che gli prestava assistenza spirituale in quella circostanza, Azaña, malgrado i suoi accompagnatori, ricevette con piena lucidità il sacramento della Penitenza, nonchè l'Estrema Unzione e l'Indulgenza Plenaria, spirando dolcemente nell'amore di Dio e la speranza di vederLo. Ignorò che la sua strada si era incrociata con quella di una bambina di 9 anni, che aveva pregato e sofferto per lui.
«Gesù, Maria, Giuseppe...»
Poco dopo l'»offerta» del 6 aprile 1939, ha inizio il calvario di Mari Carmen: deve mettersi a letto. Si manifesta prima di tutto un'otite che si complica e degenera in setticemia (infezione del sangue). Il 27 maggio, la si trasporta in macchina a Madrid, dove viene operata. Ma siccome ci si rende conto che la malattia sarà lunga, la si riporta a casa. Certi giorni, le si fanno più di venti iniezioni. Una fortissima diarrea ininterrotta è particolarmente penosa per essa. Deve ingerire, ogni due ore, una specie di ripugnante purè di ghiande. Talvolta, il disgusto è tale che non può impedirsi di rimettere, ma mezz'ora più tardi, è pronta ad ingerirlo di nuovo, senza lagnarsi.
Un orecchio è leso dal male, mentre perde il secondo per averci dormito sopra troppo a lungo. A questi mali, si aggiunge una flebite doppia. Si formano piaghe gangrenose. Sviene per il dolore, quando le cambiano le lenzuola. Solo il nome di Gesù l'aiuta a sopportare tutto, perché nessuno pensa a somministrarle calmanti. «Mari Carmen, chiedi a Gesù Bambino di farti guarire, le dice la mamma. – No, mamma, non chiedo questo, chiedo che sia fatta la sua volontà». Desidera che le si leggano spesso le preghiere per gli agonizzanti, e vive col pensiero più in Cielo che quaggiù.
17 luglio 1939. Aveva predetto parecchie volte che sarebbe morta il 16 luglio, festa di Nostra Signora del Monte Carmelo, e suo onomastico: Carmen. Ma, apprendendo che la zia Sofia si sposa proprio quel giorno, annuncia che morirà soltanto il giorno seguente. Effettivamente, il 17, verso le ore 13, si raccoglie in presenza degli angeli di cui sente il canto. «Muoio martire... Mi lasci partire ora, Dottore, non vede che la Santa Vergine viene a prendermi con gli angeli?» Infatti, con grande stupefazione di tutti, giungendo le manine, dice: «Gesù, Maria, Giuseppe, assistetemi nell'ultima agonia; Gesù, Maria, Giuseppe, fate che muoia nella vostra santa compagnia». Sono le sue ultime parole. Poi, dopo essersi sollevata leggermente, come per afferrare qualcosa, ricade sul cuscino e rende l'ultimo respiro, senza agonia, senza contrazioni del viso. Sfigurata dalla malattia, ritrova nella morte tutta la sua bellezza ed il suo corpo esala un dolce profumo. Il medico legale attesta la morte ma constata con stupore che il corpo della bambina non presenta l'aspetto di un cadavere.
Un punto di riferimento
L'esempio di Mari Carmen ci mette davanti agli occhi un frutto della grazia di Dio, fecondata da una buona educazione. Il compito educativo esige un'attenzione affettuosa e delicata per i bambini, come raccomanda San Benedetto: «Si terrà sempre conto della debolezza dei bambini... Si userà con loro una tenera condiscendenza» (Regola, cap. 37).
Ma è necessaria anche una santa fermezza, secondo l'insegnamento del Catechismo della Chiesa Cattolica: «I genitori sono i primi responsabili dell'educazione dei loro figli. Testimoniano tale responsabilità innanzitutto con la creazione di una famiglia, in cui la tenerezza, il perdono, il rispetto, la fedeltà ed il servizio disinteressato rappresentano la norma. Il focolare domestico è un luogo particolarmente adatto per educare alle virtù. Questa educazione richiede che si imparino l'abnegazione, un retto modo di giudicare, la padronanza di sé, condizioni di ogni vera libertà. I genitori insegneranno ai figli a subordinare le dimensioni materiali e istintive a quelle interiori e spirituali. I genitori hanno anche la grave responsabilità di dare ai loro figli buoni esempi. Riconoscendo con franchezza davanti ai figli le proprie mancanze, saranno meglio in grado di guidarli e di correggerli... Dalla grazia del sacramento del matrimonio, i genitori hanno ricevuto la responsabilità ed il privilegio di evangelizzare i loro figli. Li inizieranno fin dai primi anni di vita ai misteri della fede, dei quali essi, per i figli, sono i primi annunziatori, ed alla vita della Chiesa... I genitori hanno la missione di insegnare ai figli a pregare ed a scoprire la loro vocazione di figli di Dio» (CCC: 2223-2225).
Una bambinaia elettronica
Alla nostra epoca, l'epoca dell'audiovisivo, è fondamentale che i genitori proteggano i loro figli contro l'influenza di una «cultura di morte» a base di pornografia e di violenza. Nel suo messaggio sulla famiglia e la televisione, Papa Giovanni Paolo II precisava:
«I genitori dovrebbero partecipare attivamente alla formazione nei loro figli di abitudini di utilizzazione della televisione che li condurranno ad un sano sviluppo umano, morale e religioso. I genitori dovrebbero essi stessi informarsi anticipatamente del contenuto dei programmi ed effettuare su tale base una scelta coscienziosa, per il bene della famiglia – scegliere di guardare o di non guardare... I genitori dovrebbero anche parlare della televisione con i figli, incitandoli a controllare la quantità e la qualità dell'utilizzazione e ad avvertire e valutare i valori etici latenti in certi programmi...
«Formare le abitudini di utilizzazione dei figli significherà talvolta semplicemente spegnere il televisore: perchè c'è di meglio da fare, perchè lo esige il rispetto dovuto ad altri membri della famiglia, o perchè l'utilizzazione senza discriminazione della televisione può essere perniciosa. I genitori che utilizzano in modo regolare e prolungato la televisione come una specie di bambinaia elettronica, abdicano al loro compito di primi educatori dei loro figli. Una tale teledipendenza può impedire ai membri della famiglia di essere in contatto fra di loro attraverso la conversazione, le attività condivise e la preghiera in comune. Genitori assennati sanno altresì che anche buoni programmi possono esser sostituiti da altre fonti di notizie, di divertimenti, di educazione e di cultura» (24 gennaio 1994).
I genitori di Mari Carmen non ebbero da affrontare il problema della televisione, proprio della società attuale. Ma lo Spirito Santo illumina sempre i padri e le madri, per far discernere loro quel che conviene all'educazione dei figli, in vista dell'eterna salvezza delle anime.
Chiediamo alla venerabile Mari Carmen di intercedere particolarmente per le famiglie all'avvicinarsi di Natale. Preghiamo per Lei e per tutti coloro che Le sono cari, vivi e defunti.
Dom Antoine Marie osb
Confusione su cosa significa la Mia Seconda Venuta.
20 Maggio 2011 Confusione su cosa significa la Mia Seconda Venuta.
INVIATO DA MESSAGGI DA GESU CRISTO ⋅
ARCHIVIATO IN SECONDA VENUTA
Mia amata figlia prediletta, molte persone si chiedono che cosa significa veramente la Seconda Venuta, Cosicché lasciami spiegare.
Sono venuto nel mondo per la prima volta per redimere l’umanità dalle tenebre eterne in modo che essa potesse beneficiare della Vita Eterna. Dio, Padre Onnipotente, per la Sua Misericordia Mi ha mandato affinché tutti i Suoi figli avessero la vita (eterna). Fino ad allora, a causa del peccato di Adamo ed Eva, questo non era stato possibile. Questa volta, Vengo di nuovo per ricompensare tutti coloro che Mi seguono.
Molta confusione esiste nel mondo per quanto riguarda questo evento. In molti credono che la Mia Seconda Venuta indichi che la fine del mondo è arrivata. Ciò non è il caso, poiché invece vorrà dire la Fine dei Tempi, in cui Satana e i suoi seguaci, che creano sofferenze indicibili nel mondo, saranno banditi dalla terra per 1.000 anni.
Riguardo al nuovo Paradiso sulla terra
Questo nuovo Paradiso che ho promesso si realizzerà quando il Cielo e la Terra si fonderanno per diventare uno. Questa nuova vita che Io porto a tutti i Miei devoti seguaci è una vita di amore e di gloria. Tuttavia, voi, Miei seguaci, durante questa transizione, dovrete sopportare molte sofferenze. Per aiutare a preparare il mondo per questo grande evento, sto portando in anticipo un grande dono della Mia Misericordia. Il Grande Avvertimento, che darà a ciascuno di voi la possibilità di vedere i vostri peccati e come Mi offendono, vi permetterà di vedere la verità. Quando vi renderete conto della macchia del peccato che esiste dentro di voi solo allora capirete realmente il dolore che provo.
Un assaggio di ciò che accadrà nel Giudizio Finale
Consentendo a tutti di sperimentare questo grande atto della Mia Misericordia, sarà concesso uno sguardo vero su ciò che accadrà il giorno del giudizio finale. In questo modo è concessa una giusta opportunità di ritornare ancora una volta da Me. Vedete, Io amo tutti voi con una tale profonda e costante passione che farò tutto il possibile per salvarvi dalla morsa dell’Ingannatore.
Sappiate comunque che Satana aumenterà adesso la sua attività tramite i vostri fratelli e sorelle, per convincervi a voltarMi le spalle anche dopo che questo grande evento avrà luogo. È necessario ora aprire le vostre menti, lasciare da parte ogni ragionamento umano e accettare la verità della vostra esistenza sulla terra. Ogni menzogna, espressa nel pensiero logico umano e scientifico, sarà perpetrata per impedire di accettare la verità.
Satana non vuole, figli Miei, che voi veniate da Me. La sua morsa, come una presa, deve essere spezzata, ma ciò è possibile solo con il vostro aiuto. Non permettete di offuscare il vostro giudizio con le sue bugie. Sarà molto difficile per voi ignorare le sue argomentazioni, gli insulti e lo scherno. Poiché questo è il modo in cui lavora.
Satana opera tramite altre persone per scoraggiarvi.
Molti di voi non sanno che Satana sta lavorando in questo modo tramite altre persone delle quali potreste rispettare le opinioni. Ma questo è esattamente il modo in cui lavora. Egli comunica attraverso quelle povere anime che sono attratte dal buio. Egli farà in modo che le loro menti siano nascoste alla verità della Mia gloria e della vita eterna che è vostra di diritto. Non lasciate mai che la sua influenza colpisca il vostro amore per Me. E ricordate perché non vincerà questa battaglia, allora quelle povere anime che lo seguono saranno gettate all’inferno con lui. Se desiderate la vita eterna quindi utilizzate questo tempo sulla terra per denunciare Satana mentre è possibile.
Governerò la terra per 1,000 anni
Figlia Mia, Io governerò la terra per 1,000 anni. Non fare nessun errore, poiché Io sono ora responsabile degli eventi che si manifestano in questo momento nel mondo. Ho preparato la strada per il Mio nuovo regno sulla terra e quel tempo è vicino. Molto più vicino di quanto si pensi. Gioisci affinché questa notizia sia accolta da tutti. Metterà fine a tutte le sofferenze del mondo. Si accenderà una fonte di amore e di gloria da condividere fra tutti i Miei figli.
Questo nuovo paradiso sarà oltre la vostra comprensione, ma ascoltate questo. Questa nuova vita offrirà a tutti voi Miei devoti seguaci una vita libera da preoccupazioni. Senza nulla in cambio. Tutto sarà fornito da me. Quanti di voi hanno scelto questo Regno Glorioso, saranno stupiti dalla preziosa gioia che vi attende. Pregate affinché i tuoi fratelli e sorelle aprano gli occhi alla verità delle promesse che ho fatto in modo che anche loro possano entrare in questa nuova vita sulla Terra.
Il vostro amorevole Salvatore Gesù Cristo
AVE AVE AVE MARIA!
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