giovedì 26 luglio 2018

MiL - Messainlatino.it: Amoris Laetitia: la logica dell’eresia.

MiL - Messainlatino.it: Amoris Laetitia: la logica dell’eresia.: di don Alfredo Morselli 1. Se si cede su un punto, salta tutto. Il Cardinale Caffarra, in occasione di un importante convegn...



REPETITA  JUVANT.    





 A V E    MARIA   PURISSIMA

mercoledì 25 luglio 2018

FIDES ET RATIO

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CAPITOLO IV
IL RAPPORTO
TRA LA FEDE E LA RAGIONE
Tappe significative dell’incontro tra fede e ragione

....
36. Secondo la testimonianza degli Atti degli
Apostoli, l’annuncio cristiano venne a confronto
sin dagli inizi con le correnti filosofiche del tempo.
Lo stesso libro riferisce della discussione che
san Paolo ebbe ad Atene con « certi filosofi epicurei
e stoici » (17, 18). L’analisi esegetica di
quel discorso all’Areopago ha posto in evidenza le
ripetute allusioni a convincimenti popolari di provenienza
per lo più stoica. Certamente ciò non
era casuale. Per farsi comprendere dai pagani, i
primi cristiani non potevano nei loro discorsi rinviare
soltanto « a Mosè e ai profeti »; dovevano
anche far leva sulla conoscenza naturale di Dio e
sulla voce della coscienza morale di ogni uomo
(cfr Rm 1, 19-21; 2, 14-15; At 14, 16-17). Poiché
però tale conoscenza naturale, nella religione pagana,
era scaduta in idolatria (cfr Rm 1, 21-32),
l’Apostolo ritenne più saggio collegare il suo discorso
al pensiero dei filosofi, i quali fin dagli
inizi avevano opposto ai miti e ai culti misterici
concetti più rispettosi della trascendenza divina.

pg 54

Uno degli sforzi maggiori che i filosofi del
pensiero classico operarono, infatti, fu quello di
purificare la concezione che gli uomini avevano
di Dio da forme mitologiche. Come sappiamo,
anche la religione greca, non diversamente da
gran parte delle religioni cosmiche, era politeista,
giungendo fino a divinizzare cose e fenomeni della
natura. I tentativi dell’uomo di comprendere
l’origine degli dei e, in loro, dell’universo trovarono
la loro prima espressione nella poesia. Le teogonie
rimangono, fino ad oggi, la prima testimonianza
di questa ricerca dell’uomo. Fu compito
dei padri della filosofia far emergere il legame tra
la ragione e la religione. Allargando lo sguardo
verso i principi universali, essi non si accontentarono
più dei miti antichi, ma vollero giungere a
dare fondamento razionale alla loro credenza nella
divinità. Si intraprese, così, una strada che,
uscendo dalle tradizioni antiche particolari, si immetteva
in uno sviluppo che corrispondeva alle
esigenze della ragione universale. Il fine verso cui
tale sviluppo tendeva era la consapevolezza critica
di ciò in cui si credeva. La prima a trarre vantaggio
da simile cammino fu la concezione della
divinità. Le superstizioni vennero riconosciute come
tali e la religione fu, almeno in parte, purificata
mediante l’analisi razionale. Fu su questa base
che i Padri della Chiesa avviarono un dialogo
fecondo con i filosofi antichi, aprendo la strada
all’annuncio e alla comprensione del Dio di Gesù
Cristo.

pg 55

37. Nell’accennare a questo movimento di avvicinamento
dei cristiani alla filosofia, è doveroso
ricordare anche l’atteggiamento di cautela che in
essi suscitavano altri elementi del mondo culturale
pagano, quali ad esempio la gnosi. La filosofia,
come saggezza pratica e scuola di vita, poteva facilmente
essere confusa con una conoscenza di tipo
superiore, esoterico, riservato a pochi perfetti.
E senza dubbio a questo genere di speculazioni
esoteriche che san Paolo pensa, quando mette in
guardia i Colossesi: « Badate che nessuno vi inganni
con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati
alla tradizione umana, secondo gli elementi
del mondo e non secondo Cristo » (2, 8). Quanto
mai attuali si presentano le parole dell’Apostolo,
se le riferiamo alle diverse forme di esoterismo
che dilagano oggi anche presso alcuni credenti,
privi del dovuto senso critico. Sulle orme di san
Paolo, altri scrittori dei primi secoli, in particolare
sant’Ireneo e Tertulliano, sollevano a loro volta riserve
nei confronti di un’impostazione culturale
che pretendeva di subordinare la verità della Rivelazione
all’interpretazione dei filosofi.

38. L’incontro del cristianesimo con la filosofia,
dunque, non fu immediato né facile. La pratica
di essa e la frequentazione delle scuole apparve
ai primi cristiani più come un disturbo che
come un’opportunità. Per loro, primo e urgente
dovere era l’annuncio di Cristo risorto da proporre
in un incontro personale capace di condurre
l’interlocutore alla conversione del cuore e alla ri

pg 56......

http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/bnw/fides_et.pdf

SAN GIACOMO - SANTIAGO

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Giacomo, Galileo, figlio di Zebedeo e fratello germano dell'Apostolo Giovanni, chiamato col fratello tra i primi Apostoli, abbandonò il padre e le reti per seguire il Signore, e tutti due furono chiamati dallo stesso Gesù Boanerges, cioè figli del tuono. Egli fu uno dei tre Apostoli, che il Salvatore amò di più, e che volle avere come testimoni della sua trasfigurazione, del miracolo che fece allorché risuscitò la figlia del capo della sinagoga, e quando si ritirò sul monte degli Olivi per pregare il Padre, prima d'essere preso dai Giudei.

Dopo l'ascensione di Gesù al cielo, egli predicò la sua divinità nella Giudea e nella Samaria, convertendo moltissimi alla fede cristiana. Partito poi per la Spagna, vi convertì alcuni a Cristo; di questi in seguito san Pietro ne ordinò sette vescovi e li inviò per primi in Spagna. Quindi ritornato a Gerusalemme, avendo guadagnato, fra gli altri, alla verità della fede il mago Ermogene, e proclamando liberamente la divinità di Gesù Cristo, Erode Agrippa, divenuto re sotto l'imperatore Claudio, per conciliarsi i Giudei, condannò Giacomo alla pena capitale. Colui che l'aveva condotto al tribunale, vedendo il coraggio col quale andava al martirio, si dichiarò cristiano anche lui.

Mentre venivano portati al supplizio, egli chiese perdono a Giacomo; e Giacomo, baciandolo: «La pace sia con te» gli disse. Pertanto vennero tutti due decapitati; poco prima Giacomo aveva guarito un paralitico. Il suo corpo fu poi trasportato a Compostella, dove è in sommo onore, accorrendovi pellegrini da tutte le parti del mondo per motivo di pietà e di voti. Per celebrare la memoria del suo natale, la Chiesa ha scelto quest'oggi, ch'è il giorno della sua traslazione, perché fu verso la festa di Pasqua ch'egli, primo degli Apostoli, rese testimonianza a Gesù Cristo con l'effusione del suo sangue a Gerusalemme.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

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Lettura del santo Vangelo secondo Matteo
Matt 20:20-23
In quell'occasione: Si accostò a Gesù la madre dei figli di Zebedeo coi suoi figli, prostrandosi per fargli una domanda. Eccetera.

Omelia di san Giovanni Crisostomo
Omelia 66 su Matteo


Nessuno si conturbi, se diciamo che gli Apostoli erano ancora tanto imperfetti; poiché il mistero della croce non era stato ancora consumato, né era stata ancora infusa nei loro cuori la grazia dello Spirito. Che se desideri conoscere la loro virtù, considera quali furono dopo ricevuta la grazia dello Spirito, e vedrai ch'essi superarono ogni malvagia inclinazione. Ed è per questo che si rivela ora la loro imperfezione, perché tu possa apprezzare meglio come furono d'un colpo trasformati dalla Grazia. Ch'essi non abbiano chiesto nulla di spirituale, né abbiano avuto alcun pensiero del regno celeste, è evidente. Tuttavia esaminiamo come s'accostano, e che cosa gli dicano: «Vogliamo, dicono, che tu ci conceda quanto ti domanderemo» Marc. 10, 35. Al che Cristo risponde: «Che volete?» non ignorandolo, certo, ma per obbligarli a spiegarsi, affine di scoprire la piaga e applicarvi così il rimedio.


Ma essi, arrossendo per la vergogna e confusi d'essere scesi a sentimenti umani, preso Cristo in disparte, gli fanno la domanda di nascosto dagli altri discepoli. Difatti essi camminarono avanti agli altri, dice l'Evangelista, per non essere intesi; e così espressero finalmente ciò che volevano . E volevano ottenere, com'io presumo, che, avendo udito come i discepoli si sarebbero assisi su dodici troni, occupassero essi i primi di questi troni: giacché sapevano certo di essere amati più degli altri; ma temendo che Pietro fosse loro preferito, osarono dire: «Ordina che seggano uno alla tua destra e l'altro alla sinistra» (Matth. 20, 22) E insistono dicendo: «Ordina». Ed egli che risponde? Per far intendere loro che non domandavano nulla di spirituale, e che non sapevano neppure cosa si domandassero, poiché non avrebbero osato domandarlo se l'avessero saputo: «Non sapete, dice, quel che domandate» Matth. 20, 22: non sapete quanto ciò sia grande, quanto meraviglioso, eccedente persino le più alte virtù del cielo.

E aggiunse: «Potete voi bere il calice che berrò io, e battezzarvi col battesimo onde son battezzato io?» Matth. 20, 22. Nota come li rimuove subito da questa speranza, ragionando loro di cose affatto opposte. Voi, dice, mi parlate di onori e di corone; e io vi parlo di lotte e di sudori. Non è questo il tempo delle ricompense, né cotesta mia gloria si manifesterà ora; adesso è tempo di persecuzione e di pericoli. Osserva poi come colla stessa interrogazione li esorta e alletta. Poiché non disse: Potete sostenere i cattivi trattamenti, potete versare il vostro sangue? ma solamente: «Potete voi bere il calice?». E per attirarli soggiunge: «Che berrò io?» affin di disporli meglio a soffrire colla stessa prospettiva di partecipare alle sue sofferenze.


V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.


Le 15 cose da vedere a Santiago de Compostela

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1. Cattedrale

Dal XIII secolo la grandiosa Cattedrale sorge sul luogo dove secondo la tradizione è sepolto l'apostolo Giacomo, patrono di Spagna, e per questo è considerata il più sacro dei luoghi di culto cattolici in terra iberica. La maestosa facciata barocca dell'Obradoiro, sormontata dalla statua di San Giacomo, sembra progettata apposta per lasciare senza fiato i pellegrini, prima di accoglierli attraverso il sontuoso Portico della Gloria, vero capolavoro d'arte romanica di Maestro Mateo, decorato con 200 sculture di santi e personaggi del Vecchio e del Nuovo Testamento.
L'interno emana un fortissimo misticismo, ma prima della visita il rituale del pellegrino prevede che ci si metta in coda per abbracciare la statua di San Giacomo posta dietro l'altare maggiore e baciarne il mantello d'argento. Proprio sotto la Capela Major si trova la Cripta dell'Apostolo che custodisce il corpo del santo.
Cattedrale, Santiago de Compostela (by Itto Ogami - CC BY 3.0)
Cattedrale, Santiago de Compostela (by Itto Ogami - CC BY 3.0)

2. Museo della Cattedrale

Da visitare per conoscere nel dettaglio le varie fasi storiche di questo edificio quasi millenario, conoscerne le tecniche di costruzione, ammirarne la collezione di arazzi, dipinti e oggetti d'arte sacra che formano il ricco tesoro. Ma soprattutto la visita del museo vi consente di accedere al suggestivo chiostro cinquecentesco adiacente alla Cattedrale e a un'ala del vicino Palazzo di Gelmirez, l'antica sede vescovile.

3. Tetti della Cattedrale

La visita dei tetti della Cattedrale è una delle esperienze più suggestive che possiate fare nella città giacobea. Salendo per le torri si raggiunge la copertura della Basilica, da cui la vista spazia su tutta la città, sui monti che la circondano e sull'ultimo tratto del Cammino di Santiago. Seguendo il percorso perimetrale si incontra anche la Cruz dos Farrapos, la croce medievale dove per tradizione i pellegrini venivano a bruciare gli indumenti sdruciti usati nel Cammino in un rituale di purificazione.

4. Piazza dell'Obradoiro

Punto finale del Cammino di Santiago, è il cuore monumentale della città, circondata da alcuni degli edifici storici più importanti. Oltre alla facciata principale della Cattedrale, vi affacciano l'Hostal dos Reis Catolicos, fatto costruire dai monarchi cattolici nel XVI secolo; il settecentesco Palazzo de Raxoi, sede della municipalità; il Collegio di San Xerome.
Piazza dell'Obradoiro, Santiago de Compostela (by Luis Miguel Bugallo Sánchez - CC-BY-SA-3.0)
Piazza dell'Obradoiro, Santiago de Compostela (by Luis Miguel Bugallo Sánchez - CC-BY-SA-3.0)

5. Piazza della Quintana

Alle spalle della Cattedrale, è per dimensioni e importanza la seconda piazza della città. Si divide in Quintana de Vivos e Quintana de Mortos, chiamata così perché in passato era un luogo di sepoltura. Sull'angolo occidentale svetta la torre dell'orologio della Cattedrale, detta Berenguela. La principale attrazione è però la secentesca Porta Santa della Cattedrale, che viene aperta soltanto negli anni del Giubileo.

6. Piazza di Praterias

Sul lato meridionale della Cattedrale, la bella piazza degli Argentieri è ingentilita dalla Fuente de los Caballos, un'elegante fontana del 1825, e dalla magnifica facciata barocca della Casa del Cabildo, innalzata nel 1758 con funzione puramente ornamentale.
Piazza das Praterias, Santiago de Compostela (by Georges Jansoone - CC-BY-SA-3.0)
Piazza das Praterias, Santiago de Compostela (by Georges Jansoone - CC-BY-SA-3.0)

7. Museo dei Pellegrinaggi e di Santiago

Dove, se non qui, potrebbe trovarsi un museo dedicato ai pellegrinaggi? Il focus ovviamente è sul Cammino di Santiago e questo è il posto giusto per conoscere tutte le curiosità sulla sua storia nei secoli, sulla tradizione del culto del santo apostolo, sul ricco simbolismo legato all'itinerario giacobeo, ma anche sull'influenza giocata dai pellegrinaggi nello sviluppo urbanistico della città attraverso il ricco patrimonio architettonico religioso.

8. Parador Hostal dos Reis Catolicos

Oggi è un hotel di lusso, ma in origine il sontuoso palazzo in stile plateresco sul lato settentrionale della Piazza dell'Obradoiro fu fatto costruire dai re cattolici Ferdinando e Isabella per ospitare i pellegrini che già allora giungevano numerosi nella città giacobea. Fu completato alla fine del '400 ed è pertanto considerato l'albergo più antico del mondo.

9. Centro storico

Prendetevi il tempo per esplorare senza fretta il "Casco Historico", che ha mantenuto l'impianto medievale ed è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'Unesco. Perdetevi tra le stradine e le piazzette pedonali dove risuona il gorgoglio dell'acqua di antiche fontane. Fermatevi ad ammirare le facciate monumentali di chiese e monasteri e poi sostate nei numerosi locali e ristoranti per uno snack a base di tapas.
Centro storico, Santiago de Compostela (by Yearofthedragon - CC BY-SA 3.0)
Centro storico, Santiago de Compostela (by Yearofthedragon - CC BY-SA 3.0)

10. Mercato de Abastos

Se i mercati vi affascinano, fate un salto all'Abastos, il tradizionale mercato alimentare, e non rimarrete certo delusi. Tra centinaia di bancarelle, cercate quelle dei contadini dei dintorni con i prodotti freschissimi dei loro orti, ma anche gustosissime specialità local come il formaggio tetilla o le empanadas. E non perdetevi uno snack di pulpo à feira, polipo servito su taglieri di legno, specialità della Galizia.

11. Parco dell'Alameda

A breve distanza dai principali monumenti, l'elegante parco dell'Alameda è da sempre il luogo di passeggio preferito dagli abitanti di Santiago. L'ideale per una sosta o un picnic nel verde, all'ombra di alberi secolari, tra aiuole fiorite, statue e fontane, con una magnifica vista sulla Cattedrale e sul centro storico.

12. Centro Galiziano di Arte Contemporanea

Ospitato in un moderno edificio dell'architetto portoghese Alvaro Siza, a fianco dello storico Convento di Santo Domingo de Bonaval, il centro è dedicato alla valorizzazione dell'arte e della cultura galiziane, anche attraverso mostre ed eventi temporanei.

13. Città della Cultura

Questo complesso di edifici futuristici di pietra, vetro e acciaio, progettato dall'architetto americano Peter Eisenmann, merita una visita anche solo per ammirarne la spettacolare architettura. Vi si trovano un museo e una biblioteca che ospitano spesso interessanti mostre ed eventi culturali.
Ciudad de la Cultura, Santiago de Compostela (by By Luis Miguel Bugallo Sánchez - CC BY-SA 3.0)
Ciudad de la Cultura, Santiago de Compostela (by By Luis Miguel Bugallo Sánchez - CC BY-SA 3.0)

14. Museo del Popolo Galiziano

Ambientato nell'antico Convento di Santo Domingo de Bonaval, dove tra l'altro potete vedere anche una splendida scala elicoidale, l'interessante Museo do Pobo Galego offre una panoramica completa di ogni aspetto cultura popolare galiziana, tra cui territorio, musica, costumi, architettura tipica, oltre a sezioni dedicate all'archeologia e alle arti.

15. Monte de Gozo

I pellegrini lo chiamano "Monte della Gioia", perchè da questa altura a pochi chilometri dal centro di Santiago avvistano la Cattedrale, segno che la meta del loro lungo viaggio è ormai vicina. Vi sorge una cappella del XII ed è un luogo di sosta e ristoro molto popolare.

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Impazienti di unirivi ai sempre più numerosi pellegrini sul Cammino di Santiago? Ecco 10 consigli per vivere questa avventura al meglio.
Pellegrini accaniti o semplici amanti del trekking? Qualche consiglio, dettato dall'esperienza personale, per affrontare nella maniera più efficiente possibile il celeberrimo cammino di Santiago.

1 Allenamento

Per affrontare il cammino allenarsi non è strettamente necessario ma, se fate una vita molto sedentaria, nel mese precedente alla partenza prendetevi almeno qualche giornata per andare a camminare su un'altura nelle vicinanze. Se volete imitare le condizioni che vi aspettano, caricatevi uno zaino pieno sulle spalle!

2. Costo

Trenta euro al giorno dovrebbero bastarvi per dormire e rifocillarvi a dovere. Se decidete di usare le cucine pubbliche degli albergue per preparare i vostri pasti, potete risparmiare ancora qualcosa. Quando preparate il vostro budget, però, ricordatevi che non sempre avrete voglia di cucinare dopo 30 chilometri di camminata...
Credits: Shutterstock

3. Partenza

Nei primi giorni di cammino sarete euforici e pieni di energie, ma ricordatevi di non esagerare. La strada è lunga e il vostro fisico ha bisogno di abituarsi gradualmente. Dategli, e datevi, tempo. Farsi male nei primi giorni è il modo peggiore per rovinarsi l'avventura di una vita.

4. Dormire

Tra case privatealberghi e albergue le possibilità di dormire non mancano. Se siete ansiosi pianificatori, seguite i consigli di forum e guide e prenotate in anticipo ma sappiate che, anche se andate "all'avventura", troverete sempre una soluzione per riposare comodamente su un materasso.

5. Zaino

In cammino, lo zaino è il vostro migliore amico e, al tempo stesso, può trasformarsi nel vostro peggior nemico. Assicuratevi che sia comodo e soprattutto fate in modo che sia leggero (tra i 5 e 10 kg), inserendo solo lo stretto indispensabile (durante il cammino, ogni giorno dovrete lavare la roba sporca); camminare tutto il giorno con un macigno sulle spalle non fa bene né al vostro umore né al vostro fisico.
Credits: Getty Images

6. Scarpe

Lasciate a casa gli scarponcini da montagna e usate un paio di scarpe da ginnastica di buona qualità in cui vi sentite comodi. Se decidete di comprarne un paio apposta per l'occasione, fate in modo di usarle per un mese prima di partire, in modo da farle adattare al meglio al vostro piede.

7. Acqua

Non caricatevi di acqua come se doveste affrontare il deserto del Sahara! Una borraccia piena è più che sufficiente per affrontare la giornata; ad eccezione di alcune zone (mesetas in particolare), durante il cammino non mancano le possibilità di riempirla.

8. Sacco a pelo

Non serve! Specialmente d'estate un sacco lenzuolo è più che sufficiente e, in caso di necessità, gli albergue sono più che preparati a rifornirvi di coperte. Ancora una volta, evitate di portare peso in eccesso e le vostre spalle vi ringrazieranno.
Credits: Corbis

9. Tappi per le orecchie

Forse vi sembrerà un consiglio stupido, ma vi assicuro che, dormendo per un mese in stanza con un numero variabile di sconosciuti, finirete per sviluppare anche voi una relazione amorosa con i vostri tappi.

10. Ultimi 100 km

Negli ultimi chilometri, e specialmente d'estate, il numero di pellegrini aumenta in maniera esponenziale. Se volete evitare le grandi masse, usate le guide per evitare i grandi centri e cercate riparo nei piccoli villaggi circostanti.


Apostasia

Scultura ... in chiesa rimossa dopo le proteste dei fedeli

Succede in Versilia: un'opera scultorea raffigurante un bacio fra due uomini è stata rimossa dalla chiesa di Serravezza dopo le proteste dei fedeli

Sono state le proteste dei fedeli, scandalizzati per il bacio fra uomini in chiesa a fare rimuovere dalla Pieve di San Martino ad Azzano, in provincia di Lucca, la statua contemporanea di un bacio omosessuale opera dello scultore Emanuele Giannelli.
L'antica chiesa romanica che sorge nel territorio del Comune di Serravezza ospita da dieci giorni diverse opere scultoree che portano la firma di numerosi artisti, sia italiani che stranieri. Una iniziativa non inconsueta in Versilia, dove vari centri medi e piccoli sono soliti ospitare manifestazioni artistiche di ogni genere (si pensi, ad esempio, a Pietrasanta).
Eppure fra le varie opere collocate in chiesa ce ne era anche una, di nome "Polaroid", che raffigura un bacio fra due persone dello stesso sesso. Sistemata, come mostrano le foto postate su Facebook dallo stesso autore, su uno degli altari. Un'espressione artistica libera ma che forse non a tutti piace ammirare all'interno di una chiesa. Così, dopo le proteste di alcuni fedeli e di visitatori che se ne sono sentiti offesi, è arrivata la decisione di trasferirla in giardino.
Una scelta avallata dal parroco don Hermes Luppi, che però tiene a chiarire che lui personalmente non aveva nulla in contrario alla presenza in chiesa di quell'opera d'arte: "Per me quella scultura poteva rimanere dov'era, il Vangelo ci indica una strada di accoglienza e di tolleranza. Del resto con me non si era lamentato proprio nessuno".
Più cauto il presidente della rassegna artistica "Cibart", che ha luogo proprio nel Comune di Serravezza: "Forse abbiamo preso una decisione azzardata nel mettere quell'opera dentro la chiesa - conclude il presidente di Cibart - e proprio per evitare di alimentare un caso abbiamo poi deciso di metterla fuori".
AVE MARIA PURISSIMA



Clamamus



Clamamus

"Clamamus devotius ad te suspirantes,
Et affectuosius te pie precantes.
Dele quod interius male cogitantes
Gessimus exterius opere peccantes."

AMDG et DVM