domenica 17 dicembre 2017

Momenti di ansia


24 dicembre 1974. 
Vigilia di Natale.
Tutti dovete essere poveri così.

«Passa queste ore della vigilia con Me, figlio. Dimentica ogni altra cosa e non lasciarti occupare da altro oggi.
Rivivi con Me quei momenti di ansia e di dolorosa apprensione, in cui il mio Sposo riceveva un rifiuto ad ogni sua richiesta di ospitalità per quella notte.
Dolore e apprensione non per noi, ma per mio Figlio Gesù che stava per nascere. Ogni rifiuto dato a noi era un rifiuto dato a Lui.
Più volte, durante il giorno, aveva come bussato alla porticina del mio Cuore: era giunto il momento della Sua nascita ed Io, Vergine, dovevo donarlo maternamente all'intera umanità.
Ma l'umanità non aveva un posto per riceverlo. Ogni porta che si chiudeva apriva una nuova ferita nel mio Cuore, che sempre più si schiudeva per generare nell'amore e nel dolore - in questo dolore - il mio Figlio Gesù.
Lo accolse così solo la povertà di una grotta e il calore di un bue e di un asinello che durante il giorno ci aveva portati.
Rivivi con Me queste ore della vigilia, figlio, perché possa comprendere che è solo la tua povertà che ti ha attirato la predilezione di mio Figlio Gesù, che ti ha fatto il dono di essere Sacerdote prediletto del mio Cuore Immacolato.
La tua povertà che ti fa essere solo e sempre così bambino; la tua povertà totale: di beni, di attaccamenti, di idee, di affetti. Essere povero vuol dire proprio possedere questo nulla. È questo nulla che attira la compiacenza di Dio e che solo è capace di accoglierla.
Sacerdoti da Me prediletti: tutti dovete essere poveri così.
Per questo vi chiedo di essere solo bambini.
Allora Io potrò condurvi sempre per mano e voi vi lascerete condurre con docilità. Ascolterete solo la mia Voce, perché non sarete ricchi di altre voci e di altre idee.
E la voce e le idee, che Io vi comunicherò, saranno quelle di mio Figlio. Come sarà chiaro allora per voi tutto il Vangelo! Il Vangelo di mio Figlio sarà la sola vostra luce e voi, in una Chiesa pervasa dalla tenebra, donerete tutta la luce del Vangelo.
Non sarete ricchi di altri affetti. L'unico vostro affetto sarà il mio, sarà solo quello di vostra Madre. Ed Io, quale Madre vostra, vi porterò ad amare, di un amore totale, solo mio Figlio Gesù. Vi porterò al punto che non potrete più vivere senza di Lui: farò dell'amore a Lui la vostra stessa vita e Lui potrà veramente rivivere in voi.
Figli miei prediletti: per questo ho bisogno della vostra povertà, della vostra umiltà, della vostra docilità.
Non temete se il mondo non vi capirà e non vi accoglierà; c'è sempre il Cuore della Mamma che sarà la vostra casa e il vostro rifugio».

ANTIFONE MAGGIORI


17 Dicembre

O Sapienza, che esci dalla bocca dell'Altissimo 
e ti estendi fino ai confini del mondo
tutto disponendo con dolcezza e forza:
Vieni! Insegnaci la via della saggezza”.

AMDG et BVM

Sigillo di benedizione il mantello di san Juan Diego

San Juan Diego e la Madonna di Guadalupe


(di Cristina Siccardi) Se su Google si digita il termine Madonna al primo posto salta fuori «Madonna.com>Home», il sito ufficiale della trasgressiva diva pop statunitense Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna; al secondo posto «Madonna (cantante) – Wikipedia» e al terzo posto, non la Madonna, bensì «Maria (madre [minuscolo ndr] di Gesù)».
La figura di Maria Santissima è oggi decisamente scomoda e non solo per Google. Lei è la (Ma) Donna delle non pari opportunità, è la (Ma) Donna non femminista, è la Beata fra tutte le donne (come Lei stessa disse di Sé nel Magnificat) a dispetto della cultura odierna, nonché della banalizzazione e dello schiacciamento terreno che della Madonna hanno fatto, a partire dal Concilio Vaticano II in poi, molti apologeti della secolarizzazione (protestantizzazione) cattolica al fine di rendere la Madonna una donna feriale, una donna desacralizzata, una donna come tutte le altre, si pensi a questo proposito alle speculazioni mariane di Monsignor Tonino Bello oppure di Enzo Bianchi.
A san Juan Diego Cuauhtlatoatzin (Chuauhtitlàn1474 – Città del Messico 1548), contadino del popolo azteco convertito a Cristo – la cui ricorrenza liturgica cade il 9 dicembre – non apparve una donna, bensì la Madonna di Guadalupe, la cui festa si  celebra il  12 dicembre. Nel 1524, all’età di 50 anni, Cuauhtlatoatzin viene battezzato con il nome di Juan Diego insieme alla moglie Malintzin, che prende il nome di Marìa Lucìa. Rimasto vedovo quattro anni più tardi, divide il suo tempo fra il lavoro dei campi e le pratiche religiose, fra cui l’ascolto della catechesi impartita agli indigeni neoconvertiti dai missionari spagnoli a Tlatelolco, un sobborgo di Città del Messico.
Sette anni dopo, secondo la tradizione, la mattina del 9 dicembre 1531 sulla collina di Tepeyac, a nord di Città del Messico, la Madonna gli si manifesta per chiedere di far erigere una chiesa in quel luogo. Il veggente corre a riferire il fatto al Vescovo Juan de Zumarrága, che non gli crede. La sera, ripassando sul colle, Juan Diego vede per la seconda volta Maria Santissima, la quale lo incarica di ritornare l’indomani dal Vescovo. Questa volta il presule gli chiede un segno per provare la veridicità del suo racconto. Torna, quindi, sul Tepeyac (dove sorgeva un tempio dedicato alla dea locale Tonantzin) e qui incontra nuovamente la Madonna, che gli promette un segno per il giorno seguente. Ma Juan Diego non potrà recarsi a causa della malattia di suo zio.
La situazione precipita e il 12 dicembre si mette in cerca di un sacerdote per la confessione del parente; tuttavia Nostra Signora di Guadalupe gli appare lungo la strada, per la quarta e ultima volta. Gli comunica che lo zio è già guarito e lo invita a salire sul Tepeyacper cogliere dei fiori. Allora l’uomo trova il segno promesso: bellissimi fiori della regione spagnola di Castiglia, sbocciati fuori stagione in una desolata pietraia… li raccoglie e li pone nel proprio mantello. Quando, di fronte al Vescovo e ad altre sette persone testimoni, il giovane lo apre per mostrare la prova, improvvisamente sul tilmàtli si imprime l’immagine della Vergine Maria: Vescovo e presenti cadono in ginocchio.
La mattina dopo, Juan Diego accompagna de Zumarrága al Tepeyac per indicargli il sito dove la Madonna vuole che si costruisca un luogo di culto. Viene subito eretta una cappella, sostituita nel 1557 da una cappella più ampia e poi da un Santuario, consacrato nel 1622. 
Nel 1976 sarà inaugurata l’attuale Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, dove è custodito il mantello miracoloso sul quale è raffigurata la Vergine, ritratta come una giovane meticcia (fatto singolare, visto che a quel tempo i meticci erano ancora pochi) e proprio per la sua carnagione è chiamata dai fedeli Virgen morenita (Vergine meticcia).
Nel 1921 Luciano Pèrez, un attentatore inviato dal Governo anticattolico, nasconderà una bomba in un mazzo di fiori posti ai piedi dell’altare: l’esplosione danneggerà la Basilica, però, sia il mantello che il vetro di protezione rimarranno intatti.
Il nome Guadalupe era stato pronunciato dalla Madonna a Juan Diego: alcuni hanno ipotizzato che sia la trascrizione in spagnolo dell’espressione azteca Coatlaxopeuh, ovvero «colei che schiaccia il serpente» (cfr. Genesi 3,14-15), oltre che il riferimento al Real Monasterio de Nuestra Señora de Guadalupe fondato nel 1340 da Re Alfonso XI di Castiglia nel comune spagnolo di Guadalupe.
Occorre ricordare che nel 1517 gli spagnoli con Francisco Hernández de Córdoba avevano raggiunto la costa della penisola dello Yucatán provenienti da Cuba. Diego Velázquez de Cuéllar inviò 4 navi comandate dal nipote Juan de Grijalva nel 1518. Una terza spedizione del 1519, guidata da Hernán Cortés, prese terra a Cozumel. I conquistatori spagnoli inizialmente vennero accolti pacificamente dall’imperatore azteco Montezuma, poiché in base a segni premonitori e ad antiche leggende gli uomini di Cortes vennero scambiati per emissari di Quetzalcoatl, una delle principali divinità azteche.
È evidente che il mantello del convertito Juan Diego con l’effigie della Madonna è sigillo della benedizione data da Dio all’evangelizzazione missionaria del Nuovo Mondo, all’epoca solo agli esordi.  L’immagine non è stata dipinta da mano umana, dunque è acheropita. Diversi studi sono stati condotti nel corso del tempo, ma nessuno di essi è riuscito a dare risposte di carattere naturale.
Il mantello è costituito da due teli di ayate (fibra d’agave) cuciti insieme; nonostante in Messico il clima sia caratterizzato da una forte presenza di salnitro, che deteriora i tessuti di fibra vegetale nell’arco di pochi anni, il tilmàtli è pressoché inalterato da 500 anni; la disposizione delle stelle sul manto azzurro che copre la Vergine rispecchia l’area del cielo che era possibile vedere da Città del Messico durante il solstizio d’inverno; nel 1929, il fotografo Alfonso Marquè Gonzales, studiando alcuni negativi dell’effigie, osservò che nell’occhio destro della Madonna  si vedeva una figura umana; nel 1951, Carlos Salinas, fotografo ufficiale della Basilica di Guadalupe, affermò di aver constatato che una figura umana si notava anche nell’occhio sinistro.
A questo punto iniziarono ad interessarsi anche gli scienziati. Uno di essi, Raffael Torija Lavoignet, fra il 1956 e il 1958, compì cinque indagini servendosi di lenti di ingrandimento e oftalmoscopi, confermando così la presenza di figure umane negli occhi. La tecnica digitale, grazie all’ingegnere Josè Aste Tonsman ha poi permesso di ingrandire, filtrare e migliorare le immagini di persone contenute nelle pupille della Vergine e che appartengono a due scene distinte.
Nella prima sono raffigurate le persone testimoni del miracolo del mantello; mentre nella seconda è rappresentata una famiglia azteca composta da padre, madre, nonni e tre bambini (l’importanza della famiglia naturale!). Le scoperte di Tonsmann sono rafforzate dalle parole con le quali la Madonna si era rivolta a Juan Diego nel sollecitare la costruzione di una chiesa: «Per realizzare ciò che vuole il mio sguardo compassionevole e misericordioso».
Quarant’anni dopo le apparizioni e il miracolo del tilmàtli, nel 1571, l’ammiraglio genovese Gianandrea Doria possedeva una copia del dipinto divino, dono del Re Filippo II di Spagna, e la portò sulla propria nave, che contribuì, con le flotte cristiane della Lega Santa, federate sotto le insegne pontificie, alla vittoria della battaglia di Lepanto. (Cristina Siccardi)
"Vero Volto di Maria Santissima,
 Madre del Vero Dio, Immacolata e Perfetta
Nostra Signora di Guadalupe"

La coroncina che placa lo sdegno divino

La coroncina

20Un venerdì dell'anno 1935. — 

Era sera. M'ero chiusa già nella mia cella. Vidi l'angelo esecutore dell'ira di Dio. Cominciai a supplicare Dio per il mondo con parole che udivo interiormente. Offrivo all'eterno Padre «Il corpo, il sangue, l'anima e la divinità del suo dilettissimo Figlio, in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo». Chiedevo misericordia per tutti «in nome della sua dolorosa passione».

Il giorno seguente, entrando in cappella, udii dentro di me queste parole: «Ogni volta che entrerai in cappella, recita fin dalla soglia la preghiera che ieri ti ho insegnato». Recitata che ebbi la preghiera, ricevetti la seguente istruzione: «Questa preghiera serve a placare il mio sdegno, la reciterai sulla corona del rosario che usi di solito. Incomincerai con un Padre Nostro, pronuncerai questa preghiera: "Eterno Padre, ti offro il corpo, il sangue, l'anima e la divinità del tuo dilettissimo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo". Sui grani piccoli dell'Ave Maria, proseguirai dicendo per dieci volte consecutive: "Per la sua dolorosa passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero". Come conclusione, reciterai tre volte questa invocazione: "Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi misericordia di noi e del mondo intero"».

21. Promesse. — «Recita ogni giorno 
con costanza 
la coroncina che ti ho insegnato. 
Chiunque la reciterà, 
troverà grande misericordia nell'ora della morte. 

I sacerdoti la propongano a chi è nel peccato come una tavola di salvezza. 
Il peccatore fosse pure anche il più incallito, qualora reciti questa coroncina anche per una volta sola, avrà il soccorso della mia misericordia. 

Desidero che tutto il mondo la conosca. 

Concederò grazie che l'uomo nemmeno può capire a tutti quelli che confidano nella mia misericordia. 

Abbraccerò con la mia misericordia in vita, e ancor più nell'ora della morte, le anime che reciteranno questa coroncina».

AMDG et BVM

17.XII.1936.


17.XII.1936 Ho offerto la giornata odierna per i sacerdoti. 

Oggi ho sofferto più di qualunque altro giorno, sia interiormente che esteriormente. 
Non pensavo che si potesse soffrire tanto in un giorno solo. 
Ho cercato di fare l'ora santa, durante la quale il mio spirito ha assaporato l'amarezza dell'Orto degli Ulivi. 
Lotto da sola sostenuta dal Suo braccio contro ogni genere di difficoltà, che mi si posano davanti come muri incrollabili; tuttavia ho fiducia nella potenza del Suo Nome e non ho paura di nulla. 

In questa solitudine Gesù stesso è il mio Maestro. 
Egli stesso mi educa e mi ammaestra, sento che mi trovo sotto l'influsso di una Sua attività particolare. 
Per i Suoi inesplicabili disegni ed insondabili decreti, mi unisce a sé in modo speciale e mi permette di penetrare in segreti impensabili. 
C'è un segreto che mi unisce al Signore, di cui nessuno deve essere messo a conoscenza, nemmeno gli angeli. 
E benché io volessi rivelarlo, non saprei come esprimermi; e tuttavia vivo di questo e vivrò in eterno. 
Questo segreto mi differenzia dalle altre anime qui in terra e nell'eternità. 

O giorno luminoso e bello, nel quale si adempiranno tutti i miei desideri! O giorno agognato, che sarai l'ultimo della mia vita! Sono lieta per l'ultimo tocco che il mio Artista divino darà alla mia anima, che conferirà alla mia anima una bellezza particolare, che mi distinguerà dalla bellezza delle altre anime. O gran giorno, nel quale si confermerà l'amore di Dio in me! In quel giorno per la prima volta canterò davanti al cielo ed alla terra l'inno della Misericordia infinita del Signore. Questa è la mia opera e la missione assegnatami dal Signore fin dalla fondazione del mondo. Affinché il canto della mia anima sia gradito alla Santissima Trinità, guida e plasma la mia anima Tu stesso, o Spirito di Dio. Mi armo di pazienza ed attendo la Tua venuta, o Dio Misericordioso; ed in quanto ai tremendi dolori ed ai timori dell'agonia in quei momento, più che in ogni altro, confiderò nell'abisso della Tua Misericordia e Ti ricorderò, o Misericordioso Gesù e dolce Salvatore, tutte le promesse che mi hai fatto. Questa mattina ho avuto una specie di avventura; mi si era fermato l'orologio e non sapevo quando dovevo alzarmi e mi dispiaceva tralasciare la santa Comunione. Era sempre buio, perciò non potevo orientarmi per sapere quand'era l'ora di alzarmi. Mi sono vestita, ho fatto la meditazione e sono andata in cappella, ma era ancora chiusa e c'era ovunque un gran silenzio. Mi sono immersa in preghiera, specialmente per gli ammalati. Adesso vedo che gli ammalati hanno bisogno di tante preghiere. Finalmente la piccola cappella venne aperta. Ho fatto fatica a pregare, poiché mi sentivo fortemente esausta e, dopo la santa Comunione, tornai subito nella mia stanzetta d'isolamento. Improvvisamente vidi il Signore che mi disse: « Sappi, figlia Mia, che Mi è gradito l'ardore del tuo cuore, e come tu desideri ardentemente unirti a Me nella santa Comunione, così anch'io desidero donarMi tutto a te. E come ricompensa per il tuo zelo ardente, riposa accanto al Mio Cuore ». In quel momento il mio spirito sprofondò nel Suo Essere, come una goccia in un oceano sconfinato annegò in Lui, come nell'unico suo tesoro. Fu allora che conobbi che il Signore permetteva certe difficoltà per la Sua maggior gloria.

AMDG et BVM

Nel silenzio e nella preghiera


Dongo (Como), 24 dicembre 1995. 
Notte Santa.
L'Amore Misericordioso.

«Figli prediletti, vivete con Me, nel silenzio e nella preghiera, le trepide ore della vigilia.

Camminate col mio castissimo sposo Giuseppe e con la vostra Mamma Celeste sulla lunga strada, che da Nazareth ci sta conducendo verso Betlemme.

Sentite anche voi la fatica del viaggio, la stanchezza che ci prende, la fiducia che ci porta, la preghiera che accompagna ogni passo, mentre una beatitudine sovrumana riempie i nostri cuori, uniti ormai in comunione perfetta col cuore del Padre Celeste, che sta per aprirsi al dono del suo Figlio Unigenito.

Non ci turba il rumore della numerosa carovana, né sconforto ci prende di fronte a tutte le porte che si chiudono alla nostra domanda di essere accolti.

La mano pietosa di un pastore ci indica una povera Grotta, che si apre al più grande e divino prodigio.

Sta per nascere alla sua vita umana l'Unigenito Figlio del Padre.
Sta per scendere sul mondo il suo Amore Misericordioso, fatto uomo nel Figlio che nasce da me sua Vergine Madre.

Dopo lunghi secoli di attesa e di orante implorazione, finalmente giunge a voi il Salvatore ed il vostro Redentore.

È la notte santa.
È l'alba che sorge sul nuovo giorno della vostra salvezza.

È la Luce che risplende nella tenebra profonda di tutta la storia.

Il mio sposo Giuseppe cerca di rendere più ospitale la gelida Grotta e si dà da fare per trasformare una povera mangiatoia in una culla.

Io sono assorta in una intensa preghiera ed entro in estasi col Padre Celeste, che mi avvolge della sua luce e del suo amore, mi riempie della sua pienezza di vita e di beatitudine, mentre il Paradiso, con tutte le sue schiere angeliche, si prostra in atto di adorazione profonda.

Quando esco da questa estasi, mi trovo fra le braccia il mio divino Bambino, miracolosamente nato da me sua vergine Madre.

Io lo stringo al mio cuore, lo ricopro di teneri baci, lo riscaldo col mio amore di mamma, lo avvolgo di candidi panni, lo depongo nella mangiatoia ormai pronta.

Il mio Dio è tutto presente in questo mio Bambino.

La misericordia del Padre traspare nel neonato che emette i suoi primi gemiti di pianto.

La Divina Misericordia ha dato a voi il suo frutto: prostriamoci insieme e adoriamo l'Amore Misericordioso che è nato per noi.

- Guardiamo insieme i suoi occhi, che si aprono per portare sul mondo la luce della Verità e della divina Sapienza.

- Asciughiamo insieme le sue lacrime, che scendono a portare la compassione su ogni patire, a lavare ogni macchia di peccato e di male, a chiudere ogni ferita, a dare sollievo ad ogni oppresso, a fare scendere l'attesa rugiada sul gelido deserto del mondo.

- Stringiamo insieme le sue mani, che si aprono per portare la carezza del Padre sulle umane miserie, per donare aiuto ai poveri ed ai piccoli, sostegno ai deboli, fiducia agli scoraggiati, perdono ai peccatori, salute agli ammalati, a tutti il dono della redenzione e della salvezza.

- Riscaldiamo insieme i suoi piedi, che seguiranno strade aride ed insicure, a cercare gli smarriti, a ritrovare i perduti, a dare speranza ai disperati, a portare la libertà ai prigionieri e la buona novella ai poveri.

- Baciamo insieme il suo piccolo cuore, che ha appena incominciato a battere di amore per noi.

È il cuore stesso di Dio.
È il cuore dell'Unigenito Figlio del Padre, che si fa Uomo per riportare a Dio l'umanità da Lui redenta e salvata.

È il cuore che batte per rinnovare il cuore di ogni creatura.
È il cuore nuovo del mondo.

È l'Amore Misericordioso, che scende dal seno del Padre, per portare a tutta l'umanità la redenzione, la salvezza e la pace.

Accoglietelo con amore, con gioia e con beatitudine immensa. E salga dal vostro cuore l'inno della perenne gratitudine per questo Bambino, verginalmente donato a voi da Me che, in questa notte santa, divento per tutti la Madre della Divina Misericordia» .

AMDG et BVM

BUON NATALE