venerdì 7 luglio 2017

SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II nel SANTUARIO DI KNOCK

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SANTA MESSA PRESSO IL SANTUARIO DI KNOCK
OMELIA DI 
SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II
Knock, 30 settembre 1979

Cari fratelli e sorelle in Cristo, figli fedeli e figlie di Maria.
1. Qui raggiungo lo scopo del mio viaggio in Irlanda: il santuario di Nostra Signora di Knock. Dal momento in cui ho saputo del centenario di questo Santuario, che si va celebrando in quest’anno, ho sentito un forte desiderio di venire qui, il desiderio di compiere ancora un altro pellegrinaggio al Santuario della Madre di Cristo, la Madre della Chiesa, la Regina della Pace. Non vi sorprenda questo mio desiderio. Cominciando dalla mia prima gioventù e nel mio Paese, è stato per me una pratica il fare pellegrinaggi ai santuari della Madonna. Ne ho compiuti anche mentre ero vescovo e cardinale.

So molto bene che ogni popolo, ogni Paese, e anche ogni diocesi, ha i suoi luoghi santi in cui il cuore di tutto il popolo di Dio batte, si potrebbe dire, in modo più vivo: luoghi di un incontro speciale fra Dio e gli esseri umani; luoghi in cui Cristo abita in maniera speciale in mezzo a noi. Se questi luoghi sono tanto spesso consacrati a sua Madre, questo ci rivela in forma più completa la natura della sua Chiesa. Fin dal Concilio Vaticano II, che concluse la sua Costituzione sulla Chiesa con il capitolo su “La Beata Vergine Maria, Madre di Dio, nel Mistero di Cristo e della Chiesa”, questo fatto è oggi per noi più evidente che mai: sì, per tutti noi, per tutti i cristiani. Non proclamiamo con tutti i nostri fratelli, anche con quelli con i quali non siamo ancora uniti in piena unità, che siamo un popolo pellegrino? Come una volta questo popolo pellegrinò sotto la guida di Mosè così noi, il popolo di Dio della nuova alleanza, stiamo camminando come pellegrini sotto la guida di Cristo.

Sono qui come un pellegrino, un segno della Chiesa pellegrinante attraverso il mondo e partecipante, mediante la mia presenza come Successore di Pietro, in un modo del tutto speciale alla celebrazione centenaria di questo Santuario. La liturgia della parola della Messa di oggi mi offre il modo di dare il mio saluto di pellegrino a Maria, mentre mi accosto avanti a lei nel Santuario mariano dell’Irlanda a Cnoc Mhuire, la collina di Maria.

2. “Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno” (Lc 1,42). Queste sono le parole con cui Elisabetta, ripiena di Spirito Santo, salutò Maria, sua parente di Nazaret.
“Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno”! Questo è anche il mio saluto alla Muire Máthair Dé, Maria la Madre di Dio, Regina d’Irlanda, in questo Santuario di Knock. Con queste parole, io voglio esprimere l’immensa gioia e gratitudine che riempie oggi il mio cuore in questo posto. Non avrei potuto desiderare di fare altrimenti. I momenti più alti dei miei recenti viaggi pastorali sono stati le visite ai Santuari di Maria: alla Madonna di Guadalupe nel Messico, alla Madonna Nera di Jasna Gora nella mia patria e, tre settimane fa, alla Madonna di Loreto in Italia. Oggi vengo qui perché voglio che voi tutti sappiate che la mia devozione a Maria lega me al popolo d’Irlanda in maniera specialissima.

3. La vostra è un’antica tradizione spirituale di devozione alla Madonna. Maria può veramente dire dell’Irlanda quanto abbiamo appena sentito nella prima lettura: “Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso” (Sir 24,12). La venerazione a Maria è così profondamente intessuta nella vostra fede che le sue origini si perdono nei primi secoli dell’evangelizzazione del vostro Paese. Mi è stato detto che nel gergo irlandese, i nomi di Dio, di Gesù e di Maria sono legati l’uno all’altro, e che raramente nella preghiera o nella benedizione si nomina il nome di Dio senza menzionare anche il nome di Maria. So pure che avete una poesia irlandese dell’VIII secolo che chiama Maria “Sole della nostra stirpe”, e che una litania dello stesso periodo la onora come “Madre della Chiesa celeste e terrestre”. Ma meglio di qualsiasi espressione letteraria è la costante e radicata devozione a Maria che giustifica il successo dell’evangelizzazione di San Patrizio, che vi portò la fede cattolica in tutta la sua pienezza.
È conveniente allora, e questo mi dà grande felicità nel constatarlo, che il popolo irlandese mantenga questa devozione tradizionale alla Madre di Dio nelle sue famiglie e parrocchie, e in maniera particolare a questo Santuario di Cnoc Mhuire. Per un secolo intero voi avete santificato questo luogo di pellegrinaggio con le vostre preghiere, i vostri sacrifici, la vostra penitenza. Tutti quelli che sono venuti qui hanno ricevuto la benedizione per mezzo dell’intercessione di Maria. Da quel giorno di grazia, il 21 agosto del 1879, fino a oggi gli ammalati e i sofferenti, gli handicappati nel corpo e nella mente, i turbati nella loro fede o nelle loro coscienze, tutti sono stati guariti, confortati e confermati nella loro fede perché hanno avuto fiducia che la Madre di Dio li avrebbe condotti al suo figlio Gesù. Ogni volta che un pellegrino viene in questo luogo che una volta era un oscuro villaggio paludoso nella Contea di Mayo, ogni volta che un uomo, una donna o un bambino s’incontra nella vecchia chiesa dell’apparizione o nel nuovo Santuario di Maria Regina d’Irlanda, è per rinnovare la sua fede nella salvezza che viene per mezzo di Gesù, il quale trasformò tutti noi in figli di Dio ed eredi del regno dei cieli.
Avendo fiducia in Maria, voi ricevete Cristo. In Maria “il Verbo si fece carne”; in lei il Figlio di Dio divenne uomo, così che tutti noi potessimo conoscere quanto è grande la nostra dignità umana. Stando in questo luogo consacrato, noi guardiamo in alto alla Madre di Dio e diciamo: “Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno”.
Il tempo presente è un momento importante nella storia della Chiesa universale e, in particolare, della Chiesa in Irlanda. Tante cose sono cambiate. Tanti nuovi e validi significati sono stati trovati in quello che si esprime nell’essere cristiani. Tanti nuovi problemi debbono essere affrontati dai fedeli, sia per il cresciuto ritmo di cambiamento nella società, sia per le nuove esigenze richieste al popolo di Dio, esigenze di vivere al massimo la missione dell’evangelizzazione. Il Concilio Vaticano II e il Sinodo dei Vescovi hanno portato una nuova vitalità pastorale in tutta la Chiesa. Il mio venerato predecessore Paolo VI formulò sagge direttive per il rinnovamento e offrì a tutto il popolo di Dio ispirazione ed entusiasmo per questo compito. In ogni cosa che egli disse e fece, Paolo VI insegnò alla Chiesa di essere aperta a ogni bisogno dell’umanità e nello stesso tempo di essere fedele senza debolezze al messaggio inalterabile di Cristo.
Leale all’insegnamento del Collegio dei vescovi insieme con il Papa, la Chiesa d’Irlanda ha accettato con gratitudine le ricchezze del Concilio e dei Sinodi. Il cattolico popolo irlandese ha aderito fedelmente, alcune volte nonostante le pressioni contrarie, alle ricche espressioni di fede, alle ferventi pratiche sacramentali e alla dedizione alla carità, che sono state sempre un’impronta particolare della vostra Chiesa. Ma il compito del rinnovamento in Cristo non finisce mai. Ogni generazione, con la sua mentalità e caratteristiche proprie, è come un nuovo continente da conquistare a Cristo. La Chiesa deve costantemente cercare nuove strade che la rendano capace di capire più profondamente e portare avanti con rinnovato vigore la missione ricevuta dal suo Fondatore. In questo arduo compito, come tante altre volte in altri tempi quando la Chiesa si trovava davanti a una nuova sfida, noi ci rivolgiamo a Maria, la Madre di Dio e la Sede della Sapienza, avendo fiducia che lei ci indicherà la via verso il suo Figlio. Un’antichissima omelia irlandese per la festa dell’Epifania (dal “Leabhar Breac”) dice che come i Magi trovarono Gesù sulle ginocchia di sua Madre, così noi oggi troviamo Cristo sulle ginocchia della Chiesa.

4. Maria fu veramente unita a Gesù. I Vangeli non ci hanno conservato molte delle sue parole, ma quelle che sono state ricordate ci riportano di nuovo a suo Figlio e alle parole di lui. A Cana di Galilea, ella tornando dal Figlio verso i servi disse: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2,5). Lo stesso messaggio ella rivolge a noi oggi.

5. “Fate quello che vi dirà”. Ciò che Gesù ci dice – con la sua vita e con la sua parola – ci è stato conservato nei Vangeli, e nelle lettere degli Apostoli e di San Paolo, e ci è stato trasmesso dalla Chiesa. Dobbiamo renderci familiari con queste parole. E lo facciamo ascoltando le letture della Sacra Scrittura nella liturgia della parola che ci introduce al Sacrificio eucaristico; leggendo le Scritture da noi stessi; nella famiglia, o insieme con gli amici, riflettendo su quanto il Signore ci dice quando recitiamo il Rosario e uniamo la nostra devozione alla Madre di Dio con la preghiera meditata dei misteri della vita di suo Figlio. Ogni volta che abbiamo problemi, che ci sentiamo appesantiti, che dobbiamo fare scelte imposteci dalla fede, la parola del Signore ci conforterà e ci guiderà.
Cristo non ha abbandonato i suoi seguaci senza guida nel compito di capire e vivere il Vangelo. Prima di ritornare al Padre, promise di inviare il suo Santo Spirito alla Chiesa: “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26).
Questo stesso Spirito guida i successori degli Apostoli, i vostri Vescovi, uniti con il Vescovo di Roma, al quale fu affidato il compito di preservare la fede e di “predicare il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15). Ascoltate le loro voci, perché esse vi portano la Parola del Signore.

6. “Fate tutto quello che vi dirà”. Tante voci differenti assalgono il cristiano nel mondo di oggi così meraviglioso e così esigente. Tante false voci si ascoltano che sono in conflitto con la parola del Signore. Sono le voci che vi suggeriscono che la verità è meno importante del profitto personale; che il benessere, la salute e il piacere sono i veri scopi della vita; che il rifiuto di una nuova vita è migliore della generosità di spirito e della responsabilità dell’accoglienza; che la giustizia deve essere ottenuta ma senza un impegno personale del cristiano; che la violenza può essere un mezzo per ottenere un buon fine; che l’unità può essere costruita senza abbandonare l’odio.

E ora torniamo da Cana di Galilea al Santuario di Knock. Non sentiamo che la Madre di Cristo additandolo pure a noi qui e rivolgendoci le stesse parole che usò a Cana ci dice: “Fate tutto quello che vi dirà”? Ella lo sta dicendo a tutti noi. La sua voce è ascoltata più espressamente dai miei fratelli nell’Episcopato, i pastori della Chiesa in Irlanda, i quali, invitandomi qui mi hanno chiesto di rispondere a un invito che veniva dalla Madre della Chiesa. E così, venerabili Fratelli, sto rispondendo, mentre col pensiero mi addentro nel passato del vostro Paese e mentre sento anche la forza del suo eloquente presente, così pieno di gioia, eppure, nello stesso tempo, così preoccupante e talvolta tanto doloroso. Sto rispondendo, come ho fatto a Guadalupe nel Messico e a Jasna Gora in Polonia. 
Nel mio nome e a favore di voi e nel nome di tutto il cattolico popolo d’Irlanda, pronuncio, alla fine di questa omelia, le seguenti parole di fiducia e di consacrazione:
*
Madre, in questo santuario tu accogli il popolo di Dio di tutta l’Irlanda e costantemente additi ad esso Cristo nell’Eucaristia e nella Chiesa. In questo momento solenne noi ascoltiamo con particolare attenzione le tue parole: “Fate tutto quello che il mio Figlio vi dirà”. E noi desideriamo rispondere alle tue parole con tutto il cuore. Noi desideriamo fare quanto il tuo Figlio ci dice, quanto ci comanda, poiché egli ha parole di vita eterna. Noi desideriamo compiere e adempiere tutto ciò che viene da lui, tutto ciò che è contenuto nella Buona Novella, così come i nostri antenati fecero per molti secoli. La loro fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa e il loro eroico attaccamento alla Sede Apostolica, hanno in certo modo impresso in noi tutti un segno indelebile presente in tutti noi. Questa fedeltà, lungo i secoli, ha fatto maturare frutti di eroismo cristiano e di virtuose tradizioni di vita in consonanza con la legge di Dio, specialmente in consonanza col più santo comandamento del Vangelo, quello dell’amore. Abbiamo ricevuto questa splendida eredità dalle loro mani agli inizi di un’epoca nuova, poiché ci avviciniamo al compimento del secondo millennio da quando il Figlio di Dio fu generato da te, nostra “alma Mater”, e noi intendiamo trasmettere questa eredità al futuro con la medesima fedeltà con la quale i nostri antichi padri resero ad essa testimonianza.
Oggi, perciò, in occasione della prima visita di un Papa in Irlanda, noi affidiamo e consacriamo a te, Madre di Cristo e Madre della Chiesa, i nostri cuori, le nostre coscienze, i nostri lavori, affinché possano aiutarci a mantenere la fede che professiamo. Affidiamo e consacriamo a te tutti coloro che formano la comunità del popolo irlandese e la comunità del Popolo di Dio che vive in questo Paese. Noi affidiamo e consacriamo a te i vescovi dell’Irlanda, il clero, i religiosi e le religiose, i contemplativi monaci e suore, i seminaristi, i novizi. Affidiamo e consacriamo a te i padri e le madri, i giovani, i ragazzi. Affidiamo e consacriamo a te gli insegnanti, i catechisti, gli studenti, gli scrittori, i poeti, gli autori, gli artisti, i lavoratori e i loro capi, gli impiegati e i dirigenti, i professionisti, quelli che sono impegnati in politica e nella vita pubblica, coloro che formano la pubblica opinione. Affidiamo e consacriamo a te gli sposi e quelli che si preparano al matrimonio, quelli che sono chiamati a servire te e il prossimo nel celibato, gli infermi, gli anziani, i malati di mente, gli handicappati e tutti coloro che li assistono e si prendono cura di loro. Affidiamo e consacriamo a te i prigionieri e quanti si sentono reietti, gli esiliati, quanti sentono la lontananza della casa, e coloro che sono soli.
Affidiamo alla tua cura materna la terra d’Irlanda, dove sei stata e sei tanto amata. Aiuta questa terra a stare, sinceramente, sempre con te e col Figlio tuo. La prosperità non induca mai gli uomini e le donne d’Irlanda a dimenticare Dio o abbandonare la loro fede. Mantienili nella prosperità fedeli alla fede che non avrebbero mai abbandonato nella povertà e nella persecuzione. Tienili lontani dalla cupidigia, dall’invidia, dalla ricerca di interesse egoistico o particolaristico. Aiutali a lavorare insieme con un senso di ideale cristiano e per una comune meta cristiana, costruire cioè una società giusta, pacifica e fondata sull’amore, in cui i poveri non sono mai trascurati e i diritti di tutti, specialmente dei deboli, vengano rispettati. 
Regina dell’Irlanda, Maria madre della Chiesa celeste e terrestre, Máthair Dé, conserva l’Irlanda fedele alla sua tradizione spirituale e alla sua eredità cristiana. Aiutala a rispondere alla sua missione storica di portare la luce di Cristo alle nazioni e così, lavorando alla gloria di Dio, essere l’onore dell’Irlanda.
O Madre, possiamo rimanere silenziosi su ciò che troviamo di più penoso, che ci lascia molte volte tanto scoraggiati? In modo particolare affidiamo a te questa grande ferita che ora affligge il nostro popolo, nella speranza che le tue mani siano capaci di curarla e guarirla. Siamo tutti interessati a quelle giovani anime che sono state coinvolte in atti sanguinosi di vendetta e di odio. Madre, non abbandonare questi giovani cuori. Madre, sta’ con loro nelle loro ore più oscure, quando non possiamo né consigliarli né assisterli. Madre, proteggi noi tutti e specialmente la gioventù irlandese dall’essere travolti dall’inimicizia e dall’odio. Insegnaci a distinguere chiaramente ciò che procede dall’amore per il nostro Paese da ciò che porta l’impronta della distruzione e il marchio di Caino. Facci comprendere che i mezzi cattivi non possono mai portare a buon fine, che ogni vita umana è sacra, che l’assassinio è assassinio, poco importa quale ne sia il motivo o il fine. Salva gli altri, quelli che assistono a questi terribili avvenimenti, da un altro pericolo: quello di vivere una vita priva di ideali cristiani o in conflitto coi principi di moralità.
Possano le nostre orecchie ascoltare con tutta chiarezza la tua voce materna: “Fate tutto quello che il mio Figlio vi dirà”. Aiutaci a perseverare con Cristo; aiutaci, o Madre della Chiesa, anche a costruire il suo Corpo Mistico, vivendo quella vita che egli solo può concederci dalla sua pienezza, e che è insieme divina e umana.

AMDG et BVM

KNOCK


La Vergine a Knock
L'apparizione del 21 agosto 1879 in Irlanda, riconosciuta dalla Chiesa nel 1936. 

L'APPARIZIONE

Il 21 agosto del 1879, la Beata Vergine Maria apparve all’esterno di una chiesetta irlandese nel villaggio di Knock, situato nella Contea di Mayo (nell'ovest dell'Irlanda). Ecco il resoconto dei fatti, come ci viene riferito da David M. Lindsey nel suo libro "The Woman and the Dragon: Apparitions of Mary": "Era una notte tempestosa, Margaret Beirne stava chiudendo la chiesa quando notò una intensa luce provenire dal lato sud dell’edificio. Ad una prima occhiata le parve di vedere delle statue di Maria, di Giuseppe e di San Giovanni accanto ad un nuovo altare su cui si trovavano un agnello e una croce. Margaret non vi prestò molta attenzione perché la piccola chiesa l’anno prima aveva perso due delle sue statue durante un temporale, per cui pensò che queste statue servissero come rimpiazzo per quelle andate perdute. Anche la governante dell’arcidiacono Cavanagh, Mary McLoughlin, le aveva notate ma, come Margaret, considerò che si trattasse delle nuove statue che il pastore aveva preso a Dublino. Entrambe comunque pensarono che fosse strano che il pastore le avesse lasciate fuori, sotto la pioggia. Più tardi Mary McLoughlin se ne andò dalla chiesa e si recò a casa di Margaret Beirne. Quando Mary decise che era tempo di tornare a casa, Mary Beirne, la sorella maggiore di Margaret, si offrì di accompagnarla. Incamminatesi sotto una pioggia dirotta, le due donne passarono vicino alla chiesa e notarono che le statue si trovavano ancora là. Allora Mary Beirne, la più curiosa delle due, decise di dare un’occhiata più da vicino. Ma mentre si avvicinava ebbe un sussulto di meraviglia: "Non sono statue. Si muovono. E’ la Madonna!", esclamò. Subito Mary Beirne corse verso casa a chiamare la madre e il fratello che accorsero alla chiesa per vedere l’apparizione. Intanto, mentre loro erano ancora lì, la notizia dell’apparizione si era sparsa velocemente e almeno 22 persone vi assistettero quella notte. Ecco come si manifestò l’apparizione. L’intero muro posteriore della Chiesa era illuminato da una intensa luce che poteva essere vista da molto lontano, come testimoniò anche un contadino, Patrick Walsh. Le figure erano sospese a circa mezzo metro da terra. L’altare con l’agnello e la croce era circondato di angeli che volteggiavano sopra di esso. Maria, la più grande delle figure, portava un mantello e una fascia bianchi, e un lungo velo sulla testa che le scendeva fino ai piedi. Sul capo coperto dal velo, aveva una corona d’oro. Fra la corona e il bordo del velo c’era una rosa d’oro. Le sue mani erano sollevate all’altezza delle spalle e il suo sguardo, assorto nella preghiera, era rivolto verso il cielo. San Giuseppe si trovava alla destra di Maria, aveva la testa reclinata in avanti e le mani giunte in preghiera. San Giovanni Evangelista aveva una mitra da vescovo e si trovava a sinistra di Maria, la mano destra era sollevata e il braccio sinistro teneva quella che pareva essere la Sacra Bibbia. Le tre figure stavano in silenzio, a pochi passi dal muro della chiesa. Sebbene stesse piovendo e il vento soffiasse impetuoso, il terreno sotto le figure e il muro posteriore della chiesa rimasero completamente asciutti. Uno dei veggenti, un adolescente che si chiamava Patrick Hill, si avvicinò alle figure per toccarle. Quando allungò la mano, esse si ritrassero, non permettendo che venissero toccate. Patrick, più tardi, testimoniò alle autorità che quelle erano persone vere, in tre dimensioni, non semplici proiezioni su un muro. Poteva distinguerne gli occhi, il colore dei capelli, la conformazione della pelle, ogni particolare. Anche le ali degli angeli si muovevano. Il libro sul braccio di San Giovanni era aperto e Patrick poteva intravedere ciò che vi era scritto. Mentre la piccola folla si inginocchiava davanti all’apparizione in preghiera, i visitatori celesti continuavano a restare in silenzio. Non una parola veniva pronunciata. Solo dopo molte ore improvvisamente le figure scomparvero".

COMMISSIONI D'INCHIESTA E APPROVAZIONEPrima Commissione d'inchiesta
L’8 di Ottobre del 1879, l’Arcivescovo MacHale di Tuam creò una Commissione d’Investigazione per investigare l’Apparizione. Le scoperte della Commissione furono inviate all’Arcivescovo e concludevano: “I testimoni dei testi, presi come un tutto, sono degni di fiducia e soddisfacenti”. La commissione era costituita dall’Arcivescovo, Sacerdote Parroco di Knock, il Reverendo Canon Waldron, Sacerdote Parroco di Ballyhaunis e il Reverendo Canon Bourke, Sacerdote Parroco di Claremorris. Con l’assistenza di sei coadiutori locali, esaminarono quindici testi, e presero le testimonianze di ognuno. Quattordici testimoniarono in inglese e uno in irlandese. I giornalisti che visitarono Knock negli anni successivi all’Apparizione restarono impressionati dai testimoni. IL P.C.D. Warren nel suo volantino pubblicato nel 1880 scrive: “Le persone che raccontano su queste apparizioni e che solennemente dichiarano la veridicità di quello che asseriscono, sono numerose, rispettabili e rispettati dai loro vicini. Le loro risposte erano sincere e cortesi, ed anche senza orgoglio e elusioni, e le loro testimonianze unite costituiscono una grande evidenza rispetto al quale pochi uomini imparziali cercherebbero di smentire”.

I 15 Testimoni Ufficiali furono:
Dominick Byrne (padre), di Drum, Knock, di anni trentasei.
Dominick Byrne (figlio), di Drum, Knock, di circa anni venti .
Margaret Byrne, di Drum, Knock, di anni ventuno.
Mary Byrne, di Drum, Knock, di circa anni ventinove.
Mrs. Margaret Byrne (vedova), di Drum, Knock, di anni sessantotto.
Patrick Byrne, di Carrowmore, Knock, di anni sedici.
Judith Campbell, di Carrowmore, Knock, di anni ventidue.
John Curry, di Lecarrow, Knock, di anni cinque.
John Durkan, Peón de campo, di circa anni ventiquattro.
Mrs. Hugh Flatley, di Cloonlee, Knock, di anni quarantaquattro.
Patrick Hill, di Claremorris, di anni undici.
Mary McLoughlin, maggiordomo dell’Arcivescovo Cavanagh, Knock, di anni quarantacinque.
Catherine Murray, di Lisaniskea, Bekan, di anni otto.
Bridget Trench, Carrowmore, di Knock, di circa anni settantaquattro.
Patrick Walsh, di Ballindorris, Knock, di circa anni sessantacinque.

Testimonianza di Mary Byrne davanti alla Prima Commissione d’Investigazione, 1879
''Abito nel quartiere di Knock, ad ovest della Cappella. Mary McLoughlin è venuta a casa mia la sera del 21 de Agosto, verso le 19 e 30. Restò lì per poco. Sono tornata con lei quando rientrava a casa sua. Erano le 20 o in quel momento mancavano forse ancora 15 minuti. C’era ancora la luce. Non avevo sentito da parte di Miss McLoughlin niente riguardo all’apparizione che aveva appena finito di sperimentare. La prima volta che ho saputo qualcosa sull’evento fu nel momento che venivo dalla casa di mia madre in compagnia di Miss Mary McLoughlin, e a una distanza di circa trecento metri della chiesa. Osservai, per tutto il tempo, tre figure che risaltavano sulla facciata, anzi, verso l’ovest della stessa, ed al osservarle con molta più attenzione, sembravano fosse la Vergine Benedetta, San Giuseppe e San Giovanni. La figura della Vergine Benedetta era di larghezza reale, le altre non sembravano cosi grandi. Si ergevano appena fuori dal muro della facciata e all’incirca sollevati di un piede e mezzo o forse due dal pavimento. La vergine rimasse in piedi, con il suo sguardo verso il cielo, le sue mani alzate fino alle spalle o poco più, le palme lievemente inclinate verso le spalle o il suo petto. Indossava un lungo vestito di colore bianco, che finiva con delle pieghe largo sulle spalle e stretto sul collo. Portava una corona sulla testa, una corona abbastanza grande, e sembrava più gialla del vestito e del cappotto che portava Nostra Benedetta Signora. Nell’immagine di San Giuseppe la testa era lievemente inclinata, in direzione della Vergine Benedetta, come in segno di rispetto. Il santo sembrava anziano, con la barba e i capelli grigi. La terza figura sembrava essere quella di San Giovanni L’Evangelista. Non lo so, semplicemente ho pensato questo, anche se in un’occasione ho visto una statua nella Cappella di Lacanvey, vicino a Westport, Comune di Mayo, molto simile alla figura che si ergeva davanti a me insieme a San Giuseppe e Nostra Benedetta Signora, che osservai in quell’occasione.  Sosteneva i Vangeli o il Libro della Messa, aperto nella mano sinistra, mentre si ergeva leggermente girato sulla sinistra verso l’altare che restava un po’ più elevato rispetto a Egli. Devo porre l’accento che la statua che ho visto nella Cappella di Lecanvey non aveva una mitra in testa, invece la figura adesso osservata ne aveva una, non molto alta, anzi, corta. La statua in Lecanvey aveva un libro nella mano sinistra, e le dita della sua mano destra in su. La figura davanti a me nell’occasione di cui parlo aveva un libro nella sua mano sinistra, come ho già detto, il dito medio e l’indice della sua mano destra alzate, come se parlasse e rafforzasse qualche discorso in un’udienza. Fu la somiglianza della figura e la posizione che mi ha fatto supporre, ed è solo la mia opinione, che la terza figura era quella di San Giovanni, l’amato discepolo di Nostro Signore, ma non sono del tutto convinta che santo o che personaggio rappresenta la figura. Dissi, come ho espresso adesso, che era San Giovanni L’Evangelista, e dopo tutti i presenti hanno detto che io l’avevo dichiarato. L’altare stava sotto una finestra, presente nella facciata, o poco più ad ovest vicino al centro, o un po’ più in là. Verso questo altare guardava San Giovanni, almeno per me questa figura rappresentava lui, mentre si ergeva dal lato dove stanno i Vangeli, nel menzionato altare, con il suo braccio destro inclinato in un angolo verso fuori, in direzione della Vergine Benedetta. L’altare sembrava essere come quelli in uso nella chiesa Cattolica, ampi e di grande larghezza. Non c’erano tessuti, né candele, né nessun altro tipo di ornamento; era solo un altare piano. Sull’altare c’era un agnello che riposava e attorno allo stesso vidi stelle dorate, o piccole luci brillanti come fari o palloncini di cristallo, che riflettevano la luce di qualche corpo luminoso. Restai dalle otto e un quarto fino alle nove e mezzo. In quel momento pioveva”. 

Seconda Commissione d'Inchiesta e nuove testimonianze del 1936
Nel 1936 una Seconda Commissione d’Investigazioni fu stabilita dal Reverendo Dott. Gilmartin, Arcivescovo di Tuam. I due testimoni sopravvissuti in Irlanda, Mary O’ Connell (cognome da nubile Byrne) e Patrick Byrne furono esaminati. Un tribunale speciale fu costituito dall’Arcivescovo di New York, il Cardinale Hayes, per esaminare a John Curry che aveva lì la residenza. Mary O’Connell concluse la sua dichiarazione giurata con queste parole: “Ho presente tutto ciò che ho detto, e faccio questa dichiarazione sapendo che vado davanti al mio Dio”. Morì più tardi quell’anno.

Approvazione
L’arcivescovo Gilmartin autorizzò la pubblicazione di un libretto col quale si dava parere favorevole alla devozione nell’apparizione di Knock. Quando la notizia si diffuse, anche attraverso i mezzi di comunicazione dell’epoca, molte migliaia di persone si recarono al Santuario di Knock per portarvi i loro ammalati. Molte guarigioni straordinarie vennero riferite dai giornali del tempo. Da allora la devozione della gente è continuata fino ai nostri giorni. Ogni anno, circa un milione e mezzo di persone si reca in pellegrinaggio a Knock. 

KNOCK OGGI
A partire dalla data dell'Apparizione Knock è cresciuta fino a raggiungere lo status Internazionale, riconosciuta come Santuario Mariano. Il pellegrinaggio personale di Papa Giovanni Paolo II nel 1979, commemorò il centenario dell’Apparizione, ispirando una devozione ancora maggiore verso il Santuario, e ha ricevuto l’indelebile approvazione del Vaticano. La Madre Teresa di Calcutta visitò il Santuario nel Giugno del 1993.  Attualmente il Santuario di Knock è un luogo di pellegrinaggio internazionale e di preghiera, dove ogni anno si reca più di un milione e mezzo di pellegrini. Il Santuario è composto di cinque chiese, includendo la chiesa dell’Apparizione, la chiesa Parrocchiale o Antica Chiesa, la Basilica, la Cappella del Sacro Sacramento e la Cappella della Riconciliazione. I Servizi nel Santuario includono: devozioni e messe pubbliche giornaliere con Unzione ai Malati, Confessioni ed Adorazione del Sacro Sacramento, Servizio di Consiglio professionale, Ministero della Gioventù, Guida della Preghiera; Centro San Giuseppe di Riposo e Cura Diurno per il benvenuto e l’ospitalità ai malati e disabili; Centro di Vita Familiare; Uffici del Santuario, dove i pellegrini possono registare parenti ed amici nelle messe dell’Associazione degli Amici del Santuario di Knock. Il personale religioso e laico e i volontari della Società del Santuario di Knock sono adetti a questi servizi. «Oggi, la gente cerca nuove forme di connettersi e raggiungere Dio. Il Santuario di Knock può aiutare le persone che sono alla ricerca di questo ed offre tante opportunità per l’adorazione e la preghiera per la calma e la tranquillità delle nostre anime, tanto necessario nel nostro occupato e a volte agitato mondo. Il Santuario di Nostra Signora di Knock può aiutare i pellegrini ad sperimentare la cura, la libertà, la riconciliazione e la pace. In questo posto unico di pellegrinaggio tante cose sono create nella preghiera, più di quelle che uno può immaginarsi» ( Mons. Joseph Quinn - Amministratore del Santuario di Knock).

giovedì 6 luglio 2017

Dialogo... divino



DIALOGO FRA DIO MISERICORDIOSO E L'ANIMA PECCATRICE


- Gesù: “ Anima peccatrice, non aver paura del tuo Salvatore. Io per primo Mi avvicino a te, poiché so che tu da sola non sei capace di innalzarti fino a Me. Non fuggire, figliola, dal Padre tuo. Cerca di parlare a tu per tu col tuo Dio misericordioso, che desidera dirti parole di perdono e colmarti delle Sue grazie. Oh, quanto Mi è cara la tua anima! Ti tengo scritta sulle Mie mani. Sei rimasta incisa nella ferita profonda del Mio Cuore ”.

- L'anima: “ Signore, sento la Tua voce che m'invita ad abbandonare la cattiva strada, ma non ho né la forza né il coraggio ”.

- Gesù: « Sono Io la tua forza. Io ti darò la forza per la lotta».

- L'anima : “ Signore, conosco la Tua santità, ed ho paura di Te ”.

- Gesù: « Perché hai paura, figlia Mia, del Dio della Misericordia? La Mia Santità non M'impedisce di essere misericordioso con te. Guarda, o anima, che per te ho istituito un trono di Misericordia sulla terra, e questo trono è il tabernacolo e da questo trono di Misericordia desidero scendere nel tuo cuore. Guarda, non Mi sono circondato né da un seguito né da guardie, puoi venire da Me in ogni momento, in ogni ora del giorno voglio parlare con te e desidero elargirti le Mie grazie».

- L'anima: “ Signore, ho paura che non mi possa perdonare un così gran numero di peccati, la mia miseria mi riempie di terrore ”.

- Gesù: « La Mia Misericordia è più grande delle tue miserie e di quelle del mondo intero. Chi ha misurato la Mia bontà? Per te sono disceso dal cielo in terra, per te Mi sono lasciato mettere in croce, per te ho permesso che venisse aperto con la lancia il Mio Sacratissimo Cuore ed ho aperto per te una sorgente di Misericordia. Vieni ed attingi le grazie da questa sorgente con il recipiente della fiducia. Non respingerò mai un cuore che si umilia; la tua miseria verrà sprofondata nell'abisso della Mia Misericordia. Perché mai dovresti litigare con Me sulla tua miseria? Fammi il piacere, dammi tutte le tue pene e tutta la tua miseria ed io ti colmerò con i tesori delle mie grazie ».

- L'anima: « Hai vinto, Signore, con la Tua bontà il mio cuore di pietra. Ecco che m'avvicino con fiducia ed umiltà al tribunale della Tua Misericordia, assolvimi Tu stesso per mano del Tuo rappresentante. O Signore, sento che è discesa la grazia e la pace nella mia povera anima. Sento che la Tua Misericordia, Signore, è penetrata in me da parte a parte. Mi hai perdonato più di quanto io osassi sperare, più di quanto fossi in grado di immaginare. La tua bontà ha superato ogni mio desiderio. Ed ora T'invito nel mio cuore presa da gratitudine per tante grazie. Ho sbagliato come il figliol prodigo andando fuori strada, ma Tu non hai cessato di essermi Padre. Moltiplica con me la Tua Misericordia, poiché vedi quanto sono debole ».

- Gesù: « Figlia, non parlare più della tua miseria, perché io non la ricordo più. Ascolta, figlia Mia, quello che desidero dirti: stringiti alle Mie ferite ed attingi dalla Sorgente della Vita tutto ciò che il tuo cuore può desiderare. Bevi a piene labbra alla Sorgente della Vita e non verrai meno durante il viaggio. Fissa lo sguardo allo splendore della Mia Misericordia e non temere i nemici della tua salvezza. Glorifica la Mia Misericordia ».

DIALOGO FRA DIO MISERICORDIOSO E L'ANIMA DISPERATA.


- Gesù: « Anima immersa nelle tenebre, non ti disperare, non è ancora perduto tutto. Parla col tuo Dio, che è l'amore e la Misericordia in persona ». Ma purtroppo l'anima rimane sorda al richiamo di Dio e s'immerge in tenebre ancora maggiori.

- Gesù la chiama di nuovo: « Anima, ascolta la voce di tuo Padre misericordioso ». Nell'anima si sta preparando una risposta: « Per me non c'è più Misericordia ». Ed essa precipita in tenebre sempre più fitte, in una specie di disperazione che le fa pregustare in certo modo l'inferno e la rende completamente incapace di avvicinarsi a Dio. Gesù per la terza volta parla all'anima, ma l'anima è sorda e cieca, incomincia a consolidarsi nell'ostinazione e nella disperazione. Allora incominciano in certo qual modo a sforzarsi le viscere della Misericordia di Dio e, senza alcuna cooperazione da parte dell'anima, Iddio le dà l'ultima grazia. Se la disprezza, Iddio la lascia ormai nello stato in cui essa stessa vuole stare per l'eternità. Questa grazia scaturisce dal Cuore misericordioso di Gesù e colpisce l'anima con la sua luce e l'anima incomincia a comprendere lo sforzo di Dio, ma la conversione dipende da lei. Essa sa che quella grazia è l'ultima per lei e se mostra un piccolo cenno di buona volontà - anche il più piccolo - la Misericordia di Dio farà il resto. - « Qui agisce l'onnipotenza della Mia Misericordia; felice l'anima che approfitta di quella grazia ». - Gesù: « Che grande gioia riempie il Mio cuore quando ritorni da Me. Vedo che sei molto debole, perciò ti prendo fra le Mie braccia e ti porto nella casa del Padre Mio ».

- L'anima è come se si risvegliasse: « È mai possibile che ci sia ancora Misericordia per me? » domanda piena di spavento.

- Gesù: « Proprio tu, bambina Mia, hai il diritto esclusivo alla Mia Misericordia. Permetti alla Mia Misericordia di operare in te, nella tua povera anima, fa' entrare nell'anima i raggi della grazia, essi vi porteranno luce, calore e vita ».

- L'anima: « Però al solo ricordo dei miei peccati sono presa dalla paura e questa paura tremenda mi spinge a dubitare della Tua bontà ».

- Gesù: « Sappi, o anima, che tutti i tuoi peccati non Mi hanno ferito così dolorosamente il cuore come la tua attuale sfiducia. Dopo tanti sforzi del Mio amore e della Mia Misericordia, non ti fidi della Mia bontà ».

- L'anima: « O Signore, salvami Tu, altrimenti perisco. Sii il mio Salvatore. O Signore, non sono capace di dire altro, il mio povero cuore è a pezzi, ma Tu, Signore... ». Gesù non permette all'anima di terminare la frase, ma la solleva da terra, dall'abisso della sua miseria e in un attimo l'introduce nella dimora del proprio Cuore, mentre tutti i peccati sono scomparsi in un batter d'occhio, un fuoco d'amore li ha distrutti.

- Gesù: « Eccoti, o anima, tutti i tesori del Mio Cuore, prendi tutto quello che ti serve ».

- L'anima: « O Signore, mi sento inondata dalla tua grazia, sento che è entrata in me una vita nuova, ma soprattutto sento il Tuo amore nel mio cuore; questo mi basta. O Signore, glorificherò l'onnipotenza della Tua Misericordia per tutta l'eternità. Incoraggiata dalla Tua bontà, Ti esprimerò tutto il dolore del mio cuore ».

- Gesù: « Dì tutto, bambina Mia, senza alcuna riserva, poiché ti ascolta un Cuore che ti ama, il Cuore del tuo migliore amico ».

-L'anima: « Signore, ora vedo tutta la mia ingratitudine e la Tua bontà. Tu m'inseguivi con la Tua grazia e io rendevo vani tutti i Tuoi sforzi; vedo che mi spettava il fondo stesso dell'inferno per aver sperperato le tue grazie ».

- Gesù interrompe le parole dell'anima e dice: « Non rivangare la tua miseria, sei troppo debole per parlare, guarda piuttosto il Mio Cuore pieno di bontà, assorbi i Miei sentimenti e procura di acquistare la mitezza e l'umiltà. Sii misericordiosa con gli altri, come Io lo sono con te e quando ti accorgi che le tue forze diventano deboli, vieni alla sorgente della Misericordia e rafforza la tua anima e non verrai meno lungo il tuo cammino ».

- L'anima: « Ormai comprendo la Tua Misericordia, che mi ripara come una nube luminosa e mi conduce alla casa del Padre mio, salvandomi dall'orribile inferno che avrei meritato non una, ma mille volte. O Signore, non sarà sufficiente per me l'eternità, per esaltare degnamente la Tua sconfinata Misericordia e la compassione che hai avuto per me ».

DIALOGO FRA DIO MISERICORDIOSO E L'ANIMA CHE SOFFRE.


- Gesù: « O anima, ti vedo tanto sofferente, vedo che non hai nemmeno le forze per parlare con Me. Ecco che ti parlerò Io, o anima. Anche se le tue sofferenze fossero le più grandi, non perdere la serenità dello spirito e non lasciarti vincere dallo sconforto. Però dimmi, bambina Mia, chi ha osato ferire il tuo cuore? RaccontaMi tutto, raccontaMi tutto, sii sincera nel trattare con Me. SvelaMi tutte le ferite del tuo cuore, Io le guarirò e la tua sofferenza diverrà la fonte della tua santificazione ».

- L'anima: « Signore, le mie sofferenze sono così grandi, diverse e durano da così lungo tempo, che lo sconforto si è impadronito di me ».

- Gesù: « Bambina Mia, non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto. So che confidi in Me illimitatamente, so che conosci la Mia bontà e Misericordia, perciò potremmo parlare dettagliatamente di tutto ciò che ti pesa maggiormente sul cuore ».

- L'anima: « Sono tante e diverse le cose che ho, che non so di che cosa parlare prima e come dire tutto questo ».

- Gesù: « Parlalai con semplicità, come si parla fra due amici. Su, dimmi un po', bambina Mia, che cos'è che ti frena sulla strada della santità? ».

- L'anima: « La mancanza di salute mi frena sulla strada della santità, non posso adempire i miei doveri ed eccomi qua, sono proprio una nullità. Non posso mortificarmi, fare un digiuno rigoroso, come hanno fatto i santi, inoltre non credono che io sia malata ed alla sofferenza fisica si aggiunge quella morale e da ciò derivano molte umiliazioni. Vedi bene, Gesù, come si può diventar santa in tali condizioni? ».

- Gesù: « Piccola, è vero, tutto ciò è sofferenza, ma per il cielo non c'è altra strada, all'infuori della strada della croce. Io Stesso l'ho percorsa per primo. Sappi che è la strada più corta e la più sicura ».

- L'anima: « Signore, ecco ancora un altro impedimento ed un ostacolo sulla strada della santità. Mi perseguitano perché Ti sono fedele e per questo motivo mi fanno soffrire ».

- Gesù: « Sappi che siccome non sei di questo mondo, il mondo ti odia. Ha perseguitato prima Me. Questa persecuzione è il segno che segui fedelmente le Mie orme ».

- L'anima: « Signore, un'altra cosa che mi dà sconforto è il fatto che le mie sofferenze interiori non le comprendono né i superiori né il confessore. Le tenebre hanno offuscato la mia mente e, in tali condizioni, come andare avanti? Ecco, tutto ciò in qualche modo contribuisce a scoraggiarmi e penso che le vette della santità non sono per me ».

- Gesù: « Ecco, bambina Mia, questa volta Mi hai detto molte cose. Lo so che è una grande sofferenza non essere capiti e per di più da coloro che amiamo e verso i quali la nostra sincerità è grande. Ti basti questo però, che Io comprendo tutte le tue pene e le tue miserie. Gioisco per la profonda fede che hai, nonostante tutto, nei Miei rappresentanti, ma sappi che gli uomini non possono capire totalmente un'anima, poiché ciò è al di sopra delle loro possibilità. Per questo sono restato sulla terra Io stesso, per confortare il tuo cuore addolorato e rafforzare la tua anima, affinché non venga meno lungo il cammino. Tu dici che grandi tenebre coprono la tua mente ed allora perché in quei momenti non vieni da Me, che sono la luce e in un istante posso infondere nella tua anima tanta luce e comprensione della santità che non potrai attingere da nessun libro e che nessun confessore è in grado d'insegnare, illuminando così un'anima? Sappi inoltre che queste tenebre, di cui ti lamenti, le ho sperimentate prima Io per te nell'Orto degli Ulivi. La Mia anima è stata oppressa da una tristezza mortale e a te do una piccola parte di quelle sofferenze, e questo per l'amore particolare che ho verso di te e per l'alto grado di santità che ti destino in cielo. L'anima che soffre è la più vicina al Mio Cuore ».

- L'anima: « Ancora una cosa, Signore. Cosa fare quando vengo disprezzata e respinta dalla gente e specialmente da coloro sui quali avevo diritto di contare e ciò nei momenti di maggior necessità? ».

- Gesù: « Bambina Mia, fai il proposito di non contare mai sugli uomini. Farai molte cose, se ti affiderai completamente alla Mia volontà e dirai: Avvenga di me non come voglio io, ma secondo la Tua volontà, o Dio. Sappi che queste parole, dette dal profondo del cuore, portano l'anima in un attimo sulle vette della santità. Per una tale anima ho una speciale predilezione, un'anima del genere Mi rende una grande gloria e riempie il cielo col profumo delle sue virtù. Sappi anche che la forza che hai per sopportare le sofferenze, la devi alla santa Comunione frequente, perciò va spesso a quella fonte di Misericordia ed attingi col recipiente della fiducia tutto ciò che ti serve ».

- L'anima: « Ti ringrazio, Signore, per la tua inconcepibile bontà, per esserTi degnato di rimanere con noi in questo esilio, dove dimori con noi come Dio di Misericordia e diffondi attorno a te lo splendore della tua compassione e bontà. Alla luce dei Tuoi raggi di Misericordia ho conosciuto quanto mi ami ».

DIALOGO FRA DIO MISERICORDIOSO E L'ANIMA CHE TENDE VERSO LA PERFEZIONE.


- Gesù: « Mi sono graditi i tuoi sforzi, o anima che tendi alla perfezione, ma perché ti vedo così spesso triste ed abbattuta? Dimmi, bambina Mia, che significa questa tristezza e quale ne è la causa? ».

- L'anima: « La causa della mia tristezza, Signore, proviene dal fatto che, nonostante i miei propositi sinceri, cado continuamente e sempre negli stessi difetti. La mattina faccio i propositi, e la sera vedo quanto sono andata lontano da tali propositi ».

- Gesù: « Vedi, bambina Mia, quello che sei per te stessa. La causa delle tue cadute dipende dal fatto che conti troppo su te stessa e ti appoggi troppo poco su di Me. Ma questo non deve rattristarti eccessivamente, hai a che fare con un Dio misericordioso; la tua miseria non Lo esaurisce, del resto non ho limitato il numero delle volte in cui posso perdonarti ».

- L'anima: « Si, conosco tutto ciò, ma mi assalgono grandi tentazioni e vari dubbi sorgono in me ed inoltre tutto mi irrita e mi scoraggia ».

- Gesù: « Sappi, bambina Mia, che l'ostacolo più grande alla santità è lo scoraggiamento e l'inquietudine ingiustificata, che ti toglie la possibilità di esercitarti nelle virtù. Tutte le tentazioni messe assieme non dovrebbero turbarti la pace interiore nemmeno per un istante e l'irritabilità e lo scoraggiamento sono frutto del tuo amor proprio. Non devi scoraggiarti, ma cercare di far regnare il Mio amore al posto del tuo amor proprio. Perciò fiducia, bambina Mia, non devi scoraggiarti, ma venire a chiedere il perdono a Me, dato che Io sono sempre disposto a perdonarti. Ogni volta che Me lo chiedi, esalti la Mia Misericordia ».

- L'anima: «Io conosco ciò che è più perfetto e ciò che a Te piace di più, ma incontro grandi ostacoli nell'eseguire ciò che conosco».

- Gesù: « Bambina Mia, la vita su questa terra è una lotta ed una grande lotta per il Mio regno, ma non temere, non sei sola. Io ti sostengo sempre, quindi appoggiati al Mio braccio e combatti senza aver paura di nulla. Prendi il recipiente della fiducia ed attingi alla sorgente della vita, non solo per te, ma pensa anche alle altre anime, e specialmente a quelle che non hanno fiducia nella mia bontà ».

- L'anima: « Signore, sento che il mio cuore si riempie del Tuo amore, che i raggi della Tua Misericordia e del Tuo amore sono penetrati nella mia anima. Eccomi, Signore, che vengo per rispondere alla Tua chiamata. Ecco, vado alla conquista delle anime, sostenuta dalla Tua grazia; sono pronta a seguirTi, Signore non solo sul Tabor, ma anche sul Calvario. Voglio condurre le anime alla sorgente della Tua Misericordia, affinché su tutte le anime si rifletta lo splendore dei Tuoi raggi misericordiosi e si riempia la casa del Padre. E quando il nemico comincerà a lanciare i suoi proiettili contro di me, mi riparerò dietro lo scudo della Tua Misericordia ».

DIALOGO FRA DIO MISERICORDIOSO E L'ANIMA PERFETTA.


- L'anima: « O mio Signore e Maestro, desidero parlare un po con te ».

- Gesù: « Parla, figliola cara che ti ascolto in ogni momento e ti attendo sempre. Di che cosa desideri parlare con Me? ».

- L'anima: « Signore, prima di tutto effondo il mio cuore ai Tuoi piedi, come profumo di riconoscenza per tante grazie e benefici, di cui mi colmi continuamente e che, se anche lo volessi, non sarei in grado di elencare. Ricorderò soltanto che non c'è stato un solo momento nella mia vita in cui non abbia sperimentato la Tua protezione e la Tua bontà ».

- Gesù: « Ho piacere di parlare con te e la riconoscenza che hai espresso ti apre nuovi tesori di grazie, ma bambina Mia, invece di parlare così in generale, vogliamo scendere ai particolari su ciò che ti sta maggiormente a cuore? Parleremo confidenzialmente, sinceramente, come due cuori che si amano reciprocamente ».

- L'anima: « O mio Signore misericordioso, ci sono segreti nel mio cuore, dei quali nessuno sa né saprà nulla eccetto Te, poiché anche se li volessi svelare, nessuno mi comprenderebbe. Ne conosce qualche cosa il Tuo rappresentante; dato che mi confesso da lui, ma solo in quanto io sono in grado di svelare questi segreti. Il resto, Signore, rimane fra di noi per l'eternità! Mi hai coperto col manto della Tua Misericordia, perdonandomi sempre i peccati. Non mi hai rifiutato il Tuo perdono nemmeno una volta, ma avendo compassione di me, mi hai dato sempre una vita nuova, la vita della grazia. Ed affinché non avessi dubbi in nulla, mi hai affidato all'amorevole assistenza della Tua Chiesa, di questa vera tenera madre, che a nome Tuo mi assicura sulle verità della fede e vigila perché non cada in errore. E specialmente nel tribunale della Tua Misericordia la mia anima esperimenta tutto un mare di benevolenza. Agli angeli caduti non hai dato il tempo di fare penitenza, non hai prolungato per loro il tempo della Misericordia. O mio Signore, hai posto sulla strada della mia vita dei santi sacerdoti, che mi indicano il cammino sicuro. O Gesù, c'è ancora un segreto nella mia vita, il più profondo ed il più caro per me: sei Tu stesso sotto le specie del pane, quando vieni nel mio cuore. Qui c'è tutto il mistero della mia santità. Qui il mio cuore unito al Tuo diviene una cosa sola, qui non esiste più alcun mistero, poiché tutto quello che è Tuo è mio, e quello che è mio è Tuo. Ecco l'onnipotenza ed il miracolo della Tua Misericordia. Anche se fossero unite insieme tutte le lingue, umane ed angeliche, non si troverebbero parole a sufficienza per esaltare questo mistero d'amore e della Tua insondabile Misericordia. Quando considero questo mistero d'amore, il mio cuore cade in una nuova estasi d'amore e ti parlo di tutto, Signore, tacendo, poiché il linguaggio d'amore è senza parole, ma non perde un solo palpito del mio cuore. O Signore, nonostante che Tu Ti sia grandemente abbassato, la Tua grandezza è molto aumentata nella mia anima e per questo si è risvegliato nella mia anima un amore ancora più grande verso di Te, unico oggetto del mio amore. E la vita d'amore e d'unione si manifesta all'esterno con una perfetta purezza e una profonda umiltà, una soave mitezza ed un grande fervore per la salvezza delle anime. O mio dolcissimo Signore, Tu vegli su di me in ogni istante e mi mandi l'ispirazione sul modo di comportarmi in un dato caso, quando il mio cuore è incerto fra una cosa o l'altra. Tu stesso più d'una volta sei intervenuto a risolvere questioni. Ah, quante innumerevoli volte, con una illuminazione istantanea, mi hai fatto conoscere quello che preferivi! Quanti segreti perdoni, di cui nessuno sa nulla! Quante volte hai riversato forza e coraggio nella mia anima, perché andasse avanti. Tu stesso hai rimosso le difficoltà dal mio cammino, intervenendo direttamente nella vicenda umana. O Gesù, tutto quello che Ti ho detto è una pallida ombra di fronte alla realtà che c'è nel mio cuore. O mio Gesù, quanto desidero la conversione dei peccatori! Tu sai quello che faccio per loro, per conquistarli a Te. Mi addolora enormemente ogni offesa fatta a Te. Tu vedi che non risparmio né forza né salute né vita in difesa del Tuo regno. Sebbene i miei sforzi non siano avvertibili su questa terra, non di meno hanno valore ai Tuoi occhi. O Gesù, desidero condurre le anime alla sorgente della Tua Misericordia affinché attingano con il recipiente della fiducia l'acqua vivificante della vita. Quando un'anima desidera per sé una maggiore Misericordia di Dio, si avvicini a Lui con grande fiducia, e se la sua fiducia in Dio sarà senza limiti, anche la divina Misericordia sarà per lei senza limiti. O mio Signore, che conosci ogni battito del mio cuore, Tu sai quanto ardentemente desidero che tutti i cuori battano esclusivamente per Te, affinché ogni anima esalti la grandezza della Tua Misericordia ».

- Gesù: « Mia cara figliola, delizia del Mio cuore, la tua conversazione per Me è più piacevole e gradita del canto degli angeli. Per te sono aperti tutti i tesori del Mio Cuore. Prendi da questo Cuore ciò che serve per te e per il mondo intero. Per il tuo amore ritiro le giuste punizioni che l'umanità aveva meritato. Un solo atto di puro amore verso di Me, Mi è più gradito che migliaia di inni di anime imperfette. Un tuo solo sospiro d'amore Mi ricompensa per molti insulti di cui Mi coprono gli empi. La tua più piccola azione, cioè un atto di virtù, ha ai Miei occhi un valore smisurato, e questo per il grande amore che hai per Me. In un'anima che vive esclusivamente del Mio amore, Io regno come in cielo. Il Mio occhio veglia su di lei giorno e notte e trovo in essa il Mio compiacimento ed ho l'orecchio teso alle sue suppliche ed al più piccolo fremito del suo cuore e spesso prevengo le sue richieste. O figlia da Me particolarmente amata, pupilla del Mio occhio, riposa un momento accanto al Mio Cuore ed assapora quell'amore di cui ti delizierai per tutta l'eternità. Ma, figlia, ancora non sei nella patria, perciò va', fortificata dalla Mia grazia e combatti per il Mio regno nelle anime umane, combatti come figlia dei Re e ricordati che i giorni dell'esilio passeranno presto e con essi la possibilità di acquistare meriti per il cielo. Figlia Mia, da te Mi aspetto un gran numero di anime, che glorificheranno la Mia Misericordia per tutta l'eternità. Figlia Mia, per rispondere degnamente alla Mia chiamata, riceviMi ogni giorno nella santa Comunione: essa ti darà la forza... ».

-L'anima: Gesù, non lasciarmi sola nella sofferenza; Tu, Signore, sai quanto sono debole, sono un abisso di miseria, sono il nulla stesso. Perciò che c'è di strano se mi lasci sola e cado? Sono come un lattante, Signore, non so cavarmela da sola, però nonostante ogni abbandono, ho fiducia anche in contrasto coi miei sentimenti; ho fiducia e mi trasformo tutta in fiducia, talvolta, nonostante quello che sento in contrario dentro di me. Non diminuire affatto le mie pene, ma dammi la forza di sopportane. Fa' di me quello che vuoi, o Signore, dammi solo la grazia di saperTi amare in ogni caso e in ogni circostanza. Non ridurre, Signore, il calice dell'amarezza, ma dammi la forza di berlo fino all'ultima goccia. O Signore, talvolta m'innazzl fino allo splendore delle visioni e poi mi sprofondi di nuovo in una notte buia e nell'abisso del mio nulla e l'anima si sente quasi sola nel mezzo di un gran deserto... Tuttavia al di sopra di tutto confido in Te, o Gesù, poiché sei immutabile. La mia disposizione d'animo è mutevole, Tu invece sei sempre lo stesso, pieno di Misericordia.
O Gesù, fonte della vita, santificami! Mia forza, fortificami! O mio Capo supremo, combatti per me! Unica luce della mia anima, illuminami! Mio Maestro, guidami! Mi affido a Te come un lattante all'amore della propria mamma. Anche se tutto congiurasse contro di me ed anche se venisse a mancarmi la terra sotto i piedi, rimarrei tranquilla accanto al Tuo Cuore. Tu sei per me la più tenera delle madri e sorpassi tutte le madri. Ti canterò il mio dolore col silenzio e Tu mi comprenderai oltre ogni mio modo di esprimermi... 

Raccolta di testi di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI: Card. Ratzinger: "Il Battesimo è l'arcobaleno di D...

Raccolta di testi di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI: Card. Ratzinger: "Il Battesimo è l'arcobaleno di D...: Grazie al grande lavoro del nostro Marco, possiamo leggere il testo della bellissima omelia che l'allora cardinale Ratzinger pronuncio&...


BELLISSIMA OMELIA

Incomprensibile!

Per Charlie nessuna libertà

di
charlie gard genitori
Un paese di nobile e antica tradizione democratica e liberale, in nome di un incomprensibile accanimento ideologico, tiene Charlie “prigioniero” dell’ospedale.
LA VITA CE LA DA IL SIGNORE
SOLO LUI PUO' RIPRENDERLA