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domenica 17 marzo 2019

Catechesi-Perla sul ruolo dei Sacramenti: Battesimo-Eucarestia- e Matrimonio

Benedetto XVI Udienze 2008
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BENEDETTO XVI

UDIENZA GENERALE

Aula Paolo VI
Mercoledì, 10 dicembre 2008



San Paolo (16)

Il ruolo dei Sacramenti

Cari fratelli e sorelle,

seguendo san Paolo abbiamo visto nella catechesi di mercoledì scorso due cose. La prima è che la nostra storia umana dagli inizi è inquinata dall'abuso della libertà creata, che intende emanciparsi dalla Volontà divina. E così non trova la vera libertà, ma si oppone alla verità e falsifica, di conseguenza, le nostre realtà umane. Falsifica soprattutto le relazioni fondamentali: quella con Dio, quella tra uomo e donna, quella tra l'uomo e la terra. Abbiamo detto che questo inquinamento della nostra storia si diffonde sull’intero suo tessuto e che questo difetto ereditato è andato aumentando ed è ora visibile dappertutto. Questa era la prima cosa. La seconda è questa: da san Paolo abbiamo imparato che esiste un nuovo inizio nella storia e della storia in Gesù Cristo, Colui che è uomo e Dio. Con Gesù, che viene da Dio, comincia una nuova storia formata dal suo sì al Padre, fondata perciò non sulla superbia di una falsa emancipazione, ma sull'amore e sulla verità.

Ma adesso si pone la questione: come possiamo entrare noi in questo nuovo inizio, in questa nuova storia? Come questa nuova storia arriva a me? Con la prima storia inquinata siamo inevitabilmente collegati per la nostra discendenza biologica, appartenendo noi tutti all'unico corpo dell'umanità. Ma la comunione con Gesù, la nuova nascita per entrare a far parte della nuova umanità, come si realizza? Come arriva Gesù nella mia vita, nel mio essere? La risposta fondamentale di san Paolo, di tutto il Nuovo Testamento è: arriva per opera dello Spirito Santo. Se la prima storia si avvia, per così dire, con la biologia, la seconda si avvia nello Spirito Santo, lo Spirito del Cristo risorto. Questo Spirito ha creato a Pentecoste l'inizio della nuova umanità, della nuova comunità, la Chiesa, il Corpo di Cristo.

Però dobbiamo essere ancora più concreti: questo Spirito di Cristo, lo Spirito Santo, come può diventare Spirito mio? La risposta è che ciò avviene in tre modi, intimamente connessi l'uno con l'altro. Il primo è questo: lo Spirito di Cristo bussa alle porte del mio cuore, mi tocca interiormente. Ma poiché la nuova umanità deve essere un vero corpo, poiché lo Spirito deve riunirci e realmente creare una comunità, poiché è caratteristico del nuovo inizio il superare le divisioni e creare l’aggregazione dei dispersi, questo Spirito di Cristo si serve di due elementi di aggregazione visibile: della Parola dell'annuncio e dei Sacramenti, particolarmente del Battesimo e dell'Eucaristia. Nella Lettera ai Romani, dice san Paolo: «Se con la tua bocca proclamerai: ‘Gesù è il Signore’, e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo» (10, 9), entrerai cioè nella nuova storia, storia di vita e non di morte. Poi san Paolo continua: «Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati?» (Rm 10, 14-15). In un successivo passo dice ancora: «La fede viene dall'ascolto» (Rm 10,17). La fede non è prodotto del nostro pensiero, della nostra riflessione, è qualcosa di nuovo che non possiamo inventare, ma solo ricevere come dono, come una novità prodotta da Dio. E la fede non viene dalla lettura, ma dall'ascolto. Non è una cosa soltanto interiore, ma una relazione con Qualcuno. Suppone un incontro con l'annuncio, suppone l'esistenza dell'altro che annuncia e crea comunione.

E finalmente l'annuncio: colui che annuncia non parla da sé, ma è inviato. Sta entro una struttura di missione che comincia con Gesù inviato dal Padre, passa agli apostoli - la parola apostoli significa «inviati» - e continua nel ministero, nelle missioni trasmesse dagli apostoli. Il nuovo tessuto della storia appare in questa struttura delle missioni, nella quale sentiamo ultimamente parlare Dio stesso, la sua Parola personale, il Figlio  parla con noi, arriva fino a noi. La Parola si è fatta carne, Gesù, per creare realmente una nuova umanità. Perciò la parola dell'annuncio diventa Sacramento nel Battesimo, che è rinascita dall'acqua e dallo Spirito, come dirà san Giovanni. Nel sesto capitolo della Lettera ai Romani san Paolo parla in modo molto profondo del Battesimo. Abbiamo sentito il testo. Ma forse è utile ripeterlo: «Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo battezzati nella sua morte? Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a Lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (6,3-4).

In questa catechesi, naturalmente, non posso entrare in una interpretazione dettagliata di questo testo non facile. Vorrei brevemente notare solo tre cose. La prima: «siamo stati battezzati» è un passivo. Nessun può battezzare se stesso, ha bisogno dell'altro. Nessuno può farsi cristiano da se stesso. Divenire cristiani è un processo passivo. Solo da un altro possiamo essere fatti cristiani. E questo “altro” che ci fa cristiani, ci dà il dono della fede, è in prima istanza la comunità dei credenti, la Chiesa. Dalla Chiesa riceviamo la fede, il Battesimo. Senza lasciarci formare da questa comunità non diventiamo cristiani. Un cristianesimo autonomo, autoprodotto, è una contraddizione in sé. In prima istanza, questo altro è la comunità dei credenti, la Chiesa, ma in seconda istanza anche questa comunità non agisce da sé, secondo le proprie idee e desideri. Anche la comunità vive nello stesso processo passivo: solo Cristo può costituire la Chiesa. Cristo è il vero donatore dei Sacramenti. Questo è il primo punto: nessuno battezza se stesso, nessuno fa se stesso cristiano. Cristiani lo diventiamo.

La seconda cosa è questa: il Battesimo è più che un lavaggio. È morte e risurrezione. Paolo stesso parlando nella Lettera ai Galati della svolta della sua vita realizzatasi nell'incontro con Cristo risorto, la descrive con la parola: sono morto. Comincia in quel momento realmente una nuova vita. Divenire cristiani è più che un’operazione cosmetica, che aggiungerebbe qualche cosa di bello a un’esistenza già più o meno completa. È un nuovo inizio, è rinascita: morte e risurrezione. Ovviamente nella risurrezione riemerge quanto era buono nell'esistenza precedente.

La terza cosa è: la materia fa parte del Sacramento. Il cristianesimo non è una realtà puramente spirituale. Implica il corpo. Implica il cosmo. Si estende verso la nuova terra e i nuovi cieli. Ritorniamo all'ultima parola del testo di san Paolo: così - dice - possiamo “camminare in una nuova vita”. Elemento di un esame di coscienza per noi tutti: camminare in una nuova vita. Questo per il Battesimo.

Veniamo adesso al Sacramento dell'Eucaristia. Ho già mostrato in altre catechesi con quale profondo rispetto san Paolo trasmetta verbalmente la tradizione sull'Eucaristia che ha ricevuto dagli stessi testimoni dell'ultima notte. Trasmette queste parole come un prezioso tesoro affidato alla sua fedeltà. E così sentiamo in queste parole realmente i testimoni dell'ultima notte. Sentiamo le parole dell'Apostolo: «Io infatti ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso. Il Signore Gesù nella notte in cui veniva tradito prese del pane e dopo aver reso grazie lo spezzò e disse: questo è il mio Corpo che è per voi, fate questo in memoria di me. Allo stesso modo dopo aver cenato prese anche il calice dicendo: questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, fate questo ogni volta che ne bevete in memoria di me» (1 Cor 11,23-25). È un testo inesauribile. Anche qui, in questa catechesi, solo due brevi osservazioni. Paolo trasmette le parole del Signore sul calice così: questo calice è «la nuova alleanza nel mio sangue». In queste parole si nasconde un accenno a due testi fondamentali dell'Antico Testamento. Il primo accenno è alla promessa di una nuova alleanza nel Libro del profeta Geremia. Gesù dice ai discepoli e dice a noi: adesso, in questa ora, con me e con la mia morte si realizza la nuova alleanza; dal mio sangue comincia nel mondo questa nuova storia dell'umanità. Ma è presente, in queste parole, anche un accenno al momento dell'alleanza del Sinai, dove Mosè aveva detto: “Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di queste parole” (Es 24,8). Là si trattava di sangue di animali. Il sangue degli animali poteva essere solo espressione di un desiderio, attesa del vero sacrificio, del vero culto. Col dono del calice il Signore ci dona il vero sacrificio. L'unico vero sacrificio è l'amore del Figlio. Col dono di questo amore, amore eterno, il mondo entra nella nuova alleanza. Celebrare l'Eucaristia significa che Cristo ci dà se stesso, il suo amore, per conformarci a se stesso e per creare così il mondo nuovo.

Il secondo importante aspetto della dottrina sull'Eucaristia appare nella stessa prima Lettera ai Corinzi dove san Paolo dice: «Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? Il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il Corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un corpo solo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane» (10, 16-17). In queste parole appare ugualmente il carattere personale e il carattere sociale del Sacramento dell'Eucaristia. Cristo si unisce personalmente ad ognuno di noi, ma lo stesso Cristo si unisce anche con l'uomo e con la donna accanto a me. E il pane è per me e anche per l'altro. Così Cristo ci unisce tutti a sé e unisce tutti noi, l’uno con l'altro. Riceviamo nella comunione Cristo. Ma Cristo si unisce ugualmente con il mio prossimo: Cristo e il prossimo sono inseparabili nell'Eucaristia. E così noi tutti siamo un solo pane, un solo corpo. Un’Eucaristia senza solidarietà con gli altri è un’Eucaristia abusata. E qui siamo anche alla radice e nello stesso tempo al centro della dottrina sulla Chiesa come Corpo di Cristo, del Cristo risorto.

Vediamo anche tutto il realismo di questa dottrina. Cristo ci dà nell'Eucaristia il suo corpo, dà se stesso nel suo corpo e così ci fa suo corpo, ci unisce al suo corpo risorto. Se l'uomo mangia pane normale, questo pane nel processo della digestione diventa parte del suo corpo, trasformato in sostanza di vita umana. Ma nella santa Comunione si realizza il processo inverso. Cristo, il Signore, ci assimila a sé, ci introduce nel suo Corpo glorioso e così noi tutti insieme diventiamo Corpo suo. Chi legge solo il cap. 12 della prima Lettera ai Corinzi e il cap. 12 della Lettera ai Romani potrebbe pensare che la parola sul Corpo di Cristo come organismo dei carismi sia solo una specie di parabola sociologico-teologica. Realmente nella politologia romana questa parabola del corpo con diverse membra che formano una unità era usata per lo Stato stesso, per dire che lo Stato è un organismo nel quale ognuno ha la sua funzione, la molteplicità e diversità delle funzioni formano un corpo e ognuno ha il suo posto. Leggendo solo il cap. 12 della prima Lettera ai Corinzi si potrebbe pensare che Paolo si limiti a trasferire soltanto questo alla Chiesa, che anche qui si tratti solo di una sociologia della Chiesa. Ma tenendo presente questo capitolo decimo vediamo che il realismo della Chiesa è ben altro, molto più profondo e vero di quello di uno Stato-organismo. Perché realmente Cristo dà il suo corpo e ci fa suo corpo. Diventiamo realmente uniti col corpo risorto di Cristo, e così uniti l'uno con l'altro. La Chiesa non è solo una corporazione come lo Stato, è un corpo. Non è semplicemente un’organizzazione, ma un vero organismo.

Alla fine, solo una brevissima parola sul Sacramento del matrimonio. Nella Lettera ai Corinzi si trovano solo alcuni accenni, mentre la Lettera agli Efesini ha realmente sviluppato una profonda teologia del Matrimonio. Paolo definisce qui il  Matrimonio «mistero grande». Lo dice «in riferimento a Cristo e alla sua Chiesa» (5, 32). Va rilevata in questo passo una reciprocità che si configura in una dimensione verticale. La sottomissione vicendevole deve adottare il linguaggio dell'amore, che ha il suo modello nell'amore di Cristo verso la Chiesa. Questo rapporto Cristo-Chiesa rende primario l'aspetto teologale dell'amore matrimoniale, esalta la relazione affettiva tra gli sposi. Un autentico matrimonio sarà ben vissuto se nella costante crescita umana e affettiva si sforzerà di restare sempre legato all'efficacia della Parola e al significato del Battesimo. Cristo ha santificato la Chiesa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua, accompagnato dalla Parola. La partecipazione al corpo e sangue del Signore non fa altro che cementare, oltre che visibilizzare, una unione resa per grazia indissolubile.

E alla fine sentiamo la parola di san Paolo ai Filippesi: “Il Signore è vicino” (Fil 4,5). Mi sembra che abbiamo capito che, mediante la Parola e mediante i Sacramenti, in tutta la nostra vita il Signore è vicino. Preghiamolo affinché possiamo sempre più essere toccati nell'intimo del nostro essere da questa sua vicinanza, affinché nasca la gioia – quella gioia che nasce quando Gesù è realmente vicino.

Saluti:

Je suis heureux d’accueillir les pèlerins francophones, en particulier les religieuses du cours de formation de formatrices à la vie consacrée et le groupe de la République du Congo. Que l’enseignement de saint Paul vous aide à approfondir votre communion au Christ et à l’Église, notamment par la vie sacramentelle. Avec ma Bénédiction apostolique!

I am pleased to welcome the English-speaking pilgrims and visitors here today, including groups from Australia and the United States. I greet especially the newly professed Missionaries of Charity from various countries. Upon all of you, and upon your families and loved ones, I invoke God’s blessings of joy and peace.

Gerne grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher. Gottes Wort ist wirkmächtig. Wir wollen seine Botschaft in unsere Herzen aufnehmen und als Kinder Gottes mitwirken, daß sein Heil zu den Menschen gelangt. Gottes Segen begleite euch durch diese Zeit des Advents.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los fieles de la Parroquia de San Benito, de Gondomar, Pontevedra, y a los demás grupos venidos de España, México y otros países latinoamericanos. Que la doctrina del Apóstol Pablo renueve en vosotros la gracia recibida en los sacramentos y os ayude a tomar conciencia de vuestra condición de discípulos de Cristo y miembros vivos de la Iglesia. Muchas gracias.

Amados peregrinos de língua portuguesa, as minhas boas-vindas a todos, com uma saudação deferente e amiga aos Presidentes das Câmaras e respectivos munícipes do Alto Tâmega. Imploro as bênçãos de Deus sobre os respectivos compromissos institucionais para que, inspirados pela solidariedade cristã, possam servir e promover o bem comum da sociedade. Com estes votos e a certeza da minha oração pelas intenções que vos trouxeram a Roma, vos abençoo a vós, aos vossos familiares e comunidades cristãs.

Saluto in lingua croata:

Srdačno pozdravljam hrvatske hodočasnike, a osobito djelatnike Ministarstva prosvjete, znanosti, kulture i športa Zapadnohercegovačke županije iz Bosne i Hercegovine. Iščekujući u nadi slavni Kristov dolazak, živimo dostojno sakramenta krštenja po kojem smo postali njegovi učenici. Hvaljen Isus i Marija!

Traduzione italiana:

Saluto di cuore i pellegrini croati, particolarmente gli impiegati del Ministero dell’educazione, scienza, cultura e sport della Contea di Nord-Erzegovina della Bosnia ed Erzegovina. Aspettando nella speranza la gloriosa venuta di Cristo, viviamo in conformità al Sacramento del Battesimo per mezzo del quale siamo divenuti i suoi discepoli. Siano lodati Gesù e Maria!

Saluto in lingua polacca:

Pozdrawiam serdecznie obecnych tu Polaków. Zachęceni nauczaniem świętego Pawła korzystajmy często z sakramentów świętych. Ich owocem jest nasza szczególna więź z Chrystusem, duch wzajemnej miłości i odwaga w dawaniu świadectwa. Czas Adwentu niech będzie dla nas okazją do pogłębienia życia sakramentalnego. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

Traduzione italiana:

Saluto cordialmente tutti i Polacchi qui presenti. Incoraggiati dell’insegnamento di San Paolo, accostiamoci spesso ai Sacramenti della Chiesa. I loro frutti sono il nostro particolare legame con Cristo, lo spirito d’amore vicendevole e il coraggio nel rendere testimonianza. Il tempo d’Avvento sia un’occasione concreta per l’approfondimento della nostra vita sacramentale. Sia lodato Gesù Cristo.

Saluto in lingua slovacca:

S láskou pozdravujem slovenských pútnikov z Bratislavy ako aj študentov Grécko-katolíckeho gymnázia svätého Jána Krstiteľa z Trebišova. Bratia a sestry, milí mladí, prajem vám, aby ste prežívali tento Advent podľa vzoru Panny Márie v radostnom očakávaní Spasiteľa. Zo srdca vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!

Traduzione italiana:

Saluto con affetto i pellegrini slovacchi provenienti da Bratislava come pure gli studenti del Ginnasio greco-cattolico San Giovanni Battista di Trebišov. Fratelli e sorelle, cari giovani, vi auguro di vivere questo tempo di Avvento come la Vergine Maria nella gioiosa attesa del Salvatore. Di cuore vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto in lingua slovena:

Lepo pozdravljam člane skupnosti Barka iz Slovenije! Naj vam to romanje ob deseti obletnici vašega druženja pomaga, da boste imeli vedno bolj radi drug drugega pa tudi Jezusa, našega Brata in Gospoda. Naj bo z vami moj blagoslov!

Traduzione italiana:

Rivolgo un cordiale saluto ai membri della Comunità dell’Arca provenienti dalla Slovenia! Questo pellegrinaggio in occasione del 10° Anniversario del vostro stare insieme vi sia d’aiuto affinché possiate sempre di più volervi bene gli uni gli altri, ed amare anche Gesù, nostro Fratello e Signore. Vi accompagni la mia Benedizione!

* * *

Rivolgo ora un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i rappresentanti della Federazione Italiana Gioco Calcio dell’Umbria e i fedeli della Cappellania Beato Giovanni XXIII e Beato Andrea Ferrari di Milano. Saluto inoltre la Delegazione del Comune di Mazzarrone, che ringrazio per il generoso dono dell’uva destinata ai poveri di Roma.

Il mio pensiero va, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. La Beata Vergine di Loreto, di cui oggi facciamo memoria, aiuti voi, cari giovani, a disporre i vostri cuori ad accogliere Gesù, che ci salva con la potenza del suo amore; conforti voi, cari malati, che nella vostra esperienza di malattia condividete con Cristo il peso della Croce, e incoraggi voi, cari sposi novelli che da poco tempo avete fondato la vostra famiglia, a crescere sempre più in quell'amore che Gesù ci ha donato nel suo Natale.



© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana
AMDG et DVM

martedì 21 agosto 2018

GESU' CI ACCOMPAGNA SEMPRE OGNI GIORNO

DOMENICA 19 AGOSTO 2018

Vaticano
Breve lettera del Papa emerito al parroco della chiesa dove fu battezzato 91 anni fa
(a cura Redazione "Il sismografo")
Nella chiesa St. Oswald di Marktl am Inn (diocesi di Passau), in Alta Baviera, Germania, luogo di nascita del Papa emerito Benedetto XVI, lo scorso 15 agosto, solennità dell'Assunta, il parroco uscente, padre Josef Kaiser, ha sorpreso i fedeli presenti con la lettura di una lettera di Joseph Ratzinger nella quale ricorda il suo battesimo proprio in questo luogo di culto, il 16 aprile 1927 (giorno della sua nascita e Sabato santo).

Joseph e Georg Ratzinger e p. Josef Kaiser
Il Papa emerito ringrazia caldamente padre Kaiser per il lavoro svolto durante questi anni. "E' stato molto bello vedere come sei stato sempre aperto e disponibile con la gente, con i fedeli, e come hai fatto di tutto per condurre ciascuno al vero centro, Gesù Cristo", ha scritto J. Ratzinger secondo riferiscono alcuni media locali. Su Cristo, il Papa emerito sottolinea: "Ci accompagna sempre, ogni giorno, fino a quando siamo chiamati a varcare la porta verso la vita eterna". Infine, J. Ratzinger si congeda augurando a padre Kaiser il dono di abbondanti ricompense del Signore.

Il Papa emerito visitò la chiesa di St. Oswald di Marktl am Inn come Pontefice, in privato ma circondato da molte manifestazioni di affetto, l'11 settembre 2006 verso le 18.15, accompagnato dal fratello mons. Georg e ovviamente da padre Josef Kaiser. Il Papa emerito quel giorno rimase a lungo in preghiera all’interno della chiesa, in ginocchio di fronte all’altare.

AMDG et DVM

mercoledì 28 marzo 2018

"Magno gaudio Ecclesia Dei te (vos) excipit"

Diario Vaticano 


 L'"ultimo colpo" 


di papa Benedetto


Riguarda il rito del battesimo. Ha voluto che si dica "Chiesa di Dio" invece che "comunità cristiana". L'ordine di cambiare è stato emesso pochi giorni prima delle sue dimissioni... Ed è entrato in vigore dopo l'elezione di FP
di ***


CITTÀ DEL VATICANO, 22 agosto 2013 – La domenica dopo l'Epifania è la domenica del battesimo di Gesù. E in ognuna di queste domeniche, anno dopo anno, Benedetto XVI ha amministrato il primo sacramento dell’iniziazione cristiana a un certo numero di bambini, nella Cappella Sistina.

Ogni volta ha dunque avuto modo di pronunciare le formule previste dal rito del battesimo in vigore dal 1969. Ma due parole di questo rito non l’hanno mai convinto del tutto.

E così, prima di rinunciare all'esercizio del Vescovo di Roma, ha ordinato che venissero cambiate nell’originale latino e di conseguenza, a cascata, anche nelle cosiddette lingue volgari.

Il provvedimento, messo in opera dalla congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, è stato pubblicato dal bollettino ufficiale del dicastero, "Notitiae". A segnalarne l'esistenza, nel silenzio dei media vaticani, è stato il quotidiano della conferenza episcopale italiana "Avvenire".

Il decreto che introduce l’innovazione, pubblicato in latino, inizia così:

"Porta della vita e del regno, il battesimo è sacramento della fede, con il quale gli uomini vengono incorporati nell’unica Chiesa di Cristo, che sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui".

È proprio partendo da questa considerazione che la congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha motivato la variazione nella seconda "editio typica" latina del rito del battesimo dei bambini del 1973 (che nella formula in questione è identico alla prima "editio typica" del 1969):

"Affinché nel medesimo rito sia meglio messo in luce l’insegnamento della dottrina sul compito e dovere della Madre Chiesa nei sacramenti da celebrare". 

La variazione introdotta è la seguente.

D’ora in poi al termine del rito dell’accoglienza, prima di segnare con la croce la fronte del bambino o dei bambini, il sacerdote non dirà più: "Magno gaudio communitas christiana te (vos) excipit", ma invece: "Magno gaudio Ecclesia Dei te (vos) excipit". 

In pratica papa Joseph Ratzinger, da fine teologo, ha voluto che nel rito battesimale si dicesse in modo chiaro che è la Chiesa di Dio – la quale sussiste compiutamente nella Chiesa cattolica – ad accogliere i battezzandi, e non genericamente la "comunità cristiana", termine che sta a significare anche le singole comunità locali o le confessioni non cattoliche come le protestanti.
  
Nel decreto pubblicato su "Notitiae" si precisa che Benedetto XVI "ha benevolmente stabilito" la suddetta variazione del rito nel corso di un'udienza concessa al prefetto della congregazione, il cardinale Antonio Cañizares Llovera, il 28 gennaio 2013, appena due settimane prima dell’annuncio delle dimissioni dall'esercizio del Vescovo di Roma.
  
Il decreto porta la data del 22 febbraio 2013, festa della Cattedra di san Pietro, ed è firmato dal cardinale prefetto e dall’arcivescovo segretario Arthur Roche. E vi si dice che è entrato in vigore dal giorno 31 marzo 2013, regnante già papa Francesco, che evidentemente non ha avuto nulla da obiettare riguardo alla decisione del suo predecessore.
  
L'introduzione della variante nelle lingue volgari sarà curata dalle rispettive conferenze episcopali.

Attualmente in inglese la frase nella quale le due parole “comunità cristiana” dovranno cambiare in “Chiesa di Dio” è:  "The Christian community welcomes you with great joy".

In francese: "La communauté chrétienne t’accueille avec une grande joie".

In spagnolo: "La comunidad cristiana te recibe con gran allegria".

In portoghese: "È com muita allegria que la comunidade cristã te recebe".

Leggermente discostate dall’originale latino sono la versione tedesca: "Mit großer Freude empfängt dich die Gemeinschaft der Glaubenden [La comunità dei credenti ti accoglie con grande gioia]" e quella in vigore in Italia: "Con grande gioia la nostra comunità cristiana ti accoglie", dove c'è l’aggiunta di un "nostra" non presente nell'originale latino.

La versione italiana è quella che Benedetto XVI ha utilizzato ogni volta che ha amministrato il sacramento nella domenica del Battesimo di Gesù. E forse è proprio quel troppo autoreferenziale "nostra" che ha indotto il papa teologo a decidere il cambiamento. 

Fino al 2012, infatti, Benedetto XVI ometteva il "nostra" e pur celebrando in italiano diceva ai piccoli battezzandi: "Con grande gioia la comunità cristiana vi accoglie".

Ma alla fine deve aver considerato ambiguo anche l’originale latino. Così lo scorso 13 gennaio, nel celebrare per l’ultima volta da sommo pontefice il battesimo, ha detto: "Cari bambini, con grande gioia la Chiesa di Dio vi accoglie".

E poco dopo, tra le ultime disposizioni del suo pontificato, ha prescritto tale formula per tutta la Chiesa.
Foto:
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IL TESTO DEL DECRETO


Nel decreto pubblicato su "Notitiae", 557-558, Ian.-Feb. 2013, 1-2, pagg. 54-56, si cambia "communitas christiana" in "Ecclesia Dei" nei paragrafi 41, 79, 111, 136 e 170 della seconda "editio typica", cioè normativa, in latino, del 1973 del rito del battesimo dei bambinil.

Il paragrafo 41 riguarda propriamente l’"Ordo Baptismi pro pluribus parvulis" (il rito del battesimo per più bambini).

Il paragrafo 79 l’"Ordo Baptismi pro uno parvulo" (il rito per un solo bambino).

Il paragrafo 111 l’"Ordo Baptismi pro magno numero parvulorum" (il rito per un gran numero di bambini).

Il paragrafo 136 l’"Ordo Baptismi parvulorum absente sacerdote et diacono a catechistis adhibendus" (il rito celebrato da catechisti in assenza del sacerdote e del diacono).

Il paragrafo 170 l'"Ordo deferendi ad Ecclesiam parvulum iam baptizatum" (il rito per portare nella Chiesa un bambino già battezzato).

Ecco dunque il testo del decreto:


CONGREGATIO DE CULTU DIVINO ET DISCIPLINA SACRAMENTORUM

Prot. N. 44/13/L

DECRETUM

Vitae et regni ianua, Baptismus est sacramentum fidei, quo homines incorporantur unicae Christi Ecclesiae, quae in Ecclesia catholica subsistit, a Successore Petri et Episcopis in eius communione gubernata.

Unde Congregationi de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum visum est variationem quandam in editionem typicam alteram Ordinis Baptismi Parvulorum inducere, eo ut in eodem ritu melius in lucem ponatur tradita doctrina de munere et officio Matris Ecclesiae in sacramentis celebrandis. Dicasterium proinde ea, quae sequuntur, disponit:

Ordo Baptismi Parvulorum in posterum sic recitet:

1. "41. Deinde celebrans prosequitur dicens:
N. …, N. (vel Filioli), magno gaudio Ecclesia Dei vos excipit. In cuius nomine ego signo vos signo crucis; et parentes vestri (patrinique) post me eodem signo Christi Salvatoris vos signabunt.
Et signat ununquemque parvulum in fronte, nihil dicens. Postea invitat parentes et, si opportunum videtur, patrinos, ut idem faciant".

2. "79. Deinde celebrans prosequitur dicens:
N. …, magno gaudio Ecclesia Dei te excipit. In cuius nomine ego signo te signo crucis; et parentes tui (patrinique vel et matrina) post me eodem signo Christi Salvatoris te signabunt.
Et signat parvulum in fronte, nihil dicens. Postea invitat parentes et, si opportunum videtur, patrinum (matrinam), ut idem faciant".

3. "111. Celebrans prosequitur dicens:
Filioli, magno gaudio Ecclesia Dei vos excipit. In cuius nomine ego signo vos signo crucis.
Producit signum crucis super omnes infantes simul, et ait:
Et vos, parentes (vel patrini), infantes in fronte signate signo Christi Salvatoris.
Tunc parentes (vel patrini) signant parvulos in fronte".

4. "136. Catechista prosequitur dicens:
Filioli, magno gaudio Ecclesia Dei vos excipit. In cuius nomine ego signo vos signo crucis.
Producit signum crucis super omnes infantes simul, et ait:
Et vos, parentes (vel patrini), infantes in fronte signate signo Christi Salvatoris.
Tunc parentes (vel patrini) signant parvulos in fronte".

5. "170. Deinde celebrans prosequitur dicens:
N. …, magno gaudio Ecclesia Dei, cum parentibus tuis gratias agens, te excipit testificaturque te iam ad Ecclesia fuisse receptum. In cuius nomine ego signo te signo Christi, qui tibi in Baptismate vitam largitus est et Ecclesiae suae te iam aggregavit. Et parentes tui (patrinusque vel et matrina) post me eodem signo crucis te signabunt.
Et signat infantem in fronte, nihil dicens; postea invitat parentes et, si opportune videtur, patrinum, ut idem faciant".

Ego infrascriptus Congregationis Praefectus, haec Summo Pontifici Benedicto XVI exposuit, qui, in audientia die 28 mensis ianuarii 2013 eidem concessa, textum praesentem editionis typicae alterae Ordinis Baptismi Parvulorum modo sopradicto posthac variari benigne statuit.
Quae statuta de Ordine Baptismi Parvulorum statim ab omnibus, ad quos spectant, serventur et inde a die 31 mensis martii 2013 plenum habeant vigorem.
Curae autem Conferentiarum Episcopalium committitur ut variationes, in Ordine Baptismi Parvulorum factae, in editiones eiusdem Ordinis lingua vernacula apparandas inducant.
Contrariis quibuslibet minime obstantibus.

Ex aedibus Congregationis de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum, die 22 mense februarii 2013, in festo Cathedrae sancti Petri Apostoli, datum.

Antonius Card. Cañizares Llovera, Praefectus

Arturus Roche, Archiepiscopus a Secretis


22.8.2013 

AMDG et DVM

domenica 2 aprile 2017

Esercizi Spirituali di S. Gertrude la grande


Primo esercizio per recuperare l’innocenza battesimale

Per poter presentare al Signore, alla fine della tua vita, immacolata la tunica dell’innocenza battesimale e integro e illeso il sigillo della fede cristiana, impegnati, in un tempo stabilito, specialmente a Pasqua e a pentecoste, a celebrare la memoria del Battesimo. Desidera pertanto rinascere in Dio attraverso la santità di una vita nuova ed essere restituita a una nuova infanzia, e dì:
Dio abbia pietà di me e mi benedica; faccia splendere il suo volto su di me ed abbia pietà di me [Sal 66,2]. Il mio cuore lo benedica con ogni sincerità e verità. Il mio cuore lo benedica con ogni sincerità e verità. Al cospetto del Signore frema la terra [Sal 113,7] del mio cuore, nello spirito della sua bocca sia ricreato e rinnovato il mio spirito, così che il suo Spirito buono mi guidi in terra piana [Sal 142,10].
Leggi poi il simbolo della fede, il “Credo in Dio”, pregando il Signore di farti rinunciare perfettamente a satana e di conservarti in una fede retta, viva e integra, sino alla fine della tua vita.
Preghiera:
Signore Dio, compassionevole e veritiero, mio Creatore e Redentore, che mi hai contraddistinto facendo splendere su di me la luce santa del tuo volto [Sal 4,7], che mi hai redento al caro prezzo del sangue del tuo Unigenito e mi hai rigenerato alla speranza di vita [cf 1Pt 1,3] grazie al Battesimo nella potenza del tuo Spirito: fa’ che io rinunci efficacemente con cuore vero, perfetto e integro, a satana, a tutte le sue seduzioni e a tutte le sue opere, e che io creda fedelmente in te, Dio mio creatore, per Gesù Cristo tuo Figlio, che è via, verità e vita [Gv 14,6], nella potenza dello Spirito santo, con fede retta e fervida, coronata da opere apportatrici di vita, fammi aderire a te e perseverare con te sino alla fine in modo irremovibile. Amen.
Come segno della tua fede, dì:
Trinità Santa, Padre, Figlio e Spirito Santo, la tua divina onnipotenza regga e confermi la mia fede, la tua divina sapienza la istruisca e la illumini, la tua divina bontà la aiuti e la porti a perfezione, affinché io possa riconsegnarla immacolata e integra al tuo cospetto nell’ora della mia morte, arricchita da abbondanti guadagni e interessi di tutte le virtù.
Per l’esorcismo, prega il Signore che nella potenza del suo nome ti faccia con prudenza vincere e distinguere tutte le astuzie di satana, affinché il nemico non goda mai prevalendo su di te [Sal 40,12], ma in ogni tentazione si ritiri sopraffatto e confuso al primo assalto.
Preghiera:
Signore Gesù Cristo, grande pontefice, che con la tua preziosa morte mi hai fatto vivere, scaccia via da me [exsuffo soffio che spazza via], nella potenza del tuo Spirito, tutte le insidie del nemico con l’efficacia della tua presenza: Spezza in me tutti i lacci di satana e per riguardo alla tua misericordia allontana da me ogni cecità del cuore. La tua perfetta carità, o Cristo, mi faccia virilmente trionfare in ogni tentazione. La tua santa umiltà mi insegni a evitare prudentemente tutti gli agguati del nemico. La tua luminosa verità mi guidi e mi faccia camminare davanti a te nella sincerità e con cuore perfetto. E la benedizione della tua indulgentissima misericordia mi preceda, mi segua e mi custodisca, sino alla fine della mia vita.
Con queste parole ti farai il segno della santa croce sulla fronte e sul petto:
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Da te, mio amore crocifisso, Gesù dolcissimo, io riceva il segno della santa croce tanto sulla fronte quanto nel cuore, per vivere in eterno sotto la tua protezione. Dammi una fede viva nei tuoi celesti precetti, perché io corra con cuore dilatato sulla via dei tuoi comandi [Sal 118,32]. Grazie a te, possa io essere tale nella mia condotta da meritare di divenire tempio di Dio e dimora dello Spirito Santo. Amen.
A questo punto domanda con insistenza che lo stesso sommo sacerdote, il Signore Gesù Cristo, imponga su di te la sua mano, affinché tu abiti in eterno al riparo dell’Altissimo e dimori sotto la protezione del Dio del cielo [Sal 90,1]. 
All’ombra della mano proteggimi [cf Is 49,2], o Gesù che ami immensamente: la tua destra mi prenda con sé [cf Sal 62,9]. Aprimi la porta della tua pietà,affinché, recando impresso il sigillo della sapienza, io sia priva in verità di ogni desiderio terreno e al soave profumo dei tuoi precetti ti serva lieta nella tua santa Chiesa e di giorno in giorno io progredisca di virtù in virtù [cf Sal 83,5]. Amen.
Perché il Signore ti dia un angelo come guida del tuo cammino:
O Gesù, Principe della pace, Angelo del Gran Consiglio [cf Is 9,6], tu in persona sii sempre alla mia destra come guida e custode del mio pellegrinaggio, affinché io non vacilli ed erri lontano da te. Degnati anche di mandare dai cieli il tuo angelo santo, che sotto la tua amorevole attenzione si prenda cura di me e mi diriga in ciò che ti è gradito e sulla tua via mi riconduca perfetta a te stesso [cf Es 23,20]. Amen.
Per salutare e accogliere l’angelo:
Salve, santo angelo di Dio, custode della mia anima e del mio corpo, per il dolcissimo Cuore di Gesù Cristo, Figlio di Dio, per amore di Colui che creò te e me, per amore di Colui che mi affidò a te nel Battesimo, accoglimi sotto la protezione della tua fedelissima paternità. Col tuo aiuto, possa io attraversare il torrente di questa vita percorrendo un sentiero immacolato sono al giorno in cui lieta, insieme con te, giungerò a vedere quel dolcissimo volto che tu vedi e la sublime bellezza della maestà divina che supera la dolcezza di ogni soavità.
A questo punto pregherai che la tua bocca sia riempita con il sale della sapienza, perché tu possa assaporare nello Spirito Santo il gusto della fede [il riferimento qui è al rito battesimale tradizionale che oggi molti non usano più]:
Che io riceva da te, Gesù dolcissimo, il sale della sapienza e lo spirito di intelligenza per poter giungere con il loro sostegno alla vita eterna. Amen.
Preghiera:
Fammi gustare la soavità del tuo spirito, fammi aver fame della tua volontà, fammi conoscere ciò che a te piace, perché il mio servizio ti sia sempre gradito. Amen.
Facendoti il segno della santa croce sulle orecchie e sulle narici, pregherai il Signore di aprire le orecchie del tuo cuore alla sua legge [2Mac 1,4] e di riempire tutto il tuo intimo col profumo della sua conoscenza [2Cor 2,14].
O Gesù, mio tenerissimo pastore, fa’ che io, indegna pecorella, sempre segua e riconosca la tua dolcissima voce [Gv 10,27] e nel soavissimo profumo di una fede viva corra ai pascoli della vita eterna, dove io possa in eterno dedicarmi a vedere quanto tu sei veramente soave, o mio Signore [Sal 45,11; 33,9].
Prendendo nella tua mano destra il vessillo della croce che ci dona salvezza per poter vincere il nemico, dì:
O Gesù che ami immensamente, poni il segno della tua santa croce nella mai mano destra,affinché io avanzi sempre con la mano armata da questa insegna contro tutte le insidie del nemico, circondata dal tuo aiuto come da un baluardo. Amen.
Conclusione:
Mi benedica l’onnipotenza di Dio Padre. Mi benedica la sapienza del Figlio. Mi benedica la carità assai benigna dello Spirito Santo e mi custodisca per la vita eterna. Amen.
Pregherai poi la Vergine madre di ottenerti lei stessa un perfetto rinnovamento di vita e di divenire lei, venerabile rosa, tua madre e madrina in questa grazia in modo tale che tu sia per lei una vera figlia nella condotta di vita. prega lei, gemma di castità, di conservare la tua anima immune da ogni macchia per il suo Figlio, re e Signore, tenendola avvolta nel manto della sua purezza, sotto la sua dolcissima protezione. Pregala di far iscrivere il tuo nome nella magnifica eredità degli eletti di Israele, affinché tu abbia parte con quelli che camminano nell’innocenza del cuore [cf Sal 83,13], ponendo sempre il Signore davanti ai loro occhi in tutte le loro vie [cf Sa 15,8]
Salve Maria, Regina di clemenza, olivo di misericordia, grazie alla quale è venuta a noi la medicina della vita, Regina di clemenza, Vergine Madre del germoglio divino, grazie alla quale è venuto a noi il Figlio della luce del cielo, l’odoroso virgulto di Israele. Come attraverso tuo Figlio sei stata resa vera madre di tutti coloro di cui lo stesso tuo unico Figlio non disdegnò di farsi fratello, così ora per amore di lui accogli me, benché indegna, tra le cure del tuo amore materno; aiuta tu la mia fede, conservala e istruiscila, e sii ora madrina del mio rinnovamento e della mia fede in modo da essere in eterno la mia unica e tenerissima madre, curandomi sempre con amore in questa vita e accoglimi nella pienezza della tua maternità nell’ora della morte. Amen. 
Per l’imposizione del nome:
Scrivi il mio nome, o Gesù dolcissimo, sotto il tuo nome che stilla miele, nel libro della vita. Di’ all’anima mia: “Tu sei mia; io, tua salvezza [cf Sal 34,3] ti ho riconosciuta; ormai non sarai più chiamata ‘Abbandonata’, ma ‘Mio compiacimento’, [cf Is 62,4] affinché la mia sorte sia con te in perpetuo nella terra dei viventi [Sal 141,6].
Per l’immersione nel fonte [cf Gv 4,10; 7,37-38; 19,34; 1Gv 5,6]:
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
O Gesù, fonte di vita, fammi bere alla tua stessa sorgente il calice dell’acqua viva, affinché, dopo aver gustato te, io non abbia in eterno sete di nient’altro che te! Immergimi interamente nelle profondità della tua misericordia. Battezzami nel candore immacolato della tua preziosa morte. Rinnovami nel tuo sangue, con cui mi hai redento. Con l’acqua del tuo santissimo costato lava ogni macchia con cui posso aver contaminato l’innocenza battesimale. Riempimi del tuo Spirito e possiedimi interamente nella purezza del corpo e dell’anima. Amen.
Per l’unzione con il sacro crisma, prega il Signore che ti insegni ogni cosa [cf Gv 14,26; 1Gv 2,27]:
Padre Santo, che il tuo Figlio, il Signore Nostro Gesù Cristo, mi ha rigenerato dall’acqua e dallo Spirito Santo, concedimi oggi la piena remissione di tutti i peccati e degnati di ungermi con il crisma del tuo Spirito per la vita eterna. Amen. LA tua pace sia con me in eterno. Amen.
A questo punto, fa’ il segno della santa croce sul petto e sulle spalle dicendo:
Per amore del tuo amore fammi portare sempre sulle mie spalle il giogo soave e il carico leggero [Mt 11,30] dei tuoi precetti e recare in perpetuo sul mio petto il simbolo della sacra fede come se fosse un sacchetto di mirra [Ct 1,12], affinché lì possa dimorare tu, per me crocifisso, sempre infisso nel mio cuore. Amen.
Per la veste bianca dì: 
O Gesù, sole di giustizia, fa che io mi rivesta di te [cf Rm 13,14], perché possa vivere secondo te; sotto la tua guida fammi conservare candida, sanata e immacolata la veste dell’innocenza battesimale e fa’ che la presenti intatta davanti al tuo tribunale per poterla avere per la vita eterna. Amen.
Ricevendo il cero acceso, pregherai per l’illuminazione interiore:
O Gesù, luce inestinguibile, accendi in me la lampada ardente della tua carità in modo che non possa mai spegnersi, e insegnami a custodire il mio Battesimo in modo irreprensibile, affinché quando, da te chiamata, giungerò alle tue nozze, possa meritare, essendo pronta, di accedere alle delizie della vita eterna, per vedere te, vera luce, e il soavissimo volto della tua divinità. Amen.
Pe ricevere la comunione al vivificante corpo e sangue dell’Agnello immacolato, Gesù Cristo:
Il tuo venerabile Corpo e il tuo Sangue prezioso, Signore mio Gesù Cristo, custodiscano il mio corpo e la mia anima per la vita eterna. Amen. La tua pace sia con me. In te, o Gesù, pace vera, possa io avere in eterno pace su pace, per giungere attraverso di te a quella pace che supera ogni conoscenza [Fil 4,7] là dove ti vedrò in te stesso, pieno di letizia, in eterno. Amen.
In quella comunione desidera che tutta  la tua vita sia nascosta con Cristo in Dio [cf Col 3,3] e che nell’ora della morte ti si trovi giunta alla piena perfezione in lui.
O dolcissimo ospite della mia anima, mio carissimo Gesù, la tua soave venuta nel mio corpo con la santa comunione sia oggi per me remissione di tutti i miei peccati e riparazione di tutte le mie negligenze e valga a recuperare tutto ciò che la mia vita ha sperperato. Essa sia per me salvezza eterna, rimedio dell’anima e del corpo, fiamma che fa divampare l’amore, rinnovamento della virtù e conclusione della mia vita in te per l’eternità.
Sia per me libertà di spirito, salute della vita, decoro dei costumi. Sia per me scudo della pazienza, insegna dell’umiltà, sostegno della fiducia, consolazione nella tristezza, aiuto per la perseveranza. Sia per me armatura della fede, forza della speranza, perfezione della carità, adempimento dei tuoi comandi, rinnovamento dello spirito, santificazione nella verità [Gv 17,17] e perfetto compimento di tutta la vita religiosa.
Essa sia per me origine delle virtù, fine dei vizi, crescita di ogni bene e testimonianza perenne del tuo amore affinché, permanendo soltanto col corpo in questo pellegrinaggio, ma pervasa di avidità in tutte le facoltà del pensiero, la mia memoria si rivolga sempre là dove tu sei la mia parte migliore [cf Lc 10,42]. Così, al termine della mia vita, gettata via l’amarissima scorza di questo corpo, potrò giungere a quella dolcissima mandorla, dove nella nuova stella della tua umanità glorificata vedrò la sfolgorante luce della tua eccelsa divinità, dove la splendida rosa del tuo dolce volto mi ristorerà con la sua sovrana bellezza, dove, deposti i fastidi di questa vita, parteciperò piena di gioia al tuo banchetto in eterno, ed esulterò tra le ricchezze del tuo amore come una sposa gioisce tra le delizie del suo re. Amen.
Per la confermazione:
O re vittorioso, Gesù sacerdote altissimo, confermami tu con la tua onnipotente virtù, cingendomi, o vero prode, con la spada dello Spirito Santo [cf Sal 44,4; Eb 6,17] affinché, vincendo sempre le mille frodi di satana, io vinca in te.
Conclusione:
Signore Dio, che sei a tal punto mio Creatore da essere anche Colui che mi riporta alla forma originaria, rinnova oggi il tuo Santo Spirito nel mio intimo [cf Sal 50,12] e iscrivimi tra il tuo popolo di adozione come discendente di una nuova prole, perché con i figli della promessa io possa gioire di aver ricevuto per grazia quanto non ho per natura.
Rendimi grande nella fede, gioiosa nella speranza, paziente nella tribolazione, fa’ che mi diletti nella tua lode, che sia pervasa dal fervore dello Spirito, che serva fedelmente te, Signore Dio, mio vero re, e che perseveri con te nella vigilanza sino alla fine della mia vita, affinché quello che ora credo nella speranza possa allora vederlo nella realtà, piena di gioia, con i miei occhi; fa’ che ti veda così come sei, che ti veda faccia a faccia [cf 1Cor 13,12]. Là, caro Gesù, saziami di te! Là, godendo la visione del tuo dolce volto, possa io trovare perpetua pace. Amen. Amen. Amen.
Il Dio fedele, l’Amen vero [cf Ap 3,14 e 2Cor 1,19-20], che non vien mai meno, mi faccia provare una sete infuocata dell’Amen caro per mezzo del quale egli attira, mi faccia gustare soavemente l’Amen dolce, per mezzo del quale egli sazia; mi faccia trovare felicemente la mia pienezza in quell’Amen salvifico, per mezzo del quale egli porta e perfezione, così che io meriti di sperimentare in modo efficace, in perpetuo, quell’Amen eterno e soavissimo, grazie al quale credo che vedrò dopo questo esilio lo stesso vero Amen, Gesù, Figlio di Dio, che da solo basta a chi ama e che insieme al Padre e allo Spirito Santo dona ogni bene e non disprezza quanto ha creato.
Amen. Amen. Amen.

Con questa preghiera affida al Signore la tua fede e la tua innocenza battesimale:
Gesù mio dolcissimo, conserva tu per me nella camera del tuo Cuore tanto benevolo il candore immacolato dell’innocenza battesimale e il documento scritto della mia fede, affinché, sotto la tua fedele custodia, te li ripresenti intatti nell’ora della mia morte. Imprimi anche il sigillo del tuo Cuore sul mio cuore, affinché io possa vivere secondo te e giungere senza ostacolo a te, dopo questo esilio, nella gioia.
AVE MARIA PURISSIMA!