sabato 6 febbraio 2016

El tercer engaño y el cuarto engaño.


Engaños que el enemigo sugiere al pecador
PUNTO 2

Dices que el Señor es Dios de misericordia. Aquí se
oculta el tercer engaño, comunísimo entre los pecadores,
y por el cual no pocos se condenan. Escribe un sabio
autor que más almas envía al infierno la misericordia
que la justicia de Dios, porque los pecadores, confiando
temerariamente en aquélla, no dejan de pecar, y se
pierden.

El Señor es Dios de misericordia, ¿quién lo niega? Y, sin
embargo, ¡ a cuántas almas manda Dios cada día a penas
eternas! Es, en verdad, misericordioso, pero también es
justo; y por ello se ve obligado a castigar a quien le
ofende. Usa de misericordia con los que le temen (Sal.,
102, 11-13).

Pero en los que le desprecian y abusan de la clemencia
divina para más ofenderle, tiene que responder sólo la
justicia de Dios. Y con grave motivo, porque el Señor perdona
el pecado, mas no puede perdonar la voluntad de
pecar.

El que peca—dice San Agustín—pensando en que se
arrepentirá después de haber pecado, no es penitente,
sino que hace burla y menosprecio de Dios. Además, el
Apóstol nos advierte (Ga., 6, 7) que de Dios nadie se
burla; ¿y qué irrisión mayor habría que ofenderle cómo y
cuándo quisiéramos, y luego aspirar a la gloria?
«Pero asi como Dios fué tan misericordioso conmigo en
mi vida pasada, espero que lo será también en lo venidero» 
Este es el cuarto engaño. De modo que porque el
Señor se ha compadecido de ti hasta ahora, ¿habrá de
ser siempre clemente y no te castigará jamás?... Antes
bien, cuanto mayor haya sido su clemencia, tanto más debes
temer que no vuelva a perdonarte, y que te castigue
con rigor apenas le ofendas de nuevo. «No digáis—exclama
el Eclesiástico (5, 4)—he pecado, y no he recibido castigo,
porque el Altísimo, aunque es paciente, nos da lo
que merecemos.»

Cuando llega su misericordia al limite que para cada
pecador tiene determinado, entonces le castiga por
todas las culpas que el ingrato cometió. Y la pena será
tanto más dura cuanto más largo hubiere sido el tiempo
en que Dios esperó al culpado, dice San Gregorio.

Si vieras, pues, hermano mío, que, a pesar de tus frecuentes
ofensas a Dios, aún no has sido castigado, debes
decir: «Señor, grande es mi gratitud, porque me habéis
librado del infierno, que tantas veces merecí.» Considera
que muchos pecadores, por culpas harto menos graves
que las tuyas, se han condenado irremisiblemente, y trata
además de satisfacer por tus pecados con el ejercicio
de la paciencia y de otras buenas obras.

La benevolencia con que Dios te ha tratado debe animarte
no sólo a dejar de ofenderle, sino a servirle y amarle
siempre, ya que contigo mostró inmensa misericordia,
a otros muchos negada.

AFECTOS Y SÚPLICAS

Jesús mío crucificado, mi Redentor y mi Dios: a vuestras
plantas se postra este traidor infame, avergonzándose de
comparecer ante vuestra presencia. ¡Cuántas veces os
he menospreciado! ¡Cuántas veces prometí no ofenderos
más! Pero mis promesas fueron otras tantas traiciones,
pues no bien se me ofreció ocasión de pecar, olvídeme de
Vos y os abandoné nuevamente. Os doy mil gracias
porque me habéis librado del infierno y me permitís estar
a vuestros pies, e ilumináis mi alma y me atraéis a
vuestro amor.

¡Quiero amaros, Salvador mío, y no despreciaros más,
que bastante me habéis esperado! ¡ Infeliz de mí si, a
pesar de tantas gracias, volviese a ofenderos! Deseo,
Señor, mudar de vida y amaros tanto como os he
ofendido, y me llena de consuelo el considerar que sois
bondad infinita.

Duéleme de todo corazón de haberos despreciado, y os
ofrezco todo mi amor en lo sucesivo. Perdonadme por
los merecimientos de vuestra sagrada Pasión; olvidad los
pecados con que os injurié, y dadme fuerzas para seros
fiel siempre. Os amo, Sumo Bien mío; espero amaros
eternamente, y no quiero volver a abandonaros...
¡ Oh María, Madre de Dios, unidme a mi Señor Jesucristo,
y alcanzadme la gracia de que yo no me aparte jamás
de sus benditos pies!... En Vos confío.


AMDG et BVM

...LAGGIU' IN CRIPTA NON C'E' NIENTE.



IL CORPO DI SAN PADRE PIO E' IN CIELO: LAGGIU' IN CRIPTA NON C'E' NIENTE.

Lo afferma il Prof. Giuseppe Sala, che fu sindaco di San Giovanni Rotondo
e per tredici anni medico personale di Padre Pio nelle cui braccia il Padre spirò alle ore 2,30 del 23 settembre 1968:

Laggiù in Cripta non c’è niente. Il corpo del Padre è in cielo. Il mistero dell'ultima Messa di Padre Pio.

Nel sarcofago c’erano solo il saio piegato, il cingolo e i sandali.
Testimoni oculari furono anche Padre Alessio Parente e Padre Giuseppe Pio Martin,
che per tanti anni furono addetti alla persona del Padre.

A TUTTI FU RACCOMANDATO IL SILENZIO.


Documento in allegato PDF.

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Dio la benedica.

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MOVIMENTO D'AMORE SAN JUAN DIEGO
Coordinamento Mondiale

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INTERNET: www.conchiglia.net

venerdì 5 febbraio 2016

INGANNI !!!


INGANNI CHE IL DEMONIO METTE IN MENTE AI PECCATORI

PUNTO II

Dice: "Dio è di misericordia". Ecco il terzo inganno comune de' peccatori, per cui moltissimi si dannano. Scrive un dotto autore che ne manda più all'inferno la misericordia di Dio, che non ne manda la giustizia; perché questi miserabili, confidano temerariamente alla misericordia, non lasciano di peccare, e così si perdono. Iddio è di misericordia, chi lo nega; ma ciò non ostante, quanti ogni giorno Dio ne manda all'inferno! Egli è misericordioso, ma è ancora giusto, e perciò è obbligato a castigare chi l'offende. Egli usa misericordia, ma a chi? a chi lo teme. "Misericordia sua super timentes se... Misertus est Dominus timentibus se" (Ps 102,11.13). 

Ma con chi lo disprezza e si abusa della sua misericordia per più disprezzarlo, Egli usa giustizia. E con ragione; Dio perdona il peccato, ma non può perdonare la volontà di peccare. Dice S. Agostino che chi pecca col pensiero di pentirsene dopo d'aver peccato, egli non è penitente, ma è uno schernitore di Dio: "Irrisor est, non poenitens". Ma all'incontro ci fa sapere l'Apostolo che Dio non si fa burlare: "Nolite errare, Deus non irridetur" (Gal 6,7). Sarebbe un burlare Dio offenderlo come piace, e quanto piace, e poi pretendere il paradiso.


"Ma siccome Dio m'ha usate tante misericordie per lo passato, e non m'ha castigato, così spero che mi userà misericordia per l'avvenire". Ecco il quarto inganno. Dunque perché Dio ha avuta compassione di te, per questo ti ha da usare sempre misericordia, e non ti ha da castigare mai? Anzi no, quanto più sono state le misericordie, che Egli t'ha usate, tanto più devi tremare, che non ti perdoni più e ti castighi, se di nuovo l'offendi. "Ne dicas: Peccavi, et quid accidit mihi triste? Altissimus enim est patiens redditor" (Eccli 5,4). 
Non dire (avverte l'Ecclesiastico), ho peccato e non ho avuto alcun castigo; perché Dio sopporta; ma non sopporta sempre. Quando giunge il termine da Lui stabilito delle misericordie, che vuol usare ad un peccatore, allora gli dà il castigo tutto insieme de' suoi peccati. E quanto più l'ha aspettato a penitenza, tanto più lo punisce, come dice S. Gregorio: "Quos diutius exspectat, durius damnat".


Se dunque tu vedi, fratello mio, che molte volte hai offeso Dio, e Dio non t'ha mandato all'inferno, dei dire: "Misericordiae Domini, quia non sumus consumti" (Thren 3,22). Signore, ti ringrazio, che non m'hai mandato all'inferno, com'io meritava. Pensa, quanti per meno peccati de' tuoi si son dannati. E con questo pensiero cerca di compensare l'offese, che hai fatte a Dio, colla penitenza e con altre opere buone. Questa pazienza, che Dio ha avuta con te, dee animarti, non già a più disgustarlo, ma a più servirlo ed amarlo, vedendo ch'egli ha fatte a te tante misericordie, che non ha fatte agli altri.

SAN PAOLO AI ROMANI: cap. VII a


LETTERA AI ROMANI

Capo VII.

Terzo frutto della giustificazione:
liberazione dalla servitù della legge per una morte mistica



[1]Forse ignorate, o fratelli (siccome parlo con periti nella legge) che l’uomo è sotto l’impero della legge finché vive? 2Così la donna maritata è legata per legge al marito vivente; ma se le muore è sciolta dalla legge del marito. 3Infatti sarà chiamata adultera se, vivente il marito, starà con un altro uomo; se poi le muore il marito, è liberata dalla legge del marito, in modo da non essere adultera, dato che stia con altro uomo. 4Così, anche voi, miei fratelli, siete morti alla legge pel corpo di Cristo, per appartenere ad un altro, che è risuscitato da morte, affinché portiamo dei frutti a Dio. 5Mentre vivevamo secondo la carne, le passioni peccaminose, occasionate dalla legge, agivano nelle nostre membra in maniera da produrre frutti per la morte. 6Ma ora siamo stati liberati dalla legge, essendo morti alla legge che ci legava, e possiamo servire Dio secondo il nuovo spirito e non secondo l’antiquata lettera.


La legge, benché santa, provoca delle trasgressioni


7Che diremo dunque? La legge è peccato? No, certamente. Ma io non ho conosciuto il peccato se non per mezzo della legge. Infatti non avrei conosciuto la concupiscenza se la legge non avesse detto: Non desiderare. 8Ma il peccato, presa l’occasione da quel comandamento, fe’ nascere in me ogni sorta di concupiscenza; mentre senza la legge il peccato non esisteva. 9Io poi una volta vivevo senza legge; ma, venuto il comandamento, ebbe vita il peccato, 10ed io morii, ed il comandamento che doveva darmi la vita mi risultò cagione di morte. 11Perché il peccato, presa l’occasione dal comandamento, mi sedusse, e per mezzo di esso mi dié la morte. 12È santa dunque la legge, e santo e giusto e buono il comandamento.

13Una cosa buona m’è dunque divenuta causa di morte? Non può essere. Ma il peccato, per apparire peccato, mi ha data la morte per mezzo d’una cosa buona, in modo da mostrarsi estremamente colpevole attraverso il precetto.


Lezione n° 21 - Pentecoste





< Vieni, Spirito Santo, vieni
per mezzo della potente intercessione
del Cuore Immacolato di Maria ,
tua amatissima Sposa >

giovedì 4 febbraio 2016

LA PREGHIERA PIU' NOBILE

CAPITOLO II 
Perché nel SS. Rosario si dice prima il Pater Noster e poi l’Ave Maria? 



 O Eminentissimo Vescovo, la SS. Trinità,
per mezzo del SS. Rosario della Vergine
Maria, fa scaturire sorgenti d’acqua dai
cuori più riarsi.

I. Il Salterio è la preghiera più nobile in
onore della Vergine Maria, e da Lei viene
portato a perfezione (Maria Santissima, la
Madre di Dio, infatti, possiede tutte le
eccelse qualità, raffigurate sul Salterio, sulla 
Cetra e sull’Arpa della Sinagoga, e i
Rosarianti di Maria Vergine sono i Musici
Angelici della Regina del Cielo), per dieci
valide ragioni e argomentazioni:

1. la purissima Vergine Madre di Dio, al
suono del Suo Salterio, allontana il diavolo,
come già Davide, per mezzo della Cetra,
scacciò il demonio da Saul;

2. la Madre di Dio è l’Arca di Dio, che ha
portato al mondo il Verbo Onnipotente,
come l’Arca, davanti alla quale, una volta,
Davide cantò al suono delle Arpe;

3. Ella ci ottiene la vittoria sui nemici, come
una volta, anche la sorella di Mosè, Maria,
dopo la vittoria sui nemici, cantava al suono
del timpano;

4. Maria comunica ai Santi lo spirito
profetico, come già un tempo ad Eliseo,
mentre cantava il Salterio, fu trasmesso lo
Spirito della profezia divina;

5. Ella ha compiuto il Matrimonio tra Dio e
la creatura umana nel Talamo Verginale,
mediante lo Spirito Santo che si posò su di
Lei;

6. Maria SS. presiede il Coro del Tripudio
Celeste, che canta le divine Lodi, come un
tempo le figlie di Gerusalemme cantavano:
“Saul ne colpì mille, e Davide diecimila”;

7. Maria Vergine ha portato la Pace: infatti
il Suo Figlio riportò unità tra Cielo e terra,
ponendosi come Pietra d’angolo;

8. la Vergine Maria ha portato al mondo un
giorno di festa senza fine, festa per Dio, per
gli uomini e per gli Angeli;

9. è Lei che ha offerto a Dio Padre, per il
mondo, un olocausto di immenso valore, il
Verbo fatto Carne;

10. la Beatissima Vergine e Madre di Dio
cantò, subito dopo l’Incarnazione, il divino
Cantico del Magnificat, come gli Angeli,
appena nacque il Signore degli Angeli, 
cantarono il Gloria in excelsis: la soavità di
questi Cantici riconciliò Dio e l’umanità, e
riportò l’alleanza tra gli angeli e gli uomini.

Questi dieci scene erano raffigurate sul
Salterio della Sinagoga (lo afferma
Sant’Agostino nel Sermone sul Salterio
della Sinagoga, che inizia con: Lodate Dio
nel Salterio ecc.), e si riferivano alla
Purissima Madre di Dio, come vedremo
meglio in seguito.

II. Se certamente sarebbe più appropriato
dire che è Cristo, più che la Vergine Maria,
colui che ha portato a compimento queste
dieci profezie, ed è da Cristo che prende
nome questa preghiera, dal momento che
Cristo è il Signore Onnipotente, tuttavia,
essendo Maria la Madre di Misericordia per
i peccatori, ed in qualche modo più tenera e
più materna rispetto a Cristo, Ella è la
Mediatrice presso il Mediatore.

Tuttavia, si possono riferire a Gesù alcune
specifiche figure:

1. il Salterio è il Cantico della Resurrezione
di Cristo: il Salmo 56,9 afferma: “Risorgi vita
mia, il Salterio e la Cetra la cantino”. 
Così
dunque nel SS. Rosario , si recitano 15 Pater
Noster per Cristo, che risorge in noi
nell’umiltà della preghiera: ecco perché la
teologia, giustamente, afferma che il
Salterio può essere chiamato preghiera di
intercessione perché Cristo risorga in noi;

2. Cristo è il Salterio a dieci corde, perchè
dei dieci Comandamenti di Dio, è il
definitivo Legislatore e il Giudice Ultimo per
quanti li avranno disattesi;

3. a Cristo si riferiscono tutte le profezie,
perché ne è la loro causa efficiente,
formale, esemplare e finale: e il Salterio di
Davide, profetizzava il nuovo Salterio del
SS. Rosario; 

4. E’ Cristo il Salterio della nostra salvezza,
che ci ha redenti e santificati: per questo
nella dedicazione di una Chiesa, sia quando
essa veniva fondata, sia quando essa veniva
riconsacrata, si cantava al suono tripudiante dei Salteri;

5. il Signore Gesù è la nostra gioia senza
fine, la nostra letizia ed esultanza
dell’anima, perché, mediante le sua cinque
porte, ovvero le cinque piaghe , ci conduce
alle dimore della piena felicità. Riguardo a
questo, nei Salmi 46 e 97, il Profeta Davide
scrive: “Gioite senza fine in Dio”, etc. 
Da taliragioni, si comprende la grandezza del SS.
Rosario, il nuovo Salterio dello Sposo Gesù
e della Sposa Maria, con il quale tributiamo
Loro, una lode secondo giustizia.


AVE MARIA!