lunedì 16 febbraio 2015

LODI ALLA VERGINE DIVINA, Lunedì

LODI ALLA VERGINE DIVINA, Lunedì

Inno
Salve Virgo sapiens,
Domus Deo dicata,
Columna septemplici,
Mensaque exornata.

Ab omni contagio
Mundi praeservata;
Annae sanctae in utero
Concepta Immaculata

Tu Mater viventium,
Et porta es Sanctorum.
Nova Stella Jacob,
Domina Angelorum.

Diabolo terribilis,
Àcies castrorum,
Portus et refugium
Sis Christianorum.
Salve Vergine sapiente
Dimora a Dio dedicata,
dalle sette colonne,
Mensa adornata.

Da ogni contagio
del mondo preservata;
Dal santo seno di Anna
Concetta Immacolata.


Tu Madre dei viventi
Sei la Porta dei Santi.
Nuova Stella di Giacobbe,
Regina degli Angeli.

Terribile per Satana,
Rocca fortificata,
Porto e Rifugio
Sii per i Cristiani.

Ant. Sicut lìlium inter spinas, sic amica mea inter filias Adae.
Ant. Come giglio tra le spine, così la mia diletta tra le figlie di Adamo.

Salmo 1 - di grata offerta.
Omnes gentes plàudite manibus,
Et psàllite in jubilo Virgini gloriosae.
Genti tutte battete le mani
E cantate di giubilo alla Vergine gloriosa.
Quoniam ipsa est porta vitae,
Janua salutis, et via nostrae reconciliationis.
Perché essa è la porta della vita,
Porta di salvezza e via della nostra riconciliazione.
Spes poenitentium, solamen lugentium,
Pax beata cordium atque salus.
Speranza dei penitenti, balsamo di coloro che piangono,
Pace beata dei cuori e salvezza.
Multa, et mirabìlia sunt dona tua, Domina:
Incomparabìlia sunt mùnera gratiarum tuarum.
Molti e incomparabili sono i tuoi doni, o Signora,
Incomparabili le ricchezza delle tue grazie.
Beneficiis tuis plenus est mundus:
Superant coelestia, pénetrant et inferna.
Dei tuoi benefici è pieno il mondo:
Superano i cieli e giungono fino agli inferi.
Gratia et dulcedine tua pleni sunt coeli,
Et terra ùndique tuis beneficiis irretivisti nos semper.
Della tua grazia e dolcezza sono ripieni i cieli,
E dappertutto sulla terra ci hai circondato con i tuoi benefici.
Tu enim salus mea in Domino:
Quae me morti adjudicàtum liberasti.
Tu infatti sei la mia salvezza nel Signore:
Perché mi hai liberato dalla morte cui ero destinato.
Quid pro his retribuam tibi, nisi me totum?
Domina, sùscipe me.
Come potrò ricompensarti per tutto questo, se non con tutto me stesso?
Accoglimi, o Signora.

Gloria Patri...
Gloria al Padre...


Maria Madre di Dio: 
"Porta di salvezza e via della nostra riconciliazione"

Salmo 2 – di incoronazione trionfale.
Magna es, Domina, et laudabilis valde, in Civitate Dei Coeli,
In universa Ecclesia Electorum ejus.
Grande sei, Signora, e veramente degna di lode, nella Città del Dio del Cielo,
Nella Chiesa universale dei suoi eletti.
Ascendisti, alternantibus hymnòdicis Angelicis Choris,
Archangelis constipàta, rosis et liliis coronata.
Sei salita, tra Angelici Cori che alternavano inni,
Circondata di Arcangeli, coronata di rose e gigli.
Occùrrite illi Potestates et Principatus,
Obviàte ei Virtutes et Dominationes.
Corretele incontro, Potestà e Principati,
Accoglietela, Virtù e Dominazioni.
Chérubim, et Throni, et Séraphim exaltate eam,
Et constitùite eam ad dexteram Sponsi amantissimi Filii ejus.
Esaltatela, Troni e Cherubini,
Portatela alla destra dello Sposo, del suo Figlio amatissimo.
Tonate illi désuper, et date illi laudem;
Glorificate illam, Terra, cum omnibus habitatoribus tuis.
Cantate a lei dall’alto, e tributatele lode;
Glorificatela, Terra con tutti i suoi abitanti.
Laudate eam simul astra matutina;
Concentum illi fàcite omnes filii Dei.
Lodatela insieme, astri del mattino;
Tributatele armonia, figli tutti di Dio.
Cantate ante eam Chori Virginales,
Et venerate thronum ejus, quia sanctus est.
Cantatele innanzi, Cori dei Vergini,
E venerate il suo trono perché è santo.
Laudate et exaltate eam, virgines filiae Sion,
Quia desponsabit vobis regem Angelorum.
Lodatela ed esaltatela, vergini figlie di Sion,
Perché vi darà in sposo il Re degli Angeli.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

Salmo 3 – di anelito e di amore.
Quemàdmodum desiderat cervus ad fontes aquarum,
Ita ad amorem tuum anhélat anima mea.
Come un cervo anela alle sorgenti d’acqua,
Così la mia anima anela al tuo amore.
Dìligam te, Domina Coeli et terrae,
Et in Gentibus nomen tuum invocabo.
Ti amerò, Regina del Cielo e della terra,
E invocherò il tuo nome tra le Genti.
Ure cor meum igne amoris tui,
Et cìngulo castitatis restringe renes meos.
Infiamma il mio cuore con il fuoco del tuo amore,
E cingi i miei fianchi con il cingolo di castità.
Accendàtur amore tuo tepor meus,
Gratia tua expellétur torpor meus.
Si accenda del tuo amore la mia tiepidezza,
La tua grazia cancelli il mio torpore.
Vùlnera cor meum charitate tua,
Fac me dignum gratia et munéribus tuis.
Ferisci il mio cuore con la tua carità,
Fammi degno della tua grazia e dei tuoi favori.
Quam dulcia diligentibus te eloquia tua, Domina!
Come è dolce il tuo parlare per quelli che ti amano!
Quam suavia sunt tuarum stillicidia gratiarum!
Quam dulcia peccatoribus eloquia tua, Domina!
Quanto è soave lo stillicidio delle tue grazie!
Quanto sono dolci, o Signora, le tue parole per i peccatori!
Super omnem melodiam refectio tua dulcis ori meo.
Suavitatum tuarum affluentia cor meum alienavit a me,
Sopra ogni melodia è il tuo nutrimento alle mie labbra.
L’abbondanza delle tue soavità ha distaccato da me il mio cuore,
Et caro mea mirabìliter exultavit in te.
Dulcore tuo liquefactum est cor meum,
E la mia carne ha mirabilmente in te esultato.
Si è sciolto il mio cuore per la tua dolcezza,
Amore tuo inflammata sunt viscera mea.
Si sono accese le mie viscere per il tuo amore.

Gloria Patri…
Gloria al Padre…

V. Ipse creavit illam in Spiritu Sancto.
V. Dio stesso la creò nello Spirito Santo,
R. Et exaltavit illam inter omnia opera sua.
R. E l’ha esaltata sopra ogni sua opera.
V. Domina, pròtege orationem meam.
V. Purifica, o Signora, la mia preghiera.
R. Et clamor meus ad te veniat.
R. E il mio grido giunga fino a te.

Te Matrem Dei laudamus
Te Matrem Dei laudamus, Te Mariam Virginem profitemur.
Ti lodiamo o Madre di Dio, ti proclamiamo come la sempre Vergine Maria.
Te aeterni Patris Sponsam, omnis terra veneratur.
Tutta la terra ti venera come la Sposa dell'eterno Padre.
Tibi omnes Angeli, et Archangeli, tibi Throni, et Principatus fideliter deserviunt.
Te tutti gli Angeli e gli Arcangeli, i Troni e i Principati, servono fedelmente.
Tibi omnes Potestates, omnes Virtutes Coeli coelorum, et universae Dominationes obediunt.
A te obbediscono le Potestà, tutte le Virtù nel più alto dei Cieli e tutte le Dominazioni.
Tibi omnes Chori, tibi Chérubim et Séraphim exultantes adsistunt.
A te tutti i Cori, i Cherubini e i Serafini, fanno corona in esultanza.
Tibi omnis angelica creatura incessabili voce proclamant:
Te ogni creatura angelica proclama con voce incessante:
Sancta, sancta, sancta Maria, Dei Génitrix, Mater et Virgo.
Santa, santa santa è Maria, Madre di Dio, Madre e Vergine.
Pleni sunt Coeli et terra majestatis gloriae fructus ventris tui.
Pieni sono i Cieli e la terra della maestà e gloria del frutto del tuo seno.
Te gloriosus Apostolorum chorus, sui Creatoris Matrem collàudat.
Te il glorioso coro degli Apostoli esalta come Madre del Creatore.
Te beatorum Martyrum coetus candidatus, Christi Genitricem glorificat.
Te la candida schiera dei beati Martiri glorifica come Madre di Cristo.
Te gloriosus Confessorum exércitus, Trinitatis Templum appellat.
Te il glorioso esercito dei Confessori chiama come Tempio della Trinità.
Te sanctarum Virginum choréa amabilis, virginitatis et humilitatis exemplum praedicat.
Te celebra l'amabile schiera delle sante Vergini, come esempio di verginità ed umiltà.
Te tota coelestis curia, Regina honorat.
Te tutta la corte celeste onora come Regina.
Te per universum orbem Ecclesia, invocando concélebrat Matrem divinae majestatis.
Te la Chiesa acclama in tutto il mondo, invocandoti come Madre della divina Maestà.
Venerandam te veram Regis coelestis Puerperam, sanctam quoque, dulcem et pia.
Venerando te come vera Genitrice del Re del Cielo, santa, dolce e pia.
Tu Angelorum Domina, tu Paradisi jànua.
Tu Regina degli Angeli, tu Porta del Paradiso.
Tu scala Regni coelestis et gloria, tu thàlamus, tu arca pietatis et gratiae.
Tu scala al Regno dei Cieli e gloria, tu stanza nuziale, arca di pietà e grazia.
Tu vena misericordiae, tu sponsa et mater Regis aeterni.
Tu sorgente di misericordia, tu sposa e Madre del Re eterno.
Tu templum et sacrarium Spiritus Sancti, totius beatissimae Trinitatis nobili triclìnium.
Tu tempio sacro dello Spirito Santo, tu nobile dimora della santissima Trinità.
Tu mediàtrix Dei et hominum amàtrix.
Tu mediatrice di Dio e che ami ogni uomo.
Tu agonizàtrix pugnàntium, advocata pauperum, miseràtrix et refugium peccatorum.
Tu combattente accanto a quanti lottano, avvocata dei poveri, misericordia e rifugio dei peccatori.
Tu erogàtrix munerum, superàtrix ac terror daemonum et superborum.
Tu dispensatrice di doni, dominatrice e terrore dei demoni e dei superbi.
Tu mundi Domina, Coeli Regina: post Deum sola spes nostra.
Tu Signora del mondo, Regina del Cielo: dopo Dio nostra sola speranza.
Tu salus te invocantium, miserorum solàtium, pereùntium refugium.
Tu salvezza di chi ti invoca, sollievo dei miseri, rifugio di quanti stanno nel pericolo.
Tu mater omnium Beatorum, gaudium plenum post Deum, omnium Supernorum civium solàtium.
Tu madre di tutti i Beati, gaudio pieno dopo Dio, consolazione di tutti i cittadini del Cielo.
Tu promòtrix justorum, congregàtrix errantium, promissio Patriarcharum.
Tu sostegno dei giusti, tu riunisci gli erranti, sei la promessa dei Patriarchi.
Tu véritas Prophetarum, praecònium et doctrix Apostolorum, magistra Evangelistarum.
Tu la verità dei Profeti, lode e maestra degli Apostoli, maestra degli Evangelisti.
Tu fortitùdo Martyrum, exémplar Confessorum, honor et festìvitas Virginum.
Tu fortezza dei Martiri, modello dei Confessori, onore e gioia dei Vergini.
Tu ad liberandum éxulem hominem, Filium Dei suscepisti in uterum.
Tu per liberare l'uomo esule, hai portato in seno il Figlio di Dio.
Per te, expugnàto hoste antiquo, sunt aperta fidelibus Regna Coelorum.
Grazie a te, vinto l'antico nemico, sono aperte per i fedeli i Regni del Cielo.
Tu cum Filio tuo sedes ad déxteram Patris.
Tu con il tuo Figlio siedi alla destra del Padre.
Tu ipsum pro nobis roga, Virgo Maria, quem nos ad judicandum crédimus esse venturum.
Tu pregalo per noi, Vergine Maria, Lui che crediamo verrà a giudicarci.
Te ergo poscimus, nobis tuis fàmulis sùbveni, qui pretioso sanguine Filii tui redempti sumus.
Ti preghiamo dunque di venire in aiuto a noi tuoi servi, redenti dal prezioso sangue del tuo Figlio.
Aeterna fac, pia Virgo, cum Sanctis tuis nos in gloria numerari.
Ottienici, o Vergine pia, di essere accolti nell'eterna gloria insieme ai tuoi Santi.
Salvum fac populum tuum, Domina, ut simus participes haereditatis Filii tui.
Fa' salvo il tuo popolo, o Signora, perché siamo partecipi dell'eredità del Figlio tuo.
Et rege nos, et custòdi nos in aeternum.
E regna su di noi e custodiscici in eterno.
Per singulos dies, o Pia, te salutamus,
In ogni nostro giorno, o Pia, ti salutiamo,
Et laudare te cùpimus in aeternum, mente et voce.
E te desideriamo lodare in eterno, con la voce e con la mente.
Dignare, dulcis Maria, nunc et semper sine delicto nos conservare.
Degnati, dolce Maria, di conservarci oggi e sempre senza peccato.
Miserere, Pia, nobis, miserere nobis.
Abbi pietà di noi, o Pia, abbi pietà.
Fiat misercordia magna nobiscum, quia in te, Virgo Maria, confìdimus.
Sia grande la misericordia su di noi, perché in te confidiamo, Vergine Maria.
In te, dulcis Maria, speramus, nos defendas in aeternum.
In te speriamo, dolce Maria, perché tu ci difenda in eterno.
Te decet laus, te decet imperium, tibi virtus et gloria, in saecula saeculorum.
A te appartiene la lode, il potere, a te il valore e la gloria, nei secoli dei secoli.
Felix es, sacra Virgo Maria, et omni laude dignissima, quia ex te ortus est Sol justitiae Christus Deus noster.
Beata tu sei, sacra Vergine Maria, e veramente degna di ogni lode, perché da te è nato il Sole di giustizia, Cristo nostro Dio.
Ora pro populo, intérveni pro clero, intercéde pro devoto foemineo sexu.
Prega per il popolo, aiuta il clero, intercedi per ogni donna fedele.
Sentiant omnes tuum juvàmen, quicùmque
célebrant tuam sanctam Conceptionem.
Sperimentino tutti il tuo aiuto, tutti coloro che celebrano la tua santa Concezione.

Ant. Haec est Virgo, in qua nec nodus originalis, nec cortex actualis culpae fuit.
Ant. Questa è la Vergine nella quale mai fu il peccato originale, né nodo di colpa attuale.

V. In Conceptione tua Virgo Immaculata fuisti.
V. Nella tua Concezione sei stata creata Immacolata.
R. Ora pro nobis Patrem cujus Filium peperìsti.
R. Prega per noi il Padre, il cui Figlio hai partorito

Oremus. - Deus, qui per Immaculatam Virginis Conceptionem dignum Filio tuo habitaculum praeparasti, quaesumus, ut qui ex morte ejusdem Filii tui praevìsa, eam ab omni labe praeservasti, nos quoque mundos, ejus intercessione, ad te pervenire concedas.
Preghiamo. - Dio, che nell'Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, ti preghiamo perché, come dalla morte dello stesso tuo Figlio l'hai preservata da ogni macchia, così concedi che anche noi giungiamo puri a te, per la sua intercessione.
Per eúmdem Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saecula saeculórum. Amen.
Per lo stesso nostro Signore Gesù Cristo, Figlio tuo, che con te vive e regna, Dio in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Deo gratias, et Mariae Immaculatae.
Siano rese grazie a Dio, ed a Maria Immacolata.




Deo gratias, 
et Mariae Immaculatae!









domenica 15 febbraio 2015

L'urgenza del ripristino della forma tradizionale della Santa Comunione*

domenica 15 febbraio 2015

Contro gli abusi nei confronti della Santa Eucaristia


Ringrazio di cuore la lettrice che mi invia il testo che leggiamo di seguito con edificazione di tutti. Si tratta della Prefazione del cardinal Burke alla versione francese del libro di Mons. Athanasius Schneider sullo scandalo della comunione in mano "Corpus Christi", Libreria Editrice Vaticana, 2013.


 * Inserisco qui, immediatamente visibile, la ragione dell'asterisco messo dopo il  titolo: 
Non passerei sotto silenzio anche l'urgenza, non meno importante, della fine dello sprezzante ostruzionismo di troppi vescovi e sacerdoti nei confronti del Rito Romano Antiquior che non ha mai cessato di appartenere alla Chiesa universale. 


+ Spero che il contenuto di questo post ispiri nel lettore una Fede eucaristica sempre più profonda e più ardente.
Spero anche che questo libro fornisca l'occasione di rinnovare il modo di ricezione della santa Comunione, disciplina che dispone il comunicante a riconoscere pienamente il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità di Cristo e, così, a ricevere Gesù Eucaristia con una riverenza ed un'adorazione amorose.




L'urgenza
del ripristino della forma tradizionale
della Santa Comunione*


Nulla è più importante nella vita di un cattolico della santa Eucaristia. Il Decreto del Concilio Vaticano II sulla vita e il ministero sacerdotale, ispirandosi ad un testo di S. Tommaso, dichiara:
«nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra pasqua, lui il pane vivo che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante dà vita agli uomini i quali sono in tal modo invitati e indotti a offrire assieme a lui se stessi, il proprio lavoro e tutte le cose create». Lo stesso testo continua così: «per questo l'Eucaristia si presenta come fonte e culmine di tutta l'evangelizzazione, cosicché i catecumeni sono introdotti a poco a poco a parteciparvi, e i fedeli, già segnati dal sacro battesimo e dalla confermazione, ricevendo l'eucaristia trovano il loro pieno inserimento nel corpo di Cristo».

La santa Eucaristia è il mistero per eccellenza della fede. Mediante l'azione della Santa Messa, Cristo, assiso in gloria alla destra del Padre, discende sugli altari delle chiese e delle cappelle di tutto il mondo per rendere nuovamente presente il suo sacrificio sul Calvario, sacrifico unico con il quale l'uomo è salvato dal peccato e perviene alla vita in Cristo grazie all'effusione dello Spirito Santo. È mediante la santa Eucaristia che la vita quotidiana di un cattolico riceve simultaneamente ispirazione e forza.

Unito con tutto il cuore a Cristo nel sacrificio eucaristico, il cattolico fervente non è chiamato che ad essere una cosa sola con lui in ogni istante di ognuna delle sue giornate, portando la Croce e partecipando, così, all'opera incessante e senza prezzo del suo Amore puro e generoso per tutti gli uomini, oltre ogni frontiera. Ricevendo dal cuore Eucaristico di Gesù l'alimento celeste del suo Corpo, del suo Sangue, della sua Anima e della sua Divinità, riceviamo la forza per vivere in modo straordinario le circostanze ordinarie della vita quotidiana. È per questo che, al di là dell'obbligo grave di partecipare ogni domenica al Santo Sacrificio della Messa, i cattolici sono invitati a partecipare, se possibile, alla Santa Messa tutti i giorni.

PROFONDA RIVERENZA
PER LA SANTA EUCARISTIA



A partire dal momento in cui si è compresa la realtà della santa Eucaristia – cioè che si tratta del Corpo, del Sangue, dell'Anima e della Divinità di Cristo donati all'uomo come pane celeste per sostenerlo spiritualmente nel suo pellegrinaggio terreno e come pegno del suo destino alle nozze celesti dell'Agnello (Ap XIX, 9) – si comincia anche a comprendere la profonda riverenza che occorre per trattare e ricevere la santa Eucaristia. Così, lungo i secoli, i fedeli hanno fatto la genuflessione arrivando davanti al Santissimo Sacramento e si sono inginocchiati in adorazione davanti alla Presenza Reale di Nostro Signore nella santa Eucaristia. Allo stesso modo, salvo circostanze straordinarie, solo il sacerdote o il diacono toccavano la santa Ostia o il calice del Preziosissimo Sangue. Uno dei ricordi più commoventi della mia infanzia è la grande delicatezza verso il Santissimo Sacramento che mi hanno insegnato i miei genitori, il nostro parroco e le suore delle nostre scuole cattoliche. Mi ricordo in particolare le indicazioni minuziose circa la riverenza dovuta alla Presenza Reale, che mi sono state date prima di essere ammesso ad aiutare il sacerdote come chierichetto.



I segni della Fede eucaristica si manifestavano allo stesso modo nella bellezza dell'architettura e degli arredi delle chiese e delle cappelle, nella qualità degli ornamenti, dei vasi sacri e della biancheria per il sacrificio eucaristico, e nella lingua e musica speciali - o, piuttosto, sacri - utilizzati nel Culto divino.

Col riservare attenzione al corpo e al Sangue di Cristo, la Chiesa si è sempre preoccupata di imitare in primo luogo l'esempio di Maria, sorella di Lazzaro, che ha unto Gesù con oli preziosi proprio prima della sua Passione e Morte. Quando Giuda, il traditore, contestò questo gesto di profonda venerazione e d'amore, trattandolo come uno spreco di risorse che avrebbero potuto essere utilizzate per occuparsi dei poveri, Nostro Signore rispose che Maria aveva agito in modo giusto e nobile, testimoniando la riverenza per il suo Corpo, che Egli doveva sacrificare per la salvezza eterna del genere umano (Gv 12,1-8).

In questo senso, sono stato sempre molto ispirato dall'esempio di san Francesco d'Assisi, che ha praticato la massima austerità nella sua vita religiosa di consacrato, ma insistendo sempre perché si riservasse la massima cura ad onorare il Santissimo Sacramento, anche in modo sontuoso, e a non utilizzare che i materiali più preziosi per il culto eucaristico. San Francesco non ha esitato ad ammonire i sacerdoti (obbligati dal loro ufficio a rendere onore al Santissimo Sacramento) circa la loro mancanza di riguardo verso questa realtà, sacra fra tutte.


COME SI RICEVE IL CORPO DI CRISTO



Fra tutti i ricchi aspetti della Fede e della pratica eucaristiche, è certamente fondamentale il modo in cui i fedeli ricevono il Corpo di Cristo nella santa Comunione. Al momento della santa Comunione, il fedele, ben consapevole della sua indegnità e pentendosi di tutti i suoi peccati, si presenta davanti al Signore che, nel suo amore senza fine e senza misura, offre il suo Corpo come alimento celeste affinché noi lo riceviamo.

Mi ricordo bene, nella mia infanzia, la diligenza di cui davano prova i miei genitori, così come i sacerdoti e le suore della scuola cattolica, per preparare i bambini a ricevere per la prima volta la santa Comunione. Mi sovvengono anche i frequenti richiami alla riverenza e all'amore che dovevamo dimostrare ricevendo la santa Comunione e facendo il ringraziamento subito dopo la ricezione del sacramento.

All'epoca della mia prima comunione, il 13 maggio 1956, la santa Ostia si riceveva alla balaustra, sulla lingua e in ginocchio, con le mani ricoperte da una tovaglia. Questo modo di ricevere la santa Comunione mi ha sempre colpito come la più alta espressione dell'infanzia spirituale insegnata da Nostro Signore (Mt 18,1-4), e di cui santa Teresa di Lisieux è una delle figure più notevoli. Proprio in quel periodo della mia vita, mio padre era gravemente malato ed era costretto a letto in casa. Morì nel mese di luglio 1956. Ricordo la grande preparazione e l'attenzione che egli manifestava ogni volta che il sacerdote veniva a portargli la santa Comunione. Si preparava una piccola tavola di fianco al suo letto, con un crocifisso, dei ceri e una tovaglia speciale. Si accoglieva il sacerdote in silenzio alla porta con un cero acceso e, anche se mio padre non poteva alzarsi, tutti restavano in ginocchio durante la cerimonia.

Anni più tardi, nel maggio 1969, è stata autorizzata la pratica di ricevere la Comunione in mano, a discrezione delle Conferenze episcopali, in parallelo con la pratica plurisecolare di ricevere la Comunione direttamente sulla lingua. Uno degli argomenti avanzati per introdurre la seconda opzione era l'esistenza di un uso antico di ricevere la santa Comunione in mano. Nello stesso tempo, l'istruzione della Congregazione per il Culto Divino, che permetteva la pratica della ricezione della santa Comunione in mano, sottolineava il fatto che la tradizione plurisecolare di ricevere la Comunione sulla lingua doveva essere preservata a motivo del rispetto dei fedeli verso la santa Eucaristia che questa pratica esprime. In questo senso, è interessante notare che il Papa Paolo VI (durante il cui pontificato è stato dato il permesso di ricevere la santa Comunione in mano), nella sua lettera enciclica Mysterium Fidei sulla dottrina e il culto del Santissimo Sacramento, promulgata quattro anni prima della concessione del permesso, si riferisce a un costume antico dei monaci che vivevano in solitudine, nonché dei cristiani perseguitati, secondo il quale essi prendevano la santa Comunione con le loro proprie mani. Tuttavia, il Papa aggiunge subito che questo riferimento ad un uso di altri tempi non rimette in questione la disciplina che si è diffusa in seguito circa il modo di ricevere la santa Comunione.

La pratica tradizionale si comprende meglio alla luce dell'ermeneutica della riforma nella continuità, contrapposta all'ermeneutica della discontinuità e della rottura, di cui ha parlato il Papa Benedetto XVI nel suo discorso di Natale 2005 alla Curia romana. Nell'ermeneutica della continuità, l'unica Chiesa «cresce nel tempo e (…) si sviluppa, rimanendo però sempre la stessa». Così, la pratica tradizionale di ricevere la santa Comunione manifesta una crescita ed uno sviluppo tanto della Fede eucaristica, quanto delle espressioni di riverenza verso il Santissimo Sacramento. Si potrebbe dire a proposito del modo tradizionale di comunicarsi ciò che il Papa Benedetto XVI diceva a proposito dell'Adorazione eucaristica nell'Esortazione Apostolica postsinodale Sacramentum Caritatis: «l'Adorazione eucaristica non è che l'ovvio sviluppo della Celebrazione eucaristica, la quale è in se stessa il più grande atto d'adorazione della Chiesa».


ABUSI LITURGICI
CONTRO
IL SANTISSIMO SACRAMENTO


Sfortunatamente, l'iniziativa di ristabilire l'uso antico sopraggiunse proprio in un momento in cui numerosi abusi liturgici avevano gravemente sminuito la riverenza e la devozione dovute al Santissimo Sacramento. Inoltre, il periodo conosceva una secolarizzazione e un relativismo crescenti, i cui effetti furono devastanti nella Chiesa. Per di più, la "restaurazione" di questa pratica fu incompleta, perché si limitò alla ricezione della Comunione in mano, senza però includere gli altri ricchissimi dettagli dell'uso antico. In esito a tutto ciò, la ricezione della santa Comunione è diventata l'occasione di negligenze - anzi, addirittura di vere e proprie irriverenze - e, in qualche caso particolarmente deplorevole, il Santissimo Sacramento ricevuto in mano non viene consumato, ma, al contrario, assoggettato a varie forme d'abuso, fino al caso estremo in cui qualcuno porta via il Corpo di Cristo per profanarlo più tardi nel corso di una "messa nera". Nella mia personale esperienza pastorale, i casi in cui la santa Ostia era stata lasciata in un libro di canti o in qualche altro posto, o anche portata a casa per la devozione privata - mi spiace doverlo segnalare - non sono stati rari. È ugualmente triste aver visto abbastanza spesso alcuni comunicanti strapparmi letteralmente l'Ostia dalle mani piuttosto che ricevere il Corpo di Cristo in modo conveniente.


MONS. ATHANASIUS SCHNEIDER


Mons. Athanasius Schneider, esemplare pastore d'anime, ha affrontato con amore coraggioso l'attuale situazione della ricezione della santa Comunione nel rito romano. Prendendo spunto dalla sua personale e ricca conoscenza della fede e della pratica eucaristiche nel periodo della persecuzione nel suo paese natale, è stato spinto a studiare in profondità l'antico uso di ricevere la santa Comunione in mano, così come il suo attuale ripristino. In modo chiaro ed accurato, Mons. Schneider spiega con che cura la pratica antica intendeva evitare tutto ciò che potesse suggerire l'auto-comunione, sottolineando l'aspetto infantile della Comunione; ed impedire che anche un solo frammento andasse perduto, e, così, fosse suscettibile di profanazione. Egli descrive anche brevemente le tappe dell'introduzione dell'uso attuale, che differisce in misura rilevante dalla vecchia pratica dell'antichità.
Mons. Schneider presenta poi, accuratamente, le conseguenze più gravi dell'attuale pratica di ricezione della Comunione in mano:
  1. la riduzione o la scomparsa di ogni gesto di riverenza e di adorazione;
  2. l'utilizzo, per ricevere la santa Comunione, di un gesto abitualmente adibito alla consumazione degli alimenti ordinari, dal che deriva una perdita di Fede nella Presenza Reale, soprattutto tra i bambini e i giovani;
  3. l'abbondante perdita di frammenti della santa Ostia e la loro conseguente profanazione, soprattutto quando nella distribuzione della santa Comunione manchi il piattello;
  4. un altro fenomeno che si diffonde sempre più: il furto delle Sacre Specie.


Prendendo in considerazione tutte queste conseguenze, Mons. Schneider dice a buon diritto che la giustizia – cioè il rispetto del diritto di Cristo di essere ricevuto nella santa Comunione con la riverenza e l'amore che Gli convengono, e di quello dei fedeli di ricevere la santa Comunione in un modo che esprima al meglio l'adorazione reverenziale – esige che la pratica attuale della ricezione della Comunione nel rito romano sia seriamente studiata in vista di una riforma il cui bisogno si fa pesantemente sentire.


IL DIRITTO DI CRISTO

Un aspetto del tutto preminente della trattazione di Mons. Schneider riguarda il diritto di Cristo, lo ius Christi. Ricordandoci l'umiltà totale dell'amore di Cristo che si dona a noi nella piccola Ostia, fragile per natura, Mons. Schneider richiama la nostra attenzione sul grave obbligo di proteggere ed adorare Nostro Signore. Infatti, nella santa Comunione, Egli, a motivo del Suo amore incessante e incommensurabile per l'uomo, si fa il più piccolo, il più debole, il più delicato fra noi. Gli occhi della Fede riconoscono la Presenza Reale nei frammenti, anche nei più piccoli, della santa Ostia, e ci conducono, così, all'Adorazione amorosa.
Non mi resta che ringraziare Mons. Athanasius Schneider per il suo minuzioso studio della questione della ricezione della santa Comunione, espressione preminente della fede eucaristica. Il suo studio è pieno del più profondo amore di Gesù Eucaristia, amore nel quale egli è stato formato in un'epoca in cui la Chiesa era sotto i colpi della persecuzione nel suo paese. Spero che il contenuto di questo volume ispiri nel lettore una Fede eucaristica sempre più profonda e più ardente. Spero anche che questo libro fornisca l'occasione di rinnovare il modo di ricezione della santa Comunione, disciplina che dispone il comunicante a riconoscere pienamente il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità di Cristo e, così, a ricevere Gesù Eucaristia con una riverenza ed un'adorazione amorose. È in questa ricezione reverenziale e amorosa di Nostro Signore nella santa Comunione che dobbiamo attingere la forza di trasformare e rinnovare le nostre vite personali e la società, con la forza del vangelo, come facevano i primi cristiani.

Possa la lettura approfondita del libro di Mons. Schneider portare i fedeli, al momento della santa Comunione, a riconoscere la Presenza Reale del Signore risuscitato e a far loro le parole di San Giovanni Evangelista a San Pietro, quando il Signore risuscitato apparve ai discepoli sulle rive del lago di Tiberiade nel corso della pesca miracolosa: «È il Signore!» (Gv 21,7).


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[Fonte: La Lettera di Paix Liturgique, 20/01/2015. Pubblicato su BastaBugie n. 385]



5 commenti:

Emanuele ha detto...
Proprio ieri, sabato, alla messa a cui ho assistito mentre il Sacerdote distribuiva la comunione è caduta una Ostia consacrata per terra. Il prete, senza batter ciglio, si è inchinato a raccoglierla ed ha continuato a distribuire la comunione, come se nulla fosse successo. Non è la prima volta che assisto ad un fatto del genere in quella chiesa: in un altra occasione, ad un fedele è caduta una Santa Particola mentre voltandosi se la portava in bocca, si è inchinato tra le gambe di altri fedeli per raccoglierla, portandosela in bocca disinvoltamente.
In un altra occasione il sacerdote ha dovuto richiamare i fedeli affinché si comunicassero di fronte a lui e non in fondo alla chiesa.
Emanuele
Pietro C. ha detto...
Un interessante quadro che mostra il modo in cui si faceva la comunione un tempo....

http://traditioliturgica.blogspot.it/2015/02/il-sacro-terrore.html

Graie per l'attenzione.
Alessandro Mirabelli ha detto...
Forse l'ho già scritto l'anno scorso qui ma voglio ricordarlo. Due anni e mezzo fa ero a Pskov, città russa al confine don l'Estonia, a quasi 300 km. a sud di S. Pietroburgo. Alla Messa festiva la accompagnatrice italiana ci dice che in Russia la conferenza episcopale dei vescovi cattolici ha vietato (o forse non ha mai permesso?) di prendere la Comunione in mano per evitare attriti, tensioni, scontri con la Chiesa ortodossa con la quale i rapporti non sempre sono facili. Per me non c'era alcun problema perché da quando lessi il libretto Dominus est di Schenider compresi quanto fosse assurdo prendere in mano il Corpo di Cristo. Perché per gli Ortodossi prendere in mano il Corpo e' un grave oltraggio a Cristo stesso. Il fatto che alcune conferenze episcopali l'abbiano permesso e' la prova della disintegrazione liturgica di noi cattolici.
Anonimo ha detto...
salve a tutti, non riesco più a trovare in quale documento della santa sede si diceva che al momento di ricevere l'eucaristia il fedele laico qualora non potesse riceverla in ginocchio dovrebbe mostrare almeno con un segno esteriore (ad esempio un inchino) l'adorazione verso Dio. Qualcuno potrebbe aiutarmi, perché voglio mostrarlo al mio parroco che ha detto che bisogna solo dire amen e non fare nulla. Grazie a tutti
michele
Anonimo ha detto...
Al qualsiasi messa sia in italiano sia in Latino secondo il rito tradizionale,

VI PREGO TUTTI

ricevete in ginocchio e sulla lingua...

è sempre lecito di fare così...

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