Visualizzazione post con etichetta Santa Comunione in bocca e in ginocchio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Santa Comunione in bocca e in ginocchio. Mostra tutti i post

lunedì 29 ottobre 2018

SUA SANTITA' PAPA BENEDETTO XVI Santa Comunione in bocca e in ginocchio

 LA COMUNIONE RICEVUTA SULLA LINGUA E IN GINOCCHIO

Ufficio delle celebrazioni liturgiche del sommo Pontefice

Una celebre espressione di sant’Agostino, 
ripresa al n. 66 della Sacramentum Caritatis di Benedetto XVI
insegna: «Nessuno mangi quella carne [il Corpo eucaristico], 
se prima non l’ha adorata. Peccheremmo se non l’adorassimo» 
(Enarrationes in Psalmos, 98,9). 
Stare in ginocchio indica e favorisce questa necessaria adorazione 
previa alla ricezione di Cristo eucaristico.

Risultati immagini per papa benedetto xvi fa ai cristiani la comunione in ginocchio

La più antica prassi di distribuzione della Comunione è stata, con tutta probabilità, quella di dare la Comunione ai fedeli sul palmo della mano. La storia della liturgia evidenzia, tuttavia, anche il processo, iniziato abbastanza presto, di trasformazione di tale prassi. Sin dall’epoca dei Padri, nasce e si consolida una tendenza a restringere sempre più la distribuzione della Comunione sulla mano e a favorire quella sulla lingua. Il motivo di questa preferenza è duplice: da una parte, evitare al massimo la dispersione dei frammenti eucaristici; dall’altra, favorire la crescita della devozione dei fedeli verso la presenza reale di Cristo nel sacramento.

All’uso di ricevere la Comunione solo sulla lingua fa riferimento anche san Tommaso d’Aquino, il quale afferma che la distribuzione del Corpo del Signore appartiene al solo sacerdote ordinato. Ciò per diversi motivi, tra i quali l’Angelico cita anche il rispetto verso il sacramento, che «non viene toccato da nessuna cosa che non sia consacrata: e quindi sono consacrati il corporale, il calice e così pure le mani del sacerdote, per poter toccare questo sacramento. A nessun altro quindi è permesso toccarlo fuori di caso di necessità: se per esempio stesse per cadere per terra, o in altre contingenze simili» (Summa Theologiae, III, 82, 3).

Lungo i secoli, la Chiesa ha sempre cercato di caratterizzare il momento della Comunione con sacralità e somma dignità, sforzandosi costantemente di sviluppare nel modo migliore gesti esterni che favorissero la comprensione del grande mistero sacramentale. Nel suo premuroso amore pastorale, la Chiesa contribuisce a che i fedeli possano ricevere l’Eucaristia con le dovute disposizioni, tra le quali figura il comprendere e considerare interiormente la presenza reale di Colui che si va a ricevere (cf. Catechismo di san Pio X, nn. 628 e 636). 
Tra i segni di devozione propri ai comunicandi, la Chiesa d’Occidente ha stabilito anche lo stare in ginocchio. Una celebre espressione di sant’Agostino, ripresa al n. 66 della Sacramentum Caritatis di Benedetto XVI, insegna: «Nessuno mangi quella carne [il Corpo eucaristico], se prima non l’ha adorata. Peccheremmo se non l’adorassimo» (Enarrationes in Psalmos, 98,9). Stare in ginocchio indica e favorisce questa necessaria adorazione previa alla ricezione di Cristo eucaristico.

Risultati immagini per papa benedetto xvi fa ai cristiani la comunione in ginocchio

In questa prospettiva, l’allora cardinale Ratzinger aveva assicurato che «la Comunione raggiunge la sua profondità solo quando è sostenuta e compresa dall’adorazione» (Introduzione allo spirito della liturgia, Cinisello Balsamo, San Paolo 2001, p. 86). 

Per questo, egli riteneva che «la pratica di inginocchiarsi per la santa Comunione ha a suo favore secoli di tradizione ed è un segno di adorazione particolarmente espressivo, del tutto appropriato alla luce della vera, reale e sostanziale presenza di Nostro Signore Gesù Cristo sotto le specie consacrate» (cit. nella Lettera This Congregation della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, del 1° luglio 2002: EV 21, n. 666).

Giovanni Paolo II nella sua ultima enciclica, Ecclesia de Eucharistia, ha scritto al n. 61:
«Dando all’Eucaristia tutto il rilievo che essa merita, e badando con ogni premura a non attenuarne alcuna dimensione o esigenza, ci dimostriamo veramente consapevoli della grandezza di questo dono. Ci invita a questo una tradizione ininterrotta, che fin dai primi secoli ha visto la comunità cristiana vigile nella custodia di questo “tesoro”. [...]

Non c’è pericolo di esagerare nella cura di questo Mistero, perché “in questo Sacramento si riassume tutto il mistero della nostra salvezza”».

In continuità con l’insegnamento del suo Predecessore, a partire dalla solennità del Corpus Domini del 2008, il Santo Padre Benedetto XVI ha iniziato a distribuire ai fedeli il Corpo del Signore, direttamente sulla lingua e stando inginocchiati.
Risultati immagini per papa benedetto xvi fa ai cristiani la comunione in ginocchio 

Risultati immagini per papa benedetto xvi fa ai cristiani la comunione in ginocchio


Risultati immagini per papa benedetto xvi fa ai cristiani la comunione in ginocchio


Risultati immagini per papa benedetto xvi fa ai cristiani la comunione in ginocchio

Risultati immagini per papa benedetto xvi fa ai cristiani la comunione in ginocchio

Risultati immagini per papa benedetto xvi fa ai cristiani la comunione in ginocchio


Risultati immagini per papa benedetto xvi fa ai cristiani la comunione in ginocchio





AMDG et DVM



giovedì 12 marzo 2015

Nonostante fenomeni come questo, si continua come se tutto fosse normale...




DALLA  SOVRAESPOSIZIONE  MEDIATICA 
ALLO SFRUTTAMENTO  DELLA  RELIGIONE

MESSA  ALL'ASTA  UN'OSTIA  CONSACRATA  DA  GIOVANNI  PAOLO  II
UN  APPELLO  AI  CARDINALI  RIUNITI  IN  CONCLAVE





Il 15 aprile, la diocesi di Sioux City, Iowa, USA, ha pubblicato un comunicato nel quale si afferma che la questione dell’Ostia consacrata offerta all’asta è stata risolta: l’offerente ha ritirato l’offerta all’incanto.  
La mattina del 15 aprile mons. Roger J. Augustine, amministratore della diocesi, si è incontrato con l’offerente: questi ha assicurato che non v’è stata alcuna vendita, ha espresso il suo dispiacere per l’accaduto e ha chiesto scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi per la sua iniziativa. L’Ostia è stata consegnata a mons. Augustine che ne ha disposto secondo quanto stabilito dalla legge della Chiesa.

L’accaduto
Il 9 aprile scorso, il giorno dopo lo svolgimento dei funerali del Papa, sulla rete EBay (sito internet di vendite all’asta presente in tutto il mondo) degli Stati Uniti è stata offerta all’incanto un’Ostia consacrata. 
L’offerente ha dichiarato che si sarebbe trattato di un’Ostia che egli aveva conservata nel corso di una S. Messa in Vaticano celebrata dal Papa e a cui aveva assistito e partecipato nel 1988, nonostante non sia un cattolico. Al momento della Comunione, costui si sarebbe recato per due volte a prendere l’Ostia, al solo scopo di conservarla: ovviamente ha ricevuto l’Ostia sulla mano, com’è d’uso nella Chiesa del postconcilio.
Insieme all’Ostia costui ha offerto all’incanto anche quattro francobolli e un apribottiglia che secondo lui sarebbe stato benedetto dal Papa perché lui stesso teneva in mano durante la Messa.
L’Associated Press ha confermato che l’Ostia, partita da una base d’asta di 100 dollari, sarebbe stata venduta il lunedì 11 aprile per 2000 dollari, e sarebbe stata comprata da un cattolico che intendeva preservarla da ogni ulteriore profanazione e dal rischio che cadesse in mano a dei satanisti.
La diocesi di Sioux City, Iowa, interessata alla vicenda, ha reagito con forza di fronte a questa novità blasfema, e il suo portavoce, mons. Jim Wharton, si è subito attivato per cercare di neutralizzare la cosa. Tra l’altro egli ha dichiarato che "L'asta è un atto di mancanza di sensibilità per tutto quanto è successo in questi giorni", riferendosi ovviamente all’afflusso di pellegrini a Roma per dare l’ultimo saluto al Papa.
I responsabili del sito EBay hanno dichiarato che secondo loro non v’è nulla di male nel mettere all’asta un oggetto da collezione come un’Ostia consacrata.


Commento



Innanzi tutto dobbiamo precisare che rimangono molti interrogativi circa la reale veridicità della consacrazione di quest’Ostia: se non altro perché in questo senso può far testo solo la parola dell’offerente. Nessuno può escludere che costui si sia inventato tutto solo sulla base della previsione che l’offerta di un’Ostia consacrata da Giovanni Paolo II avrebbe potuto raggiungere una bella quotazione sul mercato americano.  



In merito al rientro di questa operazione blasfema, come confermato dalla diocesi di Sioux City, Iowa, si potrebbero avanzare altrettante riserve, ma non abbiamo motivo per mettere in dubbio le affermazioni delle autorità diocesane locali.

Ciò che resta comunque è l’assurdità della storia e, per certi aspetti, la scontatezza della stessa. 
Intendiamo dire che non è la prima volta che un’Ostia consacrata viene usata per gli scopi più diversi: dalla mania personale, come sembrerebbe in questo caso, alla mania di gruppo, e di gruppi dediti al culto di Satana.


Ma la cosa che salta più all’occhio è che, nonostante fenomeni come questo, si continui a distribuire la Comunione sulla mano.
Non solo non v’è mai stata e non v’è ancora alcuna seria giustificazione per un uso tanto irriverente e blasfemo, ma non si comprende che senso possa avere continuare a distribuire il Corpo di Nostro Signore in maniera del tutto indiscriminata, anche a migliaia di persone insieme, nei posti più diversi, ove non ci si preoccupa neanche della qualificazione dei presenti: non solo se sono o meno in peccato mortale, ma nemmeno se sono o no dei cattolici.


La Religione viene vissuta e praticata dei fedeli sulla base della loro esperienza ordinaria in seno alla Chiesa, e se tale esperienza è principalmente centrata sulla superficialità, sulla leggerezza, sulla incontrollata spontaneità, a nulla varranno i bei discorsi e la Fede ne risentirà per il numero e per la qualità. 
Questi ultimi quarant’anni la dicono lunga in questo senso. 
 

I signori Cardinali che sono riuniti in conclave non farebbero certo male a tenere presente tutto questo, non solo in relazione alla Comunione sulla mano, ma in relazione al complessivo impoverimento della pratica della fede a cui hanno condotto in questi anni una liturgia spesso equivoca e una pastorale prevalentemente parolaia.







Invitiamo tutti gli amici a voler dare la maggiore diffusione possibile alla presente.
16 aprile 2005