Ella attendeva, come ogni primo sabato del mese, la visita della “Mamma” nella sua casa di via Urbino, e più esattamente nella sua Cappellina; ma quel sabato la Madonna non era venuta. Luigina si fece triste e, per consolarsi,pensò di proiettarsi alcune immagini sacre, ed in particolare le diapositive dei Luoghi Santi.
Un’abitudine, questa, che incrementò dopo il pellegrinaggio in Terra Santa, avvenuto nell’agosto 1967. Sulla parete che funge da schermo, ecco che arriva, nell’ordine , la diapositiva della località, Cana, luogo dell’evangelico “Festino di Nozze”, dove Gesù “diedi inizio ai suoi miracoli”.
All’’improvviso la scena si anima per la presenza reale della Madre di Gesù che intercede preso il Figlio. Maria è rivestita della Veste di Nozze, ed è adorna dei “gioielli della Casa di Davide”, dono dello Sposo Giuseppe: due magnifici orecchini di perle e una fibula analoga sull’omero a fermare la lieve cadenza del manto. Un tessuto impalpabile, quasi un velo, bianco, poggia sul suo capo. In una prima posa la
Vergine è rivolta con gli occhi al Figlio e dice a Lui: “Non hanno più vino”. In un’altra posa, la seconda, l’immagine si presenta il sembiante verginale della “Donna”, allorché la Madre di Gesù, rivolta ai servi, pronuncia le arcane parole: ”Fate quello che Egli vi dirà”. Nell’atto di allontanarsi la Madonna dice a Luigina: “Ti lascio un regalo, vedi!”, e aggiunge: “In Me troverai Gesù”.
La testimonianza è di Don Attilio Malacchini, Paolino, che fu con lei in quel pellegrinaggio, e, successivamente, provvide Luigina del proiettore, preso in affitto vicino Porta Cavalleggeri, nonché delle diapositive. Maria indossava abitualmente il costume del suo popolo, di tessuto bigio, ma usava per le festività anche un abito turchino con ricami d’argento. Sono particolari, questi, dati da Luigina.
Luigina constata che la presenza della Madre di Gesù alle “Nozze di Cana” ha impressionato per due volte il materiale adoperato per la proiezione, producendo il ritratto della Madre di Dio in due pose diverse. Essa chiamerà
l’effige “La Vergine alle Nozze di Cana”.
L’evangelica “Festa di Nozze” è il misterioso grembo da cui è sorta l’immagine. Quale “regalo” più bello avrebbe potuto lasciarle, la “Mamma”? Più desiderato?
Ma Luigina era anche depositaria di un materno avviso: “In me troverai Gesù”, le aveva detto la “Mamma” all’’atto di allontanarsi. Quali parole misteriose, queste! Luigina dapprima non le intende. La sua fede, fede di “eventi maturati in silenzio”, diventa operosa attesa. Sorge la viva esigenza di decifrare il senso delle arcane parole. Il giubilo del materno “regalo” era attraversato da quella domanda. Ed ecco, a un tratto, la sublime, consolante scoperta: nel Volto bello e santo della “Mamma”, c’era –c’è– ben visibile, il Volto di Gesù.
Bisogna coprire con un foglio bianco la parte sinistra del Volto della Madre, perché nella parte destra emerga una sagoma, uguale e diversa: l’immagine del Figlio. I sembianti del Figlio e del Figlio e della Madre sono uguali, ma non identici, nei tratti e nelle espressioni.
Luigina cerca una conferma alla sua scoperta e la trova in modo convincente nell’unico termine di paragone irrefragabile: i tratti del Salvatore presenti nel Volto della “Donna” che intercede alle Nozze di Cana, sono conformi al divino sembiante dell’Uomo della Sindone, l’unico archetipo dell’Uomo–Dio. Nel regalo fatto dalla “Mamma” a Luigina “il Figlio di Maria” è conforme nei tratti al Volto della Madre. Ma la Madre, “Figlia del Suo Figlio”, è conforme a Lui. Allorché Luigina mostrava nel volto di Maria il volto adorabile del suo Gesù era presa da un’intima consolazione. Era questo il messaggio più grande dell’immagine: “Lì –e cioè in Me– troverai Gesù”, aveva detto la “Mamma”.
Le riproduzioni: Luigina attribuiva molta importanza a questa compenetrazione fisionomica del Figlio e della Madre e, con Lei, anche Padre Raffaele Preite, il Servo di Maria che le fu “amico e fratello per venticinque anni”.
L’autodefinizione di Padre Raffaele sta nell’unica intervista, concessa a “Prospettive 2000”, che egli stesso diffondeva.
Padre Raffaele Preite diffondeva la “foto” della “Vergine alle Nozze di Cana” con poche parole, solo qualche espressione diretta e franca, esercitando una delicatissima forma di equilibrio tra il proporre e il non imporre. O meglio, egli dava l’immagine a chi credeva fosse pronto ad accoglierla. Ma egli, nelle “retrovie” del suo ministero sacerdotale, ad insaputa di tutti, combatteva a favore dell’immagine un’altra singolare battaglia, quella di farla riprodurre: un’impresa che non sempre gli riusciva. “Se non è scritto, non riesce”, diceva. Ma era anche un avvertimento. Significava: “Non a tutti riesce”. La sorella di Padre Raffaele, Paolina Preite vedova Letizia, ricorda: “Quando la dava per riprodurla, a qualche fotografo si rompeva l’obiettivo. È capitato a Roma ma anche a Spongano. Uno dei nostri fotografi, quando ripeteva, ripeteva i tentativi, ma non credeva, si rompeva l’obiettivo.” Si spiega così il piccolo capitale di immagini di diverso formato ed esecuzione che alla sua morte è accaduto di trovare nella valigia dove aveva disposto con estrema precisione tanti suoi documenti. Padre Raffaele le aveva accumulate amorosamente, quelle foto, sovvenendo, certo, alle spese di suo. Le copie del materno “ricordo” a Luigina da lui realizzate, egli le distribuiva con parsimonia nel tempo: le ha lasciate come impreveduta sua eredità. Per quello che riguarda la prima riproduzione dell’ “originale” e cioè l’impressione della Sua Presenza lasciata come “regalo” a Luigina dalla Madonna, se ne occupò il fisico On. Prof. Enrico Medi, a quel tempo vicino a Luigina.
Il Santo Padre Pio XII aveva disposto che si instaurasse una collaborazione della carismatica romana con lui all’’Istituto Nazionale di Geofisica.
L’On. Medi sottopose l’immagine, ma senza denunciarne l’origine, alla perizia di un esperto dell’Università “La Sapienza”. Da questa perizia gli viene risposto che la persona
rappresentata era dirazza semitica e propriamente del Medio Oriente. L’On. Medi estese le sue indagini scientifiche anche negli Stati Unititi avvalendosi delle strutture di elaborazione dati dalla N.A.S.A.; lo ricordano Alfonso Malacchini dell’Istituto Nazionale di Geofisica, Pina Nuccitelli Sinapi e Maria Rosaria Calabrese. Alla morte di Luigina, il 17 Aprile 1978, nel trambusto, nel via vai di gente che si verificò nella sua casa, il Padre Raffaele Preite ebbe “un solo pensiero”, com’egli mi disse più tardi, e cioè ritrovare il cosiddetto “negativo” –che negativo non era– e cioè recuperare la matrice dell’immagine. “La ritrovai fortunatamente dentro il suo passaporto”, mi disse, “posto in un cassetto”. Ma l’immagine originale sembra essere scomparsa, vale a dire non sia più tornata nella casa di Via Urbino.
“Da ogni mia immagine, anche la più povera, effondo la mia benedizione sui miei figli”, dice la Madonna a Luigina. “Mamma, Ti amerò e Ti farò amare come mai sei stata amata”, aveva detto Luigina a Maria Santissima. La “Madre universale”, le ha dato uno strumento perché possa davvero essere “amata come mai è stata amata”, perché possano essere accorciate le distanze tra Lei e tutti i Suoi figli.
Così che l’amore per lei possa parlare “a tu per tu” con ciascuno. In ogni punto della terra.