mercoledì 17 luglio 2013

“La Vergine alle Nozze di Cana” e la Serva di Dio Luigina Sinapi


Storia dell’immagine lasciata dalla Vergine in un incontro con la3maria5 “Serva di Dio” Luigina Sinapi con il messaggio: “Fate quello che Egli vi dirà” Il “regalo” della Madonna a Luigina
Ella attendeva, come ogni primo sabato del mese, la visita della “Mamma” nella sua casa di via Urbino, e più esattamente nella sua Cappellina; ma quel sabato la Madonna non era venuta. Luigina si fece triste e, per consolarsi,pensò di proiettarsi alcune immagini sacre, ed in particolare le diapositive dei Luoghi Santi.
Un’abitudine, questa, che incrementò dopo il pellegrinaggio in Terra Santa, avvenuto nell’agosto 1967. Sulla parete che funge da schermo, ecco che arriva, nell’ordine , la diapositiva della località, Cana, luogo dell’evangelico “Festino di Nozze”, dove Gesù “diedi inizio ai suoi miracoli”.
All’’improvviso la scena si anima per la presenza reale della Madre di Gesù che intercede preso il Figlio. Maria è rivestita della Veste di Nozze, ed è adorna dei “gioielli della Casa di Davide”, dono dello Sposo Giuseppe: due magnifici orecchini di perle e una fibula analoga sull’omero a fermare la lieve cadenza del manto. Un tessuto impalpabile, quasi un velo, bianco, poggia sul suo capo. In una prima posa la

Vergine è rivolta con gli occhi al Figlio e dice a Lui: “Non hanno più vino”. In un’altra posa, la seconda, l’immagine si presenta il sembiante verginale della “Donna”, allorché la Madre di Gesù, rivolta ai servi, pronuncia le arcane parole: ”Fate quello che Egli vi dirà”. Nell’atto di allontanarsi la Madonna dice a Luigina: “Ti lascio un regalo, vedi!”, e aggiunge: “In Me troverai Gesù”.

La testimonianza è di Don Attilio Malacchini, Paolino, che fu con lei in quel pellegrinaggio, e, successivamente, provvide Luigina del proiettore, preso in affitto vicino Porta Cavalleggeri, nonché delle diapositive. Maria indossava abitualmente il costume del suo popolo, di tessuto bigio, ma usava per le festività anche un abito turchino con ricami d’argento. Sono particolari, questi, dati da Luigina. 

Luigina constata che la presenza della Madre di Gesù alle “Nozze di Cana” ha impressionato per due volte il materiale adoperato per la proiezione, producendo il ritratto della Madre di Dio in due pose diverse. Essa chiamerà

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l’effige “La Vergine alle Nozze di Cana”.

L’evangelica “Festa di Nozze” è il misterioso grembo da cui è sorta l’immagine. Quale “regalo” più bello avrebbe potuto lasciarle, la “Mamma”? Più desiderato? 
Ma Luigina era anche depositaria di un materno avviso: “In me troverai Gesù”, le aveva detto la “Mamma” all’’atto di allontanarsi. Quali parole misteriose, queste! Luigina dapprima non le intende. La sua fede, fede di “eventi maturati in silenzio”, diventa operosa attesa. Sorge la viva esigenza di decifrare il senso delle arcane parole. Il giubilo del materno “regalo” era attraversato da quella domanda. Ed ecco, a un tratto, la sublime, consolante scoperta: nel Volto bello e santo della “Mamma”, c’era –c’è– ben visibile, il Volto di Gesù.
Bisogna coprire con un foglio bianco la parte sinistra del Volto della Madre, perché nella parte destra emerga una sagoma, uguale e diversa: l’immagine del Figlio. I sembianti del Figlio e del Figlio e della Madre sono uguali, ma non identici, nei tratti e nelle espressioni.
Luigina cerca una conferma alla sua scoperta e la trova in modo convincente nell’unico termine di paragone irrefragabile: i tratti del Salvatore presenti nel Volto della “Donna” che intercede alle Nozze di Cana, sono conformi al divino sembiante dell’Uomo  della Sindone, l’unico archetipo dell’Uomo–Dio. Nel regalo fatto dalla “Mamma” a Luigina “il Figlio di Maria” è conforme nei tratti al Volto della Madre. Ma la Madre, “Figlia del Suo Figlio”, è conforme a Lui. Allorché Luigina mostrava nel volto di Maria il volto adorabile del suo Gesù era presa da un’intima consolazione. Era questo il messaggio più grande dell’immagine: “ –e cioè in Me– troverai Gesù”, aveva detto la “Mamma”.


Le riproduzioni: Luigina attribuiva molta importanza a questa compenetrazione fisionomica del Figlio e della Madre e, con Lei, anche Padre Raffaele Preite, il Servo di Maria che le fu “amico e fratello per venticinque anni”.



L’autodefinizione di Padre Raffaele sta nell’unica intervista, concessa a “Prospettive 2000”, che egli stesso diffondeva.
Padre Raffaele Preite diffondeva la “foto” della “Vergine alle Nozze di Cana” con poche parole, solo qualche espressione diretta e franca, esercitando una delicatissima  forma di equilibrio tra il proporre e il non imporre. O meglio, egli dava l’immagine a chi credeva fosse pronto ad accoglierla. Ma egli, nelle “retrovie” del suo ministero sacerdotale, ad insaputa di tutti, combatteva a favore dell’immagine un’altra singolare battaglia, quella di farla riprodurre: un’impresa che non sempre gli riusciva. “Se non è scritto, non riesce”, diceva. Ma era anche un avvertimento. Significava: “Non a tutti riesce”. La sorella di Padre Raffaele, Paolina Preite vedova Letizia, ricorda: “Quando la dava per riprodurla, a qualche fotografo si rompeva l’obiettivo. È capitato a Roma ma anche a Spongano. Uno dei nostri fotografi, quando ripeteva, ripeteva i tentativi, ma non credeva, si rompeva l’obiettivo.” Si spiega così il piccolo capitale di immagini di diverso formato ed esecuzione che alla sua morte è accaduto di trovare nella valigia dove aveva disposto con estrema precisione tanti suoi documenti. Padre Raffaele le aveva accumulate amorosamente, quelle foto, sovvenendo, certo, alle spese di suo. Le copie del materno “ricordo” a Luigina da lui realizzate, egli le distribuiva con parsimonia nel tempo: le ha lasciate come impreveduta sua eredità. Per quello che riguarda la prima riproduzione dell’ “originale” e cioè l’impressione della Sua Presenza lasciata come “regalo” a Luigina dalla Madonna, se ne occupò il fisico On. Prof. Enrico Medi, a quel tempo vicino a Luigina.
Il Santo Padre Pio XII aveva disposto che si instaurasse una collaborazione della carismatica romana con lui all’’Istituto Nazionale di Geofisica. 
L’On. Medi sottopose l’immagine, ma senza denunciarne l’origine, alla perizia di un esperto dell’Università “La Sapienza”. Da questa perizia gli viene risposto che la persona 
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rappresentata era dirazza semitica e propriamente del Medio Oriente. L’On. Medi estese le sue indagini scientifiche anche negli Stati Unititi avvalendosi delle strutture di elaborazione dati dalla N.A.S.A.; lo ricordano Alfonso Malacchini dell’Istituto Nazionale di Geofisica, Pina Nuccitelli Sinapi e Maria Rosaria Calabrese. Alla morte di Luigina, il 17 Aprile 1978, nel trambusto, nel via vai di gente che si verificò nella sua casa, il Padre Raffaele Preite ebbe “un solo pensiero”, com’egli mi disse più tardi, e cioè ritrovare il cosiddetto “negativo” –che negativo non era– e cioè recuperare la matrice dell’immagine. “La ritrovai fortunatamente dentro il suo passaporto”, mi disse, “posto in un cassetto”. Ma l’immagine originale sembra essere scomparsa, vale a dire non sia più tornata nella casa di Via Urbino.

Da ogni mia immagine, anche la più povera, effondo la mia benedizione sui miei figli”dice la Madonna a Luigina. “Mamma, Ti amerò e Ti farò amare come mai sei stata amata”, aveva detto Luigina a Maria Santissima. La “Madre universale”, le ha dato uno strumento perché possa davvero essere “amata come mai è stata amata”, perché possano essere accorciate le distanze tra Lei e tutti i Suoi figli.
Così che l’amore per lei possa parlare “a tu per tu” con ciascuno. In ogni punto della terra.
La storia di Luigina Sinapi su 

Devozioni a San Giuseppe


Le "pie" devozioni a San Giuseppe

Con le devozioni entriamo nel campo della religiosità popolare, dove mag­giormente si esprime il sentimento, elemento umano che non va assolutamente sottovalutato, come dimostra la Chiesa nei suoi documenti ufficiali e nei suoi molteplici interventi.
Delle devozioni fanno parte soprattutto le "pie pratiche", ma non mancano altre espressioni, come le incoronazioni canoni­che, la musica sacra, immagini e oggetti, i nomi, le reliquie, le feste, le apparizioni. L'elenco potrebbe continuare.

Le "pie pratiche"

Incominciamo con le "pie pratiche", trac­ciando la storia di quelle più attuali, ma an­che di quelle non più in uso, che alcuni an­cora ricordano e che forse riprenderebbero volentieri con gli opportuni adattamenti.
Esse sono più numerose di quanto si pensi. La loro varietà dimostra la grande stima sempre riscossa da San Giuseppe nel popo­lo cristiano, nonostante la poca attenzione della teologia e la superficiale conoscenza della sua figura e della missione nel mistero di Cristo e della Chiesa. Nella ricerca affan­nosa di sempre nuovi mezzi e forme di evangelizzazione, alcune "pie pratiche" po­trebbero essere "rivisitate", come oggi si dice, e riproposte con frutto, tenuto conto della stabilità dei sentimenti umani.

Oltre la pratica dei Sette dolori e allegrezze di San Giuseppe, alla fine del secolo XV tro­viamo inserita nell'opera di Giovanni Mombaer (+ 1501), Rosarumhortulus, una Coroncina in onore di San Giuseppe. Più sviluppato è il Rosarium de sancto Ioseph di Giovanni Trithemius (+ 1516), abate di Sponheim: è composto di cinque decine di "articoli" (enunciazioni di un aspetto della vita di Giuseppe, seguite dalla preghiera Ave, Joseph nazarene), conclusi da un Pater no­ster e altre appropriate invocazioni.

Le prime Litanie di San Giuseppe finora co­nosciute furono pubblicate a Roma nel 1597 da Jerònimo Graciàn de la Madre de Dios; mentre l'edizione spagnola conteneva 49 in­vocazioni, quella italiana ne contava 21. Nel secolo XVII si diffusero in gran numero e con molta varietà.
II Cingolo (o Cordone) di San Giuseppe, propagato soprattutto dal 1842, è dovuto all'iniziativa di una religiosa agostiniana, nel 1659.
Risale al 1850, per opera di un cappuccino bavarese, una Coroncina (o Rosario) di San Giuseppe, composta di sessanta grani e di una speciale preghiera (Ave, Joseph), nella quale vengono inseriti i misteri della vita del Santo.

Verso il 1700 il Convento svizzero di Ein­siedeln diffuse oggetti di devozione - anelli e rosari di San Giuseppe - per ottenere la protezione contro l'impurità, la stregoneria e l'epilessia. Uno speciale olio, ottenuto dai gigli di San Giuseppe, doveva servire contro le malattie della pelle.

Probabilmente è legata alla spiritualità del padre Bartolomeu do Quental, fondatore degli Oratoriani in Portogallo (1668), la pro­pagazione del culto di una devozione specia­le verso la Trinità creata, sia sotto i simboli dei cuori di Gesù, Maria e Giuseppe, sia sot­to quello della Fuga in Egitto. Tale festa era molto popolare a Porto.

Il gesuita Antonio Natali (+ 1701) suggerisce due pratiche per il mercoledì. La prima con­siste nella recita della prima strofa dell'inno Caelitum Joseph con un Pater, Ave ripetuti sette volte. La seconda pratica, che si rifà a santa Gertrude, è detta Corona sanctae conversationis (familiarità) Jesu, Mariae et Joseph e consiste nel ripetere ai tre perso­naggi degli atti di fede, speranza, amore, sti­ma, gaudio, adorazione, lode, ringraziamen­to, offerta e desiderio. Questi dieci atti, ripe­tuti per tre volte, rievocano i trent'anni in cui Gesù, Maria e Giuseppe convissero in santa familiarità.

La devozione ai Santissimi Cuori dei Sovrani Signori Gesù, Maria e Giuseppe è testimo­niata, dal 1733, con un santuario a Porto (Portogallo). A Siviglia (Spagna) una Confraternita professava nel 1744 la Schiavitù del Sacro Cuore del gloriosissimo Signore San Giuseppe. La devozione al Cuore di San Giuseppe si diffonde nel Messico, nel 1747.
Una Pia Unione del purissimo Cuore di san Giuseppe fu promossa dal padre Michele Bocco O.M.V nel 1846.
Lo Scapolare di San Giuseppe, nato come devozione privata a Lons-le Saulnier, diocesi di Saint-Claude (Francia), per opera di una religiosa terziaria francescana, fu diffuso per merito dei padri Cappuccini e approvato dalla Santa Sede nel 1893. I padri Camilliani avevano già ottenuto, nel 1865, l'appro­vazione della formula per benedire e impor­re lo Scapolare della beata vergine Maria, San Giuseppe e San Camillo.

Le Messe di santa Teresa consistono in sette messe solenni in onore di San Giuseppe da celebrare una al mese, dal 19 aprile fino al 15 ottobre, festa di santa Teresa.

Ricordiamo tra le preghiere: il Culto perpe­tuo, iniziato a Milano nel 1854; la Corte a San Giuseppe e alla santa Famiglia, che con­siste nel visitare ogni mese un'immagine del Santo o delle tre auguste Persone che for­mano la Trinità della terra; la Corona perpe­tua di San Giuseppe, ossia la recita in un'ora determinata di un Padre nostro e sette Ave Maria, con un Gloria in onore di un dolore e allegrezza del santo Patriarca; il Sacro manto, le Tre Corone, il Piccolo Ufficio di San Giuseppe, i Cinque Salmi del nome di San Giuseppe, il Rosario di San Giuseppe, le Coroncine a Maria santissima e a San Giuseppe.

Tempi particolari dedicati a san Giuseppe sono i Nove mercoledì prima della festa di san Giuseppe, il Primo mercoledì di ogni mese, le Sette domeniche di san Giuseppe, la Novena perpetua, il Duodenario, i Diciannove mercoledì consecutivi e i Sette o i Quindici mercoledì precedenti la festa di san Giuseppe.

I Padri carmelitani introducono a Liegi (Belgio) il pio esercizio dei Sette giorni o i sette mercoledì consecutivi, nei quali si ono­rano i sette principali privilegi di san Giuseppe, ossia: la sua predestinazione a sposo di Maria e padre nutrizio di Gesù; le particolari grazie che ne conseguirono; la di­gnità di padre di Gesù; la dignità di sposo di Maria; le grazie e i favori che ricevette per il compimento del suo ministero; la gloria che ne deriva; la sua protezione verso tutti i cri­stiani.

La prima Novena indulgenziata in prepara­zione alla festa di san Giuseppe fu tenuta a Roma, nel 1713, nella chiesa di sant'Ignazio. Tra i tempi particolari dedicati a san Giuseppe notissimi sono il Mese di Marzo e tutti i Mercoledì. La pratica del Mese di San Giuseppe fu approvata da Pio IX, nel 1865. L'elenco non finisce qui. 

(Da: “ Crociata in onore di san Giuseppe)

martedì 16 luglio 2013

Festa della Madonna del Monte Carmelo.

Maria Mater gratiae, Mater misericordiae,
Tu nos ab hoste protege et hora mortis suscipe.




16 luglio 1973. Festa della Madonna del Monte Carmelo.

Sarò la vostra Condottiera

«Mi domandi perché abbia scelto te per diffondere il mio Movimento
mentre ti senti così inadeguato e incapace. 
Giustamente vedi la tua nullità e le tue debolezze 
e mi domandi: "Perché non prendi uno più adatto e capace di me? 
Come ti puoi fidare quando conosci bene tutte le mie passate infedeltà?".

Figlio mio, ho scelto te perché sei lo strumento meno adatto; 
così nessuno dirà che è Opera tua. 
Il Movimento Sacerdotale Mariano deve essere solo Opera mia. 
Attraverso la tua debolezza Io manifesterò la mia forza; attraverso 
la tua nullità Io manifesterò la mia potenza. 

Io stessa sarò la Condottiera di questo esercito. Me lo sto formando ora nel silenzio e nel nascondimento 
come, per nove mesi, nel mio seno mi sono formato Gesù, 
e per tanti anni nel silenzio e nel nascondimento 
me lo sono cresciuto giorno per giorno. 

Così è ora per il Movimento Sacerdotale Mariano: come il piccolo Gesù, 
lo sto formando nel silenzio e nel nascondimento: è il momento della 
sua infanzia e della sua vita nascosta.

Occorre adesso 
tanto silenzio, tanta umiltà, tanta fiducia, tanta preghiera
Sacerdoti del Movimento li sto scegliendo e formando 
Io stessa secondo un disegno del mio Cuore Immacolato. 
Verranno da ogni parte: dal clero diocesano, dagli ordini
religiosi e dai vari Istituti. Formeranno la schiera dei "miei Sacerdoti" che Io stessa nutrirò e formerò, 
preparandoli per le prossime battaglie del Regno di Dio. 

Non vi sia un capo fra voi: Io stessa sarò la vostra Condottiera. 
Voi siate tutti fratelli: amandovi, comprendendovi, aiutandovi. 
La sola cosa che importa è che vi lasciate formare da Me;
per questo è necessario che 
ciascuno si offra e si consacri al mio Cuore Immacolato, si
affidi totalmente a Me come Gesù mi si è totalmente affidato: poi Io penserò a tutto.

Io vi formerò ad un grande amore al Papa ed alla Chiesa a Lui unita. 
Vi preparerò ad una eroica testimonianza al Vangelo che, per alcuni, sarà fino alla effusione del sangue. E quando sarà il momento, 
allora il Movimento uscirà allo scoperto per combattere, a viso aperto, la schiera che il Demonio, mio avversario da sempre, sta formandosi tra i Sacerdoti.
Si avvicinano delle ore decisive. 
Per ora lasciatevi formare da Me;
lasciatevi guidare da Me».

Da mihi in Te confidentiam bonam:
in vita et in interitu meo.

lunedì 15 luglio 2013

Potreste pubblicarlo? Che ne pensate?

Lo imposto già. Darà i suoi frutti

In Estate, il demone Melid miete più vittime.

        
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Don Giuseppe Tomaselli ha scritto un intervista in forma ideale al demone dell’impurità Melid, che corrisponde ai detti ed ai fatti, di cui è stato testimonio oculare, auricolare e parte direttamente interessato.

Ecco un estratto. Nelle parentesi ci sono alcune note chiarificatrici.

Don Giuseppe:  - Melid, più volte ti ho chiesto negli esorcismi: qual è il peccato che manda più anime all’inferno? – Tu mi hai risposto: Non occorre che io te lo dica; tu lo sai.

- Secondo me è l’impurità.

- Vedi che lo sai! Tutti coloro che stanno nel pozzo infernale, vi si trovano per l’impurità. Hanno fatto anche altri peccati, ma si sono dannati sempre per questo peccato o anche con esso.

- Cosa pensi tu di tutti quelli che vivono nell’immoralità?
- Penso che sono già scritti nel registro dei dannati e che solamente una grande grazia potrebbe cancellarli.

- Dunque sono scritti nel libro dei tuoi schiavi i divorziati e le divorziate.
- L’Altissimo, davanti al quale tutto deve essere puro e senza macchia non accetterà nel suo regno dei Beati coloro che trascorrono la vita nel quotidiano peccato impuro. Sono stato io ed altri miei compagni a convincere i capi di Stato ad emettere la legge del divorzio, facendo comprendere che questa legge è un’esigenza del progresso dei popoli. I primi a pagare questa legge, che tu, Pretaccio, chiami iniqua e che io invece chiamo tesoro del mio regno, saranno i legislatori, responsabili dei peccati impuri dei divorziati e poi sono responsabili uomini e donne che hanno accettato la pessima legge.

- Sventurati i divorziati, che per una breve vita di piacere passeggero, in eterno dovranno soffrire i tormenti che al presente tu stesso devi subire!
- Io, Melid, faccio comprendere a costoro che le parole del Cristo sono da disprezzare e non faccio riflettere che con l’altissimo c’è poco da scherzare.

- E delle numerose prostitute cosa sarà?
- Le tengo strette al mio cuore, affinchè nessuna mi lasci. La catena più forte per loro è il piacere e la brama di denaro. L’inferno è ampio e c’è il posto preparato per ciascuna di loro.

- A te, Melid, piacciono di più i peccati privati, solitari, che non hanno ripercussioni sugli altri, oppure i peccati che danno scandalo e spingono gli altri al male?

- Certamente io preferisco gli scandalosi, perché con essi i peccati si moltiplicano. Il mondo è pieno di scandali e perciò io ed i miei compagni stiamo più vicini agli scandalosi, che sono i nostri migliori aiutanti.

- Gesù Cristo dice: chi segue me, non cammina nelle tenebre… Il Cielo e la Terra passeranno, ma le mie parole, non passeranno; è impossibile che non avvengano scandali. Ma guai al mondo per gli scandali e guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! Sarebbe meglio se si legasse al collo dello scandaloso una macina da mulino e venisse gettato nel profondo del mare. – Io mi domando: se le parole di Gesù, Redentore e Giudice Supremo dell’umanità sono così terribili, come possono gli scandalosi vivere in tanta serenità?

- Intervengo io; faccio l’anestesia spirituale, invisibile ma reale. Come il medico, fatta l’anestesia, può tagliare ed anche mutilare un corpo umano, senza che l’ammalato senta dolore, così agisco io; non faccio riflettere sulla responsabilità degli atti umani davanti al Creatore e così resta annullato ogni rimorso; tutto è considerato lecito.

- Venendo ai particolari, che sistema adoperi con le varie categorie di persone immorali?

- Faccio travisare gli ordini del Creatore, il quale ha dato un corpo umano quale strumento di procreazione. Lavorando nella mente degli impuri, li persuado che la continenza corporale non è possibile. Dopo questa convinzione, sobillo le passioni secondo il sesso, l’età e le varie circostanze che la vita presenta

- Quali potrebbero essere tali circostanze?
- La esagerata ed imprudente familiarità tra uomini e donne ed in generale gli spassi che sollecitano i latrati delle passioni. (=Ecco perché sono sconsigliabili gli ordini religiosi misti e le comunità laicali miste. Nell’Opus Dei, gli incontri degli uomini sono separati da quelle delle donne, per volere del Fondatore, San Josemaria Escrivà)

- Credo che il televisore sia uno dei mezzi più efficaci per il tuo lavoro diabolico. Usato in bene è fonte di bene; usato male, è torrente d’iniquità. Nelle tarde ore della notte sono trasmesse scene più immorali ed anche sconcertanti.
- Io eccito la curiosità agli adulti, ai giovani ed ai ragazzi, saziando le loro brame immorali (Internet, tv e mass media sono, per la maggior parte del tempo, veicoli di Satana per portare le anime all’inferno mediante l’impurità).
- Poi se la vedranno con Dio, giusto Giudice, i fautori di tali perfide trasmissioni, i padroni del televisore e coloro che vi assistono. Prima la scuola dell’immoralità soleva essere fuori dell’ambiente familiare; oggi col televisore male usato si trova in casa. E che dire dei films cattivi? La massa degli spettatori si sazia d’impurità e voi, demoni impuri, tenete nelle vostre reti infernali queste masse di ambo i sessi, che non sempre si contentano degli sguardi e dei pensieri e giungono anche più in là.
- Tutti costoro, come hai detto bene, stanno dentro la mia rete, ma inebriati al piacere impuro non vedono la mia rete. La vedranno in seguito, quando non avranno più rimedi nella fornace ardente eterna. Tu, Pretaccio, pensi che televisori e films siano i soli mezzi di cui mi servo per popolare l’inferno? Come il pastore gode a vedere un grande prato ricco di erbe fresche, così e più ancora godo io a vedere la massa femminile con la moda moderna, specialmente sulle spiagge. Con ansia noi demoni dell’impurità aspettiamo il periodo estivo per legare più uomini e donne alle nostre reti d’impurità.

- Melid, Gesù l’ha detto espressamente; se un uomo guarda una donna con cattivo desiderio, ha già peccato con lei nel suo cuore- Infelici donne incoscienti! Sappiate che c’è l’impurità del corpo e quella del pensiero: chi può numerare i cattivi pensieri e desideri che suscita negli uomini dissoluti la vostra moda invereconda lungo le vie e specialmente nelle spiagge, ove stanno schiere di demoni impuri? Voi agite così sulle spiagge per lavare il corpo ed imbrattare le vostre anime e quelle di chi vi guarda maliziosamente! Volete evitare il calore della stagione coi vostri bagni a mare e non pensate che vi preparate il fuoco eterno! Voi al pensiero del fuoco eterno ci ridete su, ma non ci ridono le donne che vi hanno precedute con la morte e che al presente stanno pagando coi dannati!

- Io sono molto intelligente e per riuscire nel mio compito nel mondo, suscito la debolezza della correzione nei genitori di tante giovani donne, i quali sono i primi responsabili della moda indecente delle figlie. Alle donne immodeste nel vestire faccio comprendere che non c’è nulla di male a portare l’abito indecente, in quanto ormai sono molte le donne che vestono così. Per la libertà nelle spiagge insinuo la voglia di essere guardate ed ammirate. Pretaccio, ti manifesto ciò che non sai. Nell’inferno ci sono attualmente le donne più belle del mondo, quelle che in vita si sono servite della loro bellezza fisica per sedurre gli uomini. (la mancanza di educazione dei genitori porta non solo loro, ma anche i propri figli nei lacci di Melid e di altri demoni, ndr)

- Ma perché queste donne immodeste nel vestire non pensano che si ha da morire e che il loro corpo diventerà pasto dei vermi?
- Sono io, Melid, che allontano dalla loro mente questi pensieri, che potrebbero farle staccare da me. Lavorio simile faccio con coloro che si dilettano con il ballo, nei veglioni [oggi: discoteche ecc.] ed anche nelle famiglie.

- Certo che il tuo lavorio con gli amanti della danza non è vuoto di frutti impuri, poiché la musica lasciva ed i movimenti richiesti dai balli moderni sono stati inventati per svegliare ed eccitare la concupiscenza. Anche costoro appartengono al tuo regno diabolico. Sono convinto che pure la lettura e la stampa pornografica siano veleni dell’immoralità, di cui ti servi largamente per rovinare le anime.
-  Certamente! I libri che allettano le passioni e le immagini scandalose sono armi potenti a mio servizio. Distolgo dalla sana lettura, inoculando l’antipatia per essa ed eccito la voglia delle cose impure. Gli scrittori sanno questo e per amore del guadagno riversano nelle pagine dei romanzi e dei rotocalchi i semi dell’impurità, che hanno loro nel cuore; queste letture eccitano i sensi e la smania del piacere nei lettori e così le mie prede aumentano sempre di più. (anche le pubblicità hanno i semi dell’impurità così come nella maggior parte delle canzoni, ndr) 
- E tu, Pretaccio, non sei capace di comprendere il motivo dei cambiamenti? Quando si è nel periodo d’infanzia, d’ordinario le passioni non si fanno sentire o sono molto deboli. Passata l’infanzia, comincia la pubertà con il relativo risveglio della concupiscenza. Per uscire vittoriosi da questo periodo occorre la grazia di Dio, che viene con la preghiera, con la vigilanza e la buona volontà. Non tutti si appigliano a questi mezzi, perché intervengo io e brigo per far gustare la droga che si diffonde oggi nel mondo, provata una o poche volte non si può più tralasciare e si direbbe, che diventi un bisogno impellente, così e peggio ancora avviene quando si è assaggiata la droga dell’immoralità. Si cade, si ricade e si diventa abulici. Se poi sopraggiungono altri coefficienti, può arrivarsi alla schizzofrenia, che la medicina non può riuscire a curare. Quanti, specialmente del sesso maschile, giungono alla pazzia e devono interrompere lo studio o il lavoro, perché dominati dalla mania dell’impurità. Non sempre la schizzofrenia è causata dall’abuso delle passioni, ma una delle cause più importanti è proprio questa. Naturalmente chi è dominato dalla mania del sesso, giunge a rivoltarsi a Dio, il quale prescrive il freno delle passioni.

- Melid, tempo fa ti chiesi: – Cosa mi dici riguardo alla gioventù maschile? – Tu, festosamente mi rispondesti. Eh, i giovani di oggi vanno in cerca di scrofe! E della gioventù femminile? – Esultando dicesti: Eh, le giovani fanno peggio dei giovanotti.
- La gioventù moderna in gran parte è bruciata dall’impurità. E delle famiglie cosa hai da dire? Il matrimonio è un Sacramento e perciò la convivenza dell’uomo con la donna, quando è secondo la legge di Dio, è apportatrice di bene (al contrario, quando non è secondo la Legge di Dio, è apportatrice di male).
- Nelle famiglie intervengo anche io in mille modi e tu, Pretaccio, ne sei a conoscenza. Quante miserie morali ci sono prima del matrimonio! In questo cooperano spesso i genitori, i quali lasciano i figli e le figlie nel fidanzamento con poca o nessuna vigilanza, specie nelle ore della sera, andando in giro in macchina o a piedi. Io colgo il momento opportuno per tentarli  e farli cadere. A loro interessa che il giorno delle nozze la donna abbia l’abito bianco. Sfrutto la debolezza e l’ignoranza di tanti genitori, che lasciano alle figlie massima libertà di uscire di casa e di rincasare quando vogliono. Il numero delle ragazze-madri aumenta sempre più, perché a questo riguardo svolgo bene il mio compito di tentatore. //  Durante la vita matrimoniale i miei assalti non sono interrotti: sovente riesco a convincere i genitori a non accettare i figli e se l’Altissimo ne fa dono, li uccidono prima di nascere.  // Tante volte tendo insidie per rallentare l’affetto e riesco a far legare il cuore dell’uomo alla donna di un altro uomo e meglio ancora riesco a legare il cuore della donna all’uomo di un’altra donna. Per mezzo dello spirito d’impurità, giungo al punto della separazione legale, distruggendo l’amore naturale verso i figli.

- Quale altra insidia metti in atto?
- Faccio pensare che prima la separazione coniugale era considerata motivo di disonore, mentre col progresso è considerata una cosa necessaria, perché al cuore non si comanda e la libertà non può essere violata da nessuno. I frutti del mio lavoro diabolico sono grandi, perché col pungolo dell’impurità trascino uomini e donne dove voglio io. (oggi oramai ha portato le famiglie alla distruzione con le convivenze, i divorzi, le separazioni, i matrimoni gay, ecc., ndr)

- E così li trascini all’inferno.
- Certamente! Avvenuta la morte, avranno la mia sorte, là, dove c’è in eterno pianto, rimorso e stridore di denti. [...]

- Io sono misera creatura, ma come Sacerdote e Ministro di Dio, per l’autorità divina inerente al mio Sacerdozio, ti ordino di rispondermi dicendo la verità. Secondo le risposte che mi hai dato sinora, sembrerebbe che tutto il mondo sia in tuo possesso a causa dell’immoralità. Ma nel mondo oltre al tuo regno c’è anche il Regno di Dio. Il male fa più rumore del bene, ma quanto bene c’è anche oggi nell’umanità. Non si possono contare le anime che con voto solenne e privato servono Dio nel celibato! Quanti, uomini e donne, osservano la purezza sino a farsi uccidere anziché peccare; quanti genitori osservano con regolarità ammirevole i doveri della continenza matrimoniale! Quanta gloria danno a Dio queste schiere di anime! A proposito di anime buone, vittoriose nelle tentazioni, dimmi quali cose odi e temi di più?

- Due cose: la prima è la preghiera e la seconda è la fuga dalle cattive occasioni. (specialmente le ore della Passione sono molto forti contro tutti i demoni e la fuga soprattutto in estate)

- E perché temi la preghiera?
- Essa è il primo passo verso Dio, attira le sue grazie e mi riesce difficile attirare a me chi prega molto e con fede e perseveranza. Tutti coloro che ora stanno all’inferno non pregavano, o pregavano poco e piuttosto male. Odio specialmente la preghiera rivolta a quella Donna, il cui nome noi demoni non nominiamo mai. // La seconda cosa che odio è la fuga dalle occasioni cattive. I miei schiavi  a motivo dell’impurità  non solo non fuggono le male occasioni, ma ne vanno a caccia, cercandole avidamente.

- Melid, la nostra intervista è terminata, e credo che me la farai pagare. Ciò importa poco: importa invece convincere le anime che tu ed i demoni esistete e lavorate indefessamente per la rovina delle anime. 

(Don Giuseppe, non poche volte, ha visto, negli esorcismi, il demonio, in forma umana, ha lottato direttamente con lui, ed è stato preso più volte per il collo e maltrattato).



DE LA VIRGEN MARÍA - San Bernardo


DE LA CASA DE LA DIVINA SABIDURIA, ESTO ES, 
DE LA VIRGEN MARÍA

1. La sabiduría edificó para sí una casa , etcétera. Como hay varias sabidurías, debemos buscar qué sabiduría edificó para sí la casa. Hay una sabiduría de la carne, que es enemiga de Dios, y una sabiduría de este mundo, que es insensatez ante Dios. Estas dos, según el apóstol Santiago, son terrenas, animales y diabólicas. Según estas sabidurías, se llaman sabios los que hacen el mal y no saben hacer el bien , los cuales se pierden y se condenan en su misma sabiduría, como está escrito:Cogeré a los sabios en su astucia; Perderé la sabiduría de los sabios y reprobaré la prudencia de los prudente. Y, ciertamente, me parece que a tales sabios se adapta digna y competentemente el dicho de Salomón:Vi una malicia debajo del sol: el hombre que se cree ante sí ser sabio. Ninguna de estas sabidurías, ya sea la de la carne, ya la del mundo, edifica, más bien destruyen cualquiera casa en que habiten. Pero hay otra sabiduría que viene de arriba; la cual primero es pudorosa, después pacífica. Es Cristo, Virtud y Sabiduría de Dios, de quien dice el Apóstol: Al cual nos ha dado Dios como sabiduría y justicia, santificación y redención.



2. Así, pues, esta sabiduría, que era de Dios, que era Dios, vino a nosotros del seno del Padre y edificó para sí una casa, es a saber, a María virgen, su madre, en la que talló siete columnas. ¿Qué significa tallar en ella siete columnas sino hacer de ella una digna morada con la fe y las buenas obras? Ciertamente, el número ternario pertenece a la fe en la santa Trinidad, y el cuaternario, a las cuatro principales virtudes. Que estuvo la Santísima Trinidad en María (me refiero a la presencia de la majestad), en la que sólo el Hijo estaba por la asunción de la humanidad, lo atestigua el mensajero celestial, quien, abriendo los misterios ocultos, dice: Dios, te salve, llena de gracia, el Señor es contigo; y en seguida: El Espíritu Santo vendrá sobre ti y la virtud del Altísimo te cubrirá con su sombra». He ahí que tienes al Señor, que tienes la virtud del Altísimo, que tienes al Espíritu Santo, que tienes al Padre, al Hijo y al Espíritu Santo. Ni puede estar el Padre sin el Hijo o el Hijo sin el Padre o sin los dos el que procede de ambos, el Espíritu Santo, según lo dice el mismo Hijo: Yo estoy en el Padre y el Padre está en mí. Y otra vez: El Padre, que permanece en mí, ése hace los milagros . Es claro, pues, que en el corazón de la Virgen estuvo la fe en la Santísima Trinidad.


3. Que poseyó las cuatro principales virtudes como cuatro columnas, debemos investigarlo. Primero veamos si tuvo la fortaleza. ¿Cómo pudo estar lejos esta virtud de aquella que, relegadas las pompas seculares y despreciados los deleites de la carne, se propuso vivir sólo para Dios virginalmente? Si no me engaño, ésta es la virgen de la que se lee en Salomón: ¿Quién encontrará a la mujer fuerte? Ciertamente, su precio es de los últimos confines . La cual fue tan valerosa, que aplastó la cabeza de aquella serpiente a la que dijo el Señor: Pondré enemistad entre ti y la mujer, tu descendencia y su descendencia; ella aplastará tu cabeza . Que fue templada, prudente y justa, lo comprobamos con luz más clara en la alocución del ángel y en la respuesta de ella. Habiendo saludado tan honrosamente el ángel diciéndole: Dios te salve, llena de gracia, no se ensoberbeció por ser bendita con un singular privilegio de la gracia, sino que calló y pensó dentro de sí qué sería este insólito saludo. ¿Qué otra cosa brilla en esto sino la templanza? Mas cuando el mismo ángel la ilustraba sobre los misterios celestiales, preguntó diligentemente cómo concebiría y daría a luz la que no conocía varón; y en esto, sin duda ninguna, fue prudente. Da una señal de justicia cuando se confiesa esclava del Sefior. Que la confesión es de los justos, lo atestigua el que dice: Con todo eso, los Justos confesarán tu nombre y los rectos habitarán en tu presencia. Y en otra parte se dice de los mismos: Y diréis en la confesión: Todas las obras del Señor son muy buenas .


4. Fue, pues, la bienaventurada Virgen María fuerte en el propósito, templada en el silencio, prudente en la interrogación, justa en la confesión. Por tanto, con estas cuatro columnas y las tres predichas de la fe construyó en ella la Sabiduría celestial una casa para sí. La cual Sabiduría de tal modo llenó la mente, que de su Plenitud se fecundó la carne, y con ella cubrió la Virgen, mediante una gracia singular, a la misma sabiduría, que antes había concebido en la mente pura. También nosotros, si queremos ser hechos casa de esta sabiduría, debemos tallar en nosotros las mismas siete columnas, esto es, nos debemos preparar para ella con la fe y las costumbres. Por lo que se refiere a las costumbres, pienso que basta la justicia, mas rodeada de las demás virtudes. Así, pues, para que el error no engañe a la ignorancia, haya una previa prudencia; haya también templanza y fortaleza para que no caiga ladeándose a la derecha o a la izquierda.
AVE MARIA! 
SALUS NOSTRA IN MANU TUA EST!