lunedì 20 maggio 2013

Santissima Trinità: Domenica 26 Maggio 2013, solennità



"Prendete, prendete quest’opera e ‘non sigillatela’, ma leggetela e fatela leggere"
Gesù (cap 652, volume 10), a proposito del
"Evangelo come mi è stato rivelato"
di Maria Valtorta

Domenica 26 Maggio 2013, Santissima Trinità, solennità

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 16,12-15.

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.
Traduzione liturgica della Bibbia




Corrispondenza nel "Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta : Volume 9 Capitolo 600 pagina 480.

[...] 33«Io vi do comando di amarvi. E di perdonare. Avete capito? Se anche nel mondo è l’odio, in voi sia solo l’amore. Per tutti. Quanti traditori troverete sulla vostra via! Ma non li dovete odiare e rendere loro male per male. Altrimenti il Padre odierà voi. Prima di voi fui odiato e tradito Io. Eppure, voi lo vedete, Io non odio. Il mondo non può amare ciò che non è come esso. Perciò non vi amerà. Se foste suoi, vi amerebbe; ma non siete del mondo, avendovi Io presi da mezzo al mondo. E per questo siete odiati.

Vi ho detto: il servo non è da più del padrone. Se hanno perseguitato Me, perseguiteranno voi pure. Se avranno ascoltato Me, ascolteranno pure voi. Ma tutto faranno per causa del mio Nome, perché non conoscono, non vogliono conoscere Colui che mi ha mandato. Se non fossi venuto e non avessi parlato, non sarebbero colpevoli. Ma ora il loro peccato è senza scusa. Hanno visto le mie opere, udito le mie parole, eppure mi hanno odiato, e con Me il Padre. Perché Io e il Padre siamo una sola Unità con l’Amore. Ma era scritto: “Mi odiasti senza ragione”. Però, quando sarà venuto il Consolatore, lo Spirito di verità che dal Padre procede, sarà da Lui resa testimonianza di Me, e voi pure mi testimonierete, perché dal principio foste con Me.
Questo vi dico perché, quando sarà l’ora, non rimaniate accasciati e scandalizzati. Sta per venire il tempo in cui vi cacceranno dalle sinagoghe e in cui chi vi ucciderà penserà di fare culto a Dio con ciò. Non hanno conosciuto né il Padre né Me. In ciò è la loro scusante. Non ve le ho dette così ampie prima di ora, queste cose, perché eravate come bambini pur mo’ nati. Ma ora la madre vi lascia. Io vado. Dovete assuefarvi ad altro cibo. Voglio lo conosciate.

34Nessuno più mi chiede: “Dove vai?”. La tristezza vi fa muti. Eppure è bene anche per voi che Io me ne vada. Altrimenti non verrà il Consolatore. Io ve lo manderò. E quando sarà venuto, attraverso la sapienza e la parola, le opere e l’eroismo che infonderà in voi, convincerà il mondo del suo peccato deicida e di giustizia sulla mia santità. E il mondo sarà nettamente diviso nei reprobi, nemici di Dio, e nei credenti. Questi saranno più o meno santi, a seconda del loro volere. Ma il giudizio del principe del mondo e dei suoi servi sarà fatto. Di più non posso dirvi, perché ancora non potete intendere. Ma Egli, il divino Paraclito, vi darà la Verità intera, perché non parlerà di Se stesso. Ma dirà tutto quello che avrà udito dalla Mente di Dio e vi annunzierà il futuro. Prenderà ciò che da Me viene, ossia ciò che ancora è del Padre, e ve lo dirà.
Ancora un poco da vedersi. Poi non mi vedrete più. E poi ancora un poco, e poi mi vedrete.

35Voi mormorate fra voi ed in cuor vostro. Udite una parabola. L’ultima del vostro Maestro.
Quando una donna ha concepito e giunge all’ora del parto, è in grande afflizione perché soffre e geme. Ma quando il piccolo figlio è dato alla luce ed ella lo stringe sul cuore, ogni pena cessa e la tristezza si muta in gioia, perché un uomo è venuto al mondo.
Così voi. Voi piangerete e il mondo riderà di voi. Ma poi la vostra tristezza si muterà in gioia. Una gioia che il mondo mai conoscerà. Voi ora siete tristi. Ma, quando mi rivedrete, il vostro cuore diverrà pieno di un gaudio che nessuno avrà più potere di rapirvi. Una gioia così piena che vi offuscherà ogni bisogno di chiedere e per la mente e per il cuore e per la carne. Solo vi pascerete di rivedermi, dimenticando ogni altra cosa. Ma proprio da allora potrete tutto chiedere in mio Nome, e vi sarà dato dal Padre perché abbiate sempre più gioia. Domandate, domandate. E riceverete.
Viene l’ora in cui potrò parlarvi apertamente del Padre. Sarà perché sarete stati fedeli nella prova e tutto sarà superato. Perfetto quindi il vostro amore, perché vi avrà dato forza nella prova. E quanto a voi mancherà Io ve lo aggiungerò prendendolo dal mio immenso tesoro e dicendo: “Padre, lo vedi. Essi mi hanno amato credendo che Io venni da Te”. Sceso nel mondo, ora lo lascio e vado al Padre, e pregherò per voi».

36«Oh! ora Tu ti spieghi. Ora sappiamo ciò che vuoi dire e che Tu sai tutto e rispondi senza che nessuno ti interroghi. Veramente Tu vieni da Dio!».
«Adesso credete? All’ultima ora? È tre anni che vi parlo! Ma già in voi opera il Pane che è Dio e il Vino che è Sangue non venuto da uomo, e vi dà il primo brivido di deificazione. Voi diverrete dèi se sarete perseveranti nel mio amore e nel mio possesso. Non come lo disse Satana ad Adamo ed Eva, ma come Io ve lo dico. È il vero frutto dell’albero del Bene e della Vita. Il Male è vinto in chi se ne pasce, ed è morta la Morte. Chi ne mangia vivrà in eterno e diverrà “dio” nel Regno di Dio. Voi sarete dèi se permarrete in Me. Eppure ecco... pur avendo in voi questo Pane e questo Sangue, poiché sta venendo l’ora in cui sarete dispersi, voi ve ne andrete per vostro conto e mi lascerete solo... Ma non sono solo. Ho il Padre con Me. Padre, Padre! Non mi abbandonare! Tutto vi ho detto... Per darvi pace. La mia pace. Ancora sarete oppressi. Ma abbiate fede. Io ho vinto il mondo».

37Gesù si alza, apre le braccia in croce e dice con volto luminoso la sublime preghiera al Padre. Giovanni la riporta integralmente.
Gli apostoli lacrimano più o meno palesemente e rumorosamente. [...]
Estratto di "l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta ©Centro Editoriale Valtortiano http://www.mariavaltorta.com/


Corda Jesu et Mariae Sacratissima
nos benedicant et custodiant

¿Hay Dios? - Sí señor.



I. De la existencia de Dios

— ¿Hay Dios? — Sí señor (II). 

— ¿Por qué lo decís? — Porque si no lo hubiese, no podría existir cosa alguna (II, 3). 

— ¿Cómo lo demostraríais? — Mediante el siguiente raciocinio: Lo que necesariamente ha de recibir de Dios el ser no existiría, si Dios no existiese. Es así que nada puede ser, excepto el mismo Dios, si no recibe de El la existencia. Luego si no hubiese Dios, no podría existir cosa alguna. 

— ¿Y cómo demostraríais que ninguna cosa puede existir, excepto el mismo Dios, si no recibe de El la existencia? — Desarrollando el mismo raciocinio: Lo que existe y puede no existir, depende, en último análisis, de algo que existe necesariamente, y a este algo llamamos Dios. Es así que nada de lo que existe, excepto Dios, existe por sí mismo, esto es, en virtud de exigencia forzosa de su naturaleza. Luego necesariamente ha de recibir de Dios la existencia. 

— ¿Por qué decís que nada de lo que existe, excepto Dios, existe por sí mismo?
— Porque ningún ser que necesita algo, existe en virtud de exigencias de su naturaleza. Es así que todos los seres excepto Dios, necesitan de alguna cosa. Luego ninguno puede existir por sí mismo.

— ¿Por qué los seres que necesitan de algo no pueden existir por sí mismos? — Porque lo que existe por sí mismo, ni depende, ni puede depender de nada ni de nadie; y el que forzosamente necesita de alguna cosa o persona, de esa cosa o persona depende. 

— ¿Y por qué el ser que existe por sí mismo no depende ni puede depender de nada ni de nadie? — Porque en el hecho de existir per se va incluida la posesión actual de todas las perfecciones, por virtualidad de su naturaleza y con absoluta independencia: no puede, por tanto, recibir cosa alguna de afuera. 

— Por tanto, la existencia de los seres contingentes, ¿es prueba evidente de la existencia de Dios? — Sí lo es. 

— ¿Qué hacen, en consecuencia, los que la niegan? — Sostener la verdad de esta proposición: El ser que todo lo necesita, de nada tiene necesidad.

— Pero eso es contradictorio. — Evidentemente: como que es imposible negar la existencia de Dios sin contradecirse.

— ¿Es, por tanto, una locura negar la existencia de Dios? — De verdadera locura puede calificarse.




AMDG et BVM


El buen humor



No hay mención, en los Santos Evangelios, de que Cristo haya reído. Sin embargo mucho de sus consejos no pudieron proferirse sin una sonrisa. Y esto no hacía falta de ser mencionado siquiera. Y menos en la sobriedad y en lo escueto de los Evangelios. Está muy bien, por ejemplo, en esa obra de arte que es la película de Mel Gibson, La Pasión de Cristo, cuando, en uno de sus “flash back”, nos muestra a Nuestro Señor en su sermón de la Montaña diciendo: “Porque si amáis solo a los que os aman ¿qué hacéis de más?” remarcando este “¿qué hacéis de más?” con una sonrisa y un gesto amable. “Amable” de, dado con caridad, con amor.

El buen humor es signo de un buen espíritu. Y buen espíritu quiere decir tener en cuenta al prójimo como a quién siempre que hay darle un bien. Sea éste material o espiritual, o aún meramente psicológico, “hacerlo sentir bien”. Antes solía decirse de una persona, a modo de elogio, que era alguien “muy atento”. Significábase con ello que se trataba de alguien preocupado justamente de hacer sentir bien a los demás atendiendo a sus necesidades del momento. Recuerdo a san Pablo cuando decía “me hago todo con todos, para salvarlos a todos”, significando el mayor bien que se le puede ofrecer a alguien: el conocimiento de la Verdad y, con ello, la Salvación eterna.  Y nuestro Señor nos enseñó a ver en el prójimo, a Él mismo: “Cuando disteis un vaso de agua a quien os lo pidió, conmigo lo hiciste”. Sería como carente de “algo” (algo inasible tal vez, pero, sin embargo, sentido) si no se hiciera esta acción  de dar el vaso de agua, con un gesto buen humor, de buena voluntad,  con un gesto amable, con un gesto de caridad y nobleza de corazón.

Hay la anécdota de un santo, Santo Tomás Moro, quien no quiso hacer sentir mal ni siquiera al verdugo que, en instantes, le cortaría la cabeza. Le dijo, entregándole una moneda, (creo que esto de la moneda era uso común en estos casos, en aquellos tiempos) diciéndole: “No temas hacer tu trabajo que, de un solo golpe, me mandas a Dios”. Sus envidiosos y malhumorados (el mal humor suele engendrarse en un mal interior, como dijimos más arriba). Sus malhumorados  enemigos, al escucharle, le espetaron: “¿Cómo estáis tan seguro de que Dios te recibirá?”  Calificando así a Tomás de presuntuoso. A lo cual Tomás respondió, seguramente inspirado por el Espíritu Santo: “Dios no puede rechazar a quien con tanto amor va hacia Él.”  Santo Tomás Moro dijo esto seguramente con la sencillez de su buen humor. Pues éste es, justamente, no solo el santo del buen humor sino quien compuso hasta una oración pidiendo este don a Dios, el don del buen humor.
Cerraremos estas pequeñas reflexiones con la oración de este gran Santo inglés:

"Concédeme, Señor, una buena digestión,
y también algo que digerir.

Concédeme la salud del cuerpo,
con el buen humor necesario para mantenerla.

Dame, Señor, un alma santa que sepa aprovechar
lo que es bueno y puro, para que no se asuste ante
el pecado, sino que encuentre el modo de poner
las cosas de nuevo en orden.

Concédeme un alma que no conozca el aburrimiento,
las murmuraciones, los suspiros y los lamentos y no
permitas que sufra excesivamente por ese ser tan
dominante que se llama: YO.

Dame, Señor, el sentido del humor.
Concédeme la gracia de comprender las bromas,
para que conozca en la vida un poco de alegría y
pueda comunicársela a los demás.
Así sea".

Glorie di Maria 2.



Molto bella è la preghiera che Guglielmo di Parigi mette sulle labbra del peccatore che ricorre a Maria: 

« O Madre del mio Dio, nello stato miserabile in cui mi vedo ridotto dai miei peccati, ricorro a te pieno di fiducia. Se tu mi respingi, io ti farò osservare che sei in certo modo tenuta ad aiutarmi, poiché tutta la Chiesa dei fedeli ti chiama e ti proclama madre di misericordia. Tu sei, o Maria, quella che Dio ama al punto di esaudirti sempre; la tua grande misericordia non è mai mancata ad alcuno; la tua dolce affabilità non ha mai disprezzato alcun peccatore, per quanto colpevole fosse, che a te si sia raccomandato. Come? Forse falsamente o invano tutta la Chiesa ti chiama sua avvocata e rifugio dei miseri? Non sia mai che le mie colpe possano, o Madre mia, trattenerti dall'adempiere il salutare ufficio di pietà in virtù del quale sei a un tempo l'avvocata e la mediatrice di pace fra gli uomini e Dio e dopo il Figlio tuo l'unica speranza e il rifugio sicuro dei miseri. Tutto ciò che tu hai di grazia e di gloria e la tua dignità stessa di Madre di Dio - se è lecito dirlo -tu lo devi ai peccatori, poiché per loro il Verbo divino ti ha fatto sua Madre. Lungi da questa divina Madre, che partorì al mondo la fonte della pietà, il pensare che ella neghi la sua misericordia a un solo peccatore che a lei ricorre. Poiché dunque, o Maria, il tuo ufficio è l'essere mediatrice fra Dio e gli uomini, ti spinga a soccorrermi la tua grande misericordia che è assai maggiore di tutti i miei peccati e di tutti i miei vizi » 
Consolatevi dunque, o pusillanimi - dirò con san Tommaso da Villanova - respirate e fatevi coraggio, o miseri peccatori: questa santa Vergine, che è madre del vostro giudice e Dio, è l'avvocata del genere umano; avvocata capace che può tutto ciò che vuole presso Dio; avvocata sapiente che conosce tutti i modi di placarlo; universale, che accoglie tutti e non rifiuta di difendere nessuno.

El Araguaney


Esempio

Quanto sia grande la sua pietà per i miseri peccatori, la nostra avvocata lo mostrò mirabilmente verso Beatrice, monaca nel monastero di Fontevrault, come riferiscono il monaco cistercense Cesario e il padre Rho. Questa infelice religiosa, vinta dalla passione per un certo giovane, stabilì di fuggire con lui. Così, un giorno depose davanti a un'immagine di Maria le chiavi del monastero di cui era portinaia e sfacciatamente se ne andò. 

Giunta in un altro paese, si diede a fare la donna pubblica e visse quindici anni in questo stato miserabile. Avvenne poi che in quella città incontrò il fattore del monastero e, pensando di non essere riconosciuta, gli domandò se conosceva suor Beatrice. « Si che la conosco, rispose egli, è una monaca santa, che ora è maestra delle novizie ». A queste parole ella restò confusa e stupita, non potendo comprendere come ciò fosse possibile. Perciò, alfine di appurare la verità, si travestì e si recò al monastero. Lì fece chiamare suor Beatrice, ed ecco che le comparve davanti la santa Vergine sotto le sembianze di quell'immagine a cui, fuggendo dal monastero, aveva consegnato le chiavi e le vesti.
La divina Madre così le parlò: « Beatrice, sappi che, per impedire il tuo disonore, ho preso il tuo aspetto e per questi quindici anni che sei vissuta lontana dal monastero e da Dio, ho eseguito in tua vece il tuo lavoro. Figlia, torna, fa' penitenza, perché mio Figlio ancora ti aspetta e, vivendo virtuosamente, cerca di conservare il buon nome che ti ho guadagnato ». Dette queste parole, scomparve. Allora Beatrice rientrò nel monastero, riprese l'abito da religiosa e grata a Maria per la sua così grande misericordia visse da santa. Poi, in punto di morte, raccontò tutto a gloria della santa Vergine.



Preghiera

<<Grande Madre del mio Signore, so bene che l'ingratitudine da me mostrata per tanti anni a Dio e a te meriterebbe che giustamente tu smettessi di aver cura di me, poiché l'ingrato non è più degno di ricevere benefici. Ma io, Signora, ho un alto concetto della tua bontà e la ritengo molto più grande della mia ingratitudine. Continua dunque, o rifugio dei peccatori, e non cessare di soccorrere un misero peccatore che confida in te. Madre di misericordia, stendi la mano a sollevare un povero caduto che ti chiede pietà. Maria, difendimi tu o dimmi a chi devo ricorrere che mi possa difendere meglio di te. Ma dove posso trovare un' avvocata più pietosa e più potente presso Dio di te che gli sei Madre? Divenendo Madre del Salvatore, tu sei stata destinata a salvare i peccatori e a me sei stata data per la mia salvezza. Maria, salva chi ricorre a te. Io non merito il tuo amore, ma il desiderio che tu hai di salvare i perduti mi fa sperare che tu mi ami. E se tu mi ami, come mi perderò? Madre mia diletta, se grazie a te mi salvo, come spero, non ti sarò più ingrato, ma con lodi perpetue e con tutti gli affetti dell'anima mia compenserò la mia passata ingratitudine e l'amore che mi hai portato. Nel cielo dove tu regni e regnerai in eterno, felice io canterò sempre le tue misericordie e bacerò in eterno quelle mani amorose che mi hanno liberato dall'inferno tante volte quante l'ho meritato con i miei peccati. O Maria, mia liberatrice, mia speranza, regina, avvocata, madre mia, io ti amo, ti voglio bene e ti voglio sempre amare. Amen, amen. Così spero, così sia>>.

<<Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis>>


SPIRITO SANTO, ISPIRAMI


<<SPIRITO SANTO, ISPIRAMI;

AMORE DI DIO, CONSUMAMI;

NEL VERO CAMMINO, CONDUCIMI.

*

MARIA MADRE MIA, GUARDAMI;

CON GESU’ BENEDICIMI; 

DA OGNI MALE, 

DA OGNI ILLUSIONE,

DA OGNI PERICOLO, 

PRESERVAMI.>>

B. Maria di Gesù Crocifisso