domenica 19 giugno 2011

Eletti, amici cari, siate aperti al Mio Amore,

                                                                                               
                                                                                                                                                                                                 (12.06.11)


 sia pronto il cuore ad accogliere lo Spirito Santo, l’Ospite Soave, Che vuole vivere in voi.


 Sposa amata, oggi scende, sui Miei eletti, lo Spirito Santo con i Suoi Doni e li fortifica, li prepara, li ricolma dei Suoi Doni sublimi. 

Per i Miei fedeli amici, che non si sono tirati indietro dalle gravi difficoltà del tempo, duro e difficile, c’è il Dono speciale dello Spirito Santo che li rende ricchi della più grande Ricchezza. Gioisca il cuore dei Miei fedeli amici, delle Mie spose fedeli perché è un grande giorno questo, che cambierà la vita di tante persone.

Mi dici: “Adorato, Adorato, adorato Gesù, scenda lo Spirito d’Amore e di Soavità, scenda sull’Umanità sofferente e la faccia rifiorire di nuova vita.”

Sposa amata, il Dono sublime è per chi ha il cuore pronto, aperto, ornato per accogliere l’Ospite Soave. Già nel passato ti ho detto che questo è un tempo per Doni unici e speciali, è di preparazione ad eventi che, sulla terra, mai sono accaduti e mai avverranno più. Hai riflettuto, sposa cara, sulle Mie Parole?

Mi dici: “Dolce Amore, ho pensato alle cose più belle che Tu darai, ho pensato, ma la mia piccola mente finita non riesce ad abbracciare l’Infinito. So soltanto che, se anche pensassi alle cose più sublimi, sempre poco avrei fatto. Il Tuo Pensiero non è il nostro né lo è la Tua Logica, quanto il Cielo dista dalla terra tanto il Tuo Pensiero e la Tua Logica distano dal nostro e dalla nostra logica umana. 

Le Parole, che ripeti perché entrino bene nei cuori e nelle menti, sono sublimi, scendono come Soave Balsamo per l’anima; chi può penetrare bene nel loro vero e profondo significato? 

Nella Tua Vita terrena, Dolce, Santissimo Amore, Tu dicesTi cose meravigliose e sublimissime, ma le povere menti ben poco capirono. Tu parlasTi anche della Tua morte e Resurrezione, ma nessuno capì veramente. Tu dicesTi, Dolce Amore: “Se non mangiate il Mio Corpo, la Carne ed il Sangue, non avrete la Vita”. PronunciasTi queste sublimissime Parole che, certo, colpirono nel profondo le anime, ma quanti potevano pensare, allora, all’istituzione dell’Eucarestia? 

Adorato Gesù, ora parli di un Progetto meraviglioso e le menti corrono alle cose più belle e sublimi, ma la povera mente umana presto ferma il pensiero, dicendo: “Non posso contenere di più, non posso andare oltre, la mia capienza è piccola, mentre le cose di Dio sono di massima grandezza e sublimità”. 

Dolce Amore, il mio pensiero si ferma alla soglia dell’Infinito, ma il sentimento della mia anima, col Tuo Aiuto entra soavemente in Te, Che l’accogli con Dolcezza Infinita. Dolce Amore, le cose belle da Te preparate sin dall’origine della Creazione siano per i miliardi di individui che Tu, adorabile Creatore, hai voluto, in questo momento sulla terra, non siano per pochi, ma per tutti.”

Sposa amata, certo il Mio Progetto sublime non è per alcuni, ma è per tutti gli uomini che popolano la terra nei vari continenti ma, ti dico, piccola Mia sposa, che non tutti hanno corrisposto al Mio Piano, solo alcuni hanno cooperato, solo alcuni, sposa cara. 

Certo che le cose belle sono pronte per tutti, ma verranno colte da pochi.

Pensa ad un sordo al quale si fa sentire una musica sublime: che sente il misero, che gode il misero? 
Pensa ad un paesaggio meraviglioso che mostri ad un cieco: che vede il misero? 

Sposa amata, mostrerò le Mie Meraviglie al mondo, ma le capirà solo chi è pronto ad accoglierle, a chi ha occhi attenti mostrerò le cose più belle che occhio mai vide, a chi ha orecchi pronti farò sentire ciò che mai orecchio umano udì. 

Le Mie Meraviglie, sposa amata, le gusteranno e si delizieranno di esse soltanto coloro che sono pronti. 

Vi saranno grandi Segni mandati da Me, Dio, ma vi saranno alcuni che, pur guardandoli, resteranno freddi ed increduli. 

Sposa amata, non si rattristi il cuore per questo, non si rattristi il cuore, perché ogni uomo è dotato di libertà, ogni uomo fa la sua libera scelta che Io, Io, Gesù, pienamente rispetto. 

Sposa cara non impongo ad alcuno di credere se non lo vuole fare. Ognuno godrà secondo la sua libera scelta: chi molto, chi poco, chi niente! 

La Mia Bilancia peserà in modo perfetto ed Io, Io, Gesù, deciderò in modo perfetto. 

Resti felice in Me il tuo cuore che unisce i suoi palpiti flebili ai Miei potenti, la tua vita è inserita nella Mia Divina. 

Gioisci grandemente in Me, sposa cara e fedele, e trasmetti agli altri, a tutti, la tua gioia. Il mondo intero vedrà un nuovo tempo, ma solo alcuni gusteranno le Delizie del Mio Amore. Sii felice in Me e trasmetti al mondo il Mio Messaggio d’Amore. Ti amo.
Vi amo.

                                                                                              Gesù




AMDG et BVM

Sant'Antonio di Padova dice: (2)


P A X


<<Nel brano evangelico (Giovanni 20,19-21) per tre volte è detto "Pace a voi", a motivo della triplice pace che il Signore ha ristabilito: tra Dio e l'uomo ... tra l'angelo e l'uomo ... tra uomo e uomo...

Osserva poi che nella parola pace - P A X - ci sono tre lettere che formano una sola sillaba: in questo viene raffigurata l'Unità e la Trinità di Dio.

-Nella P è indicato il Padre;
-nella A, che è la prima delle vocali, è indicato il Figlio, che è la voce del Padre;
-nella X, che è una consonante doppia, è indicato lo Spirito Santo, che procede da entrambi (dal Padre e dal Figlio). 

Quando dunque disse: PAX VOBIS: Pace a voi, ci raccomandò la fede nell'Unità e nella Trinità>>. 


AMDG et BVM

sabato 18 giugno 2011

NO ME MUEVE, MI DIOS, PARA QUERERTE



No me mueve, mi Dios, para quererte 
el cielo que me tienes prometido, 
ni me mueve el infierno tan temido
para dejar por eso de ofenderte.


Tú me mueves, Señor, muéveme el verte 
clavado en una cruz y escarnecido, 
muéveme ver tu cuerpo tan herido, 
muévenme tus afrentas y tu muerte. 


Muéveme, en fin, tu amor, y en tal manera, 
que aunque no hubiera cielo, yo te amara, 
y aunque no hubiera infierno, te temiera.


No me tienes que dar porque te quiera, 
pues aunque lo que espero no esperara,
lo mismo que te quiero te quisiera.



http://www.novabella.org/ficheros/No-me-mueve-mi-Dios-para-quererte.pps#257,2,Diapositiva 2
http://www.marianistas.org/musica/mp3_cristiano/no-me-mueve-mi-dios-para-quererte.mp3

AMDG et BVM

IL SEGNO DELLA CROCE




Nel nome del Padre
+ e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.


Latino


Signum Crucis



In nómine Patris,
+ et Fìlii,
et Spíritus Sancti. Amen.


Il segno di croce è forse l'atto di religione più strapazzato nelle parole e nel gesto. Proponiamo di fare spesso e devotamente il segno della nostra religione: 
- con  le  parole  esprimeremo l'Unità e Trinità di Dio, 
-e con  la figura  della   croce   la Passione e la Morte di nostro Signore Gesù Cristo.

   Santa Bernadette Soubirous apprese dall'Immacolata a fare perfettamente questo segno di croce. Chiunque al vedere come lei lo faceva ne rimaneva profondamente impressionato.


Altre interessanti notizie sul Segno della Croce 


IL SEGNO DELLA CROCE

Un sacramentale per tutti i momenti del giorno
Semplice da fare, ci difende dal male, ci protegge contro gli attacchi del demonio e ci fa ottenere preziose grazie di Dio.

Sul finire del quarto secol­o, una grande moltitudi­ne riunita intorno ad un pino aspettava con trepidazione l'epilogo di un avvincente episodio. Il vescovo San Martino di Tour aveva fatto saccheggia­re un tempio pagano ed aveva deciso di tagliare il pino che si trovava vicino al locale ed era oggetto di culto idolatrico. A questo si sono opposti nu­merosi pagani che hanno lanciato una sfida: avreb­bero acconsentito all'ab­battimento dell’"albero sacro" se il Santo, come prova della sua fede in Cristo, fosse stato dispo­sto a rimanere legato sot­to di questo, mentre essi stessi lo tagliavano.

Così fu fatto. E vigorosi colpi di accetta in poco tem­po hanno fatto sì che il tron­co cominciasse a pendere ... in direzione della testa dell'uomo di Dio. I pagani si ralle­gravano ferocemente per questo, men­tre i cristiani guardavano con angustia verso il loro santo vescovo. Costui ha fatto il segno della croce e il pino, come spinto dal soffio di una potente raffica di vento, è caduto dall'altra parte sopra alcuni dei più ferrei nemici della Fede. In questa occasione, molti si sono con­vertiti alla Chiesa di Cristo.

Indietro al tempo degli Apostoli

Secondo la tradizione, corrobora­ta dai Padri della Chiesa il segno della croce risale al tempo degli Aposto­li. Alcuni affermano che lo stesso Cri­sto, durante la sua gloriosa Ascensio­ne, ha benedetto i discepoli con questo simbolo della sua Passione Redentri­ce. Gli Apostoli e oltretutto discepoli avrebbero, di conseguenza, propagato questa devozione nelle loro missioni. Già nel secondo secolo, Tertulliano, il primo scrittore cristiano di lingua la­tina, esortava: "Per tutte le nostre azioni, quando entriamo od usciamo, quando ci vestiamo o facciamo il bagno, seduti a tavola o accendendo una cande­la, quando andiamo a dormire o a sederci, all'inizio del nostro lavoro, facciamoci il segno della croce". Questo segno benedetto è oc­casione di grazie tanto nei mo­menti più importanti quanto nei più ordinari della vita cri­stiana. Esso ci si presenta, per esempio, in diversi sacramen­ti: nel Battesimo, nel momen­to in cui si segna con la cro­ce di Cristo colui che Gli ap­parterrà, nella Cresima, quan­do riceviamo sulla fronte l'olio santo, o ancora, all'ultima ora della nostra vita, quando siamo graziati con l'Unzione degli In­fermi. Ci facciamo il segno della Croce all'inizio e alla fine delle preghiere, passando davanti ad una chiesa, ricevendo la benedizione sa­cerdotale, all'inizio di un viaggio, ecc.

Una devozione ricca di significato

Il segno della croce ha innumere­voli significati, tra i quali si segnalano in particolare i seguenti: un atto di de­dizione a Gesù Cristo, un rinnovo del Battesimo ed una proclamazione delle principali verità della nostra Fede: la Santissima Trinità e la Redenzione.
Il modo di farlo anche è ricco di simbolismo ed ha sofferto alcune alte­razioni nel corso del tempo.
La prima di queste sembra essere stata frutto di una controversia con la setta dei monofisiti (sec.V), i quali si facevano il segno della croce usando solo un dito, volendo con questo signi­ficare che nella persona di Cristo il di­vino e l'umano erano riuniti in una so­la natura. In opposizione a questa falsa dottrina, i cristiani sono passati a far­si il segno della croce unendo tre di­ta (pollice, indice e medio), per sot­tolineare il loro culto della Santissi­ma Trinità, ed appoggiando le altre di­ta al palmo della mano, per simboliz­zare la doppia natura (divina ed uma­na) di Gesù. Oltretutto, in tutta quan­ta la Chiesa, i cristiani di quest'epoca si facevano il segno della croce in sen­so contrario a quello in uso oggi, ossia, dalla spalla destra verso quella sinistra.

Innocenzo III (1198-1216), uno dei più grandi papi del periodo medievale, ha dato la seguente spiegazione sim­bolica di questo modo di farsi il segno della croce: "Il segno della croce deve essere fatto con tre dita, poiché si fa con l'invocazione della Santissima Trinità.
Il modo deve essere dall'alto al basso e da destra a sinistra, perché Cristo è sceso dal Cielo sulla terra ed è passato dai giu­dei (destra) ai gentili (sinistra)" Attual­mente questa forma continua ad esse­re usata solo nei riti cattolici orientali.

All'inizio del secolo XIII, alcuni fe­deli, imitando il modo del sacerdote di dare la benedizione, hanno comin­ciato a farsi il segno della croce da si­nistra verso destra, con la mano piat­ta. Lo stesso Papa racconta il motivo di questo cambiamento: "Vi sono alcuni, in questo momento, che fanno il segno della croce da sinistra verso destra, a si­gnificare che dalla miseria (sinistra) pos­siamo giungere alla gloria (destra), così come è successo con Cristo nel salire al Cielo. (Alcuni sacerdoti) fanno in questo modo e le persone cercano di imitarli". Questa forma è finita per diventare co­stume in tutta la Chiesa nell'Occiden­te, e così rimane fino ai nostri giorni.

Benefici effetti

Il segno della croce è il più antico e principale sacramentale, termine che significa, un "segno sacro", mediante il quale, ad imitazione dei sacramen­ti, "sono significati principalmente effet­ti spirituali che si ottengono per suppli­ca della Chiesa" (CIC, can.1166). Esso ci difende dal male, ci protegge contro gli assalti del demonio e ci rende pro­pizia la grazia di Dio. San Gaudenzio (set. IV) afferma che, in tutte le circo­stanze, esso è "una invincibile armatu­ra dei cristiani".

Ai fedeli che si mostravano turba­ti o tentati, i Padri della Chiesa consi­gliavano il segno della croce come ri­medio dall'efficacia garantita.

San Benedetto da Norcia, dopo aver vissuto per tre anni come eremita a Su­biaco, fu cercato da un gruppo di mo­naci che abitavano lì vicino, i quali gli chiesero che accettasse di essere il loro superiore. Tuttavia, alcuni monaci non condividevano questo progetto, e ten­tarono di ammazzarlo, offrendogli pa­ne e vino avvelenati. Quando San Be­nedetto fece il segno della croce sugli alimenti, il bicchiere di vino si ruppe, ed un corvo volò fino al pane, lo pre­se e lo portò via. Questo fatto è ricor­dato ancor oggi nella "Medaglia di San Benedetto".

Ave, o Croce, nostra unica speran­za! Nella Croce di Cristo, e solo in essa, dobbiamo confidare. Se essa ci sostiene, non cadremo, se essa è il nostro rifugio, non ci scoraggeremo, se essa è la nostra forza, che cosa potremo temere?
Seguendo il consiglio dei Padri della Chiesa, mai ci sia da parte nostra senso di vergogna nel farlo di fronte agli altri o negligenza nell'utilizzare questo effica­ce sacramentale, poiché esso sarà sem­pre il nostro rifugio e protezione.
Tratto dalla rivista: “Salvami Regina”; anno VII; numero 17; luglio 2005.



AMDG et BVM

"VENI, CREATOR SPIRITUS" et "VENI, SANCTE SPIRITUS"


Vieni, o Spirito Creatore


Vieni, o Spirito creatore,

visita le nostre menti,

riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.

O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell'anima.

Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.

Sii luce all'intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.

Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.

Luce d'eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo Amore. Amen.

Latino:


Veni, Creator Spiritus

Veni, Creátor Spíritus,

mentes tuòrum vísita,

imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.



Qui díceris Paráclitus,

altíssimi donum Dei,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.



Tu septifòrmis múnere,

dígitus patérnæ déxteræ,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.



Accénde lumen sénsibus,

infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte firmans pérpeti.



Hostem repéllas lóngius

pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prævio
vitémus omne nóxium.



Per Te sciámus da Patrem

noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.



Deo Patri sit glória,

et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula. Amen.

***

***QUESTA POI E' LA SEQUENZA -BELLISSIMA- DELLA SANTA MESSA DI PENTECOSTE, PRECEDUTA DALL'ANTIFONA: "Veni, Sancte Spiritus, reple tuorum corda fidelium: et tui amoris in eis ignem accende"*** Per meglio memorizzarla si consiglia la lingua latina.

***


Vieni, Santo Spirito


Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della Tua luce.


Vieni, Padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.


Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.


Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.


O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.


Senza la Tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.


Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.


Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
raddrizza ciò ch'è sviato.


Dona ai Tuoi fedeli
che solo in Te confidano
i Tuoi santi doni.


Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna. Amen.

Latino:

Veni, Sancte Spiritus

Veni, Sancte Spíritus,
et emítte cǽlitus
lucis tuæ rádium.

Veni, Pater páuperum,
veni, dator múnerum,
veni, lumen córdium.

Consolátor óptime,
dulcis hospes ánimæ,
dulce refrigérium.

In labóre réquies,
in æstu tempéries,
in fletu solácium.

O lux beatíssima,
reple cordis íntima
tuórum fidélium.

Sine tuo númine,
nihil est in hómine
nihil est innóxium.

Lava quod est sórdidum,
riga quod est áridum,
sana quod est sáucium.

Flecte quod est rígidum,
fove quod est frígidum,
rege quod est dévium.

Da tuis fidélibus,
in te confidéntibus,
sacrum septenárium.

Da virtútis méritum,
da salútis éxitum,
da perénne gáudium.
Amen. (Alleluja).

http://ilrifugiodelpeccatore.myblog.it/
AMDG et BVM