Visualizzazione post con etichetta vigilanza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta vigilanza. Mostra tutti i post

giovedì 17 settembre 2015

Siate vigili



Mess. GESU': 

ISTRUZIONI AI CONSACRATI E AI FEDELI 

(importante)


(per ingrandire, cliccare sull'immagine) 

Messaggio di Gesù Sommo Sacerdote del 16 Settembre 2015 a Giglio del Santo Volto.

***

I sacerdoti e i leviti, e tutti quelli delle loro tribù, non avranno parte o possessione come il rimanente popolo d'Israele, perché vivono dei sacrifizi delle offerte del Signore (Deuteronomio 13, 1)
Ed il Signore mi disse: " Hanno parlato bene in tutto (Deuteronomio 18, 17)
(Purché però tu custodisca i suoi comandamenti, e tu faccia quel ch'io ogni ti comando, di amar il Signore Dio tuo, e di camminar sempre per le sue vie) (Deuteronomio 19, 9)
E disse a tutta l'assemblea d'Israele:" Se piace a voi e se è volontà del Signore Dio nostro quanto io vi dico, mandiamo [messaggeri] a tutti gli altri nostri fratelli in tutte le regioni d'Israele e ai sacerdoti e ai leviti che abitano nei dintorni delle città, affinché si uniscano a noi. (1Paralipomeni 13, 2)
***
Il tempo è questo!
Il tempo è questo, non perdete la dritta via (quella dei 10 Comandamenti) o non potrò prendervi con Me.

Ascolta quanto oggi vengo a comunicarti, Mia amata fanciulla.
Io, Gesù Cristo, Sommo Sacerdote della Mia Chiesa in terra, ho necessità che i Miei sacri servitori Mi seguano e si pieghino alla Volontà del Padre.


Sopraggiunge per loro il tempo della scelta e dell' estremo sacrificio, laddove verrà richiesto.

Saranno additati e colpevoli di alto tradimento, coloro che hanno compreso e accolto il Mio richiamo, senza però mettere in pratica gli ordini che dall'Alto sopraggiungono urgentemente. 

Quanti si stanno organizzando e progettano, nel minimo dettaglio, il percorso che tutti i Miei fedeli debbono compiere, per assicurare che il Santo Sacrificio possa essere celebrato? 
Volete o no capire, infine, che il tempo è ormai giunto al termine? 

Presto Io sarò espatriato dalla Casa del Padre, dalla Dimora Consacrata dove Sono stato per voi l'ancora di salvezza, il conforto e la sicurezza, poiché realmente presente in quel Tabernacolo.

Costruiranno una culla di finta bambagia, laddove Ho potuto ascoltare i Miei figli e recare il conforto, lì, in quel luogo sacro dove Sono stato adoraTo e cercaTo, non potrò più essere presente.
Essi mi cacceranno con le vergate più potenti con cui possano colpire e riapriranno le ferite della Passione e le lacrime e il sudore nell' Orto versati, torneranno a scendere copiosamente.

Di nuovo Mi riserveranno il trattamento del traditore e del subbugliatore, Sarò l'eretico da mandare al rogo mentre loro, alcuni pienamente consapevoli, si stanno scavando una fossa buia e profonda con le stesse mani e attireranno l'Ira dell'Altissimo. 
Hanno scelto il giorno del loro giubilo, il giorno in cui la crudele Crocifissione avverrà di nuovo. 
Saranno battuti con le stesse armi, infine. 
Quanto odio posso vedere nei loro cuori! Ma anche un profondo stato di indifferenza e di totale lassismo, quasi come automi, ipnotizzati dall'inganno subdolo che ha fatto loro credere che tutta la Verità assoluta di Dio fosse pura menzogna.
Credono alle false promesse .Non sentono in loro il fuoco dello Spirito e non possono più fare un santo discernimento perché l'erba maledetta, ha messo le radici ed è cresciuta avvolgendogli il cuore, isolando e rendendo sordi i loro orecchi al Mio richiamo.
Burattini, stolte marionette, per quanto ancora credete che vi sarà concesso di perpetrare i vostri blasfemi propositi? Per quanto ancora, pensate che il Padre resti con le braccia incrociate?
Ho promesso che fino all'ultimo istante avrei chiamato ogni singola anima a Me.

Mi sembra proprio, infine, che la vostra scelta sia quella definitiva.

Voglio richiamare ora l'attenzione dei Sacri Servitori che ancora credono in Me e nell'insegnamento del Vangelo, coloro che restano fedeli alla tradizione e possono sentirsi soli, in questo momento così doloroso per la Mia chiesa in terra.

Vi sto attorniando di anime che sarebbero pronte a dare la propria vita per Me, per portarvi il coraggio e la forza necessari per affrontare la dura prova in cui sarete costretti a passare, pur di non tradire il vostro Dio e tutto ciò che ha concesso attraverso il dolore dell'offerta di Suo Figlio all'intera umanità.
Cercate il vostro luogo di rifugio sicuro, rendetelo accogliente più che potete per adorare e ricevere il Mio Corpo; nasceranno molteplici, seppur piccoli, luoghi consacrati, che vi permetteranno di averMi ancora con voi.

Presto il nuovo rito sarà introdotto ed una nuova versione dell' Atto di fede, sarà prospettata  e imposta con la sola, diabolica intenzione di farvi pronunciare e rinnovare, volta dopo volta, una consacrazione al Mio avversario.

Siate vigili, d'ora in avanti. In alcune Chiese sono già stati messi in atto i preliminari e sono stati subdolamente inseriti nei testi utilizzati.

Vi prego di prestare attenzione a come vengono proposte le preghiere dei fedeli e di come ci si stia fortemente concentrando su una errata forma di carità e fraternità.


Era già stato preannunciato questo aspetto ad altri Miei messaggeri e profeti.
Tutto ciò infine, si sta realizzando sotto i vostri occhi.


Vi state domandando, lecitamente, quando arriverà il momento di discostarsi dalle Chiese che frequentate abitualmente e dalle particole in cui il Mio Corpo non sarà più presente.
Sarà l'evento disastroso di Ottobre a portare il frutto marcio!

Io vi prometto che sarete fortemente guidati per ottenere il discernimento necessario e accostarVi a Me nei luoghi protetti e stabiliti dal Padre.
Vi prego di ricorrere quanto prima al Sacramento della Riconciliazione e purificarvi da tutto il male che risiede dentro di voi.

Accostatevi più che potete all' Eucarestia, affinché Io vi trasmetta la forza per essere pronti, ma altrettanto gioiosi, da poter compiere la Volontà del Padre.
Voi diverrete, unitamente ai Servitori che Mi resteranno fedeli fino a donare la vita stessa, i custodi speciali del Mio Corpo e dei Miei Insegnamenti.

Vi prometto, altresì, che dimostrandoMi la vostra fedeltà, potrete continuare ad amarMi e adorarMi nel Santissimo Sacramento, anche nei momenti peggiori che l'umanita potrà vivere.

Sappiano, coloro che Mi stanno tradendo, che Io non ho alcuna intenzione di essere spodestato e bandito dalla Mia Casa e se non potrò accedervi, per ogni Santa Dimora perduta, ne ricostruirò altre dieci, piccole e sante.

Chiedo il Coraggio da vendere, a tutti voi.

Chiedo la fedeltà e totale affidamento.
Chiedo che non Mi abbandoniate e restiate uniti a Me, il vostro Salvatore Gesù Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote.

***

E Davide temette ancora Iddio dicendo: " Come posso far venire l'arca di Dio presso di me? (1Paralipomeni 13, 12)
Lo stolto dice in cuor suo: " Iddio non c'è". Si son corrotti [gli uomini] e resi abominevoli per la loro condotta: non c'è chi faccia il bene, se non ce n'è neppure uno! (Salmi 13, 11)
Signore, chi potrà albergar nella tua tenda? Chi potrà dimorar sul tuo santo monte? (Salmi 14, 1)
Non fate secondo il costume della terra d'Egitto, ove abitaste; non vi regolate secondo l'uso della regione di Canaan ov'io v'introdurrò; non vi conformate alle loro leggi. (Levitico 18, 3)
Ed il Signore parlando a Mosè gli disse: " Parla ad Aronne ed a' suoi figli, ed a tutti i figli di Israele e di loro: - Il Signore mi ha dato quest'ordine e m' ha detto (Levitico 17, 1)
Pilato lo interrogò: " Sei tu il re dei Giudei? " Gesù rispose: " Tu lo dici" (S.Marco 15, 2)
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, presso il quale si radunarono tutti i Sacerdoti, gli Scribi e i seniori. (S.Marco 14, 53)
Eccomi a te, monte di Seir, e stenderò la mia mano sopra di te, e ti renderò desolato e deserto (Ezechiele 35, 3)
E santificherò il mio gran nome che fu disonorato fra le genti, avendolo voi messo in disonore in mezzo di esse. E le genti conosceranno che io sono il Signore, dice il Signore degli eserciti, quando mi sarà santificato in voi in faccia ad esse (Ezechiele 36, 23)
Prendi un provvedimento, accordaci un soccorso, stendi la tua ombra protettrice, come notte in pien meriggio, nascondi i fuggitivi, i dispersi non tradirli (Isaia 16, 3)

<<SPIRITO SANTO, ISPIRAMI.
AMORE DI DIO, CONSUMAMI.
NEL VERO CAMMINO, CONDUCIMI.
MARIA MADRE MIA, GUARDAMI.
CON GESU’ BENEDICIMI.
DA OGNI MALE, DA OGNI ILLUSIONE,
DA OGNI PERICOLO, PRESERVAMI.>>

domenica 5 luglio 2015

SEGUIAMO GESU' CON PASSI D'AMORE




 Vigilanza cristiana

Perciò, fratelli dilettissimi, occorre che col cuore ci volgiamo là dove crediamo che Egli sia asceso col corpo. Fuggiamo i desideri terreni, nulla più ci diletti quaggiù, poiché abbiamo un Padre nei cieli. E ciò noi dobbiamo considerare attentamente, poiché Colui che mite salì in cielo tornerà terribile; e tutto ciò che ci insegnò con mansuetudine, esigerà da noi con severità. Nessuno, dunque, tenga in poco conto il tempo dovuto alla penitenza; nessuno, mentre è nel pieno delle proprie forze, trascuri se stesso, poiché il nostro Redentore quando verrà a giudicarci sarà tanto più severo quanto più paziente è stato con noi prima del giudizio. Pertanto, fratelli, fate questo tra voi e su questo meditate assiduamente. Sebbene l’animo, sconvolto dalle passioni terrene, sia ancora incerto, tuttavia adesso gettate l’ancora della vostra speranza verso la patria eterna, fortificate nella vera luce i propositi dell’animo. Ecco abbiamo sentito che il Signore è asceso al cielo. Perciò meditiamo sempre su ciò in cui crediamo. E se ancora siamo trattenuti qui dall’impedimento del corpo, tuttavia seguiamo Lui con passi d’amore. Non può lasciare insoddisfatto il nostro desiderio Colui che ce l’ha ispirato, Gesù Cristo Nostro Signore.

       Gregorio Magno, Hom. 2, 29, 11

domenica 31 maggio 2015

"Vi invito a vivere nella fiducia e in una grande speranza del mio vicino e straordinario intervento"


Rubbio (Vicenza), 8 dicembre 1987. Festa della Immacolata Concezione.

Non lasciatevi illudere.


«Il mio candore di Cielo scende oggi su di voi e vuole avvolgere tutto il mondo.

Camminate nella mia Luce se volete giungere alla pace.

La luce della grazia divina, della purezza, della santità, della preghiera, di una sempre più
perfetta carità deve penetrare la vostra esistenza, figli consacrati al mio Cuore Immacolato.

Vivete i tempi dolorosi del castigo.

Vivete l'ora tenebrosa della vittoria del mio Avversario, che è il Principe della notte.

Vivete i momenti più difficili della purificazione.

Allora vi invito a rifugiarvi dentro la dimora sicura del mio Cuore Immacolato ed a lasciarvi
avvolgere dal manto celeste della mia purissima Luce.

Camminate sulla strada, che in questi anni vi ho tracciato, per diventare oggi gli strumenti
della mia pace.

Non lasciatevi illudere.

La pace non verrà al mondo dagli incontri di coloro che voi chiamate i grandi di questa terra,
né dai loro reciproci patteggiamenti.

La pace può giungere a voi solo dal ritorno dell'umanità al suo Dio per mezzo della conversione, alla quale in questo mio giorno ancora vi chiamo, e per mezzo della preghiera, del digiuno e della penitenza.

Altrimenti, nel momento in cui si griderà da tutti alla pace ed alla sicurezza, piomberà
all'improvviso la sciagura.

Per questo vi domando di assecondare i miei pressanti richiami a camminare sulla strada del
bene, dell'amore, della preghiera, della mortificazione dei sensi, del disprezzo del mondo e di
voi stessi.

Oggi accolgo con gioia il vostro omaggio di amore, lo associo al canto di gloria del Paradiso, alle
invocazioni delle anime purganti, al coro di lode della Chiesa militante e pellegrina, vi invito a
vivere nella fiducia e in una grande speranza del mio vicino e straordinario intervento».

giovedì 7 maggio 2015

È così insensibile il morire di un'anima!

 Linee essenziali 
del vostro carattere di apostoli.


Esser sempre vigili e pronti.

I vostri lombi siano cinti, sempre cinti, e le vostre lampade accese come è di coloro che da un attimo all'altro devono partire o correre incontro ad un che arriva. E infatti voi siete, voi sarete, sin che la morte vi fermi, gli instancabili pellegrini alla ricerca di chi è errante; e finché la morte la spenga, la vostra lampada deve esser tenuta alta e accesa per indicare la via agli sviati che vengono verso l'ovile di Cristo.

Fedeli dovete essere al Padrone che vi ha preposti a questo servizio. Sarà premiato quel servo che il Padrone trova sempre vigilante e che la morte sorprende in stato di grazia.
Non potete, non dovete dire: "Io sono giovane. Ho tempo di fare questo e quello, e poi pensare al Padrone, alla morte, all'anima mia".  
Muoiono i giovani come i vecchi, i forti come i deboli. E all'assalto della tentazione sono vecchi e giovani, forti e deboli, ugualmente soggetti. Guardate che l'anima può morire prima del corpo e voi potete portare, senza sapere, in giro un' anima putrida. È così insensibile il morire di un'anima! Come la morte di un fiore. Non ha grido, non ha convulsione... china solo la sua fiamma come corolla stanca, e si spegne.
Dopo, molto dopo talora, immediatamente dopo talaltra, il corpo si accorge di portare dentro un cadavere verminoso, e diviene folle di spavento, e si uccide per sfuggire a quel connubio...
Oh! non sfugge! Cade proprio con la sua anima verminosa su un brulicare di serpi nella Geenna.

Non siate disonesti come sensali o causidici che parteggiano per due opposti clienti, non siate falsi come i politicanti che dicono "amico" a questo e a quello, e poi sono di questo e di quello nemici. Non pensate di agire in due modi. Dio non si irride e non si inganna. Fate con gli uomini come fate con Dio, perché offesa fatta agli uomini è come fatta a Dio. Vogliate che Dio veda voi quali volete esser veduti dagli uomini.

Siate umili.
Non potete rimproverare il vostro Maestro di non esserlo. Io vi do l'esempio. Fate come faccio.
Umili, dolci, pazienti. Il mondo si conquista con questo. Non con violenza e forza.

Forti e violenti siate contro i vostri vizi. Sradicateli, a costo di lacerarvi anche lembi di cuore. Vi ho detto, giorni or sono, di vigilare gli sguardi. Ma non lo sapete fare. Io vi dico: meglio sarebbe diveniste ciechi con lo strapparvi gli occhi ingordi, anziché divenire lussuriosi.

Siate sinceri. Io sono Verità. Nelle eccelse come nelle umane cose. Voglio siate schietti voi pure. Perché andare con inganno o con Me, o coi fratelli, o con il prossimo? Perché giocare di inganno? Che? Tanto orgogliosi qual siete, e non avete l'orgoglio di dire: "Voglio non esser trovato bugiardo"?

E schietti siate con Dio. Credete di ingannarlo con forme di orazione lunghe e palesi? Oh! poveri figli! Dio vede il cuore! Siate casti nel fare il bene. Anche nel fare elemosina. Un pubblicano ha saputo esserlo prima della sua conversione. E voi non lo sapreste? Sì, ti lodo, Matteo, della casta offerta settimanale che Io e il Padre solo conoscevamo tua, e ti cito ad esempio. È una castità anche questa, amici. Non scoprire la vostra bontà come non scoprireste una figlia giovinetta agli occhi di una folla. Siate vergini nel fare il bene. È vergine l'atto buono quando è esente da connubio di pensiero di lode e di stima o da fomite di superbia.

Siate sposi fedeli della vostra vocazione a Dio. Non potete servire due padroni. Il letto nuziale non può accogliere due spose contemporaneamente. Dio e Satana non possono dividersi i vostri amplessi. L'uomo non può, e non lo possono né Dio né Satana, condividere un triplice abbraccio in antitesi fra i tre che se lo dànno.

Siate alieni da fame d'oro come da fame di carne, da fame di carne come da fame di potenza. Satana questo vi offre. Oh! le sue bugiarde ricchezze! Onori, riuscita, potere, dovizie: mercati osceni che hanno a moneta la vostra anima. Siate contenti del poco. Dio vi dà il necessario. Basta. Questo ve lo garantisce come lo garantisce all'uccello dell'aria, e voi siete da ben più degli uccelli.

Ma vuole da voi fiducia e morigeratezza. Se avrete fiducia, Egli non vi deluderà. Se avrete morigeratezza, il suo dono giornaliero vi basterà. Non siate pagani, pur essendo, di nome, di Dio. Pagani sono coloro che, più che Dio, amano l'oro e il potere per apparire dei semidei. Siate santi e sarete simili a Dio nell'eternità.

Non siate intransigenti. Tutti peccatori, vogliate essere con gli altri come vorreste che gli altri con voi fossero: ossia pieni di compatimento e perdono. Non giudicate. Oh! non giudicate! Da poco siete con Me, eppure vedete quante volte già Io, innocente, fui a torto mal giudicato e accusato di peccati inesistenti. Il mal giudizio è offesa. E solo chi è santo vero non risponde offesa ad offesa. Perciò astenetevi da offendere per non essere offesi. Non mancherete così né alla carità né alla santa, cara, soave umiltà, la nemica di Satana insieme alla castità. Perdonate, perdonate sempre. Dite: "Perdono, o Padre, per essere da Te perdonato dei miei infiniti peccati".

Miglioratevi d'ora in ora, con pazienza, con fermezza, con eroicità. E chi vi dice che divenire buoni non sia penoso? Anzi vi dico: è fatica più grande di tutte. Ma il premio è il Cielo e merita perciò consumarsi in questa fatica.



E amate. Oh! quale, quale parola devo dire per persuadervi all'amore? Nessuna ve ne è atta a convertirvi ad esso, poveri uomini che Satana aizza! E allora, ecco Io dico: "Padre, affretta l'ora del lavacro. Questa terra e questo tuo gregge è arido e malato. Ma vi è una rugiada che lo può molcere e mondare. Apri, apri la fonte di essa. Me apri, Me. Ecco, Padre. Io ardo di fare il tuo desiderio che è il mio e quello dell'Amore eterno. Padre, Padre, Padre! Guarda il tuo Agnello e siine il Sacrificatore"».

<<SPIRITO SANTO, ISPIRAMI.
AMORE DI DIO, CONSUMAMI.
NEL VERO CAMMINO, CONDUCIMI.
MARIA, MADRE MIA, GUARDAMI.
CON GESU’ BENEDICIMI.
DA OGNI MALE, DA OGNI ILLUSIONE,
DA OGNI PERICOLO, PRESERVAMI.>>

sabato 11 aprile 2015

11. Se riflettessimo un po' di più sull' Esortazione agli anziani e ai giovani di san Pietro I, 4,12 - 5,14

Dalla prima lettera di san Pietro 4,12 - 5,14

    Carissimi, non siate sorpresi per l'incendio di persecuzione che si è acceso in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi. Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; glorifichi anzi Dio per questo nome.

    È giunto infatti il momento in cui ha inizio il giudizio a partire dalla casa di Dio; e se incomincia da noi, quale sarà la fine di coloro che rifiutano di credere al vangelo di Dio?
E se il giusto a stento si salverà,
che ne sarà dell'empio e del peccatore? (Pro 11, 31).
    Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, si mettano nelle mani del loro Creatore fedele e continuino a fare il bene.


    Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri, secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.
    Ugualmente, voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché
        Dio resiste ai superbi,
        ma dà grazia agli umili (Pro 3, 34).


    Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione (Sal 54, 23), perché egli ha cura di voi. Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.
    E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi. A lui la potenza nei secoli. Amen!


Mane nobiscum, Domine!

mercoledì 11 dicembre 2013

OCCORRE VEGLIARE SU DI SE' ! FONDAMENTALE INSEGNAMENTO


Invocazione a Cristo della sposa afflitta da diversi e futili pensieri, che non riesce a scacciare. Cristo risponde alla sposa che cio è permesso da Dio. Grande utilità dei sentimenti di dolore e di timore a confronto della corona e come il peccato veniale non debba essere disprezzato, perché non conduca a quello mortale.

Capitolo Diciannovesimo

Parla il Figlio alla sposa: Figlia, perché ti preoccupi e sei agitata? Ella risponde: Perché sono presa da vari e vani pensieri e non posso liberarmene e mi turba udire il tuo giudizio terribile.

Risponde il Figlio: Questa è vera giustizia. Come prima ti dilettavi degli affetti del mondo contro la mia volontà, così ora permetto ti vengano codesti pensieri contro il tuo volere. Temi però con misura e confida assai in me, tuo Dio, sapendo sicurissimamente che quando la mente non si compiace nei pensieri peccaminosi, ma vi resiste, detestandoli, essi sono purificazione e corona dell'anima. Se poi t'accorgi di compiacerti in qualche piccolo peccato, che sai essere peccato, e lo fai, trascurando d'astenerti e presumendo della grazia e non ne fai penitenza né altra emenda, sappi ch'esso può diventare mortale. Perciò se ti viene in mente qualche dilettazione di peccato, qualunque sia, rifletti subito dove va a finire e pentiti.

Dopo che, infatti, la natura umana s'è indebolita, da tale debolezza proviene spesso il peccato. Non c'è infatti uomo, che non pecchi venialmente. Ma Dio misericordioso ha dato all'uomo il rimedio, e cioè il pentimento d'ogni peccato anche di quelli già emendati, se per caso non se ne sia fatta adeguata emenda. Nulla infatti Dio odia di più che il sapere d'aver peccato e non curarsene o il presumere dei propri meriti, quasi Dio tollerasse qualche tuo peccato, perché non può essere onorato se non da te, o ti permettesse di compierne anche uno solo, dato che hai già fatto tanto altro bene. Anche se avessi pur fatto milioni di atti buoni, non basterebbero per redimere un solo peccato, data la bontà e la carità di Dio. Temi perciò in modo ragionevole e, se non riesci a scacciare questi pensieri, abbi almeno pazienza e sforzati con la volontà contraria. Infatti non ti dannerai perché essi ti vengono, ma se ne prendi diletto.



Anche se non acconsenti ai pensieri, temi di cadere in superbia. Chi sta in piedi, infatti, sta solo per forza di Dio. Perciò il timore è come un'introduzione al cielo; molti infatti caddero nel baratro della propria morte, perché avevano allontanato da sé il timore di Dio e si vergognarono di confessare davanti a Dio. Perciò mi rifiuterò di sollevare dal peccato chi trascura di chiedere perdono. Aumentando i peccati con la pratica, quello che era perdonabile per il pentimento essendo veniale, diventa, per negligenza e disprezzo, assai grave, come potrai comprendere in quest'anima già giudicata. Dopo che commise infatti il peccato veniale e perdonabile, l'aumentò per l'abitudine, confidando in alcuni suoi meriti e in alcune opere da poco, non pensando al mio giudizio. E così, l'anima adescata dall'abitudine alla disordinata affezione, non si emendò né frenò la volontà di peccato, fino a che non venne l'ultimo momento e fu pronto il giudizio. Mentre si avvicinava la fine, ancor più s'avviluppava miserabilmente la sua coscienza, si addolorava di dover presto morire costretta a separarsi da quel piccolo bene terreno che amava.

Dio infatti sopporta l'uomo fino all'ultimo e aspetta, semmai il peccatore voglia rimuovere totalmente la sua libera volontà, dall'affetto al peccato. Ma quando la volontà non si corregge, l'anima è avvinta quasi invincibilmente, perché il Diavolo sa che ognuno sarà giudicato secondo la coscienza e la volontà e fa ogni sforzo in quel punto, affinché l'anima prenda la cosa alla leggera e s'allontani dalla retta intenzione. E Dio lo permette, perché l'anima, quando doveva, non volle vigilare.

Non voler poi considerare e presumere troppo, se chiamo qualcuno amico e servo, come prima ho chiamato costui, perché anche Giuda fu chiamato amico e Nabuccodonosor servo. Ma come dissi direttamente: « Voi siete miei amici, se farete quel che vi comando », così dico ora: sono amici quando mi imitano, nemici quando, disprezzando i miei comandamenti, mi perseguitano. Forse che David non peccò di omicidio dopo che l'ebbi detto uomo secondo il mio cuore? E Salomone non decadde dalla sua bontà, pur avendo ricevuto tanti doni ammirabili e tante promesse? La promessa non s'adempì in lui, a causa della sua ingratitudine, ma in me, Figlio di Dio. Perciò come nei tuoi contratti si mette la clausola con la finale, così io nel mio parlare appongo questa clausola con la finale: se qualcuno farà la mia volontà e lascerà la sua eredità, avrà la vita eterna. Chi invece ascolterà, ma non persevererà nelle opere, sarà come il servo inutile e ingrato. Ma neppure devi diffidare, se chiamo qualcun altro nemico, perché appena il nemico volge la volontà verso il bene, subito è amico di Dio. Non era Giuda uno dei Dodici, quando dissi: Voi siete miei amici, perché mi avete seguito e sederete sopra i dodici seggi? Allora Giuda mi seguiva, ma non sederà con i Dodici. Come s'adempiono allora le parole di Dio?

Ti rispondo: Dio, che vede i cuori e le volontà degli uomini, secondo questa li giudica e li rimunera per quel che vede. L'uomo, invece, giudica per quel che vede in faccia. Perciò, affinché non insuperbisse il buono, né diffidasse il cattivo, Dio chiama all'apostolato sia i buoni che i cattivi e ogni giorno chiama agli onori i buoni e i cattivi, affinché chiunque in vita esercita un ufficio si glori nella vita eterna. Chi poi ha dignità senza il peso (dei doveri) se ne glori nel tempo, essendo destinato alla morte eterna. Poiché dunque Giuda non mi seguiva con cuore perfetto, non valeva per lui quel « mi avete seguito », perché non perseverò sino al premio; bensì valeva per quelli che avrebbero perseverato, sia allora che poi. Giacché il Signore, alla cui presenza io sto, parla a volte al presente di cose che riguardano il futuro e di quelle da fare come se fossero già fatte; talvolta unisce anche passato e futuro e usa il passato per il futuro, perché nessuno ardisca porre in discussione gli imperscrutabili consigli della Trinità.

Ascolta ancora una parola: Molti sono i chiamati, pochi invece gli eletti. Così costui è stato chiamato all'episcopato, ma non è eletto, perché è ingrato alla grazia di Dio. Perciò, vescovo di nome ma decaduto dal merito, sarà trattato come quelli che scendono e non salgono.




Aggiunta.

Il Figlio di Dio parla e dice: Ti meravigli, o figlia, che un vescovo fece una bellissima fine e un altro una fine orrenda, perché gli cadde una parete addosso e poco sopravvisse, e quel poco in gran dolore. Ti dico quel che dice la Scrittura, anzi io stesso, che il giusto di qualunque morte muoia è giusto presso Dio, mentre gli uomini del mondo reputano giusto quello che fa una bella fine senza dolori e vergogna. Dio invece ritiene giusto colui che è provato da lunga astinenza o che ha sofferto per la giustizia, perché gli amici di Dio sono tribolati in questo mondo e avranno minor pena in futuro o maggior gloria in cielo. Pietro e Paolo infatti son morti per la giustizia, ma Pietro morì più amaramente di Paolo, perché amò la carne più di Paolo e perché, avendo ricevuto il primato nella mia Chiesa, dovette a me assomigliare con una morte più crudele. Paolo invece, che amò di più la castità e faticò di più, ebbe la spada come egregio soldato, perché io dispongo le cose secondo i meriti e secondo misura. Perciò nel giudizio di Dio, non sono corona o condanna la fine o la morte spregevole, ma l'intenzione e la volontà degli uomini e la loro causa.

Così e di questi due Vescovi: Uno infatti soffrì di buona volontà più amarezze ed ebbe una morte più spregevole; l'altro morì con minori pene, ma non per la gloria, perché non soffriva di buona volontà; e perciò l'altro conseguì una fine gloriosa. Questo avvenne secondo la mia segreta giustizia, ma non per il premio eterno, perché non corresse la sua volontà durante la vita.



Parole della Madre alla figlia, riguardanti, con alcuni esempi, la magnificenza e la perfezione della vita di S. Benedetto. Com'è indicata in un legno sterile l'anima non fruttuosa, nella pietra la superbia della mente, e nel cristallo l'anima fredda; tre scintille da osservare nel cristallo, nato da pietra e legno.  Libro III, 19







venerdì 29 novembre 2013

Domenica 1 dicembre 2013, I Domenica di Avvento - Anno A - Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 24,37-44.

Maria Valtorta


"Prendete, prendete quest’opera e ‘non sigillatela’, ma leggetela e fatela leggere"
Gesù (cap 652, volume 10), a proposito del
"Evangelo come mi è stato rivelato"
di Maria Valtorta

Domenica 1 dicembre 2013, I Domenica di Avvento - Anno A

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 24,37-44.

Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo.
Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, 
e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. 
Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. 
Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata. 
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 
Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 
Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà. 
Traduzione liturgica della Bibbia


Corrispondenza nell "Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta : 
Volume 9 Capitolo 596 pagina 387.

[...] 46  State nel Signore e nella sua verità. Io sono la Verità e insegno la verità. Perciò ancora vi ripeto: qualunque cosa vi dicano di Me, non credete. Io solo ho detto la verità. Io solo vi dico che il Cristo verrà, ma quando sarà la fine. Perciò, se vi dicono: “È nel deserto”, non andate. Se vi dicono: “È in quella casa”, non date retta. Perché il Figlio dell’uomo nella sua seconda venuta sarà simile al lampo che esce da levante e guizza fino a ponente, in un tempo più breve di quel che non sia il batter di una palpebra. E scorrerà sul grande Corpo, di subito fatto Cadavere, seguito dai suoi fulgenti angeli, e giudicherà. Là dovunque sarà corpo là si raduneranno le aquile. E subito dopo la tribolazione di quei giorni ultimi, che vi fu detta - parlo già della fine del tempo e del mondo e della risurrezione delle ossa, delle quali cose parlano i profeti - si oscurerà il sole, e la luna non darà più luce, e le stelle del cielo cadranno come acini da un grappolo troppo maturo che un vento di bufera scuote, e le potenze dei Cieli tremeranno.

E allora nel firmamento oscurato apparirà folgorante il segno del Figlio dell’uomo, e piangeranno tutte le nazioni della Terra, e gli uomini vedranno il Figlio dell’uomo venir sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Ed Egli comanderà ai suoi angeli di mietere e vendemmiare, e di separare i logli dal grano, e di gettare le uve nel tino, perché sarà venuto il tempo del grande raccolto del seme di Adamo, e non ci sarà più bisogno di serbare racimolo o semente, perché non ci sarà mai più perpetuazione della specie umana sulla Terra morta. E comanderà ai suoi angeli che a gran voce di trombe adunino gli eletti dai quattro venti, da un’estremità all’altra dei cieli, perché siano al fianco del Giudice divino per giudicare con Lui gli ultimi viventi ed i risorti. 

47Dal fico imparate la similitudine: quando vedete che il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che vicina è l’estate. Così anche, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il Cristo sta per venire. In verità vi dico: non passerà questa generazione che non mi volle, prima che tutto ciò avvenga. 
La mia parola non cade. Ciò che dico sarà. Il cuore e il pensiero degli uomini possono mutare, ma non muta la mia parola. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto poi al giorno e all’ora precisa, nessuno li conosce, neppure gli angeli del Signore, ma soltanto il Padre li conosce. 

48Come ai tempi di Noè, così avverrà alla venuta del Figlio dell’uomo. Nei giorni precedenti al diluvio, gli uomini mangiavano, bevevano, si sposavano, si accasavano, senza darsi pensiero del segno sino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e si aprirono le cataratte dei cieli e il diluvio sommerse ogni vivente e ogni cosa. Anche così sarà per la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno accosto nel campo, e uno sarà preso e uno sarà lasciato, e due donne saranno intente a far andare la mola, e una sarà presa e una lasciata, dai nemici nella Patria e più ancora dagli angeli separanti il buon seme dal loglio, e non avranno tempo di prepararsi al giudizio del Cristo. 

Vegliate dunque perché non sapete a che ora verrà il vostro Signore. Ripensate a questo: se il capo di famiglia sapesse a che ora viene il ladro, veglierebbe e non lascerebbe spogliare la sua casa. Quindi vegliate e pregate, stando sempre preparati alla venuta, senza che i vostri cuori cadano in torpore, per abuso e intemperanza di ogni specie, e i vostri spiriti siano fatti distratti e ottusi alle cose del Cielo dalle eccessive cure per le cose della Terra, e il laccio della morte non vi colga improvviso quando siete impreparati. Perché, ricordate, tutti avete a morire. Tutti gli uomini, nati che siano, devono morire, ed è una singola venuta del Cristo questa morte e questo susseguente giudizio, che avrà il suo ripetersi universale alla venuta solenne del Figlio dell’uomo. 


49Che sarà mai di quel servo fedele e prudente, preposto dal padrone ad amministrare il cibo ai domestici in sua assenza? Beata sorte egli avrà se il suo padrone, tornando all’improvviso, lo trova a fare ciò che deve con solerzia, giustizia e amore. In verità vi dico che gli dirà: “Vieni, servo buono e fedele. Tu hai meritato il mio premio. Tieni, amministra tutti i miei beni”. 

Ma se egli pareva, e non era, buono e fedele, e nell’interno suo era cattivo come all’esterno era ipocrita, e partito il padrone dirà in cuor suo: “Il padrone tarderà a tornare! Diamoci al bel tempo”, e comincerà a battere e malmenare i conservi, facendo usura su loro nel cibo e in ogni altra cosa per avere maggior denaro da consumare coi gozzovigliatori e ubbriaconi, che avverrà? Che il padrone tornerà all’improvviso, quando il servo non se lo pensa vicino, e verrà scoperto il suo malfare, gli verrà levato posto e denaro, e sarà cacciato dove giustizia vuole. E ivi starà. 

E così del peccatore impenitente, che non pensa come la morte può essere vicina e vicino il suo giudizio, e gode e abusa dicendo: “Poi mi pentirò”. In verità vi dico che egli non avrà tempo di farlo e sarà condannato a stare in eterno nel luogo del tremendo orrore, dove è solo bestemmia e pianto e tortura, e ne uscirà soltanto per il Giudizio finale, quando rivestirà la carne risorta per presentarsi completo al Giudizio ultimo come completo peccò nel tempo della vita terrena, e con corpo ed anima si presenterà al Giudice Gesù che egli non volle per Salvatore. 

50Tutti là accolti davanti al Figlio dell’uomo. Una moltitudine infinita di corpi, restituiti dalla terra e dal mare e ricomposti dopo essere stati cenere per tanto tempo. E gli spiriti nei corpi. Ad ogni carne tornata sugli scheletri corrisponderà il proprio spirito, quello che l’animava un tempo. E staranno ritti davanti al Figlio dell’uomo, splendido nella sua Maestà divina, seduto sul trono della sua gloria sorretto dai suoi angeli. 

Ed Egli separerà uomini da uomini, mettendo da un lato i buoni e dall’altro i cattivi, come un pastore separa le pecorelle dai capretti, e metterà le sue pecore a destra e i capri a sinistra. 

E dirà con dolce voce e benigno aspetto a quelli che, pacifici e belli di una bellezza gloriosa nello splendore del corpo santo, lo guarderanno con tutto l’amore del loro cuore: “Venite, o benedetti dal Padre mio, prendete possesso del Regno preparato per voi sino dall’origine del mondo. Perché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere, fui pellegrino e mi ospitaste, fui nudo e mi rivestiste, malato e mi visitaste, prigioniero e veniste a portarmi conforto”. 
E i giusti gli chiederanno: “Quando mai, Signore, ti vedemmo affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti vedemmo pellegrino e ti abbiamo accolto, nudo e ti abbiamo rivestito? Quando ti vedemmo infermo e carcerato e siamo venuti a visitarti?”. 
E il Re dei re dirà loro: “In verità vi dico: quando avete fatto una di queste cose ad uno di questi minimi fra i miei fratelli, allora lo avete fatto a Me”. 

E poi si volgerà a quelli che saranno alla sua sinistra e dirà loro, severo nel volto, e i suoi sguardi saranno come saette fulminanti i reprobi, e nella sua voce tuonerà l’ira di Dio: “Via di qua! Via da Me, o maledetti! Nel fuoco eterno preparato dal furore di Dio per il demonio e gli angeli tenebrosi e per coloro che li hanno ascoltati nelle loro voci di libidine triplice e oscena. Io ebbi fame e non mi sfamaste, sete e non mi dissetaste, fui nudo e non mi rivestiste, pellegrino e mi respingeste, infermo e carcerato e non mi visitaste. Perché non avevate che una legge: il piacere del vostro io”. 
Ed essi gli diranno: “Quando ti abbiamo visto affamato, assetato, nudo, pellegrino, infermo, carcerato? In verità noi non ti abbiamo conosciuto. Non eravamo, quando Tu eri sulla Terra”. 

Ed Egli risponderà loro: “È vero. Non mi avete conosciuto. Perché non eravate quando Io ero sulla Terra. Ma avete però conosciuto la mia Parola e avete avuto i poveri fra voi, gli affamati, i sitibondi, i nudi, i malati, i carcerati. Perché non avete fatto ad essi ciò che forse avreste fatto a Me? Perché non è già detto che coloro che mi ebbero fra loro fossero misericordiosi col Figlio dell’uomo. Non sapete che nei miei fratelli Io sono, e dove è uno di essi che soffra là sono Io, e che ciò che non avete fatto ad uno di questi miei minori fratelli lo avete negato a Me, Primogenito degli uomini? Andate e ardete nel vostro egoismo. Andate, e vi fascino le tenebre e il gelo perché tenebra e gelo foste, pur conoscendo dove era la Luce e il Fuoco d’Amore”
E costoro andranno all’eterno supplizio, mentre i giusti entreranno nella vita eterna. 
Queste le cose future... 

51Ora andate. E non dividetevi fra voi. Io vado con Giovanni e sarò a voi a metà della prima vigilia, per la cena e per andare poi alle nostre istruzioni». 
«Anche questa sera? Tutte le sere faremo questo? Io sono tutto indolenzito dalle guazze. Non sarebbe meglio entrare ormai in qualche casa ospitale? Sempre sotto le tende! Sempre veglianti e nelle notti, che sono fresche e umide...», si lamenta Giuda. 
«È l’ultima notte. Domani... sarà diverso». 
«Ah! Credevo che volessi andare al Getsemani tutte le notti. Ma se è l’ultima...». 
«Non ho detto questo, Giuda. Ho detto che sarà l’ultima notte da passare al campo dei Galilei tutti uniti. Domani prepareremo la Pasqua e consumeremo l’agnello, e poi andrò Io solo a pregare nel Getsemani. E voi potrete fare ciò che volete». 
«Ma noi verremo con Te, Signore! Quando mai abbiamo voglia di lasciarti?», dice Pietro. 
«Tu taci, che sei in colpa. Tu e lo Zelote non fate che svolazzare qua e là appena il Maestro non vi vede. Vi tengo d’occhio. Al Tempio... nel giorno... nelle tende lassù...», dice l’Iscariota, lieto di denunciare. 
«Basta! Se essi lo fanno, bene fanno. Ma però non mi lasciate solo... Io ve ne prego...». 
«Signore, non facciamo nulla di male. Credilo. Le nostre azioni sono note a Dio ed il suo occhio non si torce da esse con disgusto», dice lo Zelote. 
«Lo so. Ma è inutile. E ciò che è inutile può sempre essere dannoso. State il più possibile uniti».
 
Poi si volge a Matteo: «Tu, mio buon cronista, ripeterai a costoro la parabola delle dieci vergini savie e delle dieci stolte, e quella del padrone che dà dei talenti ai suoi tre servi perché li facciano fruttare, e due ne guadagnano il doppio e l’infingardo lo sotterra. Ricordi?». 
«Sì, Signor mio, esattamente». 
«Allora ripetile a questi. Non tutti le conoscono. E anche quelli che le sanno avranno piacere a riascoltarle. Passate così in sapienti discorsi il tempo sino al mio ritorno. Vegliate! Vegliate! Tenete desto il vostro spirito. Quelle parabole sono appropriate anche a ciò che dissi. Addio. La pace sia con voi». 
Prende Giovanni per mano e si allontana con lui verso la città... Gli altri si avviano verso il campo galileo. 

Estratto di "l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta ©Centro Editoriale Valtortiano http://www.mariavaltorta.com/