Visualizzazione post con etichetta santa Gertrude. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta santa Gertrude. Mostra tutti i post

mercoledì 19 aprile 2017

Dalle Rivelazioni di santa Gertrude

CAPITOLO XXIX. - RINNOVAZIONE DEL MATRIMONIO SPIRITUALE


TERZA FERIA (MARTEDI' DI PASQUA)

Nella terza feria Geltrude, prima di comunicarsi, desiderò che col Sacramento di vita, il Signore degnasse rinnovare nella sua anima il matrimonio spirituale che più a Lui l'unisse mediante la fede, la religione e la verginale integrità. Gesù le rispose con grande bontà: «Lo farò certamente». E, chinandosi verso di lei, l'attrasse con un dolce amplesso, dandole un soavissimo bacio. Con quel bacio rinnovò in essa l'operazione interiore dello spirito, mentre con l'amplesso parve imprimerle sul petto un gioiello brillante adorno di perle preziose e di magnifici smalti. In tal modo riparò le sue negligenze negli esercizi spirituali.


CAPITOLO XXX.  - DELLA FECONDITA' SPIRITUALE


QUARTA FERIA (MERCOLEDI' DI PASQUA)

Nella quarta feria Geltrude domandò a Gesù di renderla feconda in ogni sorta di buone opere, mediante l'Eucaristico dono del suo sacratissimo Corpo. Egli rispose: « Ti farò produrre frutti in Me stesso, e per te attrarrò molti al mio amore ».


Geltrude riprese: «Come potrò io così indegna attrarre altri al tuo amore? Ormai non ho più neppure il dono che prima avevo, di poter parlare o istruire». E Gesù di rimando: « Se tu avessi ancora il dono della parola, forse attribuiresti alla tua eloquenza la facilità con la quale attiri le anime a Me. Io te ne privai in parte, appunto per insegnarti che questo potere non viene da te, ma ti viene accordato con grazia speciale ». Indi Egli aperse la sacratissima bocca ed, attirando un soffio, disse: « Come aspiro questo soffio, così attrarrò a me tutti quelli che, per mio amore, verranno a te e li farò avanzare, di giorno, in giorno, nella perfezione ».

domenica 16 aprile 2017

Gesù le apparve pieno di splendore e di grazia

 RISURREZIONE 

DI GESU' CRISTO



Nella notte sacra alla gloriosissima Risurrezione del Signore, mentre Geltrude, prima di Mattutino, pregava con grande devozione, Gesù le apparve pieno di splendore e di grazia, nella gloria della sua divina, immortale Maestà. Ella si prostrò ai suoi piedi e, adorandolo con amore, Gli disse: «Sposo diletto, onore e gloria degli Angeli, Tu ti sei degnato di prendermi per tua Sposa, quantunque sia la più indegna delle creature; la mia anima e il cuor mio non hanno sete che di Te, del tuo onore, della tua gloria, e considero come parenti i tuoi più cari amici. Ti domando, amatissimo Gesù, in quest'ora gioiosa della tua Risurrezione, che Tu abbia d'assolvere le anime di tutti coloro che ti sono particolarmente cari. Per ottenere questa grazia, ti offro, in unione alla tua innocentissima passione, tutto quello che il mio cuore e il mio corpo hanno sofferto nelle continue mie infermità ».




Allora Gesù, con ineffabile dolcezza, le mostrò una moltitudine di anime sciolte dalle loro pene e le disse: « Le consegno tutte in dote al tuo amore; in cielo si vedrà eternamente che furono liberate dalle tue preghiere e, davanti a tutti i Santi, godrai per sempre di tale onore ». La Santa chiese: « Quante son queste anime? ». Rispose il Signore « Solo la scienza della mia Divinità ne conosce il numero ». Siccome poi Geltrude s'accorse che esse, quantunque liberate dalle pene, non erano però ancora nel pieno possesso delle eterne gioie, s'abbandonò tutta alla divina bontà, per soffrire nel corpo e nell'anima tutto ciò che il Signore vorrebbe per ottenere ad esse il gaudio completo. Tale offerta intenerì il Signore, il Quale in quello stesso istante, ammise quelle anime alla pienezza dell'eterno gaudio. Poco dopo Geltrude, sentendo un dolore acutissimo al fianco, s'inginocchiò davanti al Crocifisso. Gesù trasmise i meriti di quella sofferenza alle anime di cui abbiamo parlato, in accrescimento della loro gioia, dicendo loro: « Vi presento quest'omaggio di devozione che la mia Sposa mi ha offerto, perchè metta il colmo alla vostra beatitudine; a vostra volta sforzatevi di onorarla, accordandole il dono delle vostre preghiere ».


Geltrude, con un nuovo slancio d'amore, si mise tutta a disposizione di Gesù, dicendo: « Ecco che nella mia estrema indegnità, dolcissimo unico Amico, mi presento con amore davanti a Te, Signore e Re dei dominanti. Ti offro interamente il cuore e l'anima mia affinchè ti servano, per tutta la vita, in onore della tua adorabile Risurrezione». Rispose il Signore: « Quest'offerta della tua buona volontà sarà come lo scettro della mia divina magnificenza; me ne glorierò eternamente davanti alla SS. Trinità ed a tutti i Santi, come di dono prezioso ricevuto dalla mia diletta Sposa ». Geltrude riprese: « Ah, mio Dio! quantunque sappia che questo mio atto di completo abbandono è effetto della tua grazia, pure temo, per la mia incostanza, di dimenticare l'offerta che ti ho presentata». Gesù le rispose: « Non turbarti, poichè la mia Mano non lascerà mai cadere lo scettro che mi fu donato; lo conserverò sempre come pegno e ricordo del tuo amore per me. Ogni volta poi che tu rinnovi quest'intenzione, lo scettro si adornerà di fiori stupendi e di gemme preziose».




Mentre Geltrude, in questo mirabile movimento d'amore consumava le forze ed animava i sensi tanto interni che esterni per prepararsi a cantare il Mattutino della Risurrezione, si cominciò ad intonare l'Inviatorio; ella disse al Signore: « Insegnami, o migliore dei Maestri, come posso lodarti mediante l'Alleluja che oggi tante volte si ripete ». 

Egli rispose: « Potrai degnamente esaltarmi, unendoti alle lodi che la Corte celeste mi prodiga con questa stessa parola. Nota che, nell'Alleluja vi sono tutte le vocali, tranne l'o che è simbolo del dolore; ma, al suo posto, si ripete l'a. Lodami dunque con la vocale « a » unendoti alla lode magnifica con la quale i Santi, trasalendo di gioia, celebrano il soave diletto che l'influsso della Divinità procura alla mia Umanità deificata. Questa mia Umanità è ora elevata alla gloria dell'immortalità, per le amarezze della Passione e della morte che ho subito per salvare l'uomo da orrenda sorte. Con la vocale « e » loda quelle inesprimibili delizie che procura al mio sguardo la vista dei pascoli fioriti della suprema, indivisibile Trinità. Con la vocale « u » loda quell'armonia ineffabile che accarezza l'orecchio della mia Umanità deificata, ascoltando le meravigliose sinfonie dell'adorabile Trinità e le lodi continue che le prodigano gli angeli, i santi, gli eletti. Con la lettera « i » loda quella brezza profumata dei più squisiti olezzi, soffio soavissimo della SS. Trinità, che appaga l'odorata della mia immortale Umanità. In seguito con la lettera « a », sostituita alla vocale «o», loda l'incomprensibile, inestimabile, magnifica effusione di tutta la Divinità nella mia Umanità deificata, perché questa Umanità, divenuta immortale ed Impassibile, raccoglie dalla Mano di Dio, in cambio della sofferenza corporale, che per essa più non esiste, questo doppio, grazioso beneficio: l'immortalità e l'impassibilità ».




Mentre Geltrude continuava a recitare Mattutino riceveva a ciascun Salmo, responsorio e Lezioni lumi abbondanti, accompagnati da ineffabili delizie che convenivano tanto alla Risurrezione del Signore che al reciproco amore, e alla gioia della intima unione con Dio. Il racconto di tali meraviglie sarebbe forse gradito al divoto lettore, ma noi lo custodiremo sotto silenzio, insieme a molte altre cose, per evitare la prolissità che crea la noia; noi lo confideremo alla divina bontà, da cui procedono tutti i beni così generosamente accordati all'eletta del Signore.

CAPITOLO XXVII

AMDG et BVM

sabato 15 aprile 2017

Sapientia Sanctorum

Santa Gertrude ci parla di S. MARIA MADDALENA


Nella festa di S. Maria Maddalena, la grande amante di Cristo apparve a Geltrude durante i primi Vespri adorna di rose d'oro e splendente di tante gemme quanti furono i suoi peccati. Ritta alla destra del Figlio di Dio, diffondeva su tutta la Corte celeste il meraviglioso splendore della sua gloria, e il Salvatore Gesù, prodigandole familiari carezze, le diceva tenerissime parole. Geltrude comprese che i fiori d'oro rappresentavano la divina clemenza che aveva rimessi i peccati di S. Maria Maddalena, le gemme preziose simboleggiavano la penitenza con cui ella, aiutata dalla divina grazia, aveva cancellato tutte le sue colpe.

Durante il Mattutino Geltrude applicò la sua divozione alle parole ed ai neumi che erano cantati in onore di S. Marria Maddalena, e la pregò d'intercedere per lei e per le persone che le erano state raccomandate. La Santa penitente s'avanzò, si prostrò ai piedi del Signore, li baciò con amore e li offerse, in virtù dei suoi meriti, a tutti coloro che desideravano avvicinarsi ad essi con sincera penitenza. Geltrude venne a baciare teneramente quei sacratissimi piedi, dicendo: « Ecco, o amatissimo Gesù, che ti offro le pene di tutte le persone che mi sono affidate e in loro compagnia, lavo i tuoi santissimi piedi ». Rispose il Signore: « Con ragione mi hai lavato i piedi in nome loro, adesso di' a coloro per i quali tu preghi che me li asciughino coi loro capelli, che li bacino e li profumino con preziosi aromi ». Geltrude comprese che quelle persone dovevano fare tre cose: per asciugare i piedi di Gesù era necessario che si esaminassero accuratamente se nei dolori da loro sofferti, nulla vi fosse di opposto a Dio, o che impedisse la loro unione col Signore; in caso affermativo dovevano proporre di vincere ogni ostacolo, a prezzo di qualsiasi sacrificio. Per baciare i piedi di Gesù dovevano confidare ciecamente nella bontà infinita di Dio, sempre pronto a perdonare le colpe dei cuori sinceramente pentiti. Infine per profumare quei santi piedi dovevano proporre di fuggire, per quanto è possibile, la minima offesa di Dio.

Aggiunse il Signore: « Se vuoi offrirmi il profumo che, secondo il Vangelo, quella grande penitente versò sul mio capo, spezzando il vaso che lo conteneva, così che « la casa fu tutta piena di quella fragranza: et domus impleta est ex odore unguenti (Giov. XII, 3), devi amare la verità. Infatti colui che, per amore della verità e per difenderla si espone ad avere sofferenze, a perdere amici, a compiere gravi rinunce, colui, dico, spezza realmente il vaso d'alabastro e profuma il mio capo, sì che tutta la casa è fragrante di quest'olezzo. Egli dà realmente buon esempio e mentre si sforza di correggere gli altri, migliora se stesso, cercando di evitare le colpe che biasima nel prossimo. Così il buon odore si diffonde per l'esempio edificante e le opportune correzioni al prossimo. Se mai poi, nel suo amore alla verità, cadesse in qualche difetto, sia correggendo con asprezza e zelo eccessivo, sia mostrandosi negligente o troppo rigido, io lo scuserò davanti al Padre celeste e a tutti gli eletti, come seppi difendere Maria Maddalena; di più soddisferò a tutte le sue colpe ».

Geltrude chiese: « Amorosissimo Gesù, si dice che Maria abbia comperato quell'unguento odoroso, come potrei anch'io, (sia pure a prezzo grande), renderti un omaggio così gradito? ». Egli rispose: « Colui che in ogni occasione, mi offre la sua buona volontà, che si sforza di agire per amore, e che accetta i più gravi sacrifici per la mia gloria, compera veramente questo balsamo squisito. Lo acquista purché, preferendo il mio onore al suo vantaggio, si assoggetta a qualsiasi rinuncia; lo acquisterebbe anche se per gravi ostacoli, non potesse tradurre in opera il suo progetto ».
CAPITOLO XLVI, libro quarto

domenica 2 aprile 2017

Esercizi Spirituali di S. Gertrude la grande


Primo esercizio per recuperare l’innocenza battesimale

Per poter presentare al Signore, alla fine della tua vita, immacolata la tunica dell’innocenza battesimale e integro e illeso il sigillo della fede cristiana, impegnati, in un tempo stabilito, specialmente a Pasqua e a pentecoste, a celebrare la memoria del Battesimo. Desidera pertanto rinascere in Dio attraverso la santità di una vita nuova ed essere restituita a una nuova infanzia, e dì:
Dio abbia pietà di me e mi benedica; faccia splendere il suo volto su di me ed abbia pietà di me [Sal 66,2]. Il mio cuore lo benedica con ogni sincerità e verità. Il mio cuore lo benedica con ogni sincerità e verità. Al cospetto del Signore frema la terra [Sal 113,7] del mio cuore, nello spirito della sua bocca sia ricreato e rinnovato il mio spirito, così che il suo Spirito buono mi guidi in terra piana [Sal 142,10].
Leggi poi il simbolo della fede, il “Credo in Dio”, pregando il Signore di farti rinunciare perfettamente a satana e di conservarti in una fede retta, viva e integra, sino alla fine della tua vita.
Preghiera:
Signore Dio, compassionevole e veritiero, mio Creatore e Redentore, che mi hai contraddistinto facendo splendere su di me la luce santa del tuo volto [Sal 4,7], che mi hai redento al caro prezzo del sangue del tuo Unigenito e mi hai rigenerato alla speranza di vita [cf 1Pt 1,3] grazie al Battesimo nella potenza del tuo Spirito: fa’ che io rinunci efficacemente con cuore vero, perfetto e integro, a satana, a tutte le sue seduzioni e a tutte le sue opere, e che io creda fedelmente in te, Dio mio creatore, per Gesù Cristo tuo Figlio, che è via, verità e vita [Gv 14,6], nella potenza dello Spirito santo, con fede retta e fervida, coronata da opere apportatrici di vita, fammi aderire a te e perseverare con te sino alla fine in modo irremovibile. Amen.
Come segno della tua fede, dì:
Trinità Santa, Padre, Figlio e Spirito Santo, la tua divina onnipotenza regga e confermi la mia fede, la tua divina sapienza la istruisca e la illumini, la tua divina bontà la aiuti e la porti a perfezione, affinché io possa riconsegnarla immacolata e integra al tuo cospetto nell’ora della mia morte, arricchita da abbondanti guadagni e interessi di tutte le virtù.
Per l’esorcismo, prega il Signore che nella potenza del suo nome ti faccia con prudenza vincere e distinguere tutte le astuzie di satana, affinché il nemico non goda mai prevalendo su di te [Sal 40,12], ma in ogni tentazione si ritiri sopraffatto e confuso al primo assalto.
Preghiera:
Signore Gesù Cristo, grande pontefice, che con la tua preziosa morte mi hai fatto vivere, scaccia via da me [exsuffo soffio che spazza via], nella potenza del tuo Spirito, tutte le insidie del nemico con l’efficacia della tua presenza: Spezza in me tutti i lacci di satana e per riguardo alla tua misericordia allontana da me ogni cecità del cuore. La tua perfetta carità, o Cristo, mi faccia virilmente trionfare in ogni tentazione. La tua santa umiltà mi insegni a evitare prudentemente tutti gli agguati del nemico. La tua luminosa verità mi guidi e mi faccia camminare davanti a te nella sincerità e con cuore perfetto. E la benedizione della tua indulgentissima misericordia mi preceda, mi segua e mi custodisca, sino alla fine della mia vita.
Con queste parole ti farai il segno della santa croce sulla fronte e sul petto:
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Da te, mio amore crocifisso, Gesù dolcissimo, io riceva il segno della santa croce tanto sulla fronte quanto nel cuore, per vivere in eterno sotto la tua protezione. Dammi una fede viva nei tuoi celesti precetti, perché io corra con cuore dilatato sulla via dei tuoi comandi [Sal 118,32]. Grazie a te, possa io essere tale nella mia condotta da meritare di divenire tempio di Dio e dimora dello Spirito Santo. Amen.
A questo punto domanda con insistenza che lo stesso sommo sacerdote, il Signore Gesù Cristo, imponga su di te la sua mano, affinché tu abiti in eterno al riparo dell’Altissimo e dimori sotto la protezione del Dio del cielo [Sal 90,1]. 
All’ombra della mano proteggimi [cf Is 49,2], o Gesù che ami immensamente: la tua destra mi prenda con sé [cf Sal 62,9]. Aprimi la porta della tua pietà,affinché, recando impresso il sigillo della sapienza, io sia priva in verità di ogni desiderio terreno e al soave profumo dei tuoi precetti ti serva lieta nella tua santa Chiesa e di giorno in giorno io progredisca di virtù in virtù [cf Sal 83,5]. Amen.
Perché il Signore ti dia un angelo come guida del tuo cammino:
O Gesù, Principe della pace, Angelo del Gran Consiglio [cf Is 9,6], tu in persona sii sempre alla mia destra come guida e custode del mio pellegrinaggio, affinché io non vacilli ed erri lontano da te. Degnati anche di mandare dai cieli il tuo angelo santo, che sotto la tua amorevole attenzione si prenda cura di me e mi diriga in ciò che ti è gradito e sulla tua via mi riconduca perfetta a te stesso [cf Es 23,20]. Amen.
Per salutare e accogliere l’angelo:
Salve, santo angelo di Dio, custode della mia anima e del mio corpo, per il dolcissimo Cuore di Gesù Cristo, Figlio di Dio, per amore di Colui che creò te e me, per amore di Colui che mi affidò a te nel Battesimo, accoglimi sotto la protezione della tua fedelissima paternità. Col tuo aiuto, possa io attraversare il torrente di questa vita percorrendo un sentiero immacolato sono al giorno in cui lieta, insieme con te, giungerò a vedere quel dolcissimo volto che tu vedi e la sublime bellezza della maestà divina che supera la dolcezza di ogni soavità.
A questo punto pregherai che la tua bocca sia riempita con il sale della sapienza, perché tu possa assaporare nello Spirito Santo il gusto della fede [il riferimento qui è al rito battesimale tradizionale che oggi molti non usano più]:
Che io riceva da te, Gesù dolcissimo, il sale della sapienza e lo spirito di intelligenza per poter giungere con il loro sostegno alla vita eterna. Amen.
Preghiera:
Fammi gustare la soavità del tuo spirito, fammi aver fame della tua volontà, fammi conoscere ciò che a te piace, perché il mio servizio ti sia sempre gradito. Amen.
Facendoti il segno della santa croce sulle orecchie e sulle narici, pregherai il Signore di aprire le orecchie del tuo cuore alla sua legge [2Mac 1,4] e di riempire tutto il tuo intimo col profumo della sua conoscenza [2Cor 2,14].
O Gesù, mio tenerissimo pastore, fa’ che io, indegna pecorella, sempre segua e riconosca la tua dolcissima voce [Gv 10,27] e nel soavissimo profumo di una fede viva corra ai pascoli della vita eterna, dove io possa in eterno dedicarmi a vedere quanto tu sei veramente soave, o mio Signore [Sal 45,11; 33,9].
Prendendo nella tua mano destra il vessillo della croce che ci dona salvezza per poter vincere il nemico, dì:
O Gesù che ami immensamente, poni il segno della tua santa croce nella mai mano destra,affinché io avanzi sempre con la mano armata da questa insegna contro tutte le insidie del nemico, circondata dal tuo aiuto come da un baluardo. Amen.
Conclusione:
Mi benedica l’onnipotenza di Dio Padre. Mi benedica la sapienza del Figlio. Mi benedica la carità assai benigna dello Spirito Santo e mi custodisca per la vita eterna. Amen.
Pregherai poi la Vergine madre di ottenerti lei stessa un perfetto rinnovamento di vita e di divenire lei, venerabile rosa, tua madre e madrina in questa grazia in modo tale che tu sia per lei una vera figlia nella condotta di vita. prega lei, gemma di castità, di conservare la tua anima immune da ogni macchia per il suo Figlio, re e Signore, tenendola avvolta nel manto della sua purezza, sotto la sua dolcissima protezione. Pregala di far iscrivere il tuo nome nella magnifica eredità degli eletti di Israele, affinché tu abbia parte con quelli che camminano nell’innocenza del cuore [cf Sal 83,13], ponendo sempre il Signore davanti ai loro occhi in tutte le loro vie [cf Sa 15,8]
Salve Maria, Regina di clemenza, olivo di misericordia, grazie alla quale è venuta a noi la medicina della vita, Regina di clemenza, Vergine Madre del germoglio divino, grazie alla quale è venuto a noi il Figlio della luce del cielo, l’odoroso virgulto di Israele. Come attraverso tuo Figlio sei stata resa vera madre di tutti coloro di cui lo stesso tuo unico Figlio non disdegnò di farsi fratello, così ora per amore di lui accogli me, benché indegna, tra le cure del tuo amore materno; aiuta tu la mia fede, conservala e istruiscila, e sii ora madrina del mio rinnovamento e della mia fede in modo da essere in eterno la mia unica e tenerissima madre, curandomi sempre con amore in questa vita e accoglimi nella pienezza della tua maternità nell’ora della morte. Amen. 
Per l’imposizione del nome:
Scrivi il mio nome, o Gesù dolcissimo, sotto il tuo nome che stilla miele, nel libro della vita. Di’ all’anima mia: “Tu sei mia; io, tua salvezza [cf Sal 34,3] ti ho riconosciuta; ormai non sarai più chiamata ‘Abbandonata’, ma ‘Mio compiacimento’, [cf Is 62,4] affinché la mia sorte sia con te in perpetuo nella terra dei viventi [Sal 141,6].
Per l’immersione nel fonte [cf Gv 4,10; 7,37-38; 19,34; 1Gv 5,6]:
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
O Gesù, fonte di vita, fammi bere alla tua stessa sorgente il calice dell’acqua viva, affinché, dopo aver gustato te, io non abbia in eterno sete di nient’altro che te! Immergimi interamente nelle profondità della tua misericordia. Battezzami nel candore immacolato della tua preziosa morte. Rinnovami nel tuo sangue, con cui mi hai redento. Con l’acqua del tuo santissimo costato lava ogni macchia con cui posso aver contaminato l’innocenza battesimale. Riempimi del tuo Spirito e possiedimi interamente nella purezza del corpo e dell’anima. Amen.
Per l’unzione con il sacro crisma, prega il Signore che ti insegni ogni cosa [cf Gv 14,26; 1Gv 2,27]:
Padre Santo, che il tuo Figlio, il Signore Nostro Gesù Cristo, mi ha rigenerato dall’acqua e dallo Spirito Santo, concedimi oggi la piena remissione di tutti i peccati e degnati di ungermi con il crisma del tuo Spirito per la vita eterna. Amen. LA tua pace sia con me in eterno. Amen.
A questo punto, fa’ il segno della santa croce sul petto e sulle spalle dicendo:
Per amore del tuo amore fammi portare sempre sulle mie spalle il giogo soave e il carico leggero [Mt 11,30] dei tuoi precetti e recare in perpetuo sul mio petto il simbolo della sacra fede come se fosse un sacchetto di mirra [Ct 1,12], affinché lì possa dimorare tu, per me crocifisso, sempre infisso nel mio cuore. Amen.
Per la veste bianca dì: 
O Gesù, sole di giustizia, fa che io mi rivesta di te [cf Rm 13,14], perché possa vivere secondo te; sotto la tua guida fammi conservare candida, sanata e immacolata la veste dell’innocenza battesimale e fa’ che la presenti intatta davanti al tuo tribunale per poterla avere per la vita eterna. Amen.
Ricevendo il cero acceso, pregherai per l’illuminazione interiore:
O Gesù, luce inestinguibile, accendi in me la lampada ardente della tua carità in modo che non possa mai spegnersi, e insegnami a custodire il mio Battesimo in modo irreprensibile, affinché quando, da te chiamata, giungerò alle tue nozze, possa meritare, essendo pronta, di accedere alle delizie della vita eterna, per vedere te, vera luce, e il soavissimo volto della tua divinità. Amen.
Pe ricevere la comunione al vivificante corpo e sangue dell’Agnello immacolato, Gesù Cristo:
Il tuo venerabile Corpo e il tuo Sangue prezioso, Signore mio Gesù Cristo, custodiscano il mio corpo e la mia anima per la vita eterna. Amen. La tua pace sia con me. In te, o Gesù, pace vera, possa io avere in eterno pace su pace, per giungere attraverso di te a quella pace che supera ogni conoscenza [Fil 4,7] là dove ti vedrò in te stesso, pieno di letizia, in eterno. Amen.
In quella comunione desidera che tutta  la tua vita sia nascosta con Cristo in Dio [cf Col 3,3] e che nell’ora della morte ti si trovi giunta alla piena perfezione in lui.
O dolcissimo ospite della mia anima, mio carissimo Gesù, la tua soave venuta nel mio corpo con la santa comunione sia oggi per me remissione di tutti i miei peccati e riparazione di tutte le mie negligenze e valga a recuperare tutto ciò che la mia vita ha sperperato. Essa sia per me salvezza eterna, rimedio dell’anima e del corpo, fiamma che fa divampare l’amore, rinnovamento della virtù e conclusione della mia vita in te per l’eternità.
Sia per me libertà di spirito, salute della vita, decoro dei costumi. Sia per me scudo della pazienza, insegna dell’umiltà, sostegno della fiducia, consolazione nella tristezza, aiuto per la perseveranza. Sia per me armatura della fede, forza della speranza, perfezione della carità, adempimento dei tuoi comandi, rinnovamento dello spirito, santificazione nella verità [Gv 17,17] e perfetto compimento di tutta la vita religiosa.
Essa sia per me origine delle virtù, fine dei vizi, crescita di ogni bene e testimonianza perenne del tuo amore affinché, permanendo soltanto col corpo in questo pellegrinaggio, ma pervasa di avidità in tutte le facoltà del pensiero, la mia memoria si rivolga sempre là dove tu sei la mia parte migliore [cf Lc 10,42]. Così, al termine della mia vita, gettata via l’amarissima scorza di questo corpo, potrò giungere a quella dolcissima mandorla, dove nella nuova stella della tua umanità glorificata vedrò la sfolgorante luce della tua eccelsa divinità, dove la splendida rosa del tuo dolce volto mi ristorerà con la sua sovrana bellezza, dove, deposti i fastidi di questa vita, parteciperò piena di gioia al tuo banchetto in eterno, ed esulterò tra le ricchezze del tuo amore come una sposa gioisce tra le delizie del suo re. Amen.
Per la confermazione:
O re vittorioso, Gesù sacerdote altissimo, confermami tu con la tua onnipotente virtù, cingendomi, o vero prode, con la spada dello Spirito Santo [cf Sal 44,4; Eb 6,17] affinché, vincendo sempre le mille frodi di satana, io vinca in te.
Conclusione:
Signore Dio, che sei a tal punto mio Creatore da essere anche Colui che mi riporta alla forma originaria, rinnova oggi il tuo Santo Spirito nel mio intimo [cf Sal 50,12] e iscrivimi tra il tuo popolo di adozione come discendente di una nuova prole, perché con i figli della promessa io possa gioire di aver ricevuto per grazia quanto non ho per natura.
Rendimi grande nella fede, gioiosa nella speranza, paziente nella tribolazione, fa’ che mi diletti nella tua lode, che sia pervasa dal fervore dello Spirito, che serva fedelmente te, Signore Dio, mio vero re, e che perseveri con te nella vigilanza sino alla fine della mia vita, affinché quello che ora credo nella speranza possa allora vederlo nella realtà, piena di gioia, con i miei occhi; fa’ che ti veda così come sei, che ti veda faccia a faccia [cf 1Cor 13,12]. Là, caro Gesù, saziami di te! Là, godendo la visione del tuo dolce volto, possa io trovare perpetua pace. Amen. Amen. Amen.
Il Dio fedele, l’Amen vero [cf Ap 3,14 e 2Cor 1,19-20], che non vien mai meno, mi faccia provare una sete infuocata dell’Amen caro per mezzo del quale egli attira, mi faccia gustare soavemente l’Amen dolce, per mezzo del quale egli sazia; mi faccia trovare felicemente la mia pienezza in quell’Amen salvifico, per mezzo del quale egli porta e perfezione, così che io meriti di sperimentare in modo efficace, in perpetuo, quell’Amen eterno e soavissimo, grazie al quale credo che vedrò dopo questo esilio lo stesso vero Amen, Gesù, Figlio di Dio, che da solo basta a chi ama e che insieme al Padre e allo Spirito Santo dona ogni bene e non disprezza quanto ha creato.
Amen. Amen. Amen.

Con questa preghiera affida al Signore la tua fede e la tua innocenza battesimale:
Gesù mio dolcissimo, conserva tu per me nella camera del tuo Cuore tanto benevolo il candore immacolato dell’innocenza battesimale e il documento scritto della mia fede, affinché, sotto la tua fedele custodia, te li ripresenti intatti nell’ora della mia morte. Imprimi anche il sigillo del tuo Cuore sul mio cuore, affinché io possa vivere secondo te e giungere senza ostacolo a te, dopo questo esilio, nella gioia.
AVE MARIA PURISSIMA!

mercoledì 28 dicembre 2016

"Sappi, figlia mia, ...

 

COMPASSIONE DI GESU' A NOSTRO RIGUARDO


Era il giorno dei Santi Innocenti: Geltrude bramava di presentarsi fervorosamente a ricevere la SS. Comunione, ma provava una grande difficoltà per le numerose distrazioni che l'assalivano. Avendo chiesto il divino aiuto, ebbe da Gesù questa misericordiosa risposta: «Sappi, figlia mia, che se un'anima, provata dalle tentazioni, si rifugia in me, è quella colomba, scelta fra mille, della quale parlo nella scrittura "Una est colomba mea, tamquam electa ex millibus, qui in uno oculorum suorum transvulnerat Cor meum divinum" ; Ella è questa sposa più amata di cui un solo sguardo ferisce il mio cuore, e se fossi impotente a soccorrerla, l'anima mia ne proverebbe un dolore così profondo, che tutte le gioie del Cielo non basterebbero ad addolcirlo. Nella mia Umanità congiunta alla Divinità, i miei diletti trovano un avvocato compassionevole per le loro rinascenti miserie »


« Ma Signor mio » - riprese Geltrude - « come mai il tuo Corpo immacolato, che non conobbe nessun disordine, potrà inclinarti ad aver compassione delle nostre svariatissime miserie? ».


Rispose Gesù: « Potrai convincertene per poco che tu rifletta alla parola dell'Apostolo:
« Debuit per omnia fratribus assimilari, ut misericors fleret (Eb. II, 17). Dovette assomigliare ai suoi fratelli per diventare misericordioso». Poi aggiunse: «Te lo ripeto: lo sguardo unico con cui la mia diletta mi rapisce il cuore, è quella confidenza tranquilla e sicura che la porta a riconoscere che posso e voglio aiutarla fedelmente in ogni cosa. Tale fiducia incondizionata fa violenza alla mia tenerezza ed io divento impotente a resisterle »


« Io vedo bene » - rispose Geltrude - che l'abbandono confidente ti rapisce il cuore, ma come fare a ottenere un dono così perfetto? E che sarà mai di coloro che non l'hanno? ».
- Rispose il Signore: - « La mia grazia non viene meno a nessuno; tutti possono vincere la pusillanimità, meditando dei passi della S. Scrittura che ispirano confidenza. Qual'è l'uomo che non possa, se pur vuole, richiamare, almeno sulle labbra, le parole di confidenza e di abbandono di cui sono infiorati i libri santi, come per esempio, quest'espressione di Giobbe: « Etsi in profundum inferni demersus fuero, inde me liberabis » e quest'altra « Etiamsi occideris me, in te sperabo » « Quand'anche fossi inghiottito in fondo degli abissi, Tu me ne ritrarresti, o Signore! Quand'anche Tu mi uccidessi, io in Te spererei? » (Giob. XIII, 15).


Capitolo VII


martedì 17 novembre 2015

"Oh dolcezza dell'anima mia, ...

PREPARAZIONE ALLA FESTA DEL SANTO NATALE



Geltrude la notte antecedente la vigilia della santissima Nascita di Gesù, passò un'ora meditando silenziosamente le parole del Responsorio: De illa occulta habitatione sua egressus est Filius Dei. Descendet visitare et consolari omnes, qui cum de toto corde desiderabant. Ex Sion species decoris ejus. Deus noster manifeste veniet. Descendet. Il Figlio di Dio è uscito dalla sua dimora nascosta. Egli discende a visitare e a consolare tutti coloro che lo desideravano di cuore. Da Sion appare il suo splendore. Il nostro Dio verrà visibilmente. (Responsorio dell'antico Ufficio della Natività).

Ella vide che il Signore Gesù gustava tranquillamente un dolcissimo riposo nel seno del Padre, mentre gli ardenti desideri delle persone che si preparavano a celebrare la prossima festa, ascendevano verso di Lui come leggere nuvolette. Gesù negl'incanti della giovinezza irradiava dal suo divin Cuore fasci di luce che investivano quelle piccole nuvole, come per tracciare la via affine di giungere direttamente a Lui; 
mentre esse ascendevano verso Dio, Geltrude s'accorse, che le anime che si erano umilmente raccomandate alle preghiere altrui, procedevano rapidamente in alto, senza deviazioni, illuminate dalla chiarezza del divin Cuore, quasi condotte per mano su di una via diretta, senza ostacoli, nè a destra, nè a sinistra. 
Quelle invece che, presumendo di sè, contavano solo sui loro sforzi personali per disporsi alla festa imminente, abbandonavano momentaneamente la retta via, ma poi, attratte dalla divina luce, s'avvicinavano al Signore.

Geltrude, desiderosa di sapere in qual modo la divina Bontà accoglieva ciascuna di quelle anime, le vide ad un tratto trasportate nel seno del Padre, vicino al Figlio di Dio, dove s'inebbriavano di delizie proporzionate ai loro desideri ed alla loro capacità. L'una non era disturbata dalla presenza dell'altra, ma ciascun'anima godeva pienamente di Dio, secondo le sue brame, come se il Signore si fosse accordato solo a lei. 
Alcune l'abbracciavano quale amabile Bambinello incarnatosi per noi; altre si rivolgevano a Gesù come ad un fedelissimo Amico, depositario di tutti i loro segreti; altre infine colmavano di carezze quello Sposo pieno di grazia, scelto fra mille. Ciascuna godeva di Lui secondo l'attrattiva del suo amore.

Geltrude si avanzò, prostrandosi come soleva fare, ai piedi del Salvatore; indi disse: « O mio amatissimo Gesù, quale sarà mai la preparazione mia e quali personali omaggi potrò offrire alla Tua beatissima Madre in questa solennità della tua Nascita? Purtroppo ho omesso e non solo per debolezza di forze, ma anche per negligenza, di recitare l'Ufflcio in suo onore, quantunque obbligata dalla mia Regola ».

Il misericordiosissimo Salvatore ebbe pietà di tanto affanno e raccolse in un fascio tutte le parole che Geltrude aveva pronunciato durante l'Avvento, per lodare Dio e guadagnare le anime, sia istruendole, sia illuminandole nei loro dubbi. 
Indi le offerse con tenerezza alla sua dolcissima Madre, assisa onorevolmente al suo fianco in luce splendida di gloria, per riparare le negligenze di Geltrude verso la Regina del cielo. Vi aggiunse altresì il frutto che quelle parole avrebbero prodotto sino alla fine dei secoli, trasmettendosi dì persona in persona.

La Madre di Dio accettò amabilmente quell'offerta che l'adornava quasi magnífico gioiello. Geltrude le si avvicinò, pregandola d'intercedere per lei presso l'unico suo Figlio, e la Vergine s'inchinò verso la santa con volto sereno, raggiante di bontà. 
Indi, abbracciando il diletto Figlio e coprendolo di baci, Lo pregò in questi termini: « Il tuo amore unito all'amor mio, ti disponga, o Gesù, ad esaudire le preghiere di questa tua diletta sposa ». Geltrude esclamò: « Oh dolcezza dell'anima mia, Gesù amatissimo e desideratissimo, Tu che amo sopra tutte le cose! ».

Dopo di avere ripetuto parecchie volte tali aspirazioni d'amore ed altre consimili, interrogò lo Sposo divino: « Quale può essere il frutto di queste parole, che la mia indegnità certo rende insipide? ». 
Rispose Gesù: « Poco importa che il profumo venga estratto da questa o da quell'essenza d'albero, perché diffonda fragranza gradevole. Così se qualcuno mi dice: « Dolcissimo, amatissimo Gesù... ecc. » quantunque si stimi creatura indegna, commuove la mia Divinità nell'intimo, facendo esalare olezzo di meravigliosa dolcezza che imbalsama, con profumi di salute eterna, l'anima che l'ha provocato con le sue parole di tenerezza ».
Iesu, tibi sit gloria,
Qui natus es de Virgine

lunedì 16 novembre 2015

Incanto infinito

CAPITOLO XXVIII. - 

CONSOLAZIONE DATA A GELTRUDE 

DAL SIGNORE E DAI SANTI



Una volta Geltrude, mentre con raccoglimento pensava alla morte, disse al Signore: « Oh, come sono felici e ben difesi coloro che meritano di essere consolati, nel loro transito, dai Santi! E' una gioia alla quale però non posso aspirare perchè non ho reso omaggi speciali a nessun Santa. Credo persino di non avere neppur desiderato d'ottenere la loro assistenza in morte, ma soltanto la tua, o Gesù, unica delizia dell'anima mia e santificatore di tutti gli eletti! » 

Rispose Gesù: « Tu non sarai priva dell'assistenza in morte dei Santi, per avermi preferito, com'è giusto a essi; anzi si faranno una gioia di soccorrerti e di circondarti di mille tenerezze. All'ora della morte, quando gli uomini sentono la più grande angoscia, essi ti colmeranno di consolazioni. Quando quell'ora benedetta sarà scoccata, Io stesso mi presenterò ai tuoi sguardi, pieno di grazia, d'incanto, di delizie, col fascino della mia Divinità e della mia Umanità ».


Chiese allora Geltrude: « Quando mai, o fedelissimo Amico, mi condurrai dalla prigione dell'esilio al riposo della beatitudine? ». 

Egli rispose: « Quale sposa regale vorrebbe ascoltare presto le acclamazioni e i voti del popolo suo, lamentandosi che lo sposo ritarda, quando il suo diletto sa, durante questo indugio, colmarla delle carezze e dei baci del suo amore? ». 

« Ma Gesù - insistette Geltrude - quali delizie puoi trovare in me, che sono il rifiuto delle creature e come osi paragonarle ai segni di reciproco affetta fra sposo e sposa? ». 

Rispose il Salvatore: « Queste delizie le provo dandomi a te nel S. Sacramento dell'altare, in quell'unione che non esisterà più, dopo la terrena vita: essa ha per me un incanto infinito, di cui le dimostrazioni dell'affetto umano, non possono dare la minima idea. Gli amori umani passano col tempo, ma la dolcezza di questa unione, con la quale mi dò a te nell'Eucarestia, non può attenuarsi giammai. Al contrario, più si rinnova, più prende di vigore e di efficacia ».

AVE MARIA!

lunedì 19 gennaio 2015

Santa Gertrude di Helfta: Araldo dell’amore divino

Santa Gertrude di Helfta: Araldo dell’amore divino


"La sua vita rimane una scuola di vita cristiana, di retta via, e ci mostra che il centro di una vita felice, di una vita autentica, è l'amicizia con Gesù, il Signore".


Silenzio, preghiera, studio, pratica esimia della liturgia... Ecco alcune delle principali caratteristiche dello stato monastico, abbracciato da numerose anime eccellenti nel corso dei tempi. Una vita di completa rinuncia delle glorie mondane che, paradossalmente, ha reso i monasteri un efficacissimo pilastro della cultura e della fede, in tante epoche della Storia. Essi sono stati sempre – afferma un noto storico – "focolai di luce, di calore religioso, di vita liturgica, e non solo hanno mantenuto accesa la fede e il fervore religioso nei popoli cristiani, ma hanno anche evangelizzato e civilizzato nazioni intere, conquistate alla Chiesa di Roma".1

   Francisco Lecaros
Santa Gertrude di Helfta.jpg
Santa Gertrude di Helfta Museo d’Arte
Religiosa di Puebla (Messico)
Nel XIII secolo, la vita sociale e religiosa dell'Europa era illuminata dall'Ordine di Cister, le cui abbazie irradiavano l"ora et labora" benedettino, rinnovato dalla santità, forza di personalità ed eloquenza travolgente di San Bernardo.
A Helfta, nel centro della Germania attuale, fioriva uno di questi monasteri benedettini del ramo femminile, il quale, avendo adottato usi e costumi cistercensi, diventò il palco di grandi manifestazioni mistiche. In quell'epoca vi risplendettero i primi albori della devozione al Sacro Cuore di Gesù e convissero tre grandi Sante che hanno segnato la storia del monachesimo: Santa Matilde di Magdeburgo, Santa Matilde di Hackeborn e Santa Gertrude Magna, "una delle mistiche più famose, unica donna tedesca ad aver ricevuto l'appellativo di 'Grande', per la statura culturale e evangelica".2

Anima eletta posta in un frutteto profumato

Non si conosce quasi niente della prima infanzia di Santa Gertrude, neanche chi siano stati i suoi genitori o dove sia nata. Si suppone sia stato a Eisleben, nell'Alta Sassonia. Ciò che si sa di sicuro è che venne alla luce durante la festa dell'Epifania, il 6 gennaio del 1256, e che, fin da piccola, entrò nel Monastero di Santa Maria di Helfta, dove fu accolta nella scuola di clausura e ricevette un'elevata formazione intellettuale e religiosa.
La piccola Gertrude è così descritta nel panegirico che inizia la compilazione dei suoi scritti: "Anima eletta che fu collocata [da Dio], per pura grazia, come un giglio risplendente nel giardino della sua Chiesa, in un frutteto profumato, cioè, tra le anime sante, poiché a cinque anni la tolse dai lavori del mondo e la nascose nel talamo della vita religiosa, e aumentò a tal punto la sua purezza con ogni genere di fiori, che apparve graziosa agli occhi di tutti e inclinò su di lei l'attrazione di molti".3
Più tardi, Cristo stesso rivelò il motivo per cui l'aveva scelta così piccola, senza genitori o parenti: "Io l'ho scelta per abitare in lei, perché Mi diletto del fatto che tutto quanto si ama in lei è opera mia, di modo che chi non riesce a intendere i doni interiori – cioè spirituali – che possiede, per lo meno ama i miei doni esteriori che risplendono in lei, come la sua intelligenza, la sua eloquenza e altri che provengono da Me, perciò l'ho allontanata da tutti i suoi parenti perché nessuno l'amasse per via dei legami di parentela, ma che Io sia la causa dell'amore che i suoi amici le professano".4

Cuore innocentissimo, intelligenza brillante

Di fatto, era stata favorita da Dio con un'intelligenza brillante e con molti doni naturali, e nella sua gioventù dimostrava un vero entusiasmo per gli studi, acquisendo una solida cultura universale. Studiò latino, filosofia e teologia e si dilettava con la lettura di autori classici, come Virgilio, Cicerone e Aristotele.
Anche la musica la incantava. Si distingueva per la bella voce e ricevette l'incarico di seconda cantora negli atti comunitari del monastero. La Liturgia delle Ore canoniche e il cerimoniale l'attraevano notevolmente, e molto contribuirono alla sua continua crescita spirituale. "Nella sacra liturgia il suo spirito trovava sostegno per alte contemplazioni mistiche, e nell'incorrere in qualche versetto, antifona, responsorio, canto o azione rituale, si elevava e si univa a Dio con un amore ardente".5
Gertrude era affabile, simpatica, comunicativa e possedeva un temperamento molto vivo. La sua purezza riluceva nel modo di essere e non osò mai fissare il volto di un uomo, mantenendo intatta non solo la verginità del corpo, ma soprattutto quella del cuore, conservandosi innocentissima. Esimia nel compimento della regola, era docile, obbediente e disponibile in tutte le funzioni della vita comunitaria, edificando chi con lei si rapportasse.

Inizia la convivenza con il Divino Sposo

Tuttavia, come suole capitare alle anime elette, si considerava solo una monaca corretta, che compiva i suoi doveri con freddezza, presa invece da un eccessivo interesse per la cultura e per gli studi. Nell'Avvento del 1280, quando stava per compiere 26 anni, sentiva che le pesava il fardello dell'osservanza regolare, cosa che la sprofondò in uno stato di grande malinconia e tenebre interiori. Si credeva orgogliosa e diceva di vivere in una torre di vanità e curiosità, "nella quale era cresciuta la mia superbia, che – oh, che dolore! – portava il nome e l'abito della Religione". 6

Il 27 gennaio 1281 – data indimenticabile nella sua vita – avviene la prima visita mistica di Gesù, che chiama "conversione", e inaugura una serie ininterrotta di rapporti col suo Divino Sposo. Dopo la Compieta, essendo nel dormitorio – racconta Gertrude –, "ho visto un giovane amabile e delicato sui 16 anni, il cui aspetto esteriore non lasciava nulla da desiderare ai miei occhi. Con un viso attraente e una voce piacevole, disse: 'Presto arriverà la salvezza. Perché ti consumi nella tristezza? Per caso non hai qualcuno che ti consigli, per abbattere così il dolore?'".7
Sebbene sapesse che fisicamente si trovava nel dormitorio, le sembrava, tuttavia, di trovarsi nel coro, nel luogo esatto dove faceva le sue preghiere. Allora il giovane le disse: "Non avere paura, Io ti salverò e ti libererò". E stringendole la mano destra nella sua destra tenera e soave, aggiunse per ratificare le sue promesse: "Lambiranno la polvere i suoi nemici (Sal 72, 9) e il miele tra la spine. Infine, giratevi a Me e Io vi disseterò al torrente delle mie divine delizie (Sal 36, 9)".8

Vide, allora, una valle che la separava da Lui, di una larghezza tale che non era possibile discernere il suo principio né la sua fine, e la cui parte superiore era coperta di spine. Ardeva dal desiderio di essere a fianco di Colui che tanto l'attirava e non trovava la maniera per farlo. Fu allora trascinata vicino a Lui e poté, alla fine, contemplare i gioielli delle sacre piaghe che brillavano in quelle mani, riconoscendo l'identità del suo Creatore e Redentore. RendendoGli le sue più umili e appassionate grazie, rimase per sempre conquistata da Lui: "pacificata da una gioia spirituale interamente nuova, mi disposi a seguire il delicato odore del tuo profumo e a capire quanto dolce fosse il tuo giogo e lieve il tuo carico (Mt 11, 30), cosa che prima mi sembrava insopportabile".9
Thomas Guffler (CC-3)
Santa Maria de Helfta.jpg
Veduta attuale del monastero di Santa Maria de Helfta, la cui vita
comunitaria è stata ripristinata nel 1999
Gertrude rinunciò alla letteratura e alla retorica per consegnarsi senza riserve all'amore di Dio. La sua "conversione" fu anche intellettuale, poiché a partire da questa esperienza mistica sostituì gli studi profani con i sacri, dedicandosi a fondo alla teologia scolastica e mistica, alla Sacra Scrittura e ai grandi Padri e Dottori della Chiesa, in particolare a Sant'Agostino, San Gregorio Magno e San Bernardo.

Spiritualità dell'unione e dell'abbandono

L'intima unione con Dio e l'abbandono alla sua sacratissima volontà caratterizzavano la spiritualità di Santa Gertrude. Un giorno d'inverno, trovò una breve preghiera che chiedeva a Nostro Signore di respirare in Lui, come aria amena, e di desiderarLo come la vera felicità. Inoltre, chiedeva che le sue santissime ferite gli fossero impresse nel cuore, "perché si ecciti il dolore della tua compassione e si accenda in me l'ardore del tuo amore. Concedimi anche che ogni creatura non sia nulla per me e solo Tu sia dilettevole per il mio cuore".10

Questa preghiera le piaceva così tanto ed esplicitava così bene il desiderio che nutriva nell'anima, che la ripeteva innumerevoli volte, con fervore crescente. Passati alcuni giorni, dopo i Vespri – racconta lei stessa –, "ripassando con devozione nella mia memoria queste cose, ho sentito che, nel più profondo della mia indegnità, ricevevo tutto quello che la preghiera aveva chiesto, cioè, che nell'intimo del mio cuore e, per così dire nei luoghi determinati, si imprimevano le stigmate, degne di rispetto e di adorazione, delle tue sante piaghe, piaghe attraverso le quali Tu hai sanato la mia anima e l'hai inebriata con il nettare del tuo amore".11

In un'altra occasione, lei manifestò a Gesù le fiamme che consumavano la sua anima: "Quello che desidero, più di ogni altra gioia è che si compia, in me e in tutte le creature, la tua dolcissima e lodevolissima volontà. E perché questo si realizzi, sarei disposta a esporre ognuna delle mie membra a qualsiasi sofferenza". Al che le rispose il Signore: "Visto che con una pietà così viva ti sei dedicata a promuovere la mia volontà, ecco che, secondo la mia abituale benevolenza, ricompenso i tuoi sforzi, concedendoti di apparire così gradita ai miei occhi come se mai avessi pur minimamente omesso la mia volontà".12

Nonostante la mancanza di salute che la obbligava a rimanere a letto con frequenza, non erano pochi quelli che venivano a chiederle consiglio, per via della sua grande fama di santità. Per tutti "aveva una parola dolce e penetrante, la sua eloquenza era così abile e il suo discorso così persuasivo, efficace e seducente, che la maggior parte di quelli che l'ascoltavano davano testimonianza evidente dello spirito di Dio che parlava in lei. [...] Ad alcuni ispirava con le sue parole il pentimento di cuore che doveva salvarli, altri li illuminava riguardo alla conoscenza di Dio o le loro stesse debolezze, ad alcuni concedeva il sollievo della gioiosa consolazione, e infiammava i cuori di altri con il fuoco ardente dell'amore divino".13

Primizie della devozione al Sacro Cuore di Gesù

Precorritrice della devozione al Sacro Cuore di Gesù – consacrata da Santa Margherita Maria Alacoque solo nel XVII secolo – con alcune centinaia di anni d'anticipo, Santa Gertrude penetrò nell'amore intimo del suo Sposo, non con la vocazione di vittima espiatoria per i peccati del mondo, ma posando il capo sul suo petto e assaporando le sue divine e misericordiose pulsazioni, come San Giovanni Evangelista. Per questo si può affermare che lei è la teologa del Sacro Cuore, fornace ardente di carità, la cui piaga rappresenta per lei una porta scintillante di diletti, dove trova rifugio e si purifica.
Un giorno, durante la Santa Messa, al momento dell'elevazione, offrendo al Padre la Sacra Forma, in riparazione delle sue imperfezioni e negligenze, seppe che la sua anima era stata accettata dalla divina Maestà allo stesso modo in cui accoglieva il sacrificio dell'Agnello senza macchia sull'altare, in quell'istante. Mentre rendeva gioiose grazie per un tale meraviglioso favore, "il Signore le fece capire che ogni volta che qualcuno assiste con devozione alla Messa, unendosi a Dio che in questo Sacramento offre Se stesso per la salvezza del mondo, Dio Padre lo contempla con lo stesso compiacimento con cui guarda l'Ostia Sacrosanta che Gli è offerta".14

 Gustavo Kralj  
Santa Gertrude di Helfta3.jpg
Santa Gertrude di Helfta Museo
degli Scalzi, Lima
Conoscitrice dell'intima unione tra Madre e Figlio, Gertrude sapeva per esperienza mistica che la devozione a Maria è necessaria per l'intimità con il Cuore di Gesù, poiché Lei è il tabernacolo gradevolissimo della Sapienza Eterna e Incarnata. Per questo Le chiedeva "un cuore adorno di così tante virtù, che anche a Dio piacesse abitarci",15 con gaudio simile a quello che sentiva abitando in Lei.

Gli Esercizi spirituali – un'altra delle opere da lei composte che ci sono giunte – presentano mirabili parafrasi di testi liturgici, dotate di precisione teologica e affascinante poesia. Tuttavia, è nell'Araldo dell'amore divino che lei registra l'infinita misericordia del Sacro Cuore di Gesù.
Di fronte a una certa riluttanza da parte della nostra Santa nell'annotare quello che le era rivelato, il Divino Salvatore insiste: "Se tu sai che la mia volontà, a cui nessuno può resistere, è che tu scriva questo libro, perché ti preoccupi? Io stesso sovrasto colei che scrive che lo faccia, l'aiuterò fedelmente e manterrò indenne ciò che è mio. [...] Questo libro si chiamerà Legatus divinæ pietatis, perché in esso si assaporerà in un certo modo la sovrabbondanza della mia divina pietà. [...] Concedo in virtù della mia divinità che chi lo legga con fede sincera, umile devozione e pietosa gratitudine, per la mia gloria, e cerchi in esso la propria edificazione, abbia il perdono dei suoi peccati veniali e ottenga la grazia, consolazione spirituale e disposizione per grazie più elevate".16

Una scuola di vita cristiana

Morta il 17 novembre del 1302, Santa Gertrude figura oggi come stella di prima grandezza tra i mistici cattolici. I suoi scritti, che rivelano una vita d'insigne santità ed eminente dottrina, ben possono figurare accanto a quelli di Santa Teresa d'Avila, Santa Caterina da Siena, Santa Teresina del Bambino Gesù o Santa Ildegarda di Bingen, le grandi Dottori della Chiesa.
"L'esistenza di Gertrude rimane una scuola di vita cristiana, di retta via, e ci mostra che il centro di una vita felice, di una vita autentica, è l'amicizia con Gesù, il Signore. E quest'amicizia si impara nell'amore per la Sacra Scrittura, nell'amore per la liturgia, nella fede profonda, nell'amore per Maria, in modo da conoscere sempre più realmente Dio stesso e così la vera felicità, la meta della nostra vita".17

Richiesta di dichiarazione come Dottore della Chiesa
Dal 2012, gli ordini Cistercense, Trappista e le congregazioni che fanno parte della famiglia benedettina stanno promuovendo la postulazione della dichiarazione di Santa Gertrude come Dottore della Chiesa, richiesta alla quale si sono unite personalità come l'Arcivescovo di Milano, il Cardinale Angelo Scola, l'Arcivescovo di Firenze, il Cardinale Giuseppe Betori, l'Arcivescovo di Rio de Janeiro, il Cardinale Orani João Tempesta, OCist, e numerosi Vescovi, teologi e specialisti. Più informazioni riguardo questa causa, così come le linee guida per realizzare una lettera postulatoria di appoggio all'iniziativa, si possono trovare nel sito della Conferenza delle Comunità Monastiche del Cono Sud, http://www.surco.org/santagertrudis, o scrivendo alla postulatrice Suor Augusta Tescari, OCist, Monastero Trappiste. Via Della Stazione, 23. 01030. Vitorchiano (Viterbo) Italia. E-mail: statescari31@gmail.com.

1 GARCÍA-VILLOSLADA, SJ, Ricardo. Historia de la Iglesia Católica. Edad Media: la Cristiandad en el mundo europeo y feudal. 6.ed. Madrid: BAC, 1999, vol.II, p.636-637.
2 Benedetto XVI, Udienza Generale, del 6/10/2010.
3 Araldo. I, 1, 1. Gran parte degli scritti di Santa Gertrude che oggi si conservano proviene dalla compilazione, divisa in cinque libri, fatta da una religiosa anonima, sua contemporanea e amica. Il secondo e più importante fra questi, intitolato Legatus divinæ pietatis ou Araldo dell'amore divino, redatto personalmente dalla Santa, ha finito per dare il nome all'insieme dell'opera. Gli scritti gertrudiani saranno riportati in questo articolo nella loro forma classica, tradotti dalla seguente edizione: SANTA GERTRUDES DE HELFTA. Mensaje de la misericordia divina. (El Heraldo del amor divino). Madrid: BAC, 1999.
4 Araldo. I, 16, 5.
5 GARCÍA-VILLOSLADA, op. cit., p.651.
6 Araldo. II, 1, 1.
7 Idem, 2.
8 Idem, ibidem.
9 Idem, ibidem.
10 Idem, 4, 1.
11 Idem, 3.
12 Idem, III, 11, 2.
13 Idem, I, 1, 3.
14 Idem, III, 18, 8.
15 Idem, 19, 1.
16 Idem, Prologo.
17 BENEDETTO XVI, op. cit.
(Rivista Araldi del Vangelo, Novembre/2014, n. 139, p. 30 - 33)
Autore : Juliane Vasconcelos Almeida Campos, EP