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giovedì 24 settembre 2015

SANTO MATRIMONIO

Una ferita al matrimonio cristiano- 

Se inflige una herida al matrimonio cristiano








I due Motu proprio di Fp Mitis iudex Dominus Iesus per la Chiesa latina e Mitis et misericors Jesu per le Chiese orientali, resi noti l’8 settembre 2015, infliggono una grave ferita al matrimonio cristiano.


Los dos motu propio del Fp, Mitis iudex Domins Iesus para la Iglesia latina y Mitis et misericors Jesu para las iglesias orientales, publicados el 8 de septiembre de 2015, infligen una grave herida al matrimonio cristiano...









(Estratto del articolo di Roberto de Mattei)

I due Motu proprio di PF Mitis iudex Domins Iesus per la Chiesa latina eMitis et misericors Jesu per le Chiese orientali, resi noti l’8 settembre 2015, infliggono una grave ferita al matrimonio cristiano.

Quando l’illuminismo cercò di colpire a morte il matrimonio cristiano, Papa Benedetto XIV, con il decreto Dei miseratione del 3 novembre 1741, ordinò che in ogni diocesi venisse nominato un defensor vinculi e introdusse, per ottenere la dichiarazione di nullità, il principio della necessaria conformità delle sentenze in due gradi di giudizio. Il principio della doppia sentenza conforme fu consacrato dal Codice di Diritto canonico del 1917 ed è stato recepito nella codificazione promulgata da Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983. Nei Motu proprio di  Fp l’ottica è ribaltata. L’interesse dei coniugi ha il primato su quello del matrimonio. È lo stesso documento ad affermarlo, riassumendo in questi punti i criteri fondamentali della riforma: abolizione della doppia sentenza conforme, sostituita da una sola sentenza in favore della nullità esecutiva; attribuzione di una potestà monocratica al vescovo, qualificato come giudice unico; introduzione di un processo breve, e di fatto incontrollabile, con la sostanziale esautorazione del ruolo della Sacra Rota.

Come altro interpretare, ad esempio, l’abolizione della doppia sentenza? Quali sono i gravi motivi per i quali, dopo 270 anni, questo principio viene abrogato? Il cardinale Burke ha ricordato come esiste in proposito una catastrofica esperienza. Negli Stati Uniti, dal luglio 1971 al novembre 1983, entrarono in vigore le cosiddetteProvisional Norms che eliminarono di fatto l’obbligatorietà della doppia sentenza conforme. Il risultato fu che la Conferenza Episcopale non negò una sola richiesta di dispensa tra le centinaia di migliaia ricevute e nella percezione comune il processo iniziò ad essere chiamato “il divorzio cattolico” (Permanere nella Verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica, Cantagalli, Siena 2014, pp. 222-223).




Più grave ancora è l’attribuzione al vescovo diocesano della facoltà, come giudice unico, di istruire discrezionalmente un processo breve e arrivare alla sentenza. Il vescovo può esercitare personalmente la sua potestà giurisdizionale o delegarla ad una commissione, non necessariamente composta da giuristi. Una commissione formata a sua immagine che seguirà naturalmente le sue indicazioni pastorali, come già avviene con i “centri diocesani di ascolto”, fino ad oggi privi di competenza giuridica. Il combinato tra il can. 1683 e l’articolo 14 sulle regole procedurali ha sotto questo aspetto una portata esplosiva. Sulle decisioni peseranno inevitabilmente considerazioni di natura sociologica: i divorziati risposati avranno, per ragioni di “misericordia”, una corsia preferenziale. «La Chiesa della misericordia– osserva Giuliano Ferrara – si è messa a correre» (“Il Foglio”, 9 settembre 2015). Si corre su una strada non amministrativa, ma “giudiziaria”, in cui di giudiziario resta ben poco.

In alcune diocesi i vescovi cercheranno di assicurare la serietà della procedura, ma è facile immaginare che in molte altre diocesi, per esempio del Centro-Europa, la dichiarazione di nullità diventerà una pura formalità. Nel 1993 Oskar Saier, arcivescovo di Friburgo im Br. Karl Lehman, vescovo di Mainz, e Walter Kasper, vescovo di Rottenburg-Stuttgart, produssero un documento a favore di coloro che erano certi in coscienza della nullità del loro matrimonio ma non avevano gli elementi per provarlo in tribunale (Vescovi dell’Oberrhein,Accompagnamento pastorale dei divorziati, “Il Regno Documenti”, 38 (1993), pp. 613-622).

La Congregazione per la Dottrina della Fede rispose con la Lettera Annus Internationalis Familiae del 14 settembre 1994, affermando che questa via non era percorribile, perché il matrimonio è una realtà pubblica: «non riconoscere questo essenziale aspetto significherebbe negare di fatto che il matrimonio esiste come realtà della Chiesa, vale a dire, come sacramento». Ma la proposta è stata ripresa recentemente dall’ufficio pastorale della Diocesi di Friburgo (Orientamenti per la pastorale dei divorziati, “Il Regno Documenti”, 58 (2013), pp. 631-639), secondo cui i divorziati risposati, in seguito alla “nullità di coscienza” del precedente matrimonio, potranno ricevere i sacramenti e ottenere incarichi all’interno dei consigli parrocchiali.

Al favor matrimonii si sostituisce il favor nullitatis, che viene a costituire l’elemento primario del diritto, mentre l’indissolubilità è ridotta a un “ideale” impraticabile. L’affermazione teorica dell’indissolubilità del matrimonio si accompagna infatti, nella prassi, al diritto alla dichiarazione della nullità di ogni vincolo fallito. Basterà, in coscienza, ritenere invalido il proprio matrimonio per farlo riconoscere come nullo dalla Chiesa. È lo stesso principio per cui alcuni teologi considerano “morto” un matrimonio in cui a detta di entrambi, o di uno dei coniugi, “è morto l’amore”.

Benedetto XVI, il 29 gennaio 2010, ha ammonito il Tribunale della Sacra Rota Romana a non indulgere nell’annullamento dei matrimoni per «accondiscendenza ai desideri e alle aspettative delle parti, oppure ai condizionamenti dell’ambiente sociale». Ma nelle diocesi del Centro-Europa la dichiarazione di nullità diventerà un atto di pura formalità, come avvenne negli Stati Uniti all’epoca delle Provisional Norms. Per la nota legge, secondo cui «la moneta cattiva scaccia quella buona», nel caos che si verrà a determinare, il “divorzio breve” è destinato a prevalere sul matrimonio indissolubile.

È da più di un anno che si parla di scisma latente nella Chiesa, ma ora a dirlo è il card. Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la Fede, che in un suo discorso a Ratisbona ha evocato il rischio di una scissione nella Chiesa, invitando a essere molto vigili e non dimenticare la lezione dello scisma protestante che incendiò l’Europa cinque secoli fa.






(Extracto del artículo de Roberto de Mattei) 

Los dos motu propio del  Fp, Mitis iudex Domins Iesus para la Iglesia latina y Mitis et misericors Jesu para las iglesias orientales, publicados el 8 de septiembre de 2015, infligen una grave herida al matrimonio cristiano...

Cuando el iluminismo intentó asestar un golpe mortal al matrimonio cristiano, Benedicto XIV, mediante el decreto Dei miseratione del 3 de noviembre de 1741 ordenó que en toda diócesis se nombrara un defensor vinculi. Decretó además, para obtener la declaración de nulidad, el principio de la necesaria conformidad de la sentencia en dos niveles de juicio. El principio de la doble sentencia conforme fue consagrado por el Código de Derecho Canónico de 1917 y se incluyó en en la nueva codificación promulgada por Juan Pablo II el 25 de enero de 1983. En el motu proprio del papa Francisco se invierte la perspectiva. El interés de los cónyuges prima sobre el del matrimonio. El propio documento lo afirma, reasumiendo en estos puntos los criterios fundamentales de la reforma: abolición de la doble sentencia de conformidad, que es sustituida por una sola sentencia a favor de la nulidad ejecutiva; se otorga la atribución de una potestad monocrática al obispo, calificado como único juez; y se introduce un proceso breve, y de hecho incontrolable, con desautorización sustancial del Tribunal de la Rota para pronunciar su dictamen.

¿De qué otra forma se puede interpretar, por ejemplo, la abolición de la doble sentencia? ¿Cuáles son los graves motivos por los cuales, después de 270 años, se abroga este principio? El cardenal Burke ha recordado que existe una experiencia catastrófica en este sentido. En Estados Unidos, entre julio de 1971 y noviembre de 1983, entraron en vigor las llamadas normas provisionales, que eliminaron de hecho la obligatoriedad de la doble sentencia de conformidad. El resultado fue que la Conferencia Episcopal no negó una sola solicitud de dispensa entre los centenares de miles recibidas, y para el sentir general de la gente el proceso llegó a ser conocido como “el divorcio católico” (Permanecer en la verdad de Cristo. Matrimonio y comunión en la Iglesia Católica, Ediciones Cristiandad, 2014).

Más grave aún es otorgar al obispo diocesano, como juez único, la facultad de instruir a su discreción un proceso breve y dictar sentencia. El obispo puede ejercitar personalmente su potestad jurisdiccional o delegarla en una comisión, que no estará compuesta necesariamente de juristas. Una comisión formada a su imagen que seguirá, naturalmente, sus indicaciones pastorales, como ya sucedió con los “centros diocesanos de escucha” privados hasta hoy de competencia jurídica. Este revoltijo del canon 1683 con el artículo 14 en cuanto a las reglas de procedimiento tiene un alcance explosivo en este sentido. Sobre las decisiones pesarán inevitablemente consideraciones de naturaleza sociológica: los divorciados vueltos a casar tendrán, por razones de misericordia, una vía preferente. «La Iglesia de la misericordia –señala Giuliano Ferrara– ha arrancado a correr» (Il Foglio, 9 de septiembre de 2015). Se corre por una vía no administrativa, sino judicial, en la que queda muy poco de judicial.


En algunas diócesis, los obispos intentarán tomar medidas que garanticen la seriedad del procedimiento, pero es fácil imaginar que en muchas otras –por ejemplo, las de Centroeuropa– obtener la declaración de nulidad será un mero trámite. En 1993 Oskar Saier, arzobispo de Friburgo de Brisgovia, Karl Lehman, obispo de Maguncia, y Kasper, obispo de Rotemburgo-Stuttgart, redactaron un documento a favor de quienes estuvieran seguros en su conciencia de la nulidad de su matrimonio pero no disposieran de los elementos para probarlo en los tribunales (Obispos del Alto Rhin, Acompañamiento pastoral de los divorciados, Il Regno Documenti, 38 (1993), pp. 613-622).

La Congregación para la Doctrina de la Fe respondió con la carta Annus Internationalis Familiae del 14 de septiembre de 1994, afirmando que esa via no era posible porque el matrimonio es una realidad pública: «No reconocer este aspecto significaría negar que el matrimonio existe como una realidad eclesial, o sea como sacramento». Pero hace poco la Diócesis de Friburgo volvió a proponerlo(Orientaciones para la pastoral de los divorciados, Il Regno Documenti, 58 (2013), pp. 631-639). Según dicha propuesta, los divorciados vueltos a casar de resultas de lanulidad de conciencia del matrimonio anterior podrían recibir los sacramentos y obtener cargos en los consejos parroquiales.

El favor matrimonii queda sustituido por el favor nullitatis, que viene a constituir el elemento primario del derecho, mientras que la indisolubilidad es reducida a un ideal impracticable. La afirmación teórica de la indisolubilidad del matrimonio acompaña de hecho en la práctica al derecho a la declaración de nulidad de todo vínculo fallido. Bastará, en conciencia, considerar inválido el propio matrimonio para que la Iglesia lo declare nulo. Es el mismo principio por el que algunos teólogos consideran muerto un matrimonio en el que, uno de los cónyuges o ambos, afirma que “su amor ha muerto”.

El 29 de enero de 2010 Benedicto XVI exhortó al Tribunal de la Rota a no ser indulgentes en los procesos de nulidad para «condescender a los deseos y expectativas de las partes, o a los condicionamientos del ambiente social». Ello no obstante, en las diócesis de Centroeuropa, la declaración de nulidad se convertirá en un simple trámite, como sucedió ya en Estados Unidos cuando las normas provisionales. Según la conocida ley que establece que la moneda falsa hace desaparecer la de curso legal, en el caos consiguiente el “divorcio exprés” está destinado a prevalecer sobre el matrimonio indisoluble.

Desde hace más de un año se habla de un cisma latente en la Iglesia, pero ahora lo dice el cardenal Gerhard Müller, prefecto de la Congregación para la Doctrina de la Fe, que en un discurso pronunciado en Ratisbona ha recordado el riesgo de ruptura en la Iglesia, invitando a adoptar una actitud mucho más vigilante y a no olvidar la lección del cisma protestante que incendió Europa hace cinco siglos.
Leer el articulo completo:http://www.adelantelafe.com/se-inflige-una-herida-al-matrimonio-cristiano/

martedì 25 agosto 2015

E' dura ...ma ne vale la pena meditarla questa pagina... - Ma lo pensate che somiglianza sublime vi ha dato Iddio? Quella di creare altre creature: creatori voi pure, o uomini e donne che vi sposate, creatori di uomini come Iddio eterno.

Il santo matrimonio nelle Rivelazioni a Maria Valtorta


Dice Gesù: … Dio non fece maschio e femmina perché raggiungessero stanchezza e nausea nei loro vizi. Li ha fatti per una altissima ragione. Quando ha detto: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza e diamogli un aiuto perché non sia solo, col Suo divino Pensiero ha sottinteso che oltre alla parte spirituale e intellettuale, che vi fa somiglianti a Dio, voi foste a Lui simili nel creare altre vite. 

Ma lo pensate che somiglianza sublime vi ha dato Iddio? Quella di creare altre creature: creatori voi pure, o uomini e donne che vi sposate, creatori di uomini come Iddio eterno

Ebbene, voi che avete fatto di tale missione? Inveite contro la colpa di Eva, voi, donne, quando soffrite; maledite la colpa di Adamo, voi, uomini, quando faticate. Ma il serpente non è ancora fra voi, nell'interno delle vostre case, e non vi insegna col suo bavoso abbraccio e sussurro l'immoralità che vi fa ripudiatori della vostra missione creativa? E non è vizio questo di aderire al senso sino alla nausea e di negarsi alla paternità e alla maternità?



Dice Gesù: Dio, Padre Creatore, aveva creato l'uomo e la donna con una legge d'amore tanto perfetta che voi non ne potete più nemmeno comprendere le perfezioni. E vi smarrite nel pensare a come sarebbe venuta la specie se l'uomo non l'avesse ottenuta con l'insegnamento di Satana. 


Guardate le piante da frutto e da seme. Ottengono seme e frutto mediante fornicazione, mediante una fecondazione su cento coniugi? No. Dal fiore maschio esce il polline e, guidato da un complesso di leggi meteoriche e magnetiche, va all'ovario del fiore femmina. Questo si apre e lo riceve e produce. Non si sporca e lo rifiuta poi, come voi fate, per gustare il giorno dopo la stessa sensazione. Produce, e sino alla nuova stagione non si infiora, e quando s'infiora è per riprodurre. 

Guardate gli animali. Tutti. Avete mai visto un animale maschio ed uno femmina andare l'uno verso l'altro per sterile abbraccio e lascivo commercio? No. Da vicino o da lontano, volando, strisciando, balzando o correndo, essi vanno, quando è l'ora, al rito fecondativo, né vi si sottraggono fermandosi al godimento, ma vanno oltre, alle conseguenze serie e sante della prole, unico scopo che nell'uomo, semidio per l'origine di Grazia che Io ho resa intera, dovrebbe fare accettare l'animalità dell'atto, necessario da quando siete discesi di un grado verso l'animale.

Voi non fate come le piante e gli animali. Voi avete avuto a maestro Satana, lo avete voluto a maestro e lo volete. E le opere fate sono degne del maestro che avete voluto. Ma, se foste stati fedeli a Dio, avreste avuto la gioia dei figli, santamente, senza dolore, senza spossarvi in copule oscene, indegne, che ignorano anche le bestie, le bestie senz'anima ragionevole e spirituale. All'uomo e alla donna, depravati da Satana, Dio volle opporre l'Uomo nato da Donna soprasublimata da Dio, al punto di generare senza aver conosciuto uomo: Fiore che genera Fiore senza bisogno di seme, ma per unico bacio del Sole sul calice inviolato del Giglio-Maria.

Dice Gesù: Cosa è di male emanciparsi dai genitori, dal marito, essere indipendenti, farsi la propria vita come più ci piace? Cosa è fare del matrimonio un utile di avere una infermiera e una serva nella moglie o uno che fatica nel marito per i nostri bisogni e capricci, ma non una missione di procreazione e di allevamento? I figli è bene non vengano o vengano poco numerosi. Sono crucci, sono spese, sono ragioni di rancori fra i parenti A o B, fra i figli stessi che li hanno preceduti. Niente più figli dopo quell'uno o due che, non si sa come, hanno proprio voluto nascere. E nati che siano, niente logorarsi per essi. Nutrice, bambinaie, istitutrice, collegio. Dite così voi.



Siete degli assassini, o ipocriti. Sopprimete delle vite o delle anime. Perché, sappiatelo, per quanto un collegio sia buono e perfetta una istitutrice, non è mai la mamma, il padre, la famiglia. Quei figli, che sono stati di tutti fuorché vostri, come vi possono amare di quell'amore grande che continua a stare unito al vostro interno come avesse radici in voi? Come possono quei figli capirvi se voi siete degli estranei a loro e viceversa? Che società deve venire da popoli in cui la prima forma della società: la famiglia, è cosa arida, morta, scissa? Un'anarchia in cui ognuno pensa a sé, se pure non pensa a nuocere agli altri? E quelle monete che risparmiate negando ad un figlio di nascere, cosa credete che siano nel vostro portafoglio? Tarlo che distrugge la sostanza, perché ciò che non spendete per un figlio spendete tre volte aumentato per divertimenti e lussi nocivi. E PERCHÉ VI SPOSATE SE NON VOLETE AVERE DEI FIGLI? A COSA RIDUCETE IL TALAMO? Il rispetto per il mio "portavoce" mi fa tacere la risposta. Ditela da voi, indegni.


Dice Gesù: Le famiglie che non sono famiglie, e che sono origine di gravi sciagure che dall'interno della cellula familiare si irradiano a rovinare le compagini nazionali e da queste la pace mondiale, sono quelle famiglie nelle quali non domina Dio, ma bensì dominano il senso e l'interesse e perciò le figliazioni di Satana. Create su una base di senso e di interesse, non si elevano verso ciò che è santo, ma, come erbe malsane nate nel fango, strisciano sempre verso terra.

Dice l'angelo a Tobia: "Ti insegnerò chi sono coloro su cui ha potere il demonio".Oh! che in verità vi sono coniugi che dalla prima ora del loro coniugio sono sotto il potere demoniaco! Vi sono, anzi, sin da prima di esser coniugi. Vi sono da quando prendono la decisione di cercarsi un compagno o una compagna e non lo fanno con retto fine, ma con subdoli calcoli nei quali l'egoismo e la sensualità imperano sovrani. Nulla di più sano e di più santo di due che si amano onestamente e si uniscono per perpetuare la razza umana e dare anime al Cielo.

La dignità dell'uomo e della donna divenuti genitori è la seconda dopo quella di Dio. Neppure la dignità regale è simile a questa. Perché il re, anche il più saggio, non fa che amministrare dei sudditi. Essi genitori attirano invece su loro lo sguardo di Dio e rapiscono a quello sguardo una nuova anima che chiudono nell'involucro della carne nata da loro.Direi quasi che hanno a suddito Dio, in quel momento, perché Dio, al loro retto amore che si unisce per dare alla Terra e al Cielo un nuovo cittadino, crea immediatamente una nuova anima. Se vi pensassero, a questo loro potere al quale Dio subito annuisce! Gli angeli non possono tanto. Anzi gli angeli, come Dio, sono subito pronti ad aderire all'atto degli sposi fecondi ed a divenire custodi della nuova creatura. Ma molti sono quelli che, come dice Raffaele, abbracciano lo stato coniugale in modo da scacciare Dio da sé e dalla loro mente, e da abbandonarsi alla libidine. E sopra questi ha potere il demonio. CHE DIFFERENZA C'È FRA IL LETTO DEL PECCATO E IL LETTO DI DUE CONIUGI CHE NON SI RIFIUTANO AL GODIMENTO MA SI RIFIUTANO ALLA PROLE? Non facciamo dei funambolismi di parole e di ragionamenti bugiardi. LA DIFFERENZA È BEN POCA. Ché, se per malattie o imperfezioni è consigliabile o concesso non concedersi figli, allora occorre saper essere continenti ed interdirsi quelle soddisfazioni sterili che altro non sono che appagamento del senso. Se invece nessun ostacolo si frappone alla procreazione, perché fate di una legge naturale e soprannaturale un atto immorale svisandola nel suo scopo?Quando qualsiasi riflessione onesta vi consiglia di non aumentare la prole, sappiate vivere da sposi casti e non da scimmie lussuriose. Come volete che l'angelo di Dio vegli sulla vostra casa quando fate di essa un covo di peccato? Come volete che Dio vi protegga quando lo obbligate a torcere disgustato lo sguardo dal vostro nido insozzato?

Oh! misere le famiglie che si formano senza preparazione soprannaturale, le famiglie dalle quali è stata sbandita, a priori, ogni ricerca di Verità e dove anzi si deride la Parola della Verità che insegna cosa e perché è il Matrimonio. Misere le famiglie che si formano senza nessun pensiero all'alto, ma unicamente sotto l'aculeo di un appetito sensuale e di una riflessione finanziaria! Quanti coniugi che, dopo l'inevitabile consuetudine della cerimonia religiosa - consuetudine ho detto, e lo ripeto, perché per la maggioranza non è altro che consuetudine e non aspirazione dell'anima ad avere Dio con sé in tal momento - non hanno più un pensiero a Dio e fanno del Sacramento, che non finisce con la cerimonia religiosa ma si inizia allora e dura quanto dura la vita dei coniugi, secondo il mio pensiero - così come la monacazione non dura quanto la cerimonia religiosa, ma dura quanto la vita del religioso o della religiosa - e fanno del Sacramento un festino e del festino uno sfogo di bestialità!

L'angelo insegna a Tobia che, facendo precedere con la preghiera l'atto, l'atto diviene santo e benedetto e fecondo di gioie vere e di prole.

Questo occorrerebbe fare. ANDARE AL MATRIMONIO MOSSI DA DESIDERIO DI PROLE, POICHÉ TALE È LO SCOPO DELL'UNIONE UMANA, e ogni altro scopo è colpa disonorante l'uomo come essere ragionevole e ferente lo spirito, tempio di Dio, che fugge sdegnato, E AVER PRESENTE DIO IN OGNI ORA. Dio non è carceriere oppressivo. Ma Dio è Padre buono, che giubila delle oneste gioie dei figli e che ai loro santi amplessi risponde con benedizioni celesti e con l'approvazione di cui è prova la creazione di un'anima nuova. 


Ma questa pagina chi la comprenderà? Come avessi parlato la lingua di un pianeta sconosciuto, voi la leggerete senza sentirne il sapore santo. Vi parrà paglia trita, ed è dottrina celeste. La deriderete, voi, i sapienti dell'ora. E non sapete che sulla vostra stoltezza ride Satana che è riuscito, per merito della vostra incontinenza, della vostra bestialità, a volgervi in condanna ciò che Dio aveva creato per vostro bene: il matrimonio come unione umana e come Sacramento. 

Vi ricordo, perché le ricordiate e vi regoliate su esse - se ancor lo potete fare per un resto di dignità umana sopravvivente in voi - le parole di Tobia alla moglie: "Noi siamo figli di santi, e non possiamo unirci come i gentili che non conoscono Dio". Siano la vostra norma. Ché, se anche siete nati là dove la santità era già morta, il Battesimo ha sempre fatto di voi dei figli di Dio, del Santo dei santi, e perciò potete sempre dire che siete figli di santi: del Santo, e regolarvi su questo. Avrete allora una discendenza nella quale si benedirà il nome del Signore" e si vivrà nella sua Legge. E quando i figli vivono nella Legge divina, ne godono i genitori, perché essa insegna virtù, rispetto, amore, ed i primi a goderne dopo Dio sono i fortunati genitori, i coniugi santi che hanno saputo fare del coniugio un rito perpetuo e non un obbrobrioso vizio.

Dice Gesù: Il matrimonio deve essere non scuola di corruzione ma di elevazione.Non siate inferiori ai bruti, i quali non corrompono con inutili lussurie l'azione del generare. Il matrimonio è un sacramento. Come tale è, e deve rimanere, santo per non divenire sacrilego. Ma anche non fosse sacramento, è sempre l'atto più solenne della vita umana i cui frutti vi equiparano quasi al Creatore delle vite, e come tale va almeno contenuto in una sana morale cristiana. Se così non è, diviene delitto e lussuria. Due che si amino santamente, dall'inizio, sono rari, perché troppo corrotta è la società. Ma il matrimonio è elevazione reciproca. Deve esser tale. Il coniuge migliore deve essere fonte di elevazione, né limitarsi ad esser buono, ma adoperarsi perché alla bontà giunga l'altro.

Vi è una frase nel Cantico dei cantici che spiega il potere soave delle virtù: "Attirami a te! Dietro a te correremo all'odore dei tuoi profumi"

AVE MARIA PURISSIMA!

venerdì 15 maggio 2015

El Matrimonio como Sacramento

El Matrimonio como Sacramento 

[15] 1º Dignidad del Matrimonio como Sacramento. — El Matrimonio, como Sacramento, tiene una condición más excelente y un fin más elevado que el Matrimonio como contrato natural. En efecto: • su fin ya no es sólo propagar el género humano, sino también engendrar y educar la prole en el culto y la religión del verdadero Dios; • Dios ha querido que esta santa unión entre el hombre y la mujer sea una señal cierta de la unión estrecha existente entre Cristo y la Iglesia (Ef. 5 22-32.), pues entre los lazos que unen entre sí a los hombres, ninguno los estrecha más que el vínculo conyugal; y por eso las Sagradas Letras proponen frecuentemente a nuestra consideración la unión de Cristo con la Iglesia por medio de la semejanza de las bodas (Mt. 22 2; 25 10; Apoc. 19 7.). 

[16-17] 2º Por qué el Matrimonio tiene razón de verdadero Sacramento. — La Iglesia, apoyada en la autoridad de San Pablo, que al exponer el simbolismo del matrimonio cristiano dice: «Gran Sacramento es éste, mas yo lo digo con respecto a Cristo y a su Iglesia» (Ef. 5 22-32.), enseñó siempre como cosa cierta e indudable que el Matrimonio es Sacramento. En efecto, como San Pablo, en dicho texto, compara el varón a Cristo, y la mujer a la Iglesia, dedúcese que la unión del varón y de la mujer, instituida por Dios, es un signo sagrado del vínculo santísimo con que Cristo nuestro Señor está unido a su Iglesia. Y que asimismo por este Sacramento se significa y da la gracia, claramente lo afirma el Concilio de Trento (Dz. 969.). 

[18-19] 3º Superioridad del Matrimonio cristiano sobre los demás matrimonios. — Cuán superior es el sacramento del Matrimonio a los matrimonios que se celebraron antes y después de la Ley de Moisés, se deduce de dos motivos: 

a) Porque estos matrimonios carecían de la virtud sacramental, aunque gozaban entre los gentiles de cierto carácter sagrado, y entre los judíos contenían mayor santidad que entre los gentiles por tener como motivo la propagación del linaje del pueblo escogido, del que había de nacer el Mesías. El Matrimonio de la Ley evangélica, en cambio, goza de la dignidad y virtud sacramental. 

b) Porque tanto en la Ley natural como en la Ley mosaica, el matrimonio decayó pronto de la grandeza y honestidad de su primer origen; pues varios antiguos patriarcas, durante la Ley natural, tuvieron a un mismo tiempo varias mujeres (Gen. 4 19; 22 20-24; 29 22.); igualmente, en la Ley de Moisés se permitió repudiar a la propia mujer y casarse con otra (Deut. 24 1.). Pero en la Ley evangélica Cristo abolió el repudio de la propia mujer y restableció el Matrimonio en su primitivo estado de unidad e indisolubilidad: • unidad, esto es, el Matrimonio quedó circunscrito a la unión solamente de dos, no de más (Mt. 19 4-6.); • indisolubilidad, esto es, no se puede dejar a la primera mujer para unirse a otra (Mt. 19 9; Mc. 10 11; Lc. 16 18.).

[20-22] 4º Indisolubilidad del Matrimonio cristiano. — Cristo afirma que «quien se separa de su mujer y vive con otra comete adulterio» (Mt. 19 9.); por su parte, San Pablo declara que la mujer está ligada a su marido mientras éste viva (I Cor. 7 39.), y que no se separe de él, o si se separa, permanezca sin casarse o vuelva a reconciliarse con él (I Cor. 7 10-11.). Por donde queda claro que el vínculo conyugal sólo puede disolverse por la muerte de uno de los cónyuges. 

Y esta indisolubilidad era conveniente por los siguientes motivos: • para que los hombres busquen en la esposa más la virtud que la riqueza o la hermosura corporal; • porque si el hombre tuviese alguna posibilidad de separarse de su esposa, cualquier pretexto bastaría para ello; mientras que así, faltándole toda esperanza de casarse con otra mujer, será menos propenso a la ira y a la discordia, y hará esfuerzos más fácilmente para volver a la vida conyugal si alguna vez llega a separarse de su mujer. Por esta última razón, quien se separó de su cónyuge por haberle sido infiel, ha de tratar de reconciliarse con él y perdonarlo si estuviese arrepentido de su pecado, según el consejo de San Agustín. 

[23-25] 5º Bienes del Matrimonio. — Tres son los bienes del matrimonio, que compensan las penas que conlleva (I Cor. 7 28.) y revisten de honestidad el comercio carnal, reprobable fuera del matrimonio: 

• el primero es la prole, esto es, los hijos que se tienen de la mujer propia y legítima, por los cuales se santificará la mujer, engendrándolos y educándolos (I Tim. 2 15; Eclo. 7 25.); 

• el segundo es la fidelidad por la que mutuamente se obligan el marido con su mujer y la mujer con su marido, entregándose mutuamente el dominio sobre el propio cuerpo, prometiendo no faltar nunca a este sagrado pacto (Gen. 2 24; Mt. 19 5; I Cor. 7 4; Ef. 5 31.), y amándose santamente, como Cristo amó a la Iglesia (Ef. 5 25.); 

• el tercero es el vínculo matrimonial, que jamás puede disolverse (I Cor. 7 10.), porque significa la unión de Cristo con la Iglesia, que es indisoluble. 

[26] 6º Deberes de los cónyuges. — 

a) Es deber del marido: • tratar a su mujer con agrado y dignidad, esto es, como compañera (Gen. 2 18; 3 12.); • estar siempre ocupado en el ejercicio de alguna profesión honesta, para proveer al sustento de la familia y para no afeminarse por la ociosidad; • gobernar rectamente su casa, corregir las costumbres de todos y hacer que todos cumplan con su deber. [27] 

b) Es deber de la esposa: • obedecer a su marido, vivir sujeta a él (I Ped. 3 1-6.), y agradarlo en todo, no amando ni estimando a nadie más que a él después de Dios; • educar a los hijos en la Religión; • cuidar diligentemente de las cosas domésticas, no saliendo de casa si la obligación no las obliga a ello, ni sin la licencia de su marido.

martedì 31 marzo 2015

31. Raymond Leo cardinale Burke. Permanere nella Verità di Cristo sul Santo Matrimonio

martedì 31 marzo 2015

Raymond Leo cardinale Burke. Permanere nella Verità di Cristo sul Santo Matrimonio

CHESTER, ENGLAND - 6 marzo 2015 
Testo integrale della presentazione del Card. Raymond Leo Burke del libro “Permanere nella Verità di Cristo: Matrimonio e Comunione nella Chiesa Cattolica”.

Il Card. Burke a Chester
Si tratta di un documento che è e resta un insegnamento magistrale, arricchito da molte note Siamo orgogliosi di metterlo a disposizione per la condivisione e un fruttuoso approfondimento.
[Nostra traduzione dall'originale inglese]


Il testo è lungo e articolato; per cui l'ho reso disponibile anche nella versione pdf che, chi vuole, può scaricare da qui.





Introduzione
È con grande piacere, ed è un grande onore per me, parlare con voi riguardo al Santo Matrimonio. Sono particolarmente onorato dalla presenza del Vescovo Mark Davied della Diocesi di Shrewsbury che mi ha accolto così calorosamente nella sua Diocesi, un uomo che io ammiro grandemente e con il quale ho potuto fare una piacevole visita nel corso della giornata. Esprimo la mia più profonda gratitudine a Mr. John Smeaton della Society for the Protection of Unborn Children [NdT: Società per la Protezione dei Nascituri] e dell’iniziativa Voice of the family [Voce della famiglia] per l’invito che mi ha rivolto a incontrarmi con voi oggi e a per affrontare le preoccupazioni più urgenti in materia di matrimonio e famiglia nel nostro tempo, specialmente alla luce dei lavori in corso al Sinodo dei Vescovi.

Ho ammirato molto l’apostolato della Società per la Protezione dei Nascituri nel corso del tempo e, negli ultimi anni, ho avuto il privilegio di conoscere personalmente John Smeaton, Capo Direttore Esecutivo. In tempi più recenti, durante la sessione di Ottobre 2014 del Sinodo dei Vescovi, sono stato testimone del lavoro della Voce della Famiglia, una federazione composta da 23 organizzazioni pro-life e a favore della famiglia, che è coordinata dalla Società per la Protezione dei Nascituri, sono felice di avere l’occasione di esprimere la mia stima per John Smeaton e per il suo staff che ha lavorato senza sosta con lui per comunicare accuratamente il lavoro della sessione 2014. La loro competenza era evidente. Così come era altrettanto evidente il loro profondissimo amore per Cristo e per il Suo Corpo Mistico, la Chiesa. Ringrazio voi, Società per la Protezione dei Nascituri Voce della Famiglia, per il vostro preziosissimo servizio alla Chiesa e alla società in un momento tanto impegnativo. Prometto di continuare le mie preghiere quotidiane perché Dio benedica il vostro lavoro chiave, offerto per il bene di tutti nella Chiesa e specialmente per i più bisognosi e indifesi. In particolar modo, in una cultura che è così profondamente confusa e in errore circa le fondamentali verità del matrimonio e della famiglia, mi congratulo per i vostri sforzi tesi a mantenere la Verità riguardo al matrimonio in tutta la sua bellezza e bontà. È mia sincera speranza che la mia presenza e le mie parole vi diano ispirazione e forza per la vostra missione cruciale di salvaguardare e promuovere l’integrità del matrimonio e della famiglia come culla della vita umana e prima scuola per la sua crescita e sviluppo.

Nella mia presentazione, parlerò inizialmente della attuale discussione circa le verità fondamentali del matrimonio nella Chiesa, spiegando l’importanza degli studi riportati anche nel libro “Permanere nella Verità di Cristo: Matrimonio e Comunione nella Chiesa Cattolica” per assistere il Sinodo dei Vescovi nell’affrontare la situazione della famiglia nel nostro tempo. Quindi, affronterò lo stato della cultura secolare nella quale la Chiesa è chiamata a portare la propria missione a difesa della famiglia. In terzo luogo, parlerò della forma principale della missione della Chiesa, della nuova evangelizzazione e del ruolo chiave che la famiglia ha in questa missione. In un quarto momento, tratterò la parte più importante del Vangelo della Vita nella nuova evangelizzazione, includendo in particolare una trattazione dell’integrità dell’atto coniugale. Infine, illustrerò la relazione che c’è fra la legge morale naturale e l’insegnamento della Chiesa circa la vita umana e la sessualità umana.


Discussione in corso circa la verità fondamentale del matrimonio

Nel momento presente nella Chiesa credo che non vi sia una questione più seria per noi da affrontare della Verità a proposito del matrimonio. In un mondo nel quale l’integrità del matrimonio è stata sotto attacco per decenni, la Chiesa è rimasta fedele araldo della verità riguardo il piano di Dio per l’uomo e per la donna, nell’unione fedele, indissolubile e procreativa del matrimonio. Nel nostro tempo, certamente a causa di una costante pressione da parte di una cultura completamente secolarizzata, nella Chiesa si è fatto spazio per una crescente confusione e anche per molti errori, che hanno indebolito gravemente, se non totalmente compromesso, la testimonianza della Chiesa, a detrimento dell’intera società.

venerdì 6 marzo 2015

Santo Matrimonio e Santa Comunione

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Un “sì” per sempre, come l’amore di Cristo
22 aprile 1942
Il , erompente dal vostro labbro per impulso del vostro volere, annoda intorno a voi il vincolo coniugale, e insieme lega per sempre le vostre volontà. Il suo effetto è irrevocabile: il suono, espressione sensibile del vostro consenso, passa; ma il consenso stesso formalmente è fissato, non passa, è perpetuo, perché è consenso nella perpetuità del vincolo, mentre un consenso di vita soltanto per qualche tempo fra gli sposi non varrebbe a costituire il matrimonio. L’unione dei vostri sì è indivisibile; ond’è che non vi è vero matrimonio senza inseparabilità, né vi è inseparabilità senza vero matrimonio.
Ma se la volontà degli sposi, contratto che l’abbiano, non può più sciogliere il vincolo matrimoniale, potrà forse farlo l’autorità, superiore ai coniugi, stabilita da Cristo per la vita religiosa degli uomini? Il vincolo del matrimonio cristiano è così forte, che, se esso ha raggiunto la sua piena stabilità con l’uso dei diritti coniugali, nessuna potestà al mondo, nemmeno la Nostra, quella cioè del Vicario di Cristo, vale a rescinderlo.
Gesù e Maria con la loro presenza santificarono le nozze di Cana: là il divin Figlio della Vergine fece il primo miracolo, quasi a dimostrare anzi tempo che iniziava la sua missione nel mondo e il regno di Dio dalla santificazione della famiglia e dell’unione coniugale, origine della vita. Là cominciò la elevazione del matrimonio, il quale doveva ergersi nel mondo soprannaturale dei segni, che producono la grazia santificante, a simbolo della unione di Cristo con la Chiesa (Efesini 5, 32); unione indissolubile e inseparabile, nutrita di quell’amore assoluto e senza fine, che sgorga dal Cuore di Cristo. Come potrebbe l’amore coniugale essere e dirsi simbolo di tale unione, quando fosse deliberatamente limitato, condizionato, solubile, quando fosse una fiamma di amore soltanto a tempo? No: elevato all’eccelsa e santa dignità di sacramento, improntato e stretto in così intima connessione con l’amore del Redentore e con l’opera della redenzione, non può essere e affermarsi che indissolubile e perpetuo.
È vero; un vincolo può talora costituire un gravame, una servitù, come le catene che stringono il prigioniero. Ma può essere anche un potente soccorso e una sicura garanzia, come la corda che lega l’alpinista ai suoi compagni di ascensione, o come i legamenti che uniscono le parti del corpo umano e lo rendono spedito e franco nei suoi movimenti; e tale è ben il caso del vincolo indissolubile del matrimonio.
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La Santa Comunione, mezzo efficacissimo per la vita spirituale della famiglia
7 giugno 1939
Ogni anima cristiana ha bisogno dell’Eucaristia, secondo la parola di Nostro Signore Gesù Cristo: “Se non mangerete la carne del Figlio dell’uomo e non berrete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna” (Gv 6, 54. 55).
La Comunione Eucaristica ha dunque per effetto di alimentare l’unione santificante e vivificante dell’anima con Dio, di mantenere e fortificare la vita spirituale ed interiore, d’impedire che nel viaggio e nel combattimento terreno venga a mancare ai fedeli quella vita che è stata loro comunicata nel Battesimo.
Di questi beni così preziosi Gesù Cristo vuole arricchire le anime nella Santa Comunione: e beati coloro che, secondando le sue amorose intenzioni, sanno valersi di questo mezzo così valido di santificazione e di salute!
Ma di tutti questi aiuti hanno particolare bisogno gli sposi e i genitori cristiani che, rendendosi conto delle gravi responsabilità, da loro assunte, si sono proposti di volervi seriamente corrispondere.
La famiglia ha bisogno, come di base, di intima unione di anime soprattutto, non solo di corpi, unione fatta di amore e di pace scambievole. Ora l’Eucaristia è, secondo la bella espressione di Sant’Agostino, segno di unione, vincolo di amore, signum unitatis, vinculum caritatis, e perciò unisce e quasi rinsalda tra loro i cuori.
A sostenere i pesi, le prove, i dolori comuni, ai quali ogni famiglia anche ben ordinata non può sfuggire, vi è bisogno di quotidiane energie; la Comunione Eucaristica è generatrice di forza, di coraggio, di pazienza, e con la letizia soave che diffonde nelle anime ben disposte fa sentire quella serenità che e il tesoro più prezioso del domestico focolare.
Pensiamo con gioia, diletti figli, che voi, ritornando alle vostre città, ai vostri paesi, alle vostre parrochie, darete questo bello ed edificante spettacolo di accostarvi spesso alla Mensa Eucaristica, e dalla chiesa rientrerete nelle vostre case portando tra le pareti domestiche Gesù e, con Gesù, ogni bene.
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domenica 19 ottobre 2014

Siroki-Brijeg


Il paese che non conosce il divorzio
La città di Siroki-Brijeg in Herzegovina ha una straordinaria peculiarità:
nessuno ha memoria di un solo divorzio tra i suoi 13.000 abitanti e di un
solo caso di frattura della famiglia. Il segreto dell'Herzegovina è
semplice: gli abitanti croati hanno mantenuto la loro fede cattolica
sopportando per secoli le persecuzioni dei Turchi prima e dei comunisti poi.
La loro fede é fortemente radicata nella conoscenza del potere salvifico
della Croce di Gesù. Sanno che i programmi del mondo, anche se sono
programmi umanitari, come il disarmo o la pace, da soli forniscono benefici
limitati. La fonte della salvezza è la croce di Cristo.



Questo popolo ha una grande saggezza che ha saputo applicare al matrimonio
ed alla famiglia. Sanno che il matrimonio é indissolubilmente unito alla
croce di Cristo. Secondo la tradizione croata, quando una coppia si prepara
al matrimonio, non viene detto loro che hanno trovato la persona perfetta.
No! Al contrario, il sacerdote dice loro: "Avete trovato la vostra croce". È
una croce da amare, da prendere con sé, una croce che non viene ripudiata ma
che viene considerata come un tesoro.



In Herzegovina la Croce rappresenta l'amore più grande e il crocefisso è il
tesoro della casa. Quando i fidanzati vanno in chiesa portano con sé il
crocifisso. Il sacerdote lo benedice. Quando arriva il momento dello scambio
dei voti, il fidanzato pone la sua mano destra sul crocifisso e la fidanzata
mette la sua mano su quella di lui, di modo che le due mani siano unite alla
croce. Il sacerdote copre le loro mani con la stola mentre loro si scambiano
le promesse, secondo il rito della Chiesa, di essere fedeli l'uno all'altra
nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, fino alla morte.



I fidanzati non si scambiano il bacio nuziale prima di aver baciato entrambi
la croce. Coloro che assistono al rito comprendono che se uno di loro
abbandona l'altro, abbandona Cristo sulla Croce. Dopo la cerimonia, i neo
sposi portano il crocefisso nella loro casa e lo conservano in un luogo
onorato. Sarà sempre per loro il punto di riferimento ed il luogo dell'
orazione familiare. Nei momenti di difficoltà non vanno dall'avvocato né
dallo psichiatra ma vanno insieme davanti alla Croce a chiedere l'aiuto di
Gesù.

 Si inginocchiano, piangono, aprono i loro cuori e chiedono insieme
perdono al Signore. Vanno a dormire con la pace nel cuore perché hanno
ricevuto il perdono dalla sola Persona che ha il potere di salvarli. Hanno
insegnato ai loro bambini a baciare la Croce ogni giorno e a non andare a
dormire come i pagani, senza ringraziare in primo luogo Gesù. Sanno che Gesù
li tiene tra le Sue braccia, e non hanno nulla da temere.

MOLTO MOLTO BELLO

Pio XII parla agli sposi cristiani. 

Vincolo, famiglia, comunione

Il punto 5. della "Relatio Synodi", 18.10.2014, conclusiva della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi: "Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione" (5-19 ottobre 2014) [qui], dichiara: "Il cambiamento antropologico-culturale influenza oggi tutti gli aspetti della vita e richiede un approccio analitico e diversificato."

A questo proposito è bene ribadire cose già dette, ma che giova riaffermare. Il "cambiamento antropologico" di cui si parla non può riguardare l'interiorità profonda e l'essenza dell'uomo - essere umano uomo e donna, che quella è e quella resta -, di creatura voluta amata e redenta dal Suo Creatore, che trova la sua vera dignità e libertà nell'essere a Lui ordinata e dunque nel rapporto personale e comunitario con Lui. Ciò che cambia nello scorrere del tempo sono i 'gusti', le 'mode', le 'contingenze' (cioè situazioni e conseguenze); ma l'essenza dell'uomo è quella che è. Inoltre essa o è portata alla sua pienezza d'essere, in Cristo, oppure non è nulla! La dissoluzione dell'identità cristiana nell'Occidente discende dai Lumi e oltre. Essa trova il suo culmine oggi attraverso lo storicismo e l'antropocentrismo veicolati nella Chiesa anche dallo "spirito del concilio" tuttora imperante. Dir questo non significa non avere il senso della storia o sminuire l'uomo; ma situarlo al suo posto, cioè orientato e ordinato al Creatore e non come centro di tutto. Senza obliterare la "storia della salvezza" portata a compimento da Cristo Signore.

Purtroppo subiamo l'effetto dell'abbandono della philosophia perennis operato dallo "spirito del concilio". Ed è per questo che la dimensione ontologica è stata sostituita da quella fenomenologica ed esistenziale, che l'odierna gerarchia sembra privilegiare. L'abbandono della metafisica ha messo all'angolo la fede, il Soprannaturale, l'ontologia e ha fondato le innovazioni di 'rottura' - ché tali sono - nell'antropocentrismo. Il vizio di fondo e nodo centrale di tutto è che, in base ai presupposti storicisti, la continuità con la tradizione è oggi riferita al soggetto chiesa anziché all'oggetto rivelazione. E, mentre le verità eterne non possono evolvere, lo storicismo trasferisce ad esse la mutevolezza che invece appartiene al divenire che esse devono orientare e fecondare. Il Signore è lo stesso ieri oggi sempre.

I discorsi, incisivi e densi di verità eterne, di un Papa che è nel cuore di tanti credenti sono il miglior antidoto alle tossine veicolate dal nuovo documento, nonostante le rettifiche apportatevi in seguito alle note contestazioni. Letti con attenzione, essi danno anche le motivazioni profonde e ineludibili dei principi vigorosamente e limpidamente affermati. (Maria Guarini)

MOLTO MOLTO BELLO

Un “sì” per sempre, come l’amore di Cristo
22 aprile 1942
 Il sì, erompente dal vostro labbro per impulso del vostro volere, annoda intorno a voi il vincolo coniugale, e insieme lega per sempre le vostre volontà. Il suo effetto è irrevocabile: il suono, espressione sensibile del vostro consenso, passa; ma il consenso stesso formalmente è fissato, non passa, è perpetuo, perché è consenso nella perpetuità del vincolo, mentre un consenso di vita soltanto per qualche tempo fra gli sposi non varrebbe a costituire il matrimonio. L’unione dei vostri sì è indivisibile; ond’è che non vi è vero matrimonio senza inseparabilità, né vi è inseparabilità senza vero matrimonio.
Ma se la volontà degli sposi, contratto che l’abbiano, non può più sciogliere il vincolo matrimoniale, potrà forse farlo l’autorità, superiore ai coniugi, stabilita da Cristo per la vita religiosa degli uomini? Il vincolo del matrimonio cristiano è così forte, che, se esso ha raggiunto la sua piena stabilità con l’uso dei diritti coniugali, nessuna potestà al mondo, nemmeno la Nostra, quella cioè del Vicario di Cristo, vale a rescinderlo.
Gesù e Maria con la loro presenza santificarono le nozze di Cana: là il divin Figlio della Vergine fece il primo miracolo, quasi a dimostrare anzi tempo che iniziava la sua missione nel mondo e il regno di Dio dalla santificazione della famiglia e dell’unione coniugale, origine della vita. Là cominciò la elevazione del matrimonio, il quale doveva ergersi nel mondo soprannaturale dei segni, che producono la grazia santificante, a simbolo della unione di Cristo con la Chiesa (Efesini 5, 32); unione indissolubile e inseparabile, nutrita di quell’amore assoluto e senza fine, che sgorga dal Cuore di Cristo. Come potrebbe l’amore coniugale essere e dirsi simbolo di tale unione, quando fosse deliberatamente limitato, condizionato, solubile, quando fosse una fiamma di amore soltanto a tempo? No: elevato all’eccelsa e santa dignità di sacramento, improntato e stretto in così intima connessione con l’amore del Redentore e con l’opera della redenzione, non può essere e affermarsi che indissolubile e perpetuo.
È vero; un vincolo può talora costituire un gravame, una servitù, come le catene che stringono il prigioniero. Ma può essere anche un potente soccorso e una sicura garanzia, come la corda che lega l’alpinista ai suoi compagni di ascensione, o come i legamenti che uniscono le parti del corpo umano e lo rendono spedito e franco nei suoi movimenti; e tale è ben il caso del vincolo indissolubile del matrimonio.


La Santa Comunione,
mezzo efficacissimo per la vita spirituale della famiglia

7 giugno 1939

Ogni anima cristiana ha bisogno dell’Eucaristia, secondo la parola di Nostro Signore Gesù Cristo: “Se non mangerete la carne del Figlio dell’uomo e non berrete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna” (Gv 6, 54. 55).
La Comunione Eucaristica ha dunque per effetto di alimentare l’unione santificante e vivificante dell’anima con Dio, di mantenere e fortificare la vita spirituale ed interiore, d’impedire che nel viaggio e nel combattimento terreno venga a mancare ai fedeli quella vita che è stata loro comunicata nel Battesimo.1
Di questi beni così preziosi Gesù Cristo vuole arricchire le anime nella Santa Comunione: e beati coloro che, assecondando le sue amorose intenzioni, sanno valersi di questo mezzo così valido di santificazione e di salute! Ma di tutti questi aiuti hanno particolare bisogno gli sposi e i genitori cristiani che, rendendosi conto delle gravi responsabilità, da loro assunte, si sono proposti di volervi seriamente corrispondere.
La famiglia ha bisogno, come di base, di intima unione di anime soprattutto, non solo di corpi, unione fatta di amore e di pace scambievole. Ora l’Eucaristia è, secondo la bella espressione di Sant’Agostino, segno di unione, vincolo di amore, signum unitatis, vinculum caritatis, e perciò unisce e quasi rinsalda tra loro i cuori.
A sostenere i pesi, le prove, i dolori comuni, ai quali ogni famiglia anche ben ordinata non può sfuggire, vi è bisogno di quotidiane energie; la Comunione Eucaristica è generatrice di forza, di coraggio, di pazienza, e con la letizia soave che diffonde nelle anime ben disposte fa sentire quella serenità che e il tesoro più prezioso del domestico focolare.
Pensiamo con gioia, diletti figli, che voi, ritornando alle vostre città, ai vostri paesi, alle vostre parrocchie, darete questo bello ed edificante spettacolo di accostarvi spesso alla Mensa Eucaristica, e dalla chiesa rientrerete nelle vostre case portando tra le pareti domestiche Gesù e, con Gesù, ogni bene. (Fonte: In tua justitia libera me Domine)
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1. Allora era scontato: che viene perduta col peccato e non recuperata se non attraverso il pentimento, il proposito di non ricadere e la confessione.