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domenica 12 agosto 2018

SANTA CHIARA D'ASSISI


12 AGOSTO
SANTA CHIARA
vergine, fondatrice II O.
SOLENNITÀ – (bianco)
Fu la prima donna che si entusiasmò dell’ideale di san Francesco d’Assisi, con il quale fu sempre in profondi rapporti spirituali; aveva allora 18 anni. Si può dire che la sua vita religiosa, da quando fuggì da casa, seguita una quindicina di giorni dopo dalla sorella, sant’Agnese di Assisi, fu un continuo sforzo per giungere alla totale e perfetta povertà.
Fondò con san Francesco il secondo ordine francescano che porta il suo nome: le Clarisse, in cui entrò pure la madre, Ortolana, e l’altra sorella, Beatrice. Passò la seconda metà della vita quasi sempre a letto perché ammalata, pur partecipando sovente ai divini uffici.
Portando l’Eucaristia, salvò il convento da un attacco di Saraceni nel 1240.
Morì a san Damiano, fuori le mura di Assisi, l’11 agosto, a sessant’anni.

ANTIFONA D'INGRESSO
Oggi è sorta una stella:
oggi santa Chiara, poverella di Cristo,
è volata alla gloria dei cielo.

Si dice il Gloria.

COLLETTA
Dio misericordioso, che hai ispirato a santa Chiara un ardente amore per la povertà evangelica, per sua intercessione concedi anche a noi di seguire Cristo povero e umile, per godere della tua visione nella perfetta letizia del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA Os 2,14-15.19-20
Dal libro del profeta Osea
Così dice il Signore: «Ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.
Là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto.
Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE dal Salmo 44
Rit. Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore!
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio,
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
al re piacerà la tua bellezza.
Egli è il tuo Signore: pròstrati a lui.  Rit.
La figlia del re è tutta splendore,
gemme e tessuto d’oro è il suo vestito.
È presentata al re in preziosi ricami.  Rit.
Con lei le vergini compagne a te sono condotte;
guidate in gioia ed esultanza
entrano insieme nel palazzo dei re.  Rit.

SECONDA LETTURA 2Cor 4,6-10.16-18
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, Dio rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.
Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nei nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nei nostro corpo.
Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO
Alleluia, alleluia.
Vieni, Sposa di Cristo, ricevi la corona che il Signore ti ha preparata per la vita eterna.
Alleluia.

VANGELO Gv 15,4-10
+ Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso, se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me, viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti dei Padre mio e rimango nel suo amore».
Parola del Signore.

Si dice il Credo.

SULLE OFFERTE
Accetta, Signore, l’umile servizio che ti offriamo riuniti nel ricordo di santa Chiara vergine, e per il santo sacrificio del Cristo tuo Figlio trasformaci in ardenti apostoli del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.

Prefazio proprio
V. Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito.
V. In alto i nostri cuori. R. Sono rivolti al Signore.
V. Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio. R. E’ cosa buona e giusta.
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Tu hai ispirato a santa Chiara di seguire fedelmente, sull’esempio di san Francesco, le orme del tuo Figlio, sposandola a lui misticamente con vincolo di perenne fedeltà e amore: e avendola innalzata, per la via della più eroica povertà, alle altezze della seràfica perfezione, l’hai costituita Madre e Maestra di una moltitudine di vergini.
Per questo dono della tua benevolenza, uniti agli Angeli e ai Santi, con voce unanime cantiamo l’inno della tua lode: Santo, Santo, Santo,…

ANTIFONA ALLA COMUNIONE Cfr Gv 14,21.23
«Chi mi ama sarà amato dal Padre mio, e noi verremo a lui e presso di lui prenderemo dimora».

DOPO LA COMUNIONE
O Dio, che ci hai saziato con il pane della vita, fa' che, sull’esempio di santa Chiara, portiamo nel nostro corpo mortale la passione di Cristo Gesù per aderire a te, unico e sommo bene. Per Cristo nostro Signore.

venerdì 12 agosto 2016

SANTA CHIARA D'ASSISI

SANTA CHIARA d'Assisi


Chiara, una nobile fanciulla di Assisi nell'Umbria, distribuì in elemosina ai poveri ogni ricchezza dietro l'esempio di san Francesco suo concittadino. 

Appartandosi dal mondo si ritirò nella Chiesa della Porziuncola, dove san Francesco le tagliò i capelli. 
Ella resistette fortemente ai parenti che tentavano di ricondurla nel mondo. 


Condotta poi dallo stesso santo nella chiesa di san Damiano, istituì una comunità di religiose di cui accettò il governo solo per cedere alle reiterate istanze di san Francesco. 


Ella governò mirabilmente il suo monastero per quarantadue anni con sollecitudine e prudenza. 



Allorché i Saraceni cercavano di invadere il monastero, ella comandò di portare il santissimo Sacramento, ed avendo pregato con profonda umiltà, li mise in fuga. 


Volò al cielo 1'11 agosto e dal papa Alessandro IV fu iscritta nel numero delle sante Vergini.



V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
***
San Francesco alloggiò Chiara e Agnese in una casupola vicino alla chiesa di S. Damiano, appena fuori Assisi, e nominò Chiara madre superioraPiù tardi si unirono a lei la madre e altre donne (tra cui anche tre membri dell’illustre famiglia fiorentina degli Ubaldini) e Francesco stilò un abbozzo di regola che fissasse le linee essenziali della loro vita comune. Trascorsi pochi anni, sorsero numerosi monasteri di Clarisse in Italia, Germania e FranciaSant’Agnese (6 mar.), la figlia del re di Boemia, fondò un convento a Praga, dove prese l’abito; Chiara la chiamava «la mia metà».
SANTA CHIARA.1Chiara e le sue sorelle vivevano in condizioni poverissime alle quali mai, fino ad allora, nessuna donna del loro ceto sociale si era sottoposta. Molti le insultavano e offendevano per la loro condotta: non indossavano né calze, né scarpe, né sandali, né alcun’altra protezione per i piedidormivano per terranon mangiavano mai carne e parlavano solo per chiedere l’elemosina o in casi necessari. Chiara raccomandava il silenzio per evitare i peccati di parola e per potersi concentrare sui pensieri santi. Ella oltre ai digiuni e alle altre pratiche di mortificazione prescritte dalla regola, indossava sempre una maglia ruvida a contatto con la pelle. Questa forma di penitenza, così diffusa tra i santi del passato, non solo era dolorosa ma causava anche ulteriori umiliazioni – i vermi – e problemi di salute. Chiara digiunava nelle vigilie e in tutta la Quaresima a pane e acqua, e a volte non mangiava nulla.

Dopo un certo periodo Francesco e il vescovo di Assisi la obbligarono a dormire su un materasso e a mangiare tutti i giorni almeno un po’ di pane. Il giudizio si acquisisce con l’esperienza; infatti, anni dopo, scriveva ad Agnese di Boemia: «I nostri corpi non sono di ferro e non siamo delle rocce, ma esseri deboli e soggetti alle malattie. Ti scongiuro nel Signore di interrompere i digiuni troppo rigidi, perché, vivendo e sperando in Dio, tu possa offrirgli un servizio equilibrato, mitigato con il sale della prudenza».SANTA CHIARA 2
Probabilmente le frequenti malattie di Chiara e i periodi di immobilità a letto durante gli ultimi ventisette anni della sua vita furono conseguenze delle penitenze troppo severe, ma se ai nostri giorni questo modo di agire sembrerebbe più nevrotico che santo, nei secoli passati era molto diffuso e ispirato da convinzioni profonde e ammirevoli.
Oltre alla rinuncia al mondo, Francesco desiderava che il suo ordine non avesse proprietà, né dei singolo né della comunità nel suo insieme, e che confidasse solo nella provvidenza. Anche Chiara la pensava così ed era una proposta fuori dal comune per quell’epoca, anche se non priva di precedenti. Uno degli aspetti più rivoluzionari di Chiara risiede nel fatto di essere stata la prima donna a scrivere una regola per altre donne. La separazione dai frati, inoltre, le dava una funzione unica, ponendola come l’interprete degli ideali di Francesco: ella non pretendeva di essere originale, ma predicava il modello di Francesco, mettendolo in pratica nel modo più fedele possibile permesso dalla Chiesa. Ciononostante, non sempre fu d’accordo con Francesco come, per esempio, rispetto alle offerte in denaro che egli rifiutava assolutamente;Chiara riteneva possibile accettarle quando se ne aveva vera necessità, provvedendo in tutti gli altri casi a devolverle in beneficenza.
Gregorio IX, tuttavia, cercò di modificare la regola per quanto riguardava l’affidamento della comunità alle offerte e si offrì di assicurare alle Povere Dame di S. Damiano una rendita annua fissa; Chiara lo persuase a non cambiare la regola, e,SANTA CHIARA3similmente, quand’egli le propose la dispensa dal voto di povertà completa, ella rispose: «Ho bisogno di assoluzione per le mie colpe, non per aver seguito Gesù Cristo». Il 17 settembre 1228 Gregorio garantì alle Dame il Privilegium paupertatis, o il privilegio di povertà, permetteva loro di vivere facendo affidamento solo sulle elemosine e nessuno avrebbe potuto obbligarle ad accettare beni immobili o rendite fisse. Alcuni conventi ritennero prudente adottare una regola più mite e questo fatto segnò l’inizio di due osservanze tra le Clarisse (le case moderate sono dette “urbaniste“, dalla modifica della regola che ricevettero da papa Urbano IV nei 1263).
Francesco aveva nominato Chiara badessa nel 1215, contro il suo volere. Ella guidò il convento per quarant’anni, senza abbandonarlo mai. Il suo desiderio costante era quello di essere la più umile delle serve, di lavare e baciare i piedi delle sue sorelle che tornavano stanche dall’elemosina, di servire a tavola e di curare i malati: «Fate quello che volete di me. Sono vostra perché la mia volontà non mi appartiene più. L’ho donata a Dio». Quando le sorelle riposavano. Chiara vegliava in preghiera ed era solita, ecco forse il tratto più dolce, rimboccare le coperte alle sue suore.
Era la prima a svegliarsi alla mattina, per suonare la campana del coro e accendere le candele. Dopo la preghiera il suo viso era così raggiante che si diceva che chiunque la guardasse rimanesse abbagliato. Poiché spesso era ammalata, tesseva in casa corporali di lino fino e tovaglie, che donava alle chiese di Assisi. Chiara pregava intensamente e molti aneddoti esprimono la forza e la devozione della suafedeTommaso da Celano ha descritto un episodio, divenuto poi santa Chiara e i saracenileggendario: l’attacco nel 1244 di Federico II (un imperatore duro, considerato di regola un anticristo, in lotta con un papa ugualmente duro), ad Assisi. S. Damiano, che si trovava fuori dalle mura della città, fu attaccato per primo. Chiara era malata ma chiese di essere trasportata ai piedi delle mura insieme a una pisside contenente il Santissimo Sacramento.
Inginocchiandosi, la santa pregò così: «Signore, vuoi veramente che i bambini indifesi che io ho nutrito con il tuo amore cadano nelle mani di questi bruti? Buon Dio, ti imploro: difendi coloro che io non posso proteggere». Allora udì come una voce di bambino che diceva: «Mi prenderò sempre cura di loro». Pregò anche per la città di Assisi e ancora una volta la voce la rassicurò. Voltatasi verso le suore spaventate disse loro: «Non abbiate paura, sorelline. Abbiate fiducia in Gesù».
I saraceni se ne andarono. Poco dopo uno dei generali di Federico assediò Assisi. Chiara disse alle sue suore di fare tutto ciò che potevano per la città che le aveva sempre sostentate:chiese loro di cospargersi il capo di cenere e di chiedere a Gesù di salvarlaLe sorelle fecero penitenza per un giorno e una notte e i nemici si ritirarono.
Le Clarisse e i frati minori si trovarono in disaccordo riguardo le relazioni tra i due ordini e tale difficoltà non fu mai risolta, né durante la vita dei due santi, né tanto meno dopo la loro morte.
Le sempre più numerose Clarisse cercavano dai frati un aiuto spirituale e a volte materiale, i fratelli erano preoccupati di conservare un ministero pastorale più generale;
Tommaso di Celano dice che nel 1230, quando papa Gregorio IX proibì ai fratelli di fare visita ai conventi di suore senza la sua speciale licenza, l’inflessibile Chiara temette che ciò potesse significare la perdita dell’appoggio spirituale dei frati e un SANTA CHIARA4irrigidimento dei rapporti che Francesco aveva sempre desiderato esistessero tra di loro. Per questo congedò tutti i benefattori del convento con le parole: «Ci ha private dei nostri assistenti spirituali. Ora può avere coloro che ci sostentano materialmente».
Chiara sopportò gli anni della malattia pazientemente. La sua agonia finale cominciò nel 1253. Due volte ricevette la visita di papa Innocenzo IV, che le diede l’assoluzione dicendo: «Volesse Dio che anch’io ne avessi così poco bisogno». Negli ultimi diciassette giorni non potè mangiare nulla. Numerosi vescovi e cardinali la visitarono, perché tutti ritenevano che quella donna morente fosse una grande santa.
Sua sorella Agnese era là con tre amici di Francesco: Leone, Angelo e Ginepro, che leggevano a voce alta la Passione secondo Giovanni come avevano fatto al letto di morte di Francesco, ventisette anni prima. Quando frate Reginaldo disse a Chiara di essere paziente, lei rispose: «Mio buon frate Reginaldo, da quando ho sperimentato la grazia di Gesù tramite il suo servo Francesco, mai nella mia intera vita ho incontrato alcun dolore o malattia che mi abbia veramente fatto soffrire». Confortò le sue suore e le esortò a praticare la santa povertà fedelmente. Le benedisse, chiamandosi la «pianticella» del suo santo padre Francesco. Si disse: «Vai in pace; hai percorso la retta via. Puoi partire senza temere; Dio che ti ha creata, ti ha benedetta e ti ha sempre protetta, amandoti come una madre. Lodo Dio per avermi creata». Morì all’età di sessant’anni, quarantadue dopo aver fatto la sua professione, con la regola da lei scritta e appena approvata dal papa nelle mani.Santachiaradue
Venne sepolta il giorno dopo. Era il 1253 e molto presto, già nel 1255, papa Alessandro IV la canonizzò ad Anagni. Dopo soli otto giorni dalla morte, Tommaso da Celano aveva scritto la sua vita. Le sue reliquie vennero trasportate nella chiesa di S. Chiara nel 1260. Per una strana associazione. Chiara, che condusse una vita quasi di clausura e nella povertà volontaria più totale, è oggi la patrona diffusa in tutto il mondo non solo delle ricamatrici, ma anche della televisione. Fu Pio XII a sceglierla (con lettera apostolica del 14 feb. 1958) in collegamento al fatto che, disse, una vigilia di Natale, costretta a letto dalla malattia che vide a distanza ilpresepe e udì cantare come se fosse stata presente nella chiesa.
È INVOCATA: – come protettrice di lavandai e lavandaie, ricamatrici, stiratrici, vetrai e della televisione

PREGHIERA A SANTA CHIARA

O Chiara, che con la luce della tua vita evangelica rischiarasti l’orizzonte del tuo secolo, illumina anche noi che, oggi più che mai, siamo assetati di verità e di veroS.-Chiara.amore. Con la testimonianza della tua vita, tu hai da dire anche a noi, dopo sette secoli, una parola di speranza e di fiducia che attinge la sua forza dal Vangelo, verità eterna.
Guarda, o Chiara, alle tue figlie che sparse in tutto il mondo vogliono continuare silenziosamente la missione di Maria, Vergine e Madre, nel cenacolo dove sotto il soffio dello Spirito nasceva e si sviluppava la Chiesa. Guarda a tutta la gioventù che cerca attraverso le vie più disparate di realizzare se stessa e guidala verso quella pienezza di vita che solo Cristo ci può dare.
Guarda, o Chiara, anche chi è verso il tramonto della vita e fagli sentire che nulla è perduto quando ancora rimane il desiderio di ricominciare da capo per fare meglio, per essere più buoni. E fa’, o Chiara, che tutti, quando saremo giunti alla soglia dell’Eternità, possiamo come te benedire Dio che ci ha creato per il suo amore!

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SAN FRANCESCO D’ASSISI
SANTA AGNESE DI BOEMIA
IL MIRACOLO EUCARISTICO NEL MONDO
BEATA FILIPPA MARERI

FontiIl primo grande dizionario dei santi di Alban Butler/  http://www.preghiereperlafamiglia.it/santa-chiara-assisi.htm

AMDG et BVM

sabato 17 maggio 2014

Santa Chiara, vera figliuola dell'obbedienza...






CAPITOLO 33

Come santa Chiara, per comandamento del Papa, benedisse il pane il quale era in tavola; di che in ogni pane apparve il segno della santa croce.

Santa Chiara, divotissima discepola della croce di Cristo e nobile pianta di messer santo Francesco, era di tanta santità che non solamente i Vescovi e' Cardinali, ma eziandio il Papa disiderava con grande affetto di vederla e di udirla e ispesse volte la visitava personalmente.

Infra l'altre volte andò il Padre santo una volta al munistero a lei per udirla parlare delle cose celestiali e divine; ed essendo così insieme in diversi ragionamenti, santa Chiara fece intanto apparecchiare le mense e porvi suso il pane, acciò che il Padre santo il benedicesse. 

Onde, compiuto il ragionamento ispirituale, santa Chiara inginocchiandosi con grande reverenza sì lo priega che gli piaccia benedire il pane posto a mensa. Risponde il santo Padre: "Suora Chiara fedelissima, io voglio che tu benedica cotesto pane tu e faccia sopra ad essi il segno della santissima croce di Cristo, al quale tu ti se' tutta data". E santa Chiara dice: "Santissimo Padre, perdonatemi, ch'io sarei degna di troppo grande riprensione, se innanzi al Vicario di Cristo io, che sono una vile femminella, presumessi di fare cotale benedizione". E 'l Papa rispuose: "Acciò che questo non sia imputato a presunzione, ma a merito d'ubbidienza, io ti comando per santa obbidienza che sopra questo pane tu faccia il segno della santissima croce e benedicalo nel nome di Dio". 


Allora santa Chiara, siccome vera figliuola della obbidienza, que' pani divotissimamente benedisse col segno della santissima croce di Cristo. Mirabile cosa! subitamente in tutti quelli pani apparve il segno della croce intagliato bellissimo. E allora di que' pani parte ne fu mangiato e parte per lo miracolo riserbati. E il Padre santo, veduto ch'ebbe il miracolo, prendendo del detto pane e ringraziando Iddio si partì, lasciando santa Chiara colla sua benedizione.

In quel tempo dimorava in quel monastero suora Ortulana madre di santa Chiara, e suora Agnese sua sirocchia, amendue insieme con santa Chiara piene di virtù e di Spirito Santo, e con molte altre sante monache. Alle quali santo Francesco mandava di molti infermi; ed elleno con le loro orazioni e col segno della santissima croce a tutti rendevano sanità.

A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.

AMDG et BVM

martedì 28 maggio 2013

Santa Chiara - Vergine


Santa Chiara 
Santa Chiara - Vergine (11 agosto)
Assisi, 1193/1194 - Assisi, 11 agosto 1253
Ha appena dodici anni Chiara, nata nel 1194 dalla nobile e ricca famiglia degli Offreducci, quando Francesco d'Assisi compie il gesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirli al padre Bernardone.
Conquistata dall'esempio di Francesco, la giovane Chiara sette anni dopo fugge da casa per raggiungerlo alla Porziuncola.
Il Santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di S. Paolo, a Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di persuaderla a ritornare a casa.
Si rifugia allora nella Chiesa di San Damiano, in cui fonda l'Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate in seguito Clarisse) di cui è nominata badessa e dove Francesco detta una prima Regola.
Chiara scrive successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà».
Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria  degli Angeli, è scelta da Pio XII quale protettrice della televisione.
Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo, distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento che salva il convento dai Saraceni nel 1243. (Avvenire)
Patronato: Televisione
Etimologia: Chiara = trasparente, illustre, dal latino
Emblema: Giglio, Ostia
Martirologio Romano:
Memoria di Santa Chiara, vergine, che, primo virgulto delle Povere Signore dell’Ordine dei Minori, seguì san Francesco, conducendo ad Assisi in Umbria una vita aspra, ma ricca di opere di carità e di pietà; insigne amante della povertà, da essa mai, neppure nell’estrema indigenza e infermità,  permise di essere separata.
 
La sera della domenica delle Palme (1211 o 1212) una bella ragazza diciottenne fugge dalla sua casa in Assisi ecorre alla Porziuncola, dove l’attendono Francesco e il gruppo dei suoi frati minori.
Le fanno indossare un saio da penitente, le tagliano i capelli e poi la ricoverano in due successivi monasteri benedettini, a Bastia e a Sant’Angelo.
Infine Chiara prende dimora nel piccolo fabbricato annesso alla chiesa di San Damiano, che era stata restaurata da Francesco.
Qui Chiara è stata raggiunta dalla sorella Agnese; poi dall’altra, Beatrice, e da gruppi di ragazze e donne: saranno presto una cinquantina.
Così incomincia, sotto la spinta di Francesco d’Assisi, l’avventura di Chiara, figlia di nobili che si oppongono anche con la forza alla sua scelta di vita, ma invano.
Anzi, dopo alcuni anni andrà con lei anche sua madre, Ortolana.
Chiara però non è fuggita “per andare dalle monache”, ossia per entrare in una comunità nota e stabilita.
Affascinata dalla predicazione e dall’esempio di Francesco, la ragazza vuole dare vita a una famiglia di claustrali radicalmente povere, come singole e come monastero, viventi del loro lavoro e di qualche aiuto dei frati minori, immerse nella preghiera per sé e per gli altri, al servizio di tutti, preoccupate per tutti.
Chiamate popolarmente “Damianite” e da Francesco “Povere Dame”, saranno poi per sempre note come “Clarisse”.
Da Francesco, lei ottiene una prima regola fondata sulla povertà.
Francesco consiglia, Francesco ispira sempre, fino alla morte (1226), ma lei è per parte sua una protagonista, anche se sarà faticoso farle accettare l’incarico di abbadessa.
In un certo modo essa preannuncia la forte iniziativa femminile che il suo secolo e il successivo vedranno svilupparsi nella Chiesa.
Il cardinale Ugolino, vescovo di Ostia e protettore dei Minori, le dà una nuova regola che attenua la povertà, ma lei non accetta sconti: così Ugolino, diventato Papa Gregorio IX (1227-41) le concede il “privilegio della povertà”, poi confermato da Innocenzo IV con una solenne bolla del 1253, presentata a Chiara pochi giorni prima della morte.
Austerità sempre.
 Però "non abbiamo un corpo di bronzo, né la nostra è la robustezza del granito".
Così dice una delle lettere (qui in traduzione moderna) ad Agnese di Praga, figlia del re di Boemia, severa badessa di un monastero ispirato all’ideale francescano.
Chiara le manda consigli affettuosi ed espliciti: "Ti supplico di moderarti con saggia discrezione nell’austerità quasi esagerata e impossibile, nella quale ho saputo che ti sei avviata".
Agnese dovrebbe vedere come Chiara sa rendere alle consorelle malate i servizi anche più umili e sgradevoli, senza perdere il sorriso e senza farlo perdere.
A soli due anni dalla morte, Papa Alessandro IV la proclama Santa.
Chiara si distinse per il culto verso l'Eucaristia.
Per due volte Assisi venne minacciata dall'esercito dell'imperatore Federico II che contava, tra i suoi soldati, anche saraceni.
Chiara, in quel tempo malata, fu portata alle mura della città con in mano la pisside contenente il Santissimo Sacramento: i suoi biografi raccontano che l'esercito, a quella vista, si dette alla fuga. (Autore: Domenico Agasso - Fonte: Enciclopedia dei Santi)
Giaculatoria. - Santa Chiara, pregate per noi.