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lunedì 17 giugno 2013

L'ARALDO DEL DIVINO AMORE - RIVELAZIONI DI S. GELTRUDE


PRIVILEGI PARTICOLARI 
DA DIO ACCORDATI A GELTRUDE


Narreremo ora altri episodi dello stesso genere, che con grande fatica, siamo riusciti a strappare dall'umiltà di Geltrude, come se fossero stati sigillati sotto una pesante pietra. Molte anime pie la interpellavano sulla loro frequenza alla S. Comunione e le esprimevano i loro dubbi in proposito. Dopo d'aver dilucidato le difficoltà proposte, ella consigliava e persino sforzava, per così dire, le anime ad accostarsi al celeste convito, fiduciose nella grazia e nella misericordia di Dio.



Ma un giorno n'ebbe scrupolo, pensando di avere oltrepassato i limiti delle sue competenze, e d'avere mancato di discrezione, con affermazioni troppo presuntuose. Ricorse perciò alla bontà del suo Dio e, dopo d'avergli confidato il suo turbamento, n'ebbe questa risposta: «Non temere, figlia mia, sta sicura e tranquilla, poichè io sono il Dio che ti ama, che con predilezione gratuita ti ha creata e scelta per abitare in te, onde prendervi le sue delizie: per assicurarti, in avvenire, io ti prometto che tutti coloro che, con divozione ed umiltà, ricorreranno a te per essere illuminati, otterranno risposte, per così dire, infallibili, nè mai permetterò che anime indegne di ricevermi vengano a consultarti, riguardo alla S. Comunione. Perciò quando indirizzerò a te cuori stanchi ed afflitti per averne sollievo, dì loro di ricevermi con fiducia. Par amor tuo aprirò loro il mio paterno seno e li stringerò nelle braccia della mia tenerezza per dar loro un dolce bacio di pace ».



Le prove dell'amore di Gesù erano continue. Un giorno, mentre pregava per un'anima, fu presa da una grande angustia, temendo che quell'anima ottenesse meno di quanto aveva sperato. Ma Gesù la calmò con divina accondiscendenza: « Sta tranquilla, figlia mia: darò a coloro che in te avranno posto la loro fiducia tutto quello che spereranno ottenere dal tuo aiuto: di più accorderò volentieri ciò che tu avrai loro promesso da parte mia: se talora la fragilità umana porrà impedimento a tali effetti, t'assicuro, per altro, che in quelle anime avrò operato l'avanzamento nella virtù da te promesso ».


Geltrude, pensando qualche giorno dopo a queste magnifiche promesse, e sentendo l'enorme peso della sua indegnità, domandò al Signore come mai potevano compirsi tali meraviglie, per mezzo di una creatura così vile ed abbietta. Il Signore rispose: « La Chiesa non gode forse collettivamente lo stesso privilegio che accordai soltanto a Pietro con quelle parole: « Quello che legherete in terra, sarà legato anche in cielo? » (Matt. XVI, 19). Essa crede che tale potere risieda in ciascun sacerdote: perchè dunque non crederai tu che posso e voglio adempire le promesse, che il mio amore si degna di farti?». Toccandole poi la lingua disse: « Ecco che ho messo le mie parole nella tua bocca » (Ger. 1, 9) e confermo nella verità tutto quello che tu dirai al prossimo, dietro l'ispirazione del divin Paracleto. Se tu prometterai qualche cosa sulla terra in nome mio, io ratificherò in cielo tale promessa ». Geltrude obbiettò: « Non posso rallegrarmi di questo privilegio perchè, se dietro l'impulso dello Spirito Santo, mi capiterà d'affermare che quella, o quell'altra colpa non rimarrà impunita, sarò causa di pena e di danno al mio prossimo ».
Rispose Gesù: « Quando lo zelo per la giustizia, o l'amore per le anime ti consiglierà tali parole, io infonderò alla persona a cui le indirizzerai la dolcezza della mia bontà, e desterò nel suo cuore una compunzione così vera, da non meritare più le mie vendette».

Aggiunse poi Geltrude: « O Signore, se tu parli davvero per mio mezzo, come ti sei degnato di assicurarmi, perchè i miei consigli producono effetti così meschini quantunque mi senta ispirata a darli, solo per la gloria di Dio e la salvezza delle anime? ». Il Signore si degnò di risponderle: « Non stupirti, figlia mia, se le tue parole sono talora infeconde, poichè Io stesso, quando vivevo in terra, predicavo con tutto l'ardore del divino Spirito senza produrre alcun bene: ogni cosa è regolata dalla Provvidenza, la quale ha le sue ore fisse ».


Un giorno, dopo d'aver ripreso una persona per le sue colpe, corse a rifugiarsi presso Gesù, supplicandolo d'illuminare la sua intelligenza, affinchè parlasse a ciascuno secondo la volontà di Dio. « Non temere, figlia mia - dissele Gesù - ma abbi grande confidenza, perchè ti ho accordato un sommo privilegio; quando anime umili e sincere verranno a consultarti, tu giudicherai e deciderai nella luce della verità, come giudico Io stesso, secondo la natura delle cose e la condizione delle persone; se la materia è grave, darai, da parte mia, risposta severa; se è leggera, la tua parola sarà più mite ». Geltrude, penetrata dalla sua indegnità, esclamò « O Padrone del cielo e della terra, ritira e limita l'eccessiva tua bontà a mio riguardo, perchè, cenere e polvere quale io sono, mi sento indegna di un dono così stupendo » ! Ma il Salvatore insistette con tenerezza: « Ti par gran cosa lasciar giudicare le cause della mia inimicizia da te, che esperimenti così spesso i segreti della mia amicizia? ». E confermò: « I tribolati che verranno umilmente e con semplicità a cercare da te parole di consolazione, non rimarranno giammai delusi, perché Io, il Dio che risiede nell'anima tua, voglio, nella mia amorosa tenerezza diffondere, per tuo mezzo, i miei benefici, inondando la tua anima dell'ineffabile gioia che sgorga dal mio divin Cuore ».


Ella pregava un giorno per alcune persone che le erano state raccomandate. Gesù rispose: « Nei tempi antichi, quando alcuno poteva accostarsi all'altare, si rallegrava di essersi assicurata la pace. Ora, avendoti scelta per dimora, ti prometto che colui che implorerà con fiducia il soccorso delle tue preghiere, riceverà grazie di salvezza ». Questo fatto è confermato da S. Matilde, nostra cantora, di dolce memoria.


Pregando un giorno essa per Geltrude, vide il cuore della medesima, sotto la forma di un solidissimo ponte, rinforzato a destra ed a sinistra da due muraglie assai consistenti: una rappresentava la divinità di Gesù, l'altra la sua santissima Umanità. Il Signore affermò: « Coloro che verranno a me su questo ponte, non potranno cadere, nè deviare dal retto cammino ». Egli intendeva dire che coloro che seguiranno i consigli di Geltrude, non potranno errare giammai.

SALUS NOSTRA 
IN MANU TUA EST, O MARIA!

mercoledì 12 giugno 2013

L'ARALDO DEL DIVINO AMORE - RIVELAZIONI DI S. GELTRUDE « Ogni verità mi riesce sospetta, se non è confermata dall'autorità della Sacra Scrittura »

COSE MIRABILI! LEGGETE! E BENEDICIAMO IL SIGNORE!

L'ARALDO DEL DIVINO AMORE - RIVELAZIONI DI S. GELTRUDE

LIBRO PRIMO

PROLOGO

Lo spirito consolatore, distributore d'ogni bene « che spira dove vuote » (Giov. III, 8) come vuole e quando vuole, tiene abitualmente nascosti i segreti del suo amore, ma talvolta li manifesta per il vantaggio delle anime. S. Geltrude ce ne fornisce un chiaro esempio: quantunque la divina bontà l'abbia sempre ricolmata di favori, pure, solo ad intervalli le ordinò di pubblicare le meraviglie della sua divina tenerezza.
Questo libro fu scritto in diverse epoche. La prima parte fu redatta otto anni dopo le prima manifestazioni divine; la seconda venne terminata circa vent'anni più tardi: il Signore si degnò di gradire tale lavoro. Infatti, compiuto il primo libro, Geltrude lo presentò al Signore con umiltà e divozione: Egli, nella sua infinita bontà, le disse: « Nessuno potrà allontanare da me il memoriale dell'abbondanza della mia divina soavità ». Da queste parole comprese che Nostro Signore voleva dare al libro il titolo « Memoriale dell'abbondanza della divina soavità ».
Aggiunse Gesù: « Se qualcuno cerca in queste pagine il bene spirituale della sua anima„ l'attirerò a me vicino e prenderò parte alla lettura, tenendo il libro nelle mie stesse mani; Quando due persone leggono insieme uno stesso libro, una sembra aspirare l'alito dell'altra. Così io aspirerò il soffio dei desideri di quest'anima, ed essi commoveranno in suo favore le viscere della mia misericordia: da parte mia le farò respirare il soffio della Divinità così che ne sarà interiormente ringiovanita ». Il Signore si compiacque di affermare: « Chi, con tale intenzione, trascriverà le parole di questo libro, riceverà, ad ogni detto, numeroso frecce d'amore scoccate dall'infinita dolcezza del mio sacratissimo Cuore, e la sua anima ne proverà delizie ineffabili ».


Una notte, mentre si stava preparando la seconda parte, ella si lamentò con Nostro Signore. Egli la consolò con grande bontà e, fra l'altro, le disse: « Ti ho scelta per essere la luce delle nazioni e per diffondere la salvezza fino all'estremità della terra » (Is. XLIX). Comprendendo ch'Egli accennava al suo libro, appena iniziato, Geltrude esclamò: « Come mai, o Signore, questo libro potrà essere la luce delle nazioni, mentre io desidero che rimanga incompiuto, e che nessuno conosca le pagine già scritte? ». Il Signore rispose: «Quando scelsi Geremia per essere mio profeta, egli non sapeva nè parlare, nè agire in modo conveniente: eppure volli riprendere i popoli e i re con le parole della sua bocca. Così coloro che ho destinato di attirare, per tuo mezzo, alla luce della conoscenza e della verità, non saranno delusi, perchè nessuno può ostacolare la predestinazione eterna: coloro che ho predestinato li chiamerò, e coloro che chiamerò saranno giustificati, secondo il mio volere».
Altra volta, mentre Geltrude si sforzava di ottenere da Nostro Signore il permesso d'interrompere il libro, sembrandole che i suoi Superiori fossero dello stesso parere, il Salvatore le rispose con bontà: « Ma, non sai che l'ordine della mia volontà, è superiore a ogni altra obbedienza? Poiché desidero questo libro, perchè turbarti? Io stesso stimolo colei che lo scrive, io stesso l'aiuterò, custodendo poi intatto quello che considero bene mio proprio ». Allora ella uniformò la sua volontà al divin beneplacito, e chiese: « Amatissimo Signore, quale titolo darai a questo libro? ». Rispose Gesù: « Questo libro è mio: esso verrà intitolato: L'araldo dell'amore divino, perchè farà pregustare alle anime il sovrabbondante mio amore ». Colpita d'ammirazione Geltrude insistette: « Gli ambasciatori e gli araldi godono abitualmente grande autorità ebbene quale autorità accorderai a questo libro? ». Rispose il Signore: « Chi, per la mia gloria, leggerà questo libro con salda fede, umile divozione, amorosa riconoscenza, per il bene della sua anima, riceverà, in virtù della mia divinità, la remissione dei peccati veniali, la grazia delle consolazioni superne, ed una disposizione speciale a ricevere continui accrescimenti dei beni celesti ».
In seguito comprese che Dio bramava che le due parti di quest'opera fossero riunite in uno solo libro: perciò con preghiere ferventissime chiese come mai si potesse riunire in un solo volume due libri aventi titolo differente. Il Signore rispose: « Spesso un padre e una madre sono maggiormente stimati per le buone qualità dei loro figli: così io ho voluto che questo libro venisse composto in due parti e che indicasse, col suo stesso titolo, il carattere di questa doppia. origine, cioè: « L'araldo del memoriale dell'abbondanza del divino amore» perchè, facendo conoscere il mio amore, ne perpetuasse la memoria fra gli eletti ».
Dal contesto dell'opera appare evidente che Geltrude fu sempre favorita dalla divina presenza: pure talora si trovano espressioni del genere: « Il Signore le apparve » oppure « Egli venne a lei vicino ». Infatti, benchè per un privilegio speciale Egli le fosse quasi sempre presente, pure talvolta a lei si mostrava sotto apparenze più sensibili, quando voleva istruire altre anime, quasi adattandosi alla debolezza delle medesime: spesso, nel racconto di tali manifestazioni, dovremo concludere che il buon Dio, il quale ama tutti gli uomini, vuole la salvezza di tutte le anime, pur non comparendo che a una sola.
Nei giorni feriali, coma nei festivi, il Signore le prodigava le sue grazie, svelandosi al suo sguardo, talvolta con immagini sensibili, tal altra con le più pure illustrazioni dell'intelletto. In questo libro però parla generalmente con immagini sensibili, per essere meglio compreso da ogni sorta di lettore. L'opera fu divisa in cinque libri: il primo contiene l'elogio della persona che fu l'oggetto dei divini favori, ed esprime le grazie ch'ella ricevette. Nel secondo si narrano come furono accolti tali favori, ed i ringraziamenti ch'ella offerse al suo Dio: questo secondo libro è tutto scritto di sua mano, dietro l'ispirazione del divin Paracleto. Il terzo, narra alcuni benefici che le furono accordati. Il quarto racconta le visite con cui la divina Bontà si degnò di consolarla in alcune feste. Nel quinto sono raccolte le rivelazioni che il Signore le fece riguardo al merito di parecchi defunti, e le consolazioni di cui volle colmarla nel beato suo transito.
Conviene però tenere conto della raccomandazione di Ugo di S. Vittore: « Ogni verità mi riesce sospetta, se non è confermata dall'autorità della Sacra Scrittura ». Ed aggiunse: « Per quanto verosimile, una rivelazione non può essere accettata, se non ha il sigillo di Mosè e di Elia, cioè della Sacra Scrittura ». Perciò ho segnato in margine i testi che la mia mente semplice e poco esperimentata ha potuto ricordare al momento, nella speranza che altri, più abili e più colti, possano allegare prove autorevoli, convenienti, decisive.
Sacerdos alter Christus